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MessaggioInviato: 29/07/2012, 16:13 







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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 29/07/2012, 16:22 
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Aztlan ha scritto:

Perchè OGGI l' unica cosa che si può fare è CHIUDERE tutto
e mettere le MANETTE ai dirigenti e a chi ha preso le mazzette.



Lo speriamo tutti........ [:p]

Nel frattempo...........

TARANTO - Il Codacons annuncia in una nota che domani "denuncerà i ministri dell'ambiente e della salute che si sono succeduti negli anni - responsabili per il dissesto dell'Ilva - alla luce dei reati di omissione di atti dovuti e concorso in inquinamento e disastro ambientale".

CONTINUA>>>
http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 39960.html



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MessaggioInviato: 29/07/2012, 18:18 
Certo, chiudiamo tutto così gli operai restano a casa senza lavoro.

E chi ci lavora (e sono tantissime le famiglie coinvolte, tra indotto e aziende collegate) che fine fa? La sacrifichiamo perchè sui libri avete imparato che la teoria prevede "ambiente pulito"?

Qualsiasi azione deve avere come soggetto le persone: non esiste un "bene supremo" al quale sacrificare la vita di qualcuno, neanche se si tratta di ambiente (e meno che meno il profitto). Quello che va fatto non è chiudere, ma mettere in regola, riconvertire e bonificare. Io non sono di Taranto, ma provate a chiedere a qualunque tarantino (anche quelli che scrivono qui): secondo me, sono tutti contenti se gli impianti funzionassero finalmente nel pieno rispetto della legge, ma sarebbero tutti contrari a chiudere tutto. Non si difende l'ambiente contro il lavoro nè il lavoro contro l'ambiente, vanno difesi insieme. Chi ha manifestato contro il sequestro (anche se non è proprio così) non ha scioperato per difendere l'Ilva così com'è, ha paura di perdere il lavoro dopo aver avuto come unica scelta un lavoro disumano. Proporre a queste persone di chiudere tutto e lasciarli a casa non mi pare proprio la scelta più giusta, nè la più logica.


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MessaggioInviato: 29/07/2012, 18:28 
Cita:
sezione 9 ha scritto:

Certo, chiudiamo tutto così gli operai restano a casa senza lavoro.

E chi ci lavora (e sono tantissime le famiglie coinvolte, tra indotto e aziende collegate) che fine fa? La sacrifichiamo perchè sui libri avete imparato che la teoria prevede "ambiente pulito"?

Qualsiasi azione deve avere come soggetto le persone: non esiste un "bene supremo" al quale sacrificare la vita di qualcuno, neanche se si tratta di ambiente (e meno che meno il profitto). Quello che va fatto non è chiudere, ma mettere in regola, riconvertire e bonificare. Io non sono di Taranto, ma provate a chiedere a qualunque tarantino (anche quelli che scrivono qui): secondo me, sono tutti contenti se gli impianti funzionassero finalmente nel pieno rispetto della legge, ma sarebbero tutti contrari a chiudere tutto. Non si difende l'ambiente contro il lavoro nè il lavoro contro l'ambiente, vanno difesi insieme. Chi ha manifestato contro il sequestro (anche se non è proprio così) non ha scioperato per difendere l'Ilva così com'è, ha paura di perdere il lavoro dopo aver avuto come unica scelta un lavoro disumano. Proporre a queste persone di chiudere tutto e lasciarli a casa non mi pare proprio la scelta più giusta, nè la più logica.



Caso Ilva/ "Prevenzione e tutela della salute e dell'ambiente?
Per le aziende è una rottura di scatole"


Sabato, 28 luglio 2012

http://affaritaliani.libero.it/cronache ... 80712.html

Buongiorno direttore,
è la prima volta che le indirizzo una mail e la ringrazio fin da subito per la sua cortese attenzione nel volerla valutare come semplici considerazioni. Il riferimento è all'Ilva di Taranto, ma ritengo sia allargabile all'intero territorio nazionale. Entro nel merito della vicenda tanto attenzionata, da addetto ai lavori.

Mi occupo infatti dal 1997, quindi non da ieri, per conto del Ministero della Sanità (o Salute che dir si voglia), in qualità di Tecnico della Prevenzione, in organico (e quindi gestito, al pari di tutti gli altri colleghi), nella Azienda Sanitaria Locale, di verificare il rispetto della vasta normativa inerente la prevenzione per la salvaguardia della salute pubblica e dell'ambiente, come sancito dalla nostra Carta Costituzionale.

