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MessaggioInviato: 28/12/2013, 14:12 
E' una rottura di scatole uno non può dire la propria opinione che una schiera di fissati deve fare la morale ed imporre il proprio CREDO agli altri. Ci deve essere una componente genetica nell'estremismo e nella tendenza di alcune persone di estremizzare una loro linea di pensiero.

La sperimentazione animale è indispensabile purché sia regolamentata e comporti il minor danno psicofisico possibile agli animali. A meno che questi animalisti non pretendano che si sperimenti direttamente sugli uomini, a quel punto però mi aspetterei un loro passo avanti proponendosi come cavie volontarie, mi sembra il minimo no?



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la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
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MessaggioInviato: 28/12/2013, 14:54 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:


E' proprio vero.... gli estremisti fondamentalisti, qualunque sia il motivo
o l'argomento che li renda tali, sono il vero problema di questa umanità.



Quanta verità in queste due righe TTE...

Ma attenzione, siamo sicuri che la "vera ricerca" così come definita da Caterina includa la sperimentazione animale?!

E poi, non lo so... la cosa mi suona strana... perché in un messaggio di quel tipo si è voluto evidenziare il fatto che "la vera ricerca include la sperimentazione animale?"

[8]

A me sembra un modo come un altro per sviare l'attenzione dai VERI problemi che attanagliano la ricerca scientifica in Italia:
- Presenza di Lobby
- Mancanza di fondi e continui tagli
- Boicottaggio di alcune ricerche (vedi staminali, vedi Di Bella)
- etc.etc.

Ad ogni modo, la questione della sperimentazione animale è molto delicata.

Se partiamo dal presupposto che gli animali possiedono coscienza e capaci di provare sentimenti ciò che facciamo loro nei laboratori scientifici è una barbarie.

Se invece li consideriamo come oggetti, di nostra proprietà, allora possiamo fare loro tutto ciò che vogliamo. Attenzione però.... un giorno qualcuno potrebbe considerare NOI come oggetti!

E dico tutto questo da ipocrita tutto sommato... perché mangio carne... ma nonostante questo non posso considerarmi immune a queste immagini (altre molto più crude ve le risparmio)

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Aldilà delle ideologie e delle diverse opinioni tra animalisti e non, tra vegetariani e non, questo è il prezzo che altri esseri viventi devono pagare per il nostro benessere (almeno con le conoscenze attuali).



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MessaggioInviato: 28/12/2013, 18:42 
Sperimentazione animale e scienza: come tramonta un falso mito
di Vanna Brocca

La vivisezione moderna è nata nel 1800 in Francia con fisiologo Claude Bernard, che tra l’orrore di moglie e figlia sperimentava anche sul cane di casa. Ma per chi segue l’argomento, le due date cruciali da tenere a mente sono il 1937 e il 1947: fu allora, in quei due anni a cavallo della Seconda Guerra mondiale, che la sperimentazione animale trovò la spinta politica che le serviva per radicarsi estesamente nella pratica di laboratorio, nei bilanci della grande industria e nel senso comune delle società occidentali. Ed è a quegli anni che bisogna guardare per capire in che modo e perché la ricerca medica e tossicologica si sono inavvertitamente cacciate nel vicolo cieco in cui si trovano oggi. Lo racconta un bel rapporto intitolato Il Codice di Norimberga, da leggere e rileggere anche per la ricchissima bibliografia che lo correda, appena pubblicato a firma di tre medici e ricercatori americani: Ray Greek (presidente di Americans for Medical Advancement), Annalea Pippus (laureata in legge e psicologia) e Lawrence Hansen (nella top list del Journal of Alzheimer Disease per il suo contributo alla ricerca nel campo delle neuroscienze, materia che insegna alla University of California-San Diego School of Medicine di La Jolla).

La storia che ricostruiscono Greek e colleghi comincia nel 1937, quando negli Stati Uniti morirono 107 persone cui era stato somministrato un sulfamidico disciolto nel glicol etilenico, oggi più noto come ingrediente dei prodotti antigelo. Tali furono la paura e lo scandalo che in pochi mesi Washington promulgò una nuova legge, lo Us Federal Food, Drug and Cosmetics Act, che prescriveva di testare i farmaci sugli animali prima di commercializzarli.

Teatro degli eventi del 1947 fu invece l’aula del tribunale di Norimberga, dove gli Usa istruirono un processo contro 23 dirigenti di lager nazisti, 20 dei quali medici, chiamati alla sbarra non solo per aver gestito i campi di concentramento nel modo che sappiamo ma anche per aver eseguito una spaventevole serie di esperimenti sui prigionieri dei campi: per studiare gli effetti del freddo, dell’altitudine, delle bruciature da fosforo, del tifo, della malaria, del trapianto di ossa, dei sulfamidici. Questo “Processo ai dottori” (da non confondere con il primo e più noto processo a Goring, Hess e altri gerarchi nazisti tenutosi, sempre a Norimberga, qualche mese prima) si concluse con 7 assoluzioni, 9 condanne al carcere e 7 all’impiccagione. Ma il suo frutto più corposo e duraturo fu un codice di principi etici noto come Codice di Norimberga, che indica con quali criteri va fatta (o non fatta) la sperimentazione medica sull’uomo. E il cui assunto di fondo, lo stesso che informava lo Us Federal Food, Drug and Cosmetics Actamericano di dieci anni prima, era che sperimentare sugli animali fosse una alternativa vincente.

