31/03/2021, 14:28
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29/04/2021, 15:40
14/05/2021, 13:02
Sara Cunial indagata, Marco Gervasoni perquisito: davvero non capite cosa sta accadendo?
di Diego Fusaro
In un’intervista rilasciata a Enzo Biagi su Rai1 nel 1982, Primo Levi, alla domanda su come fossero stati possibili i lager, rispose icasticamente: “Facendo finta di nulla”. Tale risposta permette di integrare la nota tesi di Hannah Arendt circa la “banalità del male”: a rendere possibile l’apparire del male nelle sue forme più radicali non è soltanto la “banalità” con cui i suoi freddi esecutori lo attuano, alla stregua del grigio burocrate Eichmann.
Oltre a ciò, occupano un peso non trascurabile l’indifferenza e la leggerezza dei più: i quali, anziché opporsi e resistere, semplicemente volgono altrove lo sguardo. E, appunto, fanno finta di nulla.
Ciò è valido per quel che concerne la barbarie atroce dei lager, ma poi anche per le pur diverse forme di male a responsabilità umana che affiorano, quasi regolarmente, nella saga della storia umana, banco del macellaio – diceva Hegel – che fa spietatamente a pezzi civiltà e individui.
Parafrasando Primo Levi, possiamo davvero fare finta di nulla dinanzi alla palese riorganizzazione brutale e autoritaria di un potere – lo chiamo capitalismo terapeutico – che, sostenendo di volerci proteggere da un virus, limita fortemente le libertà fondamentali e i diritti previsti dalla Costituzione? Possiamo davvero fare finta di niente dinanzi a soprusi come il TSO inflitto al ragazzo di Fano, reo di non aver voluto calzare la mascherina in classe? O dinanzi a gesti come quello che ha visto sequestrare, nei giorni scorsi, la torteria “ribelle” di Chivasso, colpevole di non essersi piegata alle norme sacralizzate del nuovo ordine terapeutico?
È fresca la notizia secondo cui, ad Aosta, sono stati indagati la deputata Sara Cunial e l’organizzatore della manifestazione conto il regime terapeutico a cui la stessa deputata stava partecipando. A tale notizia si affianca quella in coerenza con la quale sono scattate, nelle ore scorse, perquisizioni in tutta Italia, con ben undici indagati, tra i quali un intellettuale come Marco Gervasoni, per offese via social network al Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Qual è – domandiamo – la linea che separa la legittima critica dall’illegittimo vilipendio? Non è forse evidente che siamo al cospetto di un’involuzione autoritaria, che sempre più ci allontana dai parametri basici di quella che, idealiter, dovrebbe essere una democrazia parlamentare?
Sia chiaro, le offese e le minacce sono sempre condannabili, in specie se dirette contro il Presidente della Repubblica. Doverosa è, invece, una domanda: egregio Presidente della Repubblica, con il sentito rispetto dovuto a chi rappresenta al massimo grado il principio dello Stato, le domandiamo, in quanto garante della Costituzione Italiana, se è normale il sequestro di libertà e di diritti che sta avvenendo in Italia da ormai più di un anno in palese violazione dello spirito e della lettera della nostra Costituzione. Non sarà forse che, ancora una volta, “facendo finta di nulla”, si sta verificando ciò che ogni volta ci ripromettiamo che non deve più accadere?
Il nostro è, in fondo, il complesso di Achille. Questi troppo tardivamente piange, insieme con Priamo, al cospetto della salma del troiano Ettore, della cui morte è egli stesso responsabile.
Fonte: https://comedonchisciotte.org/sara-cunial-indagata-marco-gervasoni-perquisito-davvero-non-capite-cosa-sta-accadendo/
26/05/2021, 12:55
Oxford ha segretamente utilizzato i dati dei cellulari per tracciare milioni di persone nell’ambito di uno studio sui vaccini ordinato dal governo
rt.com
Secondo un recente report, il governo del Regno Unito ha ammesso di aver utilizzato, senza autorizzazione, i dati dei cellulari per ricostruire i movimenti dei cittadini nell’ambito di uno studio sulle vaccinazioni. I funzionari sostengono di aver mantenuto l’anonimato dei soggetti.