Duole, innanzitutto, il fatto che siano sempre prese in considerazione le posizioni "di parte", con ciò individuando tutti coloro che possono esprimere il proprio grado di soddisfazione od insoddisfazione verso questo o quell'accadimento, e mai, ripeto, mai, un addetto ai lavori.

Duole, a me personalmente, sentire tutte queste considerazioni che provengono da personaggi molto in vista, che disconoscono il valore della Costituzione ed i precetti in essa esposti e che noi tutti dovremmo rispettare.

Duole che a questi precetti si antepongano interessi economici che, in questo come in tutti i momenti storici, indubbiamente rappresentano l'ABC dell'imprenditoria e che personalmente non ho mai contrastato anzi ho da sempre condiviso in quanto rappresentano il motore dell'economia e bisogna congratularsi con chi quotidianamente si assume il rischio d'impresa sulle sue spalle.

Ma non solo di questo si deve parlare a ruota libera. Noi che svolgiamo questo lavoro, che agli occhi di tutti è solo rappresentativo di una grande rottura di scatole, quando entriamo nelle aziende per controllarle, ma che è basato su una a volte immensa conoscenza di tutti quei lacci e lacciuoli normativi e suffragato da esperienza sul campo che quotidianamente si incrementa, unita alle conoscenze della nostra vita universitaria e degli aggiornamenti post universitari, quali i Master, dovremmo essere di fondamentale "ausilio indiretto" agli imprenditori, indicando loro, anche con i sempre inaccetttati mezzi prescrittivi che la Legge ci mette a disposizione, le azioni correttive alla loro imprenditorialità, sia essa rappresentata dalla piccola entità commerciale, come parimenti e senza sudditanza alcuna, dalla grande realtà industriale.

Nel caso di specie, non ho contezza della documentazione, ma se la magistratura, della quale siamo il braccio tecnico operativo al momento del riscontro da parte nostra di violazioni di norma che implicano l'assoggettamento di terzi alle disposizioni di carattere penale, ha impartito queste disposizioni, ritengo lo abbia fatto a ragion veduta. Il nostro operato non rappresenta, come si vuol far credere a tutti i costi, un maggior onere, ma una minore spesa nel capitolo delle evenienze lesive che caratterizzano gli ambienti con scarsa propensione alla prevenzione.

Stride, la quasi totalità delle voci in campo, con la realtà che quotidianamente visioniamo. E fa specie che a far girare una parte di queste voci siano proprio coloro che dovrebbero maggiormente attenzionare l'incolumità della popolazione interna (quindi dipendente) o esterna ed inerme, che "deve" solamente subire supinamente.

Forse non si è compreso fino in fondo che potenziando il settore della prevenzione, sottraendolo anche alle inevitabili logiche di indebiti ed illeciti guadagni non escludibili a priori, visto che l'essere umano è soggetto alle tentazioni delle più disparate forme e dimensioni, non saremmo a discutere di quanta parte della spesa pubblica per la salute (oltre 45 miliardi di Euro annui) potrebbe essere risparmiata, e potenzialmente reinvestita nel Paese Italia.

Il nostro è un lavoro scomodo, agli occhi dei più, e non viene mai evidenziato in modo positivo, come un vanto della sanità pubblica. Solo che, al momento di un accadimento delittuoso, qualunque sia, sono titolati a parlare i soliti noti, dimenticando che, le indicazioni che in via generale noi possiamo fornire, potrebbero, così discusse in terreno neutro, andare a vantaggio di tutti.

La ringrazio ancora e, qualora lo ritenesse, sarò ben lieto di ricevere sue gradite considerazioni.

Con stima,
Antonio Pitrelli





LA RISPOSTA DEL DIRETTORE DI AFFARITALIANI.IT ANGELO MARIA PERRINO

Gentile dottor Pitrelli,

la ringrazio per il suo intervento e per i toni civili ma fermi della sua denuncia e della sua protesta. Quel che si legge oggi per bocca di lobbisti interessati e associazioni di categoria che di acciaio hanno tutto salvo la coscienza e la sensibilità sociale, ma soprattutto quel che si sente e si legge da parte di economisti ed editorialisti pseudoindipendenti, fa davvero trasecolare per cinismo, subalternità psicologico-culturale, disinformazione.

