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MessaggioInviato: 18/09/2013, 12:54 
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Thethirdeye ha scritto:

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shighella ha scritto:

..Galera per chi diffonde falsità? bhe nn sarebbe male...

Si potrebbe cominciare con i medici che diffondono il mantra scientifico
della chemioterapia.... tanto per cominciare......

http://www.ufoforum.it/topic.asp?whichp ... _ID=300357


[^]
Nessuno di questi signori medici, si appresta a somministrare chemio quando ad essere ammalati sono i loro cari.. [:(!] [xx(]
..Si potrebe cominciare e nn si finirebbe più TTE [:(]



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MessaggioInviato: 18/09/2013, 12:59 
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Atlanticus81 ha scritto:

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ubatuba ha scritto:

atlanticus,noi possiamo pure allargare la fonte informativa,ma non vorrei che rimanesse una nicchia,mentre la grande informazione continua nel suo mestiere di indottrinare la maggior parte della popolazione................. [:(!]


Il segreto sta nel raggiungere la massa critica.

Il resto verrà da se.

Cita:

La scimmia giapponese Macaca fuscata, è stata osservata allo stato selvaggio per un periodo di oltre 30 anni. Nel 1952, sull’isola di Koshima, alcuni scienziati davano da mangiare alle scimmie delle patate dolci sepolte nella sabbia. Alle scimmie piaceva il gusto delle patate dolci, ma trovavano la sabbia assai sgradevole.

Un giorno una femmina di 18 mesi chiamata Imo scoprì che era in grado di risolvere il problema lavando le patate in un ruscello vicino.
Un giorno una femmina di 18 mesi chiamata Imo scoprì che era in grado di risolvere il problema lavando le patate in un ruscello vicino. In seguito insegnò questo trucco a sua madre. Anche i suoi compagni di gioco impararono a lavare le patate e lo insegnarono anche alle loro madri. Questa innovazione culturale fu gradualmente accolta dalle varie scimmie mentre gli scienziati le tenevano sotto osservazione.

Tra il 1952 e il 1958 tutte le scimmie giovani impararono a lavare le patate dolci per renderle più appetitose. Solamente gli adulti che imitarono i loro figli appresero questo miglioramento sociale, gli altri continuarono a mangiare le patate sporche di sabbia.

Poi accadde qualcosa di veramente notevole…

Possiamo dire che nell’autunno del 1958 vi era un certo numero di scimmie sull’isola di Koshima che aveva imparato a lavare le patate, non si conosce il numero esatto.

Supponiamo che un dato giorno, quando il sole sorse all’orizzonte, vi fossero 99 scimmie che avevano imparato a lavare le loro patate. Supponiamo inoltre che proprio quella mattina, la centesima scimmia imparò a lavare patate.

Alla sera di quel giorno praticamente tutte le scimmie sull’isola avevano preso l’abitudine di lavare le patate dolci prima di mangiarle. L’energia aggiunta di questa centesima scimmia aprì in qualche modo un varco ideologico!

A quel punto accadde una cosa molto interessante! Alla sera di quel giorno praticamente tutte le scimmie sull’isola avevano preso l’abitudine di lavare le patate dolci prima di mangiarle.

http://www.lorecalle.it/?p=187



Come per l'esperimento condotto sulle scimmie mi sembra di aver letto (e postato sul mio blog) di come sia sufficiente una esigua % di popolazione consapevole affinchè la viralità dell'informazione raggiunga tutti.

Vale il principio dei sette gradi di separazione.

Dobbiamo solo pensare che il raggiungimento della cosiddetta massa critica non sia così lontano. A quel punto il "Sistema" imploderà su se stesso!

[:p]


...non te la fanno raggiungere la massa critica, è quello il punto..
Qualcuno ricorda le lotte e la partecipazione degli anni 70?
Gli permisero di raggiungere l'apice, di intravedere la "vittoria", ma tutto è imploso e si è dissolto prima che sortisse l'effetto.. [8]



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MessaggioInviato: 18/09/2013, 14:11 
Ora è diverso, prima l'espressione massima di consapevolezza collettiva era il riversarsi nelle piazze, manifestare, riunirsi fisicamente il tutto era molto più semplice da controllare. Ora come le controlli centinaia di milioni di persone che davanti ai loro pc, leggendo una notizia prendono coscienza di ciò che accade davvero e ne parlano con gli amici ascoltando con sorpresa che da un pò di tempo anche loro magicamente h<anno capito le stesse cose informandosi con internet? [;)]

LE notizie viaggiano veloci e sono facilmente accessibili



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MessaggioInviato: 19/09/2013, 08:18 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:

Ora come le controlli centinaia di milioni di persone che davanti ai loro pc, leggendo una notizia prendono coscienza di ciò che accade davvero e ne parlano con gli amici ascoltando con sorpresa che da un pò di tempo anche loro magicamente hanno capito le stesse cose informandosi con internet? [;)]



Quoto.

E' una situazione in cui mi trovo spesso anche io quella di parlare con amici e conoscenti e rendermi conto che sono molte di più di quello che pensiamo le persone nelle quali si è insinuato il tarlo del dubbio nei confronti del mondo coperto dal velo di maya che l'informazione tradizionale e controllata contribuisce a mantenere coperto.

Credo che oggi, a differenza degli anni '60-'70 citati da Shighella ci siano condizioni migliori per poter dare un colpo significativo al "Sistema", soprattutto grazie appunto alla velocità e alla maggiore penetrazione con cui si possono condividere notizie e informazioni.

Infatti, una delle vere spine nel fianco di ogni regime è proprio internet. Basta guardare a come funziona in Cina e a come stanno cercando di limitare e controllarne l'uso anche in Occidente.



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MessaggioInviato: 19/09/2013, 22:43 
Sintesi della Manipolazione di Massa
di Marco Canestrari

CONTROLLARE UNA PARTE DEI CANALI TV
Il leader arriva a tutto il paese in ogni momento, mentre le idee dei singoli rimangono isolate. La popolazione non può avere una visione d'insieme delle idee spontanee e perde interesse per la politica.

