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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 01/09/2017, 20:31 
Non praticamente ma col velo? E quindi anche l'accusa di non far indossare il crocifisso alla nipote erano illazioni giornalistiche?



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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 01/09/2017, 20:41 
Quelli del crocifisso erano la famiglia mussulmana praticante alla quale la bimba era stata assegnata temporaneamente, non la nonna mussulmana che poi è la madre di sua madre che si proclama cristiana.

La mia perplessità era dovuta al fatto che la bambina (i giornali scrivevano) è stata tolta da una famiglia cristiana per assegnarla ad una famiglia mussulmana.
Ma siccome per l'adozione si cerca sempre di trovare dei parenti, prima di venir assegnati a degli sconosciuti, l'unica parente della bambina era la nonna mussulmana.
Mussulmana per mussulmana, all'inizio l'hanno assegnata non alla nonna in quanto la madre si era opposta, ma ad una famiglia mussulmana.



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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 21/09/2017, 15:30 
Cita:


Musulmani in Italia: il sondaggio di Ipr Marketing


da Quotidiano Nazionale del 19 settembre 2017

L’inchiesta sui musulmani d’Italia è stara realizzata per il Quotidiano Nazionale sulla base di un sondaggio esclusivo Ipr Marketing effettuato attraverso interviste ‘face to face’ a un campione di cinquecento immigrati residenti nel nostro Paese. I dati sono stati poi disaggregati per le categorie sesso, età e area di residenza in modo da poter essere rappresentativi dell’universo di riferimento. I questionari presi in considerazione sono stati somministrati tra l’8 e il 15 settembre 2017.

Oggi in Italia non esiste un profilo standard dell’immigrato, ma il comportamento dei musulmani è fortemente condizionato dall’età. Si dividono, infatti, in due macro gruppi: gli over 54 sono oltranzisti, conservatori e non hanno intenzione di integrarsi. Nei più giovani, invece, la spinta verso l’Italia è un po’ diversa: circa la metà si sente integrata (45%) e l’altra metà si divide tra chi vuole integrarsi (ma non ci riesce) e chi proprio non vuole.

Due universi di riferimento complementari, decisioni generazionali: i giovani non sono apertissimi verso la cultura occidentale, ma risultano più incuriositi. Col crescere dell’età c’è una vera chiusura verso l’occidente. Sei immigrati su dieci si dichiarano non integrati (58%), ma il dato critico è che il 31% (un terzo del totale) non vuole integrarsi, mentre un ulteriore 28 per cento vorrebbe, ma non ci riesce. I motivi di queste difficoltà e ritrosie sono legati al lavoro e alla lingua, due temi spinosi per gli stranieri in Italia.

Il processo di inserimento nella nostra società è condizionato dall’età: i più giovani ci provano, i meno giovani no. Le porte dell’Italia verso altri immigrati sono chiuse da parte degli islamici: solo il 43% sostiene che l’Italia dovrebbe accogliere altri profughi, mentre il 33% è convinto che serve un freno. Quasi a confermare che gli immigrati percepiscono la loro posizione di difficoltà: «Se arrivano altri stranieri, per noi che già facciamo fatica è un problema ulteriore».

Nel Centro Italia vive gran parte della popolazione musulmana, lì si trova anche lo zoccolo più conservatore. La spiegazione? Si tratta di una zona vista come un paradiso ‘politico’ per gli immigrati, il Centro storicamente era il territorio più tollerante verso i nuovi arrivati. I più adulti comunque hanno un dna oltranzista e restano ancorati alla propria ideologia: si concentra, infatti, una sacca di musulmani ‘chiusi’.

Il luogo comune secondo cui gli immigrati nel Belpaese sono di passaggio viene abbattuto: chi è qui, vuole rimanere. Circa la metà pensa di restare per sempre (43%) e fra questi prevale la quota degli over 54, gli ‘ortodossi’ (80%). Solamente il 13% degli immigrati dichiara di essere di passaggio (andarsene entro 3 anni).



