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MessaggioInviato: 09/06/2013, 01:58 
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Esigiamo una spiegazione

Pubblicato: Sabato, 08 Giugno 2013 01:51
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E quindi L’IRS, l’agenzia americana di riscossione delle imposte, è una società a capitale privato. Quindi un’azienda. Come la Rovagnati.
Di conseguenza avrà dei libri sociali, un libro giornale, inventari... le scritture contabili, il libro dei soci, delle obbligazioni... delle delibere assembleari....
e ovviamente un BILANCIO...

Non staremo in questa sede ad analizzare la costituzione di questa società.
L’IRS, come molti studiosi e liberi ricercatori ben sanno, è una Corporation nata in un periodo molto delicato della nostra storia, in quegli stessi anni in cui un noto cartello bancario prese letteralmente il controllo del sistema monetario americano insieme alla gestione delle sue imposte.

Vogliamo invece che tutti prendano coscienza in modo diretto di quant'è stato nascosto ai nostri occhi fino ad ora... e si tratta di cose che aprono un coacervo d'interrogativi.
E forse si tratta anche di una NOTITIA CRIMINIS.

Stavamo cercando di capire meglio quando come e in che forma fosse stata registrata alla S.E.C quando abbiamo trovato un codice di 7 cifre riferito ad un numero di file con la sigla accanto “DE” che non vuol dire Deutschland “Germania” ma indica il più piccolo degli Stati americani, incastonato tra il Maine e lo Stato di New York bagnato dall’Oceano Atlantico:
il Delaware

Il Delaware è uno stato piccolissimo di appena 900.000 abitanti, semplice, tradizionale, legato alla cultura Old England. Una particolarità di questo Stato è quella di avere i nomi delle contee uguali a quelle dell’Inghilterra.

Quindi abbiamo il Sussex, il New Castle, il Kent e anche qualche nome di città come Dover. Ma vedremo più avanti perché la similitudine con le aree geografiche britanniche ci ha incuriosito ancora di più e ci ha portato a nuovi risultati.

Un così piccolo Stato non ha grandi risorse, a meno fino a quando il suo Governo non decide, negli anni 60, di inventarsi una bella politica fiscale: Perché non invogliare le società straniere a spostare le loro sedi legali in questo piccolo e ridente Staterello, garantendo loro una TASSAZIONE PARI ALLO 0%?

E voi direte: “Eh, ma sarà complicato”

Niente affatto, ti puoi registrare comodamente online da casa tua, pagare con la tua carta VISA la modica cifra di 300 dollari ed aprire in tutta tranquillità una società che viene definita “LLC” (Limited Liability Company) “come una s.r.l”

Oppure una Corporation o anche una INC “Incorporated”

Facile come bere un bicchiere d'acqua. L’importante è che si operi al di fuori del territorio del Delaware.

Ma se si è americani e si lavora in America, la convenienza invoglia comunque perché la tassazione è all’ 8,7% contro una media del 48% di tutti gli Stati Federali.

Ecco alcune delle motivazioni del perchè il 60% delle Società indicate nella classifica "FORTUNE 500" hanno sede nel Delaware:
http://usacompany.studiocommercialisti- ... Tassazione

Ulteriori approfondimenti de Il Sole 24 Ore:
http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&c ... 19&chId=30

Un Paradiso Fiscale di nome Delaware:
http://www.ilsole24ore.com/art/commenti ... d=AbPnO9lG


Un’eventuale rogatoria internazionale

quindi un accertamento fiscale che parta dall’Italia... non andrà mai a buon fine: Il Delaware garantisce la totale discrezione sui dati personali dei consiglieri di amministrazione, al punto tale che se voi intestate a terza persona la vostra società, il Delaware non ha nemmeno interesse a registrare il passaggio notarile.

Quindi potete fare il bello e il cattivo tempo godendovi tutti i proventi del vostro lavoro fino all’ultimo euro.