Il Telegraph ha citato un rapporto dell’Independent Scientific Pandemic Insights Group on Behaviors (SPI-B), secondo cui i ricercatori dell’Università di Oxford avrebbero utilizzato in modo discreto i dati dei telefoni cellulari come parte di un loro studio sull’influenza della vaccinazione COVID sullo stile di vita delle persone.
SPI-B è un organismo che fornisce consulenze al gruppo Scientific Advisory Group for Emergencies (SAGE), che, a sua volta, le riporta al governo.
L’Università di Oxford, che ha sviluppato il vaccino Covid-19 insieme all’azienda farmaceutica britannico-svedese AstraZeneca, ha condotto lo studio per conto di SPI-B.
A Febbraio gli scienziati avevano analizzato i “dati sulla mobilità dei telefoni cellulari del 10% della popolazione britannica” e individuato 4.254 persone vaccinate. Avevano quindi monitorato i modelli di movimento del gruppo la settimana prima e la settimana dopo la vaccinazione.
I ricercatori, secondo il Telegraph, avevano effettuato, tra gli altri, “vari test di affidabilità,” classificato i risultati per età, e misurato “la distanza da casa al punto di vaccinazione.” Confrontando il movimento dei vaccinati con quello di un gruppo diverso, gli scienziati avevano scoperto che la “mobilità media pre-vaccinazione era aumentata di 218 metri [sic].”
Il gruppo Big Brother Watch, che si occupa di tutela della privacy, ha dichiarato che i risultati sono “agghiaccianti ed estremamente lesivi della fiducia del pubblico nella riservatezza dei dati sanitari.”
“Tra i passaporti Covid che incombono e la sorveglianza telefonica dei vaccinati, questo governo sta trasformando la Gran Bretagna nello stato del Grande Fratello, usando la Covid come copertura.”
Un portavoce del governo ha risposto al Telegraph dicendo che “i dati non erano stati prelevati dalle singole utenze ma dai ripetitori dei cellulari” e che poi erano stati adeguatamente “anonimizzati,” ha poi aggiunto che i ricercatori, per quanto riguarda l’aspetto etico, avevano avuto il via libera dall’Università di Oxford.
La fonte governativa ha fornito un altro chiarimento sulla ricerca, dicendo che i dati “prima di essere utilizzati per la ricerca erano stati accuratamente resi anonimi dalla società” e che “solo un ridottissimo gruppo di ricercatori pre-autorizzati aveva avuto modo di visionarli.” Ha inoltre sottolineato che il progetto non prevedeva una “sorveglianza individuale” perché erano stati utilizzati solo i dati dei ripetitori, che non consentono di identificare con precisione le persone.
Ha spiegato che, ogni mese, ad ogni utenza veniva fornito un nuovo “token” identificativo, in modo da preservare l’anonimato e che l’unico dato sensibile condiviso era l’età anagrafica e ha poi concluso che “non si trattava di un tracciamento GPS, un sistema ampiamente usato dalle aziende per la targhettizzazione pubblicitaria.”
I difensori della privacy hanno già sollevato obiezioni sul tracciamento dei contatti o sulle altre app di tipo medico create durante la pandemia, il mese scorso Google e Apple si erano rifiutati di rilasciare un aggiornamento dell’app di tracciamento NHS disponibile per il download nei loro store. Negli Stati Uniti l’aggiornamento avrebbe permesso di salvare i codici QR degli ingressi effettuati negli esercizi commerciali e le aziende statiunitensi si erano dette contrarie.
Lo scorso anno, l’organismo del governo britannico per il controllo della privacy Information Commissioner’s Office (ICO) aveva autorizzato l’utilizzo dei dati dei cellulari allo scopo di contrastare il coronavirus. “Le istituzioni pubbliche potranno richiedere dati aggiuntivi e diffondere dati personali allo scopo di prevenire gravi minacce alla salute pubblica,” aveva comunicato il portavoce dell’ICO.
