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MessaggioInviato: 11/04/2014, 15:13 
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shighella ha scritto:

Dai tempi recenti fino ad oggi la Sicilia è stata oppressa dal dominio mafioso il quale ha smorzato tutte le possibilità di rinascita sociale, in quanto quel dominio per sussistere ha bisogno di un substrato malato, ovvero, dello stato di salute disastroso in cui versa da tempo la Sicilia.
L'autonomia delle regioni potrebbe essere una ottima cosa, però non escluderei totalmente uno stato centrale o un ente unico, ma solo come coordinatore delle varie regioni.

Sighè...., di a qualche Barbaro che ci ridicolizza che ha dimenticato che il suo Avo viveva su Palafitte se no la zanzare se lo mangiavano vivo e che non conosceva nemmeno la scrittura,che venga in Sicilia,oltre a visitarla come turista e visitarla tutta,non fermarsi solamente in un solo luogo, dovrebbe viverci per un pò di tempo così potrebbe farsi un'idea di cosa siamo capaci noi Siciliani,solo in questo modo potrebbe comprendere la nostra civiltà millenaria.[^]
Fare il paragone con la Svizzera non ha senso,se un domani si azzererebbe lo scambio con moneta o la tecnologia in generale,gli Svizzeri ritornerebbero a pascolare mucche,cibarsi solo di quelle e vestirsi con Velli di pecora.[:D]
Per rispondere a te,ti dico che la sicilia è stato uno stato a se',con i propri Sovrani,come mai non ti domandi come vivono i Maltesi?,è uno Stato autonomo!!!.[;)]
Poi si è dimostrato che uno Stato centrale è sempre stato deleterio per la Sicilia,è stata trattata sempre come Colonia sin dai tempi dei Romani.[V]


Ultima modifica di bleffort il 11/04/2014, 15:30, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 11/04/2014, 15:41 
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shighella ha scritto:

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robs79 ha scritto:

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sanje ha scritto:
Esattamente.

La sicilia può diventare un bello statarello come la svizzera.

AHAHAHAHAHAHAHAHAHA spero che uno Svizzero non legga mai questa frase....sennò altro che scongiuri [:o)]



E perché mai Robs?
La Sicilia è una regione ricchissima di ogni ben di dio, sia nel sottosuolo che in superficie, considera che il clima potrebbe permettere la coltivazione dei terreni quasi tutto l'anno, terreno fertile, abbondanza, e le meraviglie del territorio che lasciano a bocca aperta.. [^]
Senza voler nulla togliere al territorio svizzero, sicuramente suggestivo...ma la Sicilia... [;)]

Una sola cosa Belff@
Per me potreste senz'altro "fare da soli"(ovviamente senza oppressione mafiosa), basta che però ci lasciate entrare.. e senza passaporto! [:p] [:D]

Passaporto???, [:0]forse già saprai,noi siamo gente molto ospitale,non vi è bisogno di passaporto almeno per gli Italiani,la distinzione è solo per una nostra personale politica economica e culturale. [;)]


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MessaggioInviato: 11/04/2014, 15:49 
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bleffort ha scritto:

Cita:
shighella ha scritto:

Cita:
robs79 ha scritto:

[quote]sanje ha scritto:
Esattamente.

La sicilia può diventare un bello statarello come la svizzera.

AHAHAHAHAHAHAHAHAHA spero che uno Svizzero non legga mai questa frase....sennò altro che scongiuri [:o)]



E perché mai Robs?
La Sicilia è una regione ricchissima di ogni ben di dio, sia nel sottosuolo che in superficie, considera che il clima potrebbe permettere la coltivazione dei terreni quasi tutto l'anno, terreno fertile, abbondanza, e le meraviglie del territorio che lasciano a bocca aperta.. [^]
Senza voler nulla togliere al territorio svizzero, sicuramente suggestivo...ma la Sicilia... [;)]

Una sola cosa Belff@
Per me potreste senz'altro "fare da soli"(ovviamente senza oppressione mafiosa), basta che però ci lasciate entrare.. e senza passaporto! [:p] [:D]

Passaporto???, [:0]forse già saprai,noi siamo gente molto ospitale,non vi è bisogno di passaporto almeno per gli Italiani,la distinzione è solo per una nostra personale politica economica e culturale. [;)]
[/quote]

Bleff, naturalmente scherzavo in quanto al passaporto. In sicilia ho suoceri, cognati e 12 nipoti!!! [^] [:D]
Conosco bene l'ospitalità e la generosità disarmante dei siciliani!!!! [^]



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La scienza è solo una perversione, se non ha come fine ultimo il miglioramento delle condizioni dell'umanità.(Nikola Tesla)
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MessaggioInviato: 11/04/2014, 17:26 
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shighella ha scritto:

Cita:
bleffort ha scritto:

Cita:
shighella ha scritto:

[quote]robs79 ha scritto:

[quote]sanje ha scritto:
Esattamente.

La sicilia può diventare un bello statarello come la svizzera.