CIRCOSCRIVERE QUELLO CHE LA MASSA CONOSCE
Durante gli anni si omette dalla coscienza collettiva tutto ciò che è sfavorevole al controllo di massa. Il paese va progressivamente perdendo la sua anima e la sensibilità civica conquistata durante i secoli, vive in un eterno presente.

RENDERE LA POPOLAZIONE EMOTIVAMENTE REATTIVA
Modelli istintivi, Stress, Insicurezza, Precarietà, Emergenza, Ridurre la Cultura e il livello di indagine. Mantenere la popolazione sul "si salvi chi può", pronta a reagire alle provocazioni dei media. Fare perdere la capacità di aggregazione e collaborazione dei singoli.

SFRUTTARE VARIE FORME DI PAURA
Guerra, terrorismo, aggressioni, stupri, odio razziale, illegalità e crimine, gang giovanili, bullismo, virus, paura di non farcela economicamente e, soprattutto, la paura di ciò che potrebbe accadere se non si rimane nell’ambiente protetto del gruppo. Cambiano i valori comuni e non si pianificano più soluzioni collettive a lungo termine.

DETERMINARE TENDENZE, CULTURE E MODELLI DI PENSIERO
Produrre, consumare, essere ottimisti, ricchi, famosi, alla moda, attraenti, vincenti, determinati, avere un immagine accettata, individualista, forte, aggressiva, risoluta, efficiente, scaltra, egocentrica, combattiva, furba. Le nuove generazioni formano le loro personalità in un campo sempre più limitato di scelte.

MODIFICARE LE LEGGI FINO ALLA COSTITUZIONE
Accentrare per legge il potere mediatico, economico, politico e militare. Limitare per legge la nascita e l’aggregazione di idee libere. Limitare per legge il peso politico delle soluzioni proposte dai singoli cittadini.

http://eccocosavedo.blogspot.it/2010/04 ... massa.html

Ora, facendo mente locale, penso che almeno il 90% delle notizie di telegiornali e carta stampata sia riconducibile a quanto sopra esposto...

[8]



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MessaggioInviato: 21/09/2013, 19:27 
L'altra sera mentre spiegavo con 4 parole come funziona e cos'è davvero il debito pubblico ed il meccanismo GENIALE (perchè lo è parliamo ci chiaro) che c'è sotto che lo rende insanabile, se sono i privati a produrre moneta, è stato un piacere vedere gli occhi del mio interlocutore sgranarsi assieme alla bocca e dire: ma è una stro***ta come è possibile che sia davvero così?

risposta: bello mio, la str****ta è che tu non ne sapessi niente pur vivendoci dentro da 30 anni e sentendone parlare ogni giorno ed avendolo studiato anche a scuola -_-

Nella stessa sera poi il discorso è caduto sull'11 settembre (incredibilmente nessuno si ricorda mai che le torri crollate sono 3 bah) e a momenti gli prendeva un coccolone quando gli ho fatto notare alcuni dettagli e quando l'ho fatto RIFLETTERE seriamente su quanto sapesse confrontando il tutto con la realtà dei fatti.

Sono bei momenti, ma anche abbastanza deprimenti. Ti rendi conto che persone che reputi intelligenti e con cui hai sempre a che fare sono come addormentate, hanno dei concetti standard in testa e per fargli capire l'illogicità di quanto hanno in testa è una faticaccia, ti guardano come se fosse uno scioccato mentre dici queste cose, finché non si rendono conto, e il giorno dopo li senti parlarne come se fossero stati loro e dirle a te quelle cose *_*

Ieri sera è venuto un mio amico col quale ci vediamo praticamente ogni giorno e mi ha fatto: Luì hai visto l'Ungheria? Li hanno sbattuti fuori quelli dell'FMI!

Il bello è che gliene parlai io la settimana prima ma non mi sembrò aver colto... Deve averci rimuginato E CAPITO *_*


E' informazione anche questa, dal virtuale al reale ^_^


Ultima modifica di MaxpoweR il 21/09/2013, 19:31, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 22/09/2013, 00:21 
Ottimo lavoro Max!

[:264]

Sono certo che il Player B stia plaudendo a questa tua opera di informazione fuori dagli schemi!

La massa addormentata non resterà addormentata a lungo! Ora ne sono certo!

E ogni persona che intraprende il cammino per uscire dalla caverna di Platone ci porta un passo più vicino alla sconfitta del Player C.

[;)]



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MessaggioInviato: 22/09/2013, 01:54 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

Sintesi della Manipolazione di Massa
di Marco Canestrari

http://eccocosavedo.blogspot.it/2010/04 ... massa.html

Ora, facendo mente locale, penso che almeno il 90% delle notizie di telegiornali e carta stampata sia riconducibile a quanto sopra esposto...

[8]

Qui c'è la "versione estesa"... per chi volesse approfondire... [:246]
http://www.ufoforum.it/topic.asp?TOPIC_ID=10339



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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MessaggioInviato: 22/09/2013, 17:46 
Internet: il NWO non la combatte, la pilota

Nella grande sala consiglio l’atmosfera era quella delle grandi occasioni. Al giovane analista brillante erano stati dati pochi mesi per analizzare, studiare, e risolvere uno dei problemi più scottanti: l‘emergere di una nuova coscienza collettiva che rischiava di mettere in crisi l’ordine mondiale così come era stato concepito da svariate generazioni di illuminati al potere occulto. E, come sempre, queste sono opportunità che non si possono sbagliare: l’esito del’esame poteva aprire le porte ad una veloce carriera verso i vertici o chiudere per sempre ogni prospettiva futura.

Immagine

Fino a quel punto l’esposizione era andata bene. Grafici, dati, sintesi, analisi interessanti. Tutti aspettavano però con ansia la parte finale, quella delle soluzioni, vedere cosa l’analista avrebbe tirato fuori, il famoso coniglio dal cilindro. Così, quando arrivato verso la fine, si capiva che non ci sarebbe stato nessun coup du theatre, il vicepresidente lo interruppe.

- Allora, tutto questo è imbattibile. Non si può fermare. Questa è la sua soluzione? Tre mesi per dirci quello che già sapevamo, o quantomeno per confermarci quello che sospettavamo?

