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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 31/07/2016, 15:26 
Porca pupazza..... [B)]

Taranto, l'abbraccio tra il poliziotto che ha sconfitto il cancro...

Venerdì scorso a Taranto, durante la manifestazione contro la presenza del bugiardo
seriale e le scelte del Governo sull'ILVA, un poliziotto (che ha sconfitto il cancro)
abbraccia e una madre che protesta col cartello ‪#‎siamotutti048‬ (il codice di esenzione
per i malati oncologici). Ascoltate bene quello che si dicono.

https://www.facebook.com/danielaaiutom5 ... 432316292/



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 31/07/2016, 22:51 
Mo si parlerà di questo struggente abbraccio fingendo di parlare dell'ilva senza parlarne affatto. Bene così... Per loro.



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la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 25/09/2016, 15:05 
21 settembre 2016


Ilva, Peacelink: anomalie in dati centraline. Del Vecchio in India per negoziare ingresso Jindal


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Contro le morti sul lavoro. All'Ilva come in tutte le aziende di Italia, i metalmeccanici oggi si fermano per un'ora. Lo sciopero è stato indetto da Fim Cisl, Fiom Cgil e Uilm Uil. "Dall'inizio dell'anno 500 lavoratori sono morti mentre lavoravano" spiegano i sindacati: "E' un dato inaccettabile, che rappresenta una situazione drammatica. Il diritto alla vita di un lavoratore è un bene assoluto che nessuno può cancellare". Gli ultimi decessi si sono registrati la settimana scorsa a Piacenza, Taranto e Roma.


Giornata intensa per risolvere problemi Ilva Giornata intensa oggi per i problemi dell'Ilva: tre i momenti. Uno di confronto suo temi industriali e di prospettiva dell'azienda, un secondo di carattere sindacale e un terzo solo giudiziario.


A Taranto si terrà l'ultimo, a Roma, invece, i primi due. Alle 14 i commissari dell'Ilva, Gnudi, Laghi e Carrubba, andranno in audizione alla Camera, alla commissione Attività produttive presieduta da Guglielmo Epifani (Pd), e alle 18 incontreranno sempre a Roma i sindacati metalmeccanici, confronto quest'ultimo sollecitato dal Governo proprio dopo l'incidente mortale di Taranto nel quale, sabato scorso, ha perso la vita un operaio di 25 anni, dipendente di un'impresa appaltatrice, Giacomo Campo. Ma è evidente che anche l'audizione alla Camera, inizialmente programmata per fare il punto sulla procedura di cessione in corso del gruppo Ilva, avrà il suo focus sulla sicurezza sul lavoro.


I commissari Ilva, in una nota diffusa domenica scorsa, hanno assicurato impegno sulla manutenzione ordinaria e straordinaria dello stabilimento siderurgico e anche nel rapporto con l'autorità giudiziaria e quella istituzionale. I sindacati, che hanno promosso a Taranto due giornate di sciopero dopo l'incidente - una dei lavoratori diretti, l'altra di quella degli addetti delle imprese di pulizia industriale e civile -, attendono oggi dai commissari Ilva le prime risposte significative sul versante della sicurezza.


Sabato scorso, incontrando in Prefettura a Taranto il vice ministro del Mise, Teresa Bellanova, i sindacati hanno chiesto che anche nella fase di transizione che segna ora la vita dell'Ilva ci sia la massima attenzione e la massima vigilanza sulla tutela dei lavoratori, sia diretti che esterni. E intanto, dopo l'interruzione estiva, riparte questa mattina in Corte d'Assise il maxi processo "Ambiente Svenduto" che dovrà fare luce sul disastro sanitario e ambientale di Taranto causato, secondo la Procura, dalle emissioni nocive dell'Ilva.


Oggi la Corte, presieduta dal giudice Michele Petrangelo, dovrebbe sciogliere la riserva sulle richieste di costituzione di parte civile che sono state presentate dopo il nuovo rinvio a giudizio degli imputati avvenuto nei mesi scorsi dopo l'azzeramento dell'udienza preliminare conclusasi a luglio del 2015. Le richieste di costituzione parte civile già ammesse sono quasi un migliaio. A partire da oggi, le nuove udienze saranno dedicate ancora alle cosiddette questioni preliminari mentre il processo, che ha portato alla sbarra 47 imputati (44 persone fisiche tra i quali Fabio e Nicola Riva, l'ex governatore di Puglia, Nichi Vendola, il sindaco di Taranto, Ezio Stefano, e tre società quali Ilva spa, Riva Fire e Riva Forni Elettrici, entrerà nel vivo il 3 ottobre giorno in cui il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano depositerà, secondo quanto ha annunciato nei giorni scorsi, la richiesta di revoca della facoltà d'uso degli impianti dell'area a caldo dell'Ilva.


Impianti - altiforni, acciaierie, parco minerrali etc - sequestrati dalla Magistratura il 26 luglio 2010 e sui quali è poi intervenuto il Governo con il primo dei decreti Ilva, convertito nella legge 231 del 2012, che ha consentito che l'azienda potesse farli funzionare per consentirne la bonifica ambientale. Ieri mattina, invece, dinanzi al Tribunale civile si è svolta una nuova udienza del processo per la quantificazione del risarcimento chiesto dal Comune di Taranto.


Nell'udienza è stato ascoltato l'ex dirigente Ilva, Angelo Lalinga, in merito al ruolo dei cosiddetti "fiduciari" della famiglia Riva e del "governo ombra" costituito all'interno della fabbrica. Lalinga ha ripercorso le dichiarazioni rese ai finanzieri nel corso delle indagini ed ha precisato che la presenza dei "fiduciari" era cosa conosciuta a quanti operavano nel siderurgico, ma di non aver mai preso ordini diretti da qualcuno di loro. La prossima udienza del processo civile è fissata per il 20 dicembre.


