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 Oggetto del messaggio: Re: Stato-Mafia, ci hanno messo 20anni..ma alla fine..
MessaggioInviato: 06/06/2017, 15:00 
ArTisAll ha scritto:
martedì 6 giugno 2017


"Scarcerazione Riina? Vi dico cosa c'è dietro". Travaglio alza il tiro su un evento che avrebbe dell'incredibile..


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Marco Travaglio nel suo editoriale di oggi si chiede cosa abbia spinto la prima sezione penale della Corte di Cassazione ad emettere la sentenza che accoglie la richiesta di scarcerazione di Totò Riina avanzata dall’avvocato del boss respinta dal Tribunale di Bologna lo scorso anno.
Il direttore del Fatto Quotidiano, ma cerca di comprendere quali possano essere le conseguenze di un eventuale scarcerazione del boss dei boss.
Scrive il giornalista:

“E allora quali elementi di novità hanno spinto la Cassazione a quell’improvvisa e improvvida sentenza? Qui entriamo nel processo alle intenzioni e preferiamo evitare la dietrologia. Ma qualche altro fatto va ricordato, per comprendere le conseguenze di una scarcerazione. Il 30 gennaio, a sorpresa, Riina si dice pronto, tramite il difensore, a farsi interrogare per la prima volta in vita sua da pm, giudici e avvocati del processo Trattativa (diversamente da Brusca, Bagarella, Dell’Utri, Ciancimino, Mori, Subranni e Mancino). Poi il 9 febbraio, dopo un colloquio con i suoi legali, altra sorpresa: annunciato personalmente il dietrofront (“Sto male, ho un problema”). A che gioco gioca Riina proprio nella fase finale del processo Trattativa? Che segnale è, e a chi, quella disponibilità a parlare poi revocata 10 giorni dopo, nel processo che vede alla sbarra uomini della mafia e dello Stato? E che segnale è, e a chi, questa improvvisa e immotivata apertura dello Stato proprio e solo a lui (che non è certo l’unico malato fra gli stragisti detenuti né tantomeno fra gli ergastolani)? Dal “papello” in poi, fu proprio Riina a dirsi pronto a “giocarmi i denti” contro l’ergastolo e il 41-bis, i due formidabili incentivi al pentitismo voluti da Falcone e tradotti in legge in coppia solo dopo le stragi di Capaci e via d’Amelio. Il fatto che si trovi una scappatoia all’ergastolo e al 41-bis proprio per Riina, ad personam, sarebbe un messaggio simbolico devastante non solo per lui, ma anche per tutti gli altri mafiosi detenuti e non. Soprattutto per i Graviano e Bagarella, che custodiscono gli inconfessabili segreti delle stragi, magari nella speranza di barattare il loro silenzio con la scarcerazione. Che, se si aprono le porte del carcere per Riina, sarà non più impensabile, ma addirittura possibile. Un segnale di incoraggiamento per chi, dopo oltre 20 anni di isolamento, rischia di cedere e di parlare: resistete ancora un po’ e una soluzione per far uscire anche voi la troviamo; il silenzio è d’oro, infatti lo paghiamo a peso d’oro”.


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Fonte




in sintesi:

Riina: mi sono rotto il ca... mo parlo, dico tutto e vi fotto.

Stato (corrotto): non fare lo scemo, ci inguai tutti; senti ti facciamo uscire così puoi continuare a fare qualche affaruccio, basta che non fai casini, altrimenti ti ammazziamo e stai zitto lo stesso.

Riina: 'sta bene; dov'è l'uscita?

Stato (Boldrinesco): ogni uomo ha diritto alla propria dignità, gne gne gne gneeeeeeeeeee, è giusto che ognuno possa godere degl istessi diritti bla bla blaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa; riina verrà liberato.

Questo è il nostro paese: ipocriti, mafiosi e corrotti



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 Oggetto del messaggio: Re: Stato-Mafia, ci hanno messo 20anni..ma alla fine..
MessaggioInviato: 06/06/2017, 15:57 
MaxpoweR ha scritto:
in sintesi:

Riina: mi sono rotto il ca... mo parlo, dico tutto e vi fotto.

Stato (corrotto): non fare lo scemo, ci inguai tutti; senti ti facciamo uscire così puoi continuare a fare qualche affaruccio, basta che non fai casini, altrimenti ti ammazziamo e stai zitto lo stesso.

Riina: 'sta bene; dov'è l'uscita?