Un qualunque neofita avrebbe tremato, esistato, balbettato di fronte ad un attacco così diretto. Ma il nostro analista era uno con la stoffa, per non dire con le palle, e non indietreggiò di un millimetro.

- Non serve.

- Come non serve? La gente sta scoprendo tutto, le scie chimiche, i vaccini, le bufale dell’AIDS, per non parlare della Luna, del Global Warming, e poi, la più grande di tutte, la creazione di denaro dal nulla, e lei mi dice che non serve? Secondo lei dovremmo stare qui a vedere il nostro impero crollare, pezzo per pezzo, senza fare nulla? – Urlò il vicepresidente.

- Vede, signor Vicepresidente, dobbiamo tenere in conto l’utilità di ogni azione. Le faccio una domanda: quello che la preoccupa è la conoscenza, o le azioni?

- Non capisco, sia più esplicito.

- Faccio un esempio, secondo lei è un problema se si viene a scoprire che il denaro viene creato dal nulla?

- Certo che è un problema, mi prende in giro?

- Ma è un problema la conoscenza in sè, o è un problema perchè questa conoscenza può avere delle conseguenze?

- Conoscenza e conseguenze sono un tutt’uno! - Taglio corto il vicepresidente.

- A volte. Ma a volte no. Paradossalmente, fa più male uno che conosce tutto, ma continua la sua vita come niente fosse, o uno che, anche senza sapere tutto, fa un attentato? Perchè questo è il punto vero.- L’atmosfera si fece più silenziosa, tutti volevano capire dove sarebbe arrivato l’analista, si intuiva che aveva qualcosa di interessante da dire. E infatti, lasciati passare alcuni secondi di pausa (ben studiata), riprese:

- Non dobbiamo fare l’errore di pensare che le persone si comportino sempre e continuamente in modo razionale. Molti sono gli istinti, le necessità immediate, le distrazioni che, a caso o volontariamente, possiamo inserire. E poi non tutte le persone hanno lo stesso livello di coscienza: per uno che capisce tutto, ce ne sono 99 che intuiscono, intravvedono, ma non si fidano di loro stessi, educati come sono stati alla loro inadeguatezza fin da piccoli… insomma: questa “rivoluzione” di Internet ha sì in sè qualche germe di pericolosità, ma non dobbiamo sopravvalutarne la portata. E soprattutto non commettere l’errore di affrontarla di petto: allora sì che sveglieremmo il can che dorme. Esempio: se una mandria di bufali ti sta correndo incontro, se pensi di fermarla ne vieni travolto. La cosa migliore è metterti a correre nella loro stessa direzione, e quando ti raggiungono sali su uno di quelli in testa. Una volta lì, puoi guidarlo a destra o sinistra e pilotare tutta la mandria. L’importante è capire come ragiona e come si comporta la mandria.

- E quindi, in concreto, lei cosa propone? Propone di non far nulla?

- Non dico questo. Dico solo che non bisogna mettersi contro di petto. Dobbiamo, ancora una volta, come sempre abbiamo fatto nei corso della storia, infiltrare, essere dappertutto, a destra e sinistra, con russi e americani, con arabi e israeliani, e controllare tutti i fenomeni dal di dentro. In effetti, a ben pensarci, abbiamo sempre avuto successo così.

- Ripeto: quindi?

- Allora: la stragrande maggioranza della popolazione è stupida e addormentata. Per quelli basta già il pensiero di non arrivare a fine mese, e con un po’ di calcio, e tette e culi, (che non guasta mai) li teniamo impegnati. Panem et circenses. Ovviamente bisogna continuare come abbiamo fatto finora: alimentare le paure e i bisogni in modo che non siano mai a posto, che gli manchi sempre qualcosa. Poi esiste una minoranza, i cosiddetti “intellettuali”, gli impegnati: quelli li distraiamo con la politica. Si perderanno in interminabili discussioni, assemblee di partito, collettivi, comitati, riunioni serali, e anche con quelli il gioco è fatto. E questi sono, a occhio e croce, un decimo degli altri.

- E poi?

- Poi esiste una piccola fascia ancora più ristretta, direi un altro decimo (se non meno) del gruppo precedente, che comincia a capire tutto. Non possiamo farli fuori fisicamente, ma “tenerli fuori” sì: li terremo incollati alla tastiera. Metteremo in giro dei nostri emissari, attivissimi nelle discussioni, riempiranno di commenti i loro blog, a volte diranno qualcosa di giusto ma il più delle volte faranno perder tempo, e questi a furia di rispondere, a furia di ribattere, perderanno un sacco di tempo e resteranno tutto il tempo alla scrivania, convinti di essere i veri rivoluzionari. Avremo disinnescato e neutralizzato anche questi, i più pericolosi. E loro neanche se ne accorgeranno, tutti intenti a rispondere ai nostri troll!

Immagine

Nella sala si fece il silenzio. Era evidente che quello era stato il trampolino di lancio del giovame analista: aveva superato la prova brillantemente.

http://www.stampalibera.com/?p=66711



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MessaggioInviato: 29/09/2013, 11:02 
SEI ANCORA SICURO DI ESSERE LIBERO ?
Postato il Sabato, 28 settembre @ 09:03:58 CEST di davide

DI MARCELLO FOA
blog.ilgiornale.it

Ho scritto questo articolo per il Corriere del Ticino usando il mio computer. Quando l’ho finito l’ho mandato via email alla redazione. I lettori l’hanno letto il giorno dopo. Qualcun altro, però, l’ha letto prima di loro, o comunque era in grado di intercettarlo, già pochi minuti dopo l’invio; eppure non era il direttore del Corriere del Ticino, né il redattore a cui l’ho indirizzato. E’ qualcuno che non conosco, che non abita in Svizzera, che opera lontano, dall’altra parte dell’Oceano. Io non sono un terrorista, non sono ricercato, pago regolarmente le tasse; insomma, sono un normalissimo cittadino. Eppure qualcuno sa tutto di me. Sa a chi telefono, perché ha accesso ai dati del mio smartphone. Sa a chi scrivo e soprattutto cosa scrivo perché riesce a intercettare le mie email. Sa cosa leggo perché riesce a monitorare tutti i miei movimenti su internet. Ogni volta che faccio un acquisto online costui prende nota di tutto, mi osserva quando opero sul mio conto di Internet banking, dunque sa quando guadagno, qual è la mia ricchezza privata.

