Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]




Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 2 messaggi ] 
Autore Messaggio

Stellare
Stellare

Avatar utente

Premio Coerenza e ProfessionalitàPremio Coerenza e Professionalità

Non connesso


Messaggi: 12510
Iscritto il: 30/11/2006, 09:44
Località:
 Oggetto del messaggio: Piombo fuso, nessuna giustizia per gli al Daya
MessaggioInviato: 14/09/2012, 09:34 
Piombo fuso, nessuna giustizia per gli al Daya

Quello della famiglia Al-Daya è uno dei 36 casi documentati nel rapporto Goldstone commissionato dall'Onu per far luce sulle violazioni occorse durante l'offensiva israeliana

di Davide Tundo* - Fayez Musbah Al-Daya possedeva un edificio di quattro piani nel quartiere di Zeytoun, a sudest di Gaza City. Come tanti altri a Gaza, questo edificio era la residenza di una numerosa famiglia: vi erano sette appartamenti per ciascun figlio di Fayez, i quali vi abitavano con le rispettive famiglie, eccetto due figlie non sposate.

Il 3 gennaio 2009 l'esercito israeliano, che aveva iniziato l'offensiva terrestre sulla Striscia di Gaza dopo circa 8 giorni di bombardamenti e incursioni aeree a vasta scala, raggiunse il quartiere di Zeytoun.

Alle 5,45 circa del 6 gennaio un missile sparato da un F-16 israeliano colpì e distrusse l'edificio della famiglia Al-Daya, uccidendo 22 membri della stessa su 23 presenti al momento dell'attacco, inclusi 12 bambini minori di 10 anni. Solo a seguito del ritiro delle truppe israeliane fu possibile completare le operazioni di recupero dei corpi delle vittime, rimasti sotto le macerie durante molti giorni.

L'uccisione dei 22 membri della famiglia Al-Daya è uno dei 36 incidenti documentati nel rapporto (c.d. Goldstone) commissionato dalle Nazioni Unite alcuni mesi dopo la fine delle ostilità a un gruppo di esperti indipendenti per far luce sulle violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani occorse nel contesto dell'offensiva israeliana sulla Striscia di Gaza di dicembre 2008-gennaio 2009.

Il rapporto aveva affrontato solo un numero ristretto di casi, peraltro indicati come "illustrative of the main patterns of violations", a fronte dei molteplici episodi che costarono la vita a più di 1,400 palestinesi, di cui circa l'80% vittime civili.

Le indagini sul terreno compiute dal gruppo di esperti chiarirono alcune importanti circostanze nel caso della famiglia Al-Daya. A dispetto di quanto successivamente affermato dalle autorità israeliane, i civili residenti nelle vicinanze dell'edificio colpito non ricevettero alcun avviso previo all'attacco. Inoltre, nessun altro edificio limitrofo fu attaccato nei successivi 12 giorni di guerra nonostante Israele, dichiarando di aver voluto in realtà colpire un vicino deposito di armi, abbia poi ufficialmente giustificato l'episodio come un errore "scusabile" con conseguenze non volute. E' difficile credere, come affermato nel rapporto ONU, che se il comando israeliano effettivamente sostenesse la presenza di un deposito di armi poi non abbia proceduto a un nuovo attacco.

Forti sospetti rimangono sull'intenzionalità dell'attacco all'edificio della famiglia Al-Daya e ai suoi residenti civili. Se accertata l'intenzionalità, tale episodio potrebbe chiaramente qualificarsi come un crimine di guerra secondo lo Statuto di Roma della Corte Penale Internazionale e da esso derivare una chiara responsabilità penale individuale.

In ogni caso, la strage della famiglia Al-Daya evidenzia ancora una volta la sistematica violazione del diritto internazionale umanitario da parte di Israele nei territori palestinesi occupati, in particolare nella Striscia di Gaza, e la violazione degli obblighi di protezione della popolazione civile. In effetti, secondo la IV Convenzione di Ginevra del 1949, di cui Israele è parte, i civili (e altri individui "hors de combat") sono "protected persons" in tempo di guerra e come tali devono essere riconosciuti e tutelati dalle forze combattenti.

