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Stellare
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MessaggioInviato: 16/06/2011, 19:02 
Pena di morte digitale: L'Agcom minaccia la libertà del web, ma la Rete non lo sa.
Fonte: http://www.lettera43.it

I critici non hanno dubbi. La bozza della delibera (la 668/2010) dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni (Agcom) è una mina da disinnescare al più presto, perché mette a repentaglio la sopravvivenza di migliaia di siti.
«È la più forte minaccia alla libertà di espressione in Rete che sia mai stata fatta in Italia», sostiene Fulvio Sarzana, avvocato e curatore del Libro bianco su diritti d'autore e diritti fondamentali nella Rete internet. Per Sarzana, infatti, la bozza della delibera potrebbe «decretare la pena di morte digitale di centinaia di migliaia di siti».
TESTO DEFINITIVO ENTRO FINE MESE. La versione provvisoria del regolamento è stata rilasciata a dicembre 2010, e al momento non vi sono indicazioni ufficiali sull'approvazione di un testo definitivo. Ma secondo le fonti di Lettera43.it, è lecito ipotizzare la presentazione del progetto compiuto entro fine giugno.
Un rapido passaggio in consiglio di amministrazione Agcom, la pubblicazione entro 60 giorni in Gazzetta ufficiale e il testo sarà in vigore. «Cioè verso Ferragosto», ironizza Marco Scialdone, uno degli avvocati che ha proposto l'appello all'Authority «affinché effettui una moratoria sulla nuova regolamentazione sul diritto d'autore», come recita il testo consultabile su Sitononraggiungibile.e-policy.it.


La procedura della rimozione dei contenuti

Il nome del sito non è stato scelto a caso. Perché i siti potrebbero essere resi non raggiungibili tramite un sistema di cancellazione e inibizione degli indirizzi anche solo «sospettati», accusano i detrattori, di violare il diritto d'autore. Una procedura che, in gergo, si chiama notice and take down.
Secondo la delibera Agcom, se il titolare dei diritti di un contenuto audiovisivo dovesse riscontrare una violazione di copyright su un qualunque sito (senza distinzione tra portali, banche dati, siti privati, blog, a scopo di lucro o meno) può chiederne la rimozione al gestore. Che, «se la richiesta apparisse fondata», avrebbe 48 ore di tempo dalla ricezione per adempiere.
CINQUE GIORNI PER IL CONTRADDITTORIO. Se ciò non dovesse avvenire, il richiedente potrebbe, secondo la delibera ancora in bozza, rivolgersi all'Authority che «effettuerebbe una breve verifica in contraddittorio con le parti da concludere entro cinque giorni», comunicandone l'avvio al gestore del sito o del servizio di hosting. E in caso di esito negativo, l'Agcom potrebbe disporre la rimozione dei contenuti.
Per i siti esteri, «in casi estremi e previo contraddittorio», è prevista «l’inibizione del nome del sito web», prosegue l'allegato B della delibera, «ovvero dell’indirizzo Ip, analogamente a quanto già avviene per i casi di offerta, attraverso la rete telematica, di giochi, lotterie, scommesse o concorsi in assenza di autorizzazione, o ancora per i casi di pedopornografia».

«Ma la competenza è dell'autorità giudiziaria»

Tutto chiaro? Niente affatto. I critici, infatti ritengono che l'Authority rischi di finire travolta dalle segnalazioni. La richiesta di moratoria promossa da Adiconsum, Agorà digitale, Altroconsumo, Assonet-Confesercenti, Assoprovider-Confcommercio e dallo studio legale Sarzana, è poi chiara su un'altra criticità: «L'intera procedura» si svolge «senza alcuna forma di consultazione o interazione con l'Autorità giudiziaria».
UNA DELIBERA ANTICOSTITUZIONALE. Violando così, attacca Sarzana, «i principi costituzionali di riparto dei poteri, perché l'Agcom interverrebbe in un settore riservato da un lato al parlamento», cioè introducendo «nuove forme di repressione delle violazioni del diritto d'autore», e dall'altro «all'ambito giudiziario».
Solo a quest'ultimo, argomenta l'avvocato, e non all'Authority, spetta decidere come un soggetto possa essere chiamato a rispondere di violazioni del copyright. Per questo i detrattori della delibera affermano che sia sufficiente il «sospetto» di una violazione: «Perché non si capisce chi giudica», afferma Scialdone, «e se il giudizio sia sommario e quantitativo oppure sia necessario che un determinato sito sia integralmente in violazione del diritto d'autore».
DAL DIRITTO D'AUTORE ALLA CENSURA. Incostituzionale, dunque, e tanto più grave quanto si ricorda, come fa Scialdone, che «l'Agcom è una autorità nominata dal parlamento, ed è dunque espressione di una autorità politica». Insomma, l'impressione è che il diritto d'autore «sia usato come grimaldello», dice Sarzana, per censurare contenuti scomodi.
Del resto, che si tratti di una vicenda eminentemente politica si deduce dal fatto che il suo originario relatore, il consigliere Nicola D'Angelo, è stato rimosso dal ruolo per aver manifestato delle perplessità. E sostituito da Sebastiano Sortino, ex presidente della Federazione italiana editori giornali (Fieg). Senza contare che la delibera è di fatto una costola del criticatissimo decreto Romani, che reca la firma dell'attuale ministro dello Sviluppo economico.
È forte, dunque, la sensazione che il provvedimento abbia un preciso mandante politico: il governo in carica. E che quest'ultimo, a sua volta, sia stato fortemente influenzato dalle richieste dell'industria dell'intrattenimento.

