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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 20/04/2017, 14:45 
sottovento ha scritto:
Se anni fa qualcuno avesse solo lontanamente immaginato che la Libia potesse entrare nella Nato lo avrebbero fucilato eppure fra Gaddafi e Erdoan ci sono molte analogie.

1. Gaddafi incarcerava gli oppositori = Erdoan incarcera gli oppositori

2. Gaddafi era alle spalle di numerosi gruppi terroristici = Erdoan si dice che abbia fatto accordi con l'Isis e comprato il loro petrolio

3. Gaddafi fece arrestare una troupe della Bbc = Erdoan fa fermare e trattenere il giornalista italiano

4. Gaddafi ci ricattava coi migranti = Erdoan fa lo stesso

5. Gaddafi negò la crocifissione di Cristo asserendo che l'Islam doveva essere l'unica religione = Erdoan col pretesto di colpire i curdi ha spesso attaccato villaggi di cristiani in Siria ed Iraq

6. Gaddafi era un personaggio ambiguo = Erdoan è altrettanto ambiguo

7. Gaddafi tesseva accordi con Usa e paesi europei = Erdoan fa esattamente lo stesso

8. Davamo un sacco di soldi a Gaddafi = diamo un sacco di soldi a Erdoan



Comincio ad "apprezzare" , "rivalutare" i CROCIATI. [:306] [:306] [:306]



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Comunque lo spessore delle persone alla fine viene fuori.
La carta NON È tutta uguale.
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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 23/04/2017, 12:40 
“Abbiamo le prove dei contatti tra scafisti e alcuni soccorritori”

Nel mare agitato dei disperati che attraversano il Canale di Sicilia, non tutte le ong che recuperano migranti sono uguali: «Ci sono quelle buone e quelle cattive», dice il procuratore della Repubblica di Catania, Carmelo Zuccaro. La sua è la procura più esposta nell’affaire migranti, per necessità prima ancora che per scelta. Altre, come Palermo, Cagliari e ora pure Reggio Calabria, stanno indagando su naufragi, salvataggi, sbarchi e ruolo delle Ong. Ma Catania lo fa da più tempo, dal tragico affondamento di un barcone davanti Lampedusa il 3 ottobre 2013 con 368 morti. Inoltre ha competenza su quella parte di Sicilia, la zona orientale, dove affacciano i porti di Pozzallo, Augusta, Catania e Messina che da soli assorbono il maggior numero di arrivi di migranti; qui dove questa enorme massa di persone «sta creando problemi di ordine pubblico e crisi di carattere criminale - spiega Zuccaro - che potrebbero influire sul tessuto sociale delle popolazioni. Catania a proposito dei reati di tratta, e di tratta minorile in particolare, ha più procedimenti di Roma, anzi ha il dato più alto in Italia; e poi ci sono i problemi del caporalato, quelli della gestione del denaro per l’accoglienza e l’ospitalità, che lasciano intravvedere fatti gravi».

http://www.lastampa.it/2017/04/23/itali ... agina.html



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“Ti sbagli, l’uomo nuovo vive tra di noi già adesso! Egli è qui! Non è abbastanza per te? Ti dirò un segreto: io ho visto l’uomo nuovo.
È intrepido e crudele. Io ho paura di lui.”
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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 23/04/2017, 12:55 
Cita:
Wahabismo - la realtà sulla dinastia saudita e le sue origini ebraiche


Origini

Nel 1914 inizia la prima guerra mondiale. Avrà un impatto decisivo sul successo del sionismo e del wahhabismo. Gli ottomani entrarono in guerra a fianco della Germania e dell’Austria-Ungheria contro Francia, Regno Unito, Italia e Russia zarista. Ognuna di queste quattro potenze aveva ambizioni territoriali verso l’Impero ottomano che volevano smantellare e spartirsi. Nel 1915, il leader sionista inglese Chaim Weizmann s’impegnò a convincere l’amministrazione britannica dei vantaggi nel sostenere la causa sionista. Nel 1916, l’accordo segreto Sykes-Picot divideva tra la Francia e il Regno Unito l’impero ottomano, in caso di vittoria, assegnando ai britannici le aree che bramavano. Nel 1917, Lord Balfour, rappresentante del governo britannico, inviò a Lord Lionel Walter Rothschild una lettera, la “Dichiarazione Balfour”, in cui affermava che il Regno Unito era favorevole alla creazione di un “focolare nazionale ebraico” in Palestina.