La politica fiscale ha avuto talmente tanto successo che a fronte di meno di un milione di abitanti, il Delaware registra presso la sua camera di commercio oltre 5 Milioni di ragioni sociali e non è neanche presente nella Black List mondiale dei paradisi fiscali.
Meglio di Cipro
Meglio di Malta
Meglio delle Cayman...
non cresceranno i cocchi e non ci saranno le spiagge bianche ma la tassazione rimane allo 0%

Quindi si tratta del miglior paradiso fiscale esistente sulla terra.

A questo punto “fuochino” ma noi volevamo “FUOCO”
Dopo vari tentativi per trovare un database consultabile finalmente.... BINGO
Da qui potevamo partire con la nostra ricerca.

Ed una volta risaliti al file number di appartenenza, ecco apparirci come per incanto proprio l’IRS:

Immagine

INTERNAL REVENUE TAX AND AUDIT SERVICE (IRS) For Profit General Delaware Corporation Incorporation date 7/12/33 File No. 0325720
Una Corporation registrata in Delaware con il file number 0325720
Quindi l’IRS risiede in un paradiso fiscale?
E voi direte, ah caspita... paga solo l‘8,7% di tasse?
No!

Tutti i dipartimenti di Stato e i servizi correlati all’amministrazione americana sono registrati nel Disctrict of Columbia, con Capitale a Washington, sempre quel piccolo fazzoletto di terra di 25.000 mq che sussiste sotto la legge dell’ammiragliato e gode dei benefici dell’extraterritorialità (Oltre ovviamente ad essere registrato come una Corporation presso la S.E.C. e all’UCC)


QUINDI 0% DI TASSAZIONE.

Ah! Bell’esempio... perseguita i cittadini americani, pignora le loro case, distrugge le loro vite, intimidisce i movimenti politici all’opposizione e poi si registra in Delaware in un paradiso fiscale con tassazione ZERO?

C’è come minimo dell’incoerenza.

Se volessimo poi mettere in pari la bilancia sul piatto delle colpe, ci andrebbero messi tutti i suicidi e la gente disperata che compie atti inconsulti perché vessata da questo sistema iniquo, dovremmo aggiungere anche i milioni di disoccupati che perdono il lavoro perché le loro aziende non riescono a sostenere più il peso del prelievo fiscale.
Ma non credo che ci sia un prezzo per queste persone.



Il nostro sangue si è ghiacciato quando nel database del Delaware abbiamo inserito questo File number: 5315638

Aprite questo link: https://delecorp.delaware.gov/tin/GINameSearch.jsp
Inserite in basso a destra nella casella File Number: 5315638
cliccate sul pulsante SEARCH.


(abbiate l’accortezza di farlo da seduti)


Siamo qui in attesa di trovare delle risposte alle domande che sorgono spontanee.
Chiediamo collaborazione anche a chi legge per risolvere questo "mistero americano"

Alfred on Gaia


Nota bene

Il database della Camera di Commercio dello Stato del Delaware è consultabile dal lunedì al venerdì dalle ore 7:00 alle ore 11:59 East time (US)
Nel caso si stia effettuando questa ricerca fuori dai seguenti orari di ufficio, è possibile visionare lo screenshot del risultato nei link sottostanti:

http://www.opptitalia.org/images/eq1.jpg

http://www.opptitalia.org/images/eq2.jpg

Fonte:http://www.opptitalia.org/index.php/mainstream-news/134-esigiamo-una-spiegazione



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MessaggioInviato: 09/06/2013, 10:09 
Me lo son letto stamattina, è l'ennesima prova di come i fantocci al governo sarebbero tutti da cacciare, mentre chi tira le loro fila sparato dritto dentro il sole per resettarne la coscienza.

Qui si è superato il limite dello schifo è la fine dell'etica.

Società private a partecipazione statale che evadono le tasse tramite il meccanismo delle scatole cinesi e dei trasferimenti in paradisi fiscali, come a dire:
"le tasse le pagano solo i dipendenti e i pesci piccoli, pesci grossi e loro partecipazioni statali invece evadono, compreso l'ente atto alla riscossione meglio noto come Equitalia" ma stiamo scherzando?