Non è così, ma in quegli anni non era facile rendersene conto. ”All’epoca dei processi di Norimberga” – scrivono Greek e colleghi – “le conoscenze mediche erano assai differenti da quelle che abbiamo oggi. La struttura del Dna non era ancora stata spiegata, l’idea principale nella mente di chi lavorava allo sviluppo di nuovi farmaci era quella, concepita da Ehrlich tramite il Salvarsan, di un proiettile magico (l’idea che per ogni malattia, o quanto meno per ogni malattia infettiva, esiste una sostanza chimica capace di interagire con il singolo sito responsabile della malattia, e quindi di curarla senza danneggiare il resto dell’organismo), la sintesi moderna dell’evoluzione era una teoria nuova di zecca e gli animali e gli esseri umani sembravano essere più o meno identici, a parte l’anima, caratteristica esclusiva dei secondi. Non si realizzavano trapianti di organi, le malattie infettive erano ancora una delle principali cause di morte nel mondo sviluppato, i settori dell’etologia cognitiva e della cognizione animale non erano ancora nati e non si erano ancora scoperte le differenze tra i gruppi etnici e tra i sessi in relazione alla malattia e alle risposte ai farmaci. La fisica cominciava allora a liberarsi dalle catene del determinismo e del riduzionismo, ma la teoria del caos e della complessità erano di là da venire”. Era, insomma, un mondo diverso. Perciò “Va scusato chi, negli anni Quaranta, pensava che gli animali e gli esseri umani reagissero più o meno allo stesso modo ai farmaci e alle malattie”.

Oggi queste scuse non valgono più. Le nuove conoscenze nel campo della biologia evoluzionistica, della fisica, dell’etologia, le teorie del caos e della complessità, la critica al determinismo e al riduzionismo fanno piazza pulita di quelle certezze. Si è scoperto, per esempio, che tutti i mammiferi possiedono sì più o meno gli stessi geni (grosso modo si potrebbe costruire qualsiasi mammifero con i geni di un altro), ma che la diversa espressione e regolazione di questi geni inevitabilmente determina grandissime e imprevedibili differenze tra una specie e l’altra, a cominciare dagli enzimi che metabolizzano i farmaci: “Enzimi diversi metabolizzano farmaci diversi, metabolizzano gli stessi farmaci a velocità diverse e formano metaboliti diversi, ognuno dei quali influenza la tossicità e il dosaggio”.

Ecco spiegato come mai l’aspirina (Per_aspirin_ad_astra..)- rimedio miracolo per un’infinità di esseri umani da oltre cent’anni – danneggia, uccide o rende malformi la maggior parte dei piccoli delle specie animali. Ecco perché l’arsenico è velenoso per l’uomo ma innocuo per rospi, pecore e porcospini; perché gli scimpanzé non si ammalano di Aids, Epatite B e malaria; perché il cloroformio è innocuo per i ratti di sesso maschile ma cancerogeno per i ratti femmina…Ed ecco perché di tutti i farmaci sperimentali che hanno successo sugli animali, il 96% deve essere scartato nei successivi test clinici sull’uomo perché tossico o inefficace o entrambe le cose (sì, avete letto bene: il novantasei per cento). Il Rapporto di Greek, Pippus e Hansen è ricco di spunti, esempi e spiegazioni di grande interesse e rimando alle sue pagine chi vuole approfondire l’argomento, come pure al delizioso video clip realizzato da The Magic Collective intitolato Vivisezione: alcuni dati.

Ora, di nuovo all’avanguardia, gli Stati Uniti hanno preso coscienziosamente atto della situazione avviando un progetto rivoluzionario il cui scopo è portare al superamento della sperimentazione animale, giudicata inaffidabile e dunque inutile, a partire dal settore della tossicologia. E’ un piano destinato a concludersi tra una dozzina d’anni o più: tanti ce ne vorranno – calcolano – non solo e non tanto per mettere a punto i metodi sostitutivi (molti dei quali esistono già o sono in via di realizzazione) quanto per creare una nuova generazione di ricercatori e sperimentatori liberi dai vecchi pregiudizi, capaci di utilizzare i nuovi mezzi di ricerca.

