28/09/2019, 13:31
Il crollo della Germania è reale e sta accelerando sempre di più
DI TOM LUONGO
tomluongo.me
Ad aprile vi avevo detto che la Germania era una “Dead Economy Walking”. Oggi posso dirvi che sono sparite le gambe.
La pubblicazione, stamattina, dell’indice PMI [Purchase Managers Index] è stata la peggior notizia che Angela Merkel potesse immaginare: 41,4.
Una figura così orribile che i cani vorranno rotolarcisi sopra.
Nel complesso l’economia tedesca, secondo i Purchase Managers, sta contraendosi.
E con la Merkel che sta mascherando il massiccio aumento delle tasse come un cedimento politico ai Verdi, il futuro della crescita economica sembra decisamente brutto, come si può vedere dal grafico seguente:
A parte tutto ciò che è ovvio, il grande risultato che si può trarre da questo grafico è la coerenza con cui gli analisti — che sono pagati molto più di me — sopravvalutano questo numero. È una brillante rappresentazione della loro faziosità [differenza stima/dato reale].
E potete anche vedere perché questo accade.
La saggezza convenzionale ci dice che Banca Centrale accomodante e tassi d’interesse negativi rappresentano l’altezza dell’alloggio. Insieme, dovrebbero sostenere la continua crescita del manifatturiero perché il credito è a buon mercato.
Ma tutto questo non funziona se gli acquirenti di beni tedeschi non possono più indebitarsi.
I tassi d’interesse negativi dovrebbero far aumentare il flusso di valuta [verso gli acquisti] perché ….. chi è che vuole perdere denaro sui propri risparmi, giusto?
Ma, “paginando” [https://it.wikipedia.org/wiki/Paginazione] Larry Summers (quel mezzo cretino incompetente!), non è esattamente quello che stanno indicando ai mercati.
Stanno segnalando, al contrario, che le cose fanno schifo e che la Banca Centrale non ha fiducia nell’economia.
Nessuno dovrebbe essere sorpreso che la BCE si sia mostrata accomodante quando ha ricevuto i dati sull’economia tedesca, che sono in netta riduzione.
Perché, senza la Germania, non può esserci né crescita delle esportazioni né sostegno alla stabilità dell’euro, indipendentemente dalla Brexit.
E poiché i Remainiac continuano a “giocare” per affossare la Brexit, i loro argomenti sembrano piuttosto deboli perché è chiaro che è l’Europa ad aver bisogno del Regno Unito — e non viceversa.
Ma, ehi, non lasciate che i fatti ostacolino le concezioni religiose di alcune persone!
In effetti, ogni volta che fanno un “titolo di testa” stigmatizzando le incertezze sulla Brexit, sottolineano ulteriormente che sono loro a crearle trascinando il processo per le lunghe.
I dati di oggi provenienti dall’Europa hanno colpito duramente i mercati.
I prezzi del petrolio hanno ripreso a diminuire sulla scia di questa notizia e sul fatto che il Presidente iraniano Rouhani incontrerà sia il Presidente Trump che il Primo Ministro britannico Boris Johnson a margine dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite questa settimana.
Nonostante il Ministro degli Esteri iraniano Javad Zavir abbia escluso un incontro con Trump, egli ha comunque apparecchiato il tavolo a Johnson rilasciando la petroliera britannica “Stena Impero”.
Anche se sospetto fortemente che non succederà niente fintanto che Johnson sarà impelagato nella Brexit.
L’euro ha quotato 1,10 sul dollaro e l’oro ha ripreso ad aumentare su tutte le valute, compreso il dollaro USA.
E con i mercati di finanziamento del dollaro in grave tumulto, Martin Armstrong ci ha ricordato che sia la Fed che la BCE sono intrappolate. La Fed manterrà comunque aperta la finestra d’emergenza sui “pronti contro termine” fino al 10 ottobre.
“””La crescente pressione nei paesi soprattutto europei per eliminare il contante e confiscare denaro ai loro cittadini (per cercare di combattere il crollo delle loro economie), causa un grande panico che spinge il dollaro in alto.
