Cita:
La retata dell’Alto Lazio, un caso del passato di pulizia morale
Il 27 luglio del 2030 i carabinieri fecero irruzione nelle cantine di un vecchio castello nell’Alto Lazio, proprio dove il Tevere curva a lungo prima di prendere la strada della Capitale. Le molte segnalazioni anonime arrivate al comando di Roma dicevano che ex contadini ormai impoveriti che vivevano di sussidi ed ex tossicodipendenti da carne, reduci dal Centro di Riabilitazione Vegetale di Fiuggi, si riunivano per bere e mangiare cibi ormai proibiti dalla legge e stigmatizzati dal Comune Senso del Pudore Mediatico (CSPM).
Quale non fu lo stupore dei militi nel trovare il Presidente della …, la presidente del …, Il direttore generale del ministero…, il capo delle polizie unificate di…, l’amministratore delegato della …, l’azionista di maggioranza di…., insieme allo Sceicco di …, l’Emiro di…, Il Pope di…. riunito attorno ad un vasto camino circolare.
Erano tutti arrivati in quel luogo vestiti poveramente, dentro utilitarie, vecchie “giardiniere”, alcune con portabagagli in ferro ai quali avevano legato antichi strumenti agricoli, come zappe, vanghe, falci, erpici. Tutti risultati rubati dal museo della Civiltà Contadina sito nel Castello di Mentana, presso Roma.
Sotto questo abile mascheramento da sofferenti, una manica di potenti, corroborati dal loro denaro arrogante, guadagnato di certo in modo disonesto, si dava appuntamento per le sue serate di maleducazione. I Militi dell’Arma hanno trovato spiedini con resti di diversi animali – dal maiale al pollo, dal fagiano alla quaglia, ipocritamente separati da fette di peperone rosso o verde. Nelle braci sono stati raccolti e repertati per il magistrato inquirente spezzoni di sigari di diverse marche, tra i quali i noti Romeo y Julieta e altri di minor valore, detti “toscanelli”. C’era un palo al centro della sala, un orrore macchiato di sangue, sul quale cameriere (“cameriere”, un termine proibito dall’editto-Boldrini sul linguaggio del 2019, desk: valutare eventuale cancellazione del termine) in realtà donne seminude che infilavano sul palo pezzi di carne cruda di vari animali che veniva poi cotta al vapore di foglie di vite proveniente da una fossa sottostante. Alcuni dei carabinieri che hanno partecipato all’azione di polizia sono stati colti da malore. Sulla scena del crimine è stato bevuto vino, un’infrazione minore data l’incidenza di questa bevanda (“Decreto Farinetti, 2018) sul nostro Made In Italy, ma ciò che è più grave è che si sia bevuta acqua minerale in bottiglie di plastica proibite. Uno dei carabinieri addetti alla raccolta delle prove è stato ricoverato in ospedale in preda a salivazione e crisi di deliquio da desiderio.
“Purtroppo la condizione di insopportabile privilegio sociale di alcuni dei fermati e la leggerezza delle misure previste dal codice per i reati loro ascritti ci proibisce di trasformare in arresto senza obbligo di scarcerazione il risultato dei nostri sforzi – ha dichiarato il dottor Zammerdoni, sostituto presso la procura di Fara Sabina. “Ma siamo fiduciosi – ha aggiunto – che il Parlamento, da noi già sollecitato in via breve, proceda quanto prima alla modifica in senso responsabile delle misure e ci permetta di trasformare l’attuale denuncia a piede libero in arresto”.
Il nostro inviato ha raccolto le testimonianze di alcuni dei militi impegnati nello sforzo di repressione del consumo clandestino di carni e fumo di tabacco. “In realtà, mentre li portavamo via – ci dice l’appuntato Genny La Verguenza – hanno commesso altri reati: ho sentito bestemmie, ho sentito la parola, scusi non posso ripeterla, una parola di quattro lettere che indica la vagina delle donne. E un vecchio, un uomo sui 71 anni, vedendo il colore nero della mia pelle, mi ha detto: “uè, Opti Pobà, ciuccia la banana”, ma la prego non scriva questa frase, mi rovina la carriera. Sono eccessi da parte mia, sappiamo tutti che bisogna stare dalla parte giusta, perché il solo non pronunciarsi contro questo scempio, configura il reato di complicità e connivenza punibile con la reclusione da 3 mesi a 3 anni, figuriamoci poi ripetere certe cose alla stampa” (Desk: valutare pulizia dichiarazioni milite, grazie)
http://www.wired.it/attualita/2014/07/2 ... ia-morale/