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 Oggetto del messaggio: Il biondo USA vuole invadere il Messico
MessaggioInviato: 10/12/2019, 12:02 
Piú esattamente la zona di Sonora per sradicare i narcos.
Traduzione:
il "biondo" sta cercando una scusa per invadere la zona di Sonora perché é un'area con grandi giacimenti di litio.
L'Australia produce circa 14mila ton/anno, il Messico potrebbe arrivare a 35mila.
É notizia fresca che hanno avvistato portaaerei USA in acque messicane.
Manuel Lopez Obrador (Pres./Messico) ha giá annunciato che qualsiasi invasione del territorio messicano sará trattata come ostile.
Russia e Cina aiuteranno in caso di necessitá.
Il Gov. messicano venderá il 50% del litio alla Cina, no agli USA.
Il biondo ha giá paventato l'idea di dichiarare i narcos terroristi (cosí avrá la scusa x invadere?)



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 Oggetto del messaggio: Re: Il biondo USA vuole invadere il Messico
MessaggioInviato: 10/12/2019, 13:17 
che poi è lo stesso motivo per il quale stanno andando a scassare le palle in Venezuela, Bolivia e Cile.

Il litio è il nuovo petrolio.

https://comedonchisciotte.org/cina-stati-uniti-e-la-geopolitica-del-litio/

Cita:
Per diversi anni,a partire dall’impulso globale a sviluppare veicoli elettrici su larga scala, l’elemento litio ha assunto le caratteristiche di metallo strategico. Al momento la domanda è enorme in Cina, nell’UE e negli Stati Uniti, e l’assicurarsi il controllo sulle forniture di litio sta già sviluppando una propria geopolitica non dissimile da quella per il controllo del petrolio.

La Cina si muove per assicurarsi le fonti

Per la Cina, che ha fissato i principali obiettivi per diventare il più grande produttore mondiale di veicoli elettrici, lo sviluppo di materiali per batterie al litio è una priorità per il 13°piano quinquennale (2016-2020). Sebbene la Cina abbia le proprie riserve di litio, il ritrovamento è limitato e la Cina è andata a garantirsi i diritti di estrazione del litio all’estero.

In Australia, la società cinese Talison Lithium, controllata da Tianqi, estrae e possiede le riserve di spodumene(1) più grandi e di più alto grado a Greenbushes, in Western Australia vicino a Perth.

Talison Lithium Inc. è il più grande produttore primario di litio al mondo. Il proprio sito di Greenbushes in Australia produce oggi circa il 75% della domanda cinese di litio e circa il 40% della domanda mondiale. Questo [il litio] e altre importanti materie prime australiane hanno permesso di intrattenere relazioni di importanza strategica per Pechinocon l’Australia, tradizionalmente un solido alleato americano. Congiuntamente, la Cina è diventata il principale partner commerciale per l’Australia.

Tuttavia, la crescente influenza economica della Cina nel Pacifico intorno all’Australia ha portato il Primo Ministro Scott Morrison a inviare un messaggio di avvertimento alla Cina, affinché non contenda il territorio del cortile australiano d’importanza strategica. Alla fine del 2017 l’Australia, con crescente preoccupazione per l’espansione dell’influenza cinese nella regione, ha ripreso la cooperazione informale in quello che a volte viene chiamato Quad(2), con USA, India e Giappone, rilanciando un precedente tentativo di controllare l’influenza cinese nel Sud Pacifico. Di recente l’Australia ha anche intensificato i prestiti alle nazioni strategiche delle isole del Pacifico per contrastare i prestiti cinesi. Tutto ciò rende chiaramente indispensabile che la Cina si attivi su scala globale in altri siti, per garantirsi il suo litio, al fine di diventare protagonista chiave nell’emergente economia dei veicoli elettrici nel prossimo decennio.

Quando lo sviluppo dei veicoli elettrici è diventato priorità nella pianificazione economica cinese, la ricerca per assicurarsi il litio si è rivolta al Cile, un’altra delle maggiori fonti di litio. Lì, la cinese Tianqi sta accumulando una quota importante della Sociedad Quimica Y Minera (SQM) del Cile, uno dei maggiori produttori mondiali di litio. Se la cinese Tianqi riuscirà a ottenere il controllo della SQM, secondo i rapporti del settore minerario, ciò cambierà la geopolitica del controllo mondiale del litio.

La disponibilità globale di metalli di litio, un componente strategico delle batterie agli ioni di litio utilizzate per alimentare i veicoli elettrici, è concentrata in pochissimi Paesi.

