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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 16/02/2017, 16:22 
TARANTO: INQUINAMENTO INDUSTRIA PESANTE, IN AUMENTO MALATTIE RENALI

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Qualcuno vuole che Taranto (città dove personaggi schifosi -affiancati dalla politica nefasta- creano posti di lavoro e dove è situato il punto di partenza per essere traghettati verso la morte) diventi così:

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Questo pianeta è bellissimo ma, l'essere umano (la peggiore bestia esistente in realtà), lo sta distruggendo da troppo tempo.



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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 25/02/2017, 04:39 
ILVA: secondo il governo, i bimbi di Taranto si ammalano perché sono poveri (video)


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Scritto da M5S Camera News pubblicato il 24.02.17 16:31
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Guardate questa immagine. Riporta la risposta del governo all'interpellanza sul caso Ilva che il M5S ha presentato al ministero della Salute, in cui chiedevamo notizie sulla situazione sanitaria in base ai dati dello studio della regione Puglia, Arpa e Asl dal quale si evince un incremento di mortalità che aumenta a mano a mano che ci si avvicina alla fonte di esposizione: l'Ilva.

Una risposta che non possiamo definire che sconvolgente.

L'Istituto Superiore di Sanità afferma infatti che gli studi evidenziano con qualche piccolo distinguo una situazione ambientale-sanitaria per il territorio di Taranto, paragonabile a quella di un'area urbana ad alta antropizzazione. In pratica, l'aria di Taranto è uguale a quella di Roma. Vi pare possibile?

Ma c'è di peggio: hanno osato dire, anzi scrivere nero su bianco che i danni neuropsicologici dei bambini che presentano piombo nel sangue sono influenzati da "fattori socio-economici e culturali legati alle famiglie di appartenenza dei bambini".

Insomma, i bambini di Taranto si ammalano perché sono poveri.

Il governo va pure oltre, e dice che negli ultimi anni la concentrazione di benzopirene nelle polveri sottili è diminuita... ma certo: perché è diminuita anche la produzione dell'Ilva! E poi, secondo il sottosegretario allo Sviluppo economico, l'incremento dei tumori non può essere associato a una fonte attuale di inquinamento bensì a un danno avvenuto fino a 30 anni prima dello studio. Vai a sapere.

Secondo questo governo dunque l'Ilva è innocente di tutto, e la terribile mortalità che colpisce Taranto e soprattutto i suoi bambini è imputabile di volta in volta al caso, alla povertà o a eventi accaduti in tempi remoti. Questo si chiama arrampicarsi sugli specchi, si chiama prendere in giro popolazioni che vivono nell'angoscia. Taranto non merita tutto questo.


Nel video: l'intervento in aula di Diego De Lorenzis.

Guarda su youtube.com

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Fonte



Ma quale meraviglia.
L'ennesima stupidata dopo quella circa il contrabbando di sigarette.
Adesso è la povertà che fa ammalare i bimbi (e non solo loro) nella città dei due mari.
Se continua così, l'ILVA non c'entra nulla con il disastro ambientale che riguarda Taranto.

Il PCB non ha niente a che vedere con le sigarette e non ha niente a che vedere con le mille cavolate che “sfornano”.
Il PCB (e non solo quello) a Taranto esiste perchè esiste l'ILVA.
Come esistono tutti i politici che si sono girati sempre dall'altra parte, lasciando che venisse commesso tutto lo schifo di cui sappiamo.

Inventatene tranquillamnte un'altra. CHE RIDICOLI!

Niente niente la Marcegaglia fa pressioni per ottenere i tubi con cui installerà il mega gasdotto per portare il gas del Mar Caspio sino alla Puglia? [:291]



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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 01/04/2017, 03:10 
Taranto, il Consiglio comunale boccia l’Osservatorio mortalità: ‘Non serve’


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A Taranto il Consiglio comunale ha votato contro l’istituzione dell’Osservatorio mortalità in tempo reale, un osservatorio proposto a costo zero da un gruppo di studiosi dell’Università di Bari. L’Osservatorio era già stato proposto nella Giunta comunale n.11/2016 del 28 giugno 2016, ma non era passato. La proposta è allora stata reiterata in sede di Consiglio comunale dalla consigliera Lina Ambrogi Melle. Sembrava la strada migliore per impegnare il sindaco-pediatra Ippazio Stefano a conteggiare i morti e a verificare in tempo reale se vi fossero picchi nei momenti di maggiore inquinamento. Il risultato? Incredibile ma vero: la proposta di Osservatorio Mortalità è stata bocciata.