Fiom a commissari, chiarezza su materiale rimosso a Taranto "Sono stati effettuati oltre 180 interventi per la bonifica di oltre 1750 tonnellate di amianto presso lo stabilimento siderurgico Ilva" di Taranto ma ora "nelle relazioni fornite dai commissari si faccia riferimento, oltre che alla mappatura e alle attivita' di bonifica gia' effettuate, anche al piano di bonifica, ai tipi e allo stato dell'amianto, ai procedimenti applicati per la bonifica, al numero e dati anagrafici degli addetti". Lo sollecita la Fiom Cgil in una nota inviata ai commissari dell'Ilva (Gnudi, Laghi e Carrubba).


Il sindacato chiede che siano precisate anche le "caratteristiche degli eventuali prodotti contenenti amianto" e le "misure adottate e in via di adozione ai fini della tutela della salute dei lavoratori e della tutela dell'ambiente". "La Fiom Cgil - si legge in una nota - ritiene infatti indispensabili tali informazioni al fine di verificare la necessità di estendere i processi di allontanamento dei lavoratori dalle fonti di rischio a tutt'oggi presenti nello stabilimento siderurgico". La Fiom dice di attendere "che venga consegnata e presentata la relazione commissariale, aprendo un tavolo di confronto con le organizzazioni sindacali, così come dichiarato dal commissario Carrubba" nell'incontro del 8 giugno scorso "tenutosi in azienda per verificare la corretta attuazione di tutte le misure necessarie alla tutela e salvaguardia della salute e sicurezza di tutti i dipendenti dello stabilimento Ilva di Taranto".


Peacelink, anomalie in dati centraline monitoraggio "Le centraline che dovrebbero fare il monitoraggio ambientale minuto dopo minuto dei punti più critici dell'Ilva, a partire dalla cokeria, sono un flop colossale". Lo sottolineano Alessandro Marescotti e Luciano Manna di Peacelink evidenziando presunte anomalie dopo aver consultato i dati del Piano di monitoraggio e controllo nell'Ilva pubblicati pochi giorni fa sul sito del Ministero dell'Ambiente.


"Le centraline posizionate dentro l'Ilva - spiegano - forniscono valori di inquinamento talmente insignificanti da risultare addirittura più bassi di quelli del quartiere Tamburi di Taranto", ma "soprattutto è paradossale che i dati delle analisi degli Ipa cancerogeni della cokeria, fatte effettuare da Ilva in un apposito laboratorio chimico, risultino di gran lunga superiori ai dati di monitoraggio in continuo". Mentre "i valori più elevati riscontrati dalla centralina del monitoraggio in continuo in cokeria - osservano gli ambientalisti - arrivano massimo a 154 nanogrammi a metro cubo di Ipa, la corrispondente analisi in cokeria fatta in laboratorio (con le classiche analisi non in continuo) fornisce valori di ben 5303 nanogrammi a metro cubo sempre di Ipa. I valori della centralina di monitoraggio in continuo fornisce in cokeria valori oltre trenta volte piu' bassi".


Inoltre, "i valori di benzo(a)pirene riscontrati in laboratorio con i metodi classici risultano più elevati dei valori degli Ipa riscontrati nello stesso giorno dalla corrispondente centralina di monitoraggio in continuo della cokeria: un assurdo tecnico dato che il benzo(a)pirene - concludono i rappresentanti di Peacelink - è un sottoinsieme degli Ipa e non può superare il valore degli Ipa. Peacelink chiederà all'Arpa e all'Ispra i dati analitici minuto dopo minuto del monitoraggio in continuo in cokeria per verificare la validità dei dati perchè appare altamente improbabile che durante il caricamento e lo sfornamento del carbon coke vi siano valori talmente irrilevanti.


Vertici AcciaItalia in India per negoziare con Jindal I vertici di AcciaItalia, la società costituita da Cdp, la DelFin di Leonardo Del Vecchio e Arvedi per l'acquisizione dell'Ilva, sono in India per negoziare l'ingresso nella cordata del gruppo Jindal. A quanto apprende da fonti industriali locali, sul tavolo ci sono le condizioni della partecipazione del colosso indiano e il piano per il rilancio dell'Ilva che la cordata sta mettendo a punto. Prosegue, dunque, il lavoro per arrivare a consegnare nei termini previsti, l'autunno, il piano per il risanamento industriale e ambientale dell'Ilva. E i soci italiani vogliono farlo con il supporto di un solido partner internazionale.


Ieri i funerali dell'operaio morto sabato in incidente lavoro Con una corona di fiori tra le braccia anche il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, in un'atmosfera carica di commozione e di rabbia, ha accompagnato nel corteo funebre il feretro di Giacomo Campo. Subito dopo l'incidente Emiliano aveva dichiarato che "la rabbia della Puglia è incontenibile" e che "la nostra pazienza è finita" definendo il siderurgico una fabbrica "vecchia e insicura". Ieri ha annunciato che chiederà lo stop delle attività produttive a meno che non venga portato a termine il "processo di ambientalizzazione" e "la messa in sicurezza della fabbrica sia assicurata".


Per questo in occasione della ripresa del processo 'Ambiente svenduto', la Regione avanzerà alla Corte d'assise di Taranto una richiesta "di sequestro dello stabilimento chiedendo che la Corte rivaluti la questione di costituzionalità dei decreti che impediscono la vigenza dei sequestri sullo stabilimento".


Vescovo: Taranto non ne può più Taranto non ne può più. Il lavoro è per la vita, non per la morte!". Sono parole dure e cariche di rabbia quelle pronunciate dall'arcivescovo di Taranto, mons. Filippo Santoro, durante i funerali di Giacomo Campo, il 25enne operaio di una ditta dell'appalto morto sabato scorso in un incidente sul lavoro all'Ilva.