I sauditi accettarono la creazione d’Israele

In occasione della Conferenza di pace di Parigi del 1919, venne firmato l’accordo Feisal-Weizmann il 3 gennaio 1919, tra l’emiro Feisal ibn Hussein (sceicco della Mecca e re dell’Hijaz) e Chaim Weizmann (in seguito, nel 1949, primo presidente d’Israele). Grazie a questo accordo, Feisal ibn Hussein accettava, a nome degli arabi, i termini della Dichiarazione di Balfour. Questa affermazione è considerata de facto uno dei primi passi per la creazione dello Stato d’Israele. Nel marzo 1919, l’emiro Feisal inviò la seguente lettera a Felix Frankfurter, giudice statunitense e sionista sfegatato, insediato presso la Corte Suprema degli Stati Uniti. “… Il movimento ebraico è nazionale e non imperialista e il nostro movimento (wahhabismo) è nazionale e non imperialista. In Palestina c’è spazio sufficiente per entrambi i popoli. Penso che entrambi i popoli abbiano bisogno del sostegno dell’altro per avere successo. (…) Guardo con fiducia a un futuro in cui ci aiuteremo a vicenda, in modo che ogni Paese verso cui abbiamo un vivo interesse possa, ancora una volta, ritrovare il proprio posto nella comunità delle nazioni civili del mondo.” – Vedasi Renee Neher-Bernheim, La Dichiarazione di Balfour, Julliard 1969.

In seguito, dopo gli accordi di Camp David, l’Arabia Saudita fu uno dei primi Paesi arabi a importare prodotti israeliani. Secondo al-Alam, l’Arabia Saudita ha importato da Israele le attrezzature necessarie per l’estrazione di petrolio, così come pezzi di ricambio per macchine agricole, frutta e verdura; è stato uno dei primi Paesi arabi ad avere forgiato legami economici e commerciali con il regime sionista. E come ben sanno i lavoratori della società “Aramco”, che è il principale operatore petrolifero saudita, in gran parte l’azienda utilizza il cosiddetto “Made in Israel”.

L’intelligence irachena svela le origini ebraiche dei wahhabiti sauditi


Il dipartimento della Difesa degli Stati Uniti ha pubblicato, di recente, le traduzioni di alcuni documenti dei servizi segreti iracheni risalenti al regime di Saddam. La relazione si basa sulle memorie di Hempher, che descrivono in dettaglio come questa spia britannica in Medio Oriente, alla metà del XVIII.mo secolo, fosse in contatto con Abdul Wahhab, per creare una versione sovversiva dell’Islam, il wahhabismo, divenendo il culto fondativo del regime saudita. Queste “Memorie di Hempher” sono state pubblicate a episodi sul giornale tedesco Der Spiegel.
Tra i vizi che gli inglesi volevano promuovere tra i musulmani attraverso la setta wahhabita, vi erano il razzismo e il nazionalismo, l’alcool, il gioco d’azzardo, la lussuria (difetti che si possono trovare negli emiri attuali). Ma la strategia più importante si basava sulla “diffusione delle eresie tra i credenti per poi criticare l’Islam come una religione di terroristi“. A tal fine, Hempher trovò in Muhammad Ibn Abdul Wahhab un individuo particolarmente recettivo. Il movimento wahhabita fu temporaneamente sconfitto dall’esercito ottomano a metà del XIX.mo secolo. Ma con l’aiuto degli inglesi, i wahhabiti sauditi tornarono al potere nel 1932. Da allora, i sauditi hanno collaborato strettamente con gli statunitensi, a cui devono la loro considerevole ricchezza petrolifera, che usano per finanziare diverse organizzazioni islamiche fondamentaliste statunitensi e arabe. Allo stesso tempo, i sauditi usarono la loro grande ricchezza per diffondere questa visione deviante e dirompente dell’Islam, in diverse parti del mondo. Questa campagna propagandistica è considerata dagli esperti la più grande campagna di propaganda della storia.
Queste sette wahhabite che vanno dai salafiti tunisini ai taliban afgani, spargono terrore ed orrore nel mondo islamico, sporcano l’Islam con il loro comportamento e le nefaste fatwa che pubblicano. Inoltre, un famoso scrittore, l’ammiraglio della flotta ottomana, che ha operato nella penisola arabica, Ayoub Sabri Pasha ha scritto la sua versione della storia, come l’ha vissuta nel 1888. Tra i suoi libri, “L’inizio e la diffusione del wahhabismo“, parla dell’associazione tra Abdul Wahhab e la spia inglese Hempher per complottare contro il governo turco-ottomano, al fine di smembrarlo a beneficio degli inglesi e della setta wahhabita. Il fatto che la spia britannica Hempher sia stata responsabile della concretizzazione dei principi estremistici del wahhabismo viene menzionato anche in “Mir’at al-Haramain“, un libro dello stesso Ayoub Sabri Pasha, del 1933-1938.
Abdul Wahhab era lo strumento con cui gli inglesi poterono insinuare una vile idea tra i musulmani dalla penisola arabica: è lecito uccidere altri musulmani con il pretesto dell’apostasia, bastò pubblicare una fatwa in tal senso. Sulla base di ciò, Wahhab sostenne l’idea che i loro fratelli musulmani turchi, offrendo preghiere ai santi, avessero tradito la loro fede e che era lecito ucciderli, e renderne schiavi le mogli e i figli. I wahhabiti distrussero anche tutte le tombe e i cimiteri sacri, tra La Mecca e Medina. Rubarono il tesoro del Profeta, che comprendeva libri sacri, opere d’arte e innumerevoli ex voto inviati alle città sante in mille anni. Il cuoio che rilegava i sacri libri islamici che avevano distrutto, venne utilizzato per farne sandali da parte dei criminali wahhabiti. Oltre a rivelare il contenuto delle memorie di Hempher, la relazione dell’intelligence irachena riporta rivelazioni inedite sulle origini ebraiche di Abdel Wahhab e della famiglia Saud.

