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MessaggioInviato: 29/10/2012, 12:31 
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rmnd ha scritto:

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Thethirdeye ha scritto:

Russia: scomparso cargo con 700 tonn.oro
In Estremo Oriente. Equipaggio da 9 a 11 marinai

29 ottobre, 11:03

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 08499.html

Nessuna traccia ancora del cargo scomparso ieri nel mare di Okhotsk, estremo oriente russo, con a bordo un equipaggio da nove a undici marinai (a seconda delle fonti) e un carico di 700 tonnellate di minerale d'oro: a complicare le operazioni di ricerca, dopo il lancio di una richiesta di soccorso durante una tempesta, sono le cattive condizioni meteo, con pioggia e neve. Il vascello, partito dal porto di Kiran, era diretto al porto di Okhotsk.




Non vorrei dire una fesseria. la butto lì. qualche esperto in minerali ci sarà nel forum o no?
Ma un minerale d'oro nelle migliori delle ipotesi contiene 5 grammi d'oro per tonnellata.
quindi su quella nave ci sono al più 3,5kg d'oro?


Aah minerale d'oro non oro puro...
se fosse come dici allora è niente de che!


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MessaggioInviato: 29/10/2012, 13:13 
MA il MINERALE D'ORO non è ORO puro -.- saranno 5\10 kg d'oro comunque una bella somma per un comune mortale rispetto alle tonnellate D'ORO non sono praticamente nulla



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la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
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MessaggioInviato: 29/10/2012, 14:12 
Cita:
rmnd ha scritto:
Non vorrei dire una fesseria. la butto lì. qualche esperto in minerali ci sarà nel forum o no?
Ma un minerale d'oro nelle migliori delle ipotesi contiene 5 grammi d'oro per tonnellata.
quindi su quella nave ci sono al più 3,5kg d'oro?


Ma pensa te.... [:)]

se così fosse, allora, sarebbe da capire perchè
una notizia così insignificante venga riportata
nella prima pagina dell'ANSA.

Non gli bastano le notizie allucinanti che riportano
ogni giorno?

Inoltre, se fosse stato ORO PURO, come dice giustamente
superza, non avrebbero ingaggiato solo un equipaggio
composto da otto persone.....

Allucinante....



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 30/10/2012, 15:17 
Un estratto del lemma "guerra" tratto da wikipedia http://it.wikipedia.org/wiki/Guerra

Un passo su cui penso valga la pena riflettere.

Cita:
... In vista dei conflitti, gli Stati accumulano riserve anche sotto forma di oro, investimento in sé poco conveniente perché non genera interessi, diversamente dagli strumenti finanziari o da un investimento produttivo. Tuttavia, l'oro conserva il suo valore nel tempo, mentre le valute si possono deprezzare e gli strumenti finanziari sono soggetti a rischio. La disponibilità di oro rappresenta quindi la garanzia che in cambio si potranno ottenere anche in futuro le risorse necessarie per i bisogni della guerra...


e sul quale vi invito a leggere questo articolo

Il Grande Inganno: l’oro e la guerra

Prima del 1914 un’oncia d’oro valeva 20 dollari in United States Note. Con una banconota da 20 dollari si comprava, al netto delle spese di cambio, una moneta d’oro del peso di gr. 31 circa. Oggi occorrono 50 banconote da 20 dollari (Federal Reserve Notes) per comprare la stessa moneta d’oro, ammesso che sia disponibile.
Il che sembra ovvio o, meglio, “fisiologico”. Tutto si spiegherebbe con la perdita, nel corso del tempo, del potere d’acquisto della moneta, ignorando il fatto che chiunque ne faccia uso deve simultaneamente farsi carico di un debito e assumere l’onere perpetuo di pagarne gli interessi.
Il che, beninteso, non è evidente, ma grazie alle alchimie politiche e alla scienza attuariale è economicamente corretto, anche se eticamente truffaldino.

La moneta a corso legale, infatti, non è soltanto un mezzo di pagamento, ma può diventare, con estrema facilità, lo strumento di speculazione del capitale privato.
Chi non ci crede, potrebbe dare un’occhiata al capitale di Bankitalia o della BCE in regime Euro (nell’anno Domini 2011). Ma dovrebbe anche chiedersi perché a Londra esiste il LBMA (London Bullion Market Association), inaccessibile luogo in cui viene quotidianamente fissato il prezzo dell’oro sul mercato mondiale.

Che la cosa avvenga dal 1919 (l’anno dei diffusi sospetti) è poco convincente, anche se rivestita di ufficialità. La pratica infatti risale al 1815, ma il vero precedente è del 1773. Allora l’idea di Mayer Amschel Bauer diventa tecnica finanziaria che condizionerà l’economia dell’età contemporanea.
Costui (Mayer Amschel) ha una piccola bottega a Francoforte sul Meno, ma non è artigiano, bensì mercante d’oro, come lo chiameranno più tardi almeno due generazioni di regnanti inglesi, cioè “The Goldsmith” (che significa anche “gold dealer”). Appellativo che gli resterà appiccicato anche quando suo figlio, Nathan Mayer, sarà nominato baronetto da Re Carlo III (dinastia Hanover) e da questi assunto in via permanente alla corte britannica, in qualità di consigliere economico di Sua Maestà.

L’idea (sulle prime assai peregrina) di Mayer Amschel Bauer consiste nel finanziare il Re (in oro) a patto che questi gli affidi il compito esclusivo di esattore delle imposte, ferma restando la facoltà del finanziatore di negoziare i certificati di deposito equivalenti su piazze diverse.
Il progetto è geniale, ma per realizzarlo occorre entrare nel giro della “Judengasse”, dove l’oro si scambia col denaro liquido in cospicue quantità e ben oltre la competenza di meno nobili strozzini che prosperano nei vicoli adiacenti.

Nel salto di qualità è anche opportuno assumere un nuovo cognome, che (per legge) si deve cambiare. Lo suggerisce uno scudo rosso (Roth-Schild), simbolo che troneggia sopra la vecchia bottega del banco dei pegni. Mayer Amschel diventa Rothschild. Ma è solo il primo passo. Occorre coinvolgere i grandi “Gold Dealers” di Francoforte, invitandoli a impiegare i loro sostanziosi capitali in operazioni più redditizie (rispetto a quelle correnti e limitate alla sola piazza della città sul Meno). Maestro nell’arte della persuasione e assai dotato di fiuto diplomatico, Rothschild instaura una sorta di colossale gioco senza frontiere, puntando l’intera posta sul tallone d’Achille delle grandi potenze, il bilancio.
Pretese imperialistiche e fermenti sociali non sono per lui che segnali indicatori del giusto investimento dei crescenti capitali di cui egli può gradualmente disporre.

L’oro è “moneta” internazionale, capace di comprare popoli e sovrani e di sostituirsi alle banconote correnti (lo sanno i monarchi sognatori e i rivoluzionari che rincorrono utopie). Ma può diventare un vincolo o costituire viceversa credenziale necessaria (e non sempre, sufficiente) alle manovre finanziarie che le circostanze politiche possono giustificare. Tutte cose che Rothschild intuisce, prevedendo possibilità di guadagno sulla convertibilità della moneta, ma lucrando anche sulla negoziazione dei certificati di deposito che l’equivalente in oro dovrebbero rappresentare. Fra controversie mai pienamente definite, nasce così il gold-standard.