Per dare un’idea della potenziale domanda di litio, la batteria per la Tesla Model S richiede 63 chilogrammi di carbonato di litio, che sono sufficienti per alimentare circa 10.000 batterie di telefoni cellulari. In un recente rapporto, la Banca Goldman Sachs ha definito il carbonato di litio “la nuova benzina”. Solo un aumento dell’1% nella produzione di veicoli elettrici potrebbe aumentare la domanda di litio di oltre il 40% dell’attuale produzione globale, secondo Goldman Sachs. Con molti governi che richiedono una riduzione delle emissioni di CO2, l’industria automobilistica globale sta espandendo massicciamente i piani per veicoli elettrici nel prossimo decennio, il che renderà il litio potenzialmente strategico quanto lo è oggi il petrolio.

Un’Arabia Saudita di litio?

La Bolivia, il cui litio è molto più complicato da estrarre, negli ultimi anni è diventata un obiettivo di interesse anche per Pechino. Alcune stime geologiche classificano le riserve di litio della Bolivia come le più grandi del mondo e si stima che le sole saline di Salar de Uyuni contengano nove milioni di tonnellate di litio.

Dal 2015 una società mineraria cinese, la CAMC Engineering Company, gestisce un grande impianto in Bolivia per produrre cloruro di potassio come fertilizzante. Ciò che la CAMC minimizza è il fatto che, sotto il cloruro di potassio, ci sono le più grandi riserve di litio conosciute al mondo nelle saline di Salar de Uyuni, una delle 22 saline di questo tipo in Bolivia. Nel 2014 la cinese Linyi Dake Trade ha costruito un impianto sperimentale per batterie al litio nello stesso sito.

Quindi, nel febbraio 2019, il governo Morales ha firmato un altro accordo per il litio,in questo caso con la cinese Xinjiang TBEA Group Co Ltd che deterrà una partecipazione del 49% in una joint venture pianificata con la società statale boliviana YLBper il litio. L’accordo è di produrre litio e altri materiali dalle saline di Coipasa e Pastos Grandes, il che costerebbe circa 2,3 miliardi di dollari.

In termini di litio, la Cina domina finora il nuovo Grande Gioco globale per il controllo. Le entità cinesi ora controllano quasi la metà della produzione globale di litio e il 60 percento della capacità di produzione di batterie elettriche. Entro un decennio, Goldman Sachs prevede che la Cina potrebbe fornire il 60 percento dei veicoli elettrici a livello mondiale. In breve, il litio è una priorità strategica per Pechino.

Stati Uniti-Cina, rivalità per il litio?

L’altro grande attore nel mondo contemporaneo per l’estrazione di litio globale sono gli Stati Uniti. Albemarle, una società di Charlotte, nella Carolina del Nord, con un impressionante Consiglio di Amministrazione, ha importanti attività di estrazione del litio in Australia e Cile, segnatamente, proprio come la Cina. Nel 2015 Albemarle è diventata un fattore dominante nell’estrazione mondiale del litio, quando ha acquistato la società statunitense Rockwood Holdings. In particolare, Rockwood Lithium aveva attività in Cile, nella Salar de Atacama, e nella stessa miniera di Greenbushes in Australia, dove il gruppo industriale cinese Tianqi detiene il 51%. Ciò ha concesso ad Albemarle una quota del 49% dell’enorme progetto australiano al litio, in partnership con la Cina.

Ciò che sta cominciando a diventare chiaro è che le tensioni USA-Cina sui piani economici cinesi, probabilmente includono il contrasto all’influenza cinese nel controllo delle principali riserve strategiche di litio. Il recente colpo di Stato militare in Bolivia, che ha costretto Evo Morales all’esilio messicano, dai primi indizi, ha dimostrato il coinvolgimento di Washington. L’entrata in scena della Presidente ad interim Jeanine Áñez, una cristiana di destra, e del milionario di destra, Luis Fernando Camacho, segnalano una brutta svolta a destra nel futuro della politica del Paese, apertamente sostenuta da Washington. Fondamentale, tra le altre questioni, sarà se un futuro governo annullerà gli accordi di estrazione del litio con società cinesi.

Allo stesso modo, la cancellazione del meeting dell’APEC(3) del 16 novembre in Cile, che avrebbe dovuto presentare un summit tra Trump e Xi Jinping sul commercio, assume un altro significato. Il meeting doveva anche essere la sede di importanti accordi commerciali tra Cina e Cile, secondo il South China Morning Post. La delegazione prevista di Xi avrebbe incluso 150 responsabili aziendali e di pianificazione, per firmare importanti accordi economici, rafforzando ulteriormente i legami economici tra Cile e Cina, cosa contro la quale gli Stati Uniti hanno recentemente messo in guardia.

