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Thethirdeye ha scritto:


Questa è davvero spettacolare....... [:p]

"Sono tempi duri, il paese è indebitato, tutti vivono a credito... Ad un certo punto, arriva un turista tedesco. Ferma la macchina davanti all'unico albergo ed entra. Posa 100 euro sul bancone della reception e chiede di vedere le camere per sceglierne una. Il proprietario gli dice di scegliere quella che più gli aggrada. Appena il turista è sparito sù per le scale, l'albergatore prende i 100 euro, corre dal macellaio e paga il debito che aveva con lui. Il macellaio va immediatamente presso l'allevatore di maiali al quale deve 100euro e regola il suo debito. L'allevatore, a sua volta, corre a pagare la sua fattura presso la cooperativa agricola che gli procura gli alimenti per gli animali. Il direttore della cooperativa si precipita al pub per saldare il suo conto. Il barman, dà il biglietto alla prostituta che gli fornisce i suoi servizi a credito da un bel po'. La ragazza, che usa a credito le camere dell'albergo con i suoi clienti, corre a regolare i conti con l'albergatore. L'albergatore posa il biglietto sul bancone della reception dove il turista lo aveva posato. Dopo un po', il turista scende le scale e annuncia che non ha trovato una camera di suo gusto, per cui riprende il suo biglietto da 100 euroe se ne va... Nessuno ha prodotto nulla, nessuno ha guadagnato nulla, ma nessuno più è in debito e il futuro sembra molto più promettente... E' in questo modo, Signore e Signori, che funzionano i piani di salvataggio a beneficio dei Paesi dell'Europa in difficoltà!". Paolo Rocco V.


hahaah bellissimo -.-



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MessaggioInviato: 04/05/2013, 15:09 



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MessaggioInviato: 04/05/2013, 15:34 
tutto giusto, ma come fare? :)



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MessaggioInviato: 05/05/2013, 01:34 
Più chiaro di così! [;)]

Violati: “L’euro è sopravvalutato, va svalutato del 30% per resistere alle speculazioni e incoraggiare l’export”

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1) Pochi italiani ricordano che un barile di petrolio, che oggi costa sui 100 dollari, era venduto nel 1971 (poco più di 40 anni fa) a 1,25 dollari. Questo non ha mai creato gravi disagi nella vita dei popoli.

2) Quando è nato l’euro era stato quotato 85 centesimi di dollaro. Adesso è quotato tra un dollaro e venti e un dollaro e trenta. Questo significa che l’euro è sopravvalutato e una moneta sopravvalutata rende difficile l’esportazione e incoraggia le importazioni. (E le esportazioni italiane sono in continuo calo da quando siamo entrati nell’euro);

3) Quando siamo entrati nell’euro, eravamo abituati a mantenere competitiva la nostra economia con continue svalutazioni. Entrare nell’euro significava rinunciare alla svalutazione come modo di restare competitivi sui mercati internazionali.

4) I Governi italiani non hanno agito, dall’ingresso nell’euro fino al 2011, per eliminare i difetti nell’economia che avevano portato alla necessità delle svalutazioni competitive. E hanno aggravato il disavanzo e la tassazione.

5) Nel 1960 il peso dello Stato era solo del 26%. Quando siamo entrati nell’euro lo Stato italiano aveva un peso intorno al 50% sul PIL e chi tiene in piedi la povera Italia paga una tassazione tra le più alte del mondo per avere in cambio spaventose inefficienze. E il costo del lavoro in Italia è il più alto di tutti nella zona euro; e solo adesso i politici ammettono che nel pil è conteggiato il sommerso (lo ha fatto il Governatore Ciampi appena avuta la relazione del Censis sul sommerso);

6) Dalle statistiche di Banca d’Italia, appare che l’inflazione continua aveva portato una lira del 1861 a valere circa 6.800 lire del 1998. Ma con aggiustamenti continui per recuperare il valore dei salari e delle retribuzioni di chi lavorava, quelle svalutazioni non hanno mai procurato disastri. L’unico che ci guadagnava sempre era lo Stato che tassava come plusvalore la crescita dei valori (dovuti all’inflazione).

