Cita:
sezione 9 ha scritto:
Certo, la politica. La politica non è un corpo estraneo che obbliga la povera gente onesta a vivere in un sistema immondo, anzi, la politica è il perfetto specchio della realtà sociale. Come la cultura, l'educazione, la civiltà e il civismo. La politica non è la causa, è l'effetto, è la conseguenza. Non è certo colpa della politica se improvvisamente i politici "di una volta", quelli che avevano tecnica, esperienza, professionalità e "visione d'insieme" sono diventati noiosi, ma di tutta quella cosiddetta "società civile" (che di civile ha ben poco) che voleva il comico barzellettiere putta.iere (e scusate), di tutta quella gente che intende la politica come gossip e la vita sociale come un "frega tu che frego anch'io".
La politica di una volta, sezione
![Compiaciuto [8)]](./images/smilies/UF/icon_smile_shy.gif)
?
Quale?
Quella dei pochi idealisti che son durati poco o quella dei vari Andreotti & co. che hanno sempre avuto la meglio?
La parte sul barzellettiere regge fino ad un certo punto: nel senso che il barzellettiere televisivo nasce, per quanto ne so, come sfogo al senso di frustrazione politica che l'Italiano medio non voleva combattere se non con il solito metodo "lamentati senza fare nulla per cambiare", non come qualcosa che viene direttamente richiesto dal popolo.
Il barzellettiere è un popolante come gli altri, alla pari del politico: entrambi sono rappresentanti diretti di per se, non rappresentano mai il popolo in se, quanto una precisa frangia dello stesso.
Quindi il politico è diretta rappresentante della mentalità popolare?
Si e no, solo di una parte.
Cita:
sezione 9 ha scritto: E il discorso vale dallo scontrino che nessuno chiede perchè "vivi e lascia vivere", fino alle case vista Colosseo. I politici che ci fanno tanto schifo sono l'esatta copia dell'italiano medio, incapaci, ignoranti e ladri. Ecco perchè ci fanno schifo, perchè sappiamo benissimo che sono lì a ricordarci quanto il popolo italiano sia indegno del nome che porta.
Occhio con certi linciaggi a mano libera!
C'è chi combatte la corruzione con ogni minimo segno che parte da se stessi: io ad esempio faccio sempre storie quando al supermercato non mi lasciano il famoso centesimo di resto sui prodotti che costano cifra X,99€, anche a costo di passare per taccagno e farmi insultare (anche perchè se continuano chiamo i carabinieri e vediamo chi ha ragione).
Ho fatto quasi licenziare una cassiera che continuava a prendermi per il c**o dicendomi che non l'aveva quando io lo vedevo sotto i miei occhi.
Ma non è il centesimo in se il problema (anche perchè con un centesimo non ci fai nulla), quanto il gesto in se che è moralmente schifoso, deplorevole.
Oggi si ragiona in termini più monetari che morali:
1c non ci fai nulla = Non ti lamentare se non te lo anche se ti spettaPerò la cassiera dell'altra fila il resto me l'ha sempre dato, cosi come altre cassiere in altri discount.
Quindi è tutto il popolo ad essere ladro nel suo piccolo?
No, una sola parte.
La famosa cassiera furba ora il resto me lo da sempre, perchè ha capito che con me non si scherza.
Il popolo non va linciato alla pari del politico perchè il politico si porta sulle spalle anche le vite rovinate di molta gente comune: la gente comune invece l'unica colpa che ha è quella di credere che facendo in quel modo va avanti (ed infatti non sono rare le politiche di cassa al discount che incitano alla politica del non elargire i pochi centesimi di resto).
Va svegliata: ma il pulpito di risveglio migliore deve partire da altre frange del popolo stesso, quelle più corrette.
Un politico o un popolante alla sua pari non l'avrebbe mai e poi mai ripresa per un'azione del genere.
Non c'è differenza tra votante e votato perchè se è pur vero che la furbizia parte dal popolo, è anche vero che il popolo di per se, in via naturale, non è mai politicizzato.
E quando l'atteggiamento popolare diviene politica che nasce il problema: e per come la vedo io la "politicizzazione" del popolo (ovvero la messa al potere del modo di fare comune del rozzone medio) nasce da tempi ben più remoti, oggi questa sensazione di "furbizia" è scemante, si fa perchè si fa.
In Italia è più radicata, forse anche più che negli U.S.A.
Basta infatti che lo sgrida uno come si deve e vedi come si riga dritto.
Agli inizi verrà presa come un'imposizione, poi verrà naturale l'evidenza.
La rivoluzione parte dalle piccole cose e la politica di per se non è specchio del popolo, bensì interesse verso lo stesso: ed io di interesse nell'ultimo centennio non è che ne ho visto granchè, giusto quel che basta per non proclamare il discontento di tutte le frange del popolo.
Il politico, non per parlare a frange (cosa che odio), ma se permetti dovrebbe essere una "guida" degli altri, non uno "come" gli altri.
E' per questo che in Italia soffriamo forse peggio di tutti la mala-politica.
Fa politica il professoretto dalle ambizioni rosse lette sui libri di storia, fa politica il dottorino evasore: tutta gente con interessi propri prima che della comunità.
Il politico per come la vedo io dovrebbe essere spiritualmente e moralmente migliore degli altri, certo non perfetto (di utopie oggi ce ne sono fin troppe) ma basta non sia esattamente come gli altri.
Perchè se la metti sul versante che la politica è specchio del popolo allora tutto il Mondo è Paese perchè tutti i popoli nazionalizzati condividono i medesimi vizi, perchè quel modo di fare politica è effettivo su scala mondiale.
Da noi è più spudorato, puerile, infantile mentre nelle altre parti è meno radicato, più nascosto: infatti appena esce fuori il casino si corre al riparo civile, invece da noi no.
Come si usa dire: "per rendere accettabile una cosa devi metterla sotto gli occhi di tutti".
In ambito politico, specie qui in Italia vuol dire: che se tutti lucrano così, chi lucra diversamente (ovvero onestamente) è "malato".