Le origini ebraiche di Abdel Wahhab

Un altro scrittore, D. Mustafa Turan scrisse in “Gli ebrei donmeh“, che Muhammad ibn Abdul Wahhab era un discendente di una famiglia di ebrei donmeh turchi. I donmeh erano discendenti dei seguaci del famigerato falso messia dell’ebraismo Shabbatai Zevi, che scioccò il mondo ebraico nel 1666 con la sua conversione all’Islam. Considerato un sacro mistero, i seguaci di Zevi imitarono la sua conversione all’Islam,anche se questi ebrei mantennero in segreto le loro dottrine cabalistiche. Turan sostiene che il padre di Abdul Wahhab, Sulayman, in realtà si chiamava Shulman e che apparteneva alla comunità ebraica di Bursa in Turchia. Da lì si trasferì a Damasco, dove fece finta di essere un musulmano, ma fu apparentemente espulso per aver praticato la magia cabalistica. Poi fuggì in Egitto, dove di nuovo affrontò un’altra condanna. Poi emigrò in Hijaz dove si sposò e nacque il figlio Abdul Wahhab. Secondo la relazione irachena, la stessa discendenza è confermata in un altro documento dal titolo “Gli ebrei donmeh e l’origine dei sauditi wahhabiti”, scritto da Salim Qabar Rifaat.

Le origini ebraiche della dinastia saudita


Il fatto che la famiglia saudita sia di origine ebraica è stato reso pubblico dal saudita Muhammad Saqir, che è stato poi eliminato dal regime saudita per aver osato pubblicare le sue rivelazioni. Inoltre, la relazione irachena fa riferimento ad una relazione simile alle rivelazioni di Muhammad Saqir, ma citando fonti diverse. Secondo “Il movimento wahabita: verità e origini”, di Abdul Wahhab Ibrahim al-Shammari, ibn Saud in realtà discende da Mordechai bin Ibrahim bin Mushi, un mercante ebreo di Bassora. Si unì ai membri della tribù araba degli Aniza e si recò con loro nel Najd affermando di essere un membro di questa tribù. Poi cambiò il suo nome in Ibrahim bin Mussa bin Marqan. Tuttavia, secondo Said Nasir, ambasciatore saudita a Cairo, nella sua “Storia della famiglia Saud”, Abdullah bin Ibrahim al-Mufaddal avrebbe dato a Muhammad al-Tamimi 35.000 junayh (sterline), nel 1943, per inventarsi gli alberi genealogici (1) della famiglia saudita e (2) di Abdul Wahhab, per poi fonderli in un unico albero risalente al profeta Maometto.
Nel 1960, la radiostazione “Sawt al-Arab” di Cairo, in Egitto e le trasmissioni della radiostazione di Sanaa, nello Yemen, confermarono l’origine ebraica della famiglia saudita. Infine, il 17 settembre 1969, il re Feisal al-Saud disse al Washington Post: “Noi, la famiglia saudita, siamo cugini dei giudei: non siamo assolutamente d’accordo con le autorità arabe o musulmane che mostrano antagonismo verso gli ebrei, dobbiamo vivere in pace con loro. Il nostro Paese (Arabia Saudita) è la prima sorgente da cui provenne il primo ebreo, i cui discendenti si sono sparsi nel mondo.”


http://www.corrierepl.it/2015/10/04/wah ... -ebraiche/

Questo non è "gombloddismo". Si chiama "storia".


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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 23/04/2017, 14:46 
Cita:


La guerra in casa



“Si stanno preparando a questo scontro di civiltà da vent’anni, noi abbiamo alzato le orecchie solo da due, loro sono molti più avanti nel loro programma di quanto non siamo pronti noi”.

“Loro”, ci spiega Alexandre Mendel, autore del libro più completo sugli islamisti, “La France Djihadiste” (éditions Ring), sono i ventimila salafiti che vorrebbero rovesciare la patria dei Lumi, l’Esagono della laicità. Men-del è il primo ad aver inchiestato Lunel, borgo del sud tra Montpellier e Nimes, che ha la più alta percentuale di volontari del-l’Isis. In questa intervista al Foglio, Men-del ci parla del nuovo libro che pubblicherà a ottobre, “La Partition”, sottotitolo: “Come la Francia ha capitolato di fronte all’islamismo”. Lo sfondo del nostro colloquio è naturalmente l’attacco agli Champs-Elysées. “Ci sono ventimila salatiti”, dice Mendel al Foglio.