«Meno accesso per i cittadini a risorse estere»

Ma le critiche si concentrano sulle conseguenze di una simile normativa per i cittadini. «A parte l'equiparazione, molto sciocca, tra diritto d'autore e pedofilia», attacca Sarzana, «l'effetto è impedire ai cittadini italiani di avere accesso a determinate risorse estere». E «senza che lo sappiano», aggiunge.
L'avvocato ricorre a una metafora: «È come se entrassero in una biblioteca e scoprissero che mancano alcuni libri. Al loro posto, un cartello con scritto: 'Qualcuno si è lamentato che questo libro violava i diritti d'autore e non c'è più'».
OBIETTIVO: ARGINARE I DOWNLOAD. La conseguenza è chiara: «Si sta isolando il nostro Paese, e tutto questo per chiudere quattro o cinque siti». Le associazioni annunciano ricorso al Tar non appena il testo definitivo della delibera sarà approvato.
Su Avaaz.org le firme raccolte per chiedere all'Agcom di «rimettere la questione al parlamento, come prevede la nostra Costituzione», sono 64.500. Eppure la mobilitazione in Rete e da parte delle opposizioni è stata sommessa rispetto alle levate di scudi contro il comma «ammazza-blog» del disegno di legge Alfano, il decreto Pisanu (che limitava la diffusione del Wi-fi libero) e lo stesso decreto Romani.
Come mai? «L'obiettivo è evitare che la gente scarichi musica e film da Internet», risponde Sarzana, «e chi vuole raggiungerlo è molto forte. In termini di potere e di voti di determinate categorie, interessa non solo a chi è al governo».
IL PLACET DI FIMI. Intanto il cammino della delibera prosegue indisturbato, con il placet di Fimi, Confindustria cultura e del presidente Agcom, Corrado Calabrò. E perfino del presidente della Camera, Gianfranco Fini. Che, dopo aver definito internet «strumento di democrazia» e difeso la libertà di espressione sul web, introducendo la relazione dell'Authority alla Camera, si è limitato ad affermare che la riforma complessiva del diritto d'autore spetta al parlamento, anche se per il momento l'Agcom è autorizzata a proseguire il lavoro.

La replica: «Propaganda e disinformazione»

I commissari Agcom Stefano Martusciello e Stefano Mannoni, in un intervento su Milano Finanza, hanno replicato definendo i critici delle delibera degli «arruffapopolo che indulgono in tirate di propaganda e disinformazione» che hanno prodotto «una sbornia di demagogia e di pressappochismo». Aggiugendo, inoltre, di essere al contrario al lavoro per «impedire» che il web diventi un «laboratorio» per la censura.
PER I COMMISSARI AGCOM, ARGOMENTAZIONI DEBOLI. «Sarebbe davvero curioso», hanno proseguito, «che una conquista della modernità giuridica, alla base della fortuna e dell'economia e dell'inventiva europea fosse ipotecata a cuor leggero in nome di una chiamata alle armi dei moderni pirati dei Caraibi». E le critiche? «Gli argomenti farebbero arrossire uno studente al secondo anno di Giurisprudenza».
Quanto al merito delle critiche, Martusciello e Mannoni credono che «la riserva di legge sia pienamente rispettata da un quadro di fonti che conferisce all'autorità amministrativa ampio titolo per adottare provvedimenti inibitori efficace». Inoltre, secondo i commissari «la riserva di giurisdizione è rispettata dalla possibilità di chiunque di impugnare i provvedimenti davanti al giudice amministrativo».