Stato (Boldrinesco): ogni uomo ha diritto alla propria dignità, gne gne gne gneeeeeeeeeee, è giusto che ognuno possa godere degl istessi diritti bla bla blaaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa; riina verrà liberato.

Questo è il nostro paese: ipocriti, mafiosi e corrotti



Esatto MaxpoweR.
Concordo con ciò che hai scritto.

In più, il gne gne gne boldrinesco è azzeccatissimo. [:D]



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 Oggetto del messaggio: Re: Stato-Mafia, ci hanno messo 20anni..ma alla fine..
MessaggioInviato: 07/06/2017, 02:41 
Totò Riina: dignitosamente in carcere fino alla fine della propria vita!


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di MoVimento 5 Stelle
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Salvatore Riina deve restare in carcere e lì ricevere le cure per poter morire dignitosamente come già prevede la legge. Sotto la massima sorveglianza, infatti, potrà anche essere ricoverato in ospedale affinchè la detenzione non aggravi le sue condizioni di salute. Questi sono i luoghi dove morire dignitosamente.
Non agli arresti domiciliari come vorrebbe la Corte di Cassazione.

Non esiste che il Capo dei Capi di Cosa Nostra, responsabile di stragi immani e della morte di oltre 200 persone tra cui donne e bambini, che non si è mai pentito davanti ai propri crimini, che non ha mai collaborato con lo Stato, anzi l'ha deriso dopo averlo straziato e umiliato, possa ottenere gli arresti domiciliari o misure alternative o benefici penitenziari.
Le cure mediche e terapeutiche Totò Riina le riceve già nel carcere di Parma dove è attualmente detenuto e dove è assistito in uno dei centri clinici di maggiore eccellenza del nostro Paese.

Ricordiamoci che solo alcuni anni fa Totò Riina, intercettato dal carcere, si vantava delle stragi che hanno portato alla morte dei Giudici Falcone e Borsellino e ordinava un nuovo attentato contro il sostituto procuratore di Palermo Nino Di Matteo.

E' preoccupante, inoltre, come questa decisione della Cassazione arrivi in un contesto politico in cui l'attuale Governo PD sta tentando di smantellare l’ergastolo ostativo e prevedendo di concedere benefici penitenziari ai boss mafiosi. Tutto questo è inaccettabile, vergognoso.

Totò Riina, così come tutti i boss della mafia, deve restare lì, in carcere. Dignitosamente, ma in carcere!
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Fonte



Cita:
Totò Riina, così come tutti i boss della mafia, deve restare lì, in carcere. Dignitosamente, ma in carcere!


Deve restare in gabbia.
Se si vuol parlare di dignità, allora si pensi a quella di tutti coloro che sono morti per mano di questi schifosi.

E che lo Stato Boldrinesco (come lo ha definito MaxpoweR), continuasse con il suo ipocrita gne gne gne.
Gne gne gne, gne gne gne..... ma li mortè!



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 Oggetto del messaggio: Re: Stato-Mafia, ci hanno messo 20anni..ma alla fine..
MessaggioInviato: 07/06/2017, 12:53 
essi... il buon Riina se parla sono caxxi amari... e siccome se parla i caxxi amari sono per personaggi molto illustri meglio tirarlo fuori con il Boldrinesco (grande MaxpoweR) gne gne gne dei diritti e della giustizia che tirerebbe fuori il più grande boss mafioso di sempre che sulla coscenza ha le peggio stragi e i peggio morti

ma lo stato (con la s piccola volutamente!!) è proprio questo... uno sciame di infami corrotti...


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 Oggetto del messaggio: Re: Stato-Mafia, ci hanno messo 20anni..ma alla fine..
MessaggioInviato: 08/06/2017, 02:47 
Riina segue il processo collegato in videoconferenza dal carcere. L’avvocato: “Sta molto male, lasciatelo in pace”