"Tante - ha aggiunto il presule - le parole dette e ascoltate in questi giorni. Parole sì necessarie e doverose per non peccare di omissione o, peggio ancora, di indifferenza, ma purtroppo parole che arrivano a orecchie e cuori stanchi di ascoltare, perche' esasperati dal riproporsi, ciclico, dall'assurdità, di questo prezzo da pagare in vite umane. Un tributo insostenibile e ingiusto". Non è "un ineluttabile destino - ha detto ancora mons. Santoro - quello che ha falciato la vita del nostro fratello! Il Cristo in croce oggi può parlare al cuore dei parenti di Giacomo. Il Cristo che soffre con noi e per noi. Così come anche la vergine Maria, ai piedi della croce oggi puo' consolare questa famiglia. Non estranea, non spettatrice, ma partecipe, immersa nel vostro stesso dolore.


Questa compassione/commozione di Cristo pervada anche noi, perchè non lo accompagniamo solo con le lacrime, ma con il nostro impegno, la nostra solidarietà". Infine, l'arcivescovo ha rivolto un monito alle istituzioni. "A chi ha in capo la responsabilità di garantire un futuro giusto ai figli di Taranto - ha sottolineato - dico che il tempo degli intenti è ormai scaduto e che il Signore ci guarda e ci chiede gesti grandi".
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fonte




Cita:
... dico che il tempo degli intenti è ormai scaduto e che il Signore ci guarda e ci chiede gesti grandi.



Un bel gesto sarebbe quello di mettere alla gogna sul camino E312 tutti i responsabili del diasastro ILVA (compresi coloro che non hanno mai voluto far nulla -solo chiacchere... mentre a Taranto si continua a morire-).
Un bel respiro dovrebbe bastare, con tutta la porcheria tossica che sputa di continuo il siderurgico.


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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 06/11/2016, 15:14 
Falda e acque avvelenate, nuovo disastro ambientale per Taranto? Indaghi la Procura


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I veleni accumulati nel sottosuolo del parco minerali Ilva hanno contaminato la falda? Perchè nessuno è intervnuto? Per quali scopi sono state utilizzate le acque contaminate? Dopo la denuncia sugli organi di informazione, è arrivata la denuncia vera e propria ai carabinieri di Taranto. A depositarla un gruppo di attivisti di Peacelink (Antonia Battaglia, Fulvia Gravame, Carlo Gubitosa, Luciano Manna, Alessandro Marescotti, Piero Mottolese) cui si sono aggiunti Giuseppe D’Aloia e Giuseppe Roberto come cittadini interessati.

Il dossier illustrato nei giorni scorsi alla stampa è stato consegnato all’attenzione della Procura “affinché si individuino tutte le responsabilità del disastro ambientale che ha compromesso il suolo, la falda superficiale e la falda profonda di Taranto, in corrispondenza dei parchi minerali Ilva. Una miniera di sostanze cancerogene, genotossiche e neurotossiche emerge dai recenti carotaggi nell’area di stoccaggio”.

“Si tratta di aree che per anni – spiega Peacelink – in assenza di una copertura, sono state bagnate senza considerare le conseguenze sulla falda, senza che ci fosse una effettiva impermeabilizzazione del suolo e senza un efficace sistema di raccolta globale delle acque piovane. E’ improcrastinabile la messa in sicurezza d’emergenza delle aree interessate per evitare il protrarsi e l’aggravarsi della contaminazione”.

Purtroppo, ancora una volta, le speranze di fare luce su quello che sembra l’ennesimo disastro ambientale per Taranto, sono riposte nella magistratura. La classe politica e amministrativa, infatti, in questi anni è ripetutamente intervenuta per bloccare, arginare e procrastinare decisioni e prescrizioni di magistratura e organi di controllo.

“E’ urgente che la magistratura – scrivono i firmatari dell’esposto – si occupi direttamente di quanto è accaduto al suolo profondo e al sottosuolo supplendo alle lungaggini delle procedure amministrative, individuando le responsabilità della contaminazione e interrompendo i tatticismi che hanno consentito in questi anni agli avvocati dell’Ilva di procrastinare sine die la messa in sicurezza d’emergenza della falda. E’ il momento di bloccare la catastrofe e di individuarne gli artefici. I cittadini chiedono alla Procura che si indaghi in base alle seguenti ipotesi di reato: avvelenamento di acque e disastro ambientale”.

Numerosi e delicati i punti da chiarire: “Vogliamo sapere se l’acqua avvelenata dai metalli pesanti è stata usata per irrigare la terra e se vi è il rischio di contaminazione dei prodotti agricoli. Vogliamo sapere se vi è tracciabilità degli stessi, se i consumatori possono esercitare un controllo informato e il diritto di non acquistare i prodotti che provengono dalle aree interessate dalla contaminazione. Vogliamo sapere se vi sono controlli sui metalli pesanti nella frutta e nella verdura e dove si possono scaricare i rapporti di prova di tutte le analisi relative alla sicurezza alimentare. La Asl deve trasformare in proprio sito in una vetrina dove poter consultare tutte le analisi degli alimenti con la georeferenziazione dei punti di prelievo. Occorre dotare gli organi di controllo di analizzatori portatili di metalli XRF per individuare in real time sul suolo i metalli pesanti alla presenza dei cittadini che vogliano collaborare, segnalare e controllare. Vogliamo la verità su chi ha provocato il disastro ambientale nelle viscere della terra e vogliamo che si intervenga subito senza aspettare la vendita dell’ILVA o il suo fallimento. Non si può aspettare oltre. Quello che è accaduto in questi anni è moralmente una vergogna nazionale oltre che un’offesa alla giustizia e alla legalità”.
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05 novembre 2016

Lago catrame affiora a ridosso abbazia, al confine nord della proprietà Ilva


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Una rappresentanza di Peacelink ha annunciato di aver scoperto oggi in una zona al confine nord dell'Ilva di Taranto, in zona Mater Gratiae, a due passi dall'omonima Abbazia, "un lago di materiale, che dalla consistenza e dall'odore appare simile a catrame". "Il materiale in questione - è detto in una nota a firma di Antonia Battaglia, Fulvia Gravame, Alessandro Marescotti e Luciano Manna - affiora dal terreno a pochi passi dai limiti di proprietà Ilva".