Fonte:https://www.rt.com/uk/524596-oxford-collected-phone-data/
23.05.2021
Tradotto da Ilaria Pagliarini per comedonchisciotte.org
Fonte: https://comedonchisciotte.org/oxford-ha-segretamente-utilizzato-i-dati-dei-cellulari-per-tracciare-milioni-di-persone-nellambito-di-uno-studio-sui-vaccini-ordinato-dal-governo/
16/07/2021, 13:26
17/07/2021, 12:45
Alcune note scomode sul ddl Zan
di Piotr Zygulski
Premessa
Prima di ogni cosa vorrei sgombrare il campo da un equivoco, forse il più frequente. Quindi chiarisco subito che il ddl Zan non riguarda l’ingiuria, cioè l’insulto personale (es. “brutt* fr*”, depenalizzata da anni: chi offende rischia una sanzione, su richiesta della persona offesa, da 100€ a 12.000€) ma va a intervenire sugli articoli già esistenti 604bis e 604ter del vigente codice penale. Detto ciò, spero che queste note scomode contribuiscano a fare chiarezza, a suscitare perplessità e a de-polarizzare il dibattito in corso.
Sul reato di istigazione / discriminazione
In breve, il 604bis in vigore prevede i reati di:
- propaganda di idee basate su superiorità o odio esclusivamente di tipo etnico/razziale;
- discriminazione o istigazione a commettere atti di discriminazione o di violenza per motivi razziali, etnici, ma anche nazionali o religiosi (ad es. un generico, quanto inquietante, “per quei * vanno riaperti i forni”);
- organizzazione/adesione ad associazioni che hanno questi scopi dichiarati.
Il ddl Zan aggiunge (dopo «religiosi») anche sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità. La propaganda – che non è la semplice manifestazione di idee personali, ma deve essere una diffusione in grado di convincere gli altri – resterebbe vietata solo nel casi di odio etnico/razziale, anche se il confine tra propaganda e istigazione alla discriminazione non sempre è chiaro. Però, visto che sono state avanzate critiche sulla vaghezza della formulazione, l’articolo 1 del ddl Zan sancisce una definizione degli aspetti riguardanti il genere, piuttosto condivisa dagli studiosi del tema, ma che alcuni non convince: es. genere = «qualsiasi manifestazione esteriore»; identità di genere = «identificazione percepita e manifestata di sé in relazione al genere». Questo tutelerebbe tutte le vittime nel caso di un “sparate alle checch*”, a prescindere dal fatto che le vittime siano oppure no persone LGBT. Anche perché non la norma non usa il termine “omotransfobia” o “persone LGBT”, bensì parla di istigazione alla discriminazione basata sull’odio di un qualsiasi orientamento sessuale (compreso quindi quello eterosessuale) o identità di genere (compresa quella maschile). Inoltre l’articolo 4 del ddl introduce una tautologica salvaguardia delle idee personali « purché non idonee a de terminare il concreto pericolo del compi mento di atti discriminatori o violenti»; ma sembra tautologico, perché già ora i giudici per tutelare la libertà di espressione – diritto costituzionalmente garantito – emettono condanne per “istigazione” (si pensi anche che le bestemmie sono punibili con sanzioni amministrative sino a 309€) in rari casi, solo in caso di imminente pericolo; anche se al momento c’è la tendenza a ricorrervi più spesso, con sentenze contrastanti (penso a Erri De Luca e al suo processo per “istigazione” al sabotaggio del TAV, ma anche alle associazioni neofasciste sciolte quasi solo se armate). È sempre delicato affidarsi a un giudice che deve vagliare caso per caso, per distinguere le stupidaggini “innocue” da ciò che invece potrebbe in futuro concretizzarsi in discriminazione, e distinguere una vera discriminazione da una legittima disparità di trattamento su basi fondate (ad esempio un ipotetico “bonus assorbenti” riservato alle donne).
