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 Oggetto del messaggio: Re: Rinascita Sociale Globale
MessaggioInviato: 15/02/2016, 15:38 
MaxpoweR ha scritto:
Io non voglio veicolare nulla, anzi sono contrario a chiunque si senta in diritto di giudicare lo stile di vita altrui.

Le persone sono libere di comportarsi come meglio credono senza che ci debba essere per forza qualcuno che si senta in obbligo di spiegarle come DOVREBBE vivere.


Ma quale giudizio? Quale guru?! Boh... quello che è stata proposta è una analisi socio-economico-culturale che a mio avviso merita la nostra attenzione e un certo approfondimento che tu neghi a priori sulla base di una tua posizione pre-confezionata che, torno a dire, sembra essere l'atteggiamento degli scettici a priori su altri tipi di temi, il che mi stupisce e non poco se realizzato da te.

Domanda... se il TUO stile di vita o il TUO comportamento (comunque nella sostanza influenzato e condizionato dal "Sistema" in cui sei/siamo chiamati a muoverci) mettesse a repentaglio tutti gli altri, te stesso in primis, e tu non lo sapessi, non vorresti qualcuno che ti consigliasse come migliorare le cose?

MaxpoweR ha scritto:
Basti vedere gli esempi che hai postato tu stesso di persone che stufe del sistema invece di mettersi a scrivere libri dietro le loro cattedre ed indicare con l'indice quanto brutta e cattiva sia la tecnologia si alzano la mattina e cambiano la propria vita senza tante chiacchiere filosofiche e senza che abbiano dovuto dar retta al guru di turno che li ha instradati..
[/quote][/quote]

E con ciò? ... guarda che quegli esempi non nascono mica dal nulla... quelle persone hanno letto, si sono confrontate, hanno approfondito questi temi per potere maturare la loro decisione. Mica tutti si alzano una mattina e decidono di cambiare tutto come avviene nei film eh?!

Sono scelte ponderate, basate sulla modificazione della loro forma mentis. Agevolare il "Risveglio" del singolo non mi sembra assolutamente una pratica così nefasta, anzi, l'esatto contrario.

Ad ogni modo... qui ci sono delle alternative... tu di alternative non ne proponi praticamente mai. Ergo ti va bene così e amen.



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 Oggetto del messaggio: Re: Rinascita Sociale Globale
MessaggioInviato: 15/02/2016, 20:00 
Atlanticus81 ha scritto:
Domanda... se il TUO stile di vita o il TUO comportamento (comunque nella sostanza influenzato e condizionato dal "Sistema" in cui sei/siamo chiamati a muoverci) mettesse a repentaglio tutti gli altri, te stesso in primis, e tu non lo sapessi, non vorresti qualcuno che ti consigliasse come migliorare le cose?


No. Preferirei sbatterci il muso da solo.
O al limite, se proprio non si può evitate che un tizio qualunque si senta in DOVERE di correggere il mio atteggiamento ed influenzare il mio giudizio preferirei mi fosse fornito "IL BUON ESEMPIO", non scrivendo di mirabolanti soluzioni alternative veicolando però le quali attraverso quello stesso sistema che il filosofo/utopista/quaquaraqua/opinionista di turno ritiene sbagliato e foriero di sventure e pestilenze. Perché così facendo perde AUTOMATICAMENTE di ogni tipo di credibilità ai miei occhi.

Vuole veicolare il messaggio? Lasci la cattedra e se ne vada a vivere come ritiene si DEBBA, e comunichi la sua esperienza PERSONALMENTE con i suoi vicini i quali a loro volta potranno toccare con mano la bontà della sua idea ed a loro volta ne parleranno e così via. Ma mi rendo conto che aspettare 15/20 anni per DIVENTARE FAMOSO per guadagnare 2 spicci è abbastanza seccante, soprattutto senza sapere se ciò avverrà o meno; tanto meglio usare i mezzi del "SISTEMA" brutto e cattivo che va distrutto.

A me questo atteggiamento non sta bene, non mi piace chi sputa nel piatto in cui mangia :)

Atlanticus81 ha scritto:
Ergo ti va bene così e amen.


si mi va bene così, finché non c'è niente di meglio e di praticabile su larga scala.
Chi sa cosa è bene per se attuerà autonomamente uno stile di vita salubre per se e per gli altri.
Chi non lo sa si affiderà a qualcuno che gli suggerirà al'orecchio cosa è meglio per se, ed a seconda di chi è il suggeritore vivrà da schiavo conclamato o da schiavo finto libero.

