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Ma chi l’ha scoperta l’America?

Oggi qui negli USA si festeggia il Columbus Day.

A dire il vero è una ‘mezza festa’, non tutti gli uffici sono chiusi, anzi, a dire il vero, per la maggior parte sono aperti, come pure sono aperti i negozi, i department store, e, naturalmente la Borsa.

Ma si sa, money never sleeps.

di Piero Cammerinesi (corrispondente dagli USA di Coscienzeinrete Magazine e Altrainformazione)

Houston 13 Ottobre 2014 – Il Columbus Day non è una festa molto sentita, in verità; girando per il quartiere non vedo neppure una bandiera sventolante davanti alle villette in fila, mentre, al contrario, fervono i preparativi per Halloween, con allestimenti di tombe, ragni giganti, scheletri in dimensione naturale e streghe assortite che fanno bella mostra di sé davanti ad ogni casa abitata da bambini. Forse l’unico motivo per cui la gente la apprezza è il fatto che ci sono molte svendite nei grandi magazzini e quindi si corre a esercitare l’attività più aprezzata da queste parti nel tempo libero: lo shopping. In alcuni città, come Seattle e Minneapolis e nel South Dakota, a dire il vero, il Columbus Day è stato – giustamente – ribattezzato Native American Day.

Anche se per i Native American – quelli che noi chiamiamo erroneamente ‘indiani’ -più che una festa il 12 Ottobre 1492 fu l’inizio della fine. C’è da registrare – una vera e propria chicca – anche l’indignazione della comunità italiana per questo cambiamento di nome; “Gli italo-americani si sentono profondamente offesi – ha affermato Lisa Marchese, un avvocato italo-americano al Seattle Times[1] – perché con questa decisione si dice a tutti gli italo-americani che la città di Seattle non ha più considerazione del vostro patrimonio né ritiene la vostra comunità degna di riconoscimento”. Italiani o Native, in ogni caso, bisogna dire che oggi fortunatamente, anche qui negli USA, s’incomincia timidamente a riflettere sul significato di questa data, che ha rappresentato l’inizio di un vero e proprio genocidio.

Immagine

C’è anche chi si chiede che senso abbia dire che Colombo scoprì l’America se questo non era un contine111_mapnte disabitato ma era, al contrario, abitato da civiltà millenarie e, in alcuni casi, anche particolarmente evolute. Ma, prima di tutto, fu davvero Colombo a ‘scoprirla’ quest’America? Da molte ricerche sembrerebbe proprio di no. Ma si sa che tutto ciò che si azzarda a contraddire quella fable convenue che è la storia viene altezzosamente bollato, dai templi ufficiali del sapere, come fantasia o montatura. Allora andiamo a scompigliare un po’ la versione ufficiale di questa discussa ‘scoperta’. Ecco qui di seguito alcuni interessanti elementi che farebbero decisamente ritenere che il buon Colombo non sia stato che uno dei visitatori di questo continente e certamente non il primo.

Iniziamo con alcuni documenti che testimonierebbero che il Nuovo Mondo fosse perfettamente noto – e non solo in Europa – ben prima del 1492. Partiamo dallo storico Gavin Menzies, che ritiene che la mappa del 1418 – qui di lato raffigurata – dimostri chiaramente che il Nuovo Mondo è stato scoperto dai cinesi – dall’ammiraglio Zheng He – circa 70 anni prima di Colombo [2]. Ma non è ancora niente.

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Andiamo ancora indietro nel passato. Un’altra mappa potrebbe rivelare che, già nel XIII secolo, Marco Polo sia stato in realtà il primo europeo a scoprire l’America – più di due secoli prima di Cristoforo Colombo[3]. Questa rozza mappa – riprodotta qui a sinistra – disegnata su una pelle di pecora mostra, infatti, quello che sembra essere lo Stretto di Bering, l’Alaska, le isole Aleutine e la costa occidentale del Nord America. Retrocedendo ulteriormente, ci troviamo di fronte a prove materiali ancora più solide. L’Anse aux Meadows, sito archeologico dichiarato patrimonio del111_map_Marco_Polol’umanità nel 1978 è, infatti, un esempio – ufficialmente accettato – d’insediamento vichingo in Nord America. Il villaggio risale a oltre 400 anni prima della spedizione di Colombo e vi si trovano i più antichi edifici europei in America. Le case, gli utensili e gli oggetti rinvenuti sono perfettamente compatibili con la civiltà che li ha prodotti. Secondo alcuni studiosi si tratterebbe del mitico Vinland, l’insediamento dell’esploratore Leif Ericsson, risalente niente meno che all’anno 1000[4].