Tocca scende in strada a chiedere spiegazioni qui, questa è da rivolta sociale,
gli ho dato 2000 euro l'altro anno ad equitalia per 500 euro tra multe e bolli dimenticati di pagare anni scorsi e sui 1000 di utile che ha fatto e che riportano ai soliti pagate 80 euro di tasse?
Ma vengo li e vi appendo a un albero ca**o!


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MessaggioInviato: 09/06/2013, 10:25 
Qualcuno ha voglia di andarlo a spiegare agli utenti del Blog di Grillo?
http://www.beppegrillo.it/listeciviche/ ... aware.html

Da ieri fino ad oggi, leggendo i pochi commenti, nessuno ha capito una cippa



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MessaggioInviato: 09/06/2013, 10:35 
Usa: sulle società straniere
record Delaware, oltre il milione


Le ragioni che hanno valso il primato nella concentrazione sono da ricercare in convenienze fiscali e amministrative

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Onshore o Offshore? Questo è il dilemma attuale che assilla il Fisco globale, cioè decine di Amministrazioni finanziarie che da decenni indirizzano ricerche, investigazioni e richieste sulle piazze finanziarie ritualmente incluse sotto le insegne delle giurisdizioni accomodanti sotto il profilo fiscal-finanziario e riservate sul versante amministrativo, talmente riservate da risultare spesso ossessionate dal distaccarsi e dal prendere congedo dal canone ferreo della privacy. Principio indiscutibile, l’unico vero muro soltanto sfiorato, ad oggi, persino all’indomani della consegna ai libri di storia del “Muro” di Berlino.

Il paradiso in casa – In pratica, l’analisi dei dati ha rivelato che le giurisdizioni offshore non costituiscono la meta unica di milioni di contribuenti, imprese e persone fisiche, in cerca di risparmi fiscali significativi. Al contrario, la rotta dei capitali in flagrante uscita dalle economie reali, alle prese con la crisi internazionale che non sembra arrestarsi, tende oramai a orientarsi in modo sempre più marcato, alle volte quasi grossolano, alla volta di Stati o mini-giurisdizioni localizzate all’interno, non all’esterno dei confini, degli States, dell’Unione europea e dei Paesi membri dell’Ocse, cioè i Paesi ricchi. Insomma, per cercare, tracciare e osservare un paradiso fiscale non è affatto necessario guardare oltre il giardino né tanto meno proiettare l’immagine di mari caldi allietati da palme e meravigliosi Hotel, modello cartolina. I paradisi fiscali sono in casa, spesso dietro l’angolo o, in alcuni casi estremi, fai-da te. Un caso in specie, divenuto simbolo di questo nuovo trend, è rappresentato negli Usa dal Delaware.

Fenomeno Delaware, 1milione di società, 1 ogni abitante – Il caso-Delaware è allarmante. Tanto che da aver spinto la stessa Casa Bianca a sponsorizzare e, successivamente, introdurre una norma ad hoc che richiamando a una maggiore trasparenza interna, non soltanto esterna, nella registrazione di aziende ed entità straniere sembrava fatta su misura pensando a questo Stato dall’apparenza insignificante. Naturalmente, la nuova normativa è stata progressivamente indebolita, resa flessibile fino all’estremo e di fatto frantumata. Il risultato è sotto gli occhi di tutti: oggi, il numero delle società registrate sul territorio di questo Stato dell’Unione ha oltrepassato il muro, questo sì da primato, di 1 milione. In pratica, con una popolazione di più di 920mila abitanti, il Delaware può oggi vantare la presenza nei suoi registri di un’impresa, priva di legami col territorio, ogni abitante. Insomma, una popolazione, sulla carta, di imprenditori, di self-made man, cui però corrisponde un tasso di ricchezza piuttosto modesto, con un reddito medio pari 40mila dollari l’anno, sotto la media Usa. Comunque, questi numeri hanno valso al Delaware il primato mondiale nella concentrazione delle aziende, soprattutto, società a responsabilità limitata, partnership e trust.