Poi quando dopo lungo tempo la maggior parte delle persone si saranno rese conto sulla loro pelle della stupidità delle loro azioni e ne chiederanno conto a coloro i quali le hanno veicolate e li impiccheranno e dopo averli impiccati si impiccheranno loro stessi per essere stati tanto idioti da ascoltarli potremo cominciare a ragionare seriamente di ALTERNATIVE.



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 Oggetto del messaggio: Re: Rinascita Sociale Globale
MessaggioInviato: 15/02/2016, 22:59 
MaxpoweR ha scritto:
si mi va bene così, finché non c'è niente di meglio e di praticabile su larga scala.


La mia idea di "meglio e su larga scala" già la conosci... la tua?

[:305]



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 Oggetto del messaggio: Re: Rinascita Sociale Globale
MessaggioInviato: 16/02/2016, 00:00 
io non ne ho, e non credo ne esistano valide per 10 miliardi di persone, non ritenendo credibile la/le tua su larga scala mi tengo volentieri il sistema attuale :)



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 Oggetto del messaggio: Re: Rinascita Sociale Globale
MessaggioInviato: 16/02/2016, 13:54 
MaxpoweR ha scritto:
io non ne ho, e non credo ne esistano valide per 10 miliardi di persone, non ritenendo credibile la/le tua su larga scala mi tengo volentieri il sistema attuale :)


Sistema che sappiamo essere fondato sul dominio e sulla prevaricazione di una parte sull'altra, sia nel rapporto Uomo-Uomo sia nel rapporto Uomo-Natura.

O si fa qualcosa per cambiarlo o, a mio avviso, si è complici di questo schifo.

E per quanto riguarda il tuo

Cita:
Le persone sono libere di comportarsi come meglio credono senza che ci debba essere per forza qualcuno che si senta in obbligo di spiegarle come DOVREBBE vivere.


io penso invece che la SENSIBILIZZAZIONE sia FONDAMENTALE per consentire a se stessi in primis ed eventualmente agli altri un miglioramento del proprio stile di vita e di conseguenza un miglioramento delle condizioni socio-ambientali del mondo in cui noi e le generazioni future si troveranno a vivere.

Infatti ecco la testimonianza di chi, dopo anni di studi e letture, hanno provveduto a un cambio radicale...

Siamo una coppia di filosofi, Simona e Davide, poco più che trentenni. Anni di studi e di letture ci hanno resi insofferenti verso i ritmi frenetici e l’organizzazione consumistica della vita in città. Il nostro desiderio di una vita lenta e pensata mal si adattava a un lavoro fisso e dipendente, con le sue regole rigide, i suoi orari opprimenti e le sue mansioni alienanti. D’altronde, nessuno avrebbe mai dato lavoro a due laureati in filosofia… Così abbiamo deciso di andare a vivere definitivamente in campagna, abbracciando uno stile di vita semplice e autentico, lontano dai rumori di città.

http://www.casafilosofica.it/chi-siamo/


Riprendo dall'articolo:

"... l’uomo è completo solo se, oltre a pensare, progetta e agisce sul mondo. A generare pensieri e idee, infatti, non sono soltanto la lettura e lo studio ma anche l’osservazione della natura, le relazioni umane e l’azione..."

Penso che il contenuto di questo articolo rispecchi attraverso parole semplici il ruolo del Player B per come esso è definito tra le pagine delle mie ricerche e indagini.



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 Oggetto del messaggio: Re: Rinascita Sociale Globale
MessaggioInviato: 16/02/2016, 14:18 
MaxpoweR ha scritto:
Cita:
Le persone sono libere di comportarsi come meglio credono senza che ci debba essere per forza qualcuno che si senta in obbligo di spiegarle come DOVREBBE vivere.


scusa Max ma se così fosse allora i politici farebbero bene a rubare, gli assassini ad uccidere, i pedofili a molestare i bimbi, ecc... perchè liberi di comportarsi come meglio credono secondo la loro natura o comunque secondo le proprie inclinazioni...



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 Oggetto del messaggio: Re: Rinascita Sociale Globale
MessaggioInviato: 16/02/2016, 15:17 
Bene e male non esistono :) Esistono solo infiniti punti di vista diversi.

A me nessuno ha mai detto di non essere un pedofilo o uno stupratore e pure non lo sono diventato come mai?