http://www.lettera43.it/tecnologia/web/ ... gitale.htm



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MessaggioInviato: 16/06/2011, 20:08 
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Messaggio di Blissenobiarella

TESTO DEFINITIVO ENTRO FINE MESE. La versione provvisoria del regolamento è stata rilasciata a dicembre 2010, e al momento non vi sono indicazioni ufficiali sull'approvazione di un testo definitivo. Ma secondo le fonti di Lettera43.it, è lecito ipotizzare la presentazione del progetto compiuto entro fine giugno.

Un rapido passaggio in consiglio di amministrazione Agcom, la pubblicazione entro 60 giorni in Gazzetta ufficiale e il testo sarà in vigore. «Cioè verso Ferragosto», ironizza Marco Scialdone, uno degli avvocati che ha proposto l'appello all'Authority «affinché effettui una moratoria sulla nuova regolamentazione sul diritto d'autore», come recita il testo consultabile su Sitononraggiungibile.e-policy.it.



Maledetti.... [}:)]



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MessaggioInviato: 16/06/2011, 21:05 
Scusate, ma un Vaff...... grande come una casa a chi fa il saccente dicendo "neanche al secondo anno": ma neanche al primo saranno arrivati questi. Un diritto patrimoniale che viene leso senza autorità giudiziaria di mezzo e che può essere difeso solo per via amministrativa? Questi devono aver studiato nella Mosca di Breznev, altro che "neanche al secondo anno". Stupidi ignoranti servi di chi vuole imporci l'Unica Verità ammessa...


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MessaggioInviato: 16/06/2011, 22:00 
LOL dovrebbero chiudere l' intera Internet.

NON può funzionare, semplicemente è tecnicamente impossibile.

Si arrenderanno...


In caso contrario, ci penseranno Anonymous, LulzSec e tutti gli altri innumerevoli gruppi di hacker del mondo a metterli in ridicolo.

Come hanno già fatto con la Francia della "regola delle 3 disconnessioni" per il copyright: il sistema Hadopi è stato "trasformato" nella pagina di Pirate Bay...

Non ci riusciranno neanche se si ostinassero fino all' ultimo, prima o poi sarebbero costretti ad abbassare la testa per salvare quel che gli rimane della faccia...


Va da sè che non per questo dobbiamo fregarcene, bisogna fare gran casino... [}:)]

Aztlan



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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MessaggioInviato: 17/06/2011, 10:01 
Aztlan, certo che non potranno chiudere tutta internet, ma basta chiudere qualcuno per creare paura. Quello che vogliono non è la censura, ma l'autocensura. O, se preferite, colpirne uno per educarne cento.


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MessaggioInviato: 17/06/2011, 10:21 
non ce la faranno mai. Non ce la fanno in Siria dove ti uccidono pure.. Figurarsi qua!


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MessaggioInviato: 17/06/2011, 10:33 
Perchè, Guzzanti (tutta la banda) si vede in tv? L'unica satira che c'è è quella di Crozza e quel poco che si vede dalla Dandini. Punto. Quello che cercano è l'omologazione, l'appiattimento dell'informazione, e per fare questo non hanno bisogno della violenza, non sono mica così sempliciotti da venirti a prendere a casa di notte o a picchiarti in strada come facevano 80 anni fa, si sono evoluti, ma la sostanza è sempre quella: mangi quello che ti dico io, ti vesti come dico io, leggi, guardi, pensi, dici, fai quello che voglio io, e il bello è che, con tutte le balle su moda, individualismo, libertà di mercato, supremazia del mercato, benessere e compagnia ti fanno pire credere che sei TU a volerti vestire, mangiare, pensare, dire, fare così. Da un certo punto di vista è strabiliante e da ammirare. Ma secondo me, tra 50 anni, faremo come quando adesso vediamo i documentari sull'Italia del ventennio: ma come abbiamo fatto a crederci?