Ma andiamo con ordine. Il 29 marzo vari consiglieri hanno abbandonato l’aula facendo venire meno il numero legale al momento della proposta dell’Osservatorio Mortalità. Oggi invece hanno esplicitamente bocciato la proposta dell’Osservatorio. Una proposta che era stata caldeggiata da tempo da PeaceLink e che aveva già superato il vaglio di fattibilità dopo un incontro fra la Asl e l’esperto di statistica e demografia, Stefano Cervellera.

Le dichiarazioni con cui i consiglieri hanno bocciato l’Osservatorio sono le più svariate, come è dato leggere dai resoconti. “Non tollero – ha detto il consigliere Michele De Martino – che la consigliera ecologista Ambrogi Melle venga in consiglio comunale a fare la campagna elettorale sulla pelle dei tarantini”. “Questa mozione è inutile – ha aggiunto il consigliere dei Conservatori e Riformisti Tony Cannone – Asl e Arpa ci dicono che l’inquinamento a Taranto è a livelli normali”.

Ma davvero i tarantini possono dormire sonni tranquilli all’ombra delle ciminiere? E’ presto detto: sono proprio Asl e Arpa ad avvisare la popolazione di Taranto di fare attenzione durante i giorni di vento dall’area industriale (“Wind Days”). La Asl avvisa, anche quando a Taranto non vengono superati i limiti di legge, che occorre prendere precauzioni per le fasce più vulnerabili: “E’ opportuno che individui particolarmente sensibili (es.asmatici, cardiopatici, bambini, anziani) cerchino di adottare precauzioni per ridurre la propria esposizione”, si legge sul sito della Asl. Le polveri sottili di Taranto sono infatti molto più tossiche di quelle di altre città, a parità di concentrazione.

I consiglieri che hanno bocciato l’Osservatorio Mortalità chissà se conoscono tutte queste cose. E soprattutto se hanno letto gli studi scientifici che dimostrano che vi è una relazione “in tempo reale” e statisticamente significativa fra incremento di PM10 (polveri sottili) e mortalità per infarto e ictus. Tutte cose confermate dal dott. Francesco Forastiere in una ricerca epidemiologica su Taranto consegnata alla Regione Puglia lo scorso anno.

In essa si evidenzia, lo si legge sul sito istituzionale della Regione Puglia, che “c’è relazione causa-effetto tra emissioni industriali e danno sanitario” e che le esposizioni ambientali sulla popolazione residente nel quartiere Tamburi di Taranto (accanto al quale fumano giorno e notte le ciminiere Ilva determinano un +24% di ricoveri per malattie respiratorie dei bambini e un +10% per infarto del miocardio.

A Taranto ogni anno si perdono 1340 anni di vita rispetto alla Puglia. Ma tutto questo interessa ai consiglieri comunali di Taranto che oggi hanno bocciato l’Osservatorio Mortalità? E interessa al sindaco Ippazio Stefàno e alla sua giunta, assenti oggi durante la votazione?
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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 01/04/2017, 13:31 
Ma che sono dei deficienti?



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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 01/04/2017, 16:47 
Allucinante.


Ultima modifica di sottovento il 01/04/2017, 16:50, modificato 1 volta in totale.


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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 01/04/2017, 16:48 
MaxpoweR ha scritto:
Ma che sono dei deficienti?



Deficienti?
Ma no, assolutamente.
Grandissimi pezzi di M. si. Quello sono.



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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 05/05/2017, 16:05 
Ilva, la vendita del siderurgico slitta ancora: il ritardo rispetto al decreto Guidi sarà di un anno


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L’ultimo rinvio sposta la fine dell’istruttoria dei commissari straordinari almeno a metà maggio e “l’attribuzione da parte del Mise è prevista entro la fine del mese”. Mentre si intrecciano altre questioni attorno alla cessione: dal voto a Taranto, agli scioperi degli avvocati, passando per Alitalia
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Era il 4 gennaio dello scorso anno quando l’allora ministro dello Sviluppo economico Federica Guidi firmò il decreto che dava il via alla cessione dell’Ilva a un anno dall’ammissione del siderurgico all’amministrazione straordinaria. La fine dei giochi, come riportato nel testo della legge approvata un mese prima, veniva fissata al 30 giugno 2016. Quasi un anno e mezzo dopo l’annuncio dell’avvio della procedura di vendita, c’è di nuovo un termine che slitta nella scelta della cordata che acquisirà gli asset del gruppo siderurgico. L’ultimo rinvio sposta la fine dell’istruttoria dei commissari straordinari almeno a metà maggio e “l’attribuzione da parte del Mise è prevista entro la fine del mese”, come riporta l’Ansa che cita una fonte vicina al dossier. Mentre si intrecciano altre questioni attorno alla cessione: Taranto si appresta ad andare al voto a giugno e l’assegnazione rischia di piombare nella campagna elettorale; il 4 maggio, a causa dello sciopero degli avvocati, potrebbe saltare l’udienza preliminare del processo in cui i Riva cercheranno un nuovo patteggiamento dopo la bocciatura da parte del gip della prima richiesta; uno dei tre commissari, Enrico Laghi, è stato nominato anche nel terzetto che dovrà salvare Alitalia, partita in cui gioca (da azionista e creditrice) anche Intesa San Paolo, coinvolta nell’acquisizione dell’Ilva e una delle prime banche creditrici del siderurgico.