Inoltre, il I Protocollo Addizionale del 1977, considerato diritto internazionale umanitario consuetudinario al cui rispetto Israele è dunque tenuto sebbene non lo abbia ratificato, codifica i principi di distinzione tra civili e obiettivi militari, di proporzionalità e precauzione nell'attacco, e la limitazione nell'uso di determinate armi. Tali precetti vincolanti hanno la funzione di eliminare, o almeno ridurre, pericoli e danni, tanto fisici come materiali, alle persone civili.

Israele è dunque pienamente responsabile per non aver ottemperato a tali "obblighi di diligenza" nel caso dell'attacco all'edificio della famiglia Al-Daya. Come affermato dal gruppo di esperti ONU, che inter alia aveva anche stigmatizzato l'assenza di indagini celeri, indipendenti e imparziali da parte di Israele, l'attacco è stato sicuramente un atto deliberato, sebbene sulle conseguenze dello stesso permangono dei dubbi circa la specifica intenzionalità. Quest'ultima peraltro non è richiesta al fine della responsabilità civile (per i danni provocati), per cui il gruppo di esperti aveva chiaramente imputato la medesima a Israele.

Ebbene a distanza di più di tre anni non è stata ancora fatta giustizia per le 22 vittime civili della famiglia Al-Daya, una conclusione ormai già scritta in molti altri casi relativi alle vittime civili dell'operazione militare israeliana Piombo Fuso sulla Striscia di Gaza.

Come informa il Palestinian Centre for Human Rights di Gaza, legale rappresentante della famiglia Al-Daya, il 5 settembre (ma la notizia è stata comunicata al Centro solo 5 giorni dopo), i giudici israeliani della corte centrale di Nazareth hanno sostenuto che le 22 vittime della famiglia Al-Daya sono "casualty not intended", periti nel corso di una operazione militare, e che Israele non ha dunque alcuna responsabilità.

Il ricorso, presentato in agosto del 2010 dopo che tanto una domanda civile come una penale sottoposte nei primi mesi del 2009 non avevano trovato riscontro alcuno dalle competenti autorità israeliane, è stato così respinto. Ancora una volta le vittime civili di Gaza non conoscono giustizia nei tribunali israeliani, ormai da tempo impegnati a legittimare le politiche criminali dei governi di Tel Aviv.

*dottorando in Diritti Umani, Giustizia Internazionale e Democrazia dell'Università di Valencia (Spagna) e collaboratore del Palestinian Centre for Human Rights di Gaza (PCHR-Gaza).

http://nena-news.globalist.it/Detail_Ne ... i-al-Daya-



_________________
« Nel regno di chi cerca la verità non esiste nessuna autorità umana. Colui che tenta di recitarvi la parte di sovrano avrà a che fare con la risata degli dei » (Albert Einstein)

« Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti non possa cambiare il mondo. In fondo è cosi che è sempre andata »
(Margaret Mead)
Top
 Profilo  
 

Galattico
Galattico

Avatar utente

Non connesso


Messaggi: 41080
Iscritto il: 22/06/2006, 23:58
 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 14/09/2012, 22:14 
PERCHE’ CI ODIANO
presentazione

di Paolo Barnard

Fonte: http://paolobarnard.info/perche.php

Cari amici,

nella primavera del 2006 ho pubblicato un libro dal titolo “Perché ci Odiano”, edito dalla Rizzoli BUR, collana Futuro Passato. Rispetto al mio pezzo televisivo “L’Altro Terrorismo” (Report, 2003) esso è molto più documentato e soprattutto contiene una critica a Israele forse senza precedenti nell’editoria italiana importante, poiché Israele viene da me annoverato fra gli Stati terroristi e accusato da fonti ebraiche autorevoli di aver imposto “54 anni di ‘nazismo’ in Palestina”.