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Vi sono poi studi scientifici e linguistici che dimostrano l’esistenza di contatti tra le popolazioni polinesiane e quelle americane ben prima della conquista. Ad esempio la patata dolce che – proveniente dal continente americano – venne portata in Polinesia tra il 700 e il 1000 d.C., e qui la prova del radiocarbonio lascia spazio a pochi dubbi. Ad esempio questo tubero, che nell’isola di Pasqua si c111_statuettahiama kumara, viene chiamata k’umar o k’umara presso i Quechua e gli Aymara in Sud America[5]. Continuando a retrocedere nel tempo ci imbattiamo in un’altra straordinaria scoperta, che manderebbe all’aria ancora più radicalmente la storia del primato di Colombo. Nel 1933 fu rinvenuta, infatti, a una settantina di chilometri da Città del Messico, in una tomba mai aperta né profanata, una testa di statuetta barbuta dai lineamenti tipicamente europei, che è [6] perfettamente compatibile con una scultura romana del II secolo dell’era cristiana.

Immagine

Ma andiamo ancora oltre nel nostro viaggio a ritroso. Ebbene, alcuni anni fa, una tossicologa tedesca, Svetlana Balabanova, ha scoperto tracce di nicotina e di coca nella mummia di una sacerdotessa, Henut Taui[7], vissuta intorno al 1000 avanti Cristo. Anche l’esame tossicologico dei capelli ha successivamente confermato questi risultati. La Balabanova esaminò anche altre mummie sudanesi nelle quali ritrovò gli stessi elementi; nel 1970 vennero rinvenuti frammenti di foglie di tabacco nell’addome del faraone Ramsete II. Ora, è noto che il tabacco e la coca sono piante americane che vennero conosciute negli altri continenti solo dopo la conquista. E questi che ho sinteticamente riportato rappresentano solo una minima parte delle testimonianza di contatti tra il vecchio e il nuovo mondo prima dell’impresa di Colombo.111_Rames

E da un punto di vista spirituale come stanno le cose? Alcuni studiosi di occultismo concordano nell’affermare che dalla penisola scandinava ci fu da sempre un regolare interscambio con il continente americano e questo proseguì sino al XIII secolo, quando si interruppe per un breve periodo. Nel XII secolo vi erano ancora traffici molto dinamici tra Irlanda, Islanda e America, in particolare di erbe medicinali. Navi norvegesi si recavano regolarmente in America, dove si andavano a studiare determinate malattie sotto l’influsso del magnetismo terrestre che là era del tutto diverso. Da questi studi deriverebbe la misteriosa nascita della medicina europea. “Ma – afferma Rudolf Steiner – per certe ragioni collegate al karma interiore dell’Europa, e al ruolo che aveva in passato svolto l’Irlanda, avvenne che Roma facesse tutto il possibile per allontanare l’Europa dall’America e per far quasi dimenticare l’America. Ciò venne fatto allora con buone intenzioni nei confronti dell’Europa” [8].

Addirittura, sostiene Steiner “Nel secolo in cui la cosiddetta scoperta dell’America ebbe luogo, un documento pontificio vietò di aver contatti con l’America. Naturalmente ancora non si chiamava America”[9]. Quali erano le ragioni del papato per voler tenere l’Europa lontano dall’America? Ebbene, ciò venne fatto perché l’influsso squisitamente ahrimanico della terra americana avrebbe provocato – prima del dovuto – un potente impulso verso il materialismo e la meccanizzazione dell’uomo. Era necessario, in altri termini, proteggere l’appena nato pensiero razionale umano, di fondamentale importanza nel quinto periodo postatlantico.

“Così avvenne in particolare che certi monaci irlandesi sotto l’influenza di un puro insegnamento esoterico cristiano che si stava formando là, fecero in modo che a Roma si sentisse la necessità di tener separata l’Europa dall’emisfero occidentale. Colombano e il suo allievo Gallo furono coloro che videro prima di tutti gli altri che la pianta delicata della cristianizzazione avrebbe potuto diffondersi in Europa solo se l’Europa fosse stata – per esprimersi da un punto di vista spirituale – protetta da una recinzione”[10].

