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 Oggetto del messaggio: Il petrolio non finirà, almeno per 130 anni
MessaggioInviato: 01/09/2011, 13:18 
(Di Pier David Malloni)

TRIESTE - Altro che fine del petrolio, con scenari apocalittici che vedono il prezzo dell'oro nero schizzare sempre piu' in alto e guerre commerciali per accaparrarsi le ultime gocce. Le riserve ci sono e con i nuovi metodi studiati dai ricercatori di tutto il mondo sara' anche piu' facile trovarle e sfruttarle. Dell'argomento si discutera' per due giorni a Trieste, nel corso di un workshop organizzato dall'Istituto nazionale di oceanografia e di geofisica sperimentale (Ogs) in programma fino al 2 settembre, e secondo l'organizzatore la scienza del petrolio e' destinata a rimanere attuale ancora per molto.

''Gia' due o tre anni fa, prima della crisi, le riserve stimate erano di 130 anni - spiega Aldo Vesnaver, che passa sei mesi l'anno in Arabia Saudita a insegnare le tecniche di estrazione ai ricercatori arabi -, ora che i consumi sono calati, il petrolio potrebbe durare ancora piu' a lungo. Il problema e' che per ogni barile di petrolio estratto ce ne sono 20 che passano di mano sulla carta, e gli speculatori ovviamente hanno dei vantaggi nel far passare il messaggio che il petrolio stia per finire''.

Le stime si basano sulle riserve gia' esistenti, spiega Vesnaver, ''il problema e' che la maggior parte del petrolio e' in mano a compagnie di Stato, in Venezuela come in Arabia Saudita. Per questo le multinazionali lo cercano ancora, perche' quello che producono loro e' molto meno, e quello si' potrebbe finire presto''.

Il ricercatore presentera' una tecnica sviluppata per 'auscultare' i movimenti dei giacimenti sotterranei grazie ai microterremoti: ''Il petrolio si produce con due pozzi - spiega l'esperto - uno da cui si estrae e uno in cui viene pompata acqua ad alta pressione. Questa provoca delle microfratture nella roccia, che possono essere rilevate con sismografi estremamente sensibili. Dallo studio di questi 'scricchiolii' si possono capire le caratteristiche del giacimento''. La stessa tecnica, spiega Vesnaver, puo' essere usata nello stoccaggio della CO2, per riuscire a capire i limiti oltre il quale non si puo' piu' pompare il gas. Al workshop parteciperanno 40 ricercatori ricercatori provenienti da vari paesi, tra cui Stati Uniti, Brasile, Arabia Saudita, Russia, Francia, Pakistan e Slovacchia, e rappresentanti della National Iranian South Oil Company e della Saudi Aramco. Un altro tema caldo sara' quello dei gas idrati, di cui Umberta Tinivella dell'Ogs e' referente internazionale.

Questi gas, formati essenzialmente da metano congelato, stanno catturando l'attenzione delle comunita' scientifiche di tutto il mondo, perche' potrebbero costituire una nuova riserva di gas naturale quasi inesauribile.

http://www.ansa.it/web/notizie/canali/e ... 65585.html



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MessaggioInviato: 01/09/2011, 14:14 
Può anche essere vero, e probabilmente lo è.
Indipendentemente da questo è però indubbio che dobbiamo cercare altre alternative!
Che siano 10, 20, o 130 anni... il petrolio finirà! E noi dobbiamo essere pronti a sostituirlo.
Senza parlare dell'inquinamento che il suo utilizzo sta creando. Forse sarebbe meglio non attendere di finire l'ultima goccia, ma mobilitarci un pò prima! [:)]


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Marziano
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MessaggioInviato: 01/09/2011, 15:03 
Cita:
Jimi_Marshall ha scritto:

Può anche essere vero, e probabilmente lo è.
Indipendentemente da questo è però indubbio che dobbiamo cercare altre alternative!
Che siano 10, 20, o 130 anni... il petrolio finirà! E noi dobbiamo essere pronti a sostituirlo.
Senza parlare dell'inquinamento che il suo utilizzo sta creando. Forse sarebbe meglio non attendere di finire l'ultima goccia, ma mobilitarci un pò prima! [:)]


Sono pienamente daccordo.
Dice il proverbio: Chi fa prima fa due volte.
E quà è in gioco una posta molto alta.


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Stellare
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MessaggioInviato: 01/09/2011, 15:32 
Il peak oil è stato raggiunto in tutti i paesi produttori di petrolio e con la sempre maggior richiesta da parte dei paesi emmergenti, non vedo come possa durare ancora così tanto.



