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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 15/06/2015, 17:43 
Un degno sottofondo musicale per leggere COSA invece fa il mondo politico...... [:D]

Guarda su youtube.com


Una volta che avete fatto partire la musica, potete leggere quanto segue..... [:246]

15 giugno 2015 ore 17:30 News
http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/e ... 298bf.html

Il pugno duro della Francia - Dall'inizio dell'anno "abbiamo avuto circa 8.000 passaggi e abbiamo fatto riammettere in Italia circa 6.000 migranti. Non devono passare, è l'Italia che deve farsene carico. Bisogna rispettare le regole di Schengen": lo ha detto il ministro francese dell'Interno, Bernard Cazeneuve. "Bisogna che l'Italia accetti di creare dei centri" per distinguere i migranti economici irregolari dai rifugiati, dice il ministro francese, sottolineando che la Francia "non ha bloccato le frontiere".Cazeneuve, secondo Le Monde, "tenta di convincere il suo omologo italiano sull'opportunità di creare in Italia (e in Grecia) dei campi gestiti dall'Ue per distinguere i migranti economici dai richiedenti asilo già dal loro arrivo. I primi verrebbero immediatamente espulsi verso i loro Paesi d'origine, gli altri ripartiti tra i Paesi d'Europa".

Salvini: Renzi dice far da soli? Fenomeno - ''Renzi è un vero fenomeno. Adesso scopre che cosa è l'Europa...Adesso dice che l'Italia fa da sola? Straordinario...è un anno che noi lo diciamo prendendoci solo insulti...'': così Matteo Salvini, parlando con gli ascoltatori di radio Padania, ha commentato la dichiarazioni di Renzi sul "piano B" per l'immigrazione.

La posizione Ue - La Commissione "è al corrente dei controlli alle frontiere di Francia, Austria e Svizzera" con l'Italia e "stiamo verificando" la situazione. Lo dice Natasha Bertaud, portavoce del Commissario Ue all'Immigrazione. "Ricordiamo che tutti devono rispettare Schengen e le regole del sistema di asilo europeo", aggiunge. "Non siamo al corrente di piani B", dice Bertaud.

La Svizzera chiude le frontiere - Intanto altri trenta migranti sono stati respinti al confine tra Italia e Svizzera a Domodossola. La polizia elvetica ha rimandato in Italia un gruppo di stranieri, composto in gran parte da iracheni. La polizia italiana li ha identificati prima che riprendessero il primo treno per Milano. Nei primi cinque mesi dell'anno i respingimenti al confine tra Italia e Svizzera, che ieri erano stati sessanta, sono stati quasi 1.700. La Confederazione elvetica ha chiuso totalmente le porte.

Il ministro Alfano - Le immagini dei migranti sugli scogli a Ventimiglia "sono un pugno in faccia all'Europa: quelle persone vogliono andare in Europa, non in Italia e domani quelle immagini me le porterò dietro al vertice dei ministri dell'Interno Ue a Lussemburgo". Lo ha detto il ministro dell'Interno, Angelino Alfano al programma Agorà su Raitre. "In poche ore risolveremo il problema dei migranti che affollano le stazioni e grazie ad un accordo con le Fs saranno trovati luoghi dove ospitarli", ha aggiunto. "Se l'Ue non accetta di accogliere i migranti arrivati qui, l'Europa si troverà la stessa Italia davanti, non sarà l'Italia solidale che è stata fin qui, ma ricambieremo lo stesso atteggiamento", ha spiegato Alfano. I migranti che sbarcano in Italia "non vogliono farsi identificare qui, altrimenti, per il regolamento di Dublino, dovrebbero restare nel nostro Paese. E quando un poliziotto si trova di fronte un eritreo di due metri che non vuole farsi mettere il dito nella macchina per le impronte, non può spezzargli la falange, ma deve rispettare i diritti umani", ha aggiunto.