“E’ un esercito più grande di quello della Svezia. E’ gente pronta a colpire le urne. Provi a immaginare: la gente si alza per votare, accende la tv e scopre che hanno attaccato i seggi. E’ da un anno che si parla di questo. Ci sono 50 mila seggi. E’ questa la paura dell’intelligence. E l’attacco di ieri ha forse già cambiato le elezioni, a favore della destra”. Un anno fa, l’esercito francese ha istituito un “comando per il fronte interno” dedicato a preparare il paese per disordini civili di massa e nel caso in cui gli islamisti avessero preso il controllo delle banlieue.

Secondo Leslie Shaw, esperto di terrorismo della Business School di Parigi, questo significa una cosa sola: “Che in un simile scenario, la ‘guerra’ di cui ha parlato Francois Hollande nel novembre del 2015 non sarà quella combattuta in un teatro straniero, ma la guerra in casa”. I bastioni jihadisti in Francia sono Seine-Saint-Denis, Vitry-sur-Seine (Val-de-Marne) e Villeneuve-la-Garenne (Hauts-de-Seine). Se nell’Ile-de-France si concentrano 25 moschee salafite, la Grand Lyon ne conta venti. Marsiglia ne ha una dozzina. Ce ne sono molte nel nord, tra Lille e Roubaix.


La campagna attira molti salafiti, dove si possono isolare. Nessun censimento serio è stato condotto. Ma si parla di una popolazione fra 15 e 30 mila persone, che predicano e preparano lo scontro di civiltà. Chi sono i jihadisti francesi? Un rapporto del Centro per la prevenzione contro il settarismo nell’islam, fondato dall’antropologa Dounia Bouzar, dice che non vengono da famiglie povere, ma al 67 per cento dalla classe media. Solo il cinque per cento ha commesso reati.

E 1’80 per cento viene da famiglie “atee”. Quanto è grande questa armata islamista francese? “Hanno 120 moschee, ne abbiamo chiuse venti, ma gli imam continuano nei garage, negli appartamenti”, dice al Foglio Mendel, uno dei massimi esperti di islamismo. “Siamo in guerra ma non facciamo prigionieri.Non un solo imam è in carcere. Hanno decine di scuole, come madrasse, dove educano i bimbi a odiare gli occidentali, la civiltà. Hanno case editrici e le `no zone gones’, dove la sharia è implementata, le donne sono invisibili, la gente non sposata è intimidita, c’è solo cibo halal e così via. Ce ne sono 25 in tutta la Francia, non vanno confuse con quelle dove la polizia non entra per paura. Non hanno bisogno di armi, a Nizza gli è bastato un camion. Anche se molti sono armati. Poi c’è una grande `zona grigia’, il 42 per cento dei giovani vogliono implementare la sharia.

Ci sono piccoli gruppi che fanno sport o vanno in montagna per prepararsi alla guerra. Stanno convertendo seimila francesi all’islam ogni anno, nonostante la brutta immagine della loro religione. E gran parte dei convertiti abbraccia l’islam radicale. Uno dei due terroristi che voleva colpire Fillon era un convertito.


Due moschee salafite nascono ogni settimana. E le salafite sono molto più popolari di quelle mainstream. L’80, 90 per cento dei giovani che va in moschea li trovi fra i salafiti. Ricevono soldi dai sauditi, dal Qatar, ma si autofinanziano, come a Trappes. In ogni supermercato c’è chi che chiede soldi per costruire una moschea”. Passate le elezioni, a quale scenario si preparano? “Costruiranno lo scontro di civiltà chiudendo le comunità. Vogliono la `partizione’ della Francia. In dieci, quindici anni ci saranno luoghi dove la sharia sarà la legge.

Siamo in ritardo. Dovevamo chiudere le moschee, incarcerare gli imam, entrare nei quartieri. Quello sarebbe stato un atto di guerra, ma loro pensano che noi siamo stupidi, deboli, che non abbiamo reagito ai massacri. Siamo deboli e loro lo sentono”.

Cosa provano per il loro paese? “Sentono che siamo un paese al collasso morale, le nozze gay, il divorzio, non abbiamo valori, abbiamo abbandonato i figli, non facciamo bambini come in Italia, non proteggiamo la cultura. Pensano che il declino del cristianesimo è legato all’ascesa dell’islam. Sentono che non abbiamo ideologia da difendere.

