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MessaggioInviato: 26/10/2012, 19:30 
La verità è che il denaro non vale niente

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Come hanno reagito le leadership occidentali alla crisi iniziata col tracollo dei ‘sub-prime’ americani del 2008, poi estesasi rapidamente in mezzo mondo e che peraltro bolliva rumorosamente in pentola da molto tempo (collasso del Messico, 1996, delle ‘piccole tigri’, 1997, default dell’Argentina, 1999) ?

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Immettendo nel sistema altro denaro attraverso una serie di triangolazioni fra Fed, Fmi, banche, Bot, che altro non sono che una partita di giro.

Tradizionalmente le funzioni del denaro sono quattro:
1) Misura del valore;
2) Intermediario nello scambio;
3) Mezzo di pagamento;
4) Deposito di ricchezza.

Niente da dire sulle prime tre. Ma togliamoci dalla testa che il denaro sia ricchezza o che la rappresenti. Da questo punto di vista il denaro non è nulla, un puro nulla. Se ne accorsero gli spagnoli agli albori del XVII secolo quando, dopo aver rapinato agli indios d’America tutto quanto potevano d’oro e d’argento (la moneta dei tempi in Europa), si trovarono più poveri di prima.

Nel suo Memorial del 1600 Gonzales de Collerigo scrive con icastica lucidità: “Se la Spagna è povera è perché è ricca”. E Pedro de Valencia nel 1608: “Il male è venuto dall’abbondanza di oro, argento e moneta, che è stato sempre il veleno distruttore delle città e delle Repubbliche. Si pensa che il denaro è quello che assicura la sussistenza e non è così. Le terre lavorate di generazione in generazione, le greggi, la pesca, ecco quel che garantisce la sussistenza. Ciascuno dovrebbe coltivare la sua porzione di terra e quelli che vivono oggi della rendita e del denaro sono gente inutile e oziosa che mangia quello che gli altri seminano”.

Si dirà che sono balbettii di economisti alle prime armi, ancora culturalmente ed emotivamente legati al mondo medievale in cui il denaro, oltre ad avere scarsa circolazione, fu sempre tenuto in gran sospetto. Ma Sismondi, che è attivo due secoli dopo, quando l’economia classica, con Smith, con Ricardo, con Malthus, con Say, ha già fatto irruzione nella Storia e si è imposta come scienza, scrive: “Aumentando il numerario di un paese senza aumentarne il capitale, senza aumentarne il reddito, senza aumentarne il consumo, non lo si arricchisce, non se ne stimola il lavoro”. E per capitale Sismondi intende terra, bestiame, strumenti, lavoro, abitazioni, cioè beni materiali.

Nel 1929 gli americani che avevano investito nella Borsa di New York si credevano ricchissimi, ma bastò che qualcuno non credesse più nel valore di quelle azioni (che, in quanto credito, sono denaro a tutti gli effetti), trascinando a valanga gli altri, perché quella ricchezza si rivelasse per ciò che era: carta straccia.

Il valore di una mucca invece, per quanto possa variare, non può essere ridotto a zero, ci ricaverò sempre del latte o, alla mala parata, ne farò bistecche.

Dell’inconsistenza del denaro si era già reso conto Aristotele che nella Politica scrive: “La moneta... è una semplice convenzione legale senza alcun fondamento in natura, perché cambiato l’accordo fra quelli che se ne servono, non ha più valore alcuno e non è più utile per nessuna delle necessità della vita e un uomo ricco di denaro può mancare del cibo necessario. Strana davvero sarebbe una ricchezza che pur se posseduta in abbondanza lascia morire di fame, come il mito tramanda di quel famoso Mida”.

http://www.comedonchisciotte.org/site// ... &sid=10982



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MessaggioInviato: 28/10/2012, 15:58 
La spirale del debito pubblico

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http://www.beppegrillo.it/2012/10/la_sp ... l#commenti

Il debito pubblico italiano sfiora i 2.000 miliardi.Marcia al ritmo di 100 miliardi in più all'anno. Il 94% del debito è dello Stato, il 6% degli Enti locali. La leggenda che il debito sia dovuto all'aver vissuto sopra le nostre possibilità è falsa. Il debito pubblico non è cresciuto in questi anni per le troppe spese. Nel solo 2011 lo Stato ha avuto un avanzo primario di 16 miliardi, ma gli interessi, pari a 72 miliardi (nel 2012 saranno almeno 90 miliardi), hanno causato un deficit di 62 miliardi. E' una macchina infernale. Dal 1980 al 2011 le spese sono state inferiori al gettito fiscale per 484 miliardi (siamo stati quindi più che virtuosi), ma gli interessi sul debito di 2.141 miliardi, che abbiamo dovuto pagare nello stesso periodo, ci hanno impoverito. Negli ultimi vent'anni il PIL è cresciuto lentamente, mentre il debito è esploso. Il rapporto debito pubblico/PIL è aumentato dal 98,5% del 1991 al 120% del 2011.

Chi sono i possessori del nostro debito? A chi paghiamo gli interessi che distruggono il bilancio dello Stato? Soltanto il 15% sono famiglie, il 40% sono soggetti esteri (di cui più del 50% in Francia e in Germania), il 19% fondi e assicurazioni, il 20% banche italiane e il 6% la Banca d'Italia (*). Il debito pubblico è trasformato regolarmente in oggetto di speculazione dai mercati. Quando gli Stati vendono nuovi titoli per restituire quelli in scadenza, i mercati usano la speculazione al ribasso per imporre tassi di interesse più alti. La tecnica dell'usuraio. Il debito diventa quindi una opportunità per massimizzare i guadagni dei mercati a spese delle comunità nazionali. Come conseguenza si aggravano le disparità sociali. L'11% delle famiglie italiane vive in povertà e il 7,6% è a rischio (**), dal 2008 al giugno del 2012 le famiglie italiane hanno subito un salasso di 330 miliardi di euro (***).

Se i poteri finanziari usano la speculazione per aumentare i loro guadagni e obbligano i governi al pagamento degli interessi al più alto tasso possibile, il risultato è la recessione degli Stati indebitati e la loro cessione di sovranità. La Grecia dopo tre anni di austerità è scesa da 180 miliardi a 150 di spesa per i consumi e la disoccupazione è salita da 200.000 a quasi un milione di persone (****). Nel lungo termine la recessione distrugge il Paese, ma il debito non diminuisce. Il mito della crescita che dovrebbe nel tempo ridurre il peso del debito si è dimostrata falsa. Nel 2012 In Italia ci sarà una diminuzione del PIL intorno al 3% e per il 2013 non è atteso nessun miglioramento. La globalizzazione sposta inesorabilmente la produzione nei Paesi dove il costo del lavoro è più basso. L'ambiente e un modello di crescita infinito non sono compatibili. Ogni europeo consuma in media 16 tonnellate di materiali all'anno che corrispondono a 51 se si aggiungono detriti e rifiuti dovuti alle catene produttive.

La spirale di debito crescente e gli interessi speculativi stanno disintegrando l'Italia insieme ad altri Stati europei. Ci sono alternative. Le stanno applicando alcuni Paesi del Sud America e l'Islanda. Il peso della crisi va distribuito tra creditori (in massima parte banche e istituti finanziari) e cittadini, va avviata una durissima lotta alla speculazione, valutato il congelamento degli interessi per alcuni anni, e analizzate le voci del debito per valutarne la legittimità di ognuna. Stiamo correndo contro un muro e ci dicono che non c'è alternativa. Il rischio è che si arrivi comunque al default con la svalutazione del debito e la Nazione impoverita e in ginocchio.


(*) dato marzo 2012
(**) Istat luglio 2012
(***) Il sole 24 ore luglio 2012
(****) elaborazione dati Ameco 2012

> L'articolo è tratto dal documento: "Debito pubblico - kit
per la partecipazione di base" del Centro Nuovo Modello di Sviluppo
http://www.cnms.it/



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MessaggioInviato: 20/11/2012, 12:30 
Non c'è differenza tra il comportamento di un usuraio e quello delle istituzioni finanziarie europee.

Se l'usuraio è giustamente ritenuto un criminale, perchè non criminalizzare in egual misura le operazioni messe in atto a danno dei cittadini degli Stati d'Europa?

Anzi... i massmedia ingannevolmente fanno passare il messaggio che tutto ciò serva a "salvarci" diventando complici del più grande crimine degli ultimi decenni, paragonabile a un crimine di guerra, se fosse in atto una guerra.

... e forse una guerra, seppur combattuta diversamente da quelle cui siamo abituati ad assistere è già in atto. Ma è una guerra subdola, poichè da parte loro non esiste un "nemico" loro pari, esistono solo prede ignare: siamo noi.

BANKSTERS, BCE E LA GRANDE ABBUFFATA

LTRO è l’acronimo di Long Term Refinancing Operation, che assegna prestiti triennali a buon mercato alle banche europee, e che in soldoni equivale al maxi-finanziamento lanciato dall’usuraia Banca Centrale Europea di Mario Draghi per placare la tensione sul mercato dei debiti sovrani e innalzare al contempo i livelli di liquidità presso gli istituti di credito europei, e per permettere alle banche che avevano acquistato titoli di Stato di paesi “spazzatura”, a ricomprare i titoli di Stato sul mercato in scadenza, senza perciò dover svalutare il proprio portafoglio titoli, che avrebbe avuto come conseguenza passività nel proprio bilancio e quindi il fallimento della banca.