Ma il dubbio sulla concreta esistenza d’una riserva aurea (corrispondente alla circolante moneta) è secolare, come del resto quello sulla variabilità del rapporto oro/moneta.
L’idea del Rothschild diventa comunque, nell’Europa rivoluzionaria e nei decenni a venire, criterio monetario, in base al quale si crea moneta e si lucra sul gettito fiscale.
Questo è possibile anche quando dell’oro non si dispone (o se ne è perso il possesso). Come?
Contrattando i certificati di deposito equivalenti alle Borse di Parigi, Londra e Francoforte, per farne fra l’altro riserva sostitutiva che giustifichi l’emissione di altre banconote (nel linguaggio Fed, “legal tender”), cioè denaro d’uso corrente.

Nella circostanza (al tempo dell’”illuminato” Mayer Amschel) si prospetta al Re l’opportunità di tutelare la difesa del Regno, acquistando armamenti.
L’oro, in caso di guerra, è garanzia reale, ma nei mercati finanziari si trattano i titoli che lo rappresentano. Lo impareranno, a loro spese, il Bonaparte a Waterloo e, centotrenta anni più tardi, Adolf Hitler.
S’inaugura così l’economia speculativa del libero mercato che mal sopporta gli equilibri politici e vede, nel conflitto armato, ghiotte occasioni di guadagno.

Rothschild si garantisce l’esclusiva competenza sulla negoziabilità dei certificati di deposito e l’eventuale agganciamento al gold-standard, costituendo Rothschild Houses, a Londra, Parigi, Vienna e Napoli, alla cui guida il neo banchiere colloca (Francoforte compresa) i suoi cinque figli.
L’ordine è imperativo: prima di cedere l’oro al Re, gli si fa sottoscrivere un contratto, in cui egli riconosce il debito (del regno) e autorizza il finanziatore ad emettere moneta, in quantità equivalente, attraverso una o più banche. Vale in tal senso il noto certificato di deposito, sottoscritto dal monarca, che dell’oro ha bisogno, per fare una guerra o soffocare una rivoluzione (oppure, come spesso accade, per risanare il bilancio). La convertibilità dell’oro in moneta corrente è utilissima nel caso in cui il Re diventasse insolvente o rifiutasse di seguire certi consigli politici. I cospiratori in tali evenienze si pagano in banconote, così come le rivoluzioni che, senza soldi, non si possono fare.

Nello stesso modo si finanziano anche le forze reazionarie, purché il successivo governo, nato dalla restaurazione, affidi a Casa Rothschild il controllo della finanza pubblica.
Il Network dello Scudo Rosso funziona alla perfezione, visti i tempi che corrono in Europa e nel Nuovo Mondo, dove la Corona inglese rischia di perdere il controllo politico e monetario della sua colonia nordamericana. Il capostipite dei Rothschild, oltre che astuto mercante, è attento osservatore di una società in fermento, in cui le tensioni fra classi s’avvicinano al punto di rottura, mentre si va affermando nel Vecchio Continente la forza del “Terzo Stato” o Borghesia.

Il Teatro europeo sembra ideale campo di applicazione della tecnica generatrice del debito pubblico permanente, per mezzo della quale si può trasformare il patrimonio nazionale in capitale privato.
Essa è suggerita dal principio secondo cui il denaro (alias certificato di deposito in oro, la cui concreta esistenza può anche essere ipotetica) è mezzo di pagamento liberatorio dai vincoli di un debito, che pur dipende dal… dove e quando. Cioè dalla diversa valutazione dell’oro o del certificato che lo rappresenta. Questo spiega, fra l’altro, perché Edoardo III nel 1345 rifiutò di aderire alle richieste del banchiere Bardi di Firenze. Infatti, perdurando allora la Guerra dei Cent’Anni, la quotazione dell’oro era alle stelle nel Regno Inglese (grazie all’alta richiesta del metallo prezioso, destinato all’acquisto di armi e alla costituzione di nuovi eserciti) e costituiva pretesto per non soddisfare le pretese del banchiere fiorentino (che chiedeva, documenti alla mano, la restituzione della stessa quantità d’oro a suo tempo prestata al Monarca).

Capitale che, convertito in fiorini, “valea un Regno” come ci racconta il Villani, perché riferito al prezzo dell’oro, ma in circostanze e tempi diversi.
Quattrocento anni dopo, grazie al suo intuito, Rothschild può ovviare all’inconveniente mettendo in gioco i mercati finanziari (Amsterdam, Londra, Francoforte e più tardi Parigi e New York), nei quali sono negoziati i certificati di deposito. Di mezzo c’è sempre “Re Mida”, che ha messo insieme un bel mucchio di questi documenti rappresentativi e intende investirli dove l’oro vale di più: sulla piazza in cui c’è maggiore richiesta, perché si prevede una guerra e un aumento di spesa per gli armamenti, oppure un moto rivoluzionario e la fornitura d’armi e denaro agli insorti. Il clima teso, originato da spinte imperialistiche e prospettive d’indipendenza, agevola l’impiego di capitali (oro o corrispondenti certificati).

Ma, come già osservato, se il Re deve fare la guerra, il prezzo dell’oro sale. Di conseguenza uno scaltro investitore, messo nelle condizioni di poterlo fare, favorisce lo scoppio del conflitto, nascondendo opportunamente i meno nobili intenti che lo causano.
Il banchiere del Re, che non può ignorare i rapidi sviluppi del razional-liberalismo, troverà infatti buone occasioni d’investimento nel finanziare anche quelli che al Re si oppongono, a condizione che l’”affidamento” (o debito) sia poi pagato sotto forma di tributo dai cittadini contribuenti. Il ruolo del banchiere prevede dunque l’eventualità ch’egli possa, all’occorrenza, farsi portavoce di masse oppresse, se ciò favorisce i suoi obiettivi finanziari, non escludendo l’ipotesi di un proprio decisivo sostegno al presunto oppressore, contro cui sarà legittimo finanziare una guerra di liberazione. Quest’ultima rientra in tal modo nel novero delle guerre giuste, finanziariamente sostenute, allo scopo di trarne comunque un profitto.