Perché il Delaware e non il Minnesota? – Le ragioni all’origine del boom fiscal-finanziario targato Delaware sono tre. Innanzitutto, una entità che desideri avviare una procedura d’incorporazione o di costituzione d’una società scudo nel territorio dello Stato può farlo mantenendo un sostanziale livello di anonimato. In aggiunta, sul versante meramente fiscale le imposte che sarà chiamata a versare saranno prossime allo “zero”, mentre i pagamenti riguarderanno soltanto acquisizioni e rinnovi delle licenze necessarie. E non è infatti un segno del caso se nel Delaware proprio dalla voce “licenze” e dai pagamenti riservati alle procedure di registrazione derivi una parte decisiva delle entrate fiscali annuali, quasi il 25per cento, cioè 800milioni di dollari nel 2012 su di un gettito complessivo pari a circa 3,2miliardi di dollari. E per finire, considerato che i dati che si trasferiscono rapidamente a l’FBI, all’Intelligence e persino all’Interpol non riportano né i profili di provenienza né le origini di queste centinaia di migliaia di società scudo, è naturale che il Delaware risulti uno dei centri preferiti, per esempio, da debitori incalliti, da società in fuga, da gruppi criminali e da esperti di riciclaggio nonché dagli stessi gruppi terroristici. Come dire, il nemico ce l’hai in casa.

E il Fisco? – I numeri del fisco sono anch’essi stupefacenti. L’imposta base, una flat tax, che si applica sui profitti è pari all’8,7%, da far invidia all’Irlanda, mentre l’aliquota marginale più alta, 6,75%, applicata sui redditi dei contribuenti individuali interessa soltanto chi rientra nello scaglione con redditi annuali superiori a 1 milione di dollari. Sul versante delle imposte indirette c’è il silenzio in quanto non compare una reale tassazione tipo sale-tax o modello Iva europeo. Cambia invece la linea spostandoci sulla proprietà. Come da tradizione, infatti, negli Usa la titolarità di case, terreni, fondi ecc….costa. Il Delaware non fa eccezioni. Ogni residente paga, in media, 750 dollari l’anno. Se risulta proprietario di una unità abitativa o comunque d’un immobile.

Stefano Latini

pubblicato Lunedì 25 Febbraio 2013

Source: Usa: sulle società straniere ... oltre il milione FiscoOggi.it



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MessaggioInviato: 09/06/2013, 10:48 
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superza ha scritto:

Me lo son letto stamattina, è l'ennesima prova di come i fantocci al governo sarebbero tutti da cacciare, mentre chi tira le loro fila sparato dritto dentro il sole per resettarne la coscienza.

Qui si è superato il limite dello schifo è la fine dell'etica.

Società private a partecipazione statale che evadono le tasse tramite il meccanismo delle scatole cinesi e dei trasferimenti in paradisi fiscali, come a dire:
"le tasse le pagano solo i dipendenti e i pesci piccoli, pesci grossi e loro partecipazioni statali invece evadono, compreso l'ente atto alla riscossione meglio noto come Equitalia" ma stiamo scherzando?

Tocca scende in strada a chiedere spiegazioni qui, questa è da rivolta sociale,
gli ho dato 2000 euro l'altro anno ad equitalia per 500 euro tra multe e bolli dimenticati di pagare anni scorsi e sui 1000 di utile che ha fatto e che riportano ai soliti pagate 80 euro di tasse?
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A proposito dei fantocci di governo, questo ti farà incavolare ulteriormente