Nel frattempo, si è perso il conto dei posticipi. La più importante acciaieria italiana è commissariata dal 2013 e da allora ha bruciato oltre 3 miliardi di euro. Ma quando la Guidi avviò “l’esecuzione del programma di cessione dei complessi aziendali” nel gennaio 2016, i giochi sembravano ormai fatti. Invece, dopo un primo rinvio dal 23 al 30 maggio dello scorso anno, a pochi giorni dalla chiusura delle operazioni, arrivò il primo importante rallentamento con la proroga del termine per la presentazione delle offerte vincolanti al 23 giugno 2016. Uno slittamento che ne conteneva un altro implicito, poiché lasciava appena una settimana per la scelta definitiva dell’acquirente. Puntuale, il nuovo allungamento dei tempi venne certificato proprio il 30 maggio, quando il Consiglio dei ministri approvò un decreto legge che fissata al 30 giugno il termine per la presentazione delle buste e, soprattutto, interveniva sulle norme che regolavano il procedimento di gara allungando – e di molto – i tempi. Una mossa, spiegava Palazzo Chigi, necessaria per “evitare l’aggiudicazione di un offerente senza prima avere vagliato la qualità dei diversi piani ambientali”. Si decise, insomma, di far studiare per quattro mesi a un pool di tecnici le offerte sotto il profilo ambientale con l’ausilio di un “perito indipendente”. I termini fissati nella vicenda Ilva sono spesso stati non perentori, definiti quasi sempre “linee guida”. Alla fine, la vera deadline per la presentazione delle offerte è stata il 6 marzo 2017, dopo i nuovi rinvii datati 8 febbraio e 3 marzo.

E le cordate in campo sono due. Da una parte, c’è Am Investco Italy, composta dal gruppo franco-indiano ArcelorMittal e dal gruppo Marcegaglia che può contare sull’aiuto di Banca Intesa, tra le prime creditrici dell’Ilva. Dall’altra, ecco Acciaitalia con la capogruppo indiana Jindal che corre assieme a Cassa Depositi e Prestiti, alla finanziaria Delfin di Leonardo Del Vecchio e al gruppo cremonese Arvedi. Cinque mesi fa, il commissario Laghi – che gestisce il siderurgico dal 2015 assieme a Gnudi e Carrubba – disse che il trasferimento dell’asset al vincitore sarebbe avvenuto entro settembre-ottobre di quest’anno. Il rispetto di quella data non è al momento in discussione, ma i tempi per l’assegnazione si sono già allungati. La chiusura dell’istruttoria era prevista a un mese dall’apertura delle buste, quindi il 6 aprile. “Non si trattava di un termine perentorio, ma di una linea guida”, affermò una fonte all’Ansa. Adesso di mesi ne sono passati due, ma non ci saranno novità prima del 15 maggio. Nel frattempo, dal tribunale di Milano potrebbero essere giunte delle novità sulla richiesta di patteggiamento dei Riva che “comprende” anche il rientro del tesoretto di oltre un miliardo, destinato al risanamento ambientale dello stabilimento. La prima richiesta venne bocciata a febbraio dal gip. Si tratta di un tassello importante, al di là delle dichiarazioni dei due gruppi in corsa per l’acquisizione, perché balla un miliardo di euro. Per l’arrivo di quei soldi all’Ilva, si attendono novità anche dal Tribunale di Losanna e dall’isola di Jersey, dove ha sede il trust che controlla gli 1,3 miliardi dei Riva custoditi in Svizzera: la Royal Court del paradiso off-shore dovrà infatti decidere sullo svincolo del denaro e poi il tribunale elvetico si pronuncerà sul rientro in Italia.