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 Oggetto del messaggio: Re: Rinascita Sociale Globale
MessaggioInviato: 24/02/2016, 12:14 
Gli aspiranti nonviolenti cercando di mettere in pratica gli insegnamenti di Gandhi e di Capitini hanno appreso che la pace si costruisce anche nel piatto. Il cibo che compriamo, i nostri acquisti, ciò che mettiamo nel carrello della spesa non sono azioni ininfluenti. Francuccio Gesualdi, tra i “padri” del consumo critico, paragona l’acquisto al voto.

Io mi spingo oltre... in un mondo in cui sono i potentati economici e non le istituzioni politiche a comandare le nostre decisioni di acquisto diventano persino PIU' IMPORTANTI del nostro voto espresso nel segreto dell'urna.

Come possiamo nutrire l’utopia?
http://comune-info.net/2016/02/il-cibo-e-lutopia/



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 Oggetto del messaggio: Re: Rinascita Sociale Globale
MessaggioInviato: 01/03/2016, 15:54 
Un articolo di Elena Tioli che non finirò mai di ringraziare per la sua partecipazione al mio gruppo facebook "L'Orto di Atlanticus"

Spreco alimentare: quanto ci costa e come evitarlo

Quanto ci costa lo spreco alimentare? In questi giorni mi sono imbattuta nel report di Waste Watcher, l’Osservatorio permanente sugli sprechi alimentari delle famiglie italiane prodotto da Last Minute Market. I numeri che ho letto sono davvero imbarazzanti e ancora una volta facilmente modificabili se solo riuscissimo a cambiare un poco le nostre abitudini alimentari. Perché è di abitudini sbagliate che si tratta.

L’Osservatorio ha calcolato che la maggior parte di spreco alimentare viene fatto proprio a livello domestico: ben il 42%!!! (il restante 39% arriva dalla produzione, il 14% dalla ristorazione e il 5% dalla distribuzione). Con un costo economico non irrilevante: per 650 grammi di cibo buttato se ne vanno più di 6 euro settimanali a famiglia, oltre 300 euro all’anno. Che in totale in Italia equivalgono a 8,4 miliardi di euro all’anno buttati (e poi ci lamentiamo della crisi!).

Questi numeri terrificanti significano due cose: che – purtroppo – siamo degli incredibili spreconi e che – per fortuna – ancora una volta abbiamo il potere di cambiare le cose nelle nostre mani.

Facciamolo! Anche io, malgrado la mia spesa sostenibile, le mie buone intenzioni e il mio boicottaggio dei supermercati, ogni tanto mi ritrovo a buttare del cibo, scaduto, invecchiato o rimasto troppo a lungo nel frigo. Forse più per noncuranza che per altro. D’ora in poi però ho deciso di iniziare seriamente a farci caso e a provare a non sprecare più.

E non solo per una questione economica. Lo spreco alimentare è anche una questione etica e ecologica.

Secondo il report di Waste Watcher solo in Europa ogni anno si gettano 90 milioni di tonnellate di alimenti, 180 chili a testa per un equivalente di 720 calorie a persona. E poi ci dicono che il cibo non basta per tutti e che il problema è aumentare la produzione. Ottimizzarla invece, no?!

Anche perché aumentare la produzione alimentare, soprattutto se fatta come viene fatta oggi, significa semplicemente aumentare inquinamento e danni ambientali.

Danni ambientali che derivano anche dal cibo buttato: 250.000 miliardi di litri di acqua e un miliardo di ettari di suolo agricolo vengono utilizzati ogni anno per produrre cibo che non viene consumato. Produzione che libera nell’atmosfera oltre a 3 miliardi di anidride carbonica (più o meno quanto uno Stato come la Cina). Non brustoline insomma…

Che fare quindi?

La prima cosa da fare è, ovviamente, una spesa più oculata. Siamo così abituati ad avere scaffali e dispense sempre pieni – perché “non si sa mai” – che ci dimentichiamo persino di cosa c’è dentro. Cresciuti con l’idea che “è sempre meglio averne in più che in meno” finiamo per buttare tanto di quel “di più” che “è sempre meglio avere”. E allora forse no. Forse “meno è meglio”, almeno nella dispensa.

Quindi compriamo meno e finiamo quello che abbiamo in casa.

