27/10/2017, 20:38
MaxpoweR ha scritto:Magari non sanno mano come si usano, ci avranno messo i soliti babbei per fare il piacere ad tizio o caio.
27/10/2017, 22:21
17/11/2017, 19:00
Vulcani, attività dei Campi Flegrei: la precisazione della protezione civile, “non è vero che abbiamo rassicurato la popolazione, siamo in fase di Attenzione”
Campi Flegrei, importante comunicato stampa della protezione civile sull'attività del vulcano
“In merito all’incontro informativo sullo stato di attività dei Campi Flegrei, avvenuto martedì scorso, 15 novembre, a Pozzuoli presso la sede del Centro Operativo di protezione civile del Comune, è necessario sottolineare che i messaggi chiave emersi dalla riunione sono lontani dalla semplificazione “non ci sono rischi, rassicurata la popolazione”, così come riportato da alcuni organi di stampa“. Lo afferma, tramite una nota ufficiale, il Dipartimento della Protezione Civile.
“Durante l’incontro, richiesto dal Sindaco di Pozzuoli e rivolto agli Amministratori locali dei Comuni della “zona rossa” flegrea ed aperto alla cittadinanza, i vertici del Dipartimento, dell’INGV (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia), dell’Osservatorio Vesuviano e del CNR-IREA (Consiglio nazionale delle Ricerche-Istituto per Il Rilevamento Elettromagnetico dell’Ambiente), hanno presentato un quadro tecnico-scientifico sullo stato di attività del vulcano Campi Flegrei e sui dati di monitoraggio e sorveglianza e le attività di pianificazione poste in essere per far fronte ad eventuali fasi emergenziali. Nella discussione è stato più volte ribadito che allo stato attuale non ci sono particolari motivi aggiuntivi di preoccupazione, ovvero, come confermato dagli scienziati, le variazioni dei parametri monitorati non sono tali da consigliare né un innalzamento del livello di allerta, né un ritorno al livello inferiore, che corrisponderebbe ad un’attività ordinaria del vulcano“.
image: http://www.meteoweb.eu/wp-content/uploa ... 00x225.jpg
“Il livello di allerta per rischio vulcanico resta giallo e la fase operativa di Attenzione, così come dichiarato dal Dipartimento della Protezione Civile in stretto raccordo con la Regione Campania, nel dicembre del 2012 sulla base dei dati di monitoraggio registrati e delle valutazioni espresse dalla Commissione Grandi Rischi, poi ribadite, negli anni, con cadenza semestrale ed in ultimo a maggio 2017. Si ricorda che i livelli di allerta per i Campi Flegrei, indicativi della possibile evoluzione dello stato di attività del vulcano, sono quattro (verde, giallo, arancione e rosso), cui corrispondono oltre all’ordinario (livello di allerta verde) le Fasi operative di Attenzione, Pre-allarme e Allarme. Si tratta comunque di scenari di evento “di rilevanza nazionale” che richiedono cioè di essere fronteggiati attraverso l’intervento coordinato di una pluralità di soggetti“.
“A questo proposito è utile sottolineare che, per ogni vulcano, il passaggio di livello di allerta può non avvenire necessariamente in modo sequenziale o graduale, essendo sempre possibili variazioni repentine o improvvise dell’attività, anche del tutto impreviste. È proprio per questo che, lungi dal fare inutili allarmismi, è necessario tenere l’attenzione altissima continuando quell’intensa attività di monitoraggio, incrementata dal 2012 con il passaggio al livello di allerta giallo, che rende i Campi Flegrei tra i territori più controllati al mondo“.
23/03/2018, 17:49
Campi Flegrei - Dopo la Nato anche l'osservatorio va via dalla zona rossa! Ci dobbiamo preoccupare?
I cittadini restano in zona rossa flegrea, ma ad andarsene è la sede dell’Osservatorio Vesuviano
perché in via Diocleziano «in caso di eruzione della caldera non sarebbe al sicuro». Non è uno scherzo. Tutto vero, tutto confermato all’agenzia Ansa da Carlo Doglioni presidente Ingv (Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia). La necessità di un trasloco è emersa negli ultimi mesi, infatti in caso di eruzione della caldera l’istituto non potrebbe più operare proprio perché in zona off-limits da cui gli abitanti verrebbero allontanati. «A Napoli — spiega Doglioni — la zona rossa è talmente vasta che è difficile trovare un luogo che in caso di eruzione dei Campi Flegrei non subirebbe ripercussioni».