E questo nonostante i giornali stranieri avessero scaricato il debito degli Stati Uniti, all’inizio del 2019, sostenendo che il dollaro si sarebbe schiantato. In realtà, la vendita sui titoli del debito degli Stati Uniti fu uno sforzo per fermare la crescita del dollaro”””.
Martin ha sempre avuto ragione quando sostiene che è la caduta della fiducia sull’Europa e sull’Euro a guidare l’attuale crescita dei prezzi degli assets statunitensi.
La settimana scorsa ho ipotizzato che ci fosse una connessione fra la “finestra d’emergenza” e i prossimi 200 + miliardi/usd delle aste del Tesoro statunitense di questa settimana.
Le banche dei principali dealers, in effetti, devono avere sufficiente liquidità per assicurarsi di poter ritirare la propria parte dell’emissione.
La crisi sul finanziamento del dollaro è reale ed accelera l’implosione dell’economia tedesca.
E non si tratta più della sola Germania. I dati sulle PMI francesi sono terribili e quello complessivo dell’Eurozona sta contraendosi.
Ciò di cui tutti devono ora preoccuparsi è l’inversione sull’enorme debito sovrano europeo. I rendimenti obbligazionari hanno sfidato la gravità per tutto l’anno e non possono essere sostenuti contro un euro in calo.
La curva dei rendimenti tedesca comincerà a salire a breve termine, mentre la domanda dei Titoli del Tesoro USA sarà ancora in aumento.
C’è da meravigliarsi se il Consiglio Europeo sta finalmente cominciando a cambiare i toni su un potenziale accordo con Boris Johnson sulla Brexit?
La Germania è nei guai e con essa l’intero progetto europeo. Bene!!!
Fonte: http://www.mittdolcino.com
Link: https://www.mittdolcino.com/2019/09/26/il-crollo-della-germania-e-reale-e-sta-accelerando-sempre-di-piu/
Fonte: https://comedonchisciotte.org/il-crollo-della-germania-e-reale-e-sta-accelerando-sempre-di-piu/
28/09/2019, 13:36
Morley ha scritto:Ovvio, l'ebrea Merkel ha USAto l'Euro per gonfiare le casse germaniche, pardon, le casse di Sion, ed ora che la divisa fake non serve più, vada in malora l'Europa dei goym.
28/09/2019, 13:50
22/10/2019, 12:14
22/10/2019, 14:04
TheApologist ha scritto:Rebbekah Dorothea Kasner, in arte ”Angela Merkel”
https://www.maurizioblondet.it/16892-2/
28/10/2019, 20:36
02/11/2019, 21:27
Conti correnti a rischio: la locomotiva tedesca rischia di travolgerci
Il vero rischio per i conti correnti, anche quelli di casa nostra, si chiama Germania. Il 30 ottobre i risultati registrati da Deutsche Bank hanno messo in allarme il mercato di casa Merkel e non solo quello. La più importante banca tedesca ha registrato una perdita di oltre 800 milioni di euro, una perdita che si somma a quelle ancor più importanti registrate a luglio e che avevano superato i 3 miliardi di euro. Dall’Istituto fanno sapere che era tutto previsto, che tutto è dovuto alla profonda ristrutturazione avviata dalla banca. Ma intanto i numeri fanno preoccupare gli analisti che, più che alla calma, invitano gli investitori ad alleggerire le posizioni.
E’ legge di mercato: quando le cose vanno male, viene meno la fiducia e gli investitori si allontanano. Sarà importante che DB, nel prossimo trimestre dia chiari segnali di ripresa.
Ma l’eventuale ripresa rischia di passare anche per l’aumento dei costi dei conti correnti dell’istituto tedesco, che dovendo cercare di far quadrare i bilanci, potrebbe essere costretto a fare scelte forti circa il trasferimento del tasso negativo di -0,50%, imposto sui depositi dalla BCE, direttamente ai correntisti.
Indiscrezioni confermerebbero la volontà di cambiare lo status quo imposto da Mario Draghi, anche se ufficialmente non sono state prese posizioni precise.