28 maggio 2011

DIFFERENZA DI TRATTAMENTO Equitalia


Durante la trasmissione Rai, dell’11 aprile 2010, la trasmissione televisiva Report rivelava una differenza di trattamento tra i contribuenti morosi in relazione alle misure esecutive in materia di cartelle esattoriali Equitalia da parte di Equitalia Gerit spa almeno per il 2007. Il Fatto quotidiano, del 13 aprile 2010, riferiva dettagliatamente dell’esistenza di una circolare, inviata a Gerit, di provenienza dei vertici dell’allora Riscossione spa, poi divenuta Equitalia spa, in data ottobre 2007, nella quale era riportato un dettagliato elenco di persone, imprese e partiti a cui non bisognava inoltrare procedure esecutive e comunque si davano disposizioni di non riscuotere il dovuto all’erario.

La lista degli intoccabili è trasversale e include i tre maggiori partiti. Porta la data del 16 ottobre del 2007 e si apre con Alleanza Nazionale per finire con i Ds, passando per Forza Italia. Un anonimo dirigente di Equitalia, la società dalla forma privata e dall’azionariato pubblico, creata appositamente per riscuotere i tributi, scrive alla sua controllata “Equitalia Gerit”, che si occupa di Roma e del Lazio: “Per i contribuenti sotto indicati attendere istruzione da parte della capogruppo (per cui astenersi anche da eventuali solleciti di pagamento)”. Il documento è stato mostrato da Giovanna Boursier durante la puntata di Report di domenica scorsa dedicata proprio a Equitalia. Il settimanale L’espresso, con un servizio di Primo Di Nicola del 2008, aveva raccontato già dell’esistenza di questo documento che “Il Fatto Quotidiano” pubblica integralmente.

Lo scandalo non sta solo in quello che c’è scritto, ma nel silenzio che è seguito alle inchieste. Report ha mostrato l’implacabilità di Equitalia contro cittadini inermi che si vedono ipotecata l’abitazione per un debito di poche migliaia di euro. E poi ha mostrato una nota nella quale si prescrive di non disturbare i tre principali partiti italiani per i debiti tributari.

La lista non riguarda solo i tre partiti citati nelle prime cinque righe ma si compone di due pagine e di una tabella lunghissima di nomi, codici fiscali e procedure di riscossione in corso. Nell’elenco dei contribuenti citati tra le “morosità rilevanti” abbondano i vip e le grandi imprese. Non per tutti si prescrive l’immobilità come per i tre partiti.

Il pugno del fisco è azionato da Equitalia con un’attenta gradazione. Si va dall’estremo della massima morbidezza verso PDS, AN E FI, alla richiesta di agire contro le grandi aziende come Wind e Telecom Italia sempre però “notiziando” la sede centrale. Dopo i partiti troviamo “L’Unità Editrice Multimediale”, partecipata dai Ds, dalla famiglia Angelucci e da Alfio Marchini. Per la società si prescrive: “tenuto conto delle modalità di notifica della cartella da euro 711 mila relativa all’anno 2001, notificare solo intimazione di pagamento (che determinerà l’opposizione della debitrice) e notificare correttamente le cartelle ancora da notificare (alla società e al liquidatore)”. Nella lista poi ci sono Bobo Craxi e Adriano Panatta. Per loro si prevede un trattamento intermedio. Equitalia invita Gerit a fare i solleciti di pagamento, ma “per ogni altra attività attendere istruzioni per la capogruppo”.

Alla settima riga si parla di un Dell’Utri al quale “ove già non fatto, iscrivere ipoteca su immobile in provincia di Cosenza”. Anche se poi subito si aggiunge: “per ogni altra attività attendere istruzioni capogruppo”.