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Rettiloide
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MessaggioInviato: 01/09/2011, 19:51 
In ogni caso, qua si parla di riserve totali di petrolio? Perchè un conto è dire che c'è una quantità X di petrolio, un conto è andare a vedere dove si trova e quanto costa tirarlo fuori... Sono convinto anch'io che di petrolio ce n'è ancora, però, dico, se si cerca di tornare al carbone, vuol dire che il petrolio rimasto è insufficiente alla domanda e troppo costoso. Capirai a cosa serve avere 100 anni di petrolio che costa, che so, 1000 dollari al barile... L'era del petrolio non sta per finire, sta per finire l'era del petrolio A BASSO COSTO (anzi, che non sia già finita).


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Grigio
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MessaggioInviato: 02/09/2011, 07:46 
Negli anni 70 quando c'è stata la crisi del golfo, c'era l'allarme che il petrolio sarebbe durato massimo 30 anni...ne sono passati 40 e più, la domanda ed il consumo sono aumentati ed anche il prezzo. Che ci stiano prendendo per i fondelli e che si tratti di una forma moderna di schiavitù non c'è dubbio.

Indipendentemente dal fatto che le riserve siano maggiori o minori di quello che vanno dicendo, in ogni caso la ricerche costano e stanno trasformando ampie zone della terra come una groviera.
Sono convinta che le forme alternative potrebbero essere ad un maggiore grado di sviluppo e di impiego e a minor impatto ambientale ma nessuno ha l'interesse perché i ricchi sceicchi e tutti i poteri coinvolti si troverebbero praticamente ad esser messi da parte seppur in maniera graduale.

C'è poi un'ipotesi che potrebbe essere il frutto della mia fantasia un po' cospirazionista ma potrebbe avere qualche fondamento. Credo che una parte del petrolio potrebbe essere già prodotta da diversi anni in maniera artificiale, attraverso il riciclo dell'olio usato, attraverso microrganismi che determinano lo stesso tipo di decomposizione organica che si è avuto naturalmente. Magari ci sono posti in cui il petrolio lo ricavano direttamente dalla monnezza. [8)] A Napoli potremmo diventare sceicchi! [;)]

La cosiddetta benzina verde potrebbe essere un prodotto di questo nuovo ciclo di produzione. Io la butto lì perché se così fosse, tutto sto casino del petrolio servirebbe (come di fatto serve) solo a renderci dipendenti. [xx(]



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MessaggioInviato: 02/09/2011, 09:17 
...mi sono sempre chiesta quanta decomposizione organica c'è stata x darci tutto questo petrolio, quanti sconvolgimenti e quanti "mondi" sono terminati x darci il petrolio che abbiamo usato e che useremo!
Scusate la riflessione [:I]



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Essere Interdimensionale
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MessaggioInviato: 02/09/2011, 09:36 
Cita:
donnacinzia ha scritto:

...mi sono sempre chiesta quanta decomposizione organica c'è stata x darci tutto questo petrolio, quanti sconvolgimenti e quanti "mondi" sono terminati x darci il petrolio che abbiamo usato e che useremo!
Scusate la riflessione [:I]


Anche io mi sono sempre fatto la stessa domanda [:D], ma bisogna sapere che l'origine "biologica" del Petrolio non e' l'unica possibile. Ovviamente come per tutte le questioni scientifiche, si sono formate due fazioni: i sostenitori dell'origine biologica (teoria biogenica) e i sostenitori dell'origine alternativa (teorie abiogene).
Dato che nella scuole si insegna esclusivamente la prima, la seconda e' ai piu' sconosciuta.
Riporto la definizione di wiki per rendere l'idea:

Cita:
Teorie abiogene

Molte teorie abiogene sono complementari, non mutuamente esclusive e generalmente non accettate dalla comunità dei ricercatori che operano nel campo delle scienze della Terra[senza fonte]. La teoria abiotica è sostenuta da pochi studiosi (prevalentemente di scuola russa)[senza fonte]. Vi è un generale consenso, fra i ricercatori che non condividono questa teoria, sul fatto che i giacimenti di idrocarburi di possibile origine abiotica, se esistono, sarebbero comunque minoritari rispetto a quelli di origine biogenica presenti nella crosta terrestre[senza fonte].

Fra questi teorici, c'è il professor Thomas Gold che nel 1992 pubblicò la sua teoria della profonda biosfera calda, allo scopo di spiegare il meccanismo dell'accumulo di idrocarburi nei giacimenti profondi.