Immersa in un sonno catacombale, colpevolmente disattenta e ignara degli anni che passano e della conoscenza che si rinnova, l’Unione europea, invece, chiude gli occhi e prega che nessuno se ne accorga. La Direttiva 2010/63/UE sulla sperimentazione animale, approvata dal parlamento di Strasburgo tre anni fa, è un penoso collage di articoli tagliati a misura del grande business della vivisezione: incapace di guardare avanti, indifferente all’ecatombe di esseri viventi che si consuma in un fiume di denaro senza costrutto. Negli Stati Uniti sono le grandi istituzioni scientifiche a proclamare la necessità di una svolta radicale, per la protezione della nostra salute e dell’ambiente. Da noi con la raccolta di firme per l’Iniziativa europea Stop Vivisection, tocca ai singoli medici, scienziati e cittadini dei 28 Stati Europei alzare la bandiera del progresso etico e scientifico, per chiedere alle istituzioni di Bruxelles di farsi coraggio ed entrare anch’esse nel terzo millennio riscrivendo una direttiva che fa vergogna.

http://www.ilfattoquotidiano.it/2013/09 ... to/723474/

Secondo me la storia della ragazza e del suo annuncio con il ringraziamento alla "vera ricerca che include la sperimentazione animale"... boh, mi puzza un po'... puzza di lobby...

[8]



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MessaggioInviato: 28/12/2013, 18:47 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

Sperimentazione animale e scienza: come tramonta un falso mito
di Vanna Brocca

Secondo me la storia della ragazza e del suo annuncio con il ringraziamento alla "vera ricerca che include la sperimentazione animale"... boh, mi puzza un po'... puzza di lobby...

[8]


...un po????????direi molto!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!


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MessaggioInviato: 29/12/2013, 14:58 
Quanti sono a favore della sperimentazione animale sono soliti affermare che il tema è complesso e molto tecnico e quindi i non addetti ai lavori non sono in grado di capire. Se poi andiamo a vedere i lavori scientifici, ognuna delle due parti (i pro e i contro), citano molti esempi che secondo loro dimostrano la validità della tesi difesa. Credo, invece, che andrebbero presentate alcune semplici osservazioni che anche un profano è in grado di capire.

Sono un medico e credo solo a ciò che è dimostrato scientificamente valido. Non esiste una sola pubblicazione che dimostra che un solo modello animale poggia su basi scientifiche. Quindi, fino a quando i modelli animali non saranno sottoposti a un processo di validazione, io ritengo che non abbiano valore scientifico perché dovrei riconoscerlo solo come atto di fede. Esistono, invece, pubblicazioni che dimostrano il contrario.


Se i modelli animali poggiassero su basi scientifiche i risultati dovrebbero essere sempre o quasi sempre affidabili. Tuttavia dopo avere sperimentato sugli animali bisogna sperimentare obbligatoriamente sugli esseri umani. Non è questa la prova che dei test sugli animali non ci si può fidare?

Secondo la Food and Drug Administration (FDA) ossia l’organismo statunitense di controllo della commercializzazione dei farmaci, il 92% delle sostanze che superano brillantemente i test sugli animali vengono scartati durante la sperimentazione umana (Lester Crawford, FDA Commissioner, in The Scientist 6.8.04 “More compounds failing Phase I” / US Food and Drug Administration (2004) Innovation or Stagnation, Challenge and Opportunity on the Critical Path to New Medical Products). E’ questo un dato che conferma o esclude il valore scientifico dei test sugli animali? E’ la FDA un organismo composto da animalisti estremisti?

Secondo l’Associazione dei Medici Statunitensi il 52% dei farmaci commercializzati presenta gravi reazioni avverse che non si erano verificate nei test sugli animali (Pound P., Ebrahim S., Sandercock P., Bracken M. & Roberts I. Where is the evidence that animal research benefits humans? British Medical Journal 2004;328:514-7). Quindi, del misero 8% dei farmaci che superano la sperimentazione umana, un altro 4% è scartato dopo la commercializzazione. È affidabile un metodo di ricerca che fallisce nel 96% (92 + 4)% dei casi? È l’Associazione dei Medici Statunitensi composta da animalisti estremisti?

I ricercatori sulle loro pubblicazioni scrivono che “sacrificano” gli animali dopo l’esperimento, ossia li uccidono. Perché usano questo termine di tipo religioso? Perché alla validità della sperimentazione animale nel 2013 ci si può fidare solo mediante un atto di fede. Auguri a tutti noi!