Lo scoppio di proteste di massa in tutto il Cile,in opposizione agli aumenti della tariffa del trasporto pubblico governativa, porta i segni di simili inneschi per fattori economici in altri Paesi, usati per dare avvio alle Rivoluzione Colorate di Washington. Le proteste hanno avuto l’effetto a breve termine dell’annullamento del vertice APEC in Cile. Il ruolo attivo delle ONG finanziate dagli Stati Uniti nelle proteste del Cile non è stato confermato, ma le crescenti relazioni economiche tra Cile e Cina non sono chiaramente considerate positive da Washington. Lo sfruttamento cinese del litio Cile, a questo punto, è un fattore geopolitico strategico poco discusso che potrebbe essere il bersaglio degli interventi di Washington, nonostante l’economia del libero mercato dell’attuale governo.

In questo momento ciò che è chiaro è che si assiste a una battaglia globale per il dominio del mercato delle batterie per i veicoli elettrici del futuro e il controllo del litio è al centro.



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 Oggetto del messaggio: Re: Il biondo USA vuole invadere il Messico
MessaggioInviato: 10/12/2019, 15:12 
MaxpoweR ha scritto:
che poi è lo stesso motivo per il quale stanno andando a scassare le palle in Venezuela, Bolivia e Cile.

Il litio è il nuovo petrolio.

https://comedonchisciotte.org/cina-stati-uniti-e-la-geopolitica-del-litio/

Cita:
Per diversi anni,a partire dall’impulso globale a sviluppare veicoli elettrici su larga scala, l’elemento litio ha assunto le caratteristiche di metallo strategico. Al momento la domanda è enorme in Cina, nell’UE e negli Stati Uniti, e l’assicurarsi il controllo sulle forniture di litio sta già sviluppando una propria geopolitica non dissimile da quella per il controllo del petrolio.

La Cina si muove per assicurarsi le fonti

Per la Cina, che ha fissato...

No so se c'é da preoccuparsi per il fatto che Cina e Russia son giá qui, in territorio messicano perché hanno giá instaurato buoni rapporti col Governo da un po'.
Chiaramente con la disapprovazione del "biondo&Co.".
Ma cosa pensano, di poter fare/attuare sempre i loro piani senza reazioni?
In questa zona(costa Pacifico) si trasferiscono sempre piú americani per viverci.
E non sono pensionati, sono persone c/famiglia sui 40 anni.
Bel segno no?



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 Oggetto del messaggio: Re: Il biondo USA vuole invadere il Messico
MessaggioInviato: 10/12/2019, 15:55 
E' "segno" che gli USA fanno acqua fino alla linea di galleggiamento, ma che mostrano i muscoli del potere ebraico recitando la farsa della "lotta" tra potenze globali, un teatrino che terrorizza i popoli e li divide in comunisti e capitalisti, in modo da gestirli come birilli.

E' ciò che finora hanno fatto localmente in ogni stato, ma esteso al mondo intero, così gli uni si scannano con gli altri porta a porta in ogni quartiere ed urna e li loro dominano.
Accordi commerciali con la Cina, rapporti amichevoli con la Russia e sparti-zione dei territori, delle risorse e delle teste stupide antagoniste che compongono i popoli buoi.

Portaerei a destra e a sinistra, minacce, ultimatum ecc. ma mai un gran bel botto planetario, la prova che sono tutti d'accordo.



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 Oggetto del messaggio: Re: Il biondo USA vuole invadere il Messico
MessaggioInviato: 10/12/2019, 16:13 
Morley ha scritto:
E' "segno" che gli USA fanno acqua fino alla linea di galleggiamento, ma che mostrano i muscoli del potere ebraico recitando la farsa della "lotta" tra potenze globali, un teatrino che terrorizza i popoli e li divide in comunisti e capitalisti, in modo da gestirli come birilli.

E' ciò che finora hanno fatto localmente in ogni stato, ma esteso al mondo intero, così gli uni si scannano con gli altri porta a porta in ogni quartiere ed urna e li loro dominano.
Accordi commerciali con la Cina, rapporti amichevoli con la Russia e sparti-zione dei territori, delle risorse e delle teste stupide antagoniste che compongono i popoli buoi.

Portaerei a destra e a sinistra, minacce, ultimatum ecc. ma mai un gran bel botto planetario, la prova che sono tutti d'accordo.