Non entrerò nel merito delle antiche iniziazioni di magia nera connesse con i riti sanguinari dei popoli centro-americani, né, per converso, delle nobili – se pur legate a una antica veggenza – tradizioni di Native come i Lakota nel settentrione di questo continente; quello che è comunque indubitabile – e si è potuto ampiamente riscontrarlo nell’evoluzione che la civiltà americana ha avuto negli ultimi, diciamo, due secoli – è un profondo e radicale legame di queste terre con le caratteristiche ahrimaniche dell’umanità, il rapporto con la materia, l’istintività, il danaro e l’egoismo. D’altra parte – e qui è lo stesso Steiner a profetizzarlo – non c’è molto da fare, dato che un certo futuro appartiene proprio all’America.

Afferma egli infatti nel 1923: “Ora abbiamo l’equinozio di primavera nei Pesci. Tra qualche tempo sarà nell’Acquario; solo a quel punto si farà avanti la corretta civiltà americana. Fino ad allora ci sarà sempre un trasferimento di civiltà verso l’America. Chi vuole può vedere già oggi quanto stiano diventando potenti gli americani e come l’Europa stia sempre più debole. Ora tutta la civiltà pulsa in America. Sarà un processo lento; ma quando nell’equinozio di primavera il sole sarà nel segno dell’Acquario, allora invierà i suoi raggi verso la terra in modo così favorevole, che la cultura e la civiltà americana saranno particolarmente potenti”[11]. Allora, a fronte di queste considerazioni, forse la questione di chi abbia veramente ‘scoperto’ il Nuovo Mondo passa in secondo piano; insomma, sia stato Colombo o Marco Polo o Leif Ericsson, l’America era un passaggio obbligato, e rappresenta – come ben sintetizzò Saul Bellow – “il banco di prova dell’umanità”.


http://altrogiornale.org/lha-scoperta-lamerica/


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MessaggioInviato: 20/10/2014, 02:32 
ma prima come si chiamava prima l'america, come ci si riferiva ad essa? E soprattutto perchè già prima che gli fosse assegnato il nome ufficiale dovuto ad Amerigo Vespucci già troviamo riferimenti all'America?



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la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
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MessaggioInviato: 20/10/2014, 07:05 
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MaxpoweR ha scritto:

ma prima come si chiamava prima l'america, come ci si riferiva ad essa? E soprattutto perchè già prima che gli fosse assegnato il nome ufficiale dovuto ad Amerigo Vespucci già troviamo riferimenti all'America?




Se non ricordo male gli antichi egizi e fenici,chiamavano Merika una stella molto luminosa che si trovava a occidente dopo le colonne d'ercole

Una cosa mi chiedo ma tutte le tonnellate d'oro portate in europa in quel periodo dove sono?che fine hanno fatto?



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MessaggioInviato: 16/11/2014, 00:26 
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Erdogan prova a riscrivere la storia d’America: “Non fu Colombo a scoprirla, ma i musulmani”
Il presidente turco rispolvera una lettura poca accreditata dei diari del navigatore genovese. E spiega: «C’era già una moschea, i nostri marinai arrivarono lì nel 1178».




L’America non è stata scoperta da Cristoforo colombo nel 1492 ma da «marinai musulmani» più di tre secoli prima, tanto che il navigatore genovese, veleggiando davanti a Cuba, poté addirittura scorgere una moschea in lontananza. Appoggiandosi più sul proprio orgoglio islamico che non su teorie accreditate, lo ha sostenuto da una ribalta internazionale il presidente turco Recep Tayyip Erdogan facendo pure un annuncio: costruirà una moschea a Cuba, se le autorità dell’Avana glielo permetteranno.



«Marinai musulmani arrivarono in America nel 1178», ha sostenuto Erdogan parlando al primo “Summit dei leader musulmani dell’America latina” svoltosi a Istanbul. Almeno nel resoconto dato dal sito del quotidiano turco Hurriyet, l’ex premier e ora presidente non ha fornito citazioni storiche per affiancare attendibilmente i marinai islamici a quelli vichinghi, portoghesi e islandesi che popolano su internet la «retrodatazione della scoperta dell’America».