Casa Rothschild diventa specialista del settore e opera attraverso una rete di selezionati agenti, sparsi in Europa, Asia e le due Americhe.
Nella Francia di Luigi XVI si nota l’allarmante aggravarsi del debito pubblico che sfiora nel 1783 il picco insostenibile di 1.640 milioni di “livres”, grazie alle incaute manovre del Ministro delle Finanze Calonne, che già è ricorso al mercato dell’oro gestito dal Rothschild. Le tasse a carico dei contadini non bastano a pagare gli interessi. S’impone la famigerata “taglia”, classica goccia che fa traboccare il vaso. E il resto che segue è noto. I titoli del Regno francese sono trattati alla Borsa di Francoforte e Londra che ne determinano un sensibile calo, tanto da indurre Parigi a sospendere le contrattazioni. Al Re che non paga si taglia la testa e… nasce l’età contemporanea. A Londra si costituiscono le prime “Accepting Houses” nei cui forzieri è custodita gran parte del Tesoro della Corona francese. La regìa della finanza londinese è affidata a Nathan Mayer Rothschild, il quale propone l’immediato sganciamento della sterlina dal gold standard quando si forma la Settima Coalizione che a Waterloo dovrà porre fine all’aggressività e ai sogni utopistici del Bonaparte, che da anni saccheggia l’oro di mezza Europa, Nord Africa e Russia. Sono queste le due facce del gold standard, sorta di feticcio che nasconde da un lato le virtù del Sacro Graal e nel rovescio il codice della perfetta fregatura.

Gli Stati Uniti hanno conquistato l’indipendenza politica, ma l’economia americana è sempre più schiava del “Metodo Rothschild”, grazie ad un meccanismo funzionale alla pratica del noto Fiat Money, che molti già chiamano London Connection.
Qualcosa che ricorda il “Trick or trade?” e la tradizione di Halloween. Si tramanda anch’essa da padre in figlio, come le generazioni di banchieri internazionali.
Così, le crisi economiche, ricorrenti dal 1837, quasi eguagliano in frequenza gli scherzetti di fine ottobre, come l’ordine di richiamo, improvviso e ingiustificato, dei “crediti a breve termine” e simili stregonerie bancarie. È il trucco che negli States (e non solo) causa insolvenze a catena, crack finanziari e sindromi da panico collettivo. Il trade è l’ovvia fase successiva che, tradotta, significa aumento del tasso di sconto e del gettito fiscale, diminuzione del potere d’acquisto della moneta e ulteriore indebitamento pubblico.

In questo modo indipendenza e autonomia (politica ed economica) vanno a farsi benedire.
Nel complesso gioco imperialistico del primo Novecento, si misurano astuzia finanziaria e la potenza delle armi, perché la posta in palio è il controllo dei territori ricchi di materie prime e, in particolare come già ricordato, del petrolio.
L’indebitamento dello Stato precede dunque l’emissione di moneta, cioè un flusso di liquidità da impiegare con urgenza per non causare ulteriore inflazione e passivi insostenibili.
I mercati finanziari stimolano così gli investimenti pubblici, obbligando lo Stato ad aumentare le spese per gli armamenti.

Cosa fa uno Stato indebitato e ben provvisto di armi? Cerca di usarle, per limitare il passivo. E poi perché le armi non impiegate sono inutili – servono come deterrente, ma non migliorano i bilanci – il loro impiego, dietro i più banali pretesti e le più artefatte provocazioni, può trasformare un passivo in attivo, fino a quando non interviene un altro Stato, pieno di debiti, ma armato fino ai denti che è costretto a proporsi come belligerante. Una sorta di reazione a catena, come quella ben meditata dai Rothschild, nel periodo che precede la Prima Guerra Mondiale. Debito, economia instabile, passivi insostenibili, ampia disponibilità di armamenti, obbligo al loro impiego, guerra.
Ecco lo scenario che si delinea in Europa, all’indomani dell’entrata in vigore del Federal Reserve Act (gennaio 1914), quando inizia la piena attività della Federal Reserve Bank of New York, strumento operativo della Bank of England, che a sua volta è in stretta connessione con la House of Rothschild.

Woodrow Wilson è ottimo giurista che non prescrive rimedi, come egli stesso confessa. Lasciando intendere che corruzione e degrado morale possono serpeggiare al Congresso e alla Casa Bianca, sotto gli occhi del Presidente, come se non fosse sua competenza e dovere adottare opportuni provvedimenti per eliminarli. A Washington però come nell’Atene di Pericle, libertà e democrazia sono miti dell’Olimpo, che vendono bene. Basta confezionarli come pregiata merce d’esportazione.
All’uopo viene fondata l’American International Corporation, secondogenita del Federal Reserve System e gigantesca rete del Corporate Banking.
La politica americana, che non rinuncia al costante richiamo al suo breviario mitologico, inaugura così la grande missione di propaganda fede, secondo un nuovo, perfezionato rituale, capace di nascondere, all’ombra di un mito, il raggiro e la truffa, pur evidenti, ma tanto consueti da essere infine ammissibili, perché origine di un mortificante, colossale e inconfessabile equivoco

http://www.disinformazione.it/oro_il_grande_inganno.htm



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MessaggioInviato: 31/10/2012, 13:55 
Chi è l'Uomo il più Ricco della Terra?

Sapete dare una risposta alla domanda posta nel titolo?

Forse già intuisco quali possono essere le vostre risposte:
I Rothschild? I Rockefeller? I banchieri Internazionali? Bill Gates? Gli Illuminati?
A tutto questo ero tentato di credere anch'io fino a non molto tempo fa; ma leggendo l'articolo sotto vi renderete conto che manca un individuo all'appello, cioè due, eccoli qua:

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Adolfo Nicolas, Supremo Comandante dei Gesuiti, "Il Papa Nero" (a destra)
Papa Benedetto XVI, "Il Papa Bianco" (a sinistra), agli ordini del Supremo Comandante dei Gesuiti


L'articolo sotto è la traduzione del Capitolo 10 tratto dal libro Smokescreens di Jack T. Chick. Il libro è del 1983, ma i fatti che elenca non sono certo cambiati di molto da allora.
Alcuni documentari di (dis)informazione sul Nuovo Ordine Mondiale si concentrano sulla realtà storica del personaggio dal nome di Gesù Cristo. A noi, più "modestamente", interessa invece conoscere la realtà storica della ricchezza della Chiesa Cattolica Romana e la sua influenza sugli affari del mondo. Se è vero che il Mondo è controllato da chi detiene denaro e ricchezze, l'ipotesi che i Gesuiti, reali controllori del Vaticano, abbiano avuto e abbiano tutt'ora un'influenza predominante sugli eventi mondiali è da prendere seriamente in considerazione. I Rothschild sono emersi nel '700, la Chiesa Romana c'è da 2000 anni; duemila anni di accumulazione di ricchezze. I Gesuiti ora controllano tutta questa ricchezza. La loro influenza è quindi così grande che, sembrerà strano, essi sono anche in primo piano nell'implementazione della Nuova Religione Mondiale, il falso opposto della Satanica Chiesa Romana; infatti, come scritto in nell'articolo dal titolo Lo Scopo Occulto delle Nazioni Unite rivelato dai loro stessi scritti, il Gesuita Teilhard de Chardin è Padre Ispiratore del Movimento New Age tanto quanto lo sono le due Alte Sacerdotesse Teosofiche Madame Blavatsky e Alice Bailey.

di Jack T. Chick
Smokescreens (1983), Capitolo 10
traduzione: http://nwo-truthresearch.blogspot.com

Vi ricordate quando il Papa è venuto negli Stati Uniti? E i suoi rimproveri per la nostra mancanza di misericordia? E che dovremmo lasciare ai poveri quello che abbiamo? Noi siamo una nazione ricca. E allora, non ricordiamo il grande terremoto che è avvenuto nel 1980 in Italia? Mi ricordo di quando il Papa andò in quest'area in rovina, si avvicinò al capezzale di un povero insignificante uomo italiano ferito e quindi gli posò benevolmente la mano sulla testa e si fece il segno della croce, benedisse l'uomo e si allontanò.