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Due giorni fa la Cassazione non aveva escluso l'ipotesi degli arresti domiciliari per concedergli il "diritto a morire dignitosamente” viste le sue condizioni di salute. Stamattina, invece, il capo dei capi di Cosa nostra ha seguito il processo per la strage del Rapido 904, in cui è imputato, collegato in videoconferenza dal carcere di Parma disteso su una barella
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Due giorni fa la Cassazione non aveva escluso l’ipotesi degli arresti domiciliari per concedergli il “diritto a morire dignitosamente” viste le sue condizioni di salute. Stamattina, invece, Salvatore Riina non ha avuto problemi a seguire uno dei processi in cui è imputato collegato in videoconferenza dal carcere in cui è recluso. La Corte di assise di appello di Firenze si è dunque collegata col penitenziario di Parma per dare modo a Riina – disteso su una barella – di seguire il dibattimento sulla strage del Rapido 904, che il 23 dicembre 1984 fece 16 morti e oltre 260 feriti. Riina è l’unico imputato come mandante dello scoppio di una bomba sul convoglio Napoli-Milano. “Totò Riina sta molto male: penso che nessuno questo possa disconoscerlo”, ha detto suo difensore, l’avvocato Luca Cianferoni. Il legale non ha voluto aggiungere altro sulle polemiche suscitate dal rinvio da parte della Cassazione al tribunale di sorveglianza di Bologna della decisione dei giudici bolognesi sulla richiesta di scarcerazione per gravi motivi di salute: “Qui stiamo parlando di un’altra vicenda – ha concluso Cianferoni – non credo sia corretto parlare di questo”.

Secondo gli ermellini, infatti, i giudici bolognesi hanno omesso “di considerare il complessivo stato morboso del detenuto e le sue condizioni generali di scadimento fisico”. Il tribunale non aveva ritenuto che vi fosse incompatibilità tra l’infermità fisica di Riina e la detenzione in carcere, visto che le sue patologie venivano monitorate e quando necessario si era ricorso al ricovero in ospedale a Parma. Insomma: nonostante fosse malato, il boss poteva tranquillamente rimanere in carcere. Un giudizio bocciato dalla Suprema corte che sottolinea come il giudice debba verificare e motivare “se lo stato di detenzione carceraria comporti una sofferenza ed un’afflizione di tale intensità” da andare oltre la “legittima esecuzione di una pena”. Una decisione che aveva ovviamente suscitato decine di prese di posizione sia da parte della politica che dagli ambienti giudiziari in attesa che il 7 luglio prossimo il tribunale di sorveglianza di Bologna torni a prendere in esame la posizione del capo dei capi di Cosa nostra.

Critiche che però sono continuate ancora oggi.”Avrebbero voluto una morte dignitosa anche le 17 vittime uccise dall’esplosione della carrozza nove del rapido 904 mentre il treno procedeva a 128 chilometri orari nella grande galleria dell’Appennino”, ha detto l’avvocato Danilo Ammannato, legale di parte civile dell’associazione delle vittime della strage del rapido 904. “La scarcerazione di Riina sarebbe uno schiaffo per l’Italia. Non è una questione tra le vittime e Riina è un problema dell’Italia. Noi non vogliamo scioglierlo nell’acido come il piccolo Di Matteo, ma sosteniamo che è una persona che continua a essere ancora pericolosa. Lo dimostrano le minacce al dottor Di Matteo, le minacce don Ciotti”, ha detto Rosaria Manzo che è presidente della stessa associazione. “Sentitevi liberi di assolverlo: Riina è parafulmine di tanti misteri italiani per cui è stato processato, e talvolta assolto, e quel parafulmine sia lasciato in pace: sarà chi sarà, ma è un essere umano”, ha detto invece l’avvocato Cianferoni, nella sua arringa, facendo più volte riferimento alle condizioni di salute del suo assistito.

Nel processo sulla strage del Rapido 904 Riina ha già incassato un’assoluzione in primo grado dalla Corte d’assise di Firenze “per non aver commesso il fatto”. Nell’udienza del 27 aprile scorso fu necessario interrompere la sessione per consentire l’intervento del personale sanitario per assistere Riina. Un caso abbastanza raro dato che il boss nel frattempo ha assistito regolarmente alle oltre 150 udienze del processo sulla trattativa Stato-mafia. Negli ultimi quattro anni soltanto in un caso non c’era, sempre nell’aprile scorso, proprio perché era ricoverato in ospedale: ma non avendo rinunciato al diritto a presenziare, quell’udienza è stata rinviata. Fino ad oggi, infatti, Totò ‘u curtu (per la bassa statura) è ritenuto dai medici capace di comparire coscientemente in giudizio al contrario di Bernardo Provenzano nei cui confronti il processo Trattativa fu sospeso proprio a causa delle condizioni di salute.