«Nei suoi diari, Cristoforo Colombo ha fatto riferimento alla presenza di una moschea sulla cima di una montagna a Cuba», ha detto però ancora Erdogan, sostenendo inoltre che «la religione islamica era diffusa» già prima dell’arrivo degli europei nel 1492. Il sito inglese dell’autorevole quotidiano turco ricorda che la teoria di una moschea a Cuba era stata diffusa nel 1996 da Youssef Mroueh dell’ «As-Sunnah Fundation of America». Mroueh aveva interpretato come reale, e non solo metaforica come invece ampiamente ritenuto dagli studiosi, una notazione di Colombo circa la forma di un rilievo simile ad una moschea nei pressi di Gibara, sulla costa nord-orientale dell’isola caraibica. «Oggi una moschea starebbe bene sulla sommità di quella montagna», ha sostenuto il presidente turco, che da quasi tre lustri sta facendo leva sulla religione islamica per scardinare il sistema di potere turco basatosi per decenni sul laicismo dei militari. Erdogan ha annunciato che chiederà il permesso di costruire a spese della Turchia una moschea proprio su quel rilievo e ha precisato che ne parlerà subito al «fratello cubano» che ha rappresentato l’isola comunista al summit di Istanbul.



Hurriyet non precisa che speranze abbia l’iniziativa in un paese laico, dove l’ateismo di Stato è stato abolito solo nel 1992 e i musulmani, secondo uno studio del 2009, sarebbero solo lo 0,1% della popolazione.


http://www.lastampa.it/2014/11/15/ester ... agina.html


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MessaggioInviato: 16/11/2014, 11:08 
Il bottino rappresentato dalle misteriose carte disegnate da Colombo finì nelle mani di Piri Reis il quale, sulla base delle voci che correvano a quei tempi, racconta nei suoi scritti che “Cristoforo Colombo, nel corso delle sue ricerche, trovò un libro risalente all’epoca di Alessandro Magno e ne rimase così impressionato che, dopo averlo letto, partì alla scoperta delle Antille con le navi ottenute dal governo spagnolo”. - See more at: http://www.latelanera.com/misteriefolcl ... 6kH77.dpuf


bisognerebbe sapere se veramente questo presunto libro sia mai esistito,o sia solo una favola........se fosse cosi' la scoperta sarebbe da addebitarsi ancora prima,..e qui ritornerebbe in auge la storia di atlantide..........................[;)]


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MessaggioInviato: 16/11/2014, 12:05 
Più che probabile a mio modesto modo di vedere...

[;)]



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 Oggetto del messaggio: Re: Cristoforo Colombo, il Templare
MessaggioInviato: 13/11/2018, 14:58 
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 Oggetto del messaggio: Re: Cristoforo Colombo, il Templare
MessaggioInviato: 04/01/2019, 18:35 
Forse non è il thread più Idoneo. Non lo so..... giudicate voi.

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 Oggetto del messaggio: Re: Cristoforo Colombo, il Templare
MessaggioInviato: 05/01/2019, 13:34 
Leggetevi " L'America dimenticata" di Lucio Russo. O anche "Quando i Romani andavano in America" di Elio Cadelo, tanto per fare una comparazione tra i due testi.


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 Oggetto del messaggio: Re: Cristoforo Colombo, il Templare
MessaggioInviato: 26/01/2021, 15:19 
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 Oggetto del messaggio: Re: Cristoforo Colombo, il Templare
MessaggioInviato: 26/01/2021, 16:46 
quindi il "TRADITORE GENOVESE" citato da Piri Reis chi sarebbe? (non ho ancora visto il video, magari ne parla)



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 Oggetto del messaggio: Re:
MessaggioInviato: 26/01/2021, 19:16 
rew63 ha scritto:
Cita:
MaxpoweR ha scritto:

ma prima come si chiamava prima l'america, come ci si riferiva ad essa? E soprattutto perchè già prima che gli fosse assegnato il nome ufficiale dovuto ad Amerigo Vespucci già troviamo riferimenti all'America?




Se non ricordo male gli antichi egizi e fenici,chiamavano Merika una stella molto luminosa che si trovava a occidente dopo le colonne d'ercole

Una cosa mi chiedo ma tutte le tonnellate d'oro portate in europa in quel periodo dove sono?che fine hanno fatto?


L'oro? Cell'ha il Vaticano in caveux svizzeri [:306]



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 Oggetto del messaggio: Re: Cristoforo Colombo, il Templare
MessaggioInviato: 27/01/2021, 01:10 
rew63 ha scritto:
Cita:
MaxpoweR ha scritto:

ma prima come si chiamava prima l'america, come ci si riferiva ad essa? E soprattutto perchè già prima che gli fosse assegnato il nome ufficiale dovuto ad Amerigo Vespucci già troviamo riferimenti all'America?