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 16/06/2015, 15:31 
La musica è finita esattamente quando ho finito di leggere... [:302]



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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 19/06/2015, 15:51 
Mosca, 19 giugno – Uno studio condotto dal Wifo (Osterreichisches Institutfur Wirtschaftsforschung, Istituto austriaco per la ricerca economica) e rilanciato da un gruppo di giornali europei (in Italia La Repubblica), ha ipotizzato un danno da 100 miliardi di euro e 2 milioni di posti di lavoro persi se l’Europa dovesse proseguire con le sanzioni contro la Russia.
n Italia, secondo il Wifo, nel primo trimestre di quest’anno sono a rischio 80 mila posti di lavoro e quattro miliardi e 140 milioni di euro in valore aggiunto creato dall’export. Ancora più duro il colpo se si dovesse arrivare a fine anno con le sanzioni ancora in essere: sarebbero 215 mila i posti di lavoro persi, mentre le perdite per il valore aggiunto della produzione si attesterebbero a 11 miliardi e 815 milioni di euro.

L’Italia risulterebbe così la seconda economia europea danneggiata dalle sanzioni imposte a Mosca: la prima è la Germania che perderebbe qualcosa di più di un punto di Pil, il danno più pesante fra tutte le economie considerate.

Le premesse e le conclusioni della ricerca condotta dal Wifo sono significativamente diverse rispetto a quelle consegnate il 27 maggio scorso dal rapporto interno sulle sanzioni redatto dalla Commissione Europea.

Peraltro la caccia ai capitali di oligarchi, uomini politici e funzionari dell’apparato di sicurezza russo non ha prodotto in Europa significativi risultati, anzi può a buon ragione essere definita un vero e proprio fallimento. Sono i 150 nomi inseriti nella black list e in ben nove dei 27 paesi membri (Spagna, Malta, Finlandia, Croazia, Slovenia, Slovacchia, Ungheria, Irlanda e Lituania) non è stato trovato un solo euro. In Germania il congelamento dei beni non è andato oltre ad alcuni cavalli da corsa e a 124 mila euro. A Cipro, storica piazza finanziaria utilizzata dai russi, sono stati trovati solo 120 mila euro. Solo l’Italia è apparsa più ligia con 30 milioni di euro di beni sequestrati ad Arkadj Rotenberg, multimiliardario russo intimo di Putin.sanzioni alla russia

Ma se l’Europa, pur consapevole dei danni economici derivati, stoltamente persegue una strada imposta, gli Stati Uniti, fautori delle sanzioni alla Russia e dell’innalzamento dello scontro politico con il governo Putin, procedono in direzione opposta. Tolto il bando agli imprenditori russi imposto lo scorso anno, hanno aumentato in questi ultimi mesi l’interscambio commerciale. “Quando è importante per l’economia americana – scriveva il tedesco Spiegel nei giorni scorsi – la superpotenza si prende un intervallo nella guerra fredda con la Russia”. Insomma, il Dipartimento di stato statunitense è sempre pronto a concedere proroghe e permessi se l’interesse economico è strategico.

Intanto proprio in questi giorni a San Pietroburgo si sta svolgendo il più importante Forum economico della Russia. Sono tante le aziende europee e americane presenti anche solo per curiosità, per sondare la capacità di resistenza dei russi, per trovare nuove possibilità. Si ha come l’impressione che l’isolamento non esista. Ed è significativo che il primo contratto siglato nella giornata di ieri riguardi gli Stati Uniti.

L’Italia, che vanta un legame storico troppo forte per essere spezzato, ha già risposto con un contratto firmato da Tecnimont che in collaborazione con partner russi si è aggiudicata un appalto da Gazpromneft per la realizzazione del progetto Combined Oil Refinery Unit all’interno della Raffineria di Mosca. Un contratto pari ad un valore di 480 milioni di euro.