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MessaggioInviato: 28/06/2011, 11:23 
6 luglio, muore il Web italiano

di Alessandro Longo
Fonte: espresso.repubblica.it

Dalla settimana prossima l'Autorità delle comunicazioni avrà il diritto arbitrario di oscurare siti senza un processo. Una norma che non esiste in nessun Paese libero. Fortemente voluta da Berlusconi e da Mediaset

Il 6 luglio arriverà una delibera Agcom, sulla tutela del copyright online, e sarà una forma di censura del web, in nome degli interessi di Mediaset e delle lobby dell'audiovisivo, con il beneplacito del centro destra. E' questo l'allarme lanciato da un gruppo di associazioni (Adiconsum, Agorà Digitale, Altroconsumo, Assonet-Confesercenti, Assoprovider-Confcommercio, Studio Legale Sarzana). Avevano già fatto una campagna contro i rischi di quella delibera, ma speravano ancora di cambiare le cose. Speranze fallite venerdì, dopo aver incontrato Corrado Calabrò, presidente Agcom (Autorità garante delle comunicazioni). «Abbiamo appreso che non c'è spazio per la mediazione e che Agcom intende approvare la delibera-censura in fretta e furia», dice Luca Nicotra, segretario di Agorà Digitale, associazione di area Radicale. Nel testo definitivo dovrebbe insomma restare il principio di fondo, già presente nell'attuale bozza della delibera: Agcom avrà il potere di oscurare siti web accusati di facilitare la pirateria. Senza passare da un regolare processo, ma solo a fronte di una segnalazione da parte dei detentori di copyright.

Ma perché gridare alla censura? Come motivate quest'allarme?
«La questione alla base è che il diritto d'autore sul web ha tantissimi ambiti ed è possibile che l'industria del copyright metta in piedi interi uffici dedicati a segnalare presunte violazioni all'Autorità, come avvenuto in altri Paesi. L'Autorità non avrà i mezzi per gestire le decine di migliaia di segnalazioni che arriveranno. Sarà il Far west, ci saranno decisioni sommarie, ai danni di siti anche innocenti. Siamo il primo Paese al mondo a dare ad Agcom questo potere. Calabrò stesso ci ha detto che sa di muoversi in un territorio di frontiera... ».

Però ci si potrà difendere opponendosi all'oscuramento del sito.
«Secondo la delibera, potrà farlo il gestore del sito web, ma non l'utente che carica il contenuto in questione. Sarà un salto nel buio. Il nostro colloquio con Calabrò ci ha confermato che l'Autorità non è preparata a questo».

Perché non lo è?
«Per esempio: abbiamo detto a Calabrò che i provider Internet avranno grosse spese per rimuovere i contenuti dal web e lui ci ha risposto che non lo sapeva, che non gliel'avevano detto. Non ci ha mai risposto con numeri e criteri oggettivi alle nostre critiche».

Ma la censura avrà anche un colore politico?
«Sì e questo rende la cosa ancora più grave. Siamo in un Paese in cui la denuncia per diffamazione è facile ed efficace, per mettere a tacere media. In un sistema politicizzato come il nostro, questo nuovo potere che Agcom potrebbe aggravare il fenomeno. Dalla denuncia per diffamazione all'oscuramento d'Autorità di un sito il passo è breve».

Perché vi è sembrato che Calabrò avesse molta fretta di completare la delibera?
«In precedenza Agcom ci aveva promesso, per tenerci buoni, tanti incontri di mediazione e che il testo definitivo non sarebbe stato subito esecutivo ma che sarebbe stato messo in consultazione. Adesso invece ha deciso che già prima dell'estate, probabilmente il 6 luglio, arriverà a una delibera fatta e compiuta».

Come ti spieghi questa fretta?
«Siamo in un contesto di grossa instabilità politica. In questo momento il clima è ancora favorevole agli interessi di Mediaset, ma Agcom teme che non sarà presto così e quindi vuole chiudere in fretta la vicenda. E' un altro effetto del conflitto di interesse del presidente del Consiglio».

L'interesse delle lobby del copyright è evidente. Ma di Mediaset? E' solo quello di tutelare il proprio diritto d'autore sul web (ha denunciato in passato Google per video su YouTube, del resto)?
«Non solo. Lo scopo è forgiare il web in modo simile al mercato che loro conoscono e depotenziandone la minaccia al loro business. Hanno fatto così anche con la delibera sulle web tv».

Che farete se la delibera passa così com'è?
«Faremo ricorso al Tar del Lazio. Se necessario a Bruxelles, ma crediamo che il Tar bloccherà la delibera, che secondo molti esperti è illegittima, poiché viola diritti fondamentali del cittadino. Ma visto che ci sono forti interessi del Presidente del Consiglio a far passare quelle norme, il governo potrebbe intervenire direttamente con un decreto, in caso di blocco al Tar».