La Repubblica? Nessuno sa cosa sia. Vedono un paese che si agita, ma per loro stiamo andando indietro e loro avanti. Per loro abbiamo rinunciato a tutto. Si vedono come rivoluzionari che redimono la società. Si sentono pronti alla guerra”. E’ troppo tardi? “Immagini il prossimo presidente che chiude le moschee. Facile dirlo, difficilissimo farlo. E immagini l’impatto su sei milioni di musulmani: cosa penseranno di un presidente che chiude le moschee e mette in galera i loro fratelli e sorelle?

Per questo nell’intelligence lo dicono: non è possibile fermare ‘la partition’ della Francia. Manderemo carri armati nelle roccaforti della sha-ria? Non ne siamo capaci”.


http://www.analisidifesa.it/2017/04/la-guerra-in-casa/


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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 02/05/2017, 01:25 
Cita:

Geert Wilders e il suicidio dell'Europa

di Guy Millière
28 aprile 2017

Pezzo in lingua originale inglese: Geert Wilders and the Suicide of Europe
Traduzioni di Angelita La Spada


Nessuno dei discorsi di Wilders incita alla violenza contro chiunque: la violenza che lo circonda è diretta soltanto contro di lui.

L'unica persona a parlare di questi problemi è Geert Wilders. I leader politici olandesi e la maggior parte dei giornalisti a quanto pare preferiscono dire che Geert Wilders è il problema; che se lui non ci fosse, questi problemi non esisterebbero.

Quello che i fautori di questa visione del mondo che colpevolizza l'Occidente "dimenticano" è che l'Islam ha oppresso a lungo l'Occidente: gli eserciti musulmani conquistarono la Persia, l'Impero bizantino cristiano, il Nord Africa e il Medio Oriente, la Spagna, la Grecia, l'Ungheria, la Serbia e i Balcani, e di fatto tutta l'Europa orientale. Gli eserciti musulmani furono una minaccia costante fino a quando le truppe predatrici ottomane non vennero definitivamente allontanate alle porte di Vienna nel 1683.

Anche se il politico olandese Geert Wilders avesse vinto e se il Partito della Libertà (Pvv) da lui fondato undici anni fa fosse diventato il primo partito nel paese, Wilders non sarebbe stato in grado di diventare il capo del governo. I leader di tutti gli altri partiti politici hanno detto che avrebbero rifiutato qualsiasi alleanza con lui e fino a oggi mantengono questa posizione.

Per anni, i media mainstream olandesi hanno diffuso odio e calunnie contro Wilders per aver cercato di mettere in guardia il popolo olandese – e l'Europa – su ciò che il loro futuro sarà se non porranno fine alle loro attuali politiche in materia di immigrazione. In cambio, lo scorso dicembre, una corte di tre giudici lo ha dichiarato colpevole di "incitamento alla discriminazione". I quotidiani e i politici di tutta Europa lo descrivono continuamente come un uomo pericoloso e un sobillatore di destra. A volte lo chiamano "fascista".

Ma cosa ha mai fatto Geert Wilders per meritarsi questo? Nessuno dei suoi commenti ha mai incriminato una persona o un gruppo a causa della sua razza o etnia. Per accusarlo, il sistema giudiziario olandese ha dovuto interpretare abusivamente e in maniera esagerata le parole da lui usate durante un comizio in cui egli ha chiesto agli olandesi se volessero "un minor numero marocchini". Nessuno dei discorsi di Wilders incita alla violenza contro chiunque: la violenza che lo circonda è diretta soltanto contro di lui. Egli difende i diritti umani e i principi democratici ed è un risoluto nemico di ogni forma di antisemitismo.

Il suo unico "crimine" è quello di denunciare il pericolo rappresentato dall'islamizzazione dei Paesi Bassi e del resto d'Europa e di affermare che l'Islam rappresenta una letale minaccia alla libertà. Purtroppo, Wilders ha buone ragioni empiriche per dirlo. Inoltre, ahimè, l'Olanda è un paese dove criticare l'Islam è particolarmente pericoloso: nel 2004, Theo van Gogh ha fatto un film "islamicamente scorretto" ed è stato brutalmente assassinato da un islamista che ha dichiarato che lo avrebbe ucciso di nuovo se avesse potuto. Due anni prima, Pim Fortuyn, che sperava di candidarsi alle elezioni, aveva definito l'Islam "una religione ostile": fu ucciso da un attivista per i diritti degli animali, un islamofilo di sinistra. Geert Wilders è vivo solo perché è sotto scorta della polizia ventiquattr'ore al giorno, benevolmente fornita dal governo olandese.

Più in generale, l'Olanda è un paese in cui la comunità musulmana mostra pochi segni di integrazione. Oggi, nei Paesi Bassi ci sono una quarantina di no-go zones; i disordini scoppiano con facilità, come è accaduto negli ultimi tempi a Rotterdam, Amsterdam e Nijmegen. Di recente, persone provenienti da altri paesi hanno ripetutamente aggredito i cittadini olandesi. Alcuni sono talmente sicuri di rimanere impuniti che pubblicano online i video dei loro crimini. In tutto il paese, nelle periferie è in corso una pulizia etnica che gli europei sono troppo spaventati per chiamarla per nome e spesso i residenti non musulmani dicono di sentirsi infastiditi.