Giuseppe Maneggio

http://www.ilprimatonazionale.it/econom ... oro-25761/

...bisogna essere dei politici incapaci x continuare il boicottaggio economico della russia,se consideriamo che il maggior danno lo facciamo verso noi stessi,in quanto la russia x sopperire si rivolge ad altre fonti,e dobbiamo tenere presente che la russia sarebbe un partner ideale in questa battaglia contro il traffico umano dei profughi e contro il terrorismo in generale.... [:289] [:289] [:290] [:290]


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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 19/06/2015, 15:55 
ubatuba ha scritto:
...bisogna essere dei politici incapaci x continuare il boicottaggio economico della russia,se consideriamo che il maggior danno lo facciamo verso noi stessi,in quanto la russia x sopperire si rivolge ad altre fonti,e dobbiamo tenere presente che la russia sarebbe un partner ideale in questa battaglia contro il traffico umano dei profughi e contro il terrorismo in generale.... [:289] [:289] [:290] [:290]


Eh già!!!

[:264]

Se mai c'è stato debito di riconoscenza nei confronti degli Stati Uniti per il loro sacrificio necessario per averci "liberato" dal nazi-fascismo (quando sappiamo che la loro paura e quella degli inglesi era che l'armata Rossa arrivasse fino in Portogallo), penso che l'abbiamo saldato a sufficienza.

Giunge il momento di guardare altrove, a nuove partnership e a nuovi accordi politici e commerciali per far fronte ai nostri problemi, non più da colonia, ma da paese libero quale dovremmo essere.

Facendo finta di dimenticare che l'80% di codesti problemi sono targati proprio stelle e strisce...

[:290]



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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 19/06/2015, 15:59 
..suppongo che il debito in 70 anni sia stato ampiamente ripagato,arriva il momento che ognuno deve guardarsi i propri interesse....................i politici italici(attuali)saranno in grado di farlo?????senza subire passivamente le decisioni altrui?????? [:292] [:292] [:292]


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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 19/06/2015, 17:28 
E che dire del debito che abbiamo nei confronti della Russia? L' Armata Rossa ha pagato il più alto tributo di sangue nella guerra contro il nazifascismo.

Gli americani hanno abusato abbastanza del loro potere, ora è tempo di pagare il nostro debito ad altri più importanti e finora scartati, a tutto guadagno dell' interesse nazionale...



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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 20/06/2015, 12:18 
nonostante le nuove sanzione anti russia sponsorizzate al g7 il fronte anti si sta ingrossando:Cipro, Grecia, Repubblica Ceca e, per l’appunto, Bulgaria e Slovacchia.hanno espresso la loro contrarieta'a prosceguire su tale strada,stante anke la forte esposizione commenrciale ed economica con mosca,ci sono prob che tale gruppo possa presto ingrossarsi,in effetti i danni sono ingenti e si mettono a rischio pure numerosi posti di lavoro.............................. [:305] [:305]


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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 20/06/2015, 15:55 
TUTTI I DEBITI CHE LA GERMANIA NON HA MAI PAGATO! - DITELO ALLA MERKEL

La Germania, che fa tanto la moralizzatrice con gli altri Paesi europei, è andata in default due volte in un secolo e le sono stati condonati i debiti di due guerre mondiali per consentirle di riprendersi. Fra i Paesi che le hanno condonato i debiti, la Grecia, prima di tutto, che pure era molto povera, e l'Italia.

DA NON CREDERE, VERO?

