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 Oggetto del messaggio: Re: Lupi, Cani, Pecore e Gatti
MessaggioInviato: 19/04/2015, 18:55 
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 Oggetto del messaggio: Re: Lupi, Cani, Pecore e Gatti
MessaggioInviato: 08/05/2015, 09:09 
Posto qui perché si parla di "pecore" (la gente) e di "lupi" (il potere)

Questa non è una crisi economica, ma un piano di dominio

Questa non è una crisi economica, ma è uno strumento, un processo voluto e pianificato per arrivare a sostituire la zootecnia alla politica, ossia per poter governare la popolazione terrestre con la padronanza e prevedibilità con cui si governa il bestiame nella stalla o i polli in batteria. E per arrivarci con la collaborazione della gente, facendole credere che le riforme siano tutte scelte scientifiche razionali e magari anche democratiche (l’aspetto didattico-ideologico, la dottrina dei mercati sani e disciplinanti). Questo processo è stato avviato dalla metà degli anni ’70, mediante una serie di precise scelte: un preciso modello economico, una serie di riforme legislative, di lungo respiro (soprattutto la deregolamentazione del settore bancario, l’indipendenza delle banche centrali, la privatizzazione del rifinanziamento del debito pubblico), che si sapeva benissimo che cosa avrebbero prodotto, ossia una società e un’economia reale permanentemente in balia dei mercati e ricattabili dagli speculatori finanziari. Una crescente concentrazione di quote di reddito, quote di ricchezza, quote di potere, nelle mani dei pochi che decidono.

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Tutti gli altri soggetti (cioè Stati, imprese, famiglie, pensionati, disoccupati…) permanentemente con l’acqua alla gola, impoveriti, costretti ad obbedire, ad accettare, come condizione per una boccata d’aria o di quantitative easing, dosi ulteriori di quelle medesime riforme. Dosi ulteriori di concentrazione di ricchezza e potenza, di oligarchia tecnocratica irresponsabile e senza partecipazione dal basso, senza controllo democratico. Senza garanzie costituzionali. Era tutto intenzionale. Infatti, nessuno dei meccanismi finanziari che hanno prodotto e mantengono l’apparente crisi è stato rimosso, dopo, visti i danni che faceva, nemmeno la possibilità per le banche di giocare in Borsa coi soldi dei risparmiatori. Anche l’euro si sapeva benissimo che cosa avrebbe prodotto, in base a ripetute esperienze precedenti con il blocco dei cambi tra paesi economicamente dissimili.

Tutto questo non è un incidente, una crisi, un cigno nero, bensì un’operazione di potenziamento e razionalizzazione tecnologica del controllo sociale; non mira banalmente al profitto economico, il quale ormai è un concetto superato da quando la ricchezza si produce con metodi contabili ed elettronici nel gioco di sponda tra banche e governi, che possono creare tanto denaro quanto vogliono. Mira all’ottimizzazione tecnologica e giuridica del dominio sociale. Non è una crisi, e soprattutto non è una crisi economica, signori economisti; sicché affannarsi a proporre ingegnose soluzioni sul piano economico e monetario è incongruo, improduttivo. Non è qualcosa di accidentale, non si sta cercando di uscirne, è un processo guidato verso un obiettivo preciso e già ampiamente conseguito, un processo a cui nessuna forza politica o morale può opporsi efficacemente, dati i rapporti di forza, e l’unica speranza sta nella possibilità che esso sfugga di mano ai suoi strateghi e ingegneri, per la sua stessa complessità e dinamicità.

La fascistoide riforma costituzionale ed elettorale di Renzi – diciamo di Renzi, ma sappiamo che le riforme strutturali in Italia le detta Francoforte, nell’interesse di padroni stranieri, e che da qualche tempo i primi ministri italiani agiscono su suo mandato – è un tassello italiano di questa strategia zootecnica, disegnato per consentire la gestione dell’intero paese attraverso un’unica persona, un unico organo istituzionale, il primo ministro, che assommerà in sé i poteri politici senza contrappesi e controlli indipendenti. I tempi forzati in cui detta riforma deve venire attuata sono verosimilmente in relazione al tempo per cui la situazione italiana può reggere, prima che vengano meno le condizioni esterne molto favorevoli oggi presenti, prima che arrivino pesanti scadenze finanziarie, prima che si dissolva l’impressione popolare di incipiente ripresa e che si renda necessario imporre nuovi e impopolari sacrifici.