Che l'Ilva tuttora con le sue emissioni uccida (dipendenti e cittadini pugliesi), come dimostrato da un'accuratissima perizia e come ricordato dal giudice che ha validato le richieste della procura (clicca qui per leggere il terrificante atto d'accusa dei giudici http://affaritaliani.libero.it/cronache ... 70712.html ) per per loro è irrilevante. Quel che conta è salvare la vocazione industriale del paese...Questo è il principio da cui a valle deve muoversi ogni altra priorità, quel che conta è mettere a tacere il vecchio e sterile "fondamentalismo" ambientalista e liberare il sacro furore della moderna imprenditoria globale (quella dello spread e dei titoli tossici, per intenderci).

Che dirle? Che le cozze alla diossina di Taranto, presidio di antica civiltà di Magna Grecia, mostrano quanto il nostro sia ormai un paese alle vongole. O alla frutta. Un Paese senza, come diceva Arbasino. Senza diritti, senza dignità, senza pietas, senza scrupoli, senza equilibrio e misura. Un Paese in cui le situazioni anche più gravi non sono mai serie.

Un Paese in cui equipe di magistrati che hanno svolto il loro pluriennale lavoro di indagine con rigore, pignoleria e senza gesti spettacolari (come invece è invalso oggi in molti ben piu' famosi distretti giudiziari) con una verifica perfino troppo lunga (tanto evidente e clamorosa era, a occhio nudo, la presenza diffusa di diossina sulle strade e nelle case), oggi vengono criminalizzati come se fossero stati loro a compiere un reato con i loro provvedimenti.

E a nulla è valso il gesto altamente significativo del giorno dopo, quando le massime autorità giudiziarie, guidate dal Procuratore generale di Lecce, hanno accettato di sfidare il linciaggio e metterci la faccia per spiegare che "non c'erano alternative" al sequestro e all'arresto dei vertici dell'Ilva(cui è stato gentilmente risparmiato il rigore del carcere ma non la massima sanzione della privazione della liberta') in una conferenza stampa collettiva molto coerente e coraggiosa, visto il clima ostile che gli era stato creato contro.

E ora si cerca di intimidire e condizionare il tribunale del riesame.

Ha ragione lei, caro amico, la soluzione è la prevenzione: chissà quanto risparmierebbe l'Assessorato alla Sanità della regione Puglia se cessasse la mortalità e la morbilità provocata dalle emissioni dell'Ilva, come lei, da bravo tenico ed esperto del ramo, ben osserva.

Cogliamo costruttivamente l'occasione per voltare pagina. E per trasformare il sacrificio della gente di Taranto, vittima incolpevole di una logica del profitto estrema e senza scrupoli, in una pietra miliare del nuovo modo di fare impresa all'insegna dei valori dell'ecosostenibilità e della responsabilità sociale. Nel mondo ciò accade. Ma è ora che accada anche da noi, a partire dal nostro piccolo e dileggiato Meridione, terra di lavoratori e non di sudditi.



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MessaggioInviato: 29/07/2012, 19:54 
La Rinascita del Meridione (e non solo!) passa sicuramente dal diventare da "sudditi" a "lavoratori", è verissimo. Infatti credo che l'Ilva era fino a non tanto tempo fa quasi completamente desindacalizzata.

http://www.cgil.it/dettagliodocumento.aspx?ID=19598 (comunicato congiunto CGIL-CISL-UIL)

"Il protocollo sottoscritto oggi da Governo, Regione ed Enti Locali è un atto importante che segna la volontà di impegnare risorse pubbliche per la bonifica e il riassetto del territorio sull'intera area tarantina. Questo impegno deve necessariamente essere affiancato da precise volontà della proprietà di Ilva di investire risorse adeguate per la messa a norma degli impianti, dimostrando così la volontà di superare con azioni concrete il provvedimento emesso dalla Magistratura e dando così sostegno e forza al ricorso in Tribunale del riesame del provvedimento, che auspichiamo venga fatto il più presto possibile"

L'Ilva non è da difendere "per far piacere al padrone". L'Ilva è alla base di gran parte della produzione manifatturiera italiana: il problema quindi non è lasciare libera la proprietà di continuare a fare quello che vuole, ma di trasformare l'Ilva in un moderno polo industriale.