Peacelink, che ha pubblicato un video sul social nework, si rivolge al procuratore di Taranto Carlo Maria Capristo, ad Asl e Arpa Puglia "affinché siano controllati i pozzi che alimentano i terreni agricoli circostanti e gli eventuali prodotti, vista la gravità della sostanza in questione, vicina a pozzi che, come già documentato ed agli atti dell'esposto del 2014, probabilmente venivano utilizzati per la coltivazione di diversi prodotti agricoli tra i quali cavoli". L'iniziativa giunge a pochi giorni dall'esposto depositato in Procura riguardante "l'inquinamento dei terreni, della falda superficiale e profonda, che - osserva Peacelink - si evincono dalla caratterizzazione Ilva in contraddittorio con Arpa ed effettuati nel 2015 e 2016". L'associazione porterà in procura il catrame prelevato e il materiale video acquisito oggi a corredo di un nuovo esposto.
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Il Bomba invece di andare a Taranto per fare lo splendido (protetto da agenti in tenuta antisommossa), dovrebbe immergersi, per esempio, nelle acque del Mar Piccolo così, per constatare quanto è grande il disastro causato dall'ILVA.
D'accordo che molto poco potrebbe capire (non è compito suo Immagine).
Ma, con un pò di fortuna, potrebbe incontrare un'octopus mutaforma che lo accoglie con un amichevole abbraccio tentacolare:

Formato file: swf



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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 28/11/2016, 05:26 
Taranto, picco di tumori per chi abita vicino all'Ilva. Emiliano impugna la legge pro acciaio

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Per i bambini c'è un aumento medio del 25 per cento di ricoveri. I dati dell'indagine illustrati alla Regione Puglia. De Vincenti: "Esamineremo i dati ma il governatore vuole lo sfascio"


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TARANTO - Boom di tumori a Taranto e la Regione impugna la legge salva Ilva. E' accaduto tutto in poche ore: prima è stata presentata l'indagine che evidenzia una percentuale di ricoveri superiori al 24 per cento per chi abita vicino al siderurgico, poi la giunta regionale della Puglia ha deliberato di impugnare dinanzi alla Corte costituzionale la legge numero 151/2016, che ha convertito l'ultimo decreto legge sull'Ilva perchè "l'esclusione di qualunque strumento collaborativo con la Regione rende palesemente incostituzionale la disposizione impugnata".

I dati più preoccupanti del rapporto riguardono i minori. Tra i bambini di età compresa tra 0-14 anni residenti a Taranto, "si sono osservati eccessi importanti per le patologie respiratorie: in particolare tra i bambini residenti al quartiere Tamburi si osserva un eccesso di ricoveri pari al 24 per cento"; una percentuale che sale "al 26% tra i bambini residenti al quartiere Paolo VI". Sono alcuni dati contenuti nel rapporto secondo cui "c'è relazione causa-effetto tra emissioni industriali e danno sanitario", in cui si illustrano i risultati dell'indagine epidemiologica condotta per valutare l'effetto delle sostanze tossiche di origine industriale emesse dal complesso Ilva sulla salute dei residenti.

Lo studio è stato realizzato nell'ambito delle attività del Centro Salute e Ambiente della Regione Puglia, in collaborazione con il dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio, della Asl di Taranto, di Arpa Puglia e di Ares Puglia. Il campione in studio è costituita dalle 321.356 persone residenti tra il 1 gennaio 1998 ed il 31 dicembre 2010 nei comuni di Taranto, Massafra e Statte. Tutti i soggetti sono stati seguiti fino al 31 dicembre 2014, ovvero fino alla data di morte o di emigrazione. Ad ogni individuo, sulla base dell'indirizzo di residenza, sono stati attribuiti gli indicatori della esposizione alla fonte di inquinamento presente nell'area utilizzando i risultati di modelli di dispersione in atmosfera degli inquinanti scelti come traccianti (Pm10 ed So2, ovvero polveri sottili e anidride solforosa).

Per il governatore della Regione, Michele Emiliano, i dati confermano sul piano scientifico ciò che si riteneva: "Questo studio complesso ha indicato una connessione diretta tra aumento della mortalità per tumore e per malattie cardiovascolari, respiratorie e i picchi di innalzamento della produzione della fabbrica, anche in epoca molto recente e successiva alla contestazione di cui al capo di imputazione del processo di Taranto".

La complessa indagine medico-statistica conferma i dati sin qui emersi sul rischio salute per gli abitanti dei quartieri a ridosso dell'acciaieria, rispetto a chi vive in zone della città meno esposte agli effetti di polveri sottili Pm10 e anidride solforosa con un andamento che coincide con il calo o la crescita della produttività dell'impianto dal 1965 ai giorni nostri (+24% ricoveri per malattie respiratorie dei bambini residenti nel quartiere Tamburi, +26% nel quartiere Paolo VI, inoltre l'esposizione alle polveri industriali è ritenuta responsabile di un +4% di mortalità, in particolare +5% mortalità per tumore polmonare, +10% per infarto del miocardio).

Emiliano ha sottolineato come dai dati emerga che "sono necessari con immediatezza interventi dal parte del Governo sulla attività della fabbrica per evitare che questi dati sulla eccessiva mortalità siano confermati nel futuro. Si tratta - ha aggiunto Emiliano - di provvedimenti urgenti che solo il governo può utilizzare, dando istruzione ai commissari per la regolazione della attività dell'impianto. Il rapporto - ha precisato ancora il governatore - è stato trasmesso più di una settimana fa al Presidente del Consiglio che quindi lo sta esaminando e sulla base di questi elementi cercheremo di comprendere in che maniera ridurre questo rischio per la popolazione residente. La Regione Puglia è ovviamente a disposizione del governo in termini di leale collaborazione per rendere questo processo il meno disagevole possibile."

