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Meryddin ha scritto:
Nella cultura musulmana come in tutto il mondo esistono tendenze contrapposte. Purtroppo ci sono paesi islamici dominati dalle peggiori tendenze integraliste, alcuni dei quali considerati amici da noi. Il problema non è integrarsi o meno. Da un punto di vista puramente strategico l'occidente e l'Islam devono venire a patti in qualche maniera. E' impensabile una guerra reciproca su scala mondiale. Sarebbe una devastazione impressionante. E non è detto che vinceremmo. L'unico modo saggio è alimentare, finanziare, appoggiare le tendenze riformatrici e moderniste dentro l'Islam. Ma questo vorrebbe dire smettere di riversare miliardi nelle casse dei Sauditi ad esempio. Che sono tra i peggiori integralisti. Stessa corrente dei Talebani per capirci, Wahabiti quindi. C'è un Islam con il quale si può convivere. Se leggete Hans Kung, che ha scritto un bellissimo testo dal titolo "Islam" Passato, presente e futuro. vedrete che quello che è stato soffocato dagli integralismi è stato il rinascimento. Loro non hanno avuto il Rinascimento. Ma quelle tendenze riformatrici, scientifiche (è per questa vittoria degli integralisti che la cultura Islamica, che nel medioevo stava anni luce avanti alla nostra da un punto di vista matematico e scientifico sia sprofondata nell'ignoranza), esistono ancora. Ma noi ci interessiamo di quei popoli solo per le loro risorse economiche. E per il nostro tornaconto interferiamo con loro appoggiando estremisti, o nel migliore dei casi potenti corrotti alla Ben Alì o alla Mubarak che facciano i nostri interessi dietro lauti compensi. Senza curarsi della loro gente. Se vogliamo uscire da questo casino dobbiamo applicare un'etica intelligente che ci favorisca anche strategicamente. Appoggiando le correnti riformiste e dialogando con loro. Facendo si che parlino anche con i loro connazionali nei nostri paesi. Allora nascerà una vera comprensione tra il meglio dell'Islam e l'Occidente. Questo è, a mio modesto parere, l'unico modo per rendere il mondo più sicuro e giusto.
hai perfettamente ragione.
Quando 30 anni fà si presentò nel mio paese il primo marocchino emigrato, la sana e civile curiosità di entrambi ha portato il classico esempio di integrazione. Noi ascoltavamo lui e lui ascoltava noi e il bello era che ci capivamo perfettamente. Non si parlava di politica, di guerre religiose o di tutto cio che sporca il mondo attuale, ma ci si scambiava informazioni sulla cultura e sugli usi nostri e loro.
Alì è rimasto nei nostri cuori come esempio di come degli esseri umani così diversi possano essere amici, senza condizioni e senza preconcetti.