Le grandi Tv, le grandi testate giornalistiche e in particolare quei programmi che stabiliscono l’agenda, le cose da dire e da fare, chi o cosa sostenere, hanno in trattato l’argomento lasciando intendere all’opinione pubblica che quei soldi servirebbero per ridare fiato ai mercati. Le agenzie di stampa forniscono le notizie minuto per minuto stabilendo quali notizie devono avere la precedenza, per quanto tempo vanno mantenute in primo piano, quali devono essere ignorate e quali invece mascherate: stiamo parlando di oltre 1000 miliardi di euro, ufficialmente per prestarli alle aziende e alle famiglie in difficoltà, serviti alle Banche in due tranche: il 21 dicembre (489,1 miliardi) e il 29 febbraio (529,5 miliardi), al tasso dal valore puramente rappresentativo, formale dell’1%. La banca Mps, per fare un piccolo esempio, ha preso complessivamente 29 miliardi di euro nei due LTRO offerti dalla Bce, di cui 14 nel primo e 15 nel secondo pronti termine a tre anni.

Eppure, nonostante tutto, questo fiume di denaro (dicono i media mainstream) non sembra essere confluito nella cosiddetta economia reale. Come fosse solo un problema di portare l’asino alla fonte e non magari un problema di un asino che non ne vuol più sapere di bere direttamente dalla fonte avvelenata. Se una banca utilizza il denaro erogato dal rubinetto della LTRO per comprare titoli di Stato sul mercato, l’importo è comunque riferito come un deposito presso la fonte, la Bce. Pertanto, l’aumento dei depositi presso la Bce non implica altro che il fantomatico LTRO non è riuscito a stimolare gli acquisti dei titoli di Stato.

Ecco quindi che distraendo l’attenzione dai propri errori si sposta sistematicamente la colpa su altri e l’inganno diventa lo strumento per creare l’illusione di un progresso. Non è certo una novità questa per l’intero sistema finanziario mondiale, un sistema tecnicamente fallito tenuto in piedi dall’immissione di liquidità che non è altro che una partita di giro contabile a parte l’eccezione speculativa. State certi che è solo un problema temporaneo poichè nessuno lascia liquidità il cui onere si aggira intorno all’1% per riceverne giusto il tempo per guardarsi intorno la metà.

Perché il capitalismo è costruito sui debiti, quelli che fino a poco tempo fa erano sinonimo di garanzia per le banche e le multinazionali e che oggi hanno annientato qualsiasi guadagno per gli Stati. Mentre il popolo è diventato merce sulla quale speculare e dalla quale trarre profitti, sempre più affamato e sfruttato dall’usurocrazia. Intanto i piccoli imprenditori strangolati dal cappio dell’usura si suicidano nell’indifferenza di un governo antisociale sostenuto da cialtroni con la pancia piena e il loro culo ben piazzato su comode poltrone, e sottomesso vergognosamente alle cosche delle banche.

http://capoterrarac.over-blog.it/articl ... 79491.html



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MessaggioInviato: 03/12/2012, 17:08 
Gli uomini dietro le quinte

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1775: La guerra della Rivoluzione Americana ebbe inizio quando le colonie americane cercarono di staccarsi dall’Inghilterra e dalla sua oppressiva monarchia. Sebbene molte ragioni della Rivoluzione vengono citate, una in particolare risalta fra tutte come la principale…

Re Giorgio il Terzo d’Inghilterra mise fuori legge la “valuta indipendente e senza interessi”, che le colonie stavano producendo ed utilizzando al loro interno, indebitando immediatamente le colonie, che avrebbero preso denaro in prestito dalla Banca Centrale d’Inghilterra. E come Benjamin Franklin disse successivamente, “il rifiuto di Re Giorgio il Terzo di consentire che le colonie applicassero un sistema monetario onesto, che liberasse l’uomo comune dalla morsa dei manipolatori monetari, fu probabilmente la causa principale della rivoluzione“.

Nel 1783 l’America sancì la sua indipendenza dall’Inghilterra. Tuttavia la sua battaglia contro il concetto di Banca Centrale e contro la corruzione e l’avidità degli uomini associati ad essa, era appena iniziata.

Una Banca Centrale è una istituzione che produce la valuta di un’intera nazione. basandosi sui precedenti storici, due specifici poteri sono peculiari dell’attività della banca centrale: il controllo dei tassi di interesse e il controllo dell’offerta di moneta (o inflazione). Una banca centrale non solo fornisce monta all’economia di una nazione, ma la dà in prestito applicando un interesse. Dopodiché, regolando la crescita o la contrazione dell’offerta di moneta, la banca centrale regola il valore dell amoneta che viene emessa.

E’ fondamentale capire come l’intera struttura di questo sistema può produrre un’unica cosa a lungo termine: DEBITO.

Non serve molto ingegno per capire questo imbroglio. Dato che ogni singolo dollaro che la Banca Centrale produce viene prestato applicando un interesse. Questo significa che ogni singolo dollaro prodotto consiste in verità in un dollaro, più una certa percentuale di debito, incorporata da quello stesso dollaro.

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E finché una Banca Centrale ha il monopolio nella produzione di moneta di un’intera nazione e presta ogni dollaro con una quota immediata di debito incorporata in quel dollaro, da dove dovrà provenire il denaro per pagare quel debito? Ancora una volta potrà venire soltanto dalla Banca Centrale.

Ciò significa che la BC deve far crescere continuamente l’offerta di moneta, per poter coprire temporaneamente il debito creato non ancora pagato. E come risultato, dato che il nuovo denaro viene anch’esso in prestito applicando un interesse, si ottiene ancor più debito!

Il risultato finale di questo sistema, senza dubbio, è la SCHIAVITU’. Perché è impossibile per il governo e anche per la gente, uscire mai da un debito che si autorigenera.

I padri fondatori di questa Nazione erano ben consapevoli di tutto questo…

“Io credo che le istituzioni bancarie siano più pericolose di eserciti spiegati. Se il popolo americano consentirà alle banche private di controllare l’emissione della moneta, le banche e le corporations che cresceranno attorno ad esse, priveranno la gente delle loro proprietà, fino a quando i loro figli si sveglieranno senza una casa, nel continente che i loro padri hanno conquistato.” – Thomas Jefferson, 1743/1826 -

“Se volete rimanere schiavi dei banchieri e pagare il costo della vostra stessa schiavitù, consentite loro di continuare a creare moneta e di controllare il credito di una nazione.” – Sir Josiah Stamp 1880/1941 -

Sin dai primi del ’900, gli Stati Uniti avevano già sperimentato e rimosso alcuni sitemi bancari centrali che furono oggetto di atti di frode da parte di avidi interessi bancari.

A quell’epoca le famiglie dominanti nel mondo bancario e degli affari erano i Rockefeller, i Morgan, i Warburg e i Rothschild. Questi, agli inizi del secolo, cercarono di fare pressione, ancora una volta, a favore di una legge che consentisse di creare nuovamente una banca centrale. Tuttavia sapevano che la gente e i governi erano stanchi di quel tipo di istituzioni ed era, quindi, necessario creare un “incidente” che colpisse l’opinione pubblica. Fu allora che J. P. Morgan, all’epoca considerato un luminare della finanza, si servì della sua enorme influenza e fece diffondere voci incontrollate su una delle più importanti banche di New York, cioè che fosse in fallimento. Morgan sapeva che questo avrebbe portato ad un’isteria di massa, che avrebbe colpito anche altre banche, come in effetti successe. La gente, per timore di perdere i propri depositi, diede inizio immediatamente a prelievi di massa. Di conseguenza le banche furono costrette a richiedere la restituzione dei prestiti concessi, costringendo i beneficiari a vendere le proprietà che possedevano, generando così una serie di bancarotte, sequestri di beni e di ordini sociali.

Collegando fra loro le cose, Fredrik Allen, anni dopo, nel settimanale Life scrisse: “Gli interessi di Morgan hanno avuto la meglio nel far precipitare verso il panico nel 1907, guidandolo perspicacemente proprio mentre cresceva.“

Ignari della frode del 1907, si costituì una commissione di inchiesta parlamentare, diretta dal senatore Nelson Aldrich, il quale aveva stretti legami con i cartelli bancari e che più tardi divenne membro della famiglia Rockefeller, avendo contratto matrimonio.

La commissione diretta da Aldrich raccomando la costituzione di una Banca Centrale, affinchè casi di panico come quelli del 1907 non si verificassero più.

Questa era la scintilla di cui avevano bisogno i banchieri internazionali per avviare il proprio piano…

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Nel 1910 si tenne un incontro segreto in una proprietà di J. P. Morgan sulle Isole Jekyll, di fronte alle coste della Georgia. Fu in quella occasione che la legge sulla banca centrale, chiamata “Federal Reserve Act“, venne scritta.

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Questa legge fu scritta da banchieri, non da legislatori…

Questo incontro era così segreto, così nascosto al governo e alla pubblica opinione, che le circa 10 personalità che vi parteciparono, si diceva dovessero rivolgersi tra loro, utilizzando solo il loro nome di battesimo. Dopo la formulazione della legge, questa venne consegnata al loro rappresentante politico, il senatore Nelson Aldrich, affinché la facesse approvare dal Congresso. E nel 1913, con un forte sostegno politico dei banchieri, Woodrow Wilson fu eletto Presidente, avendo di fatto già acconsentito all’approvazione del Federal Reserv Act, in cambio del sostegno alla sua campagna elettorale. E due giorni dopo Natale, quando la maggior parte del Governo era a casa con le proprie famiglie, il “Federal Reserve Act” venne messo ai voti e Wilson, a sua volta, promulgò la legge.