Secca la replica del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti: "Le autorità sanitarie, che stanno già monitorando attentamente la situazione di Taranto, esamineranno con la massima attenzione anche i dati presentati a Bari. A Michele Emiliano ricordo che al centro del decreto legge c'è proprio la valutazione del piano ambientale come presupposto per il futuro di Ilva. C'è chi, come lui, lavora per lo sfascio e chi, come il governo, per tutelare insieme salute e occupazione".
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fonte





Cita:
... come il governo, per tutelare insieme salute e occupazione


Certo certo.



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Taranto, la Camera cancella 50 milioni per le cure antinquinamento. Poi il governo fa dietrofront

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La commissione Bilancio aveva bocciato l'emendamento che avrebbe consentito di spendere risorse extra. Poi il ripensamento: i soldi arriveranno, ma dopo il referendum. L'ira di Emiliano


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È scontro totale fra governo e Regione Puglia sulla bocciatura della deroga al decreto ministeriale 70 per Taranto. Il decreto è quello che prevede tagli agli ospedali pugliesi tradotti nel piano di riordino di prossima approvazione. Da mesi si chiedeva di risparmiare Taranto dai tagli concedendo alla città di spendere 50 milioni (già presenti nel bilancio regionale e non da stanziare ex novo) per assumere 1.800 tra medici e infermieri e acquistare macchinari diagnostici, alla luce dell'emergenza sanitaria che colpisce la città ionica all'ombra dell'Ilva. A cominciare dai bambini.

La bocciatura (oltre alla deroga non sono passati emendamenti che avrebbero statalizzato il Paisiello e istituito l'Agenzia portuale, dando sicurezza occupazionale a 500 lavoratori del Tct al porto di Taranto) però rimette tutto in discussione, sposta l'esame della proposta ai lavori del Senato e quindi alle settimane successive al 4 dicembre, data del referendum costituzionale. Non a caso la ministra della Sanità, Beatrice Lorenzin, dopo un comunicato congiunto in cui i deputati Pd pugliesi - Ludovico Vico, Michele Pelillo, Dario Ginefra, Salvatore Capone, Gero Grassi, Elisa Mariano, Michele Bordo, Liliana Ventricelli, Colomba Mongiello, Franco Cassano, Alberto Losacco e Federico Massa - chiedevano una risposta del governo, ha ufficializzato un tavolo di lavoro dedicato alla situazione sanitaria tarantina per il 12 dicembre, una settimana dopo il referendum.

E lo stesso sottosegretario alla presidenza del consiglio, Claudio De Vincenti, rassicura affermando che quanto alla deroga "il passaggio della legge di bilancio al Senato" permetterà di "approfondire ulteriormente le modalità per far fronte alle criticità della sanità tarantina". In Senato però non se ne parlerà prima della seconda settimana di dicembre. Praticamente in una nuova epoca politica. Uno slittamento che per esponenti della regione e per alcuni parlamentari Pd mette a rischio l'approvazione della deroga. Ma soprattutto la bocciatura fa deflagrare in mille pezzi la tregua che era stata siglata solo poche settimane fa tra governo e Regione.

Una tregua mai ufficializzata e raggiunta in una sala di Palazzo Chigi. In quella sede il presidente della Regione, Michele Emiliano, aveva confermato di voler votare no al referendum costituzionale del 4 dicembre prossimo, ma promettendo di non impegnarsi a fare campagna elettorale a favore del comitato per il No. In cambio il governatore chiedeva l'apertura del governo alle istanze della Regione, prima fra tutte l'emergenza tarantina. Ora la bocciatura, che fonti regionali additano al governo, è una bomba esplosa sul percorso di riavvicinamento tra Roma e Bari.

Emiliano così parte all'attacco del governo, prima sui social e poi dal palco del workshop sulla decarbonizzazione organizzato a Roma per promuovere il passaggio della produzione Ilva dal carbone al gas in modo da ridurre le emissioni inquinanti: "Avevo creduto molto al rapporto con il governo. Credo che questo rapporto sia stato spezzato e non riesco a capire perché", afferma il governatore. La giornata prosegue con un infinito profluvio di commenti indignati contro la bocciatura da parte di parlamentari di tutti gli schieramenti e consiglieri regionali.

Anche i parlamentari dem pugliesi appaiono divisi. Francesco Boccia, presidente della commissione bilancio in cui si è verificato il fattaccio tira in ballo proprio l'esecutivo: "Palazzo Chigi deve semplicemente chiarire le ragioni del no e del rinvio" attacca. La tregua tra Roma e Bari ormai è ridotta a pezzettini. Lo stesso De Vincenti interviene nuovamente sulla vicenda: "È assolutamente squallido strumentalizzare la salute dei tarantini, in specie quella dei bambini, per coprire la più totale inadeguatezza del servizio sanitario pugliese", dice ricordando gli 800 milioni messi in campo dal governo per il contratto di sviluppo della città e gli altri 800 per risanare l'Ilva. "Il nervosismo ha offuscato le idee - ribatte Boccia - per Taranto bastava un sì".
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fonte


Sotto l'articolo, il commento di sto qua:
Elio Di Claudio ha scritto:
Quanta ipocrisia! C'è un'industria strategica A Taranto, che bene o male deve andare avanti a produrre. Gli abitanti prendono i vantaggi e gli (eventuali) svantaggi. Tutto sarebbe normale in un paese normale. Francamente, bisogna vedere se a Taranto c'è una reale emergenza non affrontabile con le risorse correnti (e non mi sembra il caso), poi si può parlare di denari a pioggia elettorale. Per gli armamenti, che non sono discrezionali, dovremo spenderne presto almeno il doppio, come ci imporrà Trump, e forse dovremo anche usarli, siamo ancora una "potenza" del G8, ricordiamocelo.


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C'è posto anche per questo ridicolo personaggio sul camino E312.