AHAHAHAHAHAHAHAHAHA spero che uno Svizzero non legga mai questa frase....sennò altro che scongiuri [:o)]



E perché mai Robs?
La Sicilia è una regione ricchissima di ogni ben di dio, sia nel sottosuolo che in superficie, considera che il clima potrebbe permettere la coltivazione dei terreni quasi tutto l'anno, terreno fertile, abbondanza, e le meraviglie del territorio che lasciano a bocca aperta.. [^]
Senza voler nulla togliere al territorio svizzero, sicuramente suggestivo...ma la Sicilia... [;)]

Una sola cosa Belff@
Per me potreste senz'altro "fare da soli"(ovviamente senza oppressione mafiosa), basta che però ci lasciate entrare.. e senza passaporto! [:p] [:D]

Passaporto???, [:0]forse già saprai,noi siamo gente molto ospitale,non vi è bisogno di passaporto almeno per gli Italiani,la distinzione è solo per una nostra personale politica economica e culturale. [;)]
[/quote]

Bleff, naturalmente scherzavo in quanto al passaporto. In sicilia ho suoceri, cognati e 12 nipoti!!! [^] [:D]
Conosco bene l'ospitalità e la generosità disarmante dei siciliani!!!! [^]
[/quote]
Bene! [;)] allora fai da portavoce tu per informare certa gente del Nord che identifica ancora la Sicilia come una regione da Terzo Mondo dato che ci conosci un po' meglio di altri. [^]


Ultima modifica di bleffort il 11/04/2014, 18:06, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 11/04/2014, 18:43 
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bleffort ha scritto:
Bene! [;)] allora fai da portavoce tu per informare certa gente del Nord che identifica ancora la Sicilia come una regione da Terzo Mondo dato che ci conosci un po' meglio di altri. [^]


Per fortuna non conosco tantissima gente che la pensa così, ma quando mi capita.. ce ne cuntu quachru (leggesi 4) [^]



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MessaggioInviato: 11/04/2014, 18:58 
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shighella ha scritto:

Cita:
bleffort ha scritto:
Bene! [;)] allora fai da portavoce tu per informare certa gente del Nord che identifica ancora la Sicilia come una regione da Terzo Mondo dato che ci conosci un po' meglio di altri. [^]


Per fortuna non conosco tantissima gente che la pensa così, ma quando mi capita.. ce ne cuntu quachru (leggesi 4) [^]

Ci nn'i cuntu quattru ( il "ttru" si pronuncia come la lingua Inglese però)(dalle mie parti). [:81]