Il boss mafioso è accusato di essere il mandante, il determinatore e l’istigatore dell’attentato al Rapido 904. Per la strage del Natale 1984 sono stati già condannati in concorso, in via definitiva, i boss Giuseppe Calò, Guido Cercola, Franco Di Agostino e l’artificiere Friedrich Schaudinn. Le indagini che hanno portato al processo di Riina furono riaperte sette anni fa. Secondo la procura di Firenze la strage terroristica del 23 dicembre 1984, con una bomba fatta scoppiare alle ore 19.08 all’interno della grande galleria dell’Appenino tosco-emiliano a San Benedetto Val di Sambro, sarebbe stata commessa “al fine di agevolare od occultare” l’attività di Cosa Nostra per mantenere e assicurare “l’impunità degli affiliati e garantendo la sopravvivenza della stessa organizzazione”.
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Fonte




Cita:
L’avvocato: “Sta molto male, lasciatelo in pace”



Totò R. sta molto male?
E sti c@##i!!!

Che schiatti..... dopo tutto il male che ha fatto, il suo avvocato dice anche di lasciarlo in pace. Immagine


Una preghiera per Totò:

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 Oggetto del messaggio: Re: Stato-Mafia, ci hanno messo 20anni..ma alla fine..
MessaggioInviato: 12/07/2017, 01:16 
Riina: giudici, è capace di intendere e di volere
Respinta la richiesta della difesa di sospensione del processo


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Totò Riina ha la "piena capacità di intendere e di volere" e quella di "stare in giudizio". Lo hanno deciso i giudici milanesi respingendo la richiesta della difesa di sospensione del processo, nel quale è imputato per minacce al direttore del carcere di Opera, e anche l'istanza di una perizia per valutare la capacità processuale. Il Tribunale nell'ordinanza ha evidenziato che nella relazione dei medici di Parma viene scritto che il boss è "vigile" e "collaborante".

La "cardiopatia" di cui soffre Totò Riina lo "espone costantemente" al "rischio di una morte improvvisa". E' quanto si legge nella relazione dell'ospedale di Parma depositata nel processo. Lo scorso 27 giugno, infatti, i giudici della sesta sezione (presidente Martorelli), accogliendo un'istanza dei legali Luca Cianferoni e Mirko Perlino, avevano stabilito che il carcere di Parma (Riina è in ospedale in regime detentivo) avrebbe dovuto trasmettere al Tribunale di Milano "con la massima sollecitudine", oltre alle cartelle cliniche, anche una "breve relazione sanitaria" sulle condizioni "di salute" di Riina "soprattutto con riferimento" alla sua "capacità di stare in giudizio". Relazione, poi trasmessa e firmata dal primario dell'ospedale Michele Riva, nella quale si parla appunto del "rischio di una morte improvvisa", oltre che di un "paziente fragile" e dallo "eloquio scadente". Oggi la difesa del boss ha insistito sulla sospensione del processo milanese per l'incapacità dell'imputato di stare in giudizio. "Non capisce più e noi non capiamo cosa dice", ha spiegato il legale Perlino.
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Fonte


Cita:
"Non capisce più e noi non capiamo cosa dice", ha spiegato il legale Perlino.


Quasi quasi mi viene da piangere. [B)]
Invece no. [:D]

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 Oggetto del messaggio: Re: Stato-Mafia, ci hanno messo 20anni..ma alla fine..
MessaggioInviato: 12/07/2017, 01:26 
Poverino... Perchè non alleviamo le sue sofferenze con un bel colpo di pistola alla testa?



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 Oggetto del messaggio: Re: Stato-Mafia, ci hanno messo 20anni..ma alla fine..
MessaggioInviato: 26/09/2017, 15:22 
'Ndrangheta, arrestato il sindaco di Seregno. Indagato Mario Mantovani. Maxi operazione in Lombardia

In tutto 24 arresti. Edoardo Mazza, di Forza Italia, è accusato di corruzione: avrebbe favorito gli affari con un imprenditore legato alle cosche, il quale si sarebbe a sua volta adoperato per procurargli voti.


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Un'inchiesta su infiltrazioni della 'ndrangheta nel mondo dell'imprenditoria e della politica in Lombardia. L'inchiesta è coordinata dalla Procura di Monza e dalla Procura Distrettuale Antimafia di Milano ha portato a 27 misure cautelari: 21 in carcere, 3 ai domiciliari e 3 interdittive. Arrestato, fra gli altri, il sindaco di Seregno, Edoardo Mazza (FI). Indagato per corruzione l'ex vicepresidente della Regione Mario Mantovani (FI), attualmente consigliere regionale. A Mantovani, già arrestato due anni fa in un'altra inchiesta, non vengono contestati reati di mafia.