Se non ricordo male gli antichi egizi e fenici,chiamavano Merika una stella molto luminosa che si trovava a occidente dopo le colonne d'ercole

Una cosa mi chiedo ma tutte le tonnellate d'oro portate in europa in quel periodo dove sono?che fine hanno fatto?


questa cosa è "più o meno" esatta...andare, navigare, VERSO la (stella) Merika... [:305]

https://digilander.libero.it/ObyWan3/nu ... ro2.html?p

riassume abbastanza... [:295]



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 Oggetto del messaggio: Re: Cristoforo Colombo, il Templare
MessaggioInviato: 21/09/2021, 18:16 
L’America prima dell’America: scoperta la prima menzione in un’opera inedita medievale del 1340
Un team di studenti della Statale di Milano ha scoperto la prima menzione dell’America nell’area mediterranea in un’opera inedita medievale scritta attorno al 1340

Una clamorosa menzione di una terra situata al di là dell’Atlantico è stata individuata in un’opera inedita medievale, scritta dal domenicano Galvano Fiamma intorno al 1340: la scoperta è nata all’interno di un progetto didattico della Statale di Milano, cui hanno collaborato numerosi studenti di Lettere, ed è stata pubblicata sulla rivista statunitense Terrae Incognitae dedicata alla storia delle esplorazioni.

Tutti sanno che il continente americano entrò nell’orbita delle conoscenze degli Europei con la spedizione di Cristoforo Colombo, effettuata nel 1492. In realtà esplorazioni sulle coste settentrionali dell’Atlantico erano già state compiute nei secoli precedenti da navigatori vichinghi, e hanno lasciato sporadiche tracce nei racconti semileggendari di alcune saghe norrene. La notizia dell’esistenza di terre al di là dell’Atlantico non era però mai stata documentata fino a questo momento fuori dalla Scandinavia. Una ricerca in corso presso la Statale dimostra ora che qualcosa se ne sapeva anche più a sud.

Un progetto scientifico e didattico attivo da alcuni anni presso il dipartimento di Studi Letterari Filologici e Linguistici dell’Università Statale di Milano, coordinato da Paolo Chiesa, docente di Letteratura latina medievale e umanistica, ha portato alla luce una clamorosa menzione di terre oltreatlantiche che precede di circa 150 anni il viaggio di Colombo. La menzione proviene da Milano: si trova nella Cronica universalis del domenicano Galvano Fiamma, autore di varie cronache scritte nel periodo visconteo. All’interno di quest’opera, ancora inedita e oggetto di studio da parte del progetto, si trova il riferimento a una terra di nome Marckalada, certo da identificare con quella chiamata Markland nelle saghe norrene.

Questa la traduzione italiana del passaggio di Galvano, scritto originariamente in latino: “I marinai che percorrono i mari della Danimarca e della Norvegia dicono che oltre la Norvegia, verso settentrione, si trova l’Islanda. Più oltre c’è un isola detta Grolandia…; e ancora oltre, verso occidente, c’è una terra chiamata Marckalada. Gli abitanti del posto sono dei giganti: lì si trovano edifici di pietre così grosse che nessun uomo sarebbe in grado di metterle in posa, se non grandissimi giganti. Lì crescono alberi verdi e vivono moltissimi animali e uccelli. Però non c’è mai stato nessun marinaio che sia riuscito a sapere con certezza notizie su questa terra e sulle sue caratteristiche“.

È probabile che la notizia giunga a Galvano da Genova, città con cui lo scrittore aveva contatti, e che i marinai di cui si parla siano navigatori genovesi che commerciavano con le regioni del nord. L’interesse della scoperta sta nel fatto che riapre una questione lungamente dibattuta, ma sulla quale non vi era nessuna documentazione: se a Genova, prima di Colombo, circolassero informazioni sull’esistenza di terre oltreatlantiche, e se una eventuale notizia, anche vaga, della loro esistenza avesse reso più accettabile il rischio della spedizione del 1492.

“La menzione dell’America è solo una delle sorprese che riserva la Cronica universalis di Galvano Fiamma – spiega Paolo Chiesa -, anche se probabilmente è la più clamorosa. Si tratta di un’opera inedita, sulla quale abbiamo costruito un progetto didattico cui hanno collaborato parecchi studenti con le loro tesi, dividendosi la trascrizione del manoscritto e la resa in pulito del testo. Gli studenti hanno imparato molto da questa esperienza, e hanno ora anche la soddisfazione di vedere che il loro lavoro ha un esito scientifico sorprendente”.