Se certi cibi si stanno avvicinando alla fine cuciniamoli e congeliamoli. Saranno ottimi alleati quando non avremo tempo di far niente. A questo proposito di recente ho scoperto con quanti alimenti si possono fare le polpette… E’ stata una rivelazione! Mi sono avanzate delle lenticchie? Dei ceci? Del cavolo? Del riso? Li infilo nel mixer, aggiungo patate o farina di ceci, spezie, pan grattato o qualsiasi ingrediente a secondo della ricetta o della fantasia e mischio, impano, inforno. Poi congelo.

Se altri cibi sono lì da talmente tanto che ormai ci ammiccano ogni volta che apriamo lo sportello… cuciniamo pure loro. C’è stato un giorno in cui abbiamo pagato per averli, un motivo ci sarà stato… troviamolo!

Infine… sperimentiamo. Io, per esempio, sto cercando di mettere in pratica gli ottimi consigli di Lisa Casali che con la sua Ecocucina aiuta davvero a ridurre a zero gli scarti alimentari. Ho avuto il piacere di intervistarla nei mesi scorsi e mi si è aperto un mondo. Ecco il link all’articolo.

Per chi volesse invece donare il cibo avanzato in rete ci sono svariate app con cui poterlo fare (non ho ancora provato ma appena lo farò vi racconterò l’esperienza) e alcuni siti ricchi di spunti per cambiare le nostre abitudini e non buttare più nella spazzatura cibo e risorse di tutti. Per esempio: nonsprecare.it e unabuonaoccasione.it

E, se infine, proprio dobbiamo buttare, ricordiamoci che dagli scarti organici possono nascere tantissime buone cose come dell’ottimo concime naturale fatto con una compostiera fai da te!

http://www.vivicomemangi.it/spreco-alim ... -evitarlo/


Ecco che, ancora una volta, tengo a sottolineare l'ineluttabilità di modificare le NOSTRE abitudini di consumo se DAVVERO vogliamo o pensiamo di voler ostacolare il cosiddetto NWO.

Altrimenti teniamoci la "piramide" e saluti ai suonatori... ma con la consapevolezza di essere 'complici' della cosa.



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 Oggetto del messaggio: Re: Rinascita Sociale Globale
MessaggioInviato: 03/03/2016, 10:40 
Le culture indigene: il ruolo della donna, la relazione con la natura

Due dei relatori del convegno internazionale "Culture indigene di pace", di cui Italia Che Cambia è media partner, ci anticipano i temi della rassegna, soffermandosi in particolare sul ruolo della donna e sul rapporto paritario e armonioso con la natura di questi popoli con radici lontane.

«Le società matriarcali sono culture di pace, sostenibili, egualitarie e orizzontali», un modo diverso di vivere, in armonia con la natura, con la Madre Terra e tutti gli esseri viventi. In vista del prossimo convegno internazionale Culture indigene di pace: i sentieri della Terra, organizzato dall’associazione Laima, che si terrà a Torino dal 18 al 20 marzo, ne abbiamo parlato con Daniela Degan, responsabile del laboratorio introduttivo al convegno “Un passo oltre” e della chiusura dell’evento, e con Alberto Castagnola, che terrà una relazione su “Donne e Uomini gilanici per una società radicata nella Terra. Avviare la transizione”. Entrambi collaborano da anni con l’associazione Laima.

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Parlando della relazione fra umanità e natura, quali sono gli aspetti principali su cui bisognerebbe intervenire oggi per riequilibrare tale rapporto?

Alberto Castagnola: «È necessario rivolgerci nuovamente alla Natura nella quale siamo inseriti e percepire nuovamente l’attrazione dei sistemi vitali che la compongono. Si tratta di interrompere, magari all’inizio solo per brevi momenti, i ritmi frenetici che ci travolgono e riscoprire i rumori, i suoni, i colori, le atmosfere di un bosco o di un corso d’acqua, di una spiaggia o di una collina, di un parco urbano o di una strada alberata. E cominciare a porci delle domande, molto elementari: cosa ci piace? Abbiamo voglia di toccare o di immergere una mano? C’è qualcosa che sta per fiorire? Cosa posso fare con le foglie cadute?

Se prendiamo l’abitudine di passare del tempo nel verde o di fare una passeggiata in montagna, possiamo cominciare a intravedere l’avvicendarsi delle stagioni e i mutamenti di colori e profumi. In alcuni posti non lontani dai luoghi delle nostre attività, si possono talvolta avvistare dei nidi o dei piccoli animali. Altre domande possono venire in mente: so riconoscere il nome di un albero o di un fiore? Qualche pianta è commestibile o ha effetti medicamentosi? Cosa si può portare a casa e cosa si deve lasciare intatto al suo posto? Ho dello spazio per far crescere una pianta in casa o sul posto di lavoro?