I soggetti colpiti dalle 27 misure cautelari sono accusati a vario titolo di associazione di tipo mafioso, estorsione, detenzione e porto abusivo di armi, lesioni, danneggiamento (tutti aggravati dal metodo mafioso), associazione finalizzata al traffico di stupefacenti, corruzione per atti contrari ai doveri di ufficio, abuso d'ufficio, rivelazione e utilizzazione di segreto d'ufficio e favoreggiamento personale. L'inchiesta dei carabinieri, partita nel 2015, e che porta la firma dei Pm monzesi Salvatore Bellomo, Giulia Rizzo e del Procuratore della Repubblica di Monza Luisa Zanetti e dei Pm della DIA Alessandra Dolci, Sara Ombra e Ilda Boccasini, rappresenta una costola dell'indagine "Infinito", che nel 2010, sempre coordinata dalle procure di Monza e Milano, aveva inferto un duro colpo alle "Locali" 'ndranghetiste in Lombardia.

Il procuratore aggiunto Ilda Boccassini, nel corso della conferenza stampa, ha osservato che "in Lombardia c'è un sistema fatto di omertà e di convenienza da parte di quelli che si rivolgono all'anti Stato per avere benefici. E' facile per le cosche "infiltrarsi nel tessuto istituzionale". Con il maxi blitz di oggi contro la 'ndrangheta in Lombardia "è stata individuata una delle persone che era rimasta fuori" dagli arresti dell'operazione 'Infinito' del 2010 e che partecipò in quell'anno al noto summit in un centro intitolato alla memoria di Falcone e Borsellino. Lo ha spiegato il procuratore aggiunto della Dda Ilda Boccassini in conferenza stampa precisando che un altro dei dati emersi dalle indagini "purtroppo è la violenza gratuita" manifestata dagli affiliati alle cosche.


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Nell'ambito della maxi inchiesta sulle infiltrazioni della 'ndrangheta in Brianza e in Lombardia è stato arrestato anche il sindaco di Seregno (Monza) Edoardo Mazza, di Forza Italia. E' accusato di corruzione: avrebbe favorito gli affari con un imprenditore legato alle cosche, il quale si sarebbe a sua volta adoperato per procurargli voti. A legare a "doppio filo" politica e 'ndrangheta, secondo l'inchiesta della Procura di Monza e della Dda di Milano, sarebbe stato un imprenditore edile di Seregno il quale avrebbe intrattenuto rapporti con politici del territorio, e coltivato frequentazioni e rapporti fatti di reciproci scambi di favori con esponenti della criminalità organizzata. Il suo ruolo sarebbe stato "determinante" per l'elezione del sindaco arrestato, secondo le ricostruzioni degli inquirenti. Il suo interesse era quello di ottenere dai politici una convenzione per realizzare un supermercato nel monzese.

I presunti esponenti della 'ndrangheta arrestati stamane erano, secondo le indagini, dediti al traffico di droga ed alle estorsioni. Le indagini hanno portato all'identificazione del sodalizio legato alla Locale della 'ndrangheta di Limbiate (Monza) composto da soggetti prevalentemente originari di San Luca (Reggio Calabria), che secondo l'accusa aveva avviato in provincia di Como un ingente traffico di cocaina, ed è ritenuto responsabile di alcuni episodi di violente estorsioni nella zona di Cantù (Como).

Il sindaco di Seregno Edoardo Mazza invitava la popolazione "a non aiutare gli accattoni. Basta dare soldi a chi chiede l'elemosina. Chi ha davvero bisogno è già aiutato dal Comune. Gli accattoni sono una delle piaghe che affliggono la nostra città. Sono ovunque - aggiungeva - e non sappiamo più come trovare una soluzione".