Circa la metà dei musulmani è nel nostro Paese da più di 5 anni: se non si è già integrato, è difficile che possa farlo in futuro. Dall’altro lato, il giudizio sull’Italia è positivo: il 62% afferma di trovarsi bene nel nostro Paese. I più positivi risiedono al Sud, mentre al Centro molti (il 41%) dicono di trovarsi male. Un’altra criticità è il lavoro, vero problema dell’immigrazione, che genera difficoltà a integrarsi: chi non lavora, fa più fatica e ha meno voglia di essere parte di un progetto, di una cerchia sociale. Solo il 27% dei musulmani ha un lavoro stabile e il 24% dice di non lavorare: la disoccupazione in Italia è circa all’11%, all’interno del popolo degli immigrati raddoppia.

Se a questi si aggiunge il 33% che sostiene di non avere un lavoro stabile, la forbice di immigrati che non riesce a mantenersi con il proprio lavoro si allarga al 50-60%. E’ importante l’area di residenza, perché la professione degli immigrati rispecchia le problematiche dell’Italia: chi non ha un posto di lavoro stabile risiede maggiormente al Sud (57%), al Nord prevale la quota di chi ha un lavoro stabile (42%). Indicatore indiretto della volontà di integrazione è anche l’amicizia: uno su due (55%) dice di avere amici italiani ed è molto forte la risposta in relazione all’età.

Tra i giovani l’amicizia con italiani sale al 61%, mentre tra gli anziani arriva solo al 19%, a conferma di una sorta di chiusura di degli over 54. Anche il fatto di avere amici italiani prevale per immigrati al Sud, rispetto al Centro. IL 64% degli immigrati svolge la propria vita sociale nella comunità islamica: il 92% degli over 54 dice di avere relazioni solo nel proprio clan, quota che scende al 73% tra i 35-54enni e cala a chi ha fino a 34 anni.

I più giovani cercano relazioni fuori dalla comunità, i più adulti sono bloccati. Rispetto alla lingua italiana, altra importante criticità, uno su due afferma di conoscerla bene (47%): gli anziani sono ancora indietro nella classifica (23%). Il 38% sostiene che un suo figlio dovrebbe sposare solo una persona musulmana, quota non maggioritaria ma importante. Significa che quattro su 10 sono chiusi verso altre religioni: si trovano più al Nord (40%) che al Sud (12%).

Circa la questione femminile il sondaggio fotografa posizioni rigide ispirate dalla religione che condizionano i costumi e le abitudini. Per il 34% le donne islamiche devono portare il velo, percentuale che sale al 66% tra i più anziani mentre il 64% non condivide questa imposizione, percentuale che sale al 78% tra i giovani.

Il 57% è disposti ad accettare che sua figli studi e si laurei (64& tra i giovani) contro il 41% che lo considera inaccettabile (74% tra gli ultracinquantenni musulmani). Per il 51% degli intervistati è inaccettabile che la figlia si fidanzi con un ragazzo cattolico (82% tra i più anziani) mentre solo il 40% lo accetterebbe (52% tra i giovani). Il 24% per cento (54% tra gli anziani) è contrario al fatto che le donne possano guidare l’automobile ma a questa domanda ben il 12% non ha voluto rispondere.



Netto no (46% contro 40% più 14% astenuti) anche all’idea che “vostra figlia viaggi con amici”, ipotesi gradita solo ai giovani (57% di si) e alle donne (45%) mentre anche le discoteche devono essere off-limit per le figlie di musulmani secondo l 57% degli intervistati (70% tra gli adulti e 92% tra gli anziani).

Dati preoccupanti circa la presenza islamica in Italia giungono soprattutto dalle domande del sondaggio riguardanti terrorismo e jihadismo. Il 28% condivide le ragioni dei terroristi (il 58% tra gli anziani) anche se solo l’1% approva l’uso delle armi (ma l’8% non risponde) e il 64% condanna il terrorismo.

Il 33% degli intervistati crede che l’Islam debba conquistare tutto l’Occidente (47% tra gli over 50, il 31% tra i giovani e il 32% tra le donne): opzione respinta dal 37% mentre un nutritissimo 33% ha preferito non rispondere, percentuale che sale al 44% tra i giovani.

Il 38% ritiene che la politica debba essere guidata dalla religione (53% tra gli over 50), per il 43% i due aspetti dovrebbero restare separati e il 19% non risponde.


http://www.analisidifesa.it/2017/09/mus ... marketing/


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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 21/09/2017, 16:11 
"Il 33% degli intervistati crede che l’Islam debba conquistare tutto l’Occidente", un altro 33% "non risponde"... Serve altro?!