Mi ricorda sezione9



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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 29/11/2016, 05:46 
Ilva, Renzi dà la colpa a Boccia: ‘È lui che ha tolto l’emendamento’. ‘Toppa peggiore del buco, si assuma la responsabilità’


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"I 50 milioni per Taranto? Li ha bloccati il presidente della Commissione Bilancio", ha sostenuto il premier in conferenza stampa. "La polemica contro il governo è stravagante e strumentale, come il sit in" davanti a Palazzo Chigi annunciato per il 3 dicembre, "giorno del silenzio elettorale". Il deputato Pd non ci sta: "E' stata una decisione politica e ora il presidente del consiglio non vuole metterci la faccia. Smentisce anche il suo sottosegretario"
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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 30/11/2016, 15:36 
30 novembre 2016

Ilva, Renzi: “Oltre un miliardo di risarcimento dalla famiglia Riva sarà usato per risanare Taranto”

Formato file: mp4



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Il presidente del Consiglio in diretta su Facebook per #Matteorisponde ha annunciato l'arrivo dei fondi dopo l'accordo di negoziazione per i risarcimenti. E ha accusato, di nuovo, il presidente della Commissione Bilancio di essere responsabile della scomparsa dalla finanziaria dei 50 milioni per la salute dei bambini
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Il Bomba può arrabattarsi quanto vuole ora che il 4 Dicembre è vicinissimo.
Non servirà a niente.
È un persomaggio con credibilità pari a 0(zero).

Alza la cornetta che i tarantini hanno voglia di salutarti:


MVAC.swf [ 239.11 KiB | Osservato 4343 volte ]



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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 30/11/2016, 15:47 
ArTisAll ha scritto:
Taranto, picco di tumori per chi abita vicino all'Ilva. Emiliano impugna la legge pro acciaio

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Per i bambini c'è un aumento medio del 25 per cento di ricoveri. I dati dell'indagine illustrati alla Regione Puglia. De Vincenti: "Esamineremo i dati ma il governatore vuole lo sfascio"


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TARANTO - Boom di tumori a Taranto e la Regione impugna la legge salva Ilva. E' accaduto tutto in poche ore: prima è stata presentata l'indagine che evidenzia una percentuale di ricoveri superiori al 24 per cento per chi abita vicino al siderurgico, poi la giunta regionale della Puglia ha deliberato di impugnare dinanzi alla Corte costituzionale la legge numero 151/2016, che ha convertito l'ultimo decreto legge sull'Ilva perchè "l'esclusione di qualunque strumento collaborativo con la Regione rende palesemente incostituzionale la disposizione impugnata".

I dati più preoccupanti del rapporto riguardono i minori. Tra i bambini di età compresa tra 0-14 anni residenti a Taranto, "si sono osservati eccessi importanti per le patologie respiratorie: in particolare tra i bambini residenti al quartiere Tamburi si osserva un eccesso di ricoveri pari al 24 per cento"; una percentuale che sale "al 26% tra i bambini residenti al quartiere Paolo VI". Sono alcuni dati contenuti nel rapporto secondo cui "c'è relazione causa-effetto tra emissioni industriali e danno sanitario", in cui si illustrano i risultati dell'indagine epidemiologica condotta per valutare l'effetto delle sostanze tossiche di origine industriale emesse dal complesso Ilva sulla salute dei residenti.

Lo studio è stato realizzato nell'ambito delle attività del Centro Salute e Ambiente della Regione Puglia, in collaborazione con il dipartimento di Epidemiologia del Servizio sanitario regionale del Lazio, della Asl di Taranto, di Arpa Puglia e di Ares Puglia. Il campione in studio è costituita dalle 321.356 persone residenti tra il 1 gennaio 1998 ed il 31 dicembre 2010 nei comuni di Taranto, Massafra e Statte. Tutti i soggetti sono stati seguiti fino al 31 dicembre 2014, ovvero fino alla data di morte o di emigrazione. Ad ogni individuo, sulla base dell'indirizzo di residenza, sono stati attribuiti gli indicatori della esposizione alla fonte di inquinamento presente nell'area utilizzando i risultati di modelli di dispersione in atmosfera degli inquinanti scelti come traccianti (Pm10 ed So2, ovvero polveri sottili e anidride solforosa).

Per il governatore della Regione, Michele Emiliano, i dati confermano sul piano scientifico ciò che si riteneva: "Questo studio complesso ha indicato una connessione diretta tra aumento della mortalità per tumore e per malattie cardiovascolari, respiratorie e i picchi di innalzamento della produzione della fabbrica, anche in epoca molto recente e successiva alla contestazione di cui al capo di imputazione del processo di Taranto".

La complessa indagine medico-statistica conferma i dati sin qui emersi sul rischio salute per gli abitanti dei quartieri a ridosso dell'acciaieria, rispetto a chi vive in zone della città meno esposte agli effetti di polveri sottili Pm10 e anidride solforosa con un andamento che coincide con il calo o la crescita della produttività dell'impianto dal 1965 ai giorni nostri (+24% ricoveri per malattie respiratorie dei bambini residenti nel quartiere Tamburi, +26% nel quartiere Paolo VI, inoltre l'esposizione alle polveri industriali è ritenuta responsabile di un +4% di mortalità, in particolare +5% mortalità per tumore polmonare, +10% per infarto del miocardio).

Emiliano ha sottolineato come dai dati emerga che "sono necessari con immediatezza interventi dal parte del Governo sulla attività della fabbrica per evitare che questi dati sulla eccessiva mortalità siano confermati nel futuro. Si tratta - ha aggiunto Emiliano - di provvedimenti urgenti che solo il governo può utilizzare, dando istruzione ai commissari per la regolazione della attività dell'impianto. Il rapporto - ha precisato ancora il governatore - è stato trasmesso più di una settimana fa al Presidente del Consiglio che quindi lo sta esaminando e sulla base di questi elementi cercheremo di comprendere in che maniera ridurre questo rischio per la popolazione residente. La Regione Puglia è ovviamente a disposizione del governo in termini di leale collaborazione per rendere questo processo il meno disagevole possibile."