18/04/2018, 15:21
Cani e gatti “vanno soppressi in caso di eruzione del Vesuvio”: “E’ illegale”
"Nel 'Piano Vesuvio' della Regione Campania è prevista la soppressione degli animali 'da compagnia' che si trovassero nella cosiddetta "zona rossa""
“Nel ‘Piano Vesuvio‘ della Regione Campania – si spiega in una nota – è prevista la soppressione degli animali ‘da compagnia’ che si trovassero nella cosiddetta “zona rossa”, cioè la più colpita da un’eventuale emergenza, e di cui risulti impossibile l’evacuazione. Contro questa disposizione, definita “illegale” dalla maggiori associazioni nazionali di protezione animale, si schiera anche Rinaldo Sidoli, responsabile centro studi del Movimento Animalista dell’on. Michela Vittoria Brambilla.“
“Nel ‘Manuale operativo regionale per la gestione delle emergenze veterinarie in sanità pubblica e in sicurezza alimentare’, approvato con Decreto Dirigenziale della Regione Campania n. 393 in data del 30/12/2016 e pubblicato sul BURC n. 3 del 9 gennaio 2017, al punto 7.6.2 – spiega – si legge che sarà possibile uccidere i cani e i gatti randagi in zona rossa. Una decisione completamente in contrasto con la Legge nazionale e regionale in materia di tutela degli animali. E’ fuori dal sistema”. Perciò, conclude Sidoli, “chiediamo l’immediata eliminazione di questa disposizione perché contravviene alla Legge 14 agosto 1991, n. 281., che all’art. 2, comma 2 recita: ‘I cani vaganti ritrovati, catturati o comunque ricoverati presso le strutture di cui al comma 1 dell’articolo 4, non possono essere soppressi’. L’uccisione dei nostri amici animali non potrà mai essere una soluzione accettabile, neanche nel bel mezzo di un’emergenza”.
21/09/2018, 17:25
IL MIRACOLO DI SAN GENNARO, L'ERUZIONE DEL 1631 E L'EPISODIO DEL 19 SETTEMBRE 2018
by Giuseppe D'Aniello - Riproduzione riservata © 2018 -
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21/9/18
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Leggevo, come spesso accade, l'edizione online di un noto quotidiano quando mi sono imbattuto nella notizia relativa al "miracolo" di San Gennaro, Santo protettore della Città di Napoli (chi non sa di cosa si tratta può approfondire qui. Un rituale che prevede il prelievo da una cassaforte dell'ampolla contenente quello che si dice essere il "sangue del Santo" e che dopo alcuni movimenti e rituali da condensato diventa liquido innanzi agli occhi dei credenti e del Cardinale. Il 16 dicembre è un'altra data in cui si ripete il rituale).
Nel titolo dell'articolo si leggeva che alle 10.05 del giorno 19 settembre il miracolo si era ripetuto. Anche quest'anno il sangue si era sciolto. Nalla mentalità del credente e dell'uomo di strada quindi passa il messaggio: "miracolo compiuto, pericoli cancellati". Vesuvio e Flegrei se ne staranno tranquilli, nessuna calamità investirà Napoli. Poi leggo il trafiletto: il Cardinale Sepe avverte un malore. A quel punto clicco e leggo tutto l'articolo e bla bla bla.. ad un certo punto in virgolettato le parole del Cardinale:
"«Lo abbiamo trovato già tutto sciolto appena abbiamo aperto la cassaforte»" (link all'articolo de Il Corriere del Mezzogiono, ed. online).
Subito si accende un faro nella mia mente: avevo letto questa cosa già da qualche parte. Penso e ripenso e mi dico: no, non può essere che l'abbia letto proprio lì, lì in quel manoscritto che sto studiando.
In verità, cari lettori, nelle mie continue ricerche e studi scientifici e non riguardanti i vulcani campani ed il Vesuvio in particolare, mi ero proposto di redigere un articolo su un certo tema che non rivelo ancora e stavo studiando alcune fonti "storiche" e studi scientifici attuali.