Il 50% di me stesso dichiara "fùr dai cojons", l'altro 50% "ciapa el camel, ciapa el piroscafo e viiiia, a cà"



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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 26/09/2017, 20:34 
Cita:
Roma, «Vietato baciarsi davanti alla moschea». Coppia picchiata all’Esquilino

http://roma.corriere.it/notizie/cronaca ... resh_ce-cp

Se questo è l'Islam "moderato" siamo messi bene.



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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 26/09/2017, 20:46 
Si siamo messi proprio bene... Se non sono "pazzi", radicalizzati, stupratori, ladri o questuanti rompicoglioni non li vogliamo.

La crême de la crême proprio, le risorse.
Però tranquilli ragazzi, ci pagheranno le pensioni.



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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 26/09/2017, 20:54 
Cita:
L’ipotesi più probabile, però, al momento, per i militari, è che non si tratti di un soggetto radicalizzato ma di una persona con disturbi mentali

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 46075.html

E te pareva!



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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 30/09/2017, 15:22 
avete letto ch ein cina le autorità stanno ritirando tutte le copie del corano, tappetini per preghiera, banditi veli isalmici ecc... soprattuto nelle minoranza uigura.


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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 15/11/2017, 22:34 
Cita:



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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 20/12/2017, 14:53 
Cita:
Imam di Pordenone: a scuola evitare il Presepe, meglio l’albero

Per quanto riguarda la croce o un simbolo di chiara identità religiosa come il presepe, meglio evitarli nelle scuole

http://www.imolaoggi.it/2017/12/17/imam ... o-lalbero/

Ora ci dicono anche cosa possiamo o non possiamo fare! Siamo alla frutta, siamo noi nel nostro paese a doverci adattare a loro e non il contrario.



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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 20/12/2017, 14:56 
Ma...se c'è un Dio questo non è unico per tutti?. [:291] [:D]


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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 20/12/2017, 16:08 
bleffort ha scritto:
Ma...se c'è un Dio questo non è unico per tutti?. [:291] [:D]


Potrebbe essere cosi semplice:
Tante religioni= tante festività, gioia, partecipazione, convivialità...e invece [V]

Siamo o non siamo delle teste di ciolla? [:294]
Cos'è che ci impedisce di restare fratelli, indipendentemente dalla religione professata? [:291] [V]



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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 20/12/2017, 16:13 
Cita:

Benvenuti nel "buco infernale" che è Bruxelles


Solo il mese scorso, a Bruxelles, si sono registrati tre significativi episodi di tumulti e saccheggi.

Se si penetra nella densa nube di indignazione professionale per analizzare la realtà della "capitale d'Europa", quello che si vede in effetti è sotto molti aspetti un buco infernale, in cui il socialismo, l'islamismo, i tumulti e i saccheggi sono la nuova normalità.

Quando Donald Trump, da candidato repubblicano alla Casa Bianca, aveva osservato nel gennaio 2016 che, grazie all'immigrazione di massa, Bruxelles si stava trasformando in un buco infernale, i politici belgi ed europei fecero fronte comune e salirono sulle barricate (mediatiche), chiedendosi perplessi: Come osa dire una cosa del genere?! Bruxelles, la capitale dell'Unione Europea, la quintessenza del mondo postmoderno, l'avanguardia della futura "civiltà globale", un buco infernale?! Ovviamente assimilare i nuovi arrivati non è sempre facile e di tanto in tanto possono verificarsi degli attriti. Ma non importa, hanno detto: Trump è un buffone e ha zero possibilità di essere eletto. Era questo che pensavano quegli avidi lettori dell'edizione internazionale del New York Times e gli spettatori di CNN International.

Ma Donald Trump, nel suo inconfondibile stile spavaldo, aveva semplicemente ragione: Bruxelles sta rapidamente precipitando nel caos e nell'anarchia. Esattamente due mesi dopo questo "trumpismo" Bruxelles è stata sventrata da un orribile attacco terroristico in cui sono rimaste uccise 32 persone. E questa era solo la punta del mostruoso iceberg generato da oltre tre decenni di immigrazione di massa e di follia socialista.

Solo il mese scorso, a Bruxelles, si sono registrati tre significativi episodi di tumulti e saccheggi.