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Anni dopo Woodrow Wilson scrisse con rammarico:

“Sono uno degli uomini più infelici. Io ho inconsapevolmente rovinato il mio Paese. Una grande nazione industriale è ora controllata dal suo sistema creditizio. Non siamo più un governo della libera opinione, non più il governo degli ideali e del voto della maggioranza, ma il governo dell’opinione e della coercizione di un piccolo gruppo di personaggi dominanti“. - 1919 -

“Qui è stato fondato un sistema bancario mondiale, un superstato controllato dai banchieri internazionali, agiscono congiuntamente per rendere schiavo il mondo a proprio piacimento. La Fed ha usurpato il Governo.” - Luis McFadden -

Ora, era stato detto alla popolazione che il sistema della Federal Reserve era stabilizzatore per l’economia, che l’inflazione e le crisi economiche erano cose che appartenevano al passato. Beh, come la storia ci ha mostrato, niente è così lontano dall’essere vero. Il fatto è che ora i banchieri internazionali possiedono un efficiente strumento per poter espandere le proprie ambizioni professionali. Per esempio fra il 1914 e il 1919, la Fed ha aumentato l’offerta di moneta di circa il 100%, determinando un’ampia apertura di credito alle banche minori. Dopodiché nel 1920, la Fed richiamò una grande percentuale dell’offerta di moneta in circolazione, con il risultato che le banche minori dovettero richiamare una grossa parte dei prestiti concessi e così come accadde nel 1907 si verificarono prelievi di massa, bancarotte e crolli. Oltre 5400 banche competitive al di fuori del Sistema della Federal Reserv crollarono, consolidando ulteriormente il monopolio di un piccolo gruppo di banchieri internazionali. Consapevole di questo crimine il membro del Congresso Lindbergh si fece avanti e disse nel 1921:

“Sotto il Federal Reserve Act il panico viene creato scientificamente. Il panico attuale è il primo che viene creato in quetso modo, manovrato esattamente come la soluzione di un’equazione matematica.”

Tuttavia, il panico del 1920 era solo un riscaldamento. Dal 1921 al 1929 la Fed ha fatto nuovamente crescere l’offerta di moneta, determinando ancora una volta un vasto incremento dei prestiti alle famiglie e alle banche.

C’era anche un tipo del tutto nuovo di prestito chiamato “Prestito di margine” nel mercato azionario. Molto semplicemente il prestito del margine consentiva ad un investitore di versare solo il 10% del prezzo delle azioni mentre l’altro 90% veniva prestato al Broker. In altre parole, una persona poteva possedere azioni di un valore di 1000$, impiegando solo 100$. Questo metodo era molto popolare nei ruggenti anni ’20, quando tutti sembravano far soldi investendo nel mercato.

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Tuttavia, c’era un inganno in questo tipo di prestito… E cioè poteva essere richiamato in qualsiasi momento e doveva essere pagato entro 24 ore. Questa clausula veniva denominata “Chiamata del Margine” e il tipico risultato della chiamata del margine era la vendita del titolo assieme al debito sottostante.

Pochi mesi prima dell’Ottobre 1929, quindi, J. D. Rockefeller, Bernhard Barak e altri insiders, uscirono silenziosamente dal mercato e il 24 Ottobre del 1929, gli investitori NewYorkesi, che avevano concesso i prestiti del margine, inziarono a richiamarli in massa. Questo diede un immediato impulso ad unavendita di massa sul mercato, obbligando tutti alla copertura dei margini dei prestiti. Dopodiché iniziarono prelievi di massa, per le stesse ragioni, determinando il crollo di più di 16.000 banche e consentendo alla cospirazione dei banchieri internazionali, non solo di comprare banche rivali a prezzi scontati, ma anche di acquisire intere corporazioni per pochi penny.

Fu la più grande rapina di tutti i tempi. Ma non finì lì!

Anzichè incrementare l’offerta di moneta per potersi riprendere da questo crollo economico, la Fed ha diminuito l’offerta di moneta, rafforzando una delle più grandi crisi economiche della storia.

Furioso ancora una volta, il membro del Congresso Luis McFadden, un oppositore di lunga data dei cartelli bancari, avviò le procedure di impeachment contro il Consiglio della Federal Reserve, affermando che il crollo e la depressione erano eventi che furono provocati in modo scientifico e aggiunse: “I banchieri internazionali cercano di far emergere una situazione di depressione, per impadronirsi di tutti noi.”

Non c’è da stupirsi che, dopo due precedenti tentativi di omicidio, McFadden venne avvelenato ad un banchetto prima di poter avviare le procedure di impeachment…

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Ora, dopo aver ridotto la società in squallore, i banchieri della Federal Reserve decisero che il Sistema Aureo doveva essere rimosso. Per fare questo avevano bisogno di acquistare l’oro che rimaneva in circolazione nel sistema. Per questo nel 1933, con la pretesa di aiutare la fine della depressione, arrivò la confisca dell’oro, rubando di fatto, quel poco di benessere che era rimasto alla gente. Alla fine del 1933 il Sistema Aureo fu abolito.

Se guardate ad una banconota da 1 Dollaro precedente al 1933 si legge “pagabile in oro“. Se guardate ad una stessa banconota oggi, si dice che è “moneta a corso legale”, cioè significa che il suo valore è coperto da assolutamente niente.


E’ carta senza valore…

L’unica cosa che dà valore alla nostra moneta è quanta ce n’è in circolazione, quindi il potere di regolare l’offerta della moneta è anche il potere di regolarne il suo valore, che è anche il potere di mettere in ginocchio intere economie e società.

“Datemi il controllo dell’offerta di moneta di un’intera nazione e non mi interesserà chi scrive le sue leggi.” – Mayer Amschel Rothshild (Fondatore della dinastia di bachieri Rothshild) -

E’ importante comprendere a pieno che la Federal Reserve è una società privata. E’ “federale” come lo è la Federal Express. Decide le sue politiche e, almeno teoricamente, non è soggetta ad alcun tipo di regolamentazione da parte del Governo USA. E’ una banca privata che presta tutto il denaro al Governo applicando un interesse, del tutto simile al modello corrotto di banca centrale, dal quale il Paese cercava di sfuggire, dichiarando la propria indipendenza con la Rivoluzione Americana.


Ora, tornando indietro al 1913, il Federal Reserve Act non fu l’unica legge anticostituzionale che venne approvata dal Congresso. Introdussero anche la “tassa federale sui redditi“. Vale la pena notare come l’ignoranza dell’opinione pubblica americana, circa la Tassa Federale sui Redditi, è un testamento di quanto, in effetti, sia limitato il livello culturale e la memoria storica del Popolo americano.

Prima di tutto la Tassa Federale sul Reddito è del tutto anticostituzionale, in quanto è un’imposta diretta non proporzionale. Tutte le imposte dirette devono essere proporzionali per avere fondamenti di costituzionalità… Secondo, il numero di Stati necessario per ratificare l’emendamento che ha consentito l’introduzione dell’imposta sul Reddito, non è mai stato raggiunto. Terzo: attualmente circa il 35% del reddito medio dei lavoratori, viene loro sottratto attraverso questa imposta. Ciò significa che lavorate 3 mesi all’anno per saldare questa obbligazione fiscale! E immaginate dove va a finire quel denaro… Serve a pagare gli interessi emessi dalla fraudolenta Federal Reserve Bank, un sistema che non dovrebbe esistere affatto.

Non un centesimo finisce nelle mani di qualsiasi programma governativo. NEANCHE UN CENTESIMO!

Il denaro che tu ricavi lavorando praticamente 4 mesi all’anno finisce direttamente nelle tasche dei banchieri internazionali, i quali hanno la proprietà della Federal Reserve bank. E quarto, anche con la pretesa fraudolenta del governo sulla legalità dell’imposta sul reddito, non c’è letteralmente alcuno statuto che imponga il pagamento di quest’imposta!

L’imposta sui redditi non è altro che la riduzione in schiavitù dell’intera nazione. Ora, il controllo dell’economia e la perpetua sottrazione di ricchezza è solo uno dei lati del Cubo di Rubik che i banchieri tengono nelle proprie mani. L’altro strumento pe ril controllo e il profitto è la guerra!

Sin dall’istituzione della Federal Reserve nel 1913, una serie di grandi e piccole guerre sono incominciate. Le tre che vengono più citate sono:

- Prima Guerra Mondiale

- Seconda Guerra Mondiale

- Guerra del Vietnam

PRIMA GUERRA MONDIALE:

Nel 1914 in Europa scoppiò la Prima Guerra Mondiale incentrata sul conflitto anglo-tedesco. L’opione pubblica americana non voleva avere niente a che fare con la guerra e, a sua volta, il Presidente Wilson dichiarò pubblicamente neutralità. Tuttavia, dietro le facciate, l’amministrazione Usa stava ceracndo ogni tipo di scusa per entrare in guerra. Uno dei principali consiglieri e mentore di Woodrow Wilson era il Colonnello Edward House, un uomo che aveva stretti legami con i banchieri internazionali, i quali volevano l’ingresso in guerra.