Quando ciò avverrà, si scateneranno forti tensioni sociali e si calcola di poterle reprimere e contenere grazie a una riforma costituzionale di tipo autoritario. Renzi non è un dittatore, è solo un esecutore teleguidato, costruito col marketing. Ma sta preparando il posto di comando per il dittatore che verrà dopo di lui. Ecco il perché della fiducia posta dal governo sull’Italicum, una riforma elettorale che andrà in vigore nel 2016, sicché non ci dovrebbe essere fretta ad approvarla; ma in realtà c’è molta fretta, perché proprio nel 2016 finirà il quantitative easing assieme agli effetti benefici della svalutazione dell’euro, e allora il quadro potrebbe saltare, bisogna avere tutto pronto.

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Per rispettare questi tempi, e a conferma del fatto che il suo governo come i precedenti rappresenta l’alleanza (asimmetrica) tra gli interessi della casta italiana e quelli del padrone straniero, il governo Renzi deve mantenere l’appoggio degli interessi parassitari legati alla politica e necessari per avere i voti in parlamento, il che spiega perché non ha toccato i centri di spreco e ruberie come le famose società partecipate e non ha proceduto alla spending review, quantunque queste siano vere urgenze. Se l’avesse fatto, la sua maggioranza si sarebbe squagliata subito. Invece il 29 e 30 aprile ben due terzi dai suoi apparenti oppositori interni gli hanno votato la fiducia sulla legge elettorale. Funziona sempre, questa irresistibile attrazione delle poltrone che resteranno a galla quando il paese affonderà.

(Marco Della Luna, “Questa non è una crisi economica”, dal blog di Della Luna del 30 aprile 2015).

http://www.libreidee.org/2015/05/questa ... i-dominio/



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MessaggioInviato: 20/08/2015, 00:54 
Le masse vivono una vita insipida

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Le masse sono talmente infelici
che la loro vita non è altro che una morte lenta.

Chi le difende, non rende un servizio all'umanità.

Le masse hanno bisogno di individui che le prendano a martellate in testa, per aiutarle a ragionare un poco, di individui che distruggano tutte le loro superstizioni, affinchè possano cominciare a cercare la verità.

Le masse vivono una vita insipida,
tiepida, nè calda, nè fredda;
una vita che non conosce eccessi.

Cercano sempre la sicurezza, la via di mezzo.

Ma chi si preoccupa troppo della sicurezza e della tranquillità non può essere un esploratore, un inventore. La conoscenza è un fiume sotterraneo; per questo è fredda.

Bisogna saper uscire dalle acque tiepide, dalla propria vita insipida, che non è vita, nè morte, ma semplicemente un modo di vegetare, di mantenersi in vita.

Dalla nascita alla morte, il tuo unico interesse è questo: come sopravvivere, come essere al sicuro, al riparo da ogni pericolo. Ma dove stai andando? Verso la tomba.

Tutte le tue sicurezze ti portano verso la tomba.

Prima di arrivare alla tomba, perchè non danzare, perchè non far festa e cantare col cuore traboccante di gioia? Vivi pericolosamente!

La morte arriva per tutti, sia per chi vive pericolosamente, sia per chi vive tiepidamente.

Esiste un'unica differenza:

l'individuo che vive pericolosamente,
che vive in modo totale, con intensità,
arriva a conoscere la propria
essenza immortale.

Per costui arriverà il momento di entrare nella tomba ma la morte non arriverà mai. Invece, l'individuo che non ha mai vissuto totalmente, che non è mai entrato in profondità dentro se stesso, per paura del freddo... anche lui un giorno dovrà entrare nella tomba, ma senza aver conosciuto l'essenza immortale della vita.

Morirà con le lacrime agli occhi,
perchè non è riuscito a vivere la propria vita.

Non ha mai vissuto e ora è arrivato il momento di morire. L'individuo che ha vissuto totalmente, sa festeggiare anche la propria morte, perchè per lui la morte è l'ultima sfida dell'Ignoto. Per tutta la vita ha accettato le sfide dell'Ignoto. Ora è pronto a dare il benvenuto alla morte, è pronto a entrare nella morte cantando e danzando, perchè sa che dentro di lui c'è qualcosa di indistruttibile, qualcosa che non muore mai."

http://laschiavitudellavoro.blogspot.it ... ipida.html



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