Usando Facebook l’intrusione è ancora più pervicace: perché attraverso Facebook l’utente, gioiosamente, mette a nudo la propria vita privata. Indica chi sono i suoi amici, pubblica le proprie foto tanto più se divertenti, insolite, bizzarre, persino intime senza rendersi che un giorno (e penso soprattutto ai ragazzi) potrebbero essere usate contro di lui. Dice dov’è andato in vacanza, chi ha visto, persino cosa ha mangiato. E non si rende conto che tutto quello che viene pubblicato su Facebook non può più essere cancellato, perché anche quando non lo rende visibile al pubblico, resta impresso in un’immensa memoria, sospesa su qualche nuvola virtuale, a cui egli non ho accesso. Perde il controllo del proprio passato e del proprio presente. Come mai prima d’ora in uno Stato Occidentale.

Da inviato speciale sono stato in Unione Sovietica, nella Ddr, in Cina, in diversi Paesi autoritari o dittatoriali. In quanto giornalista sapevo di essere seguito. Quasi sempre il mio interprete o il mio autista era una spia, incaricato di annotare tutto quello che facevo. Una volta in albergo una manina misteriosa ha aperto il mio computer e ha copiato tutti i dati dal mio hard disk; come 007 non era un granché perché ha lasciato un indizio che mi ha permesso di scoprire subito l’intrusione. Il senso di oppressione era costante e per questo ogni volta che tornavo in Europa provavo una sensazione, spesso euforica, di libertà. Sapevo che a casa mia, nel mio Paese, nessuno avrebbe potuto frugare nella mia vita privata e professionale. Oggi, invece, non è più così.

La realtà svelata dall’ex tecnico della Cia Edward Snowden è sempre più sconvolgente. Microsoft, Apple, Yahoo, Google, Facebook, Blackberry eccetera collaborano – volontariamente o sotto costrizione – con la National Security Agency (Nsa), la superagenzia dei servizi segreti americani, accordando un accesso esclusivo ai loro sistemi. E’ come se ci fosse una sorta di porta segreta di cui solo loro possiedono le chiavi.

Oggi un agente segreto non avrebbe più bisogno di aprire il mio computer e scaricare il mio hard disk. Il processo, in gran parte, è automatico. Ogni tanto, a mia insaputa, i miei dati possono essere prelevati e trasmessi altrove. Il problema è che tutto questo non accade in uno Stato totalitario, ma in Paesi che sono democratici e nell’ambito di un processo dalle conseguenze potenzialmente devastanti.
Un principio fondamentale è stato silenziosamente ribaltato usando il grimaldello della lotta al terrorismo. Prima solo chi era gravemente sospettato di aver commesso dei crimini veniva intercettato e seguito; oggi si mettono sotto controllo tutti nel tentativo di scoprire un manipolo di pericolosi eversivi. E non abbiamo nessuna garanzia, nessuna tutela su come, da chi e per quali fini siano usati informazioni private, talvolta intime, a cui nessuno in democrazia e in stato di diritto dovrebbe avere accesso. Le implicazioni sono colossali, i rischi enormi, la sproporzione tra il male e la cura evidente. Quando si può sapere tutto di te, nessuno può sentirsi davvero al sicuro.

Possiamo ancora dirci davvero liberi?

Marcello Foa
Fonte: http://blog.ilgiornale.it/
Link: http://blog.ilgiornale.it/foa/2013/09/2 ... ra-libero/
26.09.2013


http://www.comedonchisciotte.org/site/m ... &sid=12380

...forse e' necessario x non essere intercettati rivolgersi al vecchio sistema del piccione viaggiatore,sperando che non venga .......impallinato [:(!]


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Se questo è un giornale... articolo tratto da L'Unità...

Se il Fatto sbaglia titolo
Autore: Pietro Spataro

No, non avevamo capito. Non avevamo capito, in tutti questi mesi, che il Fatto quotidiano facesse il tifo per il governo Letta e che lo considerasse addirittura l’áncora di salvezza per il Paese. Avevamo capito invece, leggendo pungenti articolesse, editoriali grondanti indignazione e titoloni scandalizzati per lo scambio indecente tra l’impunità di Berlusconi e il via libera alle larghe intese, che quel giornale considerasse l’esecutivo in carica un fulgido esempio di inciucio all’italiana, il luogo del mercanteggiamento ai danni degli italiani per salvare il Cavaliere dai processi e dalle leggi.

Quindi ci ha fatto un certo effetto vedere il titolo di apertura di domenica scorsa: «Il condannato manda a picco l’Italia». Stesso disorientamento ci ha provocato la lettura dell’articolo di fondo dove si parla del «cancro che sta divorando la democrazia italiana», condizionata da un uomo che «pur di estorcere qualcosa che possa salvarlo dalla giusta detenzione e dalla giusta decadenza non esita a mandare a picco il Paese che domani potrebbe essere investito da una nuova tempesta finanziaria». Ma guarda un po’.

Le cose a questo punto sono due. O al Fatto hanno compiuto un’improvvisa e spericolata inversione a U, oppure una manina, nottetempo, deve aver cambiato il titolo che, nell’originale, era un altro. Del tipo: Grazie al condannato finisce il governo dell’inciucio. Il dilemma, forse, sarà sciolto già nelle prossime edizioni.

Per il momento c’è da dire che tutte le fosche previsioni del Fatto sono andate a farsi benedire. Napolitano e Letta che dovevano essere i salvatori del Caimano hanno invece risposto per le rime ai ricatti del signore di Arcore e lo hanno sfidato a viso aperto. Il Pd (o Pdmenoelle, come piace a Grillo) che doveva trovare tutti i cavilli di legge per impedire la decadenza da senatore di Berlusconi e salvarlo per l’eternità ha invece imposto il rispetto della legge e dello Stato di diritto. Insomma, il grande inciucio è diventato un grande abbaglio. Forse, allora, il titolo di ieri è la prima involontaria e inconsapevole correzione? Tranquilli, non lo ammetternno nemmeno sotto tortura. I veri Cavalieri del Bene Assoluto non si smentiscono mai. Figuratevi Travaglio.

http://giubberosse.com.unita.it/politic ... ia-titolo/

Cioè, fatemi capire... un intero articolo il cui unico argomento è il denigrare e ridicolizzare pesantemente Il Fatto Quotidiano???