Un mese importante, con i sindacati alla finestra: “Ogni spostamento in avanti rischia di far precipitare l’Ilva. Siamo tutti in attesa, mentre qualcuno sta portando avanti la gestione dell’acciaieria con disinvoltura. Bisogna accelerare l’aggiudicazione”, dice a ilfattoquotidiano.it Rosario Rappa, segretario nazionale della Fiom-Cgil. Le sigle attendono anche una convocazione da parte di Palazzo Chigi: “A fine febbraio, il governo si era impegnato a riceverci per aggiornarci sulle risultanze dell’istruttoria entro aprile, ma nonostante diverse sollecitazioni, al momento non abbiamo ricevuto alcuna convocazione. Non pensino che si possano limitare a comunicarci chi ha vinto – aggiunge Rappa – Devono illustrarci preventivamente, come ci avevano garantito, quali sono le proposte in campo. Per noi non sono secondari i livelli occupazionali e la qualità degli investimenti previsti a Taranto”.
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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 27/05/2017, 12:33 
Ilva, “la cordata ArcelorMittal-Marcegaglia-Intesa si aggiudicherà il gruppo siderurgico”


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I commissari Corrado Carrubba, Pietro Gnudi ed Enrico Laghi hanno preparato la graduatoria delle offerte. La decisione finale spetta però al ministero dello Sviluppo, che si esprimerà nei prossimi giorni
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La cordata Am Investco Italy, formata da Arcelor Mittal e Marcegaglia con il sostegno di Intesa Sanpaolo, secondo “fonti vicine al dossier” citate dall’agenzia Ansa si è aggiudicata l’Ilva. A breve sarà diffusa la graduatoria delle offerte presentate ai commissari Piero Gnudi, Enrico Carrubba ed Enrico Laghi, a cui il governo ha affidato la gestione del siderurgico fino alla vendita ai privati prevista da un decreto del 2016. E Am Investco risulta appunto in testa. Gli elementi valutati sono stati il prezzo offerto, circa 1,8 miliardi, l’impatto ambientale e il piano industriale.

L’altro pretendente era AcciaItalia, cordata costituita da Arvedi, Cassa Depositi e prestiti, Delfin (la holding finanziaria della famiglia Del Vecchio) e l’indiana Jsw Steel, che fa capo a Sajjan Jindal. Che, se vincitore, aveva annunciato di voler utilizzare, per alimentare l’impianto, il preridotto e altre soluzioni tecniche basate sul gas, in modo da ridurre l’inquinamento prodotto dal siderurgico.

La decisione finale spetta al ministero dello Sviluppo economico, che si pronuncerà nei prossimi giorni. Il ministro Carlo Calenda ha convocato per il 30 maggio i segretari generali di Fim, Fiom e Uilm, Ugl Metalmeccanici, Cgil, Cisl e Uil per “comunicare lo stato di attuazione della procedura relativa alla cessione degli impianti”. Successivamente scatterà un periodo di 30 giorni per verificare la rispondenza del piano ambientale presentato dall’azienda assegnataria alle indicazioni del ministero dell’Ambiente, che entro l’autunno emetterà un proprio decreto. A quel punto scatterà l’esecutività del contratto di acquisizione. A condizione che il vincitore della gara passi il vaglio dell’antitrust europeo. Che lo scorso 10 aprile aveva inviato a Gnudi, Carrubba e Laghi una lettera per ammonire sulle “regole della procedura per gli aiuti di Stato” e “i rischi correlati ai due offerenti”, tra cui anche “quelli di natura regolatoria che potrebbero rendere la vendita difficile da completare, a fortiori, se questa venisse completata in tempi brevi”.

Infatti ArcelorMittal in Europa è tra le aziende leader e rischierebbe di sforare il 40% delle quote di mercato. Mercoledì scorso però AcciaItalia e Am Investco hanno accettato la richiesta dei commissari di mantenere l’offerta invariata in termini economici – quindi garantire gli investimenti già indicati e non modificare il piano, compreso il perimetro dell’azienda, anche in presenza di eventuali prescrizioni dell’Antitrust. In caso di contestazioni, dunque, ArcelorMittal dovrà cedere attività in altri Paesi.