Dunque, ora sarete abbastanza curiosi di capire dove avevo già letto del sangue di San Gennaro ritrovato già sciolto. Allacciate le cinture: eruzione del Vesuvio del 1631, si l'ultima sub-Pliniana presa oggi di riferimento come probabile futura eruzione del Vesuvio.
Orbene, in un vecchio manoscritto, un monaco certosino addetto presso la Certosa di San Martino di Napoli, grande erudito del tempo, nel descrivere l'eruzione del 16 dicembre 1631 di cui era stato diretto testimone, ad certo punto nel descrivere l'evolversi degli eventi a poche ore dall'inizio dell'eruzione, quando ancora non era ben chiaro a Napoli la portata della devastazione che sarebbe seguita, dice:
"volendo cauar fuori il sangue del glorioso martire S. Gennaro principale protettore della Città, fù ritrouato liquefatto, et bollente prima che si incontrasse con la testa del santo, il che fu di gran timore à tutti, per dinotare qualche gran calamità soprastante."
Il Sangue di San Gennaro fu ritrovato già "liquefatto" e la cosa destò sconcerto e frustrazione tra la popolazione poiché denotava l'arrivo di una "gran calamità". Si era sciolto senza il rituale e questo era visto, come afferma il monaco, come foriero di sventure.
Il Vesuvio durante l'eruzione del 1631 visto da Napoli, dipinto di Micco Spadaro: la processione di San Gennaro
Ora vi dico che sono stato combattuto a livello umano: pubblicare o meno questa notizia che nei credenti potrebbe destare qualche preoccupazione.
Quando lessi le parole del monaco certosino, non vi diedi tanto peso. Per me era e resta un fatto "storico". Quando ho letto del malore del Cardinale Sepe, mi sono incuriosito e leggendo nel dettaglio come era avvenuto il "miracolo", ripeto, non ho dovuto fare altro che ricordare dove avevo letto una cosa simile.
Non mi addentrerò certo in discussioni filosofiche o religiose: vi ho dato una notizia storica.
Un saluto a tutti.
Il gestore
Avv. Giuseppe D'Aniello
Fonte
21/09/2018, 18:36
21/09/2018, 20:26
14/11/2018, 22:19
Una nuova analisi del rischio eruzione per i Campi Flegrei
Lo studio dei minerali e delle rocce prodotte da questo sistema vulcanico in Campania in eruzioni avvenute negli ultimi 60.000 anni indica che l'attuale stato di quiescenza nasconde un accumulo di magma e un incremento della pressione dei gas nella camera magmatica che potrebbero preludere a un'eruzione catastrofica in tempi geologici
I Campi Flegrei potrebbero essere alla vigilia – in tempi geologici, s’intende – di una nuova eruzione di grandi dimensioni. È la previsione di uno studio pubblicato su “Science Advances” da Francesca Forni, del Politecnico di Zurigo, in Svizzera, e colleghi di altri enti tra cui l’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (INGV) di Roma e il Dipartimento di scienze della Terra della “Sapienza” Università di Roma. Le conclusioni sono coerenti con quelle di un altro studio, pubblicato lo scorso anno su “Nature Communication” da Giuseppe De Natale e colleghi dell’INGV.
I Campi Flegrei, un’area di 100 chilometri quadrati fortemente urbanizzati e popolati, sono noti soprattutto per i caratteristici fenomeni attuali di bradisismo, cioè di lento abbassamento e sollevamento del terreno. Sono solo gli ultimi fenomeni secondari di un sistema vulcanico, attualmente in fase di quiescenza, che ha avuto una storia magmatica molto attiva negli ultimi 60.000 anni in cui spiccano due grandi eruzioni: quella cosiddetta dell’ignimbrite campana e quella del tufo giallo napoletano, rispettivamente le due rocce che hanno caratterizzato i depositi di materiale conseguenti alle due eruzioni.