Se poi quello che vuoi dire è che "tanto fanno tutti schifo", beh, l'idea si commenterebbe da sola. Impossibile, comunque, che tu abbia così poco rispetto sia per chi all'Ilva ci lavora (poveri mendicanti disposti a tutto pur di lavorare? Sembra un concetto razzista di quando noi poveri italiani eravamo disposti a lavorare di più per paghe da fame in America) sia per chi ha sempre cercato di cambiare le cose. Persone che non credono certo che "tanto sono tutti uguali".


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MessaggioInviato: 29/07/2012, 22:00 
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sezione 9 ha scritto:
Se poi quello che vuoi dire è che "tanto fanno tutti schifo", beh, l'idea si commenterebbe da sola. Impossibile, comunque, che tu abbia così poco rispetto sia per chi all'Ilva ci lavora (poveri mendicanti disposti a tutto pur di lavorare? Sembra un concetto razzista di quando noi poveri italiani eravamo disposti a lavorare di più per paghe da fame in America) sia per chi ha sempre cercato di cambiare le cose. Persone che non credono certo che "tanto sono tutti uguali".


Non mi mettere in bocca cosa che non ho mai detto. E' ovvio che io abbia il massimo rispetto per i lavoratori che perderebbero il lavoro. Ci mancherebbe altro. Il punto è che la strada che tu prospetti è letteralmente impraticabile. Perchè non ci sono i soldi. Io, a differenza tua, l'ILVA l'ho vista con i miei occhi.. proprio l'anno scorso. E ti posso garantire che stiamo parlando sì del più grande polo industriale d'Europa.... ma anche di una struttura immensa praticamente abbandonata a se stessa.

Immagine

Cioè parliamo di qualcosa che è molto vicino al FATISCENTE. Hai presente quale sia il significato di fatiscente? Ristrutturare e mettere in sicurezza km e km quadrati di strutture è qualcosa che la "proprietà" non pensa minimamente di fare. Loro hanno sempre e solo RICATTATO i lavoratori e i cittadini di Taranto. Della serie... o ti mangi la minestra (avvelenata), oppure tutti a casa. Beh..... pensare che debba essere rimesso in piedi un simile stabilimento, magari con i soldi pubblici (visto che la proprietà pensa solo a contare i miliardi fatturati) e dopo che per decenni politici, amministratori e furfanti vari si sono scambiati favori, mazzette e tornaconti personali, è una cosa che proprio non è possibile immaginare.

Da questo punto di vista, sono quasi completamente allineato con il pensiero di Di Pietro. Tuttavia, la soluzione prospettata, che è simile alla tua, suggerisce una soluzione finale che, alla luce dei fatti, è impraticabile.

Ti riporto uno stralcio della sua dichiarazione....

Tratto da:
http://www.antoniodipietro.it/tag/ilva

"Che l’Ilva avveleni l’aria, il mare e la terra di Taranto non è un sospetto o un’opinione. Purtroppo è una certezza scientificamente provata. Per decenni, invece di mettere in sicurezza gli impianti e bonificare l’ambiente che avevano distrutto, i Riva si sono difesi dietro quel ricatto: “O vi tenete il veleno e accettate di rischiare la vita vostra e quella dei vostri figli, oppure restate senza lavoro”. Questa è stata sinora la tragedia di Taranto: non avere scelta se non quella tra il veleno e la miseria, tra i fumi dell’Ilva e una disoccupazione di massa che metterebbe in ginocchio l’intera città.

Grazie a questo ricatto le istituzioni sono rimaste immobili e paralizzate, fingendo di non vedere che l’Ilva trasgrediva, senza nemmeno nascondersi, la legge e inquinava senza pietà l’ambiente circostante, senza spendere nulla dei propri immensi profitti per riparare al danno e impedire che si ripetesse e anzi peggiorasse. I lavoratori sono rimasti soli.

I magistrati non potevano continuare a fare finta di niente. Di fronte a reati contro la vita umana avevano il dovere di intervenire. Hanno fatto benissimo a farlo. Anche perché è la sola strada per rompere la logica ricattatoria dei proprietari dell’Ilva e rompere la solitudine e l’impotenza dei lavoratori. Non è vero che non esiste altra alternativa oltre a quella fra la morte e la fame. L’inquinamento può essere aggredito frontalmente. Le emissioni possono essere riportate entro i limiti consentiti dalla legge. La terra, il cielo e il mare di Taranto possono essere bonificati.