Martedì scorso, attraverso un suo portavoce, Deutsche Bank, ha fatto sapere di osservare molto attentamente il mercato confermando di essere in stretto dialogo con i clienti che hanno i depositi più elevati, soprattutto quelli di istituzionali o di società internazionali, con i quali ci sarebbe il desiderio di concordare alternative di investimento o modelli di compensazione adeguati.
Cosa vorrebbe dire in parole povere? Vedremo nelle prossime settimane.
Il vero tema, però, quello che ci riguarda tutti da molto vicino, è quello delle commissioni applicate alle operazioni bancarie.
Secondo un recentissimo studio, 400 istituti in Germania quest’anno le hanno già aumentate in modo significativo, mentre la più grande Volksbank tedesca, la Berliner Volksbank, ha già introdotto tassi di interesse negativi per i nuovi clienti con depositi al di sopra dei 100mila euro. Ma le piattaforme internet, Verivox e Biallo che confrontano i costi dei servizi offerti in più settori commerciali, annunciano nuove prese di posizione da parte degli istituti di credito tedeschi.
Anche Commerzbank vorrebbe evitare di dover applicare i tassi negativi, così come più volte dichiarato, tuttavia né Commerzbank, né DB hanno smentito di potersi ritrovare ad aumentare le commissioni bancarie proprio a causa dei tassi negativi. Horst Biallo, ha spiegato che le banche opereranno più sul fronte commissionale che su quello di un costo secco dello 0,50%. Questo perché i correntisti sono talmente pigri che non vanno a guardare gli estratti conto, mentre l’applicazione di uno 0,50% di costo sarebbe così forte da scuoterli dal torpore portandoli ad eventuali cambi di banca.
Il portale ha verificato come 400 di circa 1300 banche e casse di risparmio abbiano già aumentato i prezzi dei conti correnti privati. In media, per le banche e le casse di risparmio gli aumenti avrebbero sfiorato aumenti fIno al 30%
Molte banche hanno aumentato anche i prezzi per le carte di credito o introdotto nuove tariffe per i servizi che fino all’anno scorso erano ancora gratuiti, come depositi e prelievi in contanti.
Sempre più banche stanno trasferendo lo 0,50 dettato dalla BCE ai clienti con i maggiori depositi. Si tratta soprattutto di imprenditori ed imprese di media dimensione. Molte di queste stanno cercando di evitare di pagare le nuove tassazioni cercando forme d’investimento alternativo o investendo direttamente sulla propria azienda.
Un sondaggio, però, rivela che il 26% delle persone colpite ha risposto, all’applicazione dei tassi di interesse negativi, con un cambio di banca a dimostrazione che si stanno aprendo più scenari e che la pigrizia, nei confronti di impatti così forti dal punto di vista dei costi, finisce per sparire in un lampo.
E da noi?
Unicredit ha aperto una breccia importante sul fronte bancario che non appare compatto sull’applicazione e sulle modalità d’applicazione dello 0,50% direttamente ai correntisti. Ma siamo convinti che la strada aperta da Mustier verrà imboccata anche da altri. Intanto però, la ricerca di Banca d’Italia sui costi dei conti correnti ci fa comprendere che, dal punto di vista commissionale, la strada dell’aumento è stata già ben introdotta anche da noi e non ha nulla da invidiare a quella delle banche tedesche in quanto a forza ed entità dell’aumento determinato.
Forse, la pigrizia, di cui parlava la piattaforma tedesca dovremmo scrollarcela di dosso, dovremmo cominciare a guardarci attorno a comprendere, una volta per tutte, che se tutto è cambiato è giusto cominciare a considerare altre strade da seguire per gestire il nostro denaro: guidare una vecchia “Seicento” oggi, del resto, non ci porterebbe da nessuna parte.
Ebbene, i nostri soldi tenuti in conto rischiano di fare come la “Seicento”, di fare un viaggio anacronistico fuori dalla realtà, un viaggio che allontana sempre di più dal benessere persone e famiglie.
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