7) Creare una moneta senza avere una “Banca di ultima garanzia” è una follia. La crisi dei sub prime negli Stati Uniti e nella Inghilterra (che hanno Banche Centrali capaci d’intervenire sulla loro moneta) non ha creato danni così gravi alla vita sociale e non richiede così pesanti sacrifici ai cittadini. In Europa i Paesi che hanno l’euro stanno soffrendo per mancanza di una politica di difesa. Ma una crisi dell’Europa mette in crisi tutto il mondo. E Obama ci richiama ad un impegno di rilancio dell’economia europea, perché se l’Europa rallenta anche l’America rallenta;

8) La crisi successiva alla crisi del 1929 ha dato un grande ammaestramento: la crisi recessiva nella Germania (che attualmente vuole governare l’euro) dal 1929 al 1933, affrontata con politiche che avevano creato recessione e miseria, ha creato nel 1933 quel terribile mostro che è stato Hitler. E in Italia la gente si suicida e sono riapparse le brigate rosse. E fenomeni inquietanti di cui non si comprende l’origine;

9) Se l’Europa decidesse di svalutare l’euro si creerebbe una massa monetaria che permetterebbe a tutti i Paesi aderenti alla moneta unica di rilanciare le proprie economie. In modo particolare l’Italia con l’iniezione di moneta derivante dalla svalutazione dell’euro potrebbe,senza sofferenza,affrontare le misure di riduzione della spesa pubblica e rimessa in efficienza del sistema. E il Governo potrebbe più facilmente chiedere agli italiani di non trasformare in aumento dei prezzi l’iniezione di risorse destinate al risanamento.

10) Un economista – Roubini – afferma che l’euro va svalutato del 30% se si vuole resistere alle speculazioni del mercato;

11) Un Nobel dell’economia, Krugman, dice che l’eurozona con misure recessive, sta mettendo in atto un “Suicidio, economico e civile”;

12) Ricordando un insegnamento di Milton Friedman che diceva: “IN ECONOMIA NON ESISTONO PASTI GRATIS”, ridiamo più autonomia alle famiglie, diamo meno prestazioni falsamente gratuite, riduciamo la “corruzione che pesa per 60 miliardi l’anno” (fonte di malcostume economico e alimento per tutte le mafie) e ridiamo maggiore efficienza alle amministrazioni pubbliche e riduciamo le tasse.

http://www.imolaoggi.it/?p=49065

Ovviamente le banche che pilotano tutto in Europa non svaluteranno mai l'euro come auspica Violati perché vedrebbero svalutarsi di colpo del 30% i propri asset; preferiscono pertanto che la gente si suicidi, che il lavoro per i giovani non ci sia e che l'economia resti in recessione. Grecia, Portogallo, Spagna docet: gli aiuti della BCE hanno solo aggravato la cosa.

C'è solo un modo per farlo: sovranità monetaria (che equivale a libertà, cosa che abbiamo rinunciato e su cui sputiamo sopra ogni volta che inneggiamo all'euro e alla UE...)



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MessaggioInviato: 05/05/2013, 04:33 
purtroppo è proprio il sistema economico ad essere uno schifo, e non mi spiego come una specie che si reputa intelligente possa aver concepito un obbrobrio innaturale come questo. Ciò che proponi al limite sono dei palliativi l'unica vera soluzione è cambiare completamente sistema economico. In fondo ci sono varie forme di governo, varie filosofie culturali, possibile che vi sia una solo metodo per permetterci di scambiare bei e servizi?