Secca la replica del sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Claudio De Vincenti: "Le autorità sanitarie, che stanno già monitorando attentamente la situazione di Taranto, esamineranno con la massima attenzione anche i dati presentati a Bari. A Michele Emiliano ricordo che al centro del decreto legge c'è proprio la valutazione del piano ambientale come presupposto per il futuro di Ilva. C'è chi, come lui, lavora per lo sfascio e chi, come il governo, per tutelare insieme salute e occupazione".
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fonte





Cita:
... come il governo, per tutelare insieme salute e occupazione


Certo certo.



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Taranto, la Camera cancella 50 milioni per le cure antinquinamento. Poi il governo fa dietrofront

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La commissione Bilancio aveva bocciato l'emendamento che avrebbe consentito di spendere risorse extra. Poi il ripensamento: i soldi arriveranno, ma dopo il referendum. L'ira di Emiliano


[wbf]¯
È scontro totale fra governo e Regione Puglia sulla bocciatura della deroga al decreto ministeriale 70 per Taranto. Il decreto è quello che prevede tagli agli ospedali pugliesi tradotti nel piano di riordino di prossima approvazione. Da mesi si chiedeva di risparmiare Taranto dai tagli concedendo alla città di spendere 50 milioni (già presenti nel bilancio regionale e non da stanziare ex novo) per assumere 1.800 tra medici e infermieri e acquistare macchinari diagnostici, alla luce dell'emergenza sanitaria che colpisce la città ionica all'ombra dell'Ilva. A cominciare dai bambini.



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C'è posto anche per questo ridicolo personaggio sul camino E312.


Mi ricorda sezione9


è una misura punitiva del meschino buffone toscano..
che mer.da..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 30/11/2016, 15:52 
ArTisAll ha scritto:
Ilva, Renzi dà la colpa a Boccia: ‘È lui che ha tolto l’emendamento’. ‘Toppa peggiore del buco, si assuma la responsabilità’


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"I 50 milioni per Taranto? Li ha bloccati il presidente della Commissione Bilancio", ha sostenuto il premier in conferenza stampa. "La polemica contro il governo è stravagante e strumentale, come il sit in" davanti a Palazzo Chigi annunciato per il 3 dicembre, "giorno del silenzio elettorale". Il deputato Pd non ci sta: "E' stata una decisione politica e ora il presidente del consiglio non vuole metterci la faccia. Smentisce anche il suo sottosegretario"
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Semplicemente ridicoli.
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eh si lui briga, il bomba..
poi è colpa degli altri..

che faccia di ku.lo..


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ma poi pure boccia il renzino rinko di buona famiglia..
per ubbidire al ducetto di toscana
era pronto a sput.tanare la sua stessa regione
sulla pelle dei malati..
mò chiagne..
faccia da ku.lo pure lui..
VERGOGNA..



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 02/12/2016, 17:31 
Scritto da M5S Senato News pubblicato il 01.12.16 11:35

Ilva: Renzi si rimangia i fondi promessi ai bambini malati di Taranto

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Il mentitore seriale Renzi l'ha fatto un'altra volta. Si è rimangiato la promessa di dare 50 milioni a Taranto "per curare i bambini malati di tumore". Quelli che respirano il veleno dell'Ilva in una città che ha una mortalità infantile in continua crescita a causa di malattie legate all'inquinamento. Li ha fatti sparire nottetempo dalla legge di bilancio, con una manina che ha cancellato l'emendamento che prevedeva lo stanziamento per la sanità jonica. Si è preso gioco dei tarantini! e quando è stato smascherato ha rilanciato con un colpo di teatro ancora più grande: dalla famiglia Riva arriverà oltre 1 miliardo di Euro per l'Ilva.

Per l'Ilva? Cosi la fabbrica sarà più appetibile per i nuovi compratori e la vecchia proprietà uscirà dai processi con un trattamento migliore. E per i tarantini? Questi fondi non sono nessun nuovo stanziamento del governo e non andranno alla sanità come promesso da Renzi ma all'azienda. Sono sempre gli stessi fantomatici soldi che dovrebbero arrivare a seguito dell'azione della magistratura, e che il governo promette ogni volta che si trova a dover far digerire l'ennesimo decreto Salva Ilva.

Il presidente del Consiglio scarica il barile delle responsabilità del governo, e le sue personali promesse di elargire fondi per la sanità tarantina, sulle casse della famiglia Riva. La stessa che non ha ottemperato alle prescrizioni ambientali del tribunale jonico, dopo aver causato l'emergenza ambientale e sanitaria a Taranto con l'Ilva.

È l'ennesima fuffa, ed è ancora più grave visto che arriva a pochi giorni dal voto referendario, e Renzi ha bisogno di racimolare altri Sì alla sua Riforma della Costituzione. Ingannando ancora una volta i cittadini di Taranto, quelli che ancora credono alle sue menzogne. Prendendosi gioco di quei bambini che, nelle mani di una sanità carente, voglia di giocare ne hanno ben poca. Svegliatevi #IoDicoNo
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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 09/12/2016, 18:22 
Ilva, Bonelli (Verdi): “A Taranto una ‘Spoon River’ dei bambini”


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“A Taranto c’è la Spoon River dei bambini che non solo muoiono a causa dell’inquinamento del +21% e si ammalano di tumore del +51% (rispetto alla media pugliese) ma a causa dei metalli pesanti, che hanno contaminato l’ambiente, hanno gravi disturbi neuro cognitivi con una diminuzione del quoziente intellettivo di 15 punti dei bambini del quartiere Tamburi che vivono in prossimità dall’acciaieria“.