E' questo è il livello dell'informazione in Italia?

[V]


Ultima modifica di Atlanticus81 il 02/10/2013, 14:37, modificato 1 volta in totale.


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Repubblica ricicla foto del 2010 e si fa smascherare persino dai No Tav
Di Riccardo Ghezzi, il 4 ottobre 2013

Non è in grande forma il quotidiano debenedettiano Repubblica, soprattutto nella versione on line. Tra tweet un po’ frettolosi, giornalisti che su facebook si augurano la morte di Berlusconi, notizie completamente stravolte sempre ad usum sinistra, il fogliaccio preferito dalla sinistra radical chic trova persino il tempo di riciclare vecchie foto attribuendole ad eventi attuali.

Sulla pagina locale di Torino, il giornalista Meo Ponte riporta infatti la notizia del ritrovamento di un fusto esplosivo in Val Susa.

Un fusto pieno di picrato di ammonio, un pericoloso esplosivo, è stato trovato qualche ora fa dalle forze dell’ordine in un campo nei pressi di San Giuliano, in Valle di Susa. Noto come “esplosivo D” il picrato di ammonio era molto usato durante la seconda guerra mondiale ed è considerato molto pericoloso perché è sensibile agli urti.

Tutto vero, la fonte è autorevole: le forze dell’ordine.

Repubblica però evidentemente ha avuto un problema: riempire lo spazio adibito alla pubblicazione della foto. Si trattava di recarsi sul posto, fotografare il fusto in questione e inserire l’immagine. Troppa fatica, per chi di dovere. E allora perché non riciclare un’immagine del 2010 e spacciarla per attuale?

Ed ecco il giochetto degli abilissimi redattori di Repubblica: hanno cercato su internet ed hanno trovato una galleria fotografica di un fusto spiaggiato ad Amantea, in provincia di Cosenza. Da lì a pensare di spacciarlo per il fusto pieno di picrato di ammonio ritrovato in Val Susa il passo è breve.

Peccato che la foto pubblicata da Repubblica sia stata rubata al Comitato Civico Natale de Grazia, che evidentemente voleva denunciare l’inquinamento e lo stato di degrado delle belle spiagge calabresi.

Immagine

La Calabria è ben lontana dal Piemonte. Ed anche il 2010, data del ritrovamento del fusto sulla spiaggia di Amantea, è distante dal 2013. Ma Repubblica è abituata allo standard dei suoi lettori, quindi ha pensato che nessuno se ne sarebbe accorto.

http://www.qelsi.it/2013/repubblica-ric ... ai-no-tav/



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MessaggioInviato: 13/10/2013, 21:50 
Il concetto di "Informazione" e di "Scienza ufficiale" è sempre stata funzionale al Potere che essa rappresenta.

Pensiamo alla teoria antropologica, risalente almeno al V secolo a.C. e rafforzata dalle descrizioni fornite da Strabone nella sua "Geografia" la quale individuava differenze nell'aspetto fisico e nell'indole degli abitanti a seconda delle zone abitate, e stabiliva talune correlazioni con le istituzioni e i regimi politici: le popolazioni dell'Asia erano predisposte alla servitù, i Greci al comando. Questa teorizzazione si fondava ovviamente sulla constatazione della prevalente presenza di barbari fra gli schiavi, in Grecia, e pretendeva di legittimarla giustificando la superiorità dei padroni.

Pensiamo alle descrizioni offerte dal "De bello gallico" delle popolazioni barbare comparate alla cultura romana evidentemente strumentalizzata ad arte per esaltare la superiorità della cultura romana nei confronti dell'altro.

Già Plinio il Vecchio (23-79 d.C.) nella sua "Storia naturale" cercò di classificare diverse popolazioni, riportando immagini fantastiche che furono poi riprese nella letteratura medievale.

Nulla di strano per cui che oggi, a maggior ragione, i mass-media e gli organi ufficiali di informazione e gli opinion leader muovano l'informazione in modo strumentale agli scopi e agli obiettivi del nuovo Potere costituito.

Niente di complottista... solo il comportamento antropologico sociale dell'uomo che si replica immutato nel corso dei millenni.



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MessaggioInviato: 16/10/2013, 16:53 
QUESTO NON E’ SERVIZIO PUBBLICO
(Il pensiero europeista della sinistra allineata)

15 ottobre, 2013

Immagine
31,44 KB

http://www.altrainformazione.it/wp/2013 ... -pubblico/

DI CLAUDIO MARTINI
il-main-stream.blogspot.it

Chi ha ancora il coraggio di guardare la tv, e ha il fegato di frequentare Rai 3, ricorderà che circa un mese fa Riccardo Iacona, ideatore della trasmissione Presa Diretta, mise in onda una puntata di vera informazione sulla crisi dei cittadini europei, che illuminava il grande pubblico sulle autentiche responsabilità della crisi, intervistava economisti di valore come Emiliano Brancaccio e Bruno Amoroso, nonché personalità come Hans Olaf Henkel, e raccontava in maniera magistrale le lotte dei portoghesi contro la Troika.

Chi scrive ammette di essere trasecolato, davanti a un simile spettacolo. E chi si aspettava di veder affiorare certi concetti su una grande rete nazionale? Chi poteva immaginare una Rai che fa informazione?