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MessaggioInviato: 05/05/2013, 12:24 
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MaxpoweR ha scritto:

purtroppo è proprio il sistema economico ad essere uno schifo, e non mi spiego come una specie che si reputa intelligente possa aver concepito un obbrobrio innaturale come questo. Ciò che proponi al limite sono dei palliativi l'unica vera soluzione è cambiare completamente sistema economico. In fondo ci sono varie forme di governo, varie filosofie culturali, possibile che vi sia una solo metodo per permetterci di scambiare bei e servizi?


Certo che esistono, ma tutte le volte che vengono proposte o suggerite (decrescita felice, economia del dono, etc.etc.) sei proprio tu a bollarle come impossibili! [:p]



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MessaggioInviato: 11/05/2013, 17:58 
La funzione dell'Euro nelle parole dei suoi architetti

C'è chi ancora pensa che la moneta sia uno strumento neutrale e non invece un mezzo fondamentale di politica economica. E c'è chi ancora pensa che l'euro, nelle intenzioni di chi l'ha imposto, era un'idea "nobile". Niente di più sbagliato.

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Le radici antidemocratiche dell’euro nelle parole dei suoi stessi padri fondatori

L’Euro è diventato oggi l’incarnazione di un vero e proprio strumento di governo ("means of structural transformation”, un mezzo di trasformazione strutturale lo definì Mario Monti nel 2011) con cui si stanno imponendo a interi popoli — sotto l’egida dell’emergenza, dello stato di necessità e con la mannaia dello spread pronta ad abbattere i governi poco graditi ai mercati — decisioni altrimenti improponibili e inaccettabili da parte dei cittadini.

Questo fatto, lungi dall’essere una mia idea o una mia opinione, è stato placidamente ammesso dai padri nobili della moneta unica a più riprese. Pertanto, faccio qui una breve rassegna per gli smemorati, utile a mostrare a quelli che parlano di “Unione politica europea”, di “Stati Uniti d’Europa”, di “Sogno europeo” e in generale di uno sforzo politico per un’Europa più democratica, che la natura politica di fondo dei tecnocrati europei è incompatibile con qualsiasi disegno di matrice veramente democratica.

Ecco le prove (con tutte le fonti liberamente consultabili al link in coda all'articolo), nelle parole dei padri fondatori dell’Euro e dell’Eurozona:

1) Mario Monti, 1998, dal libro Intervista sull’Italia in Europa di Federico Rampini (p. 40 e 50-51):

Federico Rampini: «Perché la Commissione europea ha accettato di diventare il capro espiatorio su cui scaricare l’impopolarità dei sacrifici?».

Risposta di Monti: «Perché, tutto sommato, alle istituzioni europee interessava che i Paesi facessero politiche di risanamento. E hanno accettato l’onere dell’impopolarità ESSENDO PIU’ LONTANE, PIU’ AL RIPARO, DAL PROCESSO ELETTORALE. Solo che questo un po’ per volta ha reso grigia e poi nera l’immagine dell’Europa presso i cittadini».

Federico Rampini: «Con uno sguardo storico all’integrazione dal 1957 in poi, si è spesso sostenuto che la Comunità europea ha fatto progressi prodigiosi perché era cementata dalla paura di un aggressore esterno, cioè l’impero sovietico. Si può andare avanti verso l’Europa unita […] senza una minaccia esterna?»

Risposta di Monti: «Ma secondo me il peso delle minacce esterne è ancora uno dei motori dell’integrazione europea. Anche se la minaccia cambia natura: la minaccia esterna di oggi si chiama concorrenza. Questo è un fattore potente di spinta per l’integrazione, anche se l’Europa reagisce troppo lentamente a questa minaccia. […] Un altro fenomeno che viene percepito come minaccia esterna, e che sta spingendo l’Europa verso una maggiore integrazione, è la “minaccia immigrazione”. […] QUINDI LE PAURE SONO STATE ALL’ORIGINE DELL’INTEGRAZIONE, LE PAURE HANNO CAMBIATO NATURA, PERÒ RIMANGONO TRA I MOTORI DELL’INTEGRAZIONE».