Le donne non musulmane sono incoraggiate dalle autorità locali a vestire "con modestia". Visto che nell'Islam i cani sono haram (impuri), i proprietari dei cani sono invitati a tenere i loro animali domestici in casa. Nel 2014, 2015 e 2016, gli islamisti hanno organizzato manifestazioni di protesta e gridato slogan di sostegno a Hamas e allo Stato islamico.

La vita quotidiana è diventata particolarmente difficile per i 40.000 ebrei che ancora vivono nel paese: i distretti da tempo abitati dai membri della comunità ebraica sono diventati quasi interamente musulmani. Le autorità raccomandano agli ebrei di evitare di mostrare qualsiasi "segno visibile" di appartenenza alla religione ebraica per non creare "tensioni". Il tasso di delinquenza tra i musulmani è elevato: la percentuale di musulmani finiti in prigione è notevolmente superiore alla percentuale di musulmani nella popolazione. Il 6 per cento della popolazione del paese è musulmano; circa il 20 per cento di tutti i detenuti è musulmano. Niente di tutto questo è un segreto.

L'unica persona a parlare di questi problemi è Geert Wilders. I leader politici olandesi e la maggior parte dei giornalisti a quanto pare preferiscono dire che Geert Wilders è il problema; che se lui non ci fosse, questi problemi non esisterebbero. Nella migliore delle ipotesi, pronunciano parole confuse volte a mostrare forza; nel peggiore dei casi, voltano le spalle.

Un'elevata percentuale della popolazione olandese è ansiosa: la costante demonizzazione di Geert Wilders cerca di indottrinare la gente ad accontentarsi di meno.

Un anno fa, il sindaco musulmano di Londra Sadiq Khan affermava che "gli attacchi terroristici fanno parte del vivere in una grande città". Non è così. Il sindaco musulmano di Rotterdam, Ahmed Abutaleb, ha usato parole più dure dicendo che i migranti devono "rispettare la legge o tornarsene a casa".

Alla fine di gennaio, il primo ministro in carica, Mark Rutte, ha pubblicato un annuncio a piena pagina su diversi quotidiani avvertendo gli immigrati di "comportarsi in modo normale o andarsene", senza usare la parola "Islam". L'11 marzo 2017, quattro giorni prima delle elezioni olandesi, Rutte ha deciso di inviare un "messaggio forte" vietando ai ministri turchi di parlare a Rotterdam. Gli elettori che avevano pensato di votare per Geert Wilders hanno invece espresso il loro consenso per il Partito popolare per la libertà e la democrazia (Vvd) di Rutte, che così si è assicurato una vittoria in extremis. Il partito di Wilders è arrivato secondo. Il Partito della Libertà (Pvv) ha ottenuto cinque seggi in più rispetto alle elezioni precedenti, ma ne avrà solo 20 su 150. Il Vvd di Rutte avrà 33 seggi. Il Partito laburista, il principale alleato di Rutte fino al 15 marzo, è crollato e ha subito una sconfitta storica con solo 9 seggi. La sinistra, però, non è in ritirata, GroenLinks, un partito in gran parte composto da ex comunisti e ambientalisti radicali ha guadagnato 14 seggi, dieci in più rispetto a prima. Il Partito socialista ha ottenuto 14 seggi, i Democratici 66, un partito "social-liberale", "progressista" e multiculturale ha conquistato 19 seggi, quasi quanto il Partito della libertà. Un partito musulmano, Denk (che in olandese vuol dire "Pensiero" e in turco "Uguaglianza"), ha ottenuto 3 seggi. Il Vnl, un partito conservatore fondato da due ex membri del Partito della libertà, ha subito una clamorosa sconfitta e non ha guadagnato alcun seggio.

Il prossimo governo olandese sarà una coalizione di quattro partiti, forse cinque, e probabilmente tenderà più a sinistra rispetto ai precedenti governi. Certamente ne faranno parte i Democratici 66 e forse anche Groenlinks.

Negli anni a venire, la situazione nel paese si deteriorerà. Il tasso di fertilità dell'Olanda (1,68 figli per donna) non è catastrofico come in Germania, Italia o Spagna, ma è di gran lunga al di sotto del tasso di sostituzione. Il tasso di natalità dei musulmani presenti nel paese è più alto di quello dei non musulmani. Decine di chiese chiudono ogni anno a causa della rapida diminuzione del numero di cristiani praticanti e le chiese sono sostituite da moschee. I predicatori radicali continuano ad arrivare e proselitizzare; le organizzazioni islamiste continuano a reclutare. In un report sull'islamizzazione dei Paesi Bassi pubblicato dieci anni fa, Manfred Gerstenfeld scriveva che "la resistenza alle forze radicali in seno alla comunità musulmana olandese è debole". Nulla è cambiato da allora.