In seguito alla qualificazione della nazionale di calcio del Marocco alla Coppa del Mondo, 300-500 "giovani" di origine straniera si sono riversati nelle strade di Bruxelles per "festeggiare" l'evento a modo loro, saccheggiando decine di negozi nel centro storico della città, creando scompiglio nelle strade deserte della "capitale della civiltà" e ferendo 22 poliziotti durante i disordini.

Immagine

Il 12 novembre, la polizia antisommossa, intervenuta con un cannone ad acqua, tenta di respingere i rivoltosi nel centro di Bruxelles, in Belgio. Centinaia di "giovani" di origine straniera "hanno festeggiato" la qualificazione della nazionale di calcio del Marocco alla Coppa del Mondo, creando disordini e ferendo 22 poliziotti. (Fonte dell'immagine: Ruptly video screenshot)

Tre giorni dopo, un celebre rapper francese di origine straniera, "Vargasss 92", decide di organizzare senza alcuna autorizzazione un altro "festeggiamento" nel centro di Bruxelles che si è rapidamente trasformato in un altro tumulto. Ancora una volta, sono stati distrutti numerosi negozi e i passanti sono stati aggrediti per il semplice fatto di trovarsi nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Brevi video realizzati con gli smartphone vengono postati sui social network, mostrando al mondo (e ai belgi) il vero volto di Bruxelles senza il restyling dei politici. Non c'è da stupirsi che l'élite politica europea detesti i social media dal profondo del proprio cuore, preferendo l'asettica stampa tradizionale (in Francia e nel Belgio francofono, fortemente finanziata).

Infine, il 25 novembre, le autorità comunali socialiste di Bruxelles hanno la brillante idea di autorizzare una manifestazione contro la schiavitù in Libia che è sfociata rapidamente in altri disordini con negozi distrutti, auto date alle fiamme e 71 persone arrestate.

Questa situazione di anarchia, senza la minima giustificazione politica, è la nuova normalità a Bruxelles. I politici potrebbero non gradire questo dato di fatto che è frutto del loro deplorevole fallimento, ma che è comunque importante e inevitabile. La nuova Bruxelles è caratterizzata da rivolte e saccheggi da parte di persone di origine straniera, nonché dalla presenza dell'esercito belga che pattuglia le strade dal 22 marzo 2016, giorno in cui gli islamisti europei uccisero 32 persone, ferendone altre 340, nel peggior attacco terroristico della storia del Belgio.

Ci si potrebbe chiedere perché questi bei soldati armati di tutto punto non facciano nulla per fermare i rivoltosi. Per la semplice ragione che non rientra nelle loro competenze farlo: se un militare dovesse ferire un saccheggiatore, probabilmente sarebbe sottoposto alla gogna mediatica, messo sotto processo e cacciato dall'esercito.

Tutto questo sarebbe buffo, se la situazione non fosse così drammatica. Dopo i primi due tumulti, la tv pubblica belga (RTBF) ha organizzato un dibattito con politici ed esperti di Bruxelles. Tra i partecipanti c'era il senatore Alain Destexhe del Movimento riformatore di centro-destra (il partito dell'attuale premier belga).

Destexhe è una figura interessante della politica belga. Nel Belgio francofono, il senatore è stato tra i pochi a dire pubblicamente che l'immigrazione di massa è insostenibile, che l'Islam non può essere una religione così pacifica e che le classi scolastiche in cui il 90 per cento degli alunni è di origine straniera e non parla francese o olandese a casa non sono la chiave del successo. Questo potrebbe essere scontato nella maggior parte del mondo occidentale, ma nella parte francofona del Belgio, fortemente influenzata dalla visione del mondo francese, Destexhe è considerato di destra, se non un estremista, un razzista, e accusato di altre sottigliezze simili che la sinistra proferisce spesso.

Quando, nel corso del dibattito, Destexhe ha cercato di ribadire il concetto – che esiste una connessione tra la mancata integrazione di molte persone di origine straniera che vivono a Bruxelles e la decennale immigrazione massiccia – il moderatore gli ha letteralmente urlato: "L'immigrazione non è l'oggetto del dibattito, Monsieur Destexhe! L'IMMIGRAZIONE NON È L'OGGETTO DEL DIBATTITO, STOP!, prima di dare la parola a una "poetessa di strada", una giovane donna che ha spiegato che il problema deriva dal fatto che le donne che indossano il velo (come lei) non si sentono a loro agio a Bruxelles. E il pubblico pilotato ha applaudito. Era anche presente al dibattito un esponente politico dei Verdi che ha affermato che "nessuno conosce l'origine dei rivoltosi". Unico indizio: " festeggiavano" in modo idiosincratico la vittoria del Marocco. Un grande momento di surrealismo belga? No, solo un tipico "dibattito" politico nel Belgio francofono, al quale in genere Destexhe non viene invitato.