Dopo la Grande Guerra, John Maynard Keynes sostenne che il conto salato chiesto dai Paesi vincitori agli sconfitti avrebbe reso impossibile alla Germania di avviare la rinascita. L'ammontare del debito di guerra equivaleva, in effetti, al 100% del Pil tedesco. Fatalmemte, nel 1923 si arrivò al grande default tedesco, con l'iperinflazione che distrusse la repubblica di Weimar. Adolf Hitler si rifiutò di onorare i debiti, i marchi risparmiati furono investiti per la rinascita economica e il riarmo, concluso, come si sa, con una seconda guerra, ben peggiore, in seguito alla quale a Berlino si richiese un secondo, enorme quantitativo di denaro da parte di numerosi Paesi. L'ammontare complessivo aveva raggiunto i 23 miliardi di dollari (di allora!)
La Germania sconfitta non avrebbe mai potuto pagare i debiti accumulati in due guerre, peraltro da essa stessa provocate.
Mentre i sovietici pretesero e ottennero il pagamento della somma loro spettante, fino all'ultimo centesimo, ottenuta anche facendo lavorare a costo zero migliaia di civili e prigionieri, il 24 agosto 1953 ben 21 Paesi, Belgio, Canada, Ceylon, Danimarca, Grecia, Iran, Irlanda, Italia, Liechtenstein, Lussemburgo, Norvegia, Pakistan, Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord, Repubblica francese, Spagna, Stati Uniti d'America, Svezia, Svizzera, Unione Sudafricana e Jugoslavia, con un trattato firmato a Londra le consentirono di dimezzare il debito del 50%, da 23 a 11,5 miliardi di dollari, dilazionato in 30 anni. In questo modo, la Germania poté evitare il default, che c'era di fatto. L'altro 50% avrebbe dovuto essere rimborsato dopo l'eventuale riunificazione delle due Germanie, ma nel 1990 l'allora cancelliere Kohl si oppose alla rinegoziazione dell'accordo, che avrebbe procurato un terzo default alla Germania. Italia e Grecia acconsentirono di non esigere il dovuto.

Immagine

Nell'ottobre 2010 la Germania ha finito di rimborsare i debiti imposti dal trattato del 1953 con il pagamento dell'ultimo debito per un importo di 69,9 milioni di euro.

Senza l'accordo di Londra che l'ha favorita come pochi, la Germania dovrebbe rimborsare debiti per altri 50 anni. E non ci sarebbe stata la forte crescita del secondo dopoguerra dell'economia tedesca, né Berlino avrebbe potuto entrare nella Banca Mondiale, nel Fondo Monetario Internazionale e nell'Organizzazione Mondiale del Commercio (che andrebbero aboliti tutti e tre, ma questo è un discorso a parte)

Quindi: che cos'ha da lamentare la Merkel, dal momento che il suo Paese ha subito e procurato difficoltà ben maggiori e che proprio dall'Italia e dalla Grecia ha ottenuto il dimezzamento delle somme dovute per i disastri provocati con la prima e la seconda guerra mondiale? La Grecia nel 1953 era molto povera, aveva un grande bisogno di quei soldi, e ne aveva sicuramente diritto, perché aggredita dalla Germania. Eppure... Perché nessun politico italiano ricorda ai tedeschi il debito non esigito?

http://www.nuovoilluminismo.com/2014/07 ... -ha_9.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 22/06/2015, 11:22 
Londra in protesta: migliaia di persone contro l'austerity

I cittadini inglesi hanno invaso le strade della capitale partendo dalla Banca d'Inghilterra fino a Westminister

http://video.corriere.it/londra-protest ... F020103COR



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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 22/06/2015, 13:11 
La televisione tace...

Inghilterra, Grecia... tutti zitti.



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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 22/06/2015, 13:51 
" ... come va? tutto Ok, tutto ok ...!" [:304]



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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 23/06/2015, 18:33 
L'euro non ha un problema, è il problema. Liam Fox, ex ministro della Difesa britannico

L'euro non ha un problema, è il problema, scrive sul Telegraph Liam Fox, deputato conservatore per il North Somerset ed ex Ministro britannico della Difesa,

Se la Grecia esce dalla zona euro o no (che sarebbe una farsa ancora più assurda), rimarrano un certo numero di verità scomode che il resto dei paesi europei dovranno affrontare. La prima è che la Grecia è uno Stato economicamente fallito, cosa che avrà implicazioni ben al di là dell'aspetto meramente finanziario. Molto prima che la crisi finanziaria colpisse l'economia mondiale nel 2008-09, la Grecia era già in difficoltà.

La combinazione di debolezza economica strutturale e elevati disavanzi strutturali sono stati aggravati da una cultura in cui l'evasione fiscale e la corruzione sono entrambe diffusi e, in larga misura, accettate.