2) Jean Claude Juncker (ex presidente dell’Eurogruppo), 21 dicembre 1999, Der Spiegel, sul modus operandi della Commissione Europea:

«Prendiamo una decisione, poi la mettiamo sul tavolo e aspettiamo un po’ per vedere cosa succede. Se non provoca proteste né rivolte, perché LA MAGGIOR PARTE DELLA GENTE NON CAPISCE NIENTE DI COSA E’ STATO DECISO, andiamo avanti passo dopo passo fino al PUNTO DI NON RITORNO».

Nota: si tratta dello stesso Juncker che ha detto questa cosa qui lo scorso gennaio. Proseguiamo:

3) Tommaso Padoa Schioppa, autunno 1999, Commenataire n. 27, sulla nascita dell’Unione Europea:

«La costruzione europea è una rivoluzione, anche se i rivoluzionari non sono dei cospiratori pallidi e magri, ma degli impiegati, dei funzionari, dei banchieri e dei professori. […] L’EUROPA NON NASCE DA UN MOVIMENTO DEMOCRATICO. […] Tra il polo del consenso popolare e quello della leadership di alcuni governanti, l’Europa è nata seguendo un metodo che potremmo definire con il termine di DISPOTISMO ILLUMINATO».

4) Romano Prodi, 4 dicembre 2001, Financial Times, sui futuri problemi che l’Euro avrebbe causato:

«Sono sicuro che l’Euro ci costringerà a introdurre un nuovo insieme di strumenti di politica economica. Proporli adesso è politicamente impossibile. MA UN BEL GIORNO CI SARÀ UNA CRISI e si creeranno i nuovi strumenti».

5) Giuliano Amato, 12 luglio 2007, EuObserver, sulle modalità con cui fu scritto il Trattato Lisbona:

«Essi [i leader Europei] hanno deciso che il documento avrebbe dovuto essere illeggibile. Essendo illeggibile allora non sarebbe stato costituzionale […] Se fosse stato comprensibile, ci sarebbero state ragioni per sottoporlo a referendum, perché avrebbe significato che c’era qualcosa di nuovo [il riferimento qui è alla Costituzione Europea bocciata nel 2005, nda]. I primi ministri non produrranno niente direttamente perché si sentono più al sicuro con la cosa illeggibile. Essi possono presentarla meglio, in modo da EVITARE PERICOLOSI REFERENDUM».

6) Jacques Attali (uno dei padri fondatori dell’Unione europea e dei Trattati europei), 24 gennaio 2011, all’Università partecipativa:

«Abbiamo minuziosamente “dimenticato” di includere l’articolo per uscire da Maastricht.. In primo luogo, tutti coloro, e io ho il privilegio di averne fatto parte, che hanno partecipato alla stesura delle prime bozze del Trattato di Maastricht, hanno…o meglio ci siamo incoraggiati a fare in modo che uscirne … sia impossibile. Abbiamo attentamente “dimenticato” di scrivere l’articolo che permetta di uscirne. NON È STATO MOLTO DEMOCRATICO, naturalmente, ma è stata un’ottima garanzia per rendere le cose più difficili, per costringerci ad andare avanti».

7) Mario Monti, 22 febbraio 2011, convegno Finanza: comportamenti, regole istituzioni, Università Luiss Guido Carli, sul bisogno di crisi come strumento di governo:

«Non dobbiamo sorprenderci che L’EUROPA ABBIA BISOGNO DI CRISI E DI GRAVI CRISI PER FARE PASSI AVANTI. I passi avanti dell’Europa sono per definizione cessioni di parti delle sovranità nazionali a un livello comunitario. È chiaro che il potere politico ma anche il senso di appartenenza dei cittadini a una collettività nazionale possono essere pronti a queste cessioni solo quando il costo politico e psicologico del non farle diventa superiore al costo del farle perché c’è una crisi in atto visibile, conclamata».