Stefano Cagno
Fonte: http://blog.ilgiornale.it/grazioli
Link: http://blog.ilgiornale.it/grazioli/2012 ... e-i-torti/

http://www.comedonchisciotte.net/module ... e&sid=2904


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MessaggioInviato: 29/12/2013, 15:20 
cari amici,
se si considera ,già una "sperimentazione empirica", alla portata di tutti:

il limone tossico per i gatti, per noi innocuo [;)]

l'amanita falloide innocua per lumache e insetti, ma per noi mortale! [;)]

si può cominciare a capire il "valore" della sperimentazione animale [;)]

ciao
mauro



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MessaggioInviato: 29/12/2013, 16:11 
C'è sperimentazione e SPERIMENTAZIONE! d'altra parte se non fossero mai stati utlizzati gli animali forse non saremmo tutti qui ...
L'importante farla nello stretto necessario! [^]



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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MessaggioInviato: 29/12/2013, 17:58 
L’ultima frontiera della sperimentazione animale: strumentalizzare malati per ottenere consenso

Se qualcosa salta all’occhio di tutto il bailamme di mosse, contromosse, proclami, interessi economici e politici, nonché di casta* che si agitano intorno alla sperimentazione animale – anche alla luce della tremenda Direttiva 2010/63/UE (qui si può avere un’idea delle torture che continueranno a subire milioni di animali non umani) – è sicuramente il fatto che la lobby che ruota intorno a certa ricerca, quella smaccatamente pro sperimentazione animale, è “scesa in campo”, in maniera aggressiva e senza esclusione di colpi, per difendere il proprio diritto a disporre dei corpi e delle vite altrui a proprio piacimento. Questo è un buon segno: quantomeno a livello politico, significa che qualcosa si sta muovendo. E’ un segnale piccolo e ancora insufficiente, ma inequivocabile: chi ha grossi interessi da perdere ha deciso di giocare qualsiasi carta possibile per riguadagnare il consenso popolare, e così ad ogni piè sospinto fa la voce grossa con il sostegno di tutti i media mainstream, golosamente alla ricerca del titolo più altisonante.

Il titolo di oggi, uno dei tanti, è questo (ma c’è anche questo, o questo): Difende test su animali. Giovane malata riceve auguri di morte su Facebook.
Ecco, questo fa schifo, ma veramente tanto.

Usare l’immagine iconica di una ragazza malata, occhi dolci contornati dall’ingombrante e tragica presenza del respiratore, per di più vegetariana e che studia veterinaria (ma ciononostante favorevole alla sperimentazione animale) per sponsorizzare la ricerca che utilizza gli animali non umani è veramente una tra le mosse più becere di qualsiasi campagna di marketing emozionale mai inventata sinora.

Mi spiace molto per Caterina, che credo in buona fede: e non nego in alcun modo la sua sofferenza, né quello che reputa essere il proprio genuino amore per gli animali, ma immagino non si sia resa conto che la sua iniziativa sarebbe stata cavalcata per sostenere ben altri interessi, sull’onda dell’emozione (come politici vari hanno subito fatto, allo scopo di ottenere un pò di promozione gratuita).

Per inciso, è interessante notare come il punto di vista estremamente situato di una malata grave (che non è di certo neutro rispetto alla propria malattia e sofferenza) viene accolto, proprio in virtù della carica emotiva che porta con sé, in maniera totalmente acritica da migliaia di persone. Insomma, se una ragazza giovane, dolce e amante degli animali, afflitta da malattie invalidanti e orribili, pur tuttavia reputa legittima la sperimentazione animale, perché non dovrebbero farlo tutte le altre persone?

Il punto però è un altro: il punto non è la generica quanto vaga affermazione di ’amare gli animali’, il punto è semplicemente ammettere che possiamo fare loro quello che facciamo (dalla sperimentazione, agli allevamenti, ecc.ecc.) perché ne abbiamo la forza, e con forza intendo la forza bruta, ovvero attraverso l’uso della violenza.

Caterina di certo soffre, come è destino di molti, se non tutti gli animali, umani e non. Caterina desidera vivere, e anche gli animali, umani e non, sottoposti ad atroci torture o sofferenze lo desidererebbero. E non è neanche importante sottolineare che gli altri animali non sono ‘solo’ topi, ma anche cani, uguali a quelli che Caterina stringe a sé e che ama, riamata, o scimmie antropomorfe, gatti, e qualsiasi essere ritenuto candidato ideale alla tortura.

Quello che non va, in questo ragionamento, è che non può esistere alcuna scusa ‘morale’, per usare violenza, per dominare altri esseri viventi, per imporre sofferenza fisica e psicologica intollerabile e morte. Non auguro a nessuno la morte, ancor meno la sofferenza (e quell* che lo fanno, e lo hanno fatto in questa situazione, sono persone deprecabili a cui va tutta la mia pena). Non la auguro a Caterina, ma nemmeno agli animali che la stanno subendo ora, chiusi in qualche asettico laboratorio. E non sono qui a dire che chi soffre non dovrebbe curarsi con farmaci sperimentati su animali, come potrei? Ad oggi nemmeno esistono! Ma che errore fa Caterina nell’affermare “sono viva grazie alla sperimentazione animale”.