Le autorità europee incaricate di sovrintendere alla moneta unica avrebbero dovuto agire allora. Il loro fallimento in tal senso è in parte da biasimare per la crisi di oggi.

Un Grexit non sarà una panacea, e potrebbe anche creare una serie di difficoltà. Anche se la Grecia lascia la moneta unica, avrà ancora problemi finanziari, almeno nel breve e medio termine, che devono essere affrontati e il pericolo è che possa essere risucchiata da russi e cinesi, diventando una passività strategica per il resto d'Europa e l'alleanza della Nato. La Russia è, per esempio, desiderosa di avere alleati che bloccano il rinnovo delle sanzioni UE.

Ma la tragedia greca è parte di un problema più ampio. La settimana scorsa, durante una visita in Macedonia, ho visto migranti africani e del Medio Oriente attraversare a piedi il paese per cercare di arrivare in un altro Stato dell'UE. Il fatto che non avevano neppure preso in considerazione l'idea di fermarsi in Grecia la dice lunga su come il paese è visto a livello internazionale.

La seconda verità scomoda da affrontare è che l'euro è un progetto fondamentalmente errato. Questo, naturalmente, non è una sorpresa per quelli di noi che lo hanno predetto prima dell'inizio dei guai. La fretta con cui è stato creato e il fatto che è sempre stato più un progetto politico che economico, ha costruito instabilità cronica nella sua architettura.

Ora abbiamo raggiunto il punto in cui l'euro non ha un problema - l'euro è il problema. Paesi con valori anomali devono lasciare l'eurozona oi paesi all'interno della zona euro devono muoversi lungo il sentiero della piena unione politica, economica e monetaria.

La prima opzione, prosegue Fox è impopolare perché vedere le economie dell'Europa meridionale lasciare l'eurozona sarebbe un enorme passo indietro per coloro che hanno del concetto di unione sempre più stretta una visione quasi religiosa.

Per l'altro outlier, la Germania, di lasciare (una logica se l'opzione politicamente irrealistica) priverebbe l'utilizzo che di una moneta estremamente sottovalutata per la propria forza economica.

Si tratta di una delle verità non dette del progetto dell'euro che mentre i politici tedeschi e contribuenti lamentano il costo del mantenimento di alcuni dei loro partner economici più deboli, è la stessa Germania, che ha beneficiato enormemente del valore dell'euro in termini di commercio internazionale.

Per quanto riguarda una più stretta unione, ci sarebbe in primo luogo da convincere i popoli europei che si tratta di una buona idea, seguita dalla modifica del trattato al quale i leader europei sono così avversi, come governo di Londra sta scoprendo.

La mancanza di appetito per entrambe le soluzioni nelle capitali europee testimonia la mancanza di una vera leadership in un momento in cui ce ne sarebbe bisogno.

La terza verità scomoda è che la crisi greca ha profonde implicazioni per la stessa Unione europea e per le sue strutture democratiche: non è più importante quello che gli elettori vogliono o il modo in cui votano alle elezioni nazionali. Finché sono membri della zona euro, gli Stati saranno costretti ad accettare l'ortodossia economica proveniente da Berlino.

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews ... 1&pg=12069


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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 25/06/2015, 17:53 
Da contropiano.org

E' tempo di soluzioni alternative al massacro sociale su cui le classi dominanti hanno costruito l'Unione Europea. Quanto avviene in Grecia suona come un monito per le classi popolari in tutti i paesi Pigs e per quelli periferici. Da qualche parte e in ogni modo occorre cominciare a praticare la rottura con l'Unione Europea e la gabbia dell'euro. L'appello scaturito dalla discussione del forum euromediterraneo di Napoli e da incontri analoghi in altri paesi, comincia a definire i percorsi di coordinamento e convergenza possibili.