Quello che sta accedendo in Olanda è simile a ciò che accade nella maggior parte dei paesi europei. Nel Regno Unito, in Belgio, Francia, Germania e Svezia, il numero delle no-go zones è in rapida crescita. I disordini scatenati dagli islamici si ripetono con sempre maggiore frequenza. Le bande etniche sono sempre più violente. La pulizia etnica sta trasformando i quartieri. Gli ebrei si trasferiscono in Israele o nel Nord America. La popolazione musulmana sta crescendo drasticamente. Le moschee radicali proliferano. Le organizzazioni islamiche sono ovunque.

I politici che osano parlare come Geert Wilders vengono trattati come quest'ultimo: disprezzati, emarginati e messi sotto processo.

La visione del mondo nell'Europa occidentale è ora "egemonica". Essa si fonda sull'idea che il mondo occidentale è colpevole, che tutte le culture sono uguali e che la cultura islamica è "più uguale" della cultura occidentale perché l'Islam è stato presumibilmente oppresso per così tanto tempo dall'Occidente. Ma quello che i fautori di questa visione del mondo che colpevolizza l'Occidente "dimenticano" è che l'Islam ha oppresso a lungo l'Occidente: gli eserciti musulmani conquistarono la Persia, l'Impero bizantino cristiano, il Nord Africa e il Medio Oriente, la Spagna, la Grecia, l'Ungheria, la Serbia e i Balcani, e di fatto tutta l'Europa orientale. Gli eserciti musulmani furono una minaccia costante fino a quando le truppe predatrici ottomane non vennero definitivamente allontanate alle porte di Vienna nel 1683.

La visione europea comprende anche l'idea che tutti i conflitti possono essere risolti in maniera pacifica, che l'appeasement è quasi sempre una soluzione e che l'Europa non ha nemici.

Questa visione si fonda inoltre sull'idea che una élite illuminata deve avere il potere, perché se Adolf Hitler arrivò al potere con mezzi democratici ottant'anni fa, lasciare che il popolo decida liberamente il proprio destino potrebbe portare al disastro.

Il sogno sembra essere quello di un futuro utopico in cui la povertà sarà debellata dai sistemi di welfare e la violenza sarà sconfitta dall'apertura mentale e dall'amore.

È questa visione del mondo che può aver indotto la cancelliera tedesca Angela Merkel ad aprire le porte a più di un milione di migranti musulmani, senza alcun criterio, nonostante un'ondata di crimini commessi dai migranti e un crescente numero di stupri e aggressioni sessuali. L'unico candidato che potrebbe essere in grado di battere Angela Merkel alle elezioni politiche tedesche che si terranno quest'anno è il socialista Martin Schulz, ex presidente del Parlamento europeo.

In Francia, Marine Le Pen, l'unica candidata che parla di Islam e immigrazione, sarà quasi certamente sconfitta da Emmanuel Macron, un ex ministro del governo di François Hollande – un uomo che non vede il male da nessuna parte.

È questa visione del mondo che sembra aver portato la premier britannica Theresa May a dire che l'attacco islamico del 22 marzo a Westminster "non è stato un atto di terrorismo islamico".

Questa visione del mondo idealistica e utopica spiega anche perché in Europa persone come Geert Wilders sono viste come l'incarnazione del male, ma l'Islam radicale è considerato un fastidio marginale che non ha alcuna attinenza con la "religione di pace". Intanto, Wilders è condannato a vivere protetto come se fosse in carcere, mentre quelli che vogliono ucciderlo – e che minacciano milioni di persone in Europa – se ne vanno in giro liberamente.

Questa visione adolescenziale è così radicata nelle menti di milioni di europei che per sradicarla sarà necessaria una rapida crescita.

Guy Millière, insegna all'Università di Parigi ed è autore di 27 libri sulla Francia e l'Europa.



https://it.gatestoneinstitute.org/10295 ... dio-europa


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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 02/05/2017, 12:36 
ma se tra gli arabi è pieno di gay, quando nessuno dei loro amici li vede bevono birra e mangiano wurstel, fanno incontri gay su internet o nei locali ecc..... anche li tutte balle. sono solo invasati perchè sono cresciuti tagliati fuori dalla società europea, presi in giro a scuola, snobbati dalle ragazze europee (se notate si sposano sempre con donne europee obese o bruttine) è raro che vadano con belle o carine donne europee, tagliati fuori dai lavori normali o che contano la maggior parte. quindi sono cresciuti frustrati e con voglia di rivalsa contro lo stato europeo dove sono cresciuti. tutto qua, il resto sono balle che sono fissati di religione.