L’errore si manifesta in due modi: primo, perché lei – come tutt* noi – non può sapere a che punto sarebbe oggi la ricerca scientifica se lo sviluppo etico fosse progredito alla velocità di quello tecnologico, e se avessimo rinunciato da tempo ad usare gli animali non umani per scoprire come combattere la malattia e l’inevitabile sofferenza. Chi può dire se oggi la scienza sarebbe più o meno progredita rispetto allo stato attuale? Inoltre vale la pena notare che al momento una persona come lei, volendosi curare – e di persone affette da svariate patologie ne esistono tante, anche tra le/gli antispecist*! – non avrebbe comunque, anche desiderandolo, altra possibilità.

Le alternative non vengono quasi mai prese seriamente in considerazione, e alla ricerca senza animali vanno sempre le briciole di quei fondi così prodigalmente raccolti da Telethon et similia. Da quando la sperimentazione sugli animali ha preso piede, è stato l’unico paradigma considerato valido, un mantra ripetuto a generazioni di studenti, una prassi imposta che ha tarpato le ali alla possibilità di una scienza etica, che non definisca arbitrariamente quali siano i soggetti degni di essere curati e quelli che possono essere sacrificati.

La ‘scienza’ che invece conosciamo ha ritenuto possibile, citando casi nemmeno così lontani nel tempo, compiere esperimenti anche su neri, ebrei, comunità povere (qui una efficace disamina delle intersezioni tra sperimentazione animale umana e non umana di Breeze Harper), animalizzando questi individui, reificandoli, approfittando della loro debolezza esattamente come avviene per gli animali non umani. E questo chiaramente esplicita come, fino a quando esisteranno categorie di valore tra individui (umani e non), davvero nessun* potrà essere sicur* di ricadere nell’insieme dei privilegiati.

La realtà è che viviamo in un mondo specista – oltreché razzista e sessista – fatto di distinzioni arbitrarie di valore e privilegio sostenute con l’uso della forza – anche quando è “legittimata”, è sempre forza – e della sopraffazione. L’ottica antispecista richiede invece di lasciare indietro le dicotomie degli opposti tanto care a chi sostiene la sperimentazione, e al posto di scegliere ‘tra il cane e il bambino’ è tesa a trovare il modo di salvaguardare gli interessi di entrambi. Questo è quello che andrebbe fatto, questo è quello che ci sforziamo di mettere in pratica, e la consapevolezza del fatto che ciò non è sempre possibile nella situazione attuale (o che la coerenza assoluta tra principi e prassi, per quanto auspicabile, è spesso difficilmente realizzabile) non può rendere lo sfruttamento degli altri individui una regola, anziché una eccezione.

Ed ecco svelato anche perché ‘l’icona Caterina’, trasformata in martire votata alla sperimentazione – in parte anche contro la sua volontà – ha avuto, solo sul sito di Repubblica.it, migliaia di condivisioni, mentre le dichiarazioni di Susanna Penco, ricercatrice e biologa dell’Università di Genova contraria alla sperimentazione animale, oltreché malata di sclerosi multipla (qui un suo video di qualche tempo fa, dove con calma e precisione circostanzia, da addetta i lavori, la sua scelta e la difficoltà ad andare controcorrente pestando i piedi di chi ha grossi interessi da difendere) vengono prese blandamente in considerazione.

Le dinamiche di potere in mano alla politica e a chi ha grossi interessi economici e di prestigio in ballo, ricevono euforicamente l’appoggio della malafede specista, tanto cara a tutte le persone che volentieri tacitano le voci in disaccordo, trovando un buon motivo per continuare a dominare, sopraffare, seviziare e uccidere nell’approvazione generale. Sono d’accordo con Caterina quando dice che bisognerebbe rinunciare alla carne, rinunciare alla caccia, rinunciare alle pellicce… ma non basta, e queste sue affermazioni sono passate sicuramente inascoltate, come tutte quelle che invece di guardare al quadro globale, instaurano la teoria delle priorità (prima gli umani, poi tutti gli altri) per non cambiare di una virgola il sistema.

Non basta, dicevo, perché bisogna rinunciare anche alla sperimentazione animale: non certo per far morire gli ammalati, ma per curarli senza sporcarsi le mani del sangue e della sofferenza di altri individui.

Si può scegliere di essere malati? Certo che no. Si può chiedere di voler essere curati senza far soffrire altr* e perciò sostenere una ricerca senza l’uso di animali? Sicuramente sì. Si deve per questo rinunciare alle cure? Io credo di no, ma anzi bisogna farsi ambasciatrici e ambasciatori, in quanto malat* e perciò persone con una conoscenza profonda della sofferenza, della necessità di una scienza finalmente senza crudeltà.

*definizione di ‘scienziati’: moderni e, a loro dire, infallibili profeti della legge divina del nuovo millennio, quella Scienza con la esse maiuscola che richiede sacrifici, umani e non umani, e la fede cieca del volgo al pari di vecchie e nuove religioni.

http://abbattoimuri.wordpress.com/2013/ ... -consenso/


Ultima modifica di Atlanticus81 il 29/12/2013, 17:59, modificato 1 volta in totale.