“Igrandi interessi bancari erano fortemente presenti nella guerra mondiale, considerando le ampie opportunità di fare profitti.” – William Jenning Bryan -

E’ importante comprendere come una delle cose più redditizie che possono capitare ai banchieri internazionali è la GUERRA, che costringe lo Stato a chiedere in prestito ancor più denaro dalla Banca Centrale, pagando il relativo interesse.

In documenti riguardanti una conversazione tra il Colonnello House, consigliere di Wilson, e Sir Edward Grey, il Ministro degli Esteri inglese, su come riuscire a far entrare l’America in guerra, Grey disse: “Cosa farebbero gli Americani se i Tedeschi facessero affondare una nave da crociera con passeggeri americani a bordo?”. Il Colonnello House rispose: “Credo che una vampata di indignazione colpirebbe gli Stati Uniti e questo sarebbe sufficiente di per sè, per farci entrare in guerra.”

Quindi, il 7 Maggio del 1915, essenzialmente sulla base di un suggerimento di Sir Edward Grey, una nave chiamata Lusitania venne deliberatamente portata sulle acque territoriali tedesche, dove era noto che si trovavano navi militari tedesche. E come prospettato, i sottomarini tedeschi colpirono con dei siluri la nave da crociera americana, facendo esplodere un carico di munizioni situato a bordo. Affondò in 18 minuti e furono rimaste uccise 1200 persone.

Per capire meglio la dinamica di questo piano, l’Ambasciata Tedesca aveva fatto pubblicare un annuncio sul New York Times, mettendo in guardia coloro che si stavano imbarcando sulla Lusitania, i quali lo avrebbero fatto a loro rischio e pericolo, in quanto una nave proveniente dall’America e diretta in Inghilterra e che attraversasse zone di guerra, avrebbe rischiato di esser distrutta. Il risultato della distruzione della nave da crociera fu un’ondata di rabbia del popolo americano e l’America entrò in guerra poco dopo. La Prima Guerra Mondiale causò la morte di 323.000 Americani.

J.D. Rockefeller guadagno 200 milioni di dollari da questa guerra…

Ricordiamo che la Prima Guerra Mondiale costò agli Stati Uniti oltre 30 miliardi di dollari, molti dei quali furono presi in prestito dalla Federal Reserve Bank, che applicava un interesse, aumentando ulteriormente i profitti dei banchieri internazionali.

SECONDA GUERRA MONDIALE:

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Il 7 Dicembre del 1941 il Giappone attaccò la flotta Americana a Pearl Harbor, scatenando di fatto l’ingresso americano in guerra. Il Presidente Franklin D. Roosvelt dichiarò che il giorno di quell’attacco sarà vissuto come il giorno dell’infamia. Il giorno dell’infamia in effetti, ma non a causa degli “attacchi a sopresa” contro Pearl Harbor. Dopo 60 anni di informazioni venute a galla, è chiaro non solo che gli attacchi alla flotta Americana erano noti settimane prima, ma anche che furono del tutto voluti e provocati.

Roosvelt la cui famiglia era proprietaria di banche a NewYork sin dal 18° secolo e il cui zio Fredrik era uno dei membri del primo Consiglio dell Fed, era molto ben disposto verso gli interessi dei banchieri e l’interesse era quello di entrare in guerra. E come abbiamo visto, per le banche internazionali non c’è nulla di più redditizio che la guerra.

In una annotazione ufficiale del Segretario di Guerra di Roosvelt, Hanry Stimson, del 25 Novembre 1941, egli documentò una conversazione intercorsa con Rooslvelt:

“Il problema era come avremmo potuto manovrarli, affinchè fossero loro a far partire i primi attacchi. Si voleva essere sicuri che fossero i Giapponesi a farlo per primi… affinché non rimanesse alcun dubbio su chi erano gli aggressori.”

Nei mesi precedenti dell’attacco a Pearl Harbor, Roosvelt dece praticamente tutto ciò che era in suo potere, per fare infuriare i Giapponesi, mostrando un atteggiamento di aggressione. E infatti bloccò tutte le importazioni di petrolio americano del Giappone; congelò tutti gli investimenti giapponesi negli Stati Uniti; rese pubblici i finanziamenti alla Cina nazionalista e fornì aiuti militari ai britannici, entrambi nemici del Giappone in guerra. E questo, oltretutto, costituisce una completa violazione delle regole internazionali in caso di guerra. E il 4 Dicembre, tre giorni prima dell’attacco, i servizi segreti australiani informarono dollaRoosvelt di truppe giapponesi in movimento verso Pearl Harbor. Roosvelt gli ignorò. Quindi, come fu sperato e consentito, il 7 Dicembre del 1941 il Giappone attaccò la flotta americana, uccidendo 2400 militari.

Prima di Pearl Harbor, l’83% del pubblico americano non voleva avere niente a che fare con la guerra. Dopo Pearl Harbor ci furono 1 milione di volontari per entrare in combattimento. Ed è importante notare, come la potenza militare della Germania Nazista fosse ampiamente supportata da due organizzazioni una delle quali era la IG Farben. Questa produceva l’84% degli esplosivi della Germania, insieme allo Zyckon B, usato per uccidere milioni di persone nei campi di concentramento. Uno dei partner sottaciuti della IG Farben era la Standard Oil Company di J. D. Rockefeller in America. Infatti, l’aviazione tedesca non poteva operare senza un additivo speciale del tipo prodotto dalla Standard Oil di Rockefeller.

I massicci bombardamenti su Londra, per esempio, furono possibili solo grazie alla vendita di 20 milioni di dollari di carburante alla IG Farben della compagnia petrolifera di Rockefeller stesso. Questo è uno solo, fra i vari casi, in cui l’America ha finanziato entrambi i fronti della Seconda Guerra Mondiale.

Un’altra organizzazione criminosa che vale la pena citare è la Union Banking Corporation di New York City. Non solo ha finanziato l’ascesa al potere di Hitler, oltre a rifornirlo di materiali in tempo di guerra, ma era anche la banca che riciclava il denaro sporco dei nazisti e che venne in effetti denunciata per avere milioni di dollari nazisti nei suoi caveaux. La Union Banking di New York City fu in effetti condannata per violazione dell’embargo. Immaginate chi era Direttore e vice Presidente della Union Bank? Prescott Bush, il nonno dell’ex Presidente Bush. tenetevi in mente tutto ciò quando considerate le inclinazioni morali e politiche della famiglia Bush…

GUERRA DEL VIETNAM:

La dichiarazione ufficiale di guerra degli Stati Uniti al Vietnam del Nord nel1964, avvenne dopo un presunto incidente che aveva coinvolto dei caccia Usa, attaccati da un torpediniere vedetta nord-vietnamita nel Golfo di Tonkin. Questo singolo episodio fu il pretesto catalizzatore per lo spiegamento massiccio di truppe e per il totale inasprimento del conflitto.

C’è un problema, tuttavia, l’attacco contro i caccia Usa… NON E’ MAI AVVENUTO!

E’ stato un evento del tutto simulato per poter avere una giustificazione per l’ingresso della guerra. L’ex Segretario della Difesa, Robert Mcnamara, ha affermato anni dopo che l’incidente del Golfo di Tonkin fu un errore, mentre molti altri insider e ufficiali avevano già svelato pubblicamente che si trattava di una farsa inventata, una totale menzogna.

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Una volta entrati in guerra, si facevano affari come sempre. Nell’Ottobre del 1966, il Presidente Lyndon Johnson, innalzò le restrizioni commerciali verso i paesi dell’area sovietica, ben consapevole che i Sovietici controllavano l’80% delle forniture militari dei nord-vietnamiti. Di conseguenza gli interessi di Rockefeller finanziarono stabilimenti nell’Unione Sovietica, che i Sovietici usarono per produrre equipaggiamento militare da inviare in Vietnam. Tuttavia, il sostegno economico di entrambi i fronti è solo un lato della medaglia. Nel 1985 le regole di ingaggio del Vietnam vennero desegretate. Queste ultime illustravano ai soldati americani ciò che era consentito e cosa no, nel conflitto. Includeva assurdità come, ad esempio:

- I sistemi difesa antiaerea non potevano essere bombardati, se non si era certi della loro totale operatività.

- Nessun nemico poteva essere inseguito se superava i confini con il Laos o la Cambogia.

E il più rivelatore di tutti:

- Gli obbiettivi strategici più critici non potevano essere attaccati, se ciò non veniva promosso da alte cariche ufficiali.

Il Vietnam, venuto a conoscenza di tali restrizioni, potè creare un’intera strategia sulla base delle limitazioni previste per l’esercito americano. E’ per questo che si arriva alla conclusione che la guerra in Vietnam, durata così a lungo, non fu fatta per essere vinta, ma per essere sostenuta! Questa guerra per il profitto ebbe come risultato i 58.000 morti Americani e 3 milioni di Vietnamiti.

Tratto da
http://cosmopotere.wordpress.com/2011/0 ... e-parte-1/
http://cosmopotere.wordpress.com/2011/0 ... e-parte-2/
http://cosmopotere.wordpress.com/2011/0 ... e-parte-3/
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http://cosmopotere.wordpress.com/2011/0 ... e-parte-8/
http://cosmopotere.wordpress.com/2011/0 ... e-parte-9/



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Dove ci porterà tutto questo?! [V]

Prestito d'onore, il debito che aiuta a studiare all'università rischia di essere un boomerang

Allo scopo di far tornare i conti delle malridotte casse degli atenei italiani, nel decreto legge sulla spending review è stato dato via libera alla possibile estensione dei rincari delle rette universitarie a tutti gli studenti, fatta eccezione per i meno abbienti.
L'aumento delle tasse (anche) in ambito accademico sembra essere, ancora una volta, l'unica la soluzione allo stato di crisi in cui versa il settore pubblico del Belpaese.