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 Oggetto del messaggio: Re: L'Autonomia Siciliana
MessaggioInviato: 06/04/2015, 10:42 
L’OPINIONE – Cosa vogliono dalla Sicilia? di Tony Troja
10-02-2015in NEWS
Proverò a spiegarlo in poche parole: smantellare la Regione Siciliana e farla diventare Regione Sicilia. Se pensate che sia la stessa cosa, allora dovete sapere che si chiama Regione Siciliana perché è riconosciuta dallo Stato Italiano al pari di una piccola nazione indipendente. Non a caso ha un Parlamento tutto suo (unica regione in Italia) e uno Statuto di Autonomia nato prima della Repubblica Italiana e convertito in legge costituzionale.
Ma cosa prevede lo Statuto della Regione Siciliana? Esclusivamente il bene della Sicilia. Per esempio, l’art.14 consentirebbe al suo Parlamento di legiferare quasi in ogni settore, l’art.36 permetterebbe alla Regione di decidere quali tasse e a quali aliquote farle pagare ai siciliani, l’art.37 consentirebbe di trattenere tutte le tasse maturate e riscosse in Sicilia, Utilizzo il condizionale perché, al contrario di molti (per ignoranza o per malafede), questi articoli, così come tutti gli altri dello Statuto, non sono mai stati applicati. L’unica cosa che è stata applicata è l’equiparazione degli stipendi dei deputati regionali a quelli nazionali. E in molti oggi pensano che, per questo motivo e per le pessime amministrazioni regionali, andrebbe gettato via il bambino con l’acqua sporca.
Ma perché non è stato mai applicato lo Statuto? Perché con la sua applicazione la Sicilia diverrebbe una delle Regioni più ricche d’Europa, perché ogni siciliano diverrebbe, non dico ricco ma economicamente indipendente. E cosa succede se i siciliani diventano tutti economicamente indipendenti? Il voto di scambio e il clientelismo (che sono la base della malapolitica e di tutto ciò che ne deriva) spariscono. Non vorrei offendere alcun politico, ma sono stati proprio le classi dirigenti siciliane a trasformare l’Autonomia in un problema, proprio per continuare con il clientelismo e il voto di scambio. Gli unici che hanno fatto dell’applicazione dello Statuto la propria bandiera sono stati Crocetta e il M5S durante le regionali del 2012, salvo non parlarne più una volta seduti sulle poltrone.
Anzi, proprio il Presidente Crocetta è uno degli artefici dell’inizio della distruzione dello Statuto di Autonomia, ritirando tutti i contenziosi della Regione Siciliana contro lo Stato, in cambio di 500 milioni di euro una tantum (che, per chi non lo sapesse, non significa “una volta ogni tanto” ma “una volta sola”). Voi direte che 500 milioni sono una bella cifra. Sì, effettivamente sì. Ma se io vi dicessi che ogni anno il nostro bilancio supera di gran lunga i 500 milioni? Non mi invento nulla: dal nostro (intendo siciliano) gettito fiscale, dalle royalties per l’estrazione di minerali e fonti di energia, dalle concessioni per l’utilizzo del suolo pubblico, dai fitti per immobili di proprietà pubblica e dati in locazione, dai dividendi per imprese a partecipazione regionale entrano ogni anno più di sei miliardi di euro. E dove vanno a finire tutti questi soldi? Di sicuro non nelle tasche dei cittadini siciliani.
E perché i siciliani non si ribellano? Perché non sanno cosa sia lo Statuto Speciale, complice anche un sistema di informazione (spesso manipolato dalla stessa politica) che ha sempre dipinto lo scenario di una Sicilia allo sfascio per colpa dell’Autonomia, quando in realtà questa condizione è data dalla non applicazione dello Statuto. Purtroppo anche illustri siciliani remano contro l’Autonomia. Stendo un velo pietoso sulla dichiarazione di Pif (“Se fossi Presidente della Regione farei subito un referendum per abolire l’Autonomia”) ma non sulla richiesta di Leoluca Orlando a Matteo Renzi di commissariare la Sicilia. E Renzi non ha perso tempo imponendo la presenza di Alessandro Baccei (scelto da Delrio) che dopo pochi giorni ha già sentenziato “Nessuna speranza per la Sicilia”.
Ora Renzi commissaria la Sicilia per quel che riguarda i depuratori. In realtà le manovre di Renzi sono chiare: intanto basta parlare con un qualsiasi esponente del PD (siciliano o nazionale) per capire che il partito è contro l’applicazione dello Statuto. Da qui, il disegno di Renzi: commissariare la Sicilia un po’ alla volta per arrivare alla modifica della Costituzione sulle Regioni a Statuto Speciale, in modo da destinare “legalmente” i soldi della Regione Siciliana allo Stato Italiano. Se pensate che non si possa fare, vi ricordo che in Sicilia avevamo l’Alta Corte, spazzata via di fatto e non di diritto dalla Corte Costituzionale.
E Salvini? Vorrei tanto non parlarne, perché uno che ha sempre offeso il Sud non meriterebbe assolutamente alcuna attenzione. Ma visto che molti siciliani (e molti palermitani) si faranno infinocchiare, meglio spiegare una buona volta cosa voglia il leader leghista. Qualche settimana fa, ho avuto modo di ascoltare le parole di Angelo Attaguile, il delfino di Salvini in Sicilia e ho capito che i nuovi leghisti, oltre a non avere assolutamente un programma per la Sicilia, ne sparano davvero grosse. Una su tutte è la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Attaguile e Salvini sanno che il Ponte farebbe perdere l’insularità alla Sicilia e tutti i vantaggi (se applicati) che ne derivano. Allora cosa vuole Salvini? Vuole che la Lombardia diventi come la Regione Siciliana (un sano federalismo fiscale). E per far ciò è disposto ad elemosinare voti al Sud promettendo l’applicazione dello Statuto (che non verrebbe comunque attuato) creando così una forza elettorale imponente e tutta al suo servizio.
Ovviamente, a parte la veridicità dei dati sull’applicazione dello Statuto Speciale, le mie sono solo tesi politiche. Spero tanto di sbagliarmi. Ma finora, almeno politicamente, purtroppo le ho azzeccate tutte (compresa la débâcle ferrandelliana del 2012). E se davvero il nuovo Presidente della Repubblica, il siciliano Mattarella, è un difensore della Costituzione, allora deve cominciare proprio dalla Sicilia. Ma se a proporlo è stato Renzi la vedo dura. Ma spero di sbagliarmi anche qui…