Il punto dolente non è che tutte queste cose sono impossibili. E’ che costano e che i Riva non vogliono perdere nemmeno un euro dei loro preziosi profitti, realizzati a man bassa in tutti questi anni. Allora devono essere obbligati a farlo. La via maestra, anzi la sola praticabile, è la ristrutturazione ambientale dell’Ilva, ma non a spese delle sole istituzioni e cioè del denaro pubblico ma a spese di chi ha provocato immensi danni e ci si è arricchito".


Ora... capisco che siamo già entrati in campagna elettorale e che CON LE CHIACCHIERE sono tutti bravi.
Ma qui la faccenda è..... trovare qualche miliardo di euro che non c'è.

Oppure suggerisci di portare la benzina a 2 euro?



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MessaggioInviato: 30/07/2012, 00:58 
Sono del tutto concorde con ciò che hai scritto nel tuo ultimo post, Thethirdeye.



Soprattutto con:

Cita:
Thethirdeye ha scritto:


Ristrutturare e mettere in sicurezza km e km quadrati di strutture è qualcosa che la "proprietà" non pensa minimamente di fare. Loro hanno sempre e solo RICATTATO i lavoratori e i cittadini di Taranto.




Metto in memoria quel “km e km quadrati”, rammentandomi di ciò, quando, in futuro, le cose si saranno veramente sistemate in favore della salute dei tarantini e del territorio interessato (anche se in ItaGLia...... Immagine).






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Thethirdeye ha scritto:
Ci mancherebbe altro. Il punto è che la strada che tu prospetti è letteralmente impraticabile. Perchè non ci sono i soldi. Io, a differenza tua, l'ILVA l'ho vista con i miei occhi.. proprio l'anno scorso. E ti posso garantire che stiamo parlando sì del più grande polo industriale d'Europa.... ma anche di una struttura immensa praticamente abbandonata a se stessa.


Lo scopro solo ora?
Potevi avvisarmi così ti invitavo a casa mia almeno [:D].

Cita:
Thethirdeye ha scritto: Cioè parliamo di qualcosa che è molto vicino al FATISCENTE. Hai presente quale sia il significato di fatiscente? Ristrutturare e mettere in sicurezza km e km quadrati di strutture è qualcosa che la "proprietà" non pensa minimamente di fare. Loro hanno sempre e solo RICATTATO i lavoratori e i cittadini di Taranto. Della serie... o ti mangi la minestra (avvelenata), oppure tutti a casa.


Quoto il fatiscente.
Rivestimenti arrugginiti, casolari di controllo che paiono gigantesce palafitte di metallo ammuffito, muri dove ormai il bianco ha preso il posto del grigio.
Ma mi limito nell'elencare i segni caratteristici di questa lista degli orrori: dettagli o meno, è qualcosa che nel complesso la fa davvero apparire come una sterminata fabbrica della morte.

Prima di giudicare se sto esagerando o meno, credo che dobbiate prima andare a giudicare di persona: entrarci non è molto diverso dal ritrovarsi dinanzi ai cancelli di Auschwitz, con la differenza che qui le ingegnerie mortali sono ancora in funzione.
TTE infatti ci è stato di persona ed ha colto al 100% quello che prova ogni tarantino nel vedersi distrutta in un solo colpo sia la propria città che il proprio futuro.
Rimettere in sesto una struttura di dimensioni che realmente assumono il connotato di gigantesco, mi pare una gigantesca cassata: metti poi che Taranto è ancora in ginocchio a causa della crisi dei fondi comunali causata dall'amministrazione Di Bello....i soldi? Da dove li prendiamo?
Siamo in una via a senso unico.

Per me, ILVA chiusa seduta stante però le istituzioni devono impegnarsi allo stesso tempo anche per trovare un'occupazione sicura a tutti coloro che perderanno il posto....il problema è che sono TROPPI.
Ed il porblema ancora più grosso è che a Taranto, come avevo già spiegato....lo scrivo in dialetto....fatij nu'n stè (lavoro non ce ne sta).
Rimetterla in sesto solo per assicurare il posto a chi già ci lavora, comporterebbe una spesa insostenibile, quindi vai con gli aiuti statali....e quindi ulteriori debiti a gravare sulle finanzie già precarie della città.