Se decidiamo di andare due o tre volte ogni mese a visitare territori particolarmente caratterizzati da preesistenze naturali attraenti (un parco o una riserva, una villa con un giardino storico, la zona di una produzione tipica, un’isola poco abitata), oppure di frequentare famiglie amiche che vivono fuori città, i nostri orizzonti naturali possono espandersi e magari abbiamo intenzione di leggere una poesia o un libro, che illustrano piante o descrivono animali selvatici. La nostra sensibilità, così stimolata, dovrebbe cogliere la complessità e la delicatezza dei processi biologici di riproduzione ed evoluzione, cercare le immagini delle danze di corteggiamento dei grandi vertebrati e la struttura multiforme degli organismi pluricellulari che abitano nei mari e nei terreni. Molti potrebbero finalmente cogliere le affinità che ci legano agli altri animali e il ruolo essenziale che svolgono colture come i cereali o le frutta nella nostra esistenza.

Ora siamo coscienti che ogni cibo di cui abbiamo bisogno ha origini in Madre Natura, anche se poi le trasformazioni industriali continuano a far aumentare i rischi derivanti da alimenti che possono contenere residui di pesticidi, da carni lavorate piene di conservanti, da frutta trattate con prodotti chimici. Intervenire sulla qualità dei cibi e sulla assoluta sicurezza che deve essere garantita comporta una serie di azioni protratte nel tempo, ma è un compito che ciascuno può cominciare a svolgere e al quale deve essere attribuita la massima priorità.

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Ma come sarà ben presto evidente, è l’intera gamma delle relazioni che può mutare radicalmente, sia tra gruppi di persone che nei confronti di tutto l’ambiente nel quale si vive e si lavora. Il riequilibrio dei meccanismi biologici e naturali non può avvenire senza una partecipazione attiva di tutte le popolazioni coinvolte. Possono cambiare anche le relazioni familiari, ad esempio con i figli che si assumono la responsabilità di garantire i comportamenti innovativi e corretti. Anche il tessuto economico può esserne profondamente mutato, con una parte crescente degli scambi che può diventare non più monetizzata (prevalere dei doni, del baratto e della cura reciproca e intergenerazionale) e con il diffondersi di logiche di scambio non più dominate dalla ricerca del profitto ma tendenti a favorire in ugual misura tutti i partecipanti alla produzione e al consumo.

Tutti i processi fin qui sommariamente descritti sono stati ispirati dalla visione di una presenza delle donne nei rapporti sia sociali che economici e con la Natura, ben diversa di quella attuale, ma che senza dubbio caratterizzava epoche storiche e preistoriche più lontane, quando la produzione industrializzata ancora non esercitava i suoi perniciosi effetti. Molte sono le prove e le evidenze che nella fase precedente a quella che si è convenuto di chiamare storica (diciamo fino al 3000 p.e.c), le donne svolgevano compiti essenziali per la sopravvivenza analoghi a quelli assunti dagli uomini. Molte invenzioni sono state con ogni probabilità opera delle donne, molto impegnate a garantire l’alimentazione, in particolare quella dei figli, e quindi in contatto continuo con l’ambiente naturale e le sue molteplici risorse che attendevano di essere individuate e sperimentate. Molti archeologi descrivono società pacifiche, che lavoravano già i metalli ma non forgiavano armi, che vivevano in villaggi con migliaia di abitanti».

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In che modo vi proponete di incidere sulla vita quotidiana delle donne e degli uomini in Italia?

Daniela Degan: «Penso che il mio compito sia narrare ciò che è stato tenuto nascosto, una società egualitaria e solidale che è esistita ma che la storia non ci ha raccontato. Siamo state abituate a far iniziare lo studio della storia a partire dagli assiri e da lì in poi le figure fondamentali sono gli eroi, i guerrieri e poi i re. Invece delle archeologhe, in primis Marija Gimbutas, hanno avuto l’intuizione di andare a studiare le società del neolitico nelle quali i reperti archeologici ci dicono che è esistita una società matrilineare e matrifocale nella quale il ruolo delle donne non era ancora quello imposto dal sistema patriarcale. Si tratta di società fondate sul principio della solidarietà, della nonviolenza, in cui non esistevano la gerarchia, l’autorità, il principio dell’accumulazione e si rispettavano le risorse.