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Giovanni Paolo II "Pellegrinaggio della Fede"

E i telegiornali ci raccontarono della devastazione. E poi tagliarono verso gli Stati Uniti e il senatore Kennedy, mentre guardava la telecamera con occhi tristi, disse:"Oh, noi americani, presi dalla misericordia dovremmo inviare almeno 45 milioni di dollari per questo paese devastato in modo da poterlo ricostruire."
Ricordate questo? Ora fatemi leggere qualcosa da THE VATICAN BILLIONS di Avro Manhattan, penso che impazzirete come lo sono io adesso. Voglio portare la vostra attenzione sul fatto che queste informazioni furono pubblicate 10 anni fa, e le cifre sono probabilmente ancora più sorprendenti oggi.(si parla del 1983, anno si pubblicazione del libro, ma la stessa affermazione vale anche per il 2011, perché non ci sembra che sia cambiato molto da allora, n.d.t.)

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"Il Vaticano ha grandi investimenti con i Rothschild in Gran Bretagna, Francia e America; con la Hambros Bank, con la Credit Suisse di Londra e Zurigo. Negli Stati Uniti ha grossi investimenti con la Banca Morgan, la Chase Manhattan Bank, la First National Bank di New York, la Bankers Trust Company e altre. Il Vaticano ha miliardi di azioni delle società internazionali più potenti come Gulf Oil, Shell, General Motors, Bethlehem Steel, General Electric, International Business Machines, TWA, ecc. e, ad una stima prudenziale, questi ammontano a più di 500 milioni di dollari nei soli Stati Uniti."
"In una dichiarazione pubblicata in connessione con un prospetto obbligazionario, l'arcidiocesi di Boston elencava il suo attivo a Seicentotrentacinque milioni di dollari ($635,891,004), cioè 9,9 volte le sue passività. Questo lasciava un patrimonio netto di Cinquecentosettantuno milioni di dollari ($571,704,953). Non è difficile scoprire la ricchezza veramente sorprendente della Chiesa, una volta che aggiungiamo le ricchezze delle 28 arcidiocesi e delle 122 diocesi degli Stati Uniti, diverse delle quali sono ricche tanto quanto quella di Boston."

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"Qualche stima sul patrimonio immobiliare e su altre forme di ricchezza controllate dalla Chiesa Cattolica può essere raccolta dal commento di un membro della Conferenza Cattolica di New York, vale a dire 'che la sua chiesa probabilmente si classifica seconda solo al Governo degli Stati Uniti negli acquisti totali annui'. Un'altra affermazione a diffusione nazionale fatta da un prete cattolico, forse è ancora più significativa. 'La Chiesa Cattolica' egli disse, 'deve essere la più grande corporation negli Stati Uniti. Abbiamo una filiale in ogni quartiere. Il nostro patrimonio immobiliare e le partecipazioni devono superare quelle di Standard Oil, A.T.&T. e U.S Steel messe insieme. E il nostro elenco di membri che devono rimborsarci i debiti deve essere secondo solo ai rotoli fiscali del Governo degli Stati Uniti."

"La Chiesa Cattolica, una volta che sono stati messi insieme tutti i suoi patrimoni, è l'agente di borsa più formidabile del mondo. Il Vaticano, indipendentemente dal papa che vi si insedia, si è orientato sempre più verso gli Stati Uniti. Il Wall Street Journal ha detto che gli affari del Vaticano nei soli Stati Uniti erano così grandi che spesso esso ha comprato e venduto oro in lotti di milioni di dollari o più in una sola volta."

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"Il World Magazine delle Nazioni Unite ha stimato a diversi miliardi di dollari l'ammontare del tesoro in oro massiccio del Vaticano. Una gran massa di questo viene depositato in lingotti d'oro nella Federal Reserve Bank, mentre le banche di Svizzera e Inghilterra detengono il resto. Ma questa è solo una piccola parte delle ricchezze del Vaticano che, nei soli Stati Uniti, è superiore a quella delle cinque più ricche e giganti corporation del paese. Quando a ciò aggiungiamo tutto il patrimonio immobiliare, le proprietà, i titoli e le azioni all'estero, allora l'impressionante ricchezza della Chiesa Cattolica diventa così formidabile da sfidare qualsiasi valutazione razionale."

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L'oscena ostentazione della ricchezza vaticana

"La Chiesa Cattolica è la più grande potenza finanziaria, accumulatrice di ricchezza e di proprietà che sia mai esistita. Possiede ricchezze materiali più di ogni altra singola istituzione, corporation, banca, cartello gigante, governo o stato nel mondo intero. Il papa, come capo visibile di questo ammassamento di ricchezza, di conseguenza, è il più ricco individuo del XX secolo. Nessuno può realisticamente valutare quanto egli vale, in termini di miliardi di dollari."

E ripenso a quel Papa, l'uomo più ricco del pianeta, che mise la mano sulla testa a quel povero insignificante uomo italiano che giaceva in quelle macerie dicendogli:"Dio ti benedica", e se ne andò via lasciandolo li da solo. Quanta dev'essere alta l'ipocrisia. E poi il Senatore Kennedy, il papa boy degli Stati Uniti fa il grande passo verso il popolo degli Stati Uniti pagando il conto per riparare quel villaggio devastato, che sta proprio nel cortile del Papa. Che bel gesto!

link articolo originale:http://www.chick.com/reading/books/153/153_10.asp

Potrebbe essere utile anche la lettura di questo libro: L'oro del Vaticano

Su Amazon il libro è introdotto così:

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"Nel corso dei secoli, le proprietà della Santa Sede si sono accumulate fino a formare un vero e proprio tesoro. Ben lontani dallo spirito apostolico e dallo spirito di umiltà e povertà raccomandato da Cristo, i rappresentanti di Dio in terra hanno edificato una complessa amministrazione per preservare, accrescere e controllare immobili, opere d'arte, monumenti, ori e denari. Vi sono le tombe faraoniche in marmo e oro di cardinali e papi, le decorazioni inestimabili di altari e volte, le collezioni di quadri, statue e preziosi esposte nei Musei Vaticani, nel Museo Lateranense e in altre collezioni della Santa Sede, i sigilli d'oro custoditi nell'Archivio Segreto e i tesori della Biblioteca. C'è il denaro accumulato dallo Stato Pontificio dalle origini al 1870, e poi la fondazione degli istituti bancari dello IOR e dell'APSA e i capitali custoditi nelle Isole Cayman, un autentico Fort Knox fuori da ogni legge. Inoltre le prelature come l'Opus Dei, solo teoricamente autonome dalla Santa Sede, in realtà costituiscono una fonte ulteriore di ricchezza. Gli scandali, le rivelazioni e i sospetti su questo patrimonio immenso sono sotto gli occhi di tutti e alla ribalta delle cronache più recenti. Forse è arrivato il momento di fare i conti in tasca al Vaticano."