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[:(!]

http://gaiaitalia.it/home/campagne-e-in ... imali.html

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[BBvideo]http://gaiaitalia.it/home/images/stories/susi%20penco%20557838_473391546047562_1100354192_n1%201.jpg[/BBvideo]

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Vediamo un pò il parere dei nostri Fratelli Cosmici...

http://www.eugeniosiragusa.it/index.php ... Itemid=137


Vivisezione


"Voi terrestri non capite il linguaggio degli animali. Noi sì.

Siamo nelle possibilità di comprenderli e di vivere in mezzo a loro senza
temere le reazioni che scaturiscono dalla necessità di sopravvivenza.

Sappiamo anche che l'uomo terrestre è spietato contro di loro e che la scienza
li pone in uno stato di sofferenza atroce.

La vostra scienza sconosce il più elementare senso di pietà,
ma quello che è peggio, ignora anche la capacità degli animali di informare
l'anima collettiva della specie a cui appartengono, di ciò che subiscono
attraverso la cieca violenza dell'uomo.

La vivisezione che si pratica sul vostro pianeta dimostra chiaramente la miseria
della vostra involuzione e l'incapacità di sviluppare amore per le specie di animali
che di amore ve ne danno tanto.

Ma voi non siete capaci di capire o di non voler capire.
Allora vi permettete di compiere questi tetri delitti e di coercire, con il peggiore
dolore coloro che sono per servirvi.

Pace.

Adoniesis
Valverde, 22 Ottobre 1974


Ultima modifica di catwalk il 29/12/2013, 19:09, modificato 1 volta in totale.


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Toh!Guardate cosa ho appena trovato...interessante......da considerare.

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Amo gli animali, ma non le bestie che insultano Caterina!

Veleno in Rete contro la ragazza malata. Giusto criticare la vivisezione, ma l’animalismo non può diventare una religione. E la crudeltà è parte della natur

La notizia è di dominio pubblico. L'abbiamo data anche noi. La riassumo in tre righe per chi eventualmente l'avesse trascurata. C'è una ragazza, Caterina Simonsen, ricoverata a Padova per una malattia grave che la perseguita da anni e contro la quale ha sempre combattuto con coraggio, riuscendo perfino a studiare regolarmente: è in procinto di laurearsi in veterinaria.

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26,72 KB

Ama gli animali e si considera animalista. Come me.

Nonostante ciò, la giovane donna si è espressa a favore della sperimentazione scientifica sugli animali, da cui evidentemente si aspetta una soluzione ai propri problemi di salute: una malattia genetica che ora le ha attaccato violentemente i polmoni. Non serve una sensibilità speciale per comprendere la sua posizione apparentemente in contrasto con le idee da lei sempre sostenute. Eppure c'è chi in Rete l'ha coperta di insulti. Non li riferiamo per decenza, ricordando che i frequentatori dei social network spesso (anonimi o no che siano) sono cafoni e come tali scrivono: preferiscono ricorrere alla parolaccia piuttosto che alla parola.

Dicendo questo non scopro nulla di nuovo, ma è bene ribadirlo per inquadrare meglio il tema. Personalmente sono contrario alla vivisezione, termine brutale che mi ripugna pronunciare. Ma è pur vero che la mia ostilità verso questa pratica deriva dalla consapevolezza che si è abusato e si abusa ancora delle bestie, infliggendo loro sofferenze atroci, per scopi diversi, e punto nobili, da quelli di fare del bene all'umanità. Molti ricercatori incoscienti - direi di serie C - pur di dare ai loro studi maggiore importanza, rendendoli degni di pubblicazione, non esitano a sacrificare inutilmente decine o addirittura centinaia di cavie, incuranti della necessità - almeno - di non farle patire. Una simile carneficina è intollerabile.

Da qualche anno la strage viene condannata da gruppi sempre più agguerriti di animalisti, ecologisti, vegetariani e vegani, i quali si fanno in quattro affinché la legge vieti o riduca l'impiego di animali nei laboratori lager. Costoro sono meritevoli di solidarietà e appoggio: offrirglieli è un dovere al quale non mi sottraggo. Ma c'è un limite a tutto. Quando l'animalismo, come accade in molti casi, si trasforma in una sorta di religione, intesa in senso fondamentalistico e indifferente alle altrui ragioni, allora sono guai. Ogni eccesso d'altronde è provocato da azzeramento della razionalità.