Se non ci saranno problemi, il via libera di Bruxelles arriverà entro 25 giorni lavorativi dalla notifica, come vuole la procedura. Se il caso dovesse essere più complicato scatterebbe una seconda fase, che può arrivare fino a oltre 100 giorni lavorativi. L’acquirente potrà contare su una dote di 1,3 miliardi da utilizzare per la bonifica delle aree inquinate dal siderurgico: si tratta dei soldi che la famiglia Riva aveva depositato in Svizzera. Nei giorni scorsi Adriano Riva ha patteggiato due anni e mezzo di carcere per bancarotta, truffa ai danni dello Stato e trasferimento fraudolento di valori e ha contestualmente rinunciato alla cifra, già sequestrata dai pm milanesi, sbloccandone il trasferimento in Italia.
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Fonte




Emmuccia, visto quanto sei brava??? Tanto hai fatto/rotto che ci sei riuscita. Immagine
Ti offro un drink dal gusto intenso, con PCB, ghiaccio e una scorza di limone.
Specialità tarantina.
Altro che bevande (porcherie) esotiche che non soddisfano il palato e non placano la sete.

E adesso tubi a valanga per il gasdotto. [:94]

Ovviamente a Taranto si continuerà ad ammalarsi e a morire.
E del disastro ambientale... ma siiiiiii, chi se ne frega!? [:49] [:89]



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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 05/06/2017, 21:53 
Cita:
Am Investco si aggiudica l'Ilva


Arcelor Mittal e Marcegaglia si aggiudicano l'Ilva. Il ministro dello Sviluppo Economico Carlo Calenda ha firmato oggi il decreto cha autorizza i Commissari straordinari del Gruppo Ilva in amministrazione straordinaria a procedere alla aggiudicazione dei complessi aziendali del gruppo ad Am Investco Italy S.r.l, il cui capitale sociale risulta detenuto da ArcelorMittal Italy Holding S.r.l. (51%), ArcelorMittal S.A. (34%) e Marcegaglia Carbon Steel S.p.A. (15%).

In conformità a quanto previsto dalle regole di gara, ricorda il Mise, si svolgerà immediatamente una fase negoziale in esclusiva tra i Commissari straordinari e l’aggiudicatario finalizzata ad eventuali miglioramenti dell’offerta vincolante, come previsto dalla procedura di gara. Il decreto del ministro indica le priorità sulle quali i Commissari dovranno svolgere tale negoziazione.

Il decreto adottato prevede che i Commissari si conformino, nella fase negoziale che si andrà ad espletare ai contenuti qui di seguito esplicitati. Nell’ambito della negoziazione in esclusiva con l’aggiudicatario i Commissari straordinari indirizzeranno prioritariamente l’attività sui seguenti obiettivi:

- miglioramento dell’offerta sotto il profilo della tutela occupazionale, prevedendosi che il livello occupazionale riferibile complessivamente al gruppo Ilva sia costituito da almeno 10.000 unità per l’intero periodo di riferimento del piano industriale tenendo conto che l’accordo sindacale potrà ulteriormente precisare e incrementare tale obbligo;

-massima compressione, per quanto nella disponibilità delle parti, dei tempi delle procedure da espletare a seguito dell’aggiudicazione, con particolare riferimento alla presentazione dell’istanza di modifica del piano ambientale di cui all’art 1, comma 8.1 del decreto-legge 4 dicembre 2015, n. 191, convertito con modificazioni dalla legge 1 febbraio 2016, n.13 e all’espletamento della procedura antitrust.

Altri obiettivi indicati dal Mise ai commissari sono:

-definizione di clausole contrattuali idonee a garantire la piena esecuzione delle obbligazioni contrattuali, ivi comprese quelle relative all’attuazione del piano industriale e del piano ambientale e ai correlati livelli occupazionali, anche nell’ipotesi di imposizione di vincoli e limitazioni da parte della competente autorità antitrust;

-rafforzamento e specificazione delle iniziative sul territorio previste nell’offerta, con particolare riferimento alla realizzazione di un centro di ricerca nel sito di Taranto;

-adeguata finalizzazione dell’impegno offerto da AM ad individuare e perseguire le soluzioni tecnologiche più sostenibili ed efficienti e con il minor impatto ambientale, anche valutando l’impiego della tecnologia DRI e le condizioni della sua sostenibilità economica;

-riduzione dei tempi previsti in offerta per la realizzazione degli interventi di copertura dei parchi primari.



http://www.adnkronos.com/soldi/economia ... refresh_ce


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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 05/06/2017, 22:09 
La dobbiamo interpretare come una buona notizia?



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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 05/06/2017, 22:39 
Il fatto che ci sia di mezzo la Marcegaglia buono non è...



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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 06/06/2017, 04:43 
MaxpoweR ha scritto:
Il fatto che ci sia di mezzo la Marcegaglia buono non è...



Già.
Niente di buono con Emma.