Nel 2001 J. Kenney dimostrò che secondo le leggi della termodinamica non sarebbe possibile la trasformazione a basse pressioni di carboidrati o altro materiale biologico in catene idrocarburiche. Infatti il potenziale chimico dei carboidrati varia da -380 a -200 kcal/mole, mentre il potenziale chimico degli idrocarburi è maggiore di 0. Siccome le trasformazioni termodinamiche evolvono verso condizioni a potenziale chimico più basso, la trasformazione citata non può avvenire. Il metano non si polimerizza a basse pressioni ad alcuna temperatura.

Talvolta, giacimenti di gas naturale e petrolio ritenuti in fase di esaurimento, si riempono di nuovo; questo processo può essere alimentato solo da depositi profondi, percorrendo la sequenza di fenomeni che portò alla formazione iniziale. La teoria abiotica sostiene che tutti gli idrocarburi naturali siano di origine abiotica, ad eccezione del metano biogenico (spesso chiamato gas di palude), che è prodotto in prossimità della superficie terrestre attraverso la degradazione batterica di materia organica sedimentata.

Una teoria dell'origine abiotica del petrolio ritiene che al momento della formazione della Terra si siano formati dei significativi depositi di carbonio, ora preservati solo nel mantello superiore. Questi depositi, trovandosi in condizioni di elevata temperatura e pressione, catalizzerebbero la polimerizzazione di molecole di metano, fino a formare lunghe catene idrocarburiche.[3]

Una variante di questa teoria prevede l'idrolisi di peridotiti del mantello, con conseguente formazione di un fluido ricco in idrogeno e con metalli catalizzatori (come nichel, cromo, cobalto o vanadio), che risalendo, dilaverebbe le rocce carbonatiche superiori, generando idrocarburi. Questa reazione chimica ipotizzata è la stessa che si avrebbe nel processo industriale della sintesi di Fischer-Tropsch.



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MessaggioInviato: 02/09/2011, 10:37 
Cita:
donnacinzia ha scritto:

...mi sono sempre chiesta quanta decomposizione organica c'è stata x darci tutto questo petrolio, quanti sconvolgimenti e quanti "mondi" sono terminati x darci il petrolio che abbiamo usato e che useremo!
Scusate la riflessione [:I]


Già..... [:)]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 02/09/2011, 10:40 
Il petrolio dell’Arabia Saudita basterà?

http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03 ... nte/96273/

di Debora Billi

Il più grande degli elefanti, quello che ha fatto la storia, si chiama Ghawar e sta morendo in Arabia Saudita. Gli “elefanti”, in gergo petrolifero, sono i giacimenti da oltre un miliardo di barili di riserve provate e recuperabili: Ghawar, il re, ne vanta circa 80 miliardi. Un mostro che fornisce ininterrottamente energia al mondo dal 1951.

Ghawar è ai suoi ultimi anni di vita. Ha raggiunto il massimo della produzione giornaliera nel 2005, ed ora è soggetto ad un declino dell’8% annuo. Come per tutti i veri grandi della Terra, la sua agonia è lunga e non sarà indolore. Ghawar ha visto cambiare moltissimo il Paese intorno a lui, nei 60 anni della sua esistenza, un Paese che gli è indissolubilmente legato e che si è trasformato proprio grazie al petrolio. Dalla nascita di Ghawar, in Arabia Saudita la popolazione è aumentata di sei volte e il consumo petrolifero interno di quasi cinque volte: un consumo interno che aumenta, e l’elefante in agonia, significano progressive difficoltà per le esportazioni.

Molti contano sull’Arabia Saudita per rimpiazzare la produzione che manca in Nord Africa e in altri Paesi in crisi politica. Ma, come rivelato anche da alcuni recenti cablo di Wikileaks, non c’è da farci un cieco affidamento. Malgrado i molteplici annunci di “no problem”, l’Arabia i problem li ha eccome. E si vocifera persino che i suoi sforzi di swing producer arrivino da riserve strategiche sparse per il mondo più che da greggio fresco di pozzo. Greggio per giunta di bassa qualità, sicuramente inferiore a quello libico, ad esempio, e di più difficile raffinazione.

Riuscirà l’Arabia Saudita a tenere il passo con le pressanti richieste che arrivano da tutto il mondo, e a contribuire a calmare il prezzo del barile? Fino a domani, sicuramente; dal giorno dopo non si sa. L’11 marzo porterà anche in Arabia Saudita quel “giorno della rabbia” che sta sollevando ovunque minacciose tempeste dall’esito incerto. La gioventù saudita chiederà libertà e democrazia, certamente, ma in realtà siamo di fronte all’incontro della curva ascendente di popolazione e domanda interna, con la curva discendente dei giacimenti in esaurimento. E questo incontro è il momento del destino a cui tutti i Paesi produttori di petrolio sono chiamati prima o poi a rispondere, non si scappa. Ghawar, insieme a tutti noi, resterà a guardare.