Il mio immaginario mi porta a credere che, se questo è stato, se l’umanità è stata in grado di vivere senza l’aggressività, è ancora possibile trovare una giusta distanza dalla guerra e dalle violenze degli uomini su altri uomini e su tutte le donne. Sapere che questo, nel passato dell’umanità, è stata la realtà di vita quotidiana mi porta ancora più fortemente a credere che ci sia bisogno della consapevolezza degli individui di farsi carico di questa necessaria e straordinaria trasformazione. La crisi diventa quindi solo una interruzione della ossessione del consumare illimitato e di conseguenza una occasione preziosa (di portata storica, direi, vista la necessità urgente di salvare il pianeta dall’uso smisurato delle risorse naturali) per reintrodurre una visione al femminile nei tanti modelli di vita sensata. Posso mostrare quest’altra ipotesi attraverso i laboratori, gli incontri in radio, gli scritti, il pensiero e l’azione, consapevole tuttavia che non necessariamente potrò incidere quantitativamente».

http://www.italiachecambia.org/2016/03/ ... na-natura/



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 Oggetto del messaggio: Re: Rinascita Sociale Globale
MessaggioInviato: 08/03/2016, 14:00 
Voglio tornare su quanto sia importante pensare al modo in cui consumiamo e quali sono le conseguenze di uno stile di vita privo di logica critica. La speranza è quella di dare a tutti un'arma per cambiare le cose. -

Per la maggior parte delle persone il consumo critico si risolve nell'eseguire scelte d'acquisto che riducano soprattutto l'impatto ambientale, come per esempio l'acquisto a chilometri zero o la riduzione dell'imballaggi per diminuire i rifiuti della produzione industriale.

Si tratta di un approccio assolutamente nobile e di vitale importanza per migliorare il mondo, ma è riduttivo: sono profondamente convinto che questo stile di consumo possa essere utilizzato in modo molto più efficace, tanto da diventare una vera e propria arma che può salvarci dagli scenari prima descritti.

Se, per consumo critico, intendiamo la volontà di comprendere il ruolo che il cibo, gli oggetti e i servizi giocano nella nostra vita, allora incominceremo a guardare tutto in modo differente e a porci quelle domande che possono mettere in dubbio lo scontato e addirittura cambiarlo.

Se non frequento più le multinazionali del giocattolo, i fast food, le sale slot o i distributori di sigarette, se scelgo di spostarmi a piedi o in bicicletta, se compro in base a ciò che mi serve o a ciò che quell'oggetto dovrebbe realmente servire, ignorando quello che mi dice la televisione o le pubblicità alla fermata della metro, allora condannerò questi sistemi a sparire. Se poi avrò cura di spiegare il consumo critico ai miei figli, eviterò che chi verrà dopo di me cada nella stessa trappola, rendendo il mondo un posto migliore.

http://www.smetteredilavorare.it/2015/0 ... opoli.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Rinascita Sociale Globale
MessaggioInviato: 12/03/2016, 18:02 
"Ecocidio" di Jeremy Rifkin.

Dall'antico Egitto ai giorni della "mucca pazza", una spietata ricostruzione storica, antropologica, economica e politica dei costi e dei pericoli della cultura della bistecca Con un appello rivolto a un mondo popolato da un miliardo di bovini, un'immensa mandria che occupa il 24 per cento della superficie della terra e che consuma una quantità di cereali sufficiente a sfamare centinaia di milioni di persone: la specie umana, se vuole salvare se stessa e il pianeta che la ospita, è destinata ad andare "oltre la carne"

Presentando sconcertanti dati di fatto e ricorrendo agli apporti di diverse discipline, dall'antropologia all'ecologia, Rifkin in questo libro formula una precisa accusa verso la "cultura della carne" imperante in Occidente, che sarebbe responsabile da un lato di numerose malattie, dall'altro di enormi squilibri ecologici e della sottrazione di grandi quantità di cereali all'alimentazione umana, incrementando così la povertà e la fame nei paesi del Terzo Mondo.

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http://www.ibs.it/code/9788804505716/ri ... aduta.html



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Ecospiritualità: “Rispetto della natura e degli esseri senzienti”

Molte religioni insegnano ad essere buoni, amare il prossimo, aiutare i poveri ecc. Sono buoni consigli, ma limitati. Perché? Perché se pensiamo solo al bene degli esseri umani, siamo sempre egoisti, egoisti nel senso collettivo; si può dire specisti. Specismo, ossia la convinzione che la natura e gli animali esistono per l’uso di una sola specie, chiamata homo sapiens.