Con il penalista Roberto Zannotti (LUMSA) ci si domanda soprattutto: «Ha senso utilizzare il diritto penale come strumento di promozione di nuovi diritti?». Infatti si tratta di uno strumento sempre potenzialmente repressivo; «l’istigazione al reato è peraltro una figura tanto amata dal legislatore di epoca fascista […] quanto giustamente malvista dai giuristi di epoca repubblicana», osserva Sirio Zolea (UNIMC). Inoltre comporta estenuanti conflitti tra avvocati, mentre sembrano preferibili altri mezzi (educativi, linee guida, nuovi diritti civili, …) come ha suggerito il segretario radicale Maurizio Turco. Dagli anni ‘90 in poi purtroppo si è affermata una crescente tendenza repressiva a voler eliminare l’avversario politico per via giudiziaria o psichiatrica, anziché combattere le sue idee sul piano culturale, elettorale o parlamentare. Questo atteggiamento ri-vendicativo e vittimistico non fa che aumentare l’odio e l’intolleranza, anziché risolverle: «Non confonderei la richiesta di più manette con la richiesta di più diritti civili», scrive il pungente Manuel Peruzzo. Personalmente sarei proprio per l’abolizione del 604bis, perché per come è scritto si presta a valutazioni arbitrarie ed abusi, a seconda della scuola di interpretazione del giudice. Mi trovo in sintonia con Luca Ricolfi: «Finché non si riscrive la legge Mancino la libertà di espressione è in pericolo, perché quella legge lascia in mano ai giudici la facoltà di stabilire se una certa idea determina oppure no il “concreto pericolo” di azioni violente o discriminatorie». In questo distinguerei i vecchi liberali, che fanno prevalere la più ampia libertà di parola e la tolleranza anche per gli intolleranti (per intenderci: «Non sono d’accordo con quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo»), dai progressisti liberals per i quali l’attenzione è soprattutto sui sentimenti offesi delle minoranze da promuovere (affirmative actions), punendo o rimuovendo (cancel culture) coloro che vengono considerati “intolleranti” in quanto si macchiano di “crimini d’odio” (hate crimes).
Sull’aggravante
Il 604ter riguarda invece le aggravanti che aumentano la condanna in caso di pena per altri reati (es. “violenza privata”, “tentato omicidio”, ecc.). Anche in tali casi, come per l’articolo precedente, il ddl Zan aggiunge dopo i motivi “religiosi” anche sesso, genere, orientamento sessuale, identità di genere e disabilità. I giudici al momento in tali casi – di solito, ma non sempre – stanno ricorrendo alle aggravanti di “motivi abietti” o “minorata difesa”. Alcuni hanno chiesto una sistemazione più completa della formulazione in vigore, per evitare categorizzazioni e che vengano escluse categorie o aspetti personali che potrebbero essere presi di mira (il bodyshaming?). «Cosa fa la legge Zan? Allarga le categorie oggetto di discriminazioni ma lo fa all’infinito. Ne rimarrà fuori sempre una», ha osservato Ida Dominijanni. Per ovviare a tale problema, il presidente emerito della Corte costituzionale Cesare Mirabelli aveva proposto semplicemente di modificare l’articolo 61 del codice penale aggiungendo una aggravante onnicomprensiva per «discriminazioni lesive della dignità e dell’uguaglianza della persona umana». Un appello, pare, caduto nel vuoto.
Sulla Giornata nazionale contro l’omofobia, la lesbofobia, la bifobia e la transfobia
Tale Giornata si limiterebbe a una proposta, seppur ufficiale; nessuna imposizione né violazione del Concordato... Ogni amministrazione pubblica, inclusa la scuola – compatibilmente «nel rispetto del piano triennale dell’offerta formativa […] e del patto educativo di corresponsabilità» – e ogni docente stabilirà come aderirvi, come accade per il Giorno del Ricordo, Giornata della Memoria, della Consapevolezza dell’Autismo, del Mare, ecc. Questa modalità personalmente non mi entusiasma, e da docente preferisco lavorare sui temi in modo trasversale e per l’intero l’anno scolastico, tanto che poi la ricorrenza puntuale diventa persino superflua. Eppure, per molti, una data sul calendario può aiutare a ricordare che almeno una volta all’anno sarebbe bene parlare di certi temi. Anzi, si dovrebbe fare di più: le scuole “paritarie”, dato che ricevono finanziamenti pubblici e quindi rinunciano alla loro piena libertà che godrebbero se fossero puramente “private”, non dovrebbero sottrarsi a un piano nazionale di contrasto a ogni discriminazione, incluse quelle di orientamento sessuale, identità di genere e stato civile. Purtroppo capita tutt’oggi che docenti siano licenziati da scuole paritarie perché uniti civilmente, transessuali o divorziati; come agire su questo? Le istituzioni religiose qui potrebbero avanzare il primo passo.