Guarda su facebook.com



Sul suo profilo Facebook campeggia lo slogan "serietà, concretezza e passione" e anche un post che segnala che "ogni giovedì alle ore 12:30 in diretta streaming" il sindaco si fa trovare "a tu per tu" con i cittadini. Nella diretta del 31 agosto il sindaco Mazza si era presentato con una forbice, dopo lo stupro e l'aggressione avvenuti a Rimini. "Questo è lo strumento che molti vorrebbero utilizzare per punire gli animali che hanno compiuto questo efferato delitto. Non è rappresentativo del mio stato d'animo ma se fossi il genitore di quella ragazza" - ha aggiunto - "altro che forbice utilizzerei...". L'ultima diretta è stata dedicata al tema della sicurezza e del bisogno dei cittadini di essere "supportati da uomini in divisa", di cui ha detto di aver parlato con carabinieri e polizia locale. "Sono un avvocato di 38 anni, da sempre appassionato di politica, a cui mi sono dedicato per 10 anni", si descrive sul social network definendosi anche un "moderato".
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Fonte



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MessaggioInviato: 27/09/2017, 15:46 
Mario Mantovani, dai 48mila voti alle inchieste. L’imprenditore in contatto con la ‘ndrangheta lo ringraziò per Seregno


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C’è un sodalizio, lungo 21 anni, che lega il fedelissimo di Silvio Berlusconi alla Brianza. E che oggi imbarazza un po’ tutti, dai vertici del suo partito al governatore Roberto Maroni, che avrebbe persino telefonato a Berlusconi per chiedergli di convincere Mantovani a dimettersi da consigliere regionale e a sospendere le sue apparizioni pubbliche a sostegno del ‘sì’ al referendum sull’autonomia lombarda
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Il suo nome compare tra gli indagati nell’inchiesta della Procura di Monza sui rapporti tra la politica e la ‘ndrangheta. Non gli vengono contestati reati di mafia, bensì di corruzione. Ma come ci finisce, a Seregno, l’ex vicegovernatore della Lombardia, Mario Mantovani, imputato a Milano per corruzione, concussione, turbativa d’asta e abuso d’ufficio? C’è un sodalizio, lungo 21 anni, che lega il fedelissimo di Silvio Berlusconi alla Brianza. E che oggi imbarazza un po’ tutti, dai vertici del suo partito al governatore Roberto Maroni, che avrebbe persino telefonato a Berlusconi per chiedergli di convincere Mantovani a dimettersi da consigliere regionale e a sospendere le sue apparizioni pubbliche a sostegno del ‘sì’ al referendum sull’autonomia lombarda.

Tutto comincia nel 1996, quando Mantovani aderisce a Forza Italia e si candida alle Provinciali proprio in Brianza. Non verrà eletto. Ma nel corso della campagna elettorale conosce Massimo Ponzoni, una specie di ‘enfant prodige’: a 24 anni è già presidente del consiglio comunale di Desio, eletto con migliaia di preferenze. Il legame fra Mantovani e Ponzoni si rafforza nel 1999, quando l’ex luogotenente di Berlusconi in Lombardia, all’epoca uno sconosciuto, tenta la scalata al parlamento europeo. E sorprende tutti: sbarca a Strasburgo con 37mila preferenze, di cui 5mila raccolte in Brianza. L’anno successivo tocca al neo eurodeputato ricambiare il favore: l’amico brianzolo vuole correre alle Regionali e, per prima cosa, ha bisogno di una mano per ottenere la candidatura. Detto fatto. Ponzoni viene inserito nelle liste di Forza Italia. Quanto ai voti, non ha bisogno di nessuno: entrerà al Pirellone con 11mila preferenze. Mantovani, però, ci tiene a manifestargli il suo appoggio e lo porta nella ‘sua’ Arconate, nel Milanese, dove gli elettori lo vedono per la prima volta. Ma saranno generosi: gli regaleranno 350 preferenze.


Tutto comincia nel 1996, quando Mantovani aderisce a Forza Italia e si candida alle Provinciali proprio in Brianza. Non verrà eletto

Nel 2004 Mantovani torna al Parlamento europeo con 48mila voti individuali e l’anno dopo Ponzoni fa il bis al Pirellone con quasi 21mila preferenze. Poi, all’improvviso, i rapporti tra i due ‘big’ di Forza Italia si rompono. Nessuno sa spiegare perché, anche se i ‘rumors’ parlano di un Mantovani infuriato con il suo ex pupillo, che non gli sarebbe d’aiuto in Regione. Le loro strade si dividono. Ma la Brianza rimane una delle mete preferite dall’ex vicegovernatore della Lombardia, che nel 2008 diventa senatore e sottosegretario alle Infrastrutture nel terzo governo Berlusconi, mentre nel 2013 è assessore alla Sanità in Lombardia. Secondo i magistrati di Milano, in questi anni, comincia la creazione del cosiddetto ‘entourage’: una “fitta rete” di scudieri fedeli al politico berlusconiano, tra cui alcuni manager della sanità pubblico, come Matteo Stocco e Giorgio Scivoletto, che incontrano Mantovani, ancora una volta, in Brianza. Scivoletto diventerà poi il capo dell’Asl Milano 1, la più grande d’Italia. Al telefono chiama Mantovani “il capo” e lo definisce “maestro di vita”. Secondo l’accusa arriva al punto di truccare una gara, quella sul trasporto degli ammalati dializzati, pur di soddisfare i ‘desiderata’ del suo politico di riferimento.