Un paio di esempi:


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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 10/06/2017, 02:49 
Ilva, Marcegaglia già si prepara a sfilarsi. Venderà una quota a Intesa per ridurre i debiti che zavorrano il suo bilancio


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La Finmar, cassaforte dell'ex presidente di Confindustria, stando al bilancio 2015 è esposta per 1,3 miliardi nei confronti delle banche, 1,1 dei quali in scadenza nei prossimi 12 mesi. Grazie alla partita del siderurgico potrà tirare il fiato. Così si spiega l'impegno nella cordata con ArcelorMittal, a cui il governo ha assegnato le acciaierie di Taranto nonostante il parere negativo dei tecnici sul piano
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Capito perchè Emma si è data tanto da fare?
Pensava di avercela più facile quando il babbeo era Presidente de Consiglio.
Non è stata proprio una passeggiata, ma, anche senza l'aiuto di quel pistola del Renzie, la Marce ce l'ha fatta.

Certo, i tarantini ringraziano per quanta morte “regalate” loro mentre fate i vostri interessi:

Formato file: swf


Che i policlorobifenili scorrano nelle vene di tutti questi schifosi per generazioni e generazioni.



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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 01/07/2017, 15:43 
Ilva, niente patteggiamento come richiesto dai Riva


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TARANTO - La Corte d’Assise di Taranto, presieduta dal giudice Giuseppe Licci (a latere Elvira di Roma e sei giudici popolari) ha rigettato, dichiarandole inammissibili, le richieste di patteggiamento proposte, con il consenso della procura, dalle società Ilva spa e Riva Forni Elettrici, la cui posizione era stata stralciata nel processo per il presunto disastro ambientale causato dall’Ilva, chiamato 'Ambiente Svenduto'.

La Corte ritiene che possano essere patteggiati i reati amministrativi delle società se sono patteggiabili i cosiddetti reati-presupposto e ha indicato nel caso specifico il reato di avvelenamento di sostanze alimentari contestato agli imputati, che non è patteggiabile. Il procedimento è stato riunito al processo-madre, fissato per il 12 luglio, che vede imputate 44 persone fisiche e la società Partecipazioni industriali (ex Riva fire). La proposta di patteggiamento per l’Ilva spa prevedeva otto mesi di commissariamento giudiziale, affidato sempre agli attuali commissari Gnudi, Carrubba e Laghi, e 241 milioni a titolo di confisca, quale profitto del reato compiuto tra il 2009 e il 2013, e altri 2 milioni come sanzione.

Il patteggiamento di Riva Forni Elettrici si aggirava invece sui 2 milioni di euro. La richiesta di patteggiamento dell’ex Riva Fire non era stata accettata dal collegio della Corte d’Assise presieduto dal giudice Michele Petrangelo perché alla data della decisione (l'udienza dell’1 marzo scorso) non si erano ancora sbloccata, rientrando in Italia, la somma di 1,23 miliardi sequestrata nel 2013 dalla Procura di Milano ai Riva per reati di natura economica e finanziaria.
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 Oggetto del messaggio: Re: ILVA e l'incuria nel Golfo di Taranto
MessaggioInviato: 20/08/2017, 14:55 
Ilva Taranto, se tutto va bene altri 6 anni per il piano ambientale


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Se tutto va bene bisognerà attendere sei anni per vedere completato il piano ambientale presentato da Aminvestco per lo stabilimento Ilva di Taranto. Parliamo di misure che, secondo il Piano approvato con DPCM 14 marzo 2014 prevedeva che il termine ultimo per la conclusione degli interventi fosse fissato al 3/08/2016. In altre parole ciò che avrebbe dovuto essere già fatto e realizzato lo scorso anno, lo sarà entro il 2023, salvo imprevisti. Una manovra che ricorda quanto accadeva con gli “Atti d’intesa” di Fitto e Vendola definiti colossali prese in giro nel maxiprocesso Ambiente svenduto. Anche nei primi anni Duemila ai Riva venivano concesse deroghe su deroghe nell’attuazione delle misure di protezione ambientale e di sicurezza sul lavoro, con la firma in calce di Regione, Provincia, Comuni, sindacati e Confindustria.

Passano gli anni, cambiano gli attori, ma la storia si ripete. E questa volta c’è lo zampino del Governo che da agosto del 2012 ha avocato a sè la questione a suon di decreti legge (ben dieci) il cui fine ultimo è stato quello di mettere in sicurezza la produzione di acciaio considerata strategica per il Pil nazionale. Tutto il resto può attendere: bonifiche, piano ambientale, interventi sanitari sul territorio, diversificazione produttiva. L’importante è salvare l’acciaio continuando a sventolare lo spauracchio delle migliaia di posti di lavoro. Dai Riva ad oggi non è cambiato molto: ricatto occupazionale era e ricatto occupazionale resta. Con la differenza, questa sì sostanziale, che è direttamente lo Stato a tradire i suoi stessi cittadini.