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 Oggetto del messaggio: Re: L'Autonomia Siciliana
MessaggioInviato: 06/04/2015, 10:42 
L’OPINIONE – Cosa vogliono dalla Sicilia? di Tony Troja
10-02-2015in NEWS
Proverò a spiegarlo in poche parole: smantellare la Regione Siciliana e farla diventare Regione Sicilia. Se pensate che sia la stessa cosa, allora dovete sapere che si chiama Regione Siciliana perché è riconosciuta dallo Stato Italiano al pari di una piccola nazione indipendente. Non a caso ha un Parlamento tutto suo (unica regione in Italia) e uno Statuto di Autonomia nato prima della Repubblica Italiana e convertito in legge costituzionale.
Ma cosa prevede lo Statuto della Regione Siciliana? Esclusivamente il bene della Sicilia. Per esempio, l’art.14 consentirebbe al suo Parlamento di legiferare quasi in ogni settore, l’art.36 permetterebbe alla Regione di decidere quali tasse e a quali aliquote farle pagare ai siciliani, l’art.37 consentirebbe di trattenere tutte le tasse maturate e riscosse in Sicilia, Utilizzo il condizionale perché, al contrario di molti (per ignoranza o per malafede), questi articoli, così come tutti gli altri dello Statuto, non sono mai stati applicati. L’unica cosa che è stata applicata è l’equiparazione degli stipendi dei deputati regionali a quelli nazionali. E in molti oggi pensano che, per questo motivo e per le pessime amministrazioni regionali, andrebbe gettato via il bambino con l’acqua sporca.
Ma perché non è stato mai applicato lo Statuto? Perché con la sua applicazione la Sicilia diverrebbe una delle Regioni più ricche d’Europa, perché ogni siciliano diverrebbe, non dico ricco ma economicamente indipendente. E cosa succede se i siciliani diventano tutti economicamente indipendenti? Il voto di scambio e il clientelismo (che sono la base della malapolitica e di tutto ciò che ne deriva) spariscono. Non vorrei offendere alcun politico, ma sono stati proprio le classi dirigenti siciliane a trasformare l’Autonomia in un problema, proprio per continuare con il clientelismo e il voto di scambio. Gli unici che hanno fatto dell’applicazione dello Statuto la propria bandiera sono stati Crocetta e il M5S durante le regionali del 2012, salvo non parlarne più una volta seduti sulle poltrone.
Anzi, proprio il Presidente Crocetta è uno degli artefici dell’inizio della distruzione dello Statuto di Autonomia, ritirando tutti i contenziosi della Regione Siciliana contro lo Stato, in cambio di 500 milioni di euro una tantum (che, per chi non lo sapesse, non significa “una volta ogni tanto” ma “una volta sola”). Voi direte che 500 milioni sono una bella cifra. Sì, effettivamente sì. Ma se io vi dicessi che ogni anno il nostro bilancio supera di gran lunga i 500 milioni? Non mi invento nulla: dal nostro (intendo siciliano) gettito fiscale, dalle royalties per l’estrazione di minerali e fonti di energia, dalle concessioni per l’utilizzo del suolo pubblico, dai fitti per immobili di proprietà pubblica e dati in locazione, dai dividendi per imprese a partecipazione regionale entrano ogni anno più di sei miliardi di euro. E dove vanno a finire tutti questi soldi? Di sicuro non nelle tasche dei cittadini siciliani.
E perché i siciliani non si ribellano? Perché non sanno cosa sia lo Statuto Speciale, complice anche un sistema di informazione (spesso manipolato dalla stessa politica) che ha sempre dipinto lo scenario di una Sicilia allo sfascio per colpa dell’Autonomia, quando in realtà questa condizione è data dalla non applicazione dello Statuto. Purtroppo anche illustri siciliani remano contro l’Autonomia. Stendo un velo pietoso sulla dichiarazione di Pif (“Se fossi Presidente della Regione farei subito un referendum per abolire l’Autonomia”) ma non sulla richiesta di Leoluca Orlando a Matteo Renzi di commissariare la Sicilia. E Renzi non ha perso tempo imponendo la presenza di Alessandro Baccei (scelto da Delrio) che dopo pochi giorni ha già sentenziato “Nessuna speranza per la Sicilia”.
Ora Renzi commissaria la Sicilia per quel che riguarda i depuratori. In realtà le manovre di Renzi sono chiare: intanto basta parlare con un qualsiasi esponente del PD (siciliano o nazionale) per capire che il partito è contro l’applicazione dello Statuto. Da qui, il disegno di Renzi: commissariare la Sicilia un po’ alla volta per arrivare alla modifica della Costituzione sulle Regioni a Statuto Speciale, in modo da destinare “legalmente” i soldi della Regione Siciliana allo Stato Italiano. Se pensate che non si possa fare, vi ricordo che in Sicilia avevamo l’Alta Corte, spazzata via di fatto e non di diritto dalla Corte Costituzionale.
E Salvini? Vorrei tanto non parlarne, perché uno che ha sempre offeso il Sud non meriterebbe assolutamente alcuna attenzione. Ma visto che molti siciliani (e molti palermitani) si faranno infinocchiare, meglio spiegare una buona volta cosa voglia il leader leghista. Qualche settimana fa, ho avuto modo di ascoltare le parole di Angelo Attaguile, il delfino di Salvini in Sicilia e ho capito che i nuovi leghisti, oltre a non avere assolutamente un programma per la Sicilia, ne sparano davvero grosse. Una su tutte è la realizzazione del Ponte sullo Stretto. Attaguile e Salvini sanno che il Ponte farebbe perdere l’insularità alla Sicilia e tutti i vantaggi (se applicati) che ne derivano. Allora cosa vuole Salvini? Vuole che la Lombardia diventi come la Regione Siciliana (un sano federalismo fiscale). E per far ciò è disposto ad elemosinare voti al Sud promettendo l’applicazione dello Statuto (che non verrebbe comunque attuato) creando così una forza elettorale imponente e tutta al suo servizio.
Ovviamente, a parte la veridicità dei dati sull’applicazione dello Statuto Speciale, le mie sono solo tesi politiche. Spero tanto di sbagliarmi. Ma finora, almeno politicamente, purtroppo le ho azzeccate tutte (compresa la débâcle ferrandelliana del 2012). E se davvero il nuovo Presidente della Repubblica, il siciliano Mattarella, è un difensore della Costituzione, allora deve cominciare proprio dalla Sicilia. Ma se a proporlo è stato Renzi la vedo dura. Ma spero di sbagliarmi anche qui…


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 Oggetto del messaggio: Re: L'Autonomia Siciliana
MessaggioInviato: 09/04/2015, 21:58 
Il parafulmine Crocetta e il genocidio della Sicilia: siamo in guerra, come rispondere?
07-04-2015in NEWS
Oggi il vero problema sul genocidio della Sicilia è la disinformazione. Sembra incredibile, ma per sapere la verità sui conti della Regione i siciliani debbono leggere ‘La Voce di New York’, o ascoltare qualche intervista clandestina nelle Tv locali. Crocetta ha le sue responsabilità. Ma il problema non è solo lui.