Il quadro non sarebbe completo senza menzionare che la sera in cui sono scoppiati i primi tumulti, l'11 novembre, l'associazione MRAX (Mouvement contre le racisme, l'antisémitisme et la xénophobie) ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un comunicato che invitava la popolazione a segnalare qualsiasi episodio di "provocazione" o di "violenza esercitata dalla polizia". I risultati dei disordini? Ventidue poliziotti feriti e nessun arresto. MRAX non è soltanto un'associazione di simpatizzanti islamisti di sinistra, è anche ampiamente finanziata dai contribuenti. Esistono associazioni omologhe di destra che sono finanziate dai contribuenti? Assolutamente no. A Bruxelles, il tasso di disoccupazione è del 16,9 per cento, il 90 per cento delle persone che beneficiano degli aiuti sociali è di origine straniera e sebbene le imposte belghe siano tra le più alte del mondo, le casse pubbliche sono in deficit permanente. Una triste immagine di un altro fallimento socialista.

Ma c'è ancora speranza. Bruxelles non è soltanto Molenbeek e i disordini, ha una solida tradizione imprenditoriale e il governo federale del Belgio, in particolar modo la sua componente fiamminga, è ben consapevole delle sfide che deve affrontare. Ma non cambierà nulla se la gente non riconosce che per molti aspetti Bruxelles si è trasformata – dall'opulenta città "borghese" che era 25 anni fa – in un "buco infernale".

Paradossalmente, ciò di cui Bruxelles avrebbe bisogno è qualcuno della tempra di Donald Trump.

Drieu Godefridi è un autore belga, assertore di un liberalismo di stampo classico e fondatore dell'Institut Hayek di Bruxelles. Ha conseguito un dottorato in filosofia alla Sorbonne di Parigi ed è finanziatore di imprese europee.



https://it.gatestoneinstitute.org/11576 ... -infernale


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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 20/12/2017, 16:18 
shighella ha scritto:
bleffort ha scritto:
Ma...se c'è un Dio questo non è unico per tutti?. [:291] [:D]


Potrebbe essere cosi semplice:
Tante religioni= tante festività, gioia, partecipazione, convivialità...e invece [V]

Siamo o non siamo delle teste di ciolla? [:294]
Cos'è che ci impedisce di restare fratelli, indipendentemente dalla religione professata? [:291] [V]

E aggiungo: anche tanti interessi economici chi c'è l'ha e gli altri milioni di teste di .......?. [:296]

""""Siamo o non siamo delle teste di ciolla? [:294]""""

Le teste sono tantiiii milioni di milioniiii........... [:D]


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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 20/12/2017, 16:28 
Io sono fratello di chi rispetta le mie tradizioni e la mia cultura e faccio lo stesso con le sue se vado nel suo paese. Noi non andiamo nei loro paesi a mettere in discussione le loro usanze, le loro festività etc. chi sono loro per mettere in discussione le nostre? Se lo fanno è perché gli consentiamo di farlo. Essere tolleranti e accoglienti, rispettosi delle altre culture è sacrosanto ma non deve significare sottostare alla loro religione per il rischio di offenderli altrimenti ciò che offendiamo in primis è la nostra identità. In diversi paesi islamici le donne europee non possono girare per strada senza il velo, se un turista porta un crocifisso al collo deve toglierlo e in alcuni di questi paesi gli occidentali giudicati a priori infedeli non possono entrare nelle moschee per visitarle e in alcuni casi devono girare ad una certa distanza poiché è considerata zona sacra anche l'esterno. Qualcuno va a dirgli per caso che ciò è irrispettoso della nostra cultura e della nostra religione? Nessuno, lo rispettiamo perché è casa loro. Non vedo per quale motivo dobbiamo essere noi ad adattarci a loro e non loro a noi quando vivono nel nostro paese.



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