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In realtà noi siamo solo una specie tra milioni di altre. L’umanità ha creato lungo la sua storia molte credenze per sostenere la propria superiorità e per giustificare lo sfruttamento del mondo animale, p.es introducendo la credenza che solo gli umani hanno un’anima eterna. E’ un po’ contraddittorio poiché originalmente la parola “animale” significa proprio “un essere che ha anima”.

Se osserviamo il mondo senza pregiudizi e senza orgoglio, vediamo l’interdipendenza di tutte le cose che sono nel mondo: la nostra vita dipende dal sole, dall’acqua, dall’ossigeno, dalle piante, dagli animali; le piante creano ossigeno… Le cellule, esseri viventi, minerali, pianeti e stelle sono in continuo mutamento. Anche un pianeta è da vedersi come una cellula tra i miliardi di altre cellule che formano l’universo. Tutto questo si combina, si intreccia, e si trasforma in altre cose. Ne deriva che ogni cosa è correlata alle altre come in un puzzle. Dal punto di vista scientifico siamo realmente e concretamente polvere di stelle, poiché tutti gli elementi fisici del nostro corpo sono nati dentro le stelle. Capire l’interdipendenza di tutti gli esseri e di tutte le cose ci rende sensibili ed umili.

Un altro modo di intuire l’interessere è quello mistico, spirituale. I mistici di diverse religioni - buddhisti, taoisti, sufisti ecc - hanno sperimentato l’unione con tutta l’esistenza quando sparisce l’ego, quando c’è la pura consapevolezza come lo spazio limpido senza un centro. Penso che ci sia una chiara differenza tra religione e spiritualità. Le religioni di solito si fondano sui dogmi, sulle gerarchie e sul conformismo. Nella spiritualità invece c’è sempre una ricerca interiore, qualcosa che va al di là del nostro piccolo ego, al di là del dualismo.

Purtroppo ci sono potenze commerciali e politiche che vogliono che la gente rimanga ignorante e stia male. Così le persone compensano l’insoddisfazione attraverso il consumismo e con divertimenti di basso livello. Il bombardamento pubblicitario fa aumentare desideri non necessari. I cittadini diventano consumatori che perdono il contatto con la natura. Ci hanno fatto credere che il progresso significhi una crescita economica senza limiti, quando invece questo genere di crescita è prerogativa delle cellule tumorali che alla fine portano alla morte l’organismo che le ospita.

Un cambiamento radicale è possibile solo se una gran parte dei cittadini comincia a pensare con il proprio cervello, capire cause ed effetti e cambiare abitudini. Se il modo di pensare cambia dall’antropocentrismo al biouniversale, cambieranno anche i nostri principi etici. Si dovrebbe insegnare ai bambini e ai giovani a riflettere, dubitare, cercare informazioni, trovare soluzioni.

Purtroppo le scuole non danno molti strumenti per comprendere quali sono i valori veramente civili. Uno dei problemi in Italia è che nelle scuole si insegna solo una religione. Al posto di una religione confessionale nelle scuole dovrebbe essere introdotto a completamento un insegnamento di storia generale delle religioni e delle filosofie. Quello aiuterebbe a riflettere liberamente e criticamente.

La parola “amore” è molto ambigua, vaga e sentimentale. Sarebbe più chiaro parlare di rispetto. Rispettare gli altri esseri umani, tutti allo stesso modo: uomini e donne, tutte le razze, atei e credenti. Rispettare tutti egualmente significa logicamente diritti civili uguali e laicità dello Stato. Il rispetto significa anche rispettare la natura, la vita degli altri esseri senzienti, la bellezza dell’architettura… per es. costruendo in armonia con il paesaggio e con lo stile delle costruzioni preesistenti.

Per il cambiamento dobbiamo cominciare dalle piccole cose concrete nella nostra vita quotidiana: rinunciare al consumismo, scegliere prodotti ecosolidali, riciclare, risparmiare energia e diventare vegetariani.

Mangiare carne è una delle cause principali dell’inquinamento nel mondo. L’industria globale dell’allevamento è responsabile per quasi il venti per cento delle emissioni di gas serra del pianeta, cioè più di tutte le auto, i treni, le navi e gli aerei messi insieme. Gli esperti hanno calcolato che la dieta basata sul consumo della carne permette di nutrire bene solo circa 2 miliardi e mezzo di persone. Un buon libro che spiega queste cose scientificamente è il libro dell’economista-ecologista Jeremy Rifkin intitolato “Beyond beef” (pubblicato in italiano come “Ecocidio”).