Nell’esame del piano ambientale di AmInvestco è impegnata in questi giorni Legambiente Taranto che lancia l’allarme sugli “ingiustificabili rinvii” previsti dal nuovo proprietario dell’Ilva. Vi proponiamo di seguito e integralmente il documento di Legambiente.
“Abbiamo cominciato l’esame della domanda di autorizzazione dei nuovi interventi e di modifica del Piano delle misure e delle attività di tutela ambientale e sanitaria per l’Ilva di Taranto depositata da AM InvestCo Italy srl, in merito ai quali presenteremo – nonostante gli strettissimi tempi previsti per la consultazione del pubblico, assolutamente insufficienti in rapporto alla mole della documentazione da visionare – le nostre Osservazioni. Il primo elemento che abbiamo esaminato è costituito dai tempi di attuazione e sin da ora vogliamo denunciare che le proposte presentate si caratterizzano per una generalizzata e massiccia richiesta di dilatazione dei tempi di attuazione degli interventi previsti, del tutto priva di giustificazioni non solo in rapporto al tempo già trascorso dalla approvazione dell’A.I.A., avvenuta ormai cinque anni fa, quanto, soprattutto, in relazione alle tempistiche indicate nel Piano ambientale Ilva approvato con decreto il 14 marzo 2014.

La tanto decantata accelerazione degli interventi è inesistente, a partire proprio dalla realizzazione della copertura del Parco Minerale e del Parco Fossile per la quale sono previsti 36 mesi dalla data in cui AM InvestCo subentrerà nella gestione del sito a fronte dei 28 previsti dal Piano del 2014. Una differenza di 8 mesi, pari a quasi il 30% in più del tempo originariamente previsto, destinata oltretutto a crescere considerato che i termini vengono fatti decorrere dalla data di subentro nella gestione del sito – invece che da quella di approvazione della domanda- subordinata all’attesa del verificarsi delle condizioni sospensive inserite nel contratto di vendita di Ilva SpA.

Le cose peggiorano per la copertura del Parco Calcare per la quale AM InvestCo prevede 42 mesi dalla data in cui subentrerà nella gestione del sito, a fronte dei 28 previsti dal Piano del 2014. Una differenza di 14 mesi anch’essa destinata a crescere.
L’incredibile, sempre in materia di Parchi Ilva, si raggiunge con Parco OMO, Parchi AGL Nord e Sud e Parco Loppa per i quali AM InvestCo , pur presentando un progetto alternativo alla copertura, basato su barriere frangivento e bagnatura dei cumuli, prevede per la sua realizzazione 42 mesi dalla data in cui subentrerà nella gestione del sito a fronte dei 20 previsti dal Piano per il Parco OMO e i Parchi AGL Nord e Sud, e dei 28 previsti dal Piano per il Parco Loppa. Una differenza di 22 mesi per il Parco OMO e i Parchi AGL Nord e Sud e di 14 mesi per il Parco Loppa, anch’essa destinata oltretutto a crescere, a fronte di un intervento sicuramente meno impegnativo e che chiediamo non venga accolto ritenendo che vadano confermate tutte le prescrizioni di copertura dei Parchi presenti nel Piano originario.

Ma l’allungamento dei tempi non riguarda solo i Parchi. Nell’area Cokerie, per la fermata della Batteria 11 si prevede che la stessa sia collegata al riavvio delle Batterie 9 e 10 e che avvenga entro il 31/12/2020, mentre nel Piano la sua completa fermata era prevista entro 19 mesi. Una differenza pari a 20 mesi, più di un anno e mezzo. Sempre nell’area Cokerie, per l’installazione del sistema di controllo della pressione dei singoli forni sono previsti 36 mesi per le batterie 7 e 8 e 42 mesi per la batteria 12 a fronte dei 13 mesi per le batterie 7 e 8 e 22 mesi per la batteria 12 previsti dal Piano. Un differimento pari nel primo caso a 23 mesi e nel secondo a 20 mesi. Insomma, tempi raddoppiati o quasi triplicati rispetto a quelli originariamente prescritti.