Nel 2008 diventa senatore e sottosegretario alle Infrastrutture nel terzo governo Berlusconi, mentre nel 2013 è assessore alla Sanità in Lombardia

Espressione, “politico di riferimento”, che leggiamo oggi nelle carte dell’inchiesta di Monza. Il gip Pierangela Renda, descrivendo la dinamica della campagna elettorale del 2015 a Seregno, parla di sistemi per “procurare numerosi voti, organizzando eventi conviviali, nonché assicurando l’appoggio di Mario Mantovani, al fine di sponsorizzare e reperire consenso per il futuro sindaco”. E l’imprenditore Antonino Lugarà (arrestato), si vanterà più volte della sua amicizia particolare con il vicegovernatore della Lombardia: “E noi forte forte. Adesso c’abbiamo il Mario”, dice al cellulare senza sapere di essere intercettato. Significativo anche l’aperitivo elettorale del 25 maggio. Scrive sempre il Gip: “Lugarà e Carmelo Mallimaci organizzavano un incontro conviviale presso il bar ‘Panificio Tripodi’ di piazza Vittorio Veneto 5 in Seregno (gestito dai familiari di Paolo Crea, già reggente della locale di ‘ndrangheta di Desio) cui prendevano parte anche illustri rappresentanti della sanità lombarda, tra cui lo stesso Mario Mantovani, Matteo Stocco, Claudio Franciosi e Giorgio Scivoletto”.

Chiude il cerchio l’sms di Lugarà il 15 giugno, l’indomani del trionfo elettorale: “Ciao Mario, ti ringrazio molto per la vittoria di Seregno, è anche merito tuo. Quando puoi, vorrei incontrarti”. Mantovani, che respinge ogni accusa e chiede di essere ascoltato dai magistrati, verrà arrestato quattro mesi più tardi, il 13 ottobre del 2015, dalla Procura di Milano. Da quel giorno non si conoscono altre sue trasferte in terra brianzola. Un evento, però, resta degno di nota: il 21 dicembre, mentre il politico di Forza Italia è agli arresti domiciliari, alcuni dirigenti ‘azzurri’ organizzano una cena di Natale in suo onore (e forse pure in onore del suo bacino elettorale). A tavola si ritrovano in cinquecento, con due ospiti eccellenti: Daniela Santanché e Silvio Berlusconi. La scelta della location cade sull’Eurotaverna di Desio. Per l’ennesima volta, in Brianza.
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 Oggetto del messaggio: Re: Stato-Mafia, ci hanno messo 20anni..ma alla fine..
MessaggioInviato: 09/10/2017, 14:54 
Elezioni Sicilia, il comizio del candidato che imbarazza Musumeci: “Figlio del boss? Orgoglioso di essere suo amico”


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C’è chi si esalta al grido di “chi non salta comunista è“, chi tesse le lodi del giovane candidato raccontando che”fa la spesa alla gente in difficoltà”, chi non vuole sentire pronunciare la parola mafia. Lui, invece, si scalda quando nomina il pesantissimo cognome dei Mazzei e quando attacca i “giornalisti ciarlatani“, “finti magistrati” che emettono “sentenze a loro piacimento”. Eccolo qui Riccardo Pellegrino, giovane consigliere comunale di Catania in corsa alle elezioni regionali con Forza Italia, nella coalizione che sostiene il candidato governatore Nello Musumeci.

Fino all’ultimo il suo nome è stato in bilico. Alla fine, però, è riuscito a farsi confermare nella lista dei candidati del partito di Silvio Berlusconi. E sabato ha aperto la sua campagna elettorale a San Cristoforo, il suo quartiere d’origine che alle ultime amministrative gli ha permesso d’incassare quasi 700 preferenze. “Mi ha aiutato tantissimo il presidente Micciché per questa mia candidatura, ma anche gli uomini di partito sia regionali che nazionali”, dice Pellegrino, diventato negli ultimi giorni l’emblema dei candidati cosiddetti “impresentabili” alle regionali del prossimo 5 novembre.