Anche il recente scandalo Di Girolamo dimostra l’intersecazione tra gruppi di interesse e l’inequità degli strozzini locali alle dipendenze di Equitalia. I PM sono convinti che uno dei suoi lavori fosse usare un giro di conoscenze consolidato per aggiustare contenziosi tributari dei suoi. L'ex senatore Nicola Di Girolamo, ha assistito Gennaro Mockbel e Danilo Coppola in contenziosi fiscali con Equitalia Gerit. Il suo ufficio di avvocato tributarista sarebbe diventato uno degli studi con zero clienti più impegnati di Roma. Secondo la Dda, Di Girolamo intervenne in un contenzioso tra la Mk srl di Mokbel e la Gerit, la società di riscossione dei tributi. Dice Paolo Stramaccioni, intercettato, a Di Girolamo:

‘A Nicolì, è tutto un proforma - - hai capito quello che è, io sto qua con Gigi (Luigi Falco, dipendente della Gerit) però dobbiamo fare le cose giuste, mettiamoci il nome tuo… ok! Firmo io, sempre per te,

Più tardi, una nuova telefonata assicura che è tutto a posto, il ricorso è partito.

Gli investigatori stanno cercando di capire se ha avuto un ruolo la moglie del senatore, dipendente dell’Agenzia delle entrate, che non risulta indagata. Illumina su truffe al fisco l’interrogatorio di Renzo Mattioli, uno degli accusati di riciclaggio, il manager procuratore della Amon Capital, con sede in Delaware, che avrebbe sostituito il denaro di provenienza illecita in beni direttamente utilizzabili dagli associati. Mattioli avrebbe ammesso di essere la testa di legno di Di Girolamo a San Marino, l’uomo che intestava a suo nome, evadendo le tasse, i beni di lusso, attraverso una società organizzata dallo studio Di Girolamo.

Scrivono i ROS che quanto emerge dalle conversazioni e dalla rocambolesca soluzione dei loro guai con l'erario, seppure non evidenzi sufficienti elementi per comprendere i possibili intrecci economici tra i due, fa emergere il grado di infiltrazione dell'organizzazione indagata nella pubblica amministrazione.

Source: DIFFERENZA DI TRATTAMENTO Equi...ia | MaxBianco | blogpdnetwork



[8]Ed il povero Operaio in difficoltà lo mettono in mutande [8]


Ultima modifica di Wolframio il 09/06/2013, 10:53, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 09/06/2013, 11:04 
[:p] [:p]Ecco, come mi aspettavo arriva fresco fresco l'avvocato del diavolo che ha "trovato una scusante":



EQUITALIA HA LA SEDE IN DELAWARE? NON C’E’ ALCUNA LOGICA

Immagine

DI LUCA FUSARI

La presunta registrazione di Equitalia in Delaware (http://www.bizapedia.com/de/EQUITALIA-SPA.html), ove fosse anche un fatto effettivo, significherebbe poco sul piano del fatto in sé.

Equitalia S.p.A., con sede in Via Giuseppe Grezar, 14 – 00142 a Roma (http://www.gruppoequitalia.it/equitalia/export/it/partecipate/equitaliasud/gruppo/chisiamo/datisocietari/), é una Holding di riscossione tributi per conto degli enti pubblici, ed è una società a capitale interamente pubblico (49% Inps e 51% Agenzia delle Entrate) e C.F. e P.I. 08704541005 (ovvero Partita IVA che indica la registrazione in Italia,http://www.borsaitaliana.it/notizie/sotto-la-lente/equitalia183.htm).
Stiamo parlando di una società pubblica di Stato ed agente per lo Stato italiano sebbene quotata in Borsa. (http://it.wikipedia.org/wiki/Equitalia).
Non essendo un suo responsabile, non conosco il motivo per cui é registrata in Delaware, ma visto che molte delle azioni di indagine di Equitalia sono proprio relative a fughe di aziende italiane in ‘paradisi fiscali’ o luoghi a bassa fiscalità, non mi meraviglierei se l’apertura di una filiale (registrata come S.p.A) in DE sia stata approntata con l’obbiettivo di effettuare più liberamente indagini sul territorio americano indirettamente per conto dello Stato italiano, collaborando sul campo con le autorità giudiziarie/tributarie Usa alle indagini.

