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il DESTINO individuale rappresentabile e gestibile http://www.ufoforum.it/viewtopic.php?f=8&t=14624 |
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Autore: | star-man [ 20/03/2013, 18:03 ] |
Oggetto del messaggio: | il DESTINO individuale rappresentabile e gestibile |
Bene,eccoci a parlare seriamente del DESTINO INDIVIDUALE. Coerente con la mia linea essoterica,con due esse,ve ne propongo una prima visione...terrestre e molto ma molto umana. ***** Per farlo in questi termini,vi parlo di un approccio noto,ma alla mia maniera,visto che lo conosco bene avendo fatto,a suo tempo,un training specifico L'ANALISI TRANSAZIONALE Ve ne parlerò in modo semplice e chiaro,no spaventatevi per la lunghezza del post,non vi si ripete inutilmente niente,e leggerlo sarà per voi come compiere un cammino piacevole e interessante. 1)LE ORIGINI Eric Berne,l'ideatore di questo orientamento,era uno psicanalista dell' IO americano. Allievo di Paul Federn ed ERik Erikson,lavorava nell'ambito psicoterapeutico freudiano interessandosi soprattutto all'INTUIZIONE. Nel corso del suo lavoro,Berne si era reso conto dell'importanza di questa risorsa. Non solo,l'aveva teorizzata,in 6 articoli molto belli e interessanti e usata per ideare,passo dopo passo,un approccio suo personale alla personalità e ai rapporti sociali ,che chiamerà poi analisi transazionale. Questo,ed altri motivi,lo porteranno poi ad uscire dalla psicanalisi per fondare la sua scuola, una scuola che,con gli anni diventerà la terza per importanza nel panorama psicoterapeutico internazionale. 2)CONCETTI BASE Berne sapeva che le persone sembrano comportarsi in modo diverso durante la giornata: a volte riproducono atteggiamenti e comportamenti presi da figure genitoriali,altre volte appaiono infantili,altre volte ancora,invece,coerentemente sè stesse,in linea con la loro età e personalità attuale. Questi modi di essere e di fare,erano segnalati non solo da atteggiamenti somatici,ma da toni di voce particolari,fraseologie,valori,pensieri,emozioni. Chiamò questi tre modi di espressione personale,STATI DELL'IO: a)Genitore,lo stato in cui l'IO imitava e rirproduceva,ovviamente a suo modo,le figure genitoriali dell'infanzia della persona b)Bambino,lo stato in cui la persona sembrava comportarsi regressivamente c)Adulto,lo stato in cui la persona era effettivamente sè stessa ,qui ed ora,con la maturità e le facoltà adulte conseguenti Questa la chiamò ANALISI STRUTTURALE,dato che illustrava COME era costruita la personalità POi,vedendo che in ognuno di questi STATI ,l'IO esprimeva pensieri,emozioni e azioni, Berne cominciò a definrie l'ANALISI FUNZIONALE,cioè il modo con il quale LE STRUTTURE IPOTIZZATE sembravano manifestarsi socialmente. Chiamò queste manifestazioni: a)Genitore Affettivo e Normativo b)Adulto logico c)Bambino Libero e Adattato Questa è una schematizzazione,ovviamente,che rende conto grosso modo di quanto era osservabile e comprensibile,sia a livello strutturale che funzionale,e non va inteso come una fotografia o un qualcosa di reale. Nel contempo qui iniziano i problemi teorici dell'at,dato che Berne sembra prendere le cose troppo sul serio,scrivendo,ad esempio,cito a senso: "I concetti freudiani di IO,ES E SUPER IO,sono delle ipotesi di lavoro e non delle realtà psichiche,mentre Genitore,Adulto e Bambino corrispondono veramente a dati reali visibili,inferibili e trattabili. Ora,questa affermazione,che gli costò,insieme