http://nwo-truthresearch.blogspot.it/20 ... terra.html



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MessaggioInviato: 31/10/2012, 16:35 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

....
"Il Vaticano ha grandi investimenti con i Rothschild in Gran Bretagna, Francia e America; con la Hambros Bank, con la Credit Suisse di Londra e Zurigo. Negli Stati Uniti ha grossi investimenti con la Banca Morgan, la Chase Manhattan Bank, la First National Bank di New York, la Bankers Trust Company e altre. Il Vaticano ha miliardi di azioni delle società internazionali più potenti come Gulf Oil, Shell, General Motors, Bethlehem Steel, General Electric, International Business Machines, TWA, ecc. e, ad una stima prudenziale, questi ammontano a più di 500 milioni di dollari nei soli Stati Uniti."
....
"Il World Magazine delle Nazioni Unite ha stimato a diversi miliardi di dollari l'ammontare del tesoro in oro massiccio del Vaticano. Una gran massa di questo viene depositato in lingotti d'oro nella Federal Reserve Bank, mentre le banche di Svizzera e Inghilterra detengono il resto. Ma questa è solo una piccola parte delle ricchezze del Vaticano che, nei soli Stati Uniti, è superiore a quella delle cinque più ricche e giganti corporation del paese. Quando a ciò aggiungiamo tutto il patrimonio immobiliare, le proprietà, i titoli e le azioni all'estero, allora l'impressionante ricchezza della Chiesa Cattolica diventa così formidabile da sfidare qualsiasi valutazione razionale."
....
"La Chiesa Cattolica è la più grande potenza finanziaria, accumulatrice di ricchezza e di proprietà che sia mai esistita. Possiede ricchezze materiali più di ogni altra singola istituzione, corporation, banca, cartello gigante, governo o stato nel mondo intero. Il papa, come capo visibile di questo ammassamento di ricchezza, di conseguenza, è il più ricco individuo del XX secolo. Nessuno può realisticamente valutare quanto egli vale, in termini di miliardi di dollari."
...


Boh non saprei; è come dire che il presidente degli stati uniti detiene la ricchezza di tutti gli stati uniti, mi pare un pò forzato;

Comunque per quanto riguarda la ricchezza mi sembra che i valori indicati non siano così alti da farli i più ricchi del mondo;

Facendo un paragone con l'italia,
la riserva aurea italiana (la terza al mondo dopo usa e germania) ha un valore di circa 150 miliardi di dollari, il patrimonio immobiliare attorno ai 350 miliardi di dollari e un controvalore aggiunto di tutto il paese italia pari a oltre 1300 miliardi.

Cioè sono sì pieni di asset e detengono un potere enorme certo, ma da qui a diventare l'entità più ricca del mondo, i conti nn mi tornano proprio.
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Cina e Russia acquistano oro, sbarazzandosi dei dollari USA

Prof. Michel Chossudovsky, Globalresearch.ca, 11 novembre 2012

Immagine

Vi sono le prove che le banche centrali di varie regioni del mondo stiano costituendo le loro riserve auree. Ciò che viene pubblicato sono gli acquisti ufficiali. Ma la gran parte degli acquisti di lingotti d’oro delle banche centrali, non vengono resi noti. Vengono effettuati tramite imprese di terze parti contraenti, e con la massima discrezione. I depositi o gli strumenti del debito in dollari statunitensi, vengono in effetti negoziati in oro, mettendo a sua volta sotto pressione il dollaro statunitense. A loro volta la Cina e la Russia hanno aumentato la produzione nazionale di oro, una gran parte della quale è stata acquistata dalle rispettive banche centrali: “Da tempo si ritiene che la Cina stia costituendo di nascosto le sue riserve di oro attraverso l’acquisto della propria produzione locale. La Russia è un altro importante estrattore d’oro, dove la banca centrale acquista l’oro da un altro ente statale, la Gokhran, il braccio del marketing e deposito centrale della produzione di oro del paese. Ora viene riferito da Bloomberg che il direttore della Banca centrale del Venezuela, Jose Khan, ha detto che il paese vuole aumentare le proprie riserve di oro attraverso l’acquisto di più della metà dell’oro prodotto delle miniere d’oro dell’industria mineraria nazionale in rapida crescita. In Russia, per esempio, Gokhran ha venduto circa 30 tonnellate di oro alla Banca Centrale, nell’ambito dell’esercizio contabile interno, alla fine dell’anno scorso. In parte, così si diceva al momento, era stata fatta una vendita diretta, invece di mettere il metallo sul mercato, danneggiando forse il prezzo dell’oro. La Cina è attualmente il più grande produttore mondiale di oro e lo scorso anno ha confermato di aver aumentato le proprie riserve auree della Banca centrale di oltre 450 tonnellate nel corso degli ultimi sei anni.”
Mineweb.com – Il più importante sito sulle miniere e gli investimenti minerari del Mondo Venezuela taking own gold production into Central Bank reserves – GOLD NEWS, Mineweb http://www.mineweb.com/mineweb/view/min ... &sn=Detail

Il dato sulle 450 tonnellate corrisponde all’aumento delle riserve auree della banca centrale da 600 tonnellate nel 2003, alle 1054 tonnellate nel 2009. Se ci basiamo sulle dichiarazioni ufficiali, le riserve cinesi di oro aumentano di circa il 10 per cento all’anno. La Cina è divenuta la nazione con la più grande produzione d’oro in tutto il mondo, con circa 270 tonnellate. L’importo dell’acquisto da parte del governo appariva inizialmente di 90 tonnellate all’anno, o poco meno, 2 tonnellate a settimana. Prima del 2003, la banca centrale cinese annunciava che le riserve d’oro erano raddoppiate a 600 tonnellate, come indicato per gli acquisti corrispondenti prima di tale data. Perché un importo così piccolo, ci si può chiedere? Pensiamo che le questioni locali e nazionali offuscano la visione della banca centrale, mentre il governo acquista oro dal 2003, e che ora ha messo a bilancio della banca centrale. Quindi possiamo concludere che il governo centrale si è garantito che la banca continui ad acquistare l’oro.
http://www.financialsensearchive.com/editorials/phillips/2009/0507.html

Russia
La banca centrale della Russia ne detiene oltre 20 milioni di once (gennaio 2010)

Immagine

Le riserve della Banca Centrale della Russia sono aumentate notevolmente negli ultimi anni. La BCR ha riferito, nel maggio 2010, l’acquisto di 34,2 tonnellate di oro in un solo mese. Russian Central Bank Gold Purchases Soar In May – China Too? | The Daily Gold

http://thedailygold.com/commentaries/ru ... oo/?p=3667

Lo schema seguente mostra un aumento significativo degli acquisti mensili da parte della RCB dal giugno 2009.