Per qualunque operazione di carattere fiscale in uno Stato straniero (in Usa e quindi sicuramente in DE), si deve essere registrati legalmente presso quello Stato con le proprie “filiali” e rappresentanze che agiscono su quel territorio, proprio per ragioni di trasparenza e per evitare accuse di frodi fiscali o di riciclaggio.

In DE, Equitalia potrebbe quindi avere uno sportello o filiale regolarmente registrata localmente al fine di poter far indagini.
Ricordiamoci che già in Italia, Equitalia è un’azienda pubblica quotata che fa utili cercando di stanare evasori per conto dello Stato italiano, e il DE offre poca tassazione per le aziende multinazionali americane (e non); ergo è un “terreno di caccia ideale” per attuare accertamenti, controlli incrociati e verifiche su aziende italiane presenti a vario titolo in Italia ma con conti, depositi o sedi fiscali nel ‘The First State’.
Se devi indagare per conto dello Stato italiano su presunti casi d’evasione/elusione di aziende italiane nel territorio degli Usa, la logica porta a fare accertamenti in DE, e per farli, in quanto Holding quotata, devi registrarti come tale in DE con la tua filiale o sede locale.
Pensare che Equitalia sia in DE per evadere tasse o pagarne meno è un non senso logico.

Sia Hoppe (in ‘Democracy: The God That Failed’) che Rothbard (in ‘Power and Market: Government and the Economy’) hanno spiegato che i dipendenti pubblici non pagano alcuna tassa in quanto in primo luogo non producono ricchezza, in secondo luogo il loro stipendio deriva dal furto realizzato dallo Stato.

Analogamente, per tale seconda accezione, anche un’azienda a capitale pubblico qual’è Equitalia, in mano all’Inps e all’Agenzia dell’Entrate come suo azionariato, di fatto già ora non paga tasse in Italia, e se le paga allo Stato (ovvero al suo datore centrale) sono una tassa su una tassa, ovvero attua solo una circolazione fittizia a vario titolo di denaro estorto a terzi, quindi ufficialmente non versa soldi suoi né ci rimette di tasca propria.

Source: EQUITALIA HA LA SEDE IN DELAWA... LOGICA | Movimento Libertario


Ultima modifica di Wolframio il 09/06/2013, 11:05, modificato 1 volta in totale.


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Wolframio ha scritto:

[:p] [:p]Ecco, come mi aspettavo arriva fresco fresco l'avvocato del diavolo che ha "trovato una scusante":

[wbf]EQUITALIA HA LA SEDE IN DELAWARE? NON C’E’ ALCUNA LOGICA


Infatti, cerca di sviare dal problema dicendo: "l'azienda è statale quindi non paga le tasse è assurdo aprire in delaware"

Ok, è da correggere il tiro per ignoranza pensavo equitalia fosse privata e non pubblica...
In ogni caso il meccanismo delle scatole cinesi che gonfiano spese nelle partecipate offshore (magari ti trovi costi dei succhi di frutta spesi dai dipendenti a 1000 euro al litro) è ben noto;
Da ingenui pensare non sia usato anche in società pubbliche: Come d'altronde società private a partecipazione statale comunque vi sono in Delaware (ENI ENEL)

Sono I soliti furbi che trovano il modo di far sparire nelle tasche dei soliti faccendieri immischiati con il sistema statale gonfiando le spese dei soldi pubblici.
Non può non esserne a conoscenza il governo, è uno dei motivi per cui non riescono a ridurre le spese dello stato, un buon 20% di queste spese sono soldi che finiscono in mano ai soliti "pochi"

E' una cosa assurda comunque la si legga, in ogni caso porti all'estero e rubi da soldi pubblici, non è lo stato in sé a rubare ma i soliti "pochi" che ne tirano le fila


Ultima modifica di superza il 09/06/2013, 11:39, modificato 1 volta in totale.

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superza ha scritto:
Società private a partecipazione statale che evadono le tasse tramite il meccanismo delle scatole cinesi e dei trasferimenti in paradisi fiscali, come a dire...
"

Mi autocorreggo Equitalia è totalmente pubblica, pensavo erroneamente fosse privata...