Sul supplizio della Sicilia, cioè concretamente di CENTINAIA DI MIGLIAIA DI SICILIANI!, sullo sporco gioco al massacro del Governo Renzi, sulla complicità di un giornalismo compiacente che accrediterà, che sta accreditando, la favoletta della Sicilia “spendacciona” il mio amico Giulio Ambrosetti ha già detto tutto o quasi, rubandomi il mestiere anche sui conti della Regione.
Su questo c’è poco da aggiungere. Forse qualche dettaglio, che non sposta il problema.

Ad esempio, il fatto che i 2 miliardi che sforano secondo Baccei non sono in contrasto con i 5 che lo Stato ha rubato alla Sicilia secondo il corretto calcolo di Ambrosetti: semplicemente quei 2 riguardano i soli tagli incomprimibili senza devastazioni sociali, mentre gli altri 3 Baccei li dà talmente tanto per acquisiti (ad esempio quello sanitario dal 2009) da non farci più caso. Poi ci sono, A PARTE, quelli DA SEMPRE RUBATI per effetto della mancata attuazione dello Statuto. Non due circa (10 che lo Stato deve dare meno 8 che la Regione dovrebbe spendere), ma circa 7, come altre volte ho dimostrato. E a questi sette miliardi non ho mai aggiunto il conto della mancata attuazione dell’art. 37 dello Statuto siciliano (la territorializzazione delle imposte sul reddito) per mancanza assoluta di dati: si va a spanne da un minimo di 2 a un massimo di 4 o 5 miliardi di euro. Quindi, riepilogando, la Sicilia paga la sua appartenenza all’Italia con una bolletta complessiva di 15 miliardi di euro l’anno, tra furti vecchi e nuovi, in sé del tutto insostenibili, un vero genocidio alla luce del sole, perpetrato nella totale ignoranza della quasi totalità degli italiani, che pensano che la Sicilia sia una palla al piede, ma purtroppo anche della maggioranza dei siciliani, ingannati dalla maggior parte dei loro stessi giornali, che ricevono appoggi e finanziamenti da un sistema italiano, tanto da poterli informare solo con la “Voce di New York”, senza alcun filtro né censura. O con qualche intervista semiclandestina che gira nelle TV locali.
Vero, verissimo anche che l’Italia, ormai ben più fallita della Sicilia, sta razzolando 15 miliardi con una manovra recessiva che neanche Monti e la Fornero avrebbero avuto il coraggio di fare, per non far aumentare l’IVA. Insomma i nodi dell’euro vengono al pettine e non se ne esce. Secondo Renzi & Co., quindi, il genocidio del Sud, e della Sicilia in particolare, merita solo un paio di spallucce. Che fare del resto? O fallisce la Sicilia o fallisce l’Italia e, se tanto mi dà tanto, meglio la prima che la seconda.
Pazienza se la Sicilia non sta fallendo per colpa propria, ma per colpa di terzi. Pazienza. Del resto i Siciliani alla corte dello Stato genocida non mancano, da rampanti registi ad altrettanto rampanti politici.
Ma forse è il momento di spostare il focus della Questione dal fatto finanziario a quello politico. Basta scorrere la “disinformatija” italica per capire che già si tenta di trovare un capro espiatorio, un parafulmine. E lo si è trovato. Chi meglio di Crocetta, platealmente “unfit to rule Sicily”, per manifesta incapacità caratteriale, incompetenza economica, fragilità politica? Troppo bello, anzi troppo comodo!
Che succederà infatti se i tanti appelli alle dimissioni di Crocetta avranno successo? Si andrà a nuove elezioni. E se invece saremo commissariati, a parte lo scorno? Si andrà comunque a nuove elezioni. Insomma le elezioni sono l’esito finale e sicuro di tutto ciò? In teoria, c’è il famoso “Piano B” di Crocetta: fare da solo i massacri sociali che dovrebbero fare i commissari, ma anche in questo caso, insomma, lo stesso scenario. La Sicilia sarà impiccata, però possiamo ancora scegliere da chi farla impiccare, però!
E quindi? Se sale un Faraone qualunque, o un Musumeci qualunque cosa cambierà? Forse la Sicilia vedrà rispettato il proprio Statuto? Forse l’Italia smetterà di distrarre tutte le nostre risorse fiscali, lasciando qua solo cumuli di macerie e rifiuti? No, non cambierà niente, proprio niente. E allora perché oggi dovrei prendermela con Crocetta? Per fare contento Renzi? Non è che ci stanno, poco poco, strumentalizzando?
Se poi vogliamo parlare concretamente di alternative, allora il discorso potrebbe essere diverso. È possibile una Sicilia diversa dalla miserabile colonia d’Italia che oggi conosciamo? Questo è il vero tema. E se sì, chi dovrebbe guidarla? Il Movimento 5 Stelle? Hanno avvistato con chiarezza la Questione Siciliana oltre alla raccolta differenziata, le piste ciclabili, gli stipendi dei deputati o le auto blu? Lasciatemi quanto meno il beneficio del dubbio. La Lega? Proprio in Sicilia? No comment. I Sindaci? Quali? Quelli “à la Orlando” o “à la Amenta”? Sono due categorie del tutto diverse, praticamente con obiettivi di fondo diversi. Ce lo vedete Orlando che dichiara guerra all’Italia? Io no, perché di questo c’è oggi bisogno. C’è, infine, qualcosa che si muove sul fronte del Nazionalismo Siciliano. Sarebbe da ‘attenzionare’ con molto interesse, ma se non si salderanno con le parti sociali e almeno con “alcuni” sindaci, c’è oggettivamente il rischio della marginalità. Ma non è che l’unica alternativa, l’unica vera posta in gioco oggi sia proprio questa? E cioè la costruzione, per quanto difficile, di una rappresentanza politica che sia espressione della Sicilia e non più dei partiti italiani?
Perché se il problema lo riduciamo ancora una volta all’alternativa destra-sinistra, anche con le varianti “antisistema” date dai partiti “italiani”, non ci siamo, non ci siamo proprio. Se tutto il problema sono le dimissioni di Crocetta per fare un piacere a Faraone o a chicchessia, mi dispiace, non sono interessato. E non mi faccio prendere in giro certo dai vari “Istituti Luce”.
E, per inciso, non mi aspetto niente di buono neanche dal Siciliano che sta al Quirinale. Per carità, vorrei sbagliarmi e chiedergli pubblicamente scusa, non si sa mai. Ma ha avuto decenni per aiutare la propria terra. Ora si dovrebbe svegliare? Bene, mandi un messaggio alle Camere, facendo seguito a quello di Gronchi del 1957, con il quale il suo predecessore chiese di “rinviare” la nomina dei giudici mancanti in attesa di un coordinamento tra le funzioni della Corte Costituzionale e quelle dell’Alta Corte per la Regione siciliana. Un messaggino semplice semplice, con cui dica che “visto che in 60 anni non avete fatto ancora nulla, per favore, procedete alla nomina dei Giudici, per il coordinamento ci sarà tempo”. Lo farà? No! E allora, di che stiamo parlando? Non ci servono i siciliani che fanno carriera a Roma, ci servono i Siciliani che stanno al fronte in Sicilia. Ci servono i Siciliani che si accontentano di stipendi più bassi, ma che non piegano la testa.
Qui o ci ribelliamo noi, con un Nuovo Vespro, o facciamo una brutta fine. L’Italia ha dichiarato guerra alla Sicilia, noi che facciamo? Ce la prendiamo con Crocetta? Ma allora non “ci facciamo”; “ci siamo” proprio.
Massimo Costa
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 Oggetto del messaggio: Re: L'Autonomia Siciliana
MessaggioInviato: 12/04/2015, 15:38 
Dato che la sicilia è entrata in un vortice di disastro totale e cade a pezzi mentre tutti i grandi lavori li hanno concentrati al Nord,non posso non postare questo articolo:


DLettera aperta di un nazionalista siciliano al primo siciliano Capo dello Stato italiano
02-02-2015in NEWS
Signor Presidente,
in questi giorni riceverà solo complimenti e auguri: alcuni sinceri, altri interessati. Assistiamo già alle celebrazioni un po’ provinciali per il conterraneo “importante” che è diventato Presidente della Republica, come se questo di per sé costituisse chissà quale vantaggio per la Sicilia in quanto tale.Questa lettera è diversa, garbata, rispettosa del ruolo che ricopre, ma diversa: ferma, innanzitutto, e con questa vogliamo ricordarle che oggi, più che ieri, Lei è chiamato ad assolvere un obbligo in più nella Terra che le ha dato i Natali e che anche la Nostra.
Diciamo subito, per onestà intellettuale, che chi Le scrive è, opinione legittima in uno stato libero, convinto che la Sicilia sia una Nazione a sé e che se fosse uno Stato indipendente oggi non sarebbe così avvilita come l’hanno ridotta circa duecento anni di forzata unione politica con la Penisola. Tale convinzione, tale riscoperta della nostra più vera identità e dei nostri interessi, non è solo di chi le scrive, ma sempre più diffusa oggi in una Sicilia che, forse spinta dal bisogno estremo in cui è stata gettata, sta riscoprendo se stessa, al punto che i tanti “servitori dell’Italia”, con tutto il rispetto, sono per noi “retroguardie culturali”, inutili freni a mano tirati per l’emancipazone della Sicilia.
E comunque, a prescindere dalle convinzioni personali, oggi è di tutta evidenza come i governi europeo e italiano stiano letteralmente strangolando una Sicilia che letteralmente MUORE DI FAME! Dove letteralmente ai nostri giovani è vietato trovare lavoro!
Detto questo, tuttavia, il riconoscimento formale e legittimo della sovranità italiana sulla Sicilia da parte nostra, seppure carpito nel tempo con la forza, l’inganno, il bisogno, la disinformazione sistematica e il collaborazionismo delle classi dirigenti isolane, non può mai venir meno senza cadere in un’eversione che sarebbe solo controproducente. Ed è per questo che oggi le scriviamo.
Noi eravamo e siamo in linea di principio relativamente indifferenti riguardo alla persona che gli italiani si vogliono scegliere come Capo dello Stato. Nulla cambierà per noi, si diceva, ma questa volta, per la prima volta nella storia, un Siciliano è capo dello Stato che ci opprime, che tradisce tutti i patti che sottoscrive con noi, che con i suoi mezzi di informazione ci fa oggetto di una continua campagna di linciaggio e di diffamazione, e che deruba le nostre risorse, le nostre speranze e il nostro futuro.
No, con un Siciliano al Quirinale, non è più lo stesso, e non possiamo tacere.
Passiamo di sopra al fatto che il suo nome sia stato caldeggiato e proposto da chi, da Capo dello Stato prima di Lei, o da Presidente del Consiglio, si è dimostrato indifferente, anzi dannoso, agli interessi della Repubblica, prima ancora che della Sicilia, svendendola ai poteri forti d’Europa e a quelli finanziari globali. Si dice “dimmi con chi vai….” e il fatto che Lei sia il Presidente voluto, ben voluto, da Napolitano, da Renzi, e da tutti i poteri forti depone molto male. Ma, passiamoci sopra.
Passiamo di sopra al fatto che Lei è l’ennesimo Presidente di un’intramontabile prima repubblica, di un’intramontabile democrazia cristiana, che nessuno di noi ha motivo di rimpiangere se non perché ciò che è venuto dopo è stato ancora peggiore.
Passiamo di sopra al fatto che il suo nome non è legato ad alcuna battaglia per la Sicilia, che non ha a memoria d’uomo motivo di ricordarsi di lei, e che invece sia ricordato per una legge elettorale (il Mattarellum) che è riuscita ad unire la limitazione della democrazia unita alla formula per la sicura ingovernabilità (vogliamo ricordare il famigerato “scorporo” che ridava nel proporzionale i seggi alla coalizione sconfitta nel maggioritario?).
Passiamo di sopra al fatto che, da politico, non abbia mai mostrato comprensione alcuna per le altissime ragioni storiche che impongono alla Sicilia la necessità di un autogoverno: da privato cittadino aveva tutto il diritto di pensarla come voleva.
Ma oggi Lei è il Capo dello Stato. Oggi Lei è un’istituzione e in quanto tale ha dei doveri verso gli italiani tutti, e in particolare, da Siciliano, verso i Siciliani tutti.
Lei è chiamato prima di ogni altra cosa a far rispettare la Costituzione della Repubblica Italiana. Una Costituzione sempre più calpestata, da sotto, di lato e da sopra. Da sotto e di lato per le bordate “autoritarie” che, sotto il pretesto della “governabilità”, riducono gli spazi di partecipazione per i cittadini italiani e per gli interessi privati che svuotano, poco a poco, quella prima parte della Costituzione che, dai rapporti economici a quelli economico-sociali, rappresenta tuttora un monumento del diritto, anche per l’equilibrio mirabile che si è stabilito tra una cornice liberale e contenuti sociali, di ispirazione tanto solidaristico-cristiana quanto socialista democratica.
Ma non dimentichi, soprattutto, che di quella Costituzione è parte integrante e inseparabile lo STATUTO DELLA REGIONE SICILIANA, vilmente aggredito, vilipeso, offeso, disatteso, con danno incalcolabile per questo pezzo di Repubblica italiana, che è anche la nostra Patria, che è anche la Sua.
Le ricordiamo i termini della Questione, perché Lei, raffinato costituzionalista, capisce benissimo cosa vogliamo dire.
I padri costituenti, con legge costituzionale n. 2 del 1948 recepirono INTEGRALMENTE, cioè senza alcuna riserva, lo Statuto della Regione Siciliana che già sotto la monarchia era stato conquistato, al termine di una guerra civile, e accettato da Umberto II. La Repubblica, alla sua nascita, non “istituì” la Regione, ma semplicemente la riconobbe per come già era.