ad altre,la fuoriuscita dalla psicanalisi americana, npn è amio modo di vedere ,corretta. Infatti,G A e B ,come pure gli altri concetti sia psicanalitici che suoi propri,sono METAFORE DI ESPERIENZE,MAPPE DI UN TERRITORIO CHE RESTA CMQ DIVERSO E,A VOLTE,MISTERIOSO. La psiche umana non è schematica,logica e reale come le teorie e le pratiche psicologiche suppongono sia. La psicologia ,quella clinica in particolare, è un sistema aperto di ipotesi e di azioni che cercano di rappresentare la mente in modo utile ai propri obiettivi. Ma questa rappresentazione NON è il territorio che rappresenta,nonostante quello che molti studiosi di quest'ambito affermano. Quindi,Berne,avrebbe dovuto essere più prudente e con tenuto nel suo teorizzare e agire,considerando le proprie come idee utili alla psicoterapia e non come realtà mentali vere e proprie. Un'altro limite di questa rappresentazione della mente,oltre ad essere piuttosto schematica,è un pericolo ideologizzante che si verifica costantemente nell'ambito dell 'at clinica: i pazienti IMPARANO ad ancorare le proprie esperienze a questi concetti,ne parlano abitualmente in terapia, lavorano su di essi e con essi,quinsi DIVENTANO,IN UN CERTO SENSO,I CONCETTI STESSI. Questo non succede nella psicanalisi,in cui il paziente e l'analista si occupano solo di quanto il primo porta al secondo,cioè del materiale quotidiano e onirico,SENZA MAI PARLARE DI TEORIA e,cosa molto importante,SENZA IDEOLOGIZZARE IL PAZIENTE IN QUESTO SENSO. Solo nelle analisi didattiche ,che preparano il futuro psicanalista al suo lavoro,si parla,a volte e solo quando è indispensabile farlo,di concetti e teoria,ma questo è mirato alal formazione dell'analista,mentre,con i pazienti che non seguono questo iter,non se ne parla. Anzi,molto speso,quando il paziente esa in analisi questi concetti,la cosa viene confrontata e analizzata come difesa e raionalizzazione, e non come una variabile essenziale e utile alla terapia. Io mi sono accorto di questi limiti dell'at quasi subito,chiedendomi se valesse la pena o meno intraprendere un training in essa. Poi l'ho fatto,mantenendo questi dubbi,per ragioni personali e professionali,e un certa simpatia per essa e alcuni suoi capitoli che vi spiego adesso: 3)I GIOCHI PSICOLOGICI I bambini amano giocare,gli adulti anche. Spesso e soprattutto,nel caso dei bambini,si tratta di giochi ludici,nel caso de gli adulti invece,no. Anche gli adulti amano giocare,fanno sport,competizioni,gare,prestazioni,creano,giocano a scacchi,si divertono nel letto,ecc... Questo à il giocare ludico dei...grandi. Il problema è quando giocano nei rapporti sociali,e usano i rapporti sociali per manipolare sè stessi e gli altri, ricattare...in un certo senso....,imbrogliare e trarre tornaconti a sorpresa che risultano poi sempre dannosi per loro stessi e il prossimo coinvolto. Secondo me,la genialità Berniana,non si è espressa nella teoria della personalità,se non marginalmente,ma,ad esempio,nello studio e nel trattamento di queste dinamiche improduttive o distruttive. Il suo libro A CHE GIOCO GIOCHIAMO,è stato un bestseller mondiale,proprio perchè mette in luce quello che che Berne definisce come il 95% dell'emotività e affettività nei rapporti sociali,ed ha ragione. Le persone hanno una paura,spesso esagerata,dei rapporti sociali liberi,imprevedibili,alla pari,aperti e preferiscono STRUTTURARLI IN MODO TALE DA FARNE DEI GIOCHI PSICOLOGICI DI CUI CONOSOCONO INTUITIVAMENTE GLI SCHEMI ,LE MOSSE,I COLPI