Immagine

Le Banche centrali del Medio Oriente stanno costituendosi le loro riserve auree, riducendo al contempo il possesso di depositi in dollari. Le riserve auree degli stati del GCC sono inferiori al 5 per cento: “Gli economisti del Dubai International Financial Authority Center hanno pubblicato un rapporto che chiede agli Stati locali di costituire riserve d’oro, secondo The National. Nonostante l’elevato interesse nell’oro, gli Stati del GCC controllano meno del 5 per cento delle riserve totali in oro. Rispetto alla BCE, che detiene il 25 per cento delle riserve in oro, vi è molto spazio per una crescita.
Businessinsider

I Paesi del GCC dovrebbero aumentare le loro riserve di oro per aiutare a proteggere i loro miliardi di dollari di attività dalle turbolenze nei mercati valutari globali, dicono gli economisti della Dubai International Financial Centre Authority (DIFCA). Diversificare le loro riserve in dollari USA con il metallo giallo, potrebbe contribuire ad offrire alle banche centrali i rendimenti d’investimento più elevati della regione, dicono il dottor Nasser Saidi, capo economista della DIFCA, e il dottor Fabio Scacciavillani, direttore per la macroeconomia e statistica presso la stessa autorità. “Quando si ha a che fare con una grande incertezza economica, passare agli asset di carta, qualunque essi siano – azioni, obbligazioni, altri tipi di capitali – non è attraente“, ha detto il dottor Saidi. “Questo rende l’oro più attraente.” Il calo del dollaro negli ultimi mesi, ha intaccato il valore dei proventi del petrolio del GCC, prevalentemente ponderati con il biglietto verde. GCC urged to boost gold reserves. (The National)

Secondo quanto riporta il Quotidiano del Popolo; “Le ultime classifiche delle riserve auree mostrano che, a partire da metà dicembre, gli Stati Uniti rimangono al vertice mentre la Cina continentale è al sesto posto, con 1054 tonnellate di riserve, come ha annunciato di recente il World Gold Council. La Russia è salita all’ottavo posto perché le sue riserve auree sono aumentate di 167,5 tonnellate dal dicembre 2009. La top ten del 2010 rimane la stessa, rispetto allo stesso periodo dello scorso anno. Ma l’Arabia Saudita è uscita dai primi 20. Paesi e regioni in via di sviluppo, tra cui l’Arabia Saudita e il Sud Africa, sono diventati l’elemento principale che trascina l’incremento delle riserve auree. …. Il Fondo Monetario Internazionale (FMI) e la Banca centrale europea sono i venditori d’oro più importanti, e le riserve auree del FMI sono diminuite di 158,6 tonnellate”.

Si dovrebbe comprendere che gli acquisti effettivi di oro fisico non sono l’unico fattore per spiegare l’andamento dei prezzi dell’oro. Il mercato dell’oro è segnato dalla speculazione organizzata dalle grandi istituzioni finanziarie. Il mercato dell’oro è caratterizzato da numerosi strumenti cartacei, fondi indicizzati dell’oro, certificati sull’oro, derivati OTC sull’oro (comprese opzioni, swap e forward), che svolgono un ruolo importante, in particolare nel breve termine, sull’andamento dei prezzi dell’oro. Il recente aumento e il successivo calo dei prezzi dell’oro, sono il risultato di una manipolazione da parte di potenti attori finanziari.

Fonte: http://aurorasito.wordpress.com/2012/11 ... llari-usa/


Ultima modifica di Atlanticus81 il 16/11/2012, 20:43, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 29/11/2012, 12:19 
http://www.wallstreetitalia.com/article ... inuto.aspx

Quasi 100 tonnellate d'oro (su carta) vendute in un minuto!!!!!
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MessaggioInviato: 07/12/2012, 11:36 
La frana del ceto medio, redditi ai livelli del '93 - In due anni 2,5 milioni di famiglie hanno venduto oro

http://www.corriere.it/economia/12_dice ... d58e.shtml



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MessaggioInviato: 19/12/2012, 17:33 
Da una serie di post caricati su un'altra discussione...

http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=261033

In sintesi il 21/12/2012 ormai prossimo scade il mandato della FED attraverso il quale la stessa si è impadronita di tutto o gran parte delle riserve auree mondiali.

Crisi, guerre e quant'altro sono servite per accumulare e concentrare quanto più oro possibile nelle mani di pochissime persone.

Questo oro serve per poter pagare il riscatto del pianeta o il rinnovo della concessione sancita con gli Anunnaki Enliliti dopo il Diluvio Universale i quali già ci usavano come schiavi centinaia di migliaia di anni fa.

Noi non ci accorgeremo di nulla... verranno, gli pagheremo la "rata del mutuo" e per i prossimi 3600 anni ci lasceranno in pace.



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MessaggioInviato: 15/01/2013, 13:39 
Tratto dal thread "Progetto Europa"

Cita:
ubatuba ha scritto:

Germania non si fida più: inizia a ritirare il suo oro

di: WSI Pubblicato il 15 gennaio 2013| Ora 10:55

Il pil tedesco è rallentato nel 2012: peggio delle attese degli analisti. La Bundesbank rompe gli indugi. A breve annuncio che i depositi di oro all'estero saranno rimpatriati.

ROMA (WSI) - Anche il cuore d'Europa scricchiola sotto il peso della crisi del debito sovrano. Il Pil tedesco è salito dello 0,7% nel 2012 rispetto al +3% dell'anno precedente. Ha comunicato l'istituto federale di statistica. E gli analisti mettono in guardia: quel dato è di poco inferiore alle loro attese che parlavano di una crescita dello 0,8%. Ma al Bundestag, il parlamento tedesco, e nelle stanze dei bottoni dove la Cancelliera Angela Merkel e il suo governo, sono lavoro non stanno a guardare.

Nei corridoi dei palazzi della politica a Berlino, si sa, che grande manovre sono in atto. A rompere la calma apparente sarà la Bundesbank, la Banca centrale tedesca. Saranno rimpatriati una parte dei propri depositi di oro custoditi all'estero. Secondo la ricostruzione avanzata dal quotidiano economico Handelsblatt domani sarà il giorno designato in cui la Buba darà l'annuncio ufficiale. Dirà che intende ridurre la quantità di oro depositata a New York e che ritira completamente il metallo giallo custodito nei forzieri parigini della Banque de France.

E' il segno - dicono gli economisti - che anche Berlino ha paura che la situazione in Europa possa degenerare è sfuggire di mano. Attualmente le riserve di oro tedesco depositate all'estero sono ripartite nei forzieri della Fed a New York, dove è custodito il 45% delle riserve auree tedesche ammontanti a 3.396 tonnellate, con il 13% giacente presso la Bank of England a Londra e l'11% presso la Banque de France. Nella sede della Bundesbank di Francoforte al momento si trova il 31% delle riserve. Da domani la corsa a rimpolpare i suoi forzieri si aprirà ufficialmente.

http://www.wallstreetitalia.com/article ... o-oro.aspx

mentre la germania si prepara al rientro del suo oro,sarebbo opportuno capire se il ns e' tutto in italia,o una parte si trova ancora all'estero,ed eventualmente dov'e'.......[}:)]


Bisogna vedere se tutto l'oro tedesco è ancora là dove dicono di essere!!! Solo il 31% è in Germania - il grosso è il 45% stoccato nei forzieri della FED a New York...