Per fortuna Milena Gabanelli ha rimesso le cose in ordine, con la puntata di Report di lunedì 14 ottobre (presto disponibile in rete: consigliata la visione). La giornalista è riuscita agevolemente ad annientare quanto di buono costruito dal suo collega un mese prima. Niente voci “critiche”. Piuttosto, le opinioni rassicuranti di economisti come Boeri e Perotti. Dopo averci a lungo intrattenuto sulle inefficienze e le assurdità della Pubblica Amministrazione e del fisco italiani (che nessuno nega, ovviamente), Report ci conduce in un’inchiesta sui motivi che spingono gli imprenditori a delocalizzare all’estero. Servizio sulla Polonia, con la voce narrante (è bene sottolinearlo) che cerca di porre in una luce favorevole i fatti narrati. Ci viene spiegato che in Polonia fare impresa è possibile, perché l’imposizione fiscale sulle imprese sono quasi inesistenti, esiste la possibilità di licenziare incondizionatamente e con breve preavviso, non esiste il Trattamento di Fine Rapporto, non esiste la tredicesima, e in generale si lavora più a lungo per meno. Stacco poi su come in Polonia i bambini vengano addestrati sin da piccoli ad acquisire la cultura imprenditoriale. Intervista alla locale Coordinatrice del Programma di Apprendimento dell’Imprenditorialità, che ci spiega che fin dalla tenera età i piccoli giocano al “Piccolo Bancomat”, e che alle elementari si addestrano al gioco del “Piccolo Ministro delle Finanze”, dove ai bambini è dato di decidere quali spese tagliare*.

Proseguendo, la Gabanelli individua nella carenza di produttività il vero guaio italiano, e addita chi parla di uscita dall’euro a ciarlatani che cercano di distrarre dai problemi reali. L’economista Lucrezia Reichlin ci spiega che l’idea di far acquistare i titoli del tesoro dalla propria Banca Centrale è “molto pericolosa”, in quanto “toglie incentivi al risanamento dei conti”. E perdere la disciplina di bilancio è ancora più pericoloso, perché “creerebbe inflazione”, la quale è “una tassa occulta che distrugge i risparmi”. Molto meglio, sempre per la Reichlin, che anche l’Italia accetti un piano di “aiuti” dalla BCE, con relativo commissariamento. La voce narrante conferma, e passa a intervistare un giornalista di Repubblica, il quale ci comunica che con l’uscita dall’euro i risparmi degli italiani sarebbero decurtati di un terzo. La voce narrante paragona l’uscita dall’euro a “una patrimoniale sui cittadini italiani di centinaia di miliardi”; “di gran lunga la soluzione più costosa”.

Sistemati gli “uscisti”, si passa alle soluzioni che si potrebbero adottare per far fronte all’innegabile crisi. La risposta non può che essere una: fare come la Germania. Vengono illustrati in maniera abbastanza chiara gli effetti delle riforme tedesche dei primi anni 2000: aumento della disoccupazione, delle disuguaglianze, perdita di redditi e diritti per i lavoratori. Ma tali scelte vengono ancora poste in una luce favorevole, sottolineando come abbiano avuto luogo in un momento di crescita dell’economia mondiale, quindi nel “tempo giusto”. “A quei tempi la Germania è dimagrita, mentre noi siamo ingrassati, e adesso ci supera” dice la voce narrante, soddisfatta.
Infine, un accenno al Fiscal Compact. Iacona, giustamente, lo indicava come una sciagura. Invece, per gli “esperti” citati dalla Gabanelli, dire che il Fiscal Compact, se rispettato strangolerà l’economia italiana è, senza mezzi termini, “una cavolata”;“con un po’ di inflazione e crescita economia il debito si aggiusta da solo”. Come a dire, manco ce ne accorgeremo.

I nostri lettori non hanno bisogno che smonti una a una queste bufale. Né che spieghi perché è truffaldino chiamare “Unione” un’organizzazione che ha il solo fine di portare alle estreme conseguenze la concorrenza tra nazioni, cioè tra lavoratori. Sono abbastanza avvezzi al ragiomento economico e a quello politico per farlo da soli. Resta, grande, l’amarezza. Non quella che nasce dalla considerazione (qualunquista) che Gabanelli fa disinformazione a spese nostre; piuttosto, dall’idea che chi detiene un potere così formidabile come quello di dirigere importanti trasmissioni nazionali inocula, ad arte, veleno nelle menti dei cittadini. Se lo facesse da reti private non cambierebbe nulla. Esiste un’etica della responsabilità, anche per i protagonisti dei Mass Media. E Gabanelli, mi si passi il francesismo, se ne fotte.


Caudio Martini
Fonte: http://il-main-stream.blogspot.it/
Link: http://il-main-stream.blogspot.it/2013/ ... blico.html
- See more at: http://www.altrainformazione.it/wp/2013 ... ZYf3z.dpuf



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MessaggioInviato: 16/10/2013, 17:57 
Il web ha un mese e mezzo di vita

L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni, l’AGCOM, sta per concedere agli editori, soprattutto alle televisioni, la possibilità di far cancellare in sole 72 ore i contenuti presenti sul web, anche interi siti, senza nessun vaglio della magistratura, con una semplice segnalazione. Con la scusa del diritto d’autore, il rischio è ancora una volta il controllo e la censura dell’informazione libera. Una norma simile non esiste in nessun altro Paese del mondo, perlomeno tra quelli che consideriamo democratici. Se il Parlamento non interviene, la delibera sarà operativa entro un mese e mezzo. Ho intervistato Fulvio Sarzana, avvocato esperto di tematiche legate alla rete. Qui sotto il video e la trascrizione.



Fulvio Sarzana, avvocato esperto di questioni inerenti al web, animatore della campagna sitononraggiungibile.info. Cosa sta succedendo?

Sta succedendo qualcosa di molto grave, a mio giudizio, perché l’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni (l’Agcom, un’autorità indipendente i cui membri sono nominati dal Parlamento e che oggi è tuttavia senza un membro che si è dimesso) ha deciso di far sì che i contenuti presenti sul web, senza nessun vaglio della magistratura, possano essere cancellati entro 72 ore dalla loro segnalazione.

Tutto questo mi ricorda una delibera analoga di qualche tempo fa, proprio dell’Agcom.

Già, ma il Presidente dell’epoca, Calabrò, decise che non si poteva rilasciare perché non c’era l’autorizzazione del Parlamento. Le disposizioni contenute erano lesive della libertà di espressione. Calabrò decise di soprassedere poiché ritenne di non avere il potere di farlo.