Lo dichiara Angelo Bonelli dei Verdi che ieri ha partecipato a Roma alla presentazione dei dati dell’Istituto superiore di Sanità sul biomonitoraggio degli inquinanti e loro tossicità. È la “paranza dei bambini di Taranto – continua il leader dei Verdi – e di fronte a questi dati dovrebbe essere chiaro al governo che il disastro sanitario e ambientale è la vera emergenza e non rimettere in moto una fabbrica vecchia e obsoleta.

Si levano – aggiunge – i soldi per la sanità alla città di Taranto, si sospende il diritto costituzionale alla salute con i decreti del governo, si approva un’autorizzazione integrata ambientale che ove fosse totalmente applicata, ma invece è totalmente disapplicata, ridurrebbe il rischio sanitario solo del 50%, si sta preparando un patteggiamento nel processo che calpesta il dolore delle parti civili e di un’intera città per utilizzare i soldi dei Riva per darli all’Ilva e ai futuri compratori: cosa c’è – conclude Bonelli – di morale, etico in tutto ciò? Nulla“.
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fonte



A nessun Governo itaGliano è mai fregato niente della salute dei tarantini.

Per chi ha la memoria corta (volutamente?):


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MessaggioInviato: 28/12/2016, 17:07 
ILVA, ecco come Puglia e Sicilia diventano le pattumiere d'Italia

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di Rosa D'Amato, EFDD - M5S Europa

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I veleni dell'Ilva non si fermano a Taranto. Solo lo scorso novembre, ben 32mila tonnellate di polverino prodotto dall'acciaieria sono state trasferite in Sicilia, per essere smaltiti in una zona già ad elevato rischio ambientale, quella di Augusta, Priolo e Melilli. Puglia e Sicilia sono sempre più pattumiere d'Italia. Anche se ora sembra ci sia uno stop di questa assurda pratica a seguito di numerose proteste delle associazioni ambientaliste, i problemi reali restano irrisolti.

È arrivato il momento di dire basta una volta per tutte, almeno per rispetto di quei bambini colpiti, nel Tarantino come nel cosiddetto triangolo della morte siciliano, da tumori e malformazioni neonatali. La soluzione c'è ed è una sola: la chiusura dello stabilimento che produce ogni anno 4.000 tonnellate di polveri, 11.000 tonnellate di diossido di azoto e 7 tonnellate di acido cloridrico. A causa di queste emissioni nocive, tra il 1998 e il 2010, sono morte 386 persone, 237 sono state colpite da un tumore maligno, 247 ricoverate per problemi coronarici, 937 per problemi respiratori.

Chiudere l'Ilva significa avviare una riconversione produttiva del territorio, una nuova visione della città, un lavoro di bonifica che metta fine al degrado ambientale. E significa anche smettere di produrre rifiuti come il polverino che creano ulteriori danni alla salute e all'ambiente del Paese. In questa battaglia il Movimento 5 Stelle sta facendo pressioni a tutti i livelli, da Bruxelles a Roma, da Taranto alla Sicilia. L'Ilva è un ecomostro insostenibile non solo per il nostro territorio, ma per l'intero Paese. E l'Europa deve smetterla di voltarsi dall'altra parte: qui in gioco c'è la vita delle persone.

Il Movimento 5 Stelle chiede che le direttive europee che tutelano la salute dei lavoratori e dei cittadini vengano applicate. Le informazioni messe a disposizione della Commissione europea hanno infatti evidenziato come l'impianto operi in violazione di diverse condizioni di autorizzazione tese a evitare o ridurre l'inquinamento derivante dai processi di produzione. Le misurazioni hanno mostrato un grave inquinamento non solo dell'aria, ma anche dell'acqua e del suolo.

Se l'Ue vuole tornare a essere una speranza per i cittadini, a Taranto può avere una grandissima occasione: quella di farsi motore di un'operazione di riconversione del territorio sul modello di quanto fatto altrove nella stessa Europa. Si può fare, le risorse e le buona pratiche ci sono: occorre solo la volontà politica.
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Fonte



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MessaggioInviato: 17/01/2017, 19:38 
Non ha a che fare con Taranto ma, visto che succede in Puglia e, soprattutto, che interessa lo schifoso menefreghismo nei confronti della salute altrui, lo riporto in questo hread:


Enel Brindisi, i sindacati: “Operai esposti inconsapevolmente all’amianto”. L’azienda nega, ma è smentita dalle carte


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Esposto della Cisal in procura: "C'è anche l'aggravio del comportamento lesivo da parte della società, che non ha creato le condizioni lavorative, qualora queste lo richiedessero, atte alla salvaguardia della salute e della sicurezza". Enel smentisce, ma ilfattoquotidiano.it ha potuto visionare le bolle d'accompagnamento che testimoniano lo smaltimento della sostanza
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MessaggioInviato: 08/02/2017, 03:32 
Ilva, il rilancio è illusorio. Se i politici ci credono, mettano i soldi dei loro stipendi


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Pubblicato il 12 dic 2016

Marco Travaglio (Il Fatto Quotidiano): 'Tutta l'informazione pubblica doveva essere piegata all'esigenza di far vincere il Referendum al Presidente del Consiglio Renzi. Oggi si scopre un'altra Italia che non è quella che ci hanno raccontato'.
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Guarda su youtube.com



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MessaggioInviato: 14/02/2017, 22:21 
Ilva, piano di Renzi non regge: bloccato rientro in Italia degli 1,3 miliardi dei Riva. Che non ottengono patteggiamento


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di Andrea Tundo | 14 febbraio 2017
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L'architettura che secondo l'ex premier avrebbe dovuto consentire il rilancio del siderurgico in amministrazione straordinaria perde pezzi cruciali. Il gip ha bocciato su tutta la linea l’accordo con gli ex proprietari (rivendicato come un successo prima del referendum) e il Tribunale di Losanna ha rinviato la decisione sul trasferimento delle somme confiscate perché non ha avuto risposte dall’Isola di Jersey, dove sono custodite
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