Diciamo che lo stato fatiscente dell'ILVA è lo specchio di tutto il resto della città....mi duole dirlo in primis per me che ne sono cittadino, ma è la triste realtà.

Cita:
sezione 9 ha scritto:
Io non sono di Taranto, ma provate a chiedere a qualunque tarantino (anche quelli che scrivono qui): secondo me, sono tutti contenti se gli impianti funzionassero finalmente nel pieno rispetto della legge, ma sarebbero tutti contrari a chiudere tutto. Non si difende l'ambiente contro il lavoro nè il lavoro contro l'ambiente, vanno difesi insieme.


Sbagli: la maggior parte dei tarantini (gente che li ci lavora, tra l'altro) vuole proprio che si chiuda tutto, sei male informato [;)].
Chi è intelligente sa bene che continuare a prestare lavoro la dentro equivale anche ad intossicare l'aria dlele generazioni future.
Tutti lo sanno che l'amministrazione di Riva è qualcosa che tende al male più assoluto, il classico esempio dell'imprenditore senza scrupoli in assoluto e strafottente, un'entità demoniaca a tutti gli effetti.
Bonificare vorrebbe dire anche considerare il fattore di attendere che tutti i vapori presenti nell'aria dell'area dello stabilimento cessino del tutto, altrimenti i lavoratori che cavolo ce li rimandi a fare in uno stabilimento di bell'aspetto ma dall'aria tossica?

Cita:
sezione 9 ha scritto: Chi ha manifestato contro il sequestro (anche se non è proprio così) non ha scioperato per difendere l'Ilva così com'è, ha paura di perdere il lavoro dopo aver avuto come unica scelta un lavoro disumano. Proporre a queste persone di chiudere tutto e lasciarli a casa non mi pare proprio la scelta più giusta, nè la più logica.


Come ho spiegato in precedenza, prima bisogenrebbe rivedere la questione delle occupazioni per fornire loro un lavoro alternativo, o per sempre oppure anche solo in attesa di un irreale bonifico TOTALE (irreale per le tante ragioni sopra citate).
Non è per essere pessimista, ma ciò rasenta quasi limpossibile: sono realista, più che altro.
Perchè qui ci vivo.

E permettemi di concludere questo intervento con un evento a cui ho assistito veramente, anche se in disparte.
Mi vergogno anche di raccontarlo perchè dovrebbero essere cose che non mi riguardano personalmente, però....lo faccio giusto a scopo di far ragionare un pò riguardo alle conseguenze che l'ILVA porta a chi vive e lavora lì dentro.
Il padre di un mio conoscente aveva un tumore che gli era stato provocato proprio dalle condizioni sanitarie dell'area in cui lavorava, ovvero l'ILVA.
Ha resistito finchè ha potuto e.....sapete quando è morto?

Il giorno di Natale....

[:(]

Così, giusto per far riflettere.
A quante situazioni come questa vogliamo assistere ancora?

Credo nessuno sano di mente.



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Voi pensate che bastino i soldi del privato colpevole per risanare tutto? Come dite, c'è una provincia da bonificare, non una semplice area industriale. Che la proprietà debba pagare (anche in galera, se così decideranno i giudici) è implicito, non è che volessi dire che il pubblico deve salvare i privati.

Resto fermamente convinto che, comunque, chiudere fabbriche e perdere produzioni non sia una scelta. Io non credo ad un Paese che vive di solo turismo, le sue strutture industriali deve mantenerle.

Alle dichiarazioni di Di Pietro, rispondo con una ovvietà: se Riva vuol dire "prenditore" criminale, la prima cosa che farà sarà chiudere tutto e andarsene. Col risultato di impantanarsi in una causa che durerà chissà quanto (per il riconoscimento dei danni provocati dall'amianto quanto si è dovuto aspettare?), con uno stabilimento chiuso in un'area disastrata, e Taranto che resta senza sviluppo. L'idea è giusta, non dico certo il contrario: ma qui non si tratta solo di far pagare chi è colpevole, si tratta soprattutto di trovare una soluzione e subito, per salvare ambiente (per il quale basta chiudere l'Ilva) e lavoro (per il quale NON si deve chiudere l'Ilva).


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Cita:
Pegasus ha scritto:


Prima di giudicare se sto esagerando o meno, credo che dobbiate prima andare a giudicare di persona....