Se una ragazza in lotta tra la vita e la morte auspica che la scienza trovi il modo di aiutarla, sia pure attraverso la sperimentazione su esseri viventi considerati (a torto) inferiori, non può essere trattata da alcuni esaltati come una pazza indegna di campare. Amare gli animali non significa disprezzare gli uomini e le donne che si fidano di scienziati seri e capaci di lavorare con scrupolo, anche sulle bestie, per ridare la salute a chi l'ha persa o darla a chi non l'ha mai avuta. È lecito sollevare dubbi sull'effettiva efficacia della vivisezione (orrore), come per esempio fa con garbo e cognizione di causa la biologa Michela Kuan, ma disprezzare chi ha opinioni opposte alle nostre rivela una crudeltà pari a quella esercitata, chessò, su un topolino o un cane o un gatto.

Probabilmente sfugge agli estremisti dell'animalismo un dato reale, e cioè che la natura non è benigna, ma cattivissima. Certamente i suoi aspetti più evidenti sono incantevoli: lo spettacolo di un tramonto, delle acque spumeggianti del mare, del cielo stellato, di un paesaggio collinare o dolomitico suscita nel nostro animo gioia e ammirazione. Ma la stessa natura, se analizzata con attenzione nei particolari, è disgustosa, un tritacarne, un'arena in cui si svolgono duelli tra poveri esseri che vogliono sopravvivere e altri esseri, poveri anch'essi, che mirano a sbranarli per il medesimo motivo: sopravvivere. Non entro nei dettagli, desiderando risparmiarvi la descrizione di certe mostruosità. Provate soltanto a immaginare l'attività dei predatori, dal più piccolo al più grosso, dai ragni alle tigri, dai falchi alle aquile. E sorvoliamo su quanto accade tra pesci di varie dimensioni.

Inoltre, avete mai visitato un allevamento di polli o di maiali? Avete mai assistito alla macellazione di bovini e di ovini? Scusate, cari fratelli animalisti, questo mondo fa schifo anche, ma non soltanto, per colpa dell'uomo. Se fosse vero che qualcuno lo ha progettato, non ci vengano a dire che è stato ispirato dall'amore. Ora, accanirsi su una ragazza a rischio di morte e fiduciosa nella scienza è la prova che nessuno è innocente.

http://www.ilgiornale.it/news/interni/979246.html



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
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Ufologo 555 ha scritto:



Da qualche anno la strage viene condannata da gruppi sempre più agguerriti di animalisti, ecologisti, vegetariani e vegani, i quali si fanno in quattro affinché la legge vieti o riduca l'impiego di animali nei laboratori lager. Costoro sono meritevoli di solidarietà e appoggio: offrirglieli è un dovere al quale non mi sottraggo. Ma c'è un limite a tutto. Quando l'animalismo, come accade in molti casi, si trasforma in una sorta di religione, intesa in senso fondamentalistico e indifferente alle altrui ragioni, allora sono guai. Ogni eccesso d'altronde è provocato da azzeramento della razionalità.

Se una ragazza in lotta tra la vita e la morte auspica che la scienza trovi il modo di aiutarla, sia pure attraverso la sperimentazione su esseri viventi considerati (a torto) inferiori, non può essere trattata da alcuni esaltati come una pazza indegna di campare. Amare gli animali non significa disprezzare gli uomini e le donne che si fidano di scienziati seri e capaci di lavorare con scrupolo, anche sulle bestie, per ridare la salute a chi l'ha persa o darla a chi non l'ha mai avuta. È lecito sollevare dubbi sull'effettiva efficacia della vivisezione (orrore), come per esempio fa con garbo e cognizione di causa la biologa Michela Kuan, ma disprezzare chi ha opinioni opposte alle nostre rivela una crudeltà pari a quella esercitata, chessò, su un topolino o un cane o un gatto.



E' un tema a me particolarmente caro in quanto sto vivendo una personale fase di "dilemma esistenziale", ovvero decidere di rinunciare a mangiare carne e diventare vegetariano o amare gli animali in fondo ipocritamente cibandomi delle loro carni

Possiedo un gatto, a cui voglio bene e mi ci sono affezionato, e pensare di mangiarlo mi fa orrore... eppure i suoi occhi, il suo cuore e la sua mente sono le medesime dell'agnello, del vitello o di qualsiasi altro animale macellato.

Condivido invece lo sdegno nei confronti di chi, accecato da fede ideologica (come sempre succede) non ha esitato ad attaccare indegnamente la ragazza invece che contribuire a presentare la propria opinione e cogliere l'occasione per una seria campagna informativa sui difetti e limiti della sperimentazione animale.

Sarebbe stato sicuramente più utile ed efficace per la causa degli 'animalisti' - io l'ho fatto, in risposta ad alcuni commenti pro-sperimentazione su "L'Unità".

http://www.unita.it/sociale/caterina-si ... t-1.542054

da cui prendo a prestito il commento di questo utente che secondo me fotografa bene la situazione che, quasi sicuramente inconsapevolmente e in buona fede, Caterina ha reso possibile

Cita:
con tutta la pacatezza che la situazione richiede mi sento di poter dire che questo è un caso montato ad arte per screditare gli animalisti. E' come quando 50 deficienti della curva sud lanciano imprecazioni razziste. Per colpa loro vengono puniti altri 80000 tifosi che non hanno fatto niente. Caterina mette un post sul internet, luogo notoriamente frequentato da ogni tipo di umanità anche la peggiore e più maleducata, un pugno di deficienti la offende e subito scatta il progrom, la notte dei cristalli contro gli animalisti. Tutto montato ad arte, tutto studiato a tavolino.