Andrea Ichino e Daniele Terlizzese, due esperti di economia e istruzione, sottolineano in un libro di recente pubblicazione ( "Facoltà di scelta. L'università salvata dagli studenti", Rizzoli) le criticità del sistema accademico italiano e propongono, per salvare le nostre Università dal fallimento, aumentandone al tempo stesso la qualità formativa e la competitività, di avvicinarsi al modello statunitense: eliminare il tetto alle rette, libere di puntare a vette anglossasoni e contemporaneamente promuovere l'erogazione di mutui per i meno abbienti, che potranno essere rimborsati dopo la laurea, con i redditi del primo lavoro.

Prestiti d'onore e tasse più alte sembra essere un modello che dagli Stati Uniti possa prendere piede anche in Italia.

COS'E' UN PRESTITO D'ONORE

Il prestito d’onore ovvero “Fondo per il credito ai giovani” è un tipo di finanziamento rivolto prevalentemente ai giovani, siano essi imprenditori o studenti meritevoli. Quello specifico per l’autoimpiego (avvio di un’azienda) è in parte a fondo perduto, ma quello per gli studenti no. In quest’ultimo caso, il rimborso delle rate comincia una volta finiti gli studi e la restituzione di questo tipo di finanziamento è soggetta ad un tasso di interesse non ben specificato il cui unico limite è quello di non poter superare il tasso legale in vigore alla data di concessione.

Si tratta di un prestito garantito dallo Stato, che può erogare fino a 25.000 euro in rate annuali, da restituire una volta finiti gli studi. L’ammontare delle rate annuali vanno da un minimo di 3.000 euro ed arrivano ad un massimo di 5.000 euro. A differenza degli altri tipi di prestiti personali, le banche che erogano il finanziamento non possono rifiutarsi di farlo per mancanza di garanzia.

E' accessibile per tutti gli studenti iscritti a un corso di laurea triennale, magistrale, master e dottorato e abbia ottenuto almeno 75/100 all’esame di maturità. A chi è già in possesso di una laurea triennale è richiesto di essere in regola con il pagamento delle tasse universitarie e un diploma di laurea triennale con una votazione pari almeno a 100/110.

Per garantirsi il prestito occorre essere degli studenti modello, infatti l'erogazione di ogni rata annuale è vincolata al superamento di almeno la metà degli esami previsti dal piano di studi per l'anno precedente.

Va precisato inoltre, che la restituzione del prestito, rateizzabile dai 3 ai 15 anni, deve iniziare dopo 30 mesi dall’erogazione dell’ultima rata. Questo significa che, se l’ultima rata viene erogata all’inizio dell’ultimo anno accademico che precede il conseguimento della laurea, i neo laureati hanno circa un anno e mezzo per trovare un impiego che gli consenta di poter restituire il finanziamento. Qualora il lavoro non si concretizzasse e fossero ancora disoccupati cominciano i dolori, poiché devono pagare comunque.

STUDENTI IN BANCAROTTA

I risultati che recentemente giungono da oltreoceano sono tutt'altro che incoraggianti. L'insolvenza degli studenti universitari americani ha raggiunto cifre preoccupanti, al punto che si teme l'esplosione di una seconda bolla finanziaria (come la crisi dei mutui subprime del 2006). Lo scorso dicembre la Fed ha annunciato che nel terzo trimestre del 2012 il debito studentesco è aumentato di 42 miliardi di dollari, rischiando di diventare una costante irreversibile di un sistema al collasso.

Ma i problemi non si riflettono solo in ambito finanziario. Un recente articolo del New York Times (For Poor, Leap to College Often Ends in a Hard Fall) spiega l'attuale fallimento del sistema anche dal punto di vista della mobilità sociale. L'autorevole quotidiano illustra gli aspetti negativi degli student loan, ritenuti responsabili di aumentare il divario tra ricchi e poveri, creando grosse difficoltà ai meno abbienti, anziché ridurle.

http://economia.virgilio.it/soldi/prest ... erang.html



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Questa è davvero spettacolare....... [:p]

"Sono tempi duri, il paese è indebitato, tutti vivono a credito... Ad un certo punto, arriva un turista tedesco. Ferma la macchina davanti all'unico albergo ed entra. Posa 100 euro sul bancone della reception e chiede di vedere le camere per sceglierne una. Il proprietario gli dice di scegliere quella che più gli aggrada. Appena il turista è sparito sù per le scale, l'albergatore prende i 100 euro, corre dal macellaio e paga il debito che aveva con lui. Il macellaio va immediatamente presso l'allevatore di maiali al quale deve 100euro e regola il suo debito. L'allevatore, a sua volta, corre a pagare la sua fattura presso la cooperativa agricola che gli procura gli alimenti per gli animali. Il direttore della cooperativa si precipita al pub per saldare il suo conto. Il barman, dà il biglietto alla prostituta che gli fornisce i suoi servizi a credito da un bel po'. La ragazza, che usa a credito le camere dell'albergo con i suoi clienti, corre a regolare i conti con l'albergatore. L'albergatore posa il biglietto sul bancone della reception dove il turista lo aveva posato. Dopo un po', il turista scende le scale e annuncia che non ha trovato una camera di suo gusto, per cui riprende il suo biglietto da 100 euroe se ne va... Nessuno ha prodotto nulla, nessuno ha guadagnato nulla, ma nessuno più è in debito e il futuro sembra molto più promettente... E' in questo modo, Signore e Signori, che funzionano i piani di salvataggio a beneficio dei Paesi dell'Europa in difficoltà!". Paolo Rocco V.



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"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Thethirdeye ha scritto:


Questa è davvero spettacolare....... [:p]

"Sono tempi duri, il paese è indebitato, tutti vivono a credito... Ad un certo punto, arriva un turista tedesco. Ferma la macchina davanti all'unico albergo ed entra. Posa 100 euro sul bancone della reception e chiede di vedere le camere per sceglierne una. Il proprietario gli dice di scegliere quella che più gli aggrada. Appena il turista è sparito sù per le scale, l'albergatore prende i 100 euro, corre dal macellaio e paga il debito che aveva con lui. Il macellaio va immediatamente presso l'allevatore di maiali al quale deve 100euro e regola il suo debito. L'allevatore, a sua volta, corre a pagare la sua fattura presso la cooperativa agricola che gli procura gli alimenti per gli animali. Il direttore della cooperativa si precipita al pub per saldare il suo conto. Il barman, dà il biglietto alla prostituta che gli fornisce i suoi servizi a credito da un bel po'. La ragazza, che usa a credito le camere dell'albergo con i suoi clienti, corre a regolare i conti con l'albergatore. L'albergatore posa il biglietto sul bancone della reception dove il turista lo aveva posato. Dopo un po', il turista scende le scale e annuncia che non ha trovato una camera di suo gusto, per cui riprende il suo biglietto da 100 euroe se ne va... Nessuno ha prodotto nulla, nessuno ha guadagnato nulla, ma nessuno più è in debito e il futuro sembra molto più promettente... E' in questo modo, Signore e Signori, che funzionano i piani di salvataggio a beneficio dei Paesi dell'Europa in difficoltà!". Paolo Rocco V.


Sarebbe bello se andasse così, ma purtroppo
grosso modo andrà cosi:
[:)]

Il macellaio dei 100 euro che prende dall'albergatore glie ne rimangono solo 50 perchè il fisco gli ciulla il 50%.
Il macellaio potrà dare all'allevatore solo 50 euro quale acconto che a sua volta 25 euro glie li prende fisco e con i rimanenti 25 potrà dare solo un misero acconto alla coperativa agricola.
Il direttore della coperativa dopo aver dato al fisco la metà del ricavato si precipita al Pub a versare un acconto di 12.5 euro. Il barman dopo aver dato la quota spettante al fisco con i rimanenti 6.25 euro darà un acconto alla prostituta.
A sua volta la prostituta siccome non li dichiara darà tutti i 6.25 euro all'albergatore.

Morale della favola l'albergatore se non tira fuori di tasca propria i 100 euro da restituire al turista tedesco, sono Kartoffel amari. Alla fine l'albergatore ha perso 193.75 euro e tutti rimangono indebitati.


Ultima modifica di Wolframio il 16/01/2013, 19:48, modificato 1 volta in totale.