Per la chiusura dei Nastri Trasportatori sono previsti 32 mesi complessivi senza indicazione di obiettivi intermedi, a fronte dei 28 mesi totali previsti dal Piano e delle sue previsioni intermedie (75% entro 19 mesi), nonostante AM InvestCo non preveda copertura per i nastri che si trovino all’interno di aree per le quali è prevista la copertura con edifici o connessi ad impianti non in esercizio come l’AFO 5. Per la chiusura completa degli Edifici aree di gestione materiali pulvirulenti si indica il termine del 31/12/2018 e quindi una tempistica pari a 15 mesi per l’effettuazione dei lavori relativamente ai 6 edifici non ancora chiusi. Nel Piano si prevedevano 8 mesi per la chiusura di 10 edifici. Per la messa in esercizio del sistema di trattamento scorie di acciaieria AM InvestCo presenta un progetto alternativo a quello previsto dal Piano con una tempistica di attuazione pari a 48 mesi dalla data in cui AM InvestCo subentrerà nella gestione dell’installazione a fronte dei 28 previsti dal Piano per il sistema BSSF.

Per l’adeguamento ai limiti normativi per le sostanze pericolose degli scarichi degli impianti produttivi si prevede il termine finale del 31/12/2020 e, quindi, una tempistica pari a 39 mesi, a fronte dei 28 mesi previsti dal Piano: una differenza pari a 11 mesi. Per la impermeabilizzazione delle superfici e la realizzazione dei sistemi di raccolta e trattamento delle acque meteoriche e di bagnatura/ raffreddamento delle aree GRF, SEA, IRF il termine finale è fissato al 1/07/21, mentre nel Piano si fa riferimento alla percentuale del 50% entro 18 mesi e al completamento entro 27 mesi. Un differimento pari a 18 mesi che Am InvestCo motiva con la presenza di scorie di acciaieria da deferrizzare e rimuovere, presenti però nella sola area IRF.
Per la realizzazione dei sistemi di raccolta e trattamento delle acque meteoriche dell’Area delle lavorazioni a caldo il termine finale è fissato al 23/08/23, senza indicazioni di percentuali di realizzazione ad un data intermedia, mentre nel Piano si fa riferimento alla percentuale del 50% entro 18 mesi e al completamento entro 27 mesi. Un differimento che arriva quindi a 44 mesi, più di 3 anni e mezzo.

Per gli Sporgenti marittimi e le relative pertinenze si prevede di terminare le attività entro il 23/08/2023 senza nessuna scadenza intermedia. Nel Piano il completamento delle attività di caratterizzazione e delle opere di gestione delle acque meteoriche era previsto entro 16 mesi dal rilascio delle autorizzazioni necessarie. Per la Certificazione prevenzione incendi si prevede un cronoprogramma per le diverse attività produttive con scadenze dal 30/06/20 al 30/06/23 e tempistiche di attuazione comprese tra i 36 e i 60 mesi. Nel Piano si prevedeva entro 28 mesi l’approntamento per ogni area produttiva di fascicoli tecnici attestanti la conformità di ogni attività soggetta presente nell’area per la conseguente richiesta di rilascio della certificazione. Anche per il piano organico degli interventi di efficientamento energetico si prevede la conclusione entro il 23/08/23, con una tempistica di circa 70 mesi, contro i 28 mesi previsti dal Piano del 2014..

In termini generali, infine, il Piano delle misure approvato con DPCM 14 marzo 2014 prevedeva che, ove non diversamente indicato, il termine ultimo per la conclusione degli interventi fosse fissato al 3/08/2016 con, quindi, un massimo di 28 mesi per la realizzazione delle prescrizioni previste. Il nuovo Piano prevede una scadenza massima degli interventi al 23/08/23 e quindi una tempistica di attuazione pari a circa 70 mesi: più del doppio rispetto ai tempi originariamente prescritti!

Legambiente chiede che tutte le previsioni temporali contenute nella domanda presentata da AM InvestCo Italy siano ricondotte a quelle indicate nel Piano delle misure approvato con DPCM 14 marzo 2014 ritenendo del tutto ingiustificato un generalizzato allungamento delle stesse. Tempi maggiori, a nostro avviso, vanno valutati solo a fronte di specifiche, limitate e comprovate impossibilità di realizzazione e commisurati a ciò che è strettamente necessario da un punto di vista tecnico.
Se è vero che “il tempo è denaro” le tempistiche indicate da AM InvestCo Italy indicano con chiarezza che a pagare saranno la salute, la pazienza e il portafoglio, dei cittadini di Taranto. É inaccettabile un piano ambientale che si prolunghi ancora per sei anni”.
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