Il motivo? Sulla sua posizione pesava l’indagine, poi archiviata, per voto di scambio politico-mafioso, nata dalla relazione della commissione antimafia regionale presieduta proprio da Nello Musumeci. Lo stesso candidato governatore che adesso prenderà anche i voti di Pellegrino. E dire che prima di cambiare idea, Musumeci evidenziava in quel documento “i rapporti di parentela con soggetti condannati per mafia” dello stesso Pellegrino. Suo fratello Gaetano, infatti, è conosciuto come “u funciutu”: è imputato per associazione mafiosa e condannato per estorsione. Un legame familiare che aveva fatto storcere il naso allo stesso Musumeci. “Musumeci comanda a casa sua non in Forza Italia“, sottolinea, però, l’aspirante consigliere regionale dopo aver incassato il sostegno del suo partito.

Ma non solo. Perché sul consigliere forzista si è espresso negli ultimi giorni anche Claudio Fava, candidato governatore dei bersaniani e di Sinistra Italiana, che ha convocato una conferenza stampa per ricostruire alcuni episodi passati di Pellegrino. Come quando, nel 2014, si presentò nella redazione catanese di livesicilia.it accompagnando Carmelo Mazzei, figlio del boss latitante Nuccio Mazzei. “‘Disse: io sono il figlio del signor Mazzei di cui parlate sul giornale, del latitante – ha raccontato Fava – Dall’intercettazione ambientale su quell’incontro, disposta dai magistrati, si apprende che Riccardo Pellegrino è “orgoglioso” di vivere nel quartiere catanese di San Cristoforo, regno del clan Santapaola, ma si lamenta perché adesso ci sarebbe solo la piccola criminalità mentre se in campo ci fossero state persone di spessore, mafiosi, tutto questo manicomio non c’era”.

Un cognome, quello dei Mazzei, che Pellegrino cita anche dal palco di piazza a San Cristoforo. “Mi sento in dovere di citarlo – grida a gran voce – ha riscattato il suo quartiere intraprendendo la strada del sacerdozio, sono orgoglioso di essere un suo amico”. L’amicizia tra Pellegrino e Mazzei è nata frequentando l’Istituto Salesiano di via Madonna delle Salette. Un rapporto che ha fatto discutere, visto che Mazzei, seppur incensurato e studente di teologia, è pur sempre il figlio di uno dei boss principali di Cosa nostra a Catania. Dettagli che però agli elettori di Pellegrino sembrano non interessare. Per loro è “un bravo ragazzo” che “aiuta la gente in difficoltà” comprando loro “la spesa” e “i medicinali”. “Hanno infangato mio figlio – spiega al fattoquotidiano.it la madre Angela – non ha mai conosciuto persone mafiose, mio figlio ha avuto solo rapporti con la Chiesa”.
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https://youtu.be/ff0wgrgkCBM

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MessaggioInviato: 09/10/2017, 21:10 
Io mi chiedo che succede se le elezioni siciliane le vincono i 5 Stelle.



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 Oggetto del messaggio: Re: Stato-Mafia, ci hanno messo 20anni..ma alla fine..
MessaggioInviato: 09/10/2017, 21:46 
sottovento ha scritto:
Io mi chiedo che succede se le elezioni siciliane le vincono i 5 Stelle.

Neanche se vien giù "Baletta" vincono i 5 stelle.
A meno che.......



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 Oggetto del messaggio: Re: Stato-Mafia, ci hanno messo 20anni..ma alla fine..
MessaggioInviato: 03/11/2017, 16:29 
Elezioni Ostia, nel X municipio sciolto per mafia non si parla di mafia: ‘Ma il litorale è dei clan, come la Sicilia degli anni ’80



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 Oggetto del messaggio: Re: Stato-Mafia, ci hanno messo 20anni..ma alla fine..
MessaggioInviato: 03/11/2017, 21:09 
ArTisAll ha scritto:
Elezioni Ostia, nel X municipio sciolto per mafia non si parla di mafia: ‘Ma il litorale è dei clan, come la Sicilia degli anni ’80



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Litorale indica una linea??
Mi viene da "rimpiangere" la LINEA GOTICA.



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