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 Oggetto del messaggio: Allarme vulcanologi
MessaggioInviato: 28/04/2009, 11:32 
Migliaia di vite in pericolo. E' necessario ricovertire le aree"

Vesuvio sempre ad alto rischio. I geologi avvertono: ampliare la zona rossa e ridurre il livello demografico

L'appello-allarme dal pool dei maggiori esperti nazionali e internazionali di vulcani: "Non abbassare la guardia. L'ultima eruzione c'è stata nel 1944 e la storia del vulcano parla di ciclicità trentennale"


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ultimo aggiornamento: 28 aprile, ore 08:25
Roma, 28 apr. - (Adnkronos) - "Non abbassare la guardia" perché il "rischio di una violenta eruzione del Vesuvio è sempre alto" e sono decine di migliaia "le vite minacciate dall'eruzione. La zona rossa del Vesuvio va ampliata e bisogna abbassare l'intensità demografica se si vogliono salvare vite umane quando il vulcano partenopeo esploderà". L'appello-allarme per l'area del Vesuvio arriva dal pool dei maggiori esperti nazionali e internazionali di vulcani che sono riuniti ieri a Napoli e Catania per un summit congiunto, in videoconferenza, per valutare la prevenzione e la sicurezza nelle aree del Vesuvio e dell'Etna.





Dal 'brainstorming' "Montagne di Fuoco-Rischi e Risorse in aree vulcaniche Vesuvio ed Etna", organizzato dagli Ordini dei Geologi della Campania e della Sicilia e che si concluderà oggi, arriva così una nuova sollecitazione alla politica perché intervenga "con decisione" sulle popolazioni vesuviane perché "non sottovalutino il pericolo e lascino le aree più direttamente coinvolte". "La gente non ha capito a fondo il pericolo che corre, quando il Vesuvio esploderà sarà uno scenario drammatico nonostante la grande attenzione della Protezione Civile ed i piani di evacuazione" sottolinea all'ADNKRONOS il presidente dell'Ordine dei Geologi della Campania, Francesco Russo, parlando a margine della conferenza in svolgimento nella sala Ciliberto dell'Università Federico II, Monte S. Angelo.

"Il rischio Vesuvio è serio, l'ultima eruzione c'è stata nel 1944 e la storia del vulcano parla di ciclicità trentennale. Non si può abitare in quell'area, il problema è grave, il problema esiste" sottolinea ancora Russo che non ha esistato a portare 60 giornalisti dalle maggiori testate internazionali, da Cnn ad Al Jazeera alla stampa europea, a verificare con i propri occhi la gravità degli "intensivi insediamenti umani intorno al vulcano partenopeo". "Un vulcano -ribadisce- che si sveglierà e allora sarà grave".

"Se si allarga la zona rossa -continua Russo- anche l'Ospedale del Mare di Ponticelli vi rientrerà. E, per quanto è stato costruito con i migliori criteri antisismici, contro il rischio Vesuvio non può difendersi". "Non bisogna tenere gli occhi chiusi". "Il bonus da 30mila euro per incentivare l'evacuazione della zona rossa -continua il capo dei geologi campani- non ha ottenuto grande riscontro sulla popolazione. In base ai dati raccolti, ci risulta che solo circa 100 persone ne hanno usufruito, mentre a rischio sono circa 7mila persone". Che fare?

"Noi non vogliamo far morire queste aree, ma -continua ancora Russo- la gente non può viverci in sicurezza. Bisogna togliere quanto più insediamenti stabili è possibile. Si tratta di aree che possono essere riconvertite in aree a destinazione prettamente turistica, basti pensare che il flusso turistico in Campania è pari a circa 5-7 milioni di persone ogni anno e Napoli e l'area intorno al Vesuvio fa registrare le maggiori presenze. Ma non solo". "Queste zone possono diventare aree coltivate, vigneti di pregio ed aree per approvvigionamento di materiali da costruzione" afferma ancora Russo facendosi portavoce di quanto affermato da tutti gli esperti vulcanologi presenti al convegno di Napoli.

"Quando il Vesuvio esploderà, il flusso di gente in fuga sarà imponente, molti cercheranno di portar via quanta più roba personale è possibile, sarà drammatico. E' vero, è difficile lasciare la propria terra, ma qui si tratta della sopravvivenza di migliaia di persone, la politica deve sapere e volere intervenire" conclude Russo che sottolinea: "I terremoti non si prevedono ma tra i segnali precursori dell'eruzione sono previsti sismi anche di magnitudo 5 e rigonfiamenti del terreno, saranno immediatamente coinvolti molti centri storici vesuviani. Che succederà quando inizieranno a crollare gli edifici più vecchi?".



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