L’Alta Corte della Regione Siciliana, con la sua storica sentenza n. 4, stabilì che nessuna modifica dello Statuto poteva essere disposta per mezzo di leggi ordinarie, ma che il suo ordinamento, ormai pienamente vigente, poteva essere modificato solo per mezzo di leggi di revisione costituzionale.Lei sa benissimo che così non è stato. La Corte Costituzionale si è macchiata, a partire dal 1956, del crimine gravissimo di avere attribuito alla giurisprudenza,e non alla legge, il compito di modificare lo Statuto, lasciando la Sicilia nella totale incertezza del diritto, e quindi esposta all’arbitrio dello Stato italiano, venendo meno ai più elementari obblighi di lealtà istituzionale tra organi dello Stato.L’Alta Corte, illegittimamente, è stata soppressa. Il Presidente Gronchi, suo predecessore, ha semplicemente invitato il Parlamento a “rinviare” la nomina dei componenti mancanti, non a seppellirla. Lei, purtroppo, probabilmente estensore dell’ultima sentenza della Corte con la quale è stato soppresso il Commissario dello Stato, e con esso praticamente tutto il titolo III dello Statuto, da giudice costituzionale si è conformato a questo solco di illegittimità. Ma, privata della legalità costituzionale, la Sicilia non avrà mai alcuna legalità. Oggi è lo Stato – per usare una espressione del suo compianto fratello – a non “avere le carte in regola” con la Sicilia. Ora, da Presidente, ha il compito di riprendere le fila di un discorso interrotto ormai da mezzo secolo.
In questo mezzo secolo abbondante non solo è saltata la Corte Costituzionale speciale competente per la Regione, la cui competenza, proprio perché speciale, non confliggeva minimamente con quella della Corte Costituzionale della Repubblica, non più di quanto, certamente, la giurisprudenza europea non faccia oggi, prevalendo sulla medesima e vanificando quindi il supposto principio della assoluta unicità di giurisprudenza costituzionale, peraltro non scritto da alcuna parte se non nella stessa interpretazione della Corte Costituzionale. Ma i giudici – recita la Costituzione – sono costituiti per legge, giammai per sentenza! Altrimenti ogni giudice potrebbe autocostituirsi competente. Questa è una mostruosità giuridica alla quale porre urgentemente riparo.
Ma, come dicevamo, non è solo l’Alta Corte ad essere saltata in questi sessant’anni circa: è saltata con essa, poco a poco, tutta l’Autonomia Siciliana, ma anche le sue finanze, e finanche l’economia e la società siciliana, oggi asservite ad una ignobile dominazione coloniale italiana.
Non abbiamo più finanze autonome, non abbiamo più legislazione autonoma, non abbiamo amministrazione realmente autonoma, anzi siamo al di sotto delle regioni a statuto ordinario. E, quindi, non abbiamo più né perequazione infrastrutturale, né continuità territoriale. La Sicilia oggi è in realtà una regione differenziata “al contrario”, allo sbando, derubata delle sue risorse, soggetta alle peggiori condizioni economiche e fiscali, priva di servizi pubblici degni di un paese civile. E tutto questo ha un responsabile preciso: lo Stato italiano, inadempiente, sleale, patrigno più che padre, vera potenza nemica occupante.
Violato il Patto, violato il debito di fedeltà della Sicilia all’Italia. La Sicilia, annessa illegittimamente nel 1860, da stato sovrano, rinunciò con lo Statuto alla propria indipendenza plurisecolare. Oggi nessuno sogni di poter liquidare così la Questione Siciliana. Di fronte alla protervia dello Stato italiano, la Sicilia avrebbe tutto il diritto di chiedere la piena indipendenza. Non dimentichiamolo!
A Lei, per evitare ogni peggiore frattura, e più che ad un Presidente qualsivoglia, spetta il dovere morale di ristabilire quell’Autonomia confederale che vollero i padri costituenti per la Sicilia, conforme ad una storia plurisecolare di Nazione a sé che ha la Sicilia. All’Italia spetta riparare, per i danni coloniali inferti alla Sicilia, ovvero andarsene.
Noi non possiamo fare finta di niente quando un Siciliano abita al Quirinale e quando, per di più, un altro Sicilano è il suo sostituto naturale.
A questo punto sta a Lei, con gli atti concreti con cui vorrà segnare la Sua presidenza, decidere se essere ricordato come il primo dei benemeriti o il primo dei traditori della Sicilia. Sappiamo che è di tradizione democristiana, e quindi per definizione moderato, c’è chi ha detto “l’ultimo moroteo”. Ma questa stagione drammatica non è più quella delle mezze misure. Si impongono scelte forti. Sappia che gli occhi dei Siciliani sono su di lei.
Per ora buon lavoro.
Massimo Costa