DI SCENA,I TORNACONTI. In altre parole,l'umano RECITA rapporti sociali,NON LI COSTRUISCE LIBERAMENTE QUI ED ORA,NON LI VIVE APPIENO,ma li costringe dentro schemi,dinamiche"softwares" sociali precotti,prestabilit,programmati ,in parte e prevedibili. Tutto questo,naturalmente,inconsapevolmente,e questa inconsapevolezza era tale anche in ambito spicologico,prima che Berne capisse e spiegasse alla gente le cose. Ora,sarebbe già sufficiente questa comprensione Berniana e i contributi successivi dell'at,per qualificare entrambe come geniali e molto utili sul piano pratico. Avrete capito che io sono un estimatore di questo aspetto dell'at,che,in fondo è quello che mi piace di più. Questo al punto da pensare che,se lui non avesse insistito cosi tanto sulla personalità,ma fosse rimasto nell'ambito della psicanalisi concentrandosi sui giochi e l'analisi e il trattamento dei giochi,sarebbe diventato cmq un analista di primo piano a livello mondiale. INOLTRE,AVREBBE EVITATO LE DIFFICOLTA TEORICHE MA NON SOLO ,relative alla sua schematizzazione strutturale e funzionale,e il fatto strano per me,che questa schematica sia diventata lemblema dellat MENTRE PER ME LA VERA ESSENZA DELLA AT STA PROPRIO NELL'ESSERE SOCIALMENTE UTILE E EFFICACE proprio nel lavoro sui giochi psicologici. Leggendo quel libro,infatti,vi renderete conto di quanto Berne avesse sviluppato questa analisi,acordandola poi con la psicanalisi: OGNI GIOCO VIENE SPIEGATO CON ESEMPI REALI,TRATTI DALLA PSICOTERAPIA E DALLA VITA COMUNE. HA UN NOME,NE VENGONO ILLUSTRATE RUOLI E PARTI RECITATE,LE MOSSE,IL COLPI DI SCENA E I TORNACONTI FINALI INOLTRE,VENGONO SPIEGATI EM OTIVATI I LORO VANTAGGI PRIMARI E SECONDARI,IN TERMINI INCONSCI,ISTINTUALI E DINAMICI SOCIALI. Insomma,una genialata,scusate il termine,notevole,che avrebeb dato alla psicanalisi un'APPORTO ESSENZIALE E UN CONTRIBUTO DI GRANDE VALORE: Invece...mah... 4)IL DESTINO INDIVIDUALE Questo è il secondo aspetto che io apprezzo molto dell'at. Berne ,scrive,cito a senso: "Ogni persona costruisce il proprio destino,attraverso una sorta di COPIONE ESISTENZIALE pensato nell'infanzia e recitato poi nel corso dell'esistenza, Questo copione è proprio simile a quelli teatrali,poichè comprende PARTI,RUOLI,PERSONAGGI,UNA TRAMA E UN TORNACONTO FINALE." Come vedete,c'è una rassomiglianaza e concordanza immediata tra GIOCHI PSICOLOGICI E COPIONE ESISTENZIALE,al punto che,come SISTEMI ...si assomigliano favvero moltissimo in temrini di isomorfismi,cioè di STRUTTURE E FUNZIONI SIMILI,COMPATIBILI,COERENTI E CONCORDANTI. Quando la persona gioca nei rapporti sociali,RECITA UNA O PIU PARTI,UNO O PIU RUOLI,FA MOSSE SPECIFICHE,ATTUA COLPI DI SCENA,SOFFRE UN TORNACONTO FINALE. La stessa cosa succede nei COPIONI: la persona recita una o più parti,uno o piu ruoli,segue un iter di mosse e una trama, propone colpi di scena spiazzando sè stessa e gli altri,riscuote un tornaconto finale. QUESTA per me è LA VERA E UNICA ANALISI TRANSAZIONALE UTILE E ...DAVVERO REALE. REALE,perchè non teorizza,non impone o propone concetti,MA SI LIMITA A MOSTRARE UN MODELLO DEL REALE PERSONALE E SOCIALE che può essere identificato,osservato,descritto con un minimo di METAFORE e un massimo DI ESPERIENZIALITA!!! (continua) |
Autore: | Thalita [ 20/03/2013, 22:41 ] |