Ve lo segnalo per alcuni importanti motivi:

E’ probabilmente il libro oggi più censurato nella saggistica italiana. Praticamente nessun media televisivo né cartaceo ha voluto recensirlo, dunque né RAI, né Mediaset o La7, o alcuna radio pubblica o privata mainstream. Neppure L’Unità, Liberazione, Diario o La Repubblica (che ha letteralmente tolto una recensione dalle pagine sia del quotidiano che del Venerdì). Uniche eccezioni, Odeon Tv e il Manifesto. La Rizzoli lo propose a 102 contatti affinché fosse recensito, e fu ignorato da 101 di essi. Sappiamo che la censura è politica e viene dall’alto, e credo che la critica a Israele ne sia alla base.

La documentazione che lo rafforza conta quasi 240 documenti ufficiali, spesso Top Secret, ed è perciò talmente inattaccabile, e scioccante, da costituire lo strumento definitivo per demolire la Guerra al Terrorismo di Bush/Blair/Putin/Olmert senza possibilità di smentite. E’ dunque uno strumento essenziale per controbattere efficacemente alle destre, o semplicemente per ogni cittadino che vuole capire la realtà di questa immane crisi internazionale.

Il libro è scritto per poter essere capito da tutti, e contiene una spiegazione fruibile da chiunque di tutto ciò che è essenziale sapere per comprendere le crisi mediorientali e la criminosità della Guerra al Terrorismo.

Israele viene svelato per ciò che è senza mezzi temini o tentennamenti: il più grande Stato terrorista della Storia mediorientale contemporanea, con prove alla mano che smontano pezzo su pezzo la narrativa che oggi permette a Tel Aviv di agire con impunità assoluta di fronte al mondo intero. Le fonti sono solo ebraiche, proprio per essere ‘blindate’.

In ultimo, oggi che la Guerra al Terrorismo ci sta portando sull’orlo di una deflagrazione senza precedenti, ritengo vitale che sia divulgato al pubblico il senso ultimo del libro, che è: “Quasi tutto ciò che sappiamo sul Terrorismo islamico è falso, e ci può uccidere. Smettiamo di crederci. Se non ci racconteranno la verità sulle radici dell’odio contro di noi, quell’odio non si fermerà mai, perché mai sapremo affrontarlo. Vi offro gli strumenti per capire l’odio, per affrontarlo e per fermarlo. Ne va della nostra vita, come di quella di tanti cittadini del mondo”.

Mi affido direttamente a voi affinché ne prendiate visione e, se lo condividete, lo divulghiate, perché non mi è concessa altra voce. Vengo zittito dalle censure poiché né la verità, né la libertà di pensiero sono tollerate. Mai.


-copertina Perchè ci Odiano (Pdf)
http://paolobarnard.info/docs/PERCHE%20 ... ertina.pdf

-Dagli archivi segreti
http://paolobarnard.info/perche_archivi.php

-Faccia a faccia con Al Qaida
http://paolobarnard.info/perche_alqaida.php

-Sparare prima, far domande dopo
http://paolobarnard.info/perche_sparare.php



_________________
"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

UfoPlanet Informazione Ufologica - Ufoforum Channel Video
thethirdeye@ufoforum.it
Top
 Profilo  
 
Visualizza ultimi messaggi:  Ordina per  
Apri un nuovo argomento Rispondi all’argomento  [ 2 messaggi ] 

Time zone: Europe/Rome [ ora legale ]


Non puoi aprire nuovi argomenti
Non puoi rispondere negli argomenti
Non puoi modificare i tuoi messaggi
Non puoi cancellare i tuoi messaggi
Non puoi inviare allegati

Cerca per:
Vai a:  
cron
Oggi è 16/05/2025, 16:42
© 2015 UfoPlanet di Ufoforum.it, © RMcGirr83.org