Link articolo: espresso.repubblica.it/dettaglio/6-luglio-muore-il-web-italiano/2154694



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Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

Dalla settimana prossima l'Autorità delle comunicazioni avrà il diritto arbitrario di oscurare siti senza un processo. Una norma che non esiste in nessun Paese libero. Fortemente voluta da Berlusconi e da Mediaset

Il 6 luglio arriverà una delibera Agcom, sulla tutela del copyright online, e sarà una forma di censura del web, in nome degli interessi di Mediaset e delle lobby dell'audiovisivo, con il beneplacito del centro destra. E' questo l'allarme lanciato da un gruppo di associazioni (Adiconsum, Agorà Digitale, Altroconsumo, Assonet-Confesercenti, Assoprovider-Confcommercio, Studio Legale Sarzana).




Ottimo...... dalla padella alla brace.... [xx(]



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MessaggioInviato: 28/06/2011, 12:14 
Chi si ricorda nel 1995 quando tutti i personaggi televisivi mediaset fecero (spontaneamente, sia chiaro!) pubblicità contro i referendum sulle tv private dicendo che in caso di vittoria noi gente comune non avremmo più potuto vedere tutti quei bei programmi mediaset?

Sicuramente, visto che Berlusconi ha sempre dimostrato di essere a favore della libertà di espressione (dal Decreto Craxi-Berlusconi in poi), anche questa volta queste notizie false e tendenziose verrano smentite...


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MessaggioInviato: 28/06/2011, 13:41 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:

Cita:
Blissenobiarella ha scritto:

Dalla settimana prossima l'Autorità delle comunicazioni avrà il diritto arbitrario di oscurare siti senza un processo. Una norma che non esiste in nessun Paese libero. Fortemente voluta da Berlusconi e da Mediaset ......



Ecco che ci risiamo.
La dittatura vuole fare un altro passo avanti.

Questo regime silenzioso nel quale ci troviamo a vivere mi infastidisce sempre di più.

Occorre prepararsi al peggio, perché queste persone non hanno nessuna intenzione di mollare il "trono".


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MessaggioInviato: 28/06/2011, 14:39 
Altro brutto segnale per il nostro Paese.
Non c'è molto da dire. [xx(]


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Censura d'autore
di Guido Scorza