Se così non fosse quale miglior occasione per scatenare il putiferio della III Guerra Mondiale per occultare alcune magagne?!?



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MessaggioInviato: 17/01/2013, 15:14 
Cita:
ubatuba ha scritto:

Ma dove sono le circa 2450 tonnellate d’oro italiane, la quarta riserva aurea al mondo? Presso Bankitalia? Non certo tutte: una parte è custodita negli Usa e a Londra. Se la Bundesbank ha deciso di farlo tornare a casa, non sarebbe il caso di dare una controllatina? In che percentuale le nostre riserve sono conservate all’estero? Esiste poi un registro? Le barre o lingotti sono contraddistinte con numeri seriali, dai quali si evince senza ombra di dubbio la proprietà italiana delle stesse?


A febbraio il quotidiano britannico “The Independent” rilanciava la conferma di una forte pressione tedesca fin dall’inizio del 2012 affinché Roma mettesse mano alle sue riserve per incidere sullo stock di debito. L’Italia è una economia di 2 miliardi di dollari con piu’ di 2400 tonnellate di oro. L’Italia, ha la seconda posizione aurea nella zona europea. Ha un bella quantità di oro che il Fondo Monetario Internazionale e la gente che lo sostiene come Mario Monti e i gli altri terroristi dell IMF stanno cercando di agevolare il furto delle 2400 tonnellate di oro italiano.

Tanto che il 19 gennaio scorso i deputati Fabio Rampelli e Marco Marsilio presentarono un’interrogazione parlamentare (con richiesta di risposta scritta) indirizzata al ministro dell’Economia e delle Finanze – leggi Mario Monti – per chiedere lumi al riguardo, mettendo in luce la ‘dispersione’ del nostro oro in vari caveaux internazionali, e non certo casuali: alla BRI di Basilea, alla Bank of England di Londra e alla Federal Reserve di New York. Ne era sorta una diatriba tra Tremonti che diceva che il nostro oro apparteneva, giustamente, al nostro Stato e l’allora presidente della BCE, Trichet, che asseriva che il nostro oro apperteneva alla Banca d’Italia e, pertanto, alla BCE.

L’interrogazione è, naturalmente, a tutt’oggi rimasta senza risposta.



Ecco il testo dell’interrogazione parlamentare (Fonte: http://banchedati.camera.it)


4/14567 : CAMERA – ITER ATTO

ATTO CAMERA

INTERROGAZIONE A RISPOSTA SCRITTA 4/14567


Dati di presentazione dell’atto

Legislatura: 16
Seduta di annuncio: 573 del 19/01/2012


Firmatari

Primo firmatario: RAMPELLI FABIO
Gruppo: POPOLO DELLA LIBERTA’
Data firma: 19/01/2012

Elenco dei co-firmatari dell’atto



Nominativo co-firmatario

Gruppo

Data firma




MARSILIO MARCO

POPOLO DELLA LIBERTA’

19/01/2012



Destinatari

Ministero destinatario:
MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE

Attuale delegato a rispondere:
MINISTERO DELL’ECONOMIA E DELLE FINANZE
delegato in data 19/01/2012


Stato iter:

IN CORSO

Atto Camera

Interrogazione a risposta scritta4-14567

presentata da


FABIO RAMPELLI

giovedì 19 gennaio 2012, seduta n.573



RAMPELLI e MARSILIO. -

Al Ministro dell’economia e delle finanze.

- Per sapere – premesso che:

da un articolo pubblicato sul noto quotidiano nazionale La Repubblica, datato 1o agosto 2009 e dal titolo «L’oro italiano? A Manhattan. La Fed detiene parte dei lingotti» si apprende che gran parte della riserva aurea italiana sarebbe custodita presso uno stabile sito vicino la Federal Reserve statunitense, a New York;

dallo stesso articolo, si evince inoltre che altri quantitativi della nostra riserva aurea, seppur minori rispetto al succitato, vengono detenuti presso la Banca d’Inghilterra e presso la Banca dei Regolamenti internazionali con sede a Basilea;

la stessa notizia viene riportata dalla trasmissione televisiva «Passaggio a Nord Ovest», noto programma di approfondimento di RAI 1, nella puntata andata in onda in data 11 settembre 2010;

dalle stesse fonti si apprende inoltre che una parte dell’oro custodito presso i forzieri della Banca d’Italia, nella sede di via Nazionale a Roma, non sarebbe sotto la nostra diretta custodia perché affidato alla Banca centrale europea -:

se quanto citato in premessa corrisponda al vero ed, eventualmente, quando e in base a quale accordo o disposizione di legge sia stata assunta una tale decisione e se tale scelta «strategica» sia ancora ritenuta funzionale agli interessi dell’Italia;

a chi appartengano la proprietà della riserva aurea detenuta a Palazzo Koch e la proprietà della riserva aurea detenuta nelle sedi estere;

se l’Italia abbia la completa disponibilità delle succitate riserve auree, sia di quella detenuta presso la Banca d’Italia, sia di quelle eventualmente detenute presso sedi estere. (4-14567)

[youtube http://www.youtube.com/watch?v=fSQS5V3DM3M]

Tratto da http://dionidream.wordpress.com/2013/01 ... -italiana/

Segui Dionidream su Facebook


Tratto da: Dov’è la riserva aurea italiana?? | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2013/ ... z2IExra4zN


http://www.informarexresistere.fr/2013/ ... z2IExIbvf5

a me risulta che la risposta a codesta interrogazione parlamentare e'ancora da addivenire,come mai?forse sarebbe opportuno interessarsi alla cosa,e iniziare a riportare a casa tutto quel tesoro,caso mai qualkuno ne potesse disporne altrimenti



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MessaggioInviato: 16/04/2013, 17:28 
Cita:
ubatuba ha scritto:

QUALE SARÀ IL PROSSIMO PAESE CHE DOVRÀ VENDERSI L’ORO?
Postato il Martedì, 16 aprile @ 06:35:00 CEST di ernesto

DI TYLER DURDEN
zerohedge.com

La prima volta che i soci più reazionari della Troika tentarono di imporre una (non troppo) velata confisca dell'oro di un paese europeo insolvente era l’inizio del 2012, quando, come parte del più recente piano di salvataggio della Grecia si stilò un MOU, che - poi è stato scoperto - prevedeva che "i creditori della Grecia avrebbero avuto il diritto di incamerare le riserve auree della Banca di Grecia secondo i termini del nuovo accordo."