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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 02/05/2017, 13:03 
xfabiox ha scritto:
ma se tra gli arabi è pieno di gay, quando nessuno dei loro amici li vede bevono birra e mangiano wurstel, fanno incontri gay su internet o nei locali ecc..... anche li tutte balle. sono solo invasati perchè sono cresciuti tagliati fuori dalla società europea, presi in giro a scuola, snobbati dalle ragazze europee (se notate si sposano sempre con donne europee obese o bruttine) è raro che vadano con belle o carine donne europee, tagliati fuori dai lavori normali o che contano la maggior parte. quindi sono cresciuti frustrati e con voglia di rivalsa contro lo stato europeo dove sono cresciuti. tutto qua, il resto sono balle che sono fissati di religione.

La storia, come faccenda, si ripete.
Anche da noi 55-60 anni fa succedeva la stessa cosa, le obese e le bruttine erano comunque "appetibili". [:306]



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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 02/05/2017, 15:16 
http://www.ilfoglio.it/politica/2017/02 ... do-122800/

Ci siamo !!!!!!!! Fase 2 del piano di assimilazione.



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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 02/05/2017, 18:06 
greenwarrior ha scritto:
http://www.ilfoglio.it/politica/2017/02/28/news/ecco-il-partito-islamico-italiano-di-hamza-roberto-piccardo-122800/

Ci siamo !!!!!!!! Fase 2 del piano di assimilazione.


Se in italia ci sono partiti che si rifanno al cristianesimo non vedo perchè gli adepti di un'altra setta non debbano identificarsi anche on un partito politico. [:306]



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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 02/05/2017, 19:09 
MaxpoweR ha scritto:
greenwarrior ha scritto:
http://www.ilfoglio.it/politica/2017/02/28/news/ecco-il-partito-islamico-italiano-di-hamza-roberto-piccardo-122800/

Ci siamo !!!!!!!! Fase 2 del piano di assimilazione.


Se in italia ci sono partiti che si rifanno al cristianesimo non vedo perchè gli adepti di un'altra setta non debbano identificarsi anche con un partito politico. [:306]


Io sono per la laicità in politica.
Ipocrita e pericoloso in entrambi i casi. In questo caso però non stiamo parlando di musulmani, ma di islamici, credo che la differenza sia sostanziale. La storia dei Crociati insegna.



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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 02/05/2017, 20:29 
greenwarrior ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:
greenwarrior ha scritto:
http://www.ilfoglio.it/politica/2017/02/28/news/ecco-il-partito-islamico-italiano-di-hamza-roberto-piccardo-122800/

Ci siamo !!!!!!!! Fase 2 del piano di assimilazione.


Se in italia ci sono partiti che si rifanno al cristianesimo non vedo perchè gli adepti di un'altra setta non debbano identificarsi anche con un partito politico. [:306]


Io sono per la laicità in politica.
Ipocrita e pericoloso in entrambi i casi. In questo caso però non stiamo parlando di musulmani, ma di islamici, credo che la differenza sia sostanziale. La storia dei Crociati insegna.


non può esserci laicità politica se non è prima lo stato ad essere laico. e l'italia sebbene lo sia sulla carta non l è nei fatti. quindi se ci sono partiti cristiani è giusti che ci siano anche partiti islamici :)

Poi siamo d'accordo che se tutti i credenti si limitassero ai loro sermoni ed alle loro prediche solo nelle loro congreghe settarie sarebbe molto meglio. Ma purtroppo non è così ed allora che sia dato a tutti la stessa facoltà di inserirsi nei gangli della politica.



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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 04/05/2017, 11:48 
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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 04/05/2017, 13:07 
xfabiox ha scritto:
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L'estate scorsa in montagna ho visto due caproni fare gli stessi versi.
Chissà cosa vorrà dire?? [:291] [:291] [:304] [:304]



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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 04/05/2017, 15:20 
ORSOGRIGIO ha scritto:
L'estate scorsa in montagna ho visto due caproni fare gli stessi versi.
Chissà cosa vorrà dire??

Quello della foto è il "Saluto arabo" è un rituale di saluti che si espleta generalmente fra persone che già si conoscono. Quelle gesta significano "Ti offro il mio cuore, la mia anima e la mia testa".



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 Oggetto del messaggio: Re: Non potrò mai integrarmi con i musulmani !
MessaggioInviato: 04/05/2017, 15:27 
sottovento ha scritto:
ORSOGRIGIO ha scritto:
L'estate scorsa in montagna ho visto due caproni fare gli stessi versi.
Chissà cosa vorrà dire??

Quello della foto è il "Saluto arabo" è un rituale di saluti che si espleta generalmente fra persone che già si conoscono. Quelle gesta significano "Ti offro il mio cuore, la mia anima e la mia testa".

Ecco perché mi chiamano ORSO.
Non saluto mai, figuriamoci a quel modo. [:302]



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