8) Helmuth Kohl, 9 aprile 2013, Telegraph sull’ingresso nell’Euro da parte della Germania:

«Sapevo che non avrei mai potuto vincere un referendum in Germania. Avremmo perso il referendum sull’introduzione dell’euro. Questo è abbastanza chiaro. Avrei perso sette a tre. […] NEL CASO DELL’EURO, SONO STATO COME UN DITTATORE».

E adesso, chi vuole continuare a sognare continui pure a farlo.

http://www.frontediliberazionedaibanchi ... 90758.html


Ultima modifica di Atlanticus81 il 11/05/2013, 18:05, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 11/05/2013, 18:44 
La riserva frazionaria è il cuore del probelma

I BANCHIERI NON POSSONO PRESTARE SOLDI CHE NON POSSEGGONO:
NEGLI STATI UNITI DEL 1850 QUESTO ERA UN CRIMINE CAPITALE. PENA L’IMPICCAGIONE!

[BBvideo]SYKC1Ie6QX8#![/BBvideo]

Durante una arringa dell'europarlamentare Bloom contro le banche centrali, un difensore dell'Euro ha scelto di fare la domanda sbagliata.

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Questo è parlare chiaro [:)]


Ultima modifica di Wolframio il 11/05/2013, 18:49, modificato 1 volta in totale.


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Blissenobiarella ha scritto:




Come ho detto anche nell'altra discussione, spendete due ore del vostro tempo e non perdetevi questa intervista. Merita davvero.



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Atlanticus81 ha scritto:

Cita:
MaxpoweR ha scritto:

purtroppo è proprio il sistema economico ad essere uno schifo, e non mi spiego come una specie che si reputa intelligente possa aver concepito un obbrobrio innaturale come questo. Ciò che proponi al limite sono dei palliativi l'unica vera soluzione è cambiare completamente sistema economico. In fondo ci sono varie forme di governo, varie filosofie culturali, possibile che vi sia una solo metodo per permetterci di scambiare bei e servizi?


Certo che esistono, ma tutte le volte che vengono proposte o suggerite (decrescita felice, economia del dono, etc.etc.) sei proprio tu a bollarle come impossibili! [:p]


MA si perchè devono tener conto dell'attuale situazione, come riconverti tutta l'economia 'planetaria ad una economia del dono? (Senza decimare la popolazione ^_^) A te sembra fattibile? A me proprio no.



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MessaggioInviato: 12/05/2013, 16:34 
Ok, ma l'attuale situazione (come la chiami tu) non può diventare un alibi al non far nulla!!!

Tu stesso dici che l'unica VERA soluzione è quella di cambiare completamente sistema economico.. bene.. e da qualche parte bisognerà pur cominciare!!!

Ci vorranno generazioni e generazioni, ma se mai si comincia, mai si finisce. C'è sempre una via di uscita, basta volerla cercare e iniziare a intraprenderla.

Un primo passo potrebbe essere quello di riconoscere il fallimento dell'euro e della politica monetaria della UE e RI-definire una NUOVA politica economica continentale, propedeutica al benessere dei cittadini. Di ipotesi ne sono state fatte tante anche da molti economisti 'non allineati':
- svalutazione dell'euro
- ritorno alla sovranità monetaria nazionale
- moneta complementare
- MMT
- l'esperimento monetario dell'economia giapponese

Di certo NON CI STO e non ci starò mai a rassegnarmi a un "Sistema" concepito da pochi burocrati (e gli ultimi post lo dimostrano ancora una volta) per il solo scopo di controllo e dominio sulle economie di 200 milioni di persone (e a più ampio raggio di miliardi di persone) che funziona attraverso monete create dal nulla, private equity, hedge funds, derivati che coprono per 6 o addirittura 10 volte il PIL mondiale, etc.etc...