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Di Berne ho letto "A che gioco giochiamo" dove elenca i vari giochi che l'individuo, in base al proprio vissuto, è portato a recitare in coppia, al lavoro, nella società. Molto interessante, peccato però che sembra un riassunto con alcune parti un po' troppo schematiche e che avrebbero necessitato di approfondimenti e argomentazioni dato che è rivolto ad un pubblico non specializzato in materia. Seguirò quindi con interesse questa tua discussione. ![]() |
Autore: | star-man [ 21/03/2013, 06:32 ] |
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Grazie |
Autore: | star-man [ 21/03/2013, 07:13 ] |
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Bisogna dire xhe quel libro é il primo importante lavoro di Berne sui giochi Ad esso sono seguiti i lavori si Claude Steiner sui giochi degli alcolisti,applicabili anche ai drogati e perdino a chi non si deoga e non beve ma usa altre cose al posto di alcool e droga per rovinarsi la vita. Ad eesempio,il gioco dell'alcoolizzato....astemio,in cui il SUPERLAVORO,LA SETE DI POTERE,DI SOLDI,DI FAMA,ecc... prendono il posto di alcool,droga : LA DINAMICA É SEMPRE LA STESSA,CAMBIANO SOLO ALCUNI CONTENUTI. Secondo Berne,i giochi psicologici servono ad evitare la simpatia MA SOPRATTUTTO L.EMPATIA NEI RAPPORTI SOCIALI Berne chiama questo FUGA DALL.INTIMITÁ,laddove per intimità intende contatto umano profondo,libero,imprevedibile,coinvolgente e significativo,emotivamente e affettivamente. Sempre secondo Berne,l'essere umano sano é CONSAPEVOLE,SPONTANEO E INTIMI,nel senso spiegato prima e lo é senza particolari....sforzi o problemi,é cosi e basta. C'é qualcosa nell'at che ricorda la meccanica quantistica: Le persone si incontrano e relazionano seguendo traiettorie e Compatibilità che ricordano l'entanglement,a volte sembrano cercarsi e comunicare azdistanza,a volte,quando sono insieme comunicano istantaneamente senza neppur parlare o spiegare.... Le persone sono come i fotoni: Splendono di luce propria Comunicano per simpatia e empatia Sono mobili,instancabili,viaggiano leggere senza...masse ingombranti Sono dappertutto Sono dirette,chiare,luminose, QUESTO QUANDO SONO SANE!!!! alla prossima |
Autore: | star-man [ 21/03/2013, 09:35 ] |
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Alfred Adler,un uomo buono e un buon psicologo. A differenza di Freud,piuttosto freddo e rigido,scientificamente ascientifico,Adler è uno studioso umanista che si è occupato degli altri non solo in termini psicoterapeutici ma sociali e umani. Per questo mi piace e riscoprirlo è stato un piacere. Lui è stato,con Freud e Steckel,uno dei fondatori della psicanalisi che ha poi abbandonato,come altri,Reich ad esempio,per incompatibilità di idee e di...potere. Una parentesi su questo la faccio volentieri,dato che io detesto il potere e l 'autorità,non per motivi emotivi o psicopatologici,ma perchè a me non sono mai serviti a niente se non a complicarmi la vita. La psicanalisi ,nata come esplorazione dell'inconscio,avrebbe potuto comprendere numerosi orientamenti,in parte contraddittori in parte no. Ogni persona,infatti,è un mondo a sè stante,pur condividendo con gli altri la natura specifica umana. Ma ogni INDIVIDUO la vive a modo suo,ne accetta aspetti,nè rimuove altri,pur rispettandoli,ne agisce alcuni,non ne agisce altri,e cosìi via. Questa realtà avrebbe dovuto condizionare la psicanalisi permettendole una ricerca e una pratica aperte,evolute,interagenti e confrontantesi. Oggi sarebbe invece che una chiesa e un'ideologia,un sistema aperto teoricopratico di incredibile utilità ed efficacia. Chiusa la parentesi,torniamo a bomba. Adler sostiene che ogni