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Wolframio ha scritto:

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Thethirdeye ha scritto:


Questa è davvero spettacolare....... [:p]

"Sono tempi duri, il paese è indebitato, tutti vivono a credito... Ad un certo punto, arriva un turista tedesco. Ferma la macchina davanti all'unico albergo ed entra. Posa 100 euro sul bancone della reception e chiede di vedere le camere per sceglierne una. Il proprietario gli dice di scegliere quella che più gli aggrada. Appena il turista è sparito sù per le scale, l'albergatore prende i 100 euro, corre dal macellaio e paga il debito che aveva con lui. Il macellaio va immediatamente presso l'allevatore di maiali al quale deve 100euro e regola il suo debito. L'allevatore, a sua volta, corre a pagare la sua fattura presso la cooperativa agricola che gli procura gli alimenti per gli animali. Il direttore della cooperativa si precipita al pub per saldare il suo conto. Il barman, dà il biglietto alla prostituta che gli fornisce i suoi servizi a credito da un bel po'. La ragazza, che usa a credito le camere dell'albergo con i suoi clienti, corre a regolare i conti con l'albergatore. L'albergatore posa il biglietto sul bancone della reception dove il turista lo aveva posato. Dopo un po', il turista scende le scale e annuncia che non ha trovato una camera di suo gusto, per cui riprende il suo biglietto da 100 euroe se ne va... Nessuno ha prodotto nulla, nessuno ha guadagnato nulla, ma nessuno più è in debito e il futuro sembra molto più promettente... E' in questo modo, Signore e Signori, che funzionano i piani di salvataggio a beneficio dei Paesi dell'Europa in difficoltà!". Paolo Rocco V.


Sarebbe bello se andasse così, ma purtroppo
grosso modo andrà cosi:
[:)]

Il macellaio dei 100 euro che prende dall'albergatore glie ne rimangono solo 50 perchè il fisco gli ciulla il 50%.
Il macellaio potrà dare all'allevatore solo 50 euro quale acconto che a sua volta 25 euro glie li prende fisco e con i rimanenti 25 potrà dare solo un misero acconto alla coperativa agricola.
Il direttore della coperativa dopo aver dato al fisco la metà del ricavato si precipita al Pub a versare un acconto di 12.5 euro. Il barman dopo aver dato la quota spettante al fisco con i rimanenti 6.25 euro darà un acconto alla prostituta.
A sua volta la prostituta siccome non li dichiara darà tutti i 6.25 euro all'albergatore.

Morale della favola l'albergatore se non tira fuori di tasca propria i 100 euro da restituire al turista tedesco, sono Kartoffel amari. Alla fine l'albergatore ha perso 193.75 euro e tutti rimangono indebitati.


Ed è in questo modo, Signore e Signori, che funzionano i piani di salvataggio a beneficio dei Paesi dell'Europa in difficoltà... [:o)]



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MessaggioInviato: 04/03/2013, 20:30 
Il grande inganno inizia a traballare?

«È il crollo di un mondo. Forze immense stanno per scatenarsi»

Così parla Frédéric Lordon, famoso economista francese, direttore delle ricerche del CNRS, in una lunga intervista alla Revue des Livres. A proposito delle forze che stanno per scatenarsi, ecco cosa prevede:

«Se, come si poteva prevedere dal 2010 col lancio dei piani di austerità coordinati, lo scacco annunciato conduce ad un’ondata di default sovrani, seguirà immediatemente il collasso del sistema bancario (o li precederà, per semplice effetto d’anticipazione degli investitori); e questo, contrariamente a quello del 2008, sarà irrecuperabile, perchè gli Stati (che hanno salvato le banche nel 2008, ndr) sono finanziariamente a terra. Allora non resterà altra alternativa che l’emissione monetaria massiccia, oppure l’esplosione della zona euro se la Banca Centrale Europea (e la Germania) rifiutano questa prima soluzione.

«In un week-end cambierà letteralmente il mondo e vedremo cose inaudite: re-instaurazione del controllo sui capitali, nazionalizzazioni-lampo o addirittura requisizioni di banche, riarmo delle Banche Centrali nazionali – misura che segnerà da sè la fine della moneta unica – la dipartita della Germania seguita da qualche satellite, la costituzione di un blocco euro-sud oppure il ritorno alle monete nazionali. Quando avverrà? Nessuno può dirlo con certezza (…) ma tra sei o dodici mesi, quando s’imporrà la constatazione della recessione generale, risultante dalla austerità generalizzata, e gli investitori vedranno salire irresistibilmente le ondate dei debiti pubblici che si supponeva di arrestare con le politiche restrittive, la consapevolezza dell’impasse totale che albeggerà in quel momento porterà gli operatori stessi a dichiarare una ‘capitolazione’, ossia alla loro fuga massiccia dai mercati-titoli, e per il gioco dei meccanismi di propagazione creati dalla finanza liberalizzata, una dislocazione totale dei mercati dei capitali, in tutti i settori.

«E nel frattempo si accumulano le tensioni politiche – fino al punto di rottura? Come ogni soglia critica a livello storico-sociale, non si sa in anticipo dove essa si trova nè cosa ne determina il superamento. La sola cosa certa è che la spossessione generalizzata della sovranità (per opera della finanza come dell’Europa neo-liberale) taglia in profondità i corpi sociali… i corpi sociali aggrediti dal liberalismo finiscono sempre per reagire, e a voltre brutalmente, in proporzione a quello che in precedenza hanno sopportato e accumulato (…). Non si possono lasciare i popoli durevolmente senza soluzione di sovranità – sia nazionale o d’altro tipo – senza che la recuperino a tutta forza e in forme che non saranno belle da vedere.

«… Quella che vien chiamata ‘crisi dell’euro’ non è in prima istanza una crisi monetaria. Una delle stranezze degli eventi attuali è che la moneta europea non viene rifiutata affatto, nè dai residenti della zona nè dagli investitori internazionali, e lo dimostra la paritò euro-dollaro, che a parte qualche fluttuazione, si mantiene. È un fatto: non c’è (per ora) fuga dall’euro. Se ci sarà, sarà come sviluppo terminale di una crisi la cui natura è altra. Quale? La risposta è che si tratta di una crisi istituzionale.

«È il quadro istituzionale della moneta unica, come comunità di politiche economiche, che minaccia di volare a pezzi in seguito a crisi finanziarie aventi come epicentro i debiti pubblici e le banche. Se l’euro esplode, sarà per default sovrani che trascineranno crolli bancari – a meno che questi non vengano prima, per anticipazione dei default sovrani. In ogni caso il cuore della cosa sarà ancora una volta il sistema bancario, e l’impossibilità di lasciarlo andare in rovina, perchè la rovina totale del sistema bancario ci porterebbe in cinque giorni all’equivalente ineconomia dello stato di natura. Ma ciò non deve significare ‘rimetterlo sui binari per un altro giro’, senza cambiarne le regole.

«Anzi, approfitto per dire che, dopo avermi fatto per lungo tempo paura, la prospettiva di questo collasso quasi quasi mi piace, perchè creerà infine l’occasione di nazionalizzare integralmente il sistema bancario per pura e semplice requisizione (senza indennizzo) (…). Nell’ipotesi del collasso bancario, si tratta di sapere quale sarà – in assenza degli Stati, essi stessi rovinati – l’istituzione capace di organizzare la riattivazione delle banche per far loro riprendere l’attività di fornitura del credito. In questa ipotesi, non ne resta che una: la Banca Centrale Europea. Non dovrà solo assicurare alle banche un sostegno di liquidità (lo sta già facendo) ma liberarle degli attivi svalorizzati e ricapitalizzarle. Inutile dire che, data la scala del settore bancario intero, si tratta di un’operazione di creazione monetaria massiccia a cui bisognerà consentire. La BCE è pronta a questo? Sotto l’egemonia tedesca, direi di no. Ma l’urgenza estrema di restaurare nella loro integrità gli incassi monetari e di ristabilire il funzionamento del sistema di pagamenti richiederà un’azione ‘in giornata’! Significa che le lunghe tergiversazioni per ‘parlare ai nostri amici tedeschi’ o rinegoziare un trattato, saranno sparite dalla lista delle soluzioni pertinenti.

Di fronte a quelli che si devono identificare come interessi vitali del corpo sociale, uno Stato, di fronte al non-volere della BCE, prenderebbe immediatamente la decisione di riarmare la propria Banca Centrale per farle emettere moneta in quantità sufficiente e ricostituire al più presto un troncone di sistema bancario capace di operare. La Germania, osservando nella zona una o due fonti di creazione monetaria fuori controllo, ossia di euro impuri suscittibili di corrompere gli euro puri di cui la BCE ha sola il privilegio di emissione, decreterebbe immediatamente l’impossibilità di restare in una tale ‘unione’ monetaria divenuta anarchica e l’abbandonerebbe subito, per rifare un blocco con qualche seguace selezionato sul momento (Austria, Olanda, Finlandia, Lussemburgo). Quanto alle altre nazioni, dovranno allora scegliere fra ricostituire un blocco alternativo oppure tornare ciascuna al proprio destino monetario; la Francia cercherà in tutti i modi di imbarcarsi con la Germania, senza la minima sicurezza di essere accettata a bordo (…)».

http://www.brucialanotizia.it/2012/02/1 ... catenarsi/



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MessaggioInviato: 20/03/2013, 00:51 
Euro, arriva la conferma dell’UE: ci hanno sempre truffato
di Francesco Filini

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Finalmente arriva la risposta all’interrogazione presentata dall’Europarlamentare Marco Scurria sulla natura giuridica dell’€uro, e finalmente arriva la conferma: ci stanno truffando. Ci hanno sempre truffati. Ma andiamo per ordine.

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Marco Scurria aveva chiesto chiarimenti sulla risposta data dalla commissione europea alla prima interrogazione sulla proprietà giuridica dell’euro presentata dall’On. Mario Borghezio, nella quale si affermava che nella fase dell’emissione le banconote appartengono all’Eurosistema, mentre nella fase della circolazione appartengono al titolare del conto sulle quali vengono addebitate. Attenzione perchè le parole negli atti ufficiali e nel linguaggio tecno-eurocratico vanno soppesate per bene. Quindi il commissario Olli Rehn rispondeva a Borghezio che la proprietà delle banconote cartacee (dove troviamo ben impressa in ogni lingua dell’Unione la sigla della Banca Centrale Europea) è dell’EUROSISTEMA. Ma cos’è quest’Eurosistema?