A questa realtà BUGIARDA (perché di grande inganno si tratta - e quello della moneta è uno dei pilastri di questo grande inganno) preferisco un FOLLE sogno. Se non per noi almeno facciamo uno sforzo per le generazioni future.

Credo sia un dovere di ciascuno cercare di lasciare un mondo migliore a chi verrà dopo di noi, perché ricordiamoci sempre che questo mondo non ce l'abbiamo in eredità dai nostri padri, ma ce l'abbiamo in prestito.. dai nostri figli.

Ed è a loro che dobbiamo pensare.



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MessaggioInviato: 15/05/2013, 19:10 
A volte penso che nelle Università di Economia dovrebbe diventare obbligatorio leggere questo tipo di libri - un corso di Laurea in Economia "alternativa" [:D]

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Correva l'anno 1998...

PER IL NOBEL MILTON FRIEDMAN, L' EURO E' UN PROGETTO DIRIGISTA E PERICOLOSO " FRANCOFORTE E BRUXELLES PRENDERANNO IL POSTO DEL MERCATO " - La moneta unica e' un soviet

Milton Friedman, l'euro e' un progetto dirigista e pericoloso "Francoforte e Bruxelles prenderanno il posto del mercato"

La moneta unica e' un soviet Europei, sperate nella sorte. Il Purgatorio di cui parla il Governatore Fazio, altrimenti, passera' per un villaggio vacanze.

E la vostra valuta unica vi torturera' come il tridente del Maligno.

Milton Friedman, che non e' diventato il grande saggio della moneta della seconda meta' del secolo perche' cammina sui gusci d'uovo, non parla per tenere alti gli animi. E' il concentrato del radicalismo: per l'euro di Kohl e Mitterrand, sul quale l'Europa si sta dannando l'anima, non ha un grammo di benevolenza, lo fa a pezzi. Lo considera un progetto "elitario, antidemocratico e dirigista" e quindi esposto a pagare il prezzo delle sue caratteristiche.

Da questa parte dell'Atlantico, faremmo bene a sperare in una stella in piu' sulla bandiera d'Europa. Sara' quella che conta. Se non sara' assistito da una gran fortuna, il caro Vecchio continente rischia un capitombolo mai visto dalla vetta della moneta unica che sta innalzando. Friedman, 86 anni, padre del liberismo moderno, Premio Nobel, anima e mente della Scuola di Chicago e del monetarismo, Nemico Numero Uno della sinistra del pianeta, e' probabilmente l'economista vivente piu' rilevante, di sicuro il conoscitore massimo della moneta e dei suoi labirinti.

Oggi vive in California, insegna alla Stanford University, e' senior research fellow della Hoover Institution. In questi giorni e' a Sea Ranch, sulla costa dell'oceano, dalla sua casa allunga lo sguardo sul Pacifico ed e' piu' che mai dell'opinione che l'Unione monetaria sia un'assurdita' che peggiorera' i problemi dell'Europa e ridurra' la liberta' di mercato.

Beh, come minimo e' un esperimento interessante.

"Interessante da osservare. Ma non sara' di certo quel tipo di benedizione che vorrebbero far credere. Niente di sbagliato, in generale, a volere un'unione monetaria. Ma in Europa c'e' gia' ed e' quella esistente di fatto tra Germania, Austria e Paesi del Benelux. Niente vieta che, se ci tiene, l'Italia aderisca a quella. Il resto e' una costruzione non democratica".

Perche' non democratica? "Il progetto generale non lo e'.

Ovviamente, perche' non e' quello che vogliono i cittadini. Se la popolazione tedesca votasse, il progetto sarebbe sconfitto. E lo stesso accadrebbe in molti altri Paesi. L'Unione monetaria e' il prodotto di una elite. E' il frutto di una impostazione non realistica, di una spinta elitaria di chi vuole usare la moneta unica per arrivare all'unione politica. Pensiamo davvero che Kohl oggi e Mitterrand in passato siano stati sostenuti da un desiderio di unita' economica?