persona è UN INDIVIDUO UNICO E IRRIPETIBILE grazie al fatto che POSSIEDE UN SE CREATIVO capace di mediare tra il suo profondo e il mondo esterno. Il bambino,secondo Adler,e in questo è confermato da tutte le ricerche moderne sull'età evolutiva che valgono qualcosa,è un CREATIVO per natura,non uno specchio che assorbe e riflette,e neppure una tabula rasa o un registratore,un piccolo compurter,ecc... Il bambino ESPERISCE , cioè VIVE SOLO LA SUA ESPERIENZA E NON QUELLA DEGLI ALTRI,e in base a questo suo vissuto emotivo,affettivo,cognitivo si fa un'idea del tutto personale di sè,degli altri e del mondo,in generale. Poi,in base a queste sue opinioni,si comporta. All'inizio,essendo il bambino piccolo e limitato cognitivamente,queste opinioni sono piuttosto drastiche,un tantino assolute,talvolta esagerate e lacunose,ma formano comunque la base del suo STILE DI VITA . Poi,con l'andare del tempo,l'evoluzione personale,il crescere e il diventare grande,questo costrutto viene continuamente rielaborato,aggiustato,in parte rivisto,in parte confermato,fino adiventare un insieme esistenziale FUNZIONALE a lui stesso. Ho detto a lui stesso,dato che ogni persona ha un proprio vissuto,un proprio stile di vita,che,magari,per lei funziona bene ma per un'altra,sarebbe un disastro!! Per questo la psicologia di Adler si chiama PSICOLOGIA INDIVIDUALE,e io aggiungo,INDIVIDUALIZZATA E INDIVIDUALIZZABILE. Adler,oltre che un fine umanista,era anche un profondo conoscitore della natura umana,della sua individualizzazione nelle persone e della creatività individuale. 1)STORICA INDIVIDUALE La storia di una persona è unica e irripetibile,cosi come la sua personalità e il suo stile di vita. Su questo non ci sono dubbi. Però ci sono alcune variabili che sembrano presentarsi in ogni storia e vissuto,in ogni stile di vita. Queste variabili sono: *lo status in cui si trova il bambino piccolo *l'ambiente in cui cresce *lo status del bambino piccolo,per Adler, è insieme di stupore,paura,terrore,curiosità emotività,affettività e cognitività nei confronti della realtà. Il reale include lui stesso e lui stesso si percepisce anche in relazione al reale,ma in un modo particolare che vi spiego con un esempio: immaginate ,come adulti,di ritrovarvi senzasapere come,in un ambiente di giganti, con persone alte tre metri,mobili enormi,sedie impossibili,case grandissime,alberi giganteschi,ecc... Queste persone hanno una voce tonante,sono capaci di fare cose che non sapete fare o non capite, dormono insieme e non capite il perchè,litigano,discutono,ecc... Si occupano di voi, o forse potrebbero anche ignorarvi,in parte,o altro,ma il fatto è che voi siete piccoli,inermi,non avete alcun potere in quell'ambiente,siete dipendenti perchè sapete che ne avete bisogno per vivere,mangiare,bere,dormire,ecc... COME VI SENTIRESTE? Bene,la vostra risposta attuale è esattamente quello che avete provato e sperimentato individualmente da piccoli. Adesso,fate un bel ragionamento:ritornate in quello status di adulti in quell'ambiente,e poi pensate: COME DIAVOLO POSSO E DEVO FARE PER CAVARMELA? Bene,la vostra risposta corrisponde a quello che avete pensato di fare quando eravate piccoli. Vi renderete forse conto del disagio,della paura,ma anche della curiositàdei dubbi,delle emozioni,ecc.. che provate e avete provato...un insieme interessante,stimolante,un po confuso forse,ma vivo e creativo. Ora,come vi muovete in concreto dentro quell'ambiente...alieno? Pensateci bene,molto bene,senza fretta,perchè scoprirete cose molto interessanti sulla VOSTRA PSICOLOGIA INDIVIDUALE. Poi le confronteremo con quanto propone Alfred Adler. ciau (continua) |