“L’Eurosistema è composto dalla BCE e dalle BCN dei paesi che hanno introdotto la moneta unica. L’Eurosistema e il SEBC coesisteranno fintanto che vi saranno Stati membri dell’UE non appartenenti all’area dell’euro.” Questa è la definizione che si legge sul sito ufficiale della BCE. Quindi le Banche centrali nazionali stampano le banconote e si appropriano del loro valore nominale (ad Es. se stampare un biglietto da 100 ha un costo fisico per chi lo conia di 0,20 centesimi – valore intrinseco – le BCN si appropriano anche del valore riportato sul biglietto stampato). E l’On Scurria chiedeva quali fossero le basi giuridiche su cui poggiava l’affermazione del Commissario Olli Rehn:

Cita:

Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-000302/2012
alla Commissione

Articolo 117 del regolamento

Marco Scurria (PPE)

Oggetto: Natura giuridica della proprietà dell’euro

In risposta ad un’interrogazione scritta sul medesimo tema presentata dall’on. Borghezio fornita il 16 giugno 2011, la Commissione informa il collega che “al momento dell’emissione, le banconote in euro appartengono all’Eurosistema e che, una volta emesse, sia le banconote che le monete in euro appartengono al titolare del conto su cui sono addebitate in conseguenza”.


Può la Commissione chiarire quale sia la base giuridica su cui si basa questa affermazione?
Nei tempi stabiliti dal Parlamento Europeo arriva la risposta:

Cita:


IT
E-000302/2012
Risposta di Olli Rehn
a nome della Commissione
(12.3.2012)

L’articolo 128 del trattato sul funzionamento dell’Unione europea costituisce la base giuridica per la disciplina dell’emissione di banconote e monete in euro da parte dell’Eurosistema (costituito dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali). La proprietà delle banconote e delle monete in euro dopo l’emissione da parte dell’Eurosistema è disciplinata dalla legislazione nazionale vigente al momento del trasferimento delle banconote e monete al nuovo proprietario, ossia al momento dell’addebito del conto corrente bancario o dello scambio delle banconote o monete.


Olli Rehn non fa altro che ribadire che dopo l’emissione, ossia dopo la creazione fisica delle banconote o più verosimilmente dell’apparizione in video delle cifre sui terminali dell’Eurosistema (totalmente a costo zero, se si esclude l’energia elettrica che mantiene accesi i computers…) la proprietà dei valori nominali appartiene al nuovo proprietario, ovvero a chi ha accettato l’addebito, a chi ha accettato di indebitarsi. Non solo. Olli Rehn, per giustificare l’affermazione secondo la quale rispondeva a Borghezio che l’Euro appartiene nella fase dell’emissione all’Eurosistema, cita l’articolo 128 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, dove nel comma 1 si legge:

Cita:


La Banca centrale europea ha il diritto esclusivo di autorizzare l’emissione di banconote in euro all’interno dell’Unione. La Banca centrale europea e le banche centrali nazionali possono emettere banconote. Le banconote emesse dalla Banca centrale europea e dalle banche centrali nazionali costituiscono le uniche banconote aventi corso legale nell’Unione.


E’ chiarissimo. Non c’è scritto da nessuna parte che la proprietà giuridica dell’euro emesso appartiene alla BCE o alle BCN. C’è soltanto scritto che la BCE può autorizzare l’emissione di euro a se stessa e alle BCN, dovendo controllare l’inflazione nella zona euro, così come stabilito dal Trattato di Maastricht. Ribadisce che solo l’Eurosistema può stampare le banconote o creare elettronicamente i valori nominali. Ma nessun riferimento giuridico, nessun trattato, nessuna legge, nessuna deliberazione, niente di niente ci dice che l’Eurosistema ha la facoltà di addebitare la moneta. E’ evidente che si appropria di questo grande ed esclusivo privilegio.

Ciò che diceva il prof. Giacinto Auriti trova finalmente conferma in un atto ufficiale della Commissione Europea: le Banche Centrali si appropriano del valore della moneta perchè emettono solo addebitando, prestando, e il prestare è una qualità esclusiva del proprietario. Auriti chiamava questo meccanismo la truffa del signoraggio, parola sulla quale oggi si fa volutamente grande confusione, essendo per la massa direttamente associabile alla farfallina di Sara Tommasi e a qualche improbabile personaggio del mondo della politica che fa avanspettacolo che le si accompagna.

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Non a caso l’indomito professore dell’Università di Teramo aveva denunciato la Banca d’Italia (organismo privato in mano per il 94% a banche commerciali e fondazioni bancarie) per truffa, associazione a delinquere, usura, falso in bilancio e istigazione al suicidio (grave piaga dei tempi nostri). Infatti la moneta, essendo il mezzo di scambio con il quale i cittadini riescono ad interagire tra loro dando vita al mercato, ovvero riuscendo a scambiarsi reciprocamente beni e servizi prodotti grazie al loro lavoro, deve appartenere esclusivamente a chi lavora, ovvero al popolo.

Chi si appropria indebitamente del valore della moneta non fa altro che sfruttare il lavoro del popolo, lucrare sulle fatiche e sulla produzione altrui chiedendo che gli vengano pagati gli interessi sul prestito erogato. Questa è la gigantesca distorsione del nostro tempo, questa è la Grande Usura. E sotto il giogo di questa malefica piaga, sono finiti tutti i popoli d’europa che oggi pagano sulla propria pelle una crisi sistemica e indotta, figlia di un paradigma che dal 1694 (anno di costituzione della prima Banca Centrale, la Bank of England) si è imposto sulla vita dell’uomo.

Il meccanismo dell’indebitamento degli Stati da parte di organismi privati quali sono le Banche Centrali Nazionali è presente quasi ovunque. La Federal Reserve conia negli USA il dollaro, la Bank of England conia nel Regno Unito la Sterlina, la BCE conia l’Euro. Ma per quanto ci riguarda, esiste un’abissale differenza, che rende il sistema ancora più perverso: gli Stati dell’Unione non possono ricevere il credito direttamente dalla BCE (cosa che invece accade in modo diretto e subordinato negli altri paesi, ed Es. negli USA dove il Congresso ordina di stampare e la FED esegue) ma devono finanziarsi sul mercato, la parolina magica con cui ci prendono per i fondelli. In poche parole funziona così: la BCE crea denaro a suo piacimento, lo da in prestito alle banche commerciali (Draghi ha recentemente creato circa 1000 miliardi di euro prestandoli all’1%) e queste possono decidere se acquistare o meno i cosiddetti BOND, i titoli del debito (con tassi che vanno dal 5 al 7%). Non è possibile, quindi, per i paesi della UE attuare una propria politica monetaria, pur volendo accettare il meccanismo dell’indebitamento pubblico.

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Tutto è nelle mani della Grande Usura. I signori della Goldman Sachs, banca d’affari targata USA, siedono vertici delle grandi istituzioni bancarie, Mario Draghi ne è l’emblema. Ora hanno deciso di gestire direttamente anche le Istituzioni politiche, Mario Monti e Papademos sono i primi alfieri al servizio della Goldman.

La politica è messa sempre più all’angolo, ostaggio del sistema finanziario che controlla partiti, sindacati e mondo dell’informazione.

L’unica soluzione che abbiamo è quella di informare il più possibile. Questi meccanismi perversi devono essere conosciuti da tutti, nonostante il boicottaggio del sistema dell’informazione del regime usurocratico. Lo sforzo deve essere titanico, la volontà e la determinazione non devono piegarsi di fronte a niente.

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A tutti noi un in bocca al lupo.



http://rapportoaureo.wordpress.com/2012 ... -truffato/


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Fiscal Compact, “il nostro Moloch”

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Tutto ciò che vorreste sapere sul Fiscal Compact e non osate chiedere. A dare le dovute risposte non sono stati i partiti politici (compreso il M5S), tantomeno la tecnocrazia europea. C’è voluto un intero capitolo tratto da un libro, “Cosa salverà l’Europa. Critiche e proposte per un’economia diversa” (curato da B. Coriat, T. Coutrot, D. Lang, H. Sterdyniak), per avere un’esplicativa disamina di cosa, in realtà, ci attende.

Procediamo a ritroso. Il trattato internazionale è stato ratificato il 2 marzo dello scorso anno da tutti gli stati membri dell’Ue (con la sola esclusione di Repubblica Ceca e Regno Unito); impone d’avere un deficit pubblico “strutturale” (vale a dire “proporzionato” all’evoluzione del ciclo economico), che non oltrepassi lo 0,5% del Pil. In altre parole, per quei paesi il cui debito pubblico è inferiore al 60% del Pil, la soglia d’ammissibilità nel rapporto fra i due oggetti sarà obbligata a livellarsi sull’1%, con uscite concernenti gli stati membri, che potranno avere uno “scoperto” sulle entrate non superiori allo 0,5% del Pil; finanche, il dato include le spese degli interessi sul debito pubblico. Avete letto bene: perfino le spese sugli interessi…

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Primo elemento su cui riflettere: il termine “strutturale” ha in sé complicati procedimenti statistici che “ritoccano” il calcolo secondo il ciclo economico. Ebbene, vista l’attuale recessione, le entrate (ovverossia, le tasse), si abbassano (ma non la pressione fiscale che fornisce, comunque, una minore quantità di denaro), mentre si alzano le uscite, per esempio quelle che coprono gli ammortizzatori sociali. La “correzione” ne terrà conto? In pratica, chi ha un disavanzo pari al 2% del Pil potrà ottenere un dato “strutturale” conciliabile con lo 0,5% stabilito a priori dal trattato.