Fonte:
http://www.ilfattoquotidiano.it/2011/03 ... nte/96273/



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MessaggioInviato: 04/09/2011, 10:49 
il prezzo della benza quanto dovrebbe costare fra 129 anni ? [8)]


Ultima modifica di adam il 04/09/2011, 10:50, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 04/09/2011, 11:56 
Una vera e propria schiavitù quella del petrolio, basterebbe un solare distribuito in scala mondiale per dare energia n volte il necessario, ad un costo inferiore a quanto costa ora l'energia ed auto tutte elettriche, con i pannelli esausti e le batterie-celle di combustibile per le auto tutto riciclabile!
Solo che cosi sei libero di ricaricarti da solo con i tuoi pannelli la tua macchina, non pagare benzina e pagare l'elettricità unicamente come ammortamento del costo del pannello.... e poi il motore elettrico è raro si rompa=meno ricambi meno costi... meno introito di tasse, meno pil... NO non si farà mai :(((

Piccolo esempio pratico: in Italia il consumo di picco di elettricità è di 60 GW/h, aggiungiamo a questo 5-10 GW/h equivalenti al consumo di benzina e diesel annuale e ottieni 70GW/h: metti di abbondare per essere sicuro e arrivare anche a 100 GW/h di picco.
In italia abbiamo 30 milioni di case, un impianto da 3.3 kw/h per casa ed hai ottenuto tutta la corrente che ti serve. ma dovendo pensare pure alla notte devi andare almeno sui 5 kw/h (120 Gw/h di picco)
Piccola nota aggiuntiva: al costo produttivo dichiarato da nanosolar ben 3 anni fa (<1$ a watt al produttore, < 2$ a watt al consumatore)
un impianto da 5 kw/h di picco non dovrebbe costare più di 10000$ al cambio 7000 euro.
A questo devi affiancare un sistema di accumulo dell'energia elettrica in eccesso da 20 kw/h per la notte (industrialmente una cella a combustibile simile potrebbe costare sui 5000 euro)
Costo impianto 12.000 euro, ammortizzato in 20 anni fanno 50 euro mese a casa e ci comprendi il viaggiare con la macchina tranne i viaggi lunghi (a regime un auto con 16 KW/h di batterie dovrebbe costare non più di 4000 euro rispetto ad una di tecnologia a combustione)....
Saluti!


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MessaggioInviato: 06/03/2013, 20:22 
Un duro risveglio (la fine del petrolio) film-documentario

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=lKLJVqBM6FM[/BBvideo]

Cita:
Film-documentario svizzero del 2006 sulla fine del petrolio, tradotto completamente in italiano. Diretto da Basil Gelpke e Ray McCormack


Da vedere [:)]



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MessaggioInviato: 08/03/2013, 18:49 
a parte il petrolio o gli scisti la vera miniera d'oro sono gli idrati di metano, non a caso il giappone presto si scornerà con la cina per il controllo delle isole senkaku ricchissime di questo prezioso metano oceanico. Il vero problema è che questi idrati contengono quantità ENORMI di metano, e lo tengono lontano dal'atmosfera; tale metano in parte sta già arrivando in superficie a causa del riscaldamento delle acque (gli idrati sono sensibilissimi ai cambiamenti di pressione\temperatura) causando enormi blow out; tali quantitativi di metano, tolto da questi depositi e rilasciato nell'atmosfera potrebbe creare dei disastri incommensurabili. Senza parlare del danno geologico visto che questi enormi zoccoli di idrati di metano, venendo a mancare, causerebbero smottamenti e frane immense nei fondali oceanici...

di cose DA BRUCIARE per sostenere il nostro progresso virale cene sono tantissime, siamo partiti dal legno al carbone al petrolio presto gli idrati, stiamo dissipando nell'atmosfera quantità pazzesche di energia che la natura aveva abilmente stoccato. E' il prezzo del progresso, spero che quando la natura ci servirà il conto ne sarà valsa la pena e magari saremo già in grado di infestare altri pianeti, perchè se no saranno ca**i ^_^


Consiglio di leggere il libro "IL QUINTO GIORNO" davvero profetico sotto moltissimi punti di vista.



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