Tuttavia, l'indignazione pubblica era tanto forte che la Troika non ha avuto altra scelta che accantonare i suoi piani e procedere in alternativa ad una ristrutturazione completa dei fondi obbligazionari. Ma il progetto si è fatto di nuovo avanti prontamente la settimana scorsa, quando "l'avidità dell'Europa per l'oro fisico" è tracimata di nuovo, questa volta è rispuntata fuori da un comma dell’ "Analisi sulla sostenibilità del debito di Cipro", e dalle successive osservazioni di Mario Draghi. Si è chiesto che la minuscola Cipro, la cui opposizione era già stata stroncata dalla confisca dei depositi non assicurati, e che pertanto avrebbe molto meno da protestare di quanto fece la Grecia, svenda € 400 milioni, cioè quasi tutto il suo oro sovrano, "oltre 10 delle sue 13,9 tonnellate" totali, per coprire gli ulteriori costi non pagati con i soldi di quel salvataggio del suo debito sovrano che continua a non decollare.

Allora, chi sarà il prossimo? Resta da vedere, anche se siamo certi che ci sarà una chiara correlazione che permetterà di scoprire il prossimo paese su cui si accaniranno verificando se il suo oro sarà "acquistato" da quelli dello "status quo".

Vediamo che succederà nei prossimi due o tre mesi, se ci sarà qualche paese a cui si chiederà di vendere il proprio oro e se l'ammontare del totale dei prestiti dello stesso paese sarà "classificato non –performing dai bilanci delle banche." Nel prospetto qui di seguito troveremo qualche sorpresa:

Immagine:
Immagine
90,4 KB

http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=11733

ma l'improvviso crollo del prezzo delll'ora,puo' essere una nuova strategia della grande finanza x inginocchiare definitivamente tutti quei paesi che sono in gravi crisi economica? [:(!]



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MessaggioInviato: 16/04/2013, 17:30 
Ecco a cosa si riferiva ubatuba nel post precedentemente copiato dal thread "Collasso Economico Globale"

Cita:
Wolframio ha scritto:

Margin Call: Hanno Giocato con l’Oro e gli è Esploso il Mercato (Tempo di andare All-in col Fisico)

Immagine Ma che bello spettacolo, tanto per ribadire in che razza di ridicolo mercato drogato da strumenti derivati a leva.

Venerdì hanno cominciato con l’Oro, l’equivalente di 400 tonnelate di oro sono state vendute in 2 ore sul comex (si avete capito bene, link), non mi interessa qui andare a discutere sul perchè è successo, la cosa interessante è che l’Argento ha seguito e poi gli altri metalli. E sapete perchè?

Margin Call!

Se hai una posizione in futures con un collaterale del 5-10% rispetto al contratto sottostante, quando il sottostante, per qualsiasi ragione, crolla: il tuo broker se si fida ti chiama se non si fida ti liquida tutte le posizioni sul conto in automatico. Non solo Oro, Argento, Palladio… ma anche Rame e Petrolio.

Poi è arrivato il week end e…

Margin Call!

A notte fonda per noi, sul mercato asiatico i broker hanno “chiamato” investitori e trader per i margini sui metalli preziosi e su tutto ciò che venerdì era crollato spingendo ancora più giu le quotazioni.

poi ha aperto l’Europa e….

Margin Call!

Anche i broker europei hanno liquidato posizioni sui dossier derivati degli investitori, non solo su oro e argento ma anche su tutto il resto perchè le perdite in apertura sui metalli spesso erano superiori al margine sui singoli contratti.

E poi ha riaperto l’America e

Margin Call al quadrato!

Broker in panico, centinaia di migliaia di conti con liquidità negativa già in apertura dei mercati, quindi c’è stata ed è ancora in atto una mega liquidazione forzata di TUTTO!!!!

Azioni, bond, derivati, commodities! E se non le banche centrali non ci mettono una pezza la valanga domani travolgerà le azioni di tutto il mondo, poi le obbligazioni, poi le valute.

E adesso.

Adesso il pericolo è che qualche banca ci abbia GIA’ lasciato letteralmente le penne!

Una volta Warren Buffet disse ” Guai il giorno in cui un sassolino dovesse inceppare la macchina infernale dei contratti derivati “

Ecco appunto, non so se questo sia il sassolino, ma sono certo che la liquidazione in atto se in qualche modo non viene fermata potrebbe letteralmente sapazzare via l’intero sistema finanziario mondiale.

Pensate che io stia scherzando? Davvero?

Lo sapete che il nozionale stimato di tutti i i derivati aperti nel mondo è circa 640 triliardi di dollari? Ovvero circa 5 volte il PIL mondiale?

Ci sono 640 triliardi di contratti garantiti al massimo da un decimo del loro reale valore, una variazione (di solito crollo) improvvisa e generalizzato dei prezzi raderebbe a zero le disponibilittà liquide degli intermediari (e delle banche) e degli investitori che si dovessero trovare dalla parte sbagliata del trade.

Bene, e adesso statemi bene a sentire:

L’Unico ASSET fisico acquistabile, liquidabile e accettato come riserva di ricchezza in tutto il mondo è l’Oro.

E non,non è affatto solo una questione di speculazione.



http://www.rischiocalcolato.it/2013/04/margin-call-hanno-giocato-con-loro-e-gli-e-esploso-il-mercato-tempo-di-andare-all-in-col-fisico.html


[:)]
[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=aeVD222Hgyk[/BBvideo]




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MessaggioInviato: 16/04/2013, 17:32 
Cita:
Wolframio ha scritto:

Oro giù del 9,3%, è il ribasso più forte dal 1983


Immagine
Oro a picco, -9,3% a New York.Immagine: Shutterstock





Seduta drammatica per il prezzo dell'oro. Il future con scadenza giugno ha chiuso al Comex in ribasso del 9,3% a $1.361,1 all'oncia, ovvero ai minimi da più di due anni. Si è trattato del più forte calo in una sola giornata dal febbraio del 1983. La crescita dell'economia della Cina, il maggiore consumatore al mondo di materie prime, ha a sorpresa rallentato nel primo trimestre. La notizia ha peggiorato ulteriormente il sentiment sull'oro. Sul mercato si è scatenata una pioggia di vendite senza precedenti. I volumi di scambio hanno raggiunto un livello record. Nelle sale trading è circolata la voce che un grande investitore sia stato costretto a chiudere un'importanze posizione in margin call facendo scattare a catena gli stop-loss di molti altri operatori. L'oro si trova sotto una forte pressione da quando Goldman Sachs ha consigliato la scorsa settimana di venderlo. A causare il sell-off sono stati anche oggi i timori relativi ad una possibile vendita da parte delle banche centrali. Venerdì scorso Mario Draghi ha confermato che Cipro potrebbe vendere le sue riserve auree. La misura dovrebbe contribuire alla copertura di qualsiasi perdita sulla liquidità di emergenza che la BCE, attraverso la Banca centrale cipriota, ha fornito alle banche del Paese. I mercati temono che in futuro anche altri Paesi in crisi della zona euro possano considerare la vendita delle loro riserve d'oro.
Il prezzo dell'argento è stato penalizzato ancora più dell'oro dall'ondata ribassista che ha colpito le materie prime. Il future con scadenza maggio ha perso l'11% a $23,36 all'oncia. Era dall'ottobre del 2010 che l'argento non chiudeva a tali livelli. Tra gli altri principali metalli il platino ha perso il 4,8%, il palladio il 5,9% e rame il 2,3%.




Redazione Borsainside 21:54




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