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superza ha scritto:
Tocca scende in strada a chiedere spiegazioni qui, questa è da rivolta sociale,


L'ho detto io che avrebbero alzato il tiro? [8D]

Più stiamo calmi e più ne succederanno per stuzzicarci.....
Cose "apparentemente" casuali... un impiccio di qua, una stranezza di là....

Chissà... prima o poi 'sti italioti reagiranno... no? [:D]



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Lo strano caso di Dottor Equitalia e Mister Equitas
13 giugno 2013

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Equitalia, il mistero si infittisce.

Qualche giorno fa una notizia davvero singolare ha fatto il giro del web, rimbalzando vorticosamente da un blog all’altro:

Nell’archivio digitale ufficiale della Camera di Commercio del Delaware, un piccolo stato degli USA ormai noto per essere il paradiso fiscale perfetto, dove pagare zero tasse, risultava iscritta una società privata con nome “Equitalia SpA”.

Abbiamo ripreso naturalmente anche noi il post dato l’inevitabile interesse che poteva avere l’approfondimento di una simile evidenza per conoscere quale potesse essere la spiegazione.

Le reazioni ad una notizia del genere sui social network hanno attraversato tutta la tavolozza emotiva che va dall’incredulità allo sdegno, passando per lo sconcerto, ma il risultato è che centinaia di migliaia di italiani hanno potuto provare loro stessi a cliccare sul link indicato nell’articolo, collegarsi al database ufficiale del Delaware e vedere uscire dall’inquiry elettronico la famigerata ragione sociale che turba le notti, ma anche i giorni, di molti connazionali: Equitalia SpA.

Mentre nel fine settimana montava l’interesse dei lettori, la strana notizia si spargeva anche al di fuori del web e in successione accadevano tre fatti:

1. Lunedi’ le prime smentite da parte di Equitalia con una nota generica comparsa su testate come WallStreetItalia, in cui la società di riscossione faceva sapere di non avere alcuna sede in Delaware.
2. Martedì un articolo del Sole24ore rimarcava, attraverso una comunicazione del responsabile Attilio Befera, diffusa attraverso l’ufficio stampa della società di riscossione, che Equitalia proprio non aveva nulla a che fare con la corporation “no-profit/religious” registrata in Delaware, ipotizzando che si trattasse di una società “avatar” di quella italiana.
3. Mercoledì, come per incanto, la società che tutti avevano ben visto chiamarsi Equitalia SpA cambia nome in Equitas SpA.

Pertanto se adesso andate a vedere al link che ben chiaramente il più famoso quotidiano economico italiano ha pubblicato, quasi a spingere noi tutti a fare il gioco del “vediamo chi c’è nel paradiso fiscale” ossia https://delecorp.delaware.gov/tin/GINameSearch.jsp e digitiamo il codice numerico 5315638, ora troviamo una SpA che in modo benaugurante per il futuro ha deciso di rinominarsi “Equitas”.

Certo, ormai moltissimi incuriositi lettori hanno fatto la visura della situazione e del nome precedente, per la modica cifra di 20 dollari richiesta dal sito, la schermata con i dati estesi e il nome Equitalia SpA con data di registrazione e termine nel database, che alleghiamo in calce al post circola ormai sui social network e quindi il nome precedente non potrà certo essere dimenticato solo per questo tempestivo “cambio in corsa”.

Insomma il mistero di questa presenza bifronte, come letterariamente suggerisce proprio il Sole24ore a proposito dell’omonimìa, parlando di “opposti che convivono e si completano”, come lo Yin e lo Yang – o come il dottor Jekyll e Mister Hyde, diciamo noi – diviene ancora più intricato.

Chi delle due sarà la parte insondabile, Il Dott. Equitalia o Mister Equitas?

Jervé
Fonte:http://www.iconicon.it/blog/2013/06/dottor-mister/



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