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 Oggetto del messaggio: Re: L'Autonomia Siciliana
MessaggioInviato: 12/04/2015, 15:52 
(Bono pure quello!) [:o)]
Fate prima a dichiararvi indipendenti (ma prima di tutto da ... Crocetta e Leoluca Orlando!) [:o)]



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Autonomia Siciliana
MessaggioInviato: 12/04/2015, 16:09 
bleffort si dovrebbe aprire un lunghissimo discorso,sull'annessione della sicilia,come quella di altri territori allo stato sabaudo,con referendum quanto mai strani,con risultati bulgari......purtroppo la sua autonomia non e'stata ben sfruttata,se l'attualmente e' sull'orlo del default,con un debito di 7.500.000.000 di euro...... [:292] [:292]


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 Oggetto del messaggio: Re: L'Autonomia Siciliana
MessaggioInviato: 12/04/2015, 16:11 
Infatti ... Non volevo infierire: allora sono i siciliani che .... Immagine



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 Oggetto del messaggio: Re: L'Autonomia Siciliana
MessaggioInviato: 12/04/2015, 16:24 
...+ che colpa dei siciliani,la colpa e' di chi ha governato in tutti sti anni,disinteressandosi dei abitanti dell'isola................. [:287] [:287]


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 Oggetto del messaggio: Re: L'Autonomia Siciliana
MessaggioInviato: 12/04/2015, 16:26 
Ma era o no AUTONOMA! [:294]



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