Nel giro di vent’anni vigerà l’obbligo a rientrare in questo limite minimo al ritmo forsennato di un ventesimo d’eccedente, per ogni benedetto anno. Significa che il debito pubblico italiano, pari a 126%, sarà obbligato a restringersi intorno al 60% del Pil e che l’Italia dovrà registrare avanzi primari fino al 2033.

Due le ipotesi perfettamente antitetiche: per gli economisti che si oppongono al Fiscal Compact, questo si tradurrà in vent’anni d’insostenibile inflessibilità, rendendo permanente la recessione economica, mentre per i tecnocrati della Bce (in testa, la cancelliera Merkel e l’intero staff della troika, Fmi e Commissione inclusi), rispettare le condizioni del trattato vorrà dire riconquistare la fiducia dei mercati, agevolare la posizione dei titoli debitori, frenare i tassi d’interesse.

Veniamo ai nostri partiti politici, riprendendone l’orientamento prima e dopo l’ultima campagna elettorale (conclusasi con un nulla di fatto). Il primo degli otto punti (sostanziali), presentati da Pierluigi Bersani alla direzione del PD, chiarisce (finalmente) la questione (pur non affrontandola di petto). “Il governo italiano dovrà apportare una correzione nelle politiche europee di stabilità, conciliando la disciplina del bilancio con investimenti pubblici produttivi, al fine d’ottenere maggiore elasticità con obiettivi a medio termine nella finanza pubblica…L’aggiustamento del debito e deficit è fra gli obiettivi a medio termine. Nell’immediato, l’emergenza sta nell’economia reale e nell’occupazione”…

Molto probabilmente, l’intento è riferito a politiche fiscali anticicliche, al temporaneo aumento del debito con la spesa pubblica non coperta da tassazione, bensì finanziata da emissione di titoli, invertendo, in tal modo, il rullo compressore del Fiscal Compact. E riferendosi anche all’introduzione di deroghe nel famoso tetto dello 0,5%, come pure al rapporto “strutturale” tra deficit e Pil, dilatando, in questo modo l’arco temporale (vent’anni) entro cui conseguire la riduzione del nostro debito. “Stabilizzazione del debito pubblico” è un termine (e un concetto), usato dal segretario del partito democratico, al posto di un rilevante azzeramento voluto dalla troika.

Per ciò che concerne l’interlocutore più irascibile, Beppe Grillo (e il M5S), assolutamente programmatica la totale rinegoziazione dei vincoli fiscali e di bilanci europei; giusto per ripristinare quei fondi tagliati a scuola pubblica, sanità, abolire l’Imu, erogare misure come reddito di cittadinanza e quant’altro. Fermo restando che nel manifesto M5S i capisaldi si concentrano principalmente sui costi dello Stato, sul taglio degli sprechi, sulla casta e i suoi affiliati, auspicando l’introduzione di nuovi strumenti tecnologici che consentano la democratizzazione al flusso d’informazioni e servizi, senza il bisogno, per il cittadino, di vari intermediari.

C’è d’aggiungere che con il Fiscal Compact cresce la preoccupazione, tutta istituzionale, di un “europeismo da gregge” in forte decadenza, influendo negativamente sulle scelte elettorali, come tra l’altro è già avvenuto, particolarmente per chi (come Monti), si presenta filo – europeista.

Ricordiamoci, che PD, UDC, perfino i berlusconiani e i leghisti, il Fiscal Compact l’hanno approvato, firmato, reso legge dello Stato, anche se la ratifica formale ci è arrivata, come un verdetto tra capo e collo, soltanto il 2 marzo del 2012. Il pericolo di una deriva economica senza appello, che coinvolga anche i vecchi capisaldi dell’Europa – i diritti acquisiti – è, secondo molti economisti contro, un dato di fatto.

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Il trattato è frutto di un liberismo sregolato che agisce come un’arma a doppio taglio legata alla finanza internazionale, che scommette sul fallimento d’intere nazioni, impone profitti a scapito dell’ambiente, del lavoro, del risparmio e di un sistema basato sull’economia reale tutt’altro che obsoleta.

Ed è palese (come scrivono gli autori del pamphlet citato in apertura), il tentativo di “paralizzare completamente le politiche fiscali”, al contempo, “privare le politiche economiche di qualsiasi potere discrezionale…”, mettere in atto, cioè, l’obiettivo basilare: sbarrare la strada alle questioni nazionali che regolano i bilanci statali.

Ciascuna nazione, soprattutto nell’area del sud Europa (Italia, Spagna, Grecia, Portogallo, insieme a Irlanda e i paesi membri dell’Est), dovrà adottare un regime d’austerità a tempo indeterminato con misure violentemente restrittive che ledono diritti e democrazia. Ciò si traduce in diminuzione per pensioni, salari, funzioni (e funzionari) dello Stato, prestazioni sociali, ma si traduce anche, in aumento progressivo delle tasse.

http://www.altrenotizie.org/economia/54 ... oloch.html


Ultima modifica di Atlanticus81 il 09/04/2013, 11:54, modificato 1 volta in totale.


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Vediamo un semplice esempio di come uno Stato sovrano della propria moneta possa convertire la ricchezza reale di un Paese in ricchezza finanziaria (moneta) per i cittadini e l'economia reale.

Scopriremo allora che oggi con l'Euro questo non sia più possibile in quanto chi finanzia gli Stati non sono più le banche centrali nazionali ma banche e mercati privati che attraverso la moneta non svolgono l'azione sociale della vecchia Banca d'Italia ma generano profitti solo per sé stessi sottraendo ricchezza finanziaria (la famosa liquidità) all'economia reale e la trasferiscono ai mercati finanziari per la mera speculazione su altre forme di profitto dopo aver esaurito i ricchi bacini in cui stanno oggi operando.




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Cita:


Quando in certi casi (non questo)si dice "parlare con il senno di poi".

In questo video Auriti aveva segnalato la truffa già prima dell'entrata dell'euro e come sarebbero andate a finire le cose. e cosi è stato.
Ma si continua tutt'ora a permettere la truffa malgrado l'evidenza dei fatti.

Questo mi permetto di sottolinearlo anche se in questo Forum oramai lo sanno tutti. Ma la gente comune è ancora convinta che il debito è aumentato perchè si è speso troppo ed evaso le tasse.


Ultima modifica di Wolframio il 25/04/2013, 19:20, modificato 1 volta in totale.


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Udite udite!

Lo spread adesso cala ma per Fitch non conta più
L’agenzia di rating Usa dice che lo scarto fra Btp e Bund, sceso a quota 250, non è efficace per valutare il rischio default di un Paese. Ma quando era a 500 ci declassava

E noi che pensavamo che lo spread fosse tutto. Un governo è caduto per il differenziale fra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi. Sempre per colpa di quella parola inglese, che ormai è riconosciuta (non compresa) dalla stragrande maggioranza degli italiani, ci siamo imbarcati nel tunnel dell’austerity. A colpi di tasse, depressione e disoccupazione. Eppure, proprio adesso che lo spread scende verso i 250 punti, arriva un’agenzia di rating, Fitch, a raccontarci che lo spread non è tutto. La recente riduzione dei differenziali e dei credit default swap europei (le assicurazioni contro il rischio crac) mostra che in momenti di volatilità dei mercati - si legge in un rapporto - essi non sono dei parametri efficaci per valutare il rischio nel lungo termine. Ma come? Allora le lacrime e il sangue degli italiani sono stati inutili? Ora che, sulla scia del taglio dei tassi deciso dalla Bce, il tasso del biennale, in base alla piattaforma Bloomberg, è addirittura sceso per la prima volta sotto l’1%, allo 0,974%?

http://www.liberoquotidiano.it/news/eco ... a-piu.html

Se pensate a tutto ciò che è stato fatto in nome dello spread non vi assale un certo sconforto? D'altronde se tutto il discorso si basa su questo...

Il rapporto debito pil: una bufala catastrofica
http://www.informarexresistere.fr/2013/ ... z2SJXDzZqq

Credo sarebbe opportuno sfruttare queste nostre informazioni a casa di amici e parenti, durante i telegiornali, per smontare con argomentazioni valide i postulati dell'informazione di regime...

Perché essere presi per il c*** non piace a nessuno.

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Ultima modifica di Atlanticus81 il 04/05/2013, 11:41, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 04/05/2013, 12:25 
Se uno fà una dichiarazione dei redditi falsa, magari per un errore, rischia grosso.
Mentre questi mistificatori professionisti si permettono di giocare con formule che non hanno ne capo ne coda ed inventare dei nomi anglofoni come se avessero scoperto un nuovo virus da debellare,
e nessuno gli torce un cappello

Ipocriti, falsari, traditori e violenti. I politici: non dicono la verità ai cittadini italiani e, nonostante il loro dovere di uomini politici sarebbe quello di rappresentare e servire il popolo, lo ingannano.


Ultima modifica di Wolframio il 04/05/2013, 12:54, modificato 1 volta in totale.


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