Per una alternativa di sopravvivenza e progresso sociale, contro la guerra sociale e le guerre militari imposte da classi dominanti che nell'Unione Europea fondano sulla disuguaglianza e la coercizione la "loro" egemonia sugli interessi popolari. Si muovono dunque i primi passi di un percorso coordinato per una sinistra popolare, anticapitalista e internazionalista in Europa. Qui di seguito il testo dell'appello Eurostop e i primi firmatari:

EUROSTOP

Il sistema edificato dalle classi dominanti e dalle oligarchie sui paesi dell’Unione Europea è sottoposto a critiche, opposizioni e contraddizioni crescenti.

Il progetto di Unione Europea si trova a fare i conti con la crisi e la competizione globale, utilizzando le misure di austerity per scaricare tutte le conseguenze di queste contraddizioni sui lavoratori e i settori popolari, negando ogni autodeterminazione dei popoli sul loro futuro.

In molti paesi si vanno sviluppando movimenti popolari e democratici che si battono contro il lavoro flessibile e per l’aumento dei salari, dicono basta con i diktat delle istituzioni politiche e finanziarie, chiedono il ripudio del debito, il superamento dell’Unione Europea, l’uscita dalla gabbia dell’euro e dalla Nato, lo stop ai negoziati del Ttip.

In alcuni paesi questi movimenti sono espressione delle forze progressiste, dei sindacati e dei movimenti sociali, in altri sono invece i partiti della destra nazionalista e xenofoba.

Ma i primi hanno come obiettivo la giustizia e l’emancipazione sociale, i secondi la guerra tra i poveri e contro i più deboli.

Riteniamo che sia tempo di collegare le forze politiche, sociali, sindacali e antifasciste, intorno a soluzioni alternative rispetto a quelle misure antipopolari e antidemocratiche imposte dalle oligarchie e dall’Unione Europea in un clima dove più pericolose si fanno le tendenze alla guerra.

Le forze di classe e progressiste dei paesi euromediterranei, più devastati dai diktat imposti da Ue, Bce, Fmi e Nato, devono collegarsi a agire comunemente:

- Per uscire dalla gabbia dell’euro

- Per superare l’Unione Europea costruita sull’Europa dalle classi dominanti

- Per uscire dalla Nato

- Per bloccare definitivamente il Ttip

E’ tempo di agire in modo coordinato, a cominciare da un portale web in più lingue che faciliti il confronto, le campagne e l’azione comune e con incontri periodici nei vari paesi che consentano di procedere più efficacemente su una agenda di mobilitazione comune e coordinata.

Primi firmatari:

IRENE ALBERICI, insegnante, Ross@

JOAQUIN ARRIOLA, economista, università del Pais Vasco (Spagna)

GIUSEPPE ARAGNO - Storico, Università Federico II di Napoli

ANGELO BARACCA, fisico, università di Firenze

MARCO BALDASSARRI docente universitario, ricercatore in filosofia

DIMITRIS BELANTIS, membro del comitato centrale di Syriza (Grecia)

FABRIZIO CAPOCCETTI, insegnante, ricercatore in filosofia

SERGIO CARARO, direttore di Contropiano

FRANCESCO SAVERIO CARUSO - Docente Università di Catanzaro

MAURO CASADIO, segreteria della Rete dei Comunisti

JOAN SEBASTIÀ COLOMER, esponente di Endavant e Cup (Catalogna)

GIORGIO CREMASCHI, co-presidente Forum Diritti Lavoro

MANLIO DINUCCI, saggista e giornalista

CARLO FORMENTI, docente di scienze sociali univ. di Lecce e giornalista

MICHELE FRANCO, attivista politico, Napoli

GIORGIO GATTEI, storico dell'economia, università di Bologna

ANDREA GENOVESE - Docente Universitario - Universita' di Sheffield (Gran Bretagna)

VALTER LORENZI, attivista politico, Pisa

RITA MARTUFI, ricercatrice del Cestes

LUIGI MARINELLI, sindacalista

DIEGO MELEGARI insegnante, ricercatore in filosofia

MANUELA PALERMI, segreteria del Partito Comunista d'Italia

PIETRO RINALDI - Avvocato, Consigliere comunale di Napoli

ROSA SCHIANO, attivista internazionalista

MARCO SANTOPADRE, giornalista e attivista politico

ERNESTO SCREPANTI, economista, università di Siena

JOAN TAFALLA, storico, Espai Marx (Barcellona)