Conclusione
In fin dei conti, il ddl Zan non cambierebbe un granché e non risolverebbe un granché; dati alla mano, infatti, con l’attuale normativa “anti-odio” (cfr. leggi Scelba, Reale, Mancino) le violenze contro immigrati e le provocazioni neofasciste sono aumentate, anziché diminuire. Non capisco pertanto tutto questo scaldarsi. Se non, probabilmente, per vincere un braccio di ferro, mettere una bandierina e fidelizzare i propri elettorati contrapposti che ne fanno una questione di principio. Ben vengano mediazioni – purché non pretestuose, come purtroppo molti interventi delle destre in parlamento – ma nessuno ha mai portato dati effettivi: Quali e quanti casi concreti attualmente impuniti andrebbero puniti? Quanti e quali processi effettivamente si concluderebbero con condanne più pesanti rispetto a quelle inflitte? Salvo smentite, a occhio direi un numero tendente allo zero. Poiché è meglio nessuna legge che una legge inutile o raffazzonata, preferirei che non venisse approvata. Vorrei appassionarmi d’altro: di cose che incidono concretamente nella vita delle persone. So di essere la minoranza delle minoranze, ma poco importa. E con questo mi taccio.
Fonte: https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-alcune_note_scomode_sul_ddl_zan/39329_42341/
«Ha senso utilizzare il diritto penale come strumento di promozione di nuovi diritti?». Infatti si tratta di uno strumento sempre potenzialmente repressivo;
Dagli anni ‘90 in poi purtroppo si è affermata una crescente tendenza repressiva a voler eliminare l’avversario politico per via giudiziaria o psichiatrica, anziché combattere le sue idee sul piano culturale, elettorale o parlamentare. Questo atteggiamento ri-vendicativo e vittimistico non fa che aumentare l’odio e l’intolleranza, anziché risolverle: «Non confonderei la richiesta di più manette con la richiesta di più diritti civili», scrive il pungente Manuel Peruzzo.
17/07/2021, 16:21
MaxpoweR ha scritto:e' incredibile come la gestione di questo evento si leghi a doppio filo alla gestione dell'EVENTO che stiamo vivendo tuttiGuarda su vimeo.com
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17/07/2021, 20:28
catwalk ha scritto:Mi si ribolle il sangue solo a ripensarci ...!!!
(cmq Mazzucco non ha capito bene...
i veri black block sono quelli che marciano
non i dementi che ditruggono indistintamente .
Che poi ci sono stati sbirri infiltrati per screditarli...questo è certo.)
Grazie Max
18/07/2021, 16:08
Robiwankenobi ha scritto:catwalk ha scritto:Mi si ribolle il sangue solo a ripensarci ...!!!
(cmq Mazzucco non ha capito bene...
i veri black block sono quelli che marciano
non i dementi che ditruggono indistintamente .
Che poi ci sono stati sbirri infiltrati per screditarli...questo è certo.)
Grazie Max
Io nel 2001 ero a Genova con il mio gruppo di amici avevo 22 anni, volevamo protestare come tanti senza fare una guerra e ti posso assicurare (se potessi farti vedere la cicatrice che ho sul collo ci rifletteresti) che la quantità di merde tedesche e olandesi (la frangia più violenta dei black blocks) che erano insieme a gente di Torino (askatasuna), a mettere a ferro e fuoco le strade di Genova, non erano poliziotti infiltrati.
Il sasso che mi sono preso da un figlio di troi@ di Utrecth (fermato poi dai miei amici mentre ero a terra sanguinante) lo conferma.
La macelleria Diaz non la nomino nemmeno perché li di black blocks non ce n'erano, c'era solo gente normale che è stata massacrata da poliziotti in divisa.
21/07/2021, 16:26