Anche perché... non vi pare strano che tutti i media hanno riportato IMMEDIATAMENTE questa notizia promuovendola e sostanzialmente amplificando lo "share" dell'intera faccenda?!?

Quanti altri migliaia di post con offese e insulti girano via internet?!

Ribadisco il concetto... per me c'è qualcuno che muove nell'ombra una pedina ignara come Caterina.

Per questo, a maggior ragione, cadere nella provocazione è da beoti... meglio informare e informarsi, SEMPRE!

[V]



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MessaggioInviato: 31/12/2013, 13:56 
Domande e riflessioni volutamente provocatorie...

Il motto cristiano "non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te" è esclusivo degli esseri umani o va esteso anche ad altre specie animali?

Se altri super-umani ci considerassero sub-umani al pari delle bestie e ci utilizzasse come cavie per esperimenti scientifici come la prenderemmo? Secondo questa logica eventuali visitatori alieni "grigi" sarebbero giustificati dal rapire i nostri bambini per mangiarseli o effettuare esperimenti?

Alla fin della fiera ciò che i nazisti facevano con gli ebrei noi lo facciamo con gli animali... ne muoiono a milioni negli allevamenti e nei laboratori, allevati proprio per questo motivo.

Alla fine noi umani, siamo, agli occhi degli animali, i nazisti del pianeta... e cito un autore ebreo, premio nobel per la letteratura come Isaac B. Singer, ha ispirato con le sue affermazioni lo stesso titolo del libro di Patterson "Un'eterna Treblinka"

Cita:
"Si sono convinti che l’uomo, il peggior trasgressore di tutte le specie, sia il vertice della creazione: tutti gli altri esseri viventi sono stati creati unicamente per procurargli cibo e pellame, per essere torturati e sterminati. Nei loro confronti tutti sono nazisti; per gli animali Treblinka dura in eterno".


[:(]


Ultima modifica di Atlanticus81 il 31/12/2013, 13:58, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 31/12/2013, 16:38 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

Domande e riflessioni volutamente provocatorie...

Il motto cristiano "non fare agli altri ciò che non vorresti fosse fatto a te" è esclusivo degli esseri umani o va esteso anche ad altre specie animali?



A questa prima domanda è molto facile rispondere.
Questa regola in realtà non è universale ma fu IMPOSTA solo ai membri della comunità di cui quegli uomini facevano parte dal nostro comune amico. Non c'era nulla di profondo, era una semplice regola di convivenza all'interno di una comunità in fase di formazione (forzata). Dubito si possa estrapolare da quel principio, soprattutto citandone l'origine il benché minimo insegnamento purtroppo. Anzi per come è formulata e nel contesto in cui è scaturita è l'apoteosi dell'ipocrisia.


Cita:
Atlanticus81 ha scritto:
Se altri super-umani ci considerassero sub-umani al pari delle bestie e ci utilizzasse come cavie per esperimenti scientifici come la prenderemmo?


Con una scrollata di spalle. Non è ciò che accade se si vuole dar retta a varie teorie come quelle di Malanga, quelle sui grigi, sui rettiliani o sugli Elohim? In ogni caso c'è chi sfrutta e chi viene sfruttato, penso sia una legge di natura.

Cita:
Atlanticus81 ha scritto:
Secondo questa logica eventuali visitatori alieni "grigi" sarebbero giustificati dal rapire i nostri bambini per mangiarseli o effettuare esperimenti?


Senza scomodare i grigi, se si pensa che ci sono uomini che si ritengono superiori ad altri uomini in virtù di una preferenza sessuale o del colore della pelle o per ragioni di genere (uomini VS donne) come si può sperare che si abbia rispetto per gli animali? non rispettiamo la nostra specie figuriamoci un'altra -_-


Cita:
Atlanticus81 ha scritto:
Alla fin della fiera ciò che i nazisti facevano con gli ebrei noi lo facciamo con gli animali... ne muoiono a milioni negli allevamenti e nei laboratori, allevati proprio per questo motivo.


Appunto :|



Cita:
"Si sono convinti che l’uomo, il peggior trasgressore di tutte le specie, sia il vertice della creazione: tutti gli altri esseri viventi sono stati creati unicamente per procurargli cibo e pellame, per essere torturati e sterminati. Nei loro confronti tutti sono nazisti; per gli animali Treblinka dura in eterno".


Purtroppo è ciò che l'indottrinamento inculca nella mente di tutti da centinaia di anni.



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