LUCIANO VASAPOLLO, economista, università di Roma

LEONIDAS VATIKIOTIS, economista, membro di Antarsya (Grecia)

NICOLA VETRANO - Giuristi Democratici – Napoli

NICO VOX, sindacalista, Forum Diritti Lavoro

STEFANO ZAI, ingegnere, Ross@

Fonte: Contropiano

http://www.lantidiplomatico.it/dettnews ... 1&pg=12124

e'opportuno cercare di unire tutte le forze che possono riconoscersi in questo pensiero senza distinzioni di ideologie,l'importante e' l'obbiettivo,poi raggiunto,ognuno x la propria strada.............. [:289] [:289]


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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 28/06/2015, 12:02 
Diffondere una Campagna europea a sostegno della Grecia e del suo governo democratico nella difficile negoziazione per il ripristino dei diritti del popolo greco e dei popoli europei

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E' importantissimo far sentire in questi giorni, la voce dei cittadini europei a favore delle posizioni del legittimo e democratico governo greco che si sta battendo per una revisione e del debito. Un debito che è nato privato ed è diventato "pubblico" solo per salvare banche e istituzioni finanziarie (nord europee) che hanno speculato e giocato col fuoco dei derivati.

La battaglia della Grecia è la battaglia di tutti i cittadini europei contro le elites nazionali e internazionali dell'1-10% che negli anni della crisi si sono arricchiti oltre ogni limite a danno dei lavoratori, dei precari dei disoccupati.

L'Europa avrà un futuro solo se sarà ripristinato un equilibrio sostenibile tra paesi del nord e paesi del sud, solo se la ricchezza sarà ridistribuita all'interno dei singoli paesi, solo se le istituzioni finanziarie torneranno a rispondere ai governi democratici.

Lanciamo e diffondiamo una campagna europea a sostegno del governo greco. Dagli esiti della negoziazione in corso, dipenderà il futuro del nostro continente e delle generazioni future.

https://www.change.org/p/cittadini-euro ... li-europei



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 Oggetto del messaggio: Re: Il declino dell'Unione Europea
MessaggioInviato: 28/06/2015, 13:55 
Se questa è l'Europa ......


L’Ue ci impone il formaggio senza latte
La qualità dei prodotti caseari italiani è tutelata da una legge del 1974. Ma l’Unione europea è convinta che si tratti di una norma anti-concorrenza

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Uno spettro si aggira per l’Europa: il formaggio senza latte, cioè fatto con la cartina. L’Italia (a differenza di altri Paesi) ha una legge severa che impone di fare tutti i formaggi usando il latte vero, e proibisce l’uso dei succedanei. Ma adesso la Commissione europea ci ha inviato una diffida, per imporre «la fine del divieto di detenzione e utilizzo di latte in polvere, latte concentrato e latte ricostituito nella fabbricazione dei prodotti lattiero-caseari».



In parole povere Bruxelles decide che per adeguarci alle schifezze in uso negli altri Paesi europei dobbiamo permettere anche noi la produzione del formaggio «zero latte». E per raggiungere questo bel risultato la Commissione Ue si è presa il disturbo e la fatica di mandarci una lettera ufficiale di messa in mora per infrazione. Non è così che si aumenta il prestigio e la legittimità delle istituzioni europee.


Del resto Bruxelles ha già dato via libera al cioccolato senza cacao, al vino senza uva e alla carne annacquata. Adesso con il formaggio senza latte «siamo di fronte all’ennesimo diktat di un’Europa che tentenna su emergenze storiche come l’emigrazione» denuncia il presidente della Coldiretti Roberto Moncalvo, «ma poi è pronta ad assecondare le lobby che vogliono costringerci ad abbassare gli standard qualitativi dei nostri prodotti alimentari».

http://www.lastampa.it/2015/06/28/econo ... agina.html



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