..si, si, peró adesso comincia ad avere problemi esterni ed interni, nel suo paese. Conosco un medico di San Diego che é felice e contento di lavorare qui, in Messico.
Mi diceva che in California in tante cittá devi stare attento in che strada entri perché magari non ne uscirai vivo e non di notte, in pieno giorno.
Non sarai rapinato dai "latinos", no, no... saranno gli stessi "biondini americani" a farti la festa.
Mi diceva di un sacco di episodi che i giornali non riportano:
-rapine nelle case
-rapine ai semafori
-insicurezza nei parcheggi dei super
-bande di teppisti nelle scuole
-attenzione se esci la sera in che bar vai
..ecc...
Per questi e + motivi é felice e contento di essersi trasferito. Non che in Messico sia tutto rose&fiori, giá lo sappiamo, ma qui se non ti scontri con un narco e mantieni un profilo basso, non ci sono grossi problemi.



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 Oggetto del messaggio: Re: Il biondo USA vuole invadere il Messico
MessaggioInviato: 10/12/2019, 16:31 
Quadro esatto.

La situa-Zione interna degli USA è ormai una polveriera divisa in 30% di ricchi naviganti e 70% tra nuotatori e survivales, al di là delle fulgide apparenze urbano-mediatiche da TG c'è la torbida vita quotidiana, un vero caos di delinquenti e fumati di cervello, che vengono pungolati dalla classe benestante come veri schiavi da mungere e da bastonare, il tutto occultato dai media che enfatizzano la ripresa USA come se un tale tessuto sociale potesse essere rattoppato o ritessuto a nuovo.

Molti autoctoni si sono assuefatti ad un tale inferno sociale molto più frenetico che in una Roma o Milano, ma molti altri sono già scappati o girano per i territori in campers.
E' questa la vera minaccia per gli States, il randagismo apolide e la cruda delinquenza urbana, senza contare gli attriti multietnici.



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 Oggetto del messaggio: Re: Il biondo USA vuole invadere il Messico
MessaggioInviato: 19/12/2019, 19:25 
La più grande miniera di litio si trova in Messico (e cambierà la geopolitica)


In Messico, nella regione di Sonora, c’è la più grande miniera di litio mai scoperta fin’ora al mondo: le sue riserve probabili sono stimate in 243,8 milioni di tonnellate e il carbonato di litio, il minerale da cui si estrae il metallo, è pari a 4,5 milioni di tonnellate equivalenti.

La miniera, la cui costruzione è cominciata nel 2018, entrerà in produzione entro la prima metà del 2020 e sarà in grado di produrre 17.500 tonnellate/anno di carbonato di litio nella sua prima fase, per poi passare a 35mila nella seconda fase di sfruttamento per una vita complessiva pari a 19 anni.

La concessione mineraria è detenuta da una joint venture formata per il 77,5% dalla anglocanadese Bacanora Ltd e per il restante 22,5% dalla cinese Ganfeng Lithium.
Litio, Terre Rare e Pgm: il nuovo petrolio

Il litio è un metallo alcalino che si trova in natura principalmente sotto forma di brine – ovvero precipitati di soluzioni concentrate – e di minerali come carbonati, idrossidi e inosilicati, deriva cioè dall’alterazione ed erosione di minerali come lo spodumene o la petalite. Alte concentrazioni di litio si trovano nelle acque salmastre (0,03-0.3% di cloruro di litio), in particolare nei deserti della California, e in minori quantità nelle acque del mare. Pertanto in natura non si trova allo stato metallico, a causa della sua notevole reattività (si ossida facilmente).

Il litio trova diverse applicazioni, tra cui anche mediche, nucleari (per la produzione di trizio) e in campo bellico (gli ossialogenuri di litio vengono usati nelle batterie dei missili), ma il suo utilizzo è aumentato in funzione delle nuove tecnologie in campo elettronico: il metallo viene usato per produrre batterie elettriche più efficienti.

Il litio, infatti, permette una maggior densità di energia per unità di volume, una vita utile più lunga, un minor peso, un funzionamento di alta capacità a temperature più basse e un maggior tempo di stoccaggio per l’energia rispetto ad altri tipi di batterie.

Insieme ad altri elementi, come le Terre Rare (lantanio, cerio, neodimio), presenti in innumerevoli prodotti sia della nostra quotidianità sia di livello militare o altamente specializzato (come magneti, superconduttori, turbine, laser, sistemi di guida di missili e satelliti), o i minerali del gruppo del platino (chiamati Pgm), ha scatenato una vera e propria “corsa all’oro” tra le maggiori compagnie minerarie del mondo.