Fatto. No, non esageri.
Infatti, come te, quoto l'espressione -fatiscente- usata da Thethirdeye.

A proposito del fatiscente, riporto un vecchio video che riguarda i lavori di costruzione dell'Italsider (ora ILVA -mi auguro per non molto ancora-).

<EMBED WIDTH="420" HEIGHT="315" SRC="http://www.youtube-nocookie.com/v/7vHRO7tgxEE?version=3&hl=it_IT&rel="0" type="application/x-shockwave-flash" allowscriptaccess="always" allowfullscreen="true"" HIDDEN="false" AUTOSTART="true" LOOP="true" volume="100"></EMBED>


Pegasus, quante volte avrai visto l'acquedotto che viene brevemente mostrato nel video? Quella strada sai dove porta.

L'attuale colorazione di quel vecchio acquedotto la dice tutta.



Quello dell'acquedotto è solo un piccolo esempio. Molto più tragico (si lo è certamente) è ciò che un medico può osservare nelle radiografie fatte ai polmoni di un/una tarantino/a (non tutti, meglio precisare) che non è nemmeno mai entrato/a all'interno dell'ILVA.





Cita:
Pegasus ha scritto:


fatij nu'n stè



Molto vero, non lo si può certo negare.
Ed è per questo che:

Cita:
Pegasus ha scritto:


le istituzioni devono impegnarsi allo stesso tempo anche per trovare un'occupazione sicura a tutti coloro che perderanno il posto....










C'è molto da dire riguardo il thread ma, i miei interventi, come si sarà notato più volte, non sono mai molto “ricchi”.




Concludo questo post andando un pò OT (chiedo venia):

Cita:
Pegasus ha scritto:


Potevi avvisarmi così ti invitavo a casa mia almeno Immagine.



Se c'è la possibilità che Thethirdeye ritorni a far visita a Taranto e se vi incontrate, portalo da Porto S. Vito in giù. Così, giusto per pulirsi gl'occhi (tutti e tre [:)]) dopo aver osservato la fatiscenza dell'ILVA.
E se non le conosce, fagli provare (mangiare) le cozze pelose.








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A più di qualcuno potrà interessare questa lettura.





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Che inquini l'ho capito. Ma invece di sviare sempre il discorso, ditemi: stanno o no per spegnere gli altoforni?


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A vedere quel documento filmato mi sembra di rivedere lo stesso pseudo positivismo che pervade i documentari di altra triste opera italica...la diga del Vajont...anch`essa magicamente doveva portare un benessere generalizzato...tutto fatto pero` in sfregio alla Natura, senza regole per gli ecosistemi distrutti e via di seguito.

Marco71.



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Cita:
ArTisAll ha scritto:
Pegasus, quante volte avrai visto l'acquedotto che viene brevemente mostrato nel video? Quella strada sai dove porta.

L'attuale colorazione di quel vecchio acquedotto la dice tutta.


Certo che lo conosco, se ti avvicini attorno alla sua zona emette anche un fetore di ruggine a cui non puoi scampare.

Cita:
ArTisAll ha scritto: Se c'è la possibilità che Thethirdeye ritorni a far visita a Taranto e se vi incontrate, portalo da Porto S. Vito in giù. Così, giusto per pulirsi gl'occhi (tutti e tre [:)]) dopo aver osservato la fatiscenza dell'ILVA.
E se non le conosce, fagli provare (mangiare) le cozze pelose.


Eh, le cozze....prima potevi farlo, oggi non più: per quanto ne so gli allevamenti sono stati dichiarati non idonei alla salute e di conseguenza ne è stata vietata la pesca (ed anche l'allevamento se non sbaglio) causa diossina.
Ora per il tarantino comprare le cozze rasenta il colmo: per stare sicuro, deve comprare quelle provenienti da Bari....
Non credo di essere off-topic, dato che quella diossina intossicante c'è l'ha portata l'ILVA....insomma, quella fabbrica di m***a ci ha levato tutto, ora Taranto è solo un riflesso di ciò che era.

Però San Vito vanta tuttora il primato della spiaggia più pulita del litorale Tarantino: ma prendi la mia notziia con le pinze, sono 4 anni buoni che non sfioro nè un granello di sabbia nè una goccia di acqua salata, il mare non mi piace.
Però per l'onore della presenza di TTE potrei fare un'eccezione [^].



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