Invece, questo nuovo Presidente…

…decide di farlo comunque, senza ascoltare tutte le istanze che provengono dalla società civile in ordine alla libertà di espressione. Tante organizzazioni internazionali, ma anche ad esempio Noam Chomsky, o Stefano Rodotà, hanno definito la delibera un attacco fondamentale ai diritti dei cittadini e alla libera espressione. Il nuovo Presidente ha deciso di ignorare tutti. Anzi, ha accelerato, proponendo la nuova delibera che è addirittura molto più restrittiva, a giudizio di tante associazioni del mondo delle imprese e del mondo del consumo.

Chi si è attivato per contrastarla? Ci sono Articolo 21, AltroConsumo, AssoProvider…

Sì, sono in tanti a dire: “Perché dobbiamo cancellare il web? Perché dobbiamo censurare?”. Tenete presente che è proprio attraverso i provider italiani, cioè coloro che forniscono l’accesso a internet, che in 72 ore sarà possibile cancellare un singolo contenuto oppure, se l’infrastruttura è all’estero, tutto il sito.

Spieghiamo come funziona questa delibera.

La delibera ha due aspetti fondamentali. Il primo riguarda il web in generale: chiunque ritenga che ci sia anche solo qualche secondo di materiale che gli appartiene, un video o una fotografia per esempio, pubblicata in rete senza la sua autorizzazione, si rivolge all’Agcom. L’Agcom cerca in prima battuta di trovare colui che avrebbe violato il diritto d’autore. Se non lo trova, cosa più che frequente (spesso i siti sono ospitati su server che si trovano all’estero, oppure più semplicemente l’autore del caricamento è in viaggio, o ha subito un lutto, o è malato, o magari ha una momentanea interruzione della connessione a internet e così via), l’Agcom ordina ai provider di cancellare il contenuto segnalato o addirittura l’intero sito.

Il secondo aspetto è a beneficio delle televisioni. Le televisioni commerciali – e non – hanno il potere di far cancellare i contenuti presenti sul web in tempi molto rapidi, se ritengono che vi siano anche pochi secondi tratti dai loro palinsesti televisivi. L’Agcom sta creando uno strumento potentissimo che consentirà alle televisioni di mettere le mani sul web. Il web viene così trasformato in una grande televisione.

Non è una novità: volevano già farlo con il Decreto Romani.

Esatto. L’Agcom ha deciso di basarsi proprio sul Decreto Romani. La nuova delibera si fonda sul Decreto Romani proprio per dare all’Agcom il potere di intervenire nel settore web come se si trattasse di una televisione.

Si potrebbe obiettare che la protezione del diritto di autore è cosa buona è giusta.

Il diritto d’autore è una cosa importante, però va contemperato con il diritto all’informazione. In 72 ore non ci sarà il tempo di valutare se la libertà di informazione prevale: tante fonti informative sul web, che vivono per esempio grazie ai banner pubblicitari, saranno le prime vittime di questa delibera. Se tu hai un banner che ti rende 5 euro al mese, quello è già considerato uno sfruttamento di carattere commerciale che legittima la procedura abbreviata dell’Agcom: in 72 ore ti cancellano il sito.

Ci sono precedenti internazionali poco rassicuranti…

A Cuba, il canale “Cuba Debate” (dibattito cubano) è stato cancellato dopo aver fatto un’intervista a un agente della Cia che aveva rivelato informazioni esclusive su una serie di attentati. L’agente non aveva in seguito dato l’autorizzazione a mostrare l’intervista e così è stato cancellato l’intero canale, per violazione del diritto d’autore. Questo è quello che potrebbe accadere anche in Italia. Cioè da un singolo contenuto si passa direttamente alla cancellazione dell’intero contenitore. Se pensiamo ai blog, alle testate informative online e alle web-tv è un grave pericolo per la libertà di informazione del cittadino in rete.

E poi, spesso l’informazione libera è fatta anche di frammenti tratti dal dibattito pubblico che vengono commentati. Oppure accade più spesso che immagini realizzate da blogger, semplici cittadini, caricate magari su YouTube, vengano riprese dalle televisioni. A quel punto, le televisioni lo marcano come proprietario, lo rivendicano e il tuo video (o l’intero canale) vengono cancellati. C’è uno strapotere delle lobby dell’editoria.

L’esempio che hai fatto è un classico. Se una persona riprende un’immagine, fa uno scoop e la televisione lo marca, il rischio è che quella stessa televisione chieda all’Agcom di cancellare i contenuti originali, realizzati con tanta passione e sacrificio. Oppure può accadere che io vada in vacanza, faccia delle foto alla mia fidanzata o alla mia famiglia, ci metta sotto distrattamente qualche secondo di una qualunque musica coperta dal diritto d’autore e, nel giro di 48/72 ore, quel video venga cancellato dalla rete grazie alla delibera dell’Agcom. O ancora, magari, può accadere che un blog rielabori immagini prese dal web, già a disposizione di tutti tramite i motori di ricerca, per illustrare un post, magari farne un mash-up e comunicare meglio un’idea. Se queste immagini sono tutelate dal diritto d’autore…

Cioè qui stiamo impedendo alla cultura di diffondersi.

Questo è il problema! Qui non è un problema di pirateria, perché la pirateria commerciale è una cosa grave.

La pirateria è lo sfruttamento a fini di lucro, in maniera massiva, di un’opera di ingegno.

Esattamente: questo deve essere penalizzato e l’ordinamento lo deve prevedere. Quello che però si fa con questa delibera è andare a colpire non la pirateria massiva ma il singolo individuo, il singolo cittadino che mette un contenuto anche solo di pochi secondi. Siamo in presenza della violazione della circolazione dell’informazione. Ci sono trasmissioni Rai che la Rai non mette sul web, di cui non fa il podcast. Fino a qualche tempo fa, ad esempio, era così per la trasmissione Report. Perché un cittadino italiano che vive in Australia non deve potersi vedere su YouTube Report, senza che la Rai (che finanziamo noi, ndr) richieda la cancellazione del video su YouTube perché viola i suoi diritti? Questo impedisce la circolazione delle informazioni perché un cittadino, se non riesce a vedere un programma a casa sua, magari perché fa un lavoro che lo porta a stare fuori spesso, non può fruire di un certo contenuto. Questo meccanismo fa sì che il web, un mondo libero ricco proprio di informazioni, diventi una grande televisione.