In dettaglio il consumo globale di litio viene assorbito per il 39% dai produttori di batterie, per il 30% dall’industria del vetro e della ceramica e per la restante fetta in vari settori come quello del trattamento dell’aria, produzione di polimeri o di grassi lubrificanti.

Se andiamo ad analizzare meglio il dato sulle batterie scopriamo che queste vengono prodotte per il 25% per l’automotive e per il 19% per cellulari o smartphone; il 16% va a finire nei laptop mentre un altro 16% in biciclette elettriche, sempre più presenti sul mercato. Si calcola che il consumo globale di batterie di questo tipo sia aumentato del 23% l’anno nel periodo che va dal 2010 al 2015 passando dai 21 GWh (gigawattora ovvero un miliardo di watt/ora) ai 60 GWh per un valore di mercato complessivo, comprendente le batterie ricaricabili e non, pari a 10,7 miliardi di dollari l’anno. Numeri certamente destinati a salire se non altro grazie al solo settore automobilistico che vede progressivamente aumentare la richiesta di vetture ibride o elettriche: +69% nel 2015.

Prima della scoperta del giacimento messicano, i Paesi con le maggiori riserve di litio erano Bolivia, Cile, Afghanistan, Australia, Stati Uniti e Cina. In particolare gli Stati Uniti, con la miniera di Humboldt County (Nevada), erano al primo posto per riserve probabili (179,4 milioni di tonnellate) seguiti dall’Australia con Port Hedland (151,9 milioni di tonnellate) e da Pilgangoora lithium-tantalum project (108,2 milioni di tonnellate) sempre in Australia.
Il Messico sarà un Paese chiave per la geopolitica

Lo sfruttamento del giacimento di Sonora, e possibilmente di altri giacimenti di litio che sono stati individuati nella Baja California, a San Luis Potosí e Zacatecas, proietterà il Messico al centro degli interessi geopolitici globali.

Già il fatto che la cinese Ganfeng si sia assicurata quasi un quarto dello sfruttamento del più grande giacimento di litio del mondo dovrebbe far capire come il Paese del Centro America diventerà strategico per il controllo del mercato di questa risorsa, che Pechino sta cercando di assicurarsi divenendo partner in quasi tutti i giacimenti di litio (e Terre Rare) del mondo.

Potenzialmente il Messico potrebbe diventare uno dei maggiori produttori di questa risorsa e trarne beneficio diventando esportatore non solo della stessa materia prima, ma anche dei suoi prodotti derivati, approfittando della sua stessa posizione geografica che ne fa un ponte naturale tra le economie dell’america settentrionale (fortemente tecnologiche) e meridionale (in via di sviluppo e produttrici di materie prime).

Gli Stati Uniti si troveranno sempre più in difficoltà a gestire il loro “vicino di casa” e grazie a questa scoperta diminuirà notevolmente il peso politico di Washington che attualmente gioca da posizioni di forza – complice anche l’instabilità interna – con Città del Messico: la questione del muro, ad esempio, i cui costi la Casa Bianca pretende che vengano in parte coperti dal governo messicano, potrebbe vacillare a fronte della necessità degli Stati Uniti di comprare questa risorsa, se non altro per sottrarla alla Cina.

Un altro scenario vede Washington passare direttamente all’azione cercando di controllare direttamente la produzione messicana di litio, magari proprio usando a pretesto l’instabilità interna causata dalla guerra che i cartelli della droga stanno muovendo contro il governo: il presidente Trump ha recentemente considerato l’ipotesi di annoverare i narcos tra i gruppi terroristici e questo aprirebbe scenari in cui soldati Usa potrebbero essere schierati ai confini col Messico e anche impiegati in operazioni, clandestine o palesi, oltre confine, magari per “proteggere” le miniere e la produzione di questa importante risorsa.

Anche la Cina potrebbe decidere, a fronte di una maggiore instabilità interna, di tutelare i suoi interessi, che come abbiamo visto sono già presenti nel Paese, per “militarizzare” le miniere e addirittura costruire delle “enclave” cinesi in territorio messicano: strategia messa in atto da Pechino già altrove, come in Africa.



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 Oggetto del messaggio: Re: Il biondo USA vuole invadere il Messico
MessaggioInviato: 23/12/2019, 15:30 
Per adesso invade la Cina con i maiali americani, ma quelli senz'ali:

https://www.corriere.it/esteri/19_sette ... 544a.shtml



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