La prima, avvenuta circa 39.000 anni fa, ha seppellito gran parte dell’attuale Campania sotto uno strato di tufi, e ha fatto sprofondare gli stessi Campi Flegrei e una parte dell’area ora occupata dalla città di Napoli, formando una caldera successivamente invasa dalle acque del mare. La seconda, avvenuta 15.000 anni fa, ha prodotto una seconda caldera, di dimensioni più piccole, all’interno della prima. La parte centrale di questa seconda caldera ha subito un
sollevamento di circa 90 metri negli ultimi 10.000 anni, per un fenomeno noto come risorgenza. Questi due grandi eventi vulcanici sono stati accompagnati nei millenni da diversi eventi di portata minore.
Forni e colleghi hanno analizzato campioni di rocce e minerali prodotti da 23 eruzioni avvenute nella zona dei Campi Flegrei, comprese le due eruzioni principali, da cui è stato possibile stimare i cambiamenti critici nella temperatura del magma e il suo contenuto di acqua nel corso della storia eruttiva di tutta la regione. Hanno poi combinato i risultati di questa analisi con un modello termomeccanico per ricostruire i meccanismi che portano il sistema magmatico a passare da eruzioni piccole e frequenti a eventi di dimensioni enormi e dalle conseguenze catastrofiche.
I dati rivelano che l’eruzione in assoluto più recente, quella di Monte Nuovo del 1538, è stata caratterizzata da magmi assai simili a quelli che hanno alimentato l’attività delle fasi iniziali delle eruzioni che hanno formato le caldere. Gli autori ritengono che l’eruzione di Monte Nuovo sia stata l’espressione di un cambiamento delle condizioni chimico-fisiche del magma, in cui notevoli quantità di sostanze volatili si sono separate dalla fase liquida negli strati più superficiali del magma stesso. Questa attuale fase di accumulo di magma e d’incremento della pressione dei gas nella camera magmatica potrebbe culminare, in un’epoca indeterminata del futuro, in un’eruzione di grandi proporzioni.
18/12/2018, 21:20
18 dicembre 201813:51
Il Vesuvio potrebbe risvegliarsi, a Pompei pronto un piano di evacuazione
In caso di emergenza gli abitanti della città alle pendici del vulcano sarebbero trasferiti in Sardegna. Mezzo milione di persone nei comuni a rischio
L'ipotesi che il Vesuvio erutti di nuovo è diventata una certezza. E l'esplosione potrebbe essere potentissima. La Protezione civile ha così messo a punto un piano di evacuazione completo in tutti i dettagli per chi vive alle pendici del vulcano più temuto d'Europa.
Mezzo milione le persone "a rischio" - Chi vive nella zona rossa, 550mila persone distribuite nei 18 comuni a rischio, sarà trasferito altrove, in destinazioni ben precise. In particolare i 25mila abitanti di Pompei saranno portati, via mare, dal porto di Salerno alle rive della Sardegna. Chi monitora minuto per minuto le attività del vulcano noto per la terribile eruzione che risale al 79 d.C. sta mettendo a punto un vero e proprio piano d'emergenza per limitare i danni di quella che potrebbe essere una vera catastrofe.
Inattivo dal 1944 - E' stato un vulcanologo della New York University a lanciare l'allarme: il Vesuvio, che sonnecchia dal 1944, potrebbe esplodere con una violenza inaudita. Fortunatamente, secondo i tecnici, non si tratterà di un fenomeno improvviso, ma ci saranno segnali che potrebbero durare anche mesi. Sarà quindi possibile prepararsi al peggio. Ecco così che nel Comune di Pompei sono già scattate le prime riunioni operative. Nel frattempo però tutto tace. Tanto che in questo periodo i turisti possono visitare anche il cratere del monte.
Fonte
07/02/2022, 18:35
08/02/2022, 18:52
vimana131 ha scritto:profondità di 1950 metri
14/03/2022, 21:14
16/03/2022, 17:48
16/03/2022, 17:54
vimana131 ha scritto:Terremoto oggi Campania, scossa tra Napoli e Pozzuoli
Terremoto oggi in Campania, la scossa avvertita tra Napoli e Pozzuoli intorno alle 15.15. Il sisma è stata sentito in particolare nell'area flegrea, tra Pozzuoli e i quartieri della zona occidentale del capoluogo Bagnoli e Fuorigrotta, ma anche ai piani alti nel centro di Napoli.
https://www.adnkronos.com/terremoto-ogg ... 9e9YDgM5hX