No, il loro obiettivo primario era politico, mettere assieme Francia e Germania per evitare guerre future. Gli Stati Uniti d'Europa sono una componente essenziale del progetto monetario".

Ed e' un errore?

"E' una visione sbagliata. Piu' che unire, la moneta unica crea problemi e divide. Sposta in politica anche quelle che sono questioni economiche. La conseguenza piu' seria, pero', e' che l'euro costituisce un passo per un sempre maggiore ruolo di regolazione da parte di Bruxelles. Una centralizzazione burocratica sempre piu' accentuata. Le motivazioni profonde di chi guida questo progetto e pensa che lo guidera' in futuro vanno in questa direzione dirigista. E' una tendenza che c'e' da 15 anni, contro la quale, per esempio, ebbe modo di combattere Margaret Thatcher".

Pensa che sara' anche un fallimento?

"Spero di sbagliarmi, perche' un'Europa di successo e' nell'interesse sia degli europei che degli americani. Ma non vedo la flessibilita' dell'economia e dei salari e l'omogeneita' necessaria tra i diversi Paesi perche' sia un successo. Se l'Europa sara' fortunata e per un lungo periodo non subira' shock esterni, se sara' fortunata e i cittadini si adatteranno alla nuova realta', se sara' fortunata e l'economia diventera' flessibile e deregolata, allora tra 15 o 20 anni raccoglieremo i frutti dati dalla bendizione di un fatto positivo. Altrimenti sara' una fonte di guai".

Cosa prevede succedera'?

"Una riduzione della liberta' di mercato. A Francoforte siedera' un gruppo di banchieri centrali che decidera' i tassi d'interesse centralmente. Finora, le economie, come quella italiana, avevano una serie di liberta', fino a quella di lasciar muovere il tasso di cambio della moneta. Ora, non avranno piu' quell'opzione. L'unica opzione che resta e' quella di fare pressione sulla Ue a Bruxelles perche' fornisca assistenza di bilancio e sulla Banca centrale europea a Francoforte perche' faccia una politica monetaria favorevole. Aumenta cioe' il peso dei governi e delle burocrazie e diminuisce quello del mercato. Sarebbe meglio fare come alla fine del secolo scorso, quando, col Gold Standard, l'Europa aveva gia' una moneta unica, l'oro: col vantaggio che non aveva bisogno di una banca centrale".

A proposito, che approccio crede prendera' la Banca centrale europea? Riuscira' a controllare la massa monetaria?

"No, non c'e' dubbio, non possono partire con un obiettivo monetario in un'area cosi' ampia e non conosciuta. Si daranno un target di inflazione e per di piu' non esplicito: non stabiliranno un meccanismo automatico ma manterranno una grande discrezionalita' di scelte. Come fanno oggi la Bundesbank e la Banque de France con i tassi d'interesse a breve. Sara' interessante, dal punto di vista degli studiosi".

Tornando agli effetti dell'euro, pensa che l'Unione monetaria possa, in certe circostanze, rompersi?

"Difficile. E' possibile ma non probabile. Se coloro che la vogliono arriveranno al punto di farla, e' difficile che poi salti. Anche se e' gia' successo in passato che un'area monetaria si sia divisa in parti. Certo dovrebbe essere il risultato di una crisi, un forte atto politico".

Con conseguenze negative anche sul mercato unico?

"Impossibile da prevedere. Quello che c'e' da dire sul mercato unico, piuttosto, e' che e' reso piu' complicato proprio dall'Unione monetaria che rende piu' difficili le reazioni delle economie, toglie loro strumenti e le rende piu' dipendenti dalle burocrazie".

L'euro sara' una minaccia per l'egemonia del dollaro?