200 anni fa il poeta Shelley diceva che la vera rivoluzione sarà il cambiamento della dieta. Questo influenzerà l’economia, l’ambiente e porterà alla pace, poiché i vegetariani di solito non fanno guerre. Shelley scrisse: ”Se l'uso del cibo animale sovverte la quiete del consorzio umano, quanto è indesiderabile l'ingiustizia e la barbarie esercitata verso queste povere vittime! Esse sono chiamate a vivere dall'artificio umano solo allo scopo di vivere una breve e infelice esistenza di malattia e schiavitù, perché il loro corpo sia mutilato e i loro affetti violati. Molto meglio che un essere capace di sentimenti non sia mai esistito, piuttosto che sia vissuto soltanto per sopportare una dolorosa esistenza senza sollievo alcuno.”

Un altro genio, Leonardo da Vinci disse che verrà il tempo in cui le altre forme della vita saranno rispettate e gli umani diventeranno vegetariani. Anch’io auspico che in futuro lo sfruttamento del mondo animale sarà considerato primitivo e incivile esattamente come oggigiorno la maggioranza delle persone rifiuta razzismo, schiavismo, inquisizione che sembrerebbero ormai appartenere ai tempi passati.

Per vivere in un modo ecosolidale ci vuole sia consapevolezza che conoscenza. Sicuramente il cambiamento sarà lungo e faticoso, perché sia la maggior parte delle religioni che delle ideologie politiche ci hanno condizionato con concetti antropocentrici. Insegnano a chiudere gli occhi di fronte alla realtà e ad allinearsi come pecore. Lo stare nel branco e il vivere come tutti gli altri crea un’illusione di sicurezza e tiene la mente continuamente occupata e dipendente da mille desideri indotti e non necessari. I gruppi ecospirituali possono cercare di sensibilizzare i cittadini e fare essi stessi cose concrete p.es. a livello locale partecipando alla pulizia della natura, denunciando discariche abusive e caccia illegale ecc.

Con il consenso dei cittadini e della pubblica amministrazione Lerici potrebbe cogliere una grande occasione trasformandosi in una città ecoculturale, in cui lo sviluppo della sensibilità per questi temi potesse dare il via ad un’organizzazione più partecipata della cosa pubblica, seguendo l’esempio del comune di Capannori, rendendo così gli abitanti attivi nelle decisioni politiche - nonché avviarsi verso una gestione ecologista, curando maggiormente boschi e spiagge, affinché il turismo possa diventare “verde”, astenendosi da ogni progetto di sviluppo edilizio non consono all’armonizzazione con le bellezze del golfo. Varese Ligure è un esempio in questo senso: un comune famoso in tutta Europa, ma Lerici non è da meno, potenzialmente, se solo venisse incentivato maggiormente il suo lato culturale e creativo. Lerici potrebbe diventare una famosa città ecoculturale della poesia creando per es. un Festival nazionale della poesia e della musica.

Comunque, prima di tutto ci si dovrebbe guardare dentro e conoscere se stessi. Stare ogni tanto in silenzio, se possibile nella natura, senza cellulari o altre cose rumorose. Conoscere se stessi in profondità significa dimenticare se stessi. Dimenticare se stessi è vivere in comunione con l’esistenza, cioè vivere in modo semplice e naturale.

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 Oggetto del messaggio: Re: Rinascita Sociale Globale
MessaggioInviato: 12/03/2016, 21:48 
Cita:
Per il cambiamento dobbiamo cominciare dalle piccole cose concrete nella nostra vita quotidiana: rinunciare al consumismo, scegliere prodotti ecosolidali, riciclare, risparmiare energia e diventare vegetariani.


Stavo quasi per dire di essere d'accordo poi ho letto la parte in neretto e mi sono cascate le palle.



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 Oggetto del messaggio: Re: Rinascita Sociale Globale
MessaggioInviato: 13/03/2016, 12:59 
MaxpoweR ha scritto:
Cita:
Per il cambiamento dobbiamo cominciare dalle piccole cose concrete nella nostra vita quotidiana: rinunciare al consumismo, scegliere prodotti ecosolidali, riciclare, risparmiare energia e diventare vegetariani.


Stavo quasi per dire di essere d'accordo poi ho letto la parte in neretto e mi sono cascate le palle.


Questo accade perché tocca il tuo ego...



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