La parte del manoscritto contenente la menzione dell’America è stata trascritta da Giulia Greco, ora dottoranda di ricerca presso l’Università di Trento, che racconta: “Il manoscritto è vergato in una scrittura gotica dell’Italia settentrionale, non sempre facile da decifrare. Oltre alla trascrizione della parte del testo che gli era assegnata, ogni studente doveva individuare le fonti impiegate da Galvano per le notizie contenute. Per la frase ‘americana’, in particolare, non sono state individuate fonti libresche, e si deve perciò credere a Galvano quando dice che riportava informazioni orali”.

La prossima tappa della ricerca è la pubblicazione dell’intera Cronica universalis. Coordina questa parte del lavoro Federica Favero, assegnista di ricerca, che così la descrive: “Il manoscritto dell’opera si trova negli Stati Uniti, ed è di proprietà privata. È stato perciò necessario recarsi sul luogo: il proprietario ci ha autorizzati a fotografare l’intero codice, e abbiamo lavorato sulla base di queste fotografie. Si tratta ora di uniformare le trascrizioni prodotte dalle tesi a uno standard editoriale scientifico, di approfondire i punti oscuri rimasti e di corredare il testo del necessario commento; fatto questo, la Cronica universalis sarà a disposizione di tutti, come merita di essere”.


https://www.meteoweb.eu/2021/09/lameric ... e/1721933/


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 Oggetto del messaggio: Re: Cristoforo Colombo, il Templare
MessaggioInviato: 23/09/2021, 12:47 
vimana131 ha scritto:
una terra di nome Marckalada, certo da identificare con quella chiamata Markland nelle saghe norrene.

https://it.wikipedia.org/wiki/Markland

https://it.wikipedia.org/wiki/Galvano_Fiamma

https://www.avvenire.it/agora/pagine/pr ... marckalada

interessante riscoperta di un segno di conoscenza ANTECEDENTE ai viaggi di Colombo...tenere in considerazione il "Mark" come "segno", "simbolo", "signatura", "contrassegno", cioè come terra -land- segnata, riconosciuta, quindi GIA' conosciuta, viaggiata, visitata!.. [:290] [:305]


a seguire segnalo questa trattazione sotto a proposito della citazione precedente "andare a (verso, in direzione) Merika" che fu proposta nei testi di Lomas e Knight negli anni ottanta, novanta, come presunta linea di spiegazione del nome attestato al "nuovo mondo" piuttosto di quello riconosciuto a tal Amerigo, in realtà Albericus...faccio presente che la stella in oggetto, Merika, Merikh nella dizione originale del testo del 1937, aveva anche altro nome, Ubreyha!, e che tale nome significa -nell'area Iraq-Iran del periodo d'origine- "stella del mattino"... [:246] [:290] [:305]

http://www.cartesio-episteme.net/st/americ.htm

molto approfondita sono però presenti ripetizioni di battitura e copiatura di fatto facilmente identificabili per la scrematura dell'originale della discussione sicuramente prodotta in email...a seguire il testo ORIGINALE della trattazione dello scrittore arabo fatta nel 1937 dai quali Lomas e Knight ESTRASSERO la dizione in oggetto... [:290]

https://archive.org/stream/in.ernet.dli ... s_djvu.txt

personalmente RESTO DELLA MIA IPOTESI che l'interpretazione "stella del mattino", che IDENTIFICA il pianeta Venere in tutto il mondo, Merikh, Ubreyha, e NON Marte!!! "stella" della tradizione Persiana ma con ciclicità DIFFERENTE, possa essere ATTRIBUITA come INDICATORE DI DIREZIONE DI VIAGGIO in quanto essa produce OGGI, e abbia prodotto all'epoca dei viaggi al Nuovo Mondo, nascendo ad Est e tramontando ad Ovest, per TUTTI i naviganti una meta e INDICAZIONE SEMPLICE ed inconfutabile...e cioè andare a Merika, cioè andare verso OVEST, cioè verso dove CONDUCE "il percorso nel cielo"di Merika, il luminoso pianeta Venere... [:305]

se ci sono appunti fateli pure [:)]

[:295]



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