Autore: | star-man [ 23/03/2013, 10:31 ] |
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ASPETTI UMANISTICI E SOCIALI Adler è stato il primo umanista in psicologia e psicologia clinica. Spesso si crede che lo sia stato Jung,ma questo è vero solo in parte. Jung,sul versante sociale,non ha dato contributi significativi,Adler si. Basti pensare a quanto ha detto e fatto per la scuola del suo tempo,alle sue conferenze numerosissime e in tutto il mondo,ai suoi scritti in cui sottolinea l'importanza dell'ambiente per lo sviluppo sano del bambino,ecc... In particolare,in quest'ultimo ambito,ha scritto cose molto interessanti che vi riassumo in questo modo: spesso si pensa che l'ambiente sia più importante della persona,altre volte il contrario,altre volte ,ancora, si dà ai due lo stesso valore ,ma... secondo lui,tutti si dimenticavano una cosa essenziale: il bambino è cmq creativo,E NON ASSIMILA MAI LE COSE COME FORSE SONO REALMENTE,MA COME LE VIVE LUI. Questo,attraverso la sua esperienza,diversa da bambino a bambino,perfino tra fratelli, e lo fa con quello che Adler chiama IL SE CREATIVO. Il sè creativo è quella parte della personalità che media,separa e integra,il mondo esterno con quello interiore:la risultante è un insieme di convinzioni,decisioni,stile di vita,ecc...del tutto diverso da persona a persona... Per dirla con una analogia molta chiara,LE IMPRONTE DIGITALI DELLA MENTE! Non solo,ma Adler è forse il primo psicologo ad affermare che,in questo processo, il bambino inserisce fantasie,intuizioni e "bugie" che sono molto utili per la sua vita . Ed aggiunge che,queste "bugie",se sono funzionali all'insieme della peronalità e hanno un effetto motivante,rassicurante e creativo,non sono da stigmatizzare ma piuttosto da apprezzare e integrare. In psicologia esiste la favola della trasparenza e della verità: ora questo è...vero fino ad un certo punto,ma è anche vero che,in un mondo come il nostro,se un bambino o un adulto non si inventano anche una parte di realtà "fasulla" ma funzionale,come minimo,rischiano di morire di noia. Per questo l'industria del divertimento è cosi fiorente: avete mai sentito parlare di crisi della cinematografia,dei serial,della tv,ecc...? Questo perchè la gente,si annoia talmente tanto,spesso inconsciamente,della "realtà quotidiana e spesso anche ...notturna,che frequenta le sale cinematografiche,compre dvd audiovisivi a palla,Ipod e altro,scarica film da Internet,legge libri,se vuole scrive anche sul web,ecc... Queste finzioni(il nik,le chat,i forum,i dvd,facebook,twitter,ecc...)internettiane e quello che ho scritto or ora, sono illusioni e favole piacevoli per adulti e meno adulti,che permettono di sopportare la noia e lo stress assurdo del quotidiano,i problemi,i timori,le difficoltà,ecc.... Semmai,il problema è LA STUPIDITA DI UN MODO DI VIVERE preso per "normalità" e ineluttabilità,mentre non lo è quasi mai...normale. Semmai lo si può definire in mille modi diversi e con un numero grande di aggettivi qualificativi e di avverbi...non certo positivi e...umani. Questo è quello che mi piace della critica sociale,questa è una delle cose che apprezzo in Adler,il fatto che il valore di un sistema sociale lo si misura in termini di UMANITA e non di prestazioni o altro. (continua) |
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