"Non lo so per certo. Scommetterei pero' che non lo sara'. Nell'uso delle valute, c'e' molta inerzia di comportamenti. Come minimo, ci vorra' tempo prima che l'euro si affermi. Da una moneta, la gente si aspetta stabilita': solo se sara' un successo in Europa e manterra' l'inflazione bassa, potra' dare fiducia a livello internazionale. Ma l'euro non sara' un'alternativa improvvisa al dollaro. E se anche l'euro lo sfidera', non sara' un gande problema per gli Stati Uniti: avere una valuta internazionale non e' poi quel gran vantaggio".

E per i cittadini europei? sara' una transizione difficile?

"Sara' molto difficile da capire. In Francia, ci sono voluti decenni per fare entrare nella mente della gente il passaggio dal franco vecchio a quello nuovo. Il denaro e' qualcosa che diventa una parte di base del pensiero, un'idea. Nella percezione, il tuo denaro e' denaro, con un suo valore, quello degli altri Paesi e' carta. Anche questo porta a chiedere se il passaggio alla moneta unica europea e' democratico. Non credo che i cittadini lo ameranno".

Fatto sta che con questo progetto gli europei hanno ridotto i deficit pubblici e si sono messi sulla strada degli Stati Uniti che pareggeranno il bilancio il prossimo anno, o forse gia' nel '98.

"Questa e' proprio un'idea sbagliata, non e' la vera questione. A parte che i conti pubblici li aggiusti come credi, la verita' e' che il debito americano continua a crescere a causa di poste non finanziate, come la sicurezza sociale e le pensioni. La chiave non e' questa: quello che conta e' la frazione di Prodotto lordo che si prende lo Stato. E oggi questo e' sempre piu' intrusivo anche in America: pesa ormai per il 40 % del Pil. Se si includono le regolazioni e gli affari indotti dal governo, arriviamo a un altro 10 % in piu'.

In Europa e' peggio: in alcuni Paesi arriviamo a superare il 50 e il 60 % . Il fenomeno straordinario e' che sia in America che in Europa le economie siano riuscite a funzionare decentemente e i cittadini riescano a vivere bene con una porzione di economia libera dallo Stato che e' solo la meta' del totale negli Stati Uniti e il 35 % in Europa".

Dunque la vera riforma e' il taglio delle spese pubbliche.

"Certo, ma c'e' un solo modo per farla: tagliare le tasse. Lo Stato tende a spendere tutto quello che entra in cassa piu' tutto quello che puo' aggiungere in qualche modo. Percio' occorre tagliare le entrate. Come ai bambini: devi dare loro meno denaro. Quest'ultima e' un po' un'esagerazione ma da' l'esempio generale".

L'economia americana, comunque, e' in boom.

"Le radici di questa crescita stanno in due realta'. Primo, negli anni di Ronald Reagan, quando il peso dello Stato inizio' a calare: purtroppo, con George Bush e Bill Clinton e' tornato a crescere. Secondo, nella politica monetaria di Alan Greenspan. In termini generali, io sarei per eliminare la banca centrale. Detto questo, considero Greenspan il miglior governatore che la Federal Reserve abbia avuto da quando esiste. Finora, almeno. Il che non vuole dire che sara' sempre cosi'. Adesso, per esempio, vedo nella situazione monetaria americana tendenze all'aumento dell'inflazione, dal 2 verso il 4 % : sarebbe il caso di avere una politica meno espansiva".

Una cosa bella dei grandi vecchi e' che spesso riescono a viaggiare controcorrente.

http://archiviostorico.corriere.it/1998 ... 2205.shtml

No, mio caro Danilo Taino (l'autore dell'articolo del Corriere del Marzo del '98) una cosa bella è che i grandi vecchi spesso hanno ragione!

E i fatti lo dimostrano...


Ultima modifica di Atlanticus81 il 30/05/2013, 01:17, modificato 1 volta in totale.


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