Ma chi c’è dietro?

Io non so chi c’è dietro, ma questa delibera va a beneficio di tanti soggetti, soprattutto dei soggetti del settore televisivo. Su questo non c’è alcun dubbio.

Beh, visto che la delibera si basa sul Decreto Romani, è utile ricordare che Romani era un grande imprenditore televisivo, e fa politica insieme al più grande imprenditore televisivo italiano. Si tratta di uno strumento di censura molto potente. Di controllo e di censura.

Assolutamente sì, specialmente data la brevità del termine: quelle 72 ore. Il diritto d’autore per questi temi è oggetto di lunghe discussioni in tribunale proprio per il diritto alla libera informazione. Un tribunale ha gli strumenti per valutare, ma come fa un’autorità amministrativa, che non si è mai occupata di queste tematiche, a valutare in 72 ore se quella richiesta viola la libertà di informazione oppure se prevale il diritto d’autore? Non lo può fare.

Tra l’altro questa autorità amministrativa col web ha un rapporto che non mi sembra sereno. Il commissario Francesco Posteraro si è riferito al web come “una comoda copertura per calunnie, diffamazioni, pratiche odiose come la pedopornografia, episodi di cyberbullismo che sfociano talora tragicamente in suicidi di adolescenti”. Ha dipinto un quadro veramente a tinte fosche dove si elimina qualsiasi riferimento alle potenzialità positive della rete, che sono quelle preponderanti. “Una sorta di generalizzata licenza di fare strame dei diritti altrui. L’anonimato serve a realizzare una predazione di opere dell’ingegno”. Ma l’anonimato serve anche a dare copertura a chi deve fare una denuncia, magari sul luogo di lavoro. E ancora: “L’Agcom vuole tutelare la loro produzione”, riferendosi alle grandi società di editoria. Ma è normale che l’Agcom sia così sbilanciata a favore delle lobby della produzione dei contenuti?

L’Agcom è un’autorità di garanzia. Una garanzia sussiste solo interpretando un ruolo di totale indipendenza. Le parole che tu hai citato del commissario sono tratte da un convegno. Credo che volesse fare degli esempi. Io non condivido le sue affermazioni per quanto riguarda la rete: secondo me la rete è uno strumento molto positivo. L’anonimato serve, nelle dittature, per consentire ai soggetti di poter esprimere liberamente i propri pensieri. Le primavere arabe non ci sarebbero state senza l’anonimato, e non sarebbe stato possibile nessun rivolgimento sociale. Il whistleblowing, che negli Stati Uniti è considerato un elemento importante, è proprio quello che dicevi tu prima, cioè la possibilità che, coperto dall’anonimato, qualcuno denunci le magagne della pubblica amministrazione, oppure della politica.

Ovviamente una delibera analoga a quella che vuole rilasciare l’Agcom non esiste in nessun’altra parte del mondo civilizzato. O sbaglio?

In nessun altro paese un’autorità amministrativa, senza un’autorizzazione del Parlamento, e senza il controllo della magistratura, cancella contenuti in termini così brevi. In nessun altro paese del mondo.

E quindi che cosa possiamo fare per impedire a questa società di trasformarsi in una enorme televisione alle dipendenze dei soliti noti?

Innanzitutto l’opinione pubblica dovrebbe prendere una posizione. Fino ad oggi i mainstream generalisti non se ne sono occupati, per motivi vari. Quindi è fondamentale far circolare le informazioni, perché un cittadino informato è un cittadino che sa scegliere. Abbiamo inoltre richiesto agli organi parlamentari di riprendere in mano i disegni di legge attualmente pendenti che regolamentano il diritto d’autore in maniera armonica, cioè tenendo in considerazione anche i diritti dei cittadini, introducendo il cosiddetto “Fair Use”, l’uso non commerciale.

E’ una cosa che esiste negli Stati Uniti e non esiste in Italia.

In Italia non abbiamo il Fair Use come negli Stati Uniti. Fair Use vuol dire che se tu non entri in contrasto commerciale con la televisione, se per esempio ti limiti a mettere un video su YouTube che non ha nessun tipo di possibilità di entrare in conflitto con la televisione, hai il diritto di farlo.

Se per esempio voglio commentare quello che hanno detto Tizio e Caio in un telegiornale, faccio vedere un breve spezzone…

Esatto.

E’ l’ABC del dibattito pubblico: questi vogliono veramente mettere la museruola…

Esatto! Il presidente dell’Agcom ha detto che, trattandosi di diritti fondamentali, “se interviene il Parlamento, noi rispettiamo il Parlamento”. Eh beh! Rispettiamolo, il Parlamento! Quindi abbiamo chiesto al Parlamento di occuparsene.

Ma quanto tempo c’è?

Abbiamo un mese e poco più, forse un mese e mezzo. Dopodiché l’autorità varerà la delibera. Su sitononraggiungibile.info c’è la possibilità di firmare la nostra petizione, che poi verrà inviata sia a tutti i parlamentari sia al presidente dell’Agcom. La petizione, sostanzialmente, afferma che la magistratura dovrebbe essere coinvolta in questo procedimento, il quale dovrebbe essere materia di competenza del Parlamento, non dell’Agcom.

Sarebbe opportuno che prima o poi anche all’interno di queste istituzioni, come l’Agcom, magari ci fosse qualche commissario sensibile ai temi della Rete. Qualcuno che la conosca.

Questa è una cosa fondamentale! Nelle prossime settimane il Parlamento dovrà scegliere il nuovo commissario Agcom, che sostituisce il dimissionario Decina. Se l’Agcom entra nella Rete, cancellando i contenuti, la Rete dovrebbe entrare in Agcom. In Agcom dovrebbe esserci un commissario esperto di tematiche legate al web. Poi, oggi abbiamo il paradosso che l’Agcom non corrisponde più, nella geografia politica, alla composizione delle forze parlamentari. Le nomine erano state fatte un anno e mezzo fa, con un altro Parlamento, con tutta un’altra composizione politica. Ci sono forze che oggi sono in Parlamento e che non sono minimamente rappresentate all’interno dell’autorità. Ci sono forze politiche in parlamento