L’Autorità per le Garanzie nelle comunicazioni ha scelto di lasciarsi tirare dalla giacchetta dei titolari dei diritti e di quanti hanno, oggi più che mai, paura di una Rete libera e strumento di circolazione di idee, informazioni e creatività.
E’ questa la sintesi di quanto dichiarato dal Presidente Calabrò della propria relazione annuale e confermato ad una rappresentanza della società civile che ha voluto incontrarlo.
Il prossimo sei luglio, il consiglio dell’Autorità approverà una delibera contenente il nuovo regolamento relativo all’enforcement dei diritti d’autore online e si tratterà di una disciplina sostanzialmente conforme a quella che, ormai da mesi, l’AGCOM ha annunciato l’intenzione di varare, sebbene all’esito di un giro di audizioni tra gli addetti ai lavori.
Decine e decine di audizioni – lo ha detto lo stesso Presidente Calabrò nel corso della sua relazione annuale – che, tuttavia, sembrano essere state completamente inutili se è vero che, l’Autorità, nel suo provvedimento non terrà in alcun conto le moltissime critiche ricevute e seguirà, invece, le indicazioni dei soliti, pochi, noti rappresentanti dei titolari dei diritti.
Siamo alla vigilia del varo di un Regolamento illegittimo – tanto sotto il profilo della disciplina nazionale che sotto quello dell’Ordinamento UE – palesemente inattuabile e suscettibile di ledere in modo irreparabile il diritto all’informazione di milioni di cittadini.
Tante le conseguenze della scelta dell’Autorità.
La prima.
Tanto per cominciare, Calabrò ed i suoi uffici hanno, definitivamente, dimostrato al Paese di essere tutto fuorché un’Autorità indipendente perché tale non può definirsi un’Autorità che ascolta, in audizione, decine di posizioni puntuali, documentate e ben strutturate e poi segue la strada indicatale dai soliti poteri – economici e politici – di sempre.
La seconda.
L’Italia sta per conseguire un nuovo record negativo: quello di essere il primo e, sin qui, l’unico Paese al mondo nel quale un’Autorità Amministrativa può ordinare, all’esito di un procedimento sommario [n.d.r. dovrà concludersi in cinque giorni] ed in assenza di contraddittorio la rimozione di un video dallo spazio pubblico telematico.
La terza.
I cittadini italiani si ritroveranno a farsi carico di costi straordinariamente elevati per la gestione di un procedimento di enforcement che non produrrà alcun risultato pratico e che se anche lo producesse, lo produrrebbe, solo, per le tasche di un nugolo di società che, peraltro, nella più parte dei casi fanno capo a soggetti stranieri.
Il Paese, dunque, sarà certamente più povero, a tutto beneficio dei soliti ricchi di sempre.
La quarta.
L’Autorità sta deliberatamente consegnando la libertà di informazione del Paese nelle mani di quegli stessi galantuomini che, sin qui, l’hanno a tal punto limitata e compressa da porre il nostro Paese, sistematicamente, in fondo alle classifiche mondiali.
E’, infatti, evidente, che la nuova disciplina rappresenterà l’alibi utilizzato dai soliti editori musicali, televisivi e della carta stampata per chiedere la rimozione di ogni contenuto che non risulti allineato al pensiero unico di Governo o che, più semplicemente, appaia suscettibile di far loro concorrenza.
Basterà che venga utilizzato qualche minuto di musica di sottofondo per un video di critica a questo o quel governo che l’Agcom, in cinque giorni, accogliendo l’istanza dei soliti noti, potrà disporne l’immediata rimozione, mettendo così a tacere una voce libera.
La quinta.
Stiamo per trasformarci da penisola a isola.
L’Autorità Garante sembra intenzionata ad auto-attribuirsi il potere di rendere, persino, inaccessibili contenuti pubblicati da soggetti stranieri in conformità a leggi diverse da quella italiana.
Agli utenti italiani, in alcuni casi, verrà preclusa la possibilità di accedere ad un contenuto pubblicato da un cittadino tunisino su un server egiziano.
In questo modo è ovvio che ci ritroveremo, ben presto, isolati dal resto del mondo.
E’ una prospettiva raccapricciante nell’era dell’accesso e nella società dell’informazione.
Siamo davanti ad un autentico esperimento di ingegneria giuridica che rappresenta, probabilmente, una delle più preoccupanti minacce per la libertà di informazione in Rete.
Il Presidente Corrado Calabrò, i Commissari dell’Autorità che apporranno le loro firme in calce alla delibera e, naturalmente, i lobbisti prezzolati dalle major dell’audiovisivo stanno per mettersi sulle spalle la responsabilità di scrivere una delle pagine più buie della storia della Rete nel nostro Paese e per influenzare in modo determinate e negativo il nostro futuro.
Internet non consentirà di cancellare facilmente il ricordo di quanti avranno preso parte a questa censura d’autore.

http://daily.wired.it/blog/law_and_tech ... utore.html



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MessaggioInviato: 28/06/2011, 16:58 
Ecco, se è vera è UNA PORCATA. [:(!]



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Immagine Operatore Radar Difesa Aerea (1962 - 1996)
U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
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MessaggioInviato: 28/06/2011, 19:15 
e' vera, e comunque in italia ci sara' un'autority che imporra' ai provider di oscurare un sito, chi e' questa gente? da chi prenderanno ordini? ma soprattutto ci riusciranno? se l sito risiede fisicamente in italia imporranno che so...ad aruba di disattivarlo, aruba lo fara' ? se io butto un sito in un provider all'estero.... loro che fanno? diranno al provider straniero di disattivarlo, gli risponderanno con un bel rutto , allora ripiegheranno sui fornitori italiani per bloccare quel www, come in cina uguale, ma se io voglio continuare a collegarmi con quel sito trovo mille altre strade dalla piu' stupida che puo' essere un bel proxy o altri sistemi un po' piu' raffinati e anche quelli che il sito stesso potra' mettere a disposizione come un redirect e tante altre cose.

io sono del parere che la rete sia incontrollabile, potranno fare un po' di paura a qualcuno ma la battaglia e' impari , alla fine molleranno perche' e' semplicemente impossibile imbrigliare la rete, e' la rete che imbroglia te. poveretti, come se ci fosse l'interruttore, sono tristi , fascisti e ignoranti. ha ha ha e' la fuga del cavallo morto...... che gente disperata.


Ultima modifica di dark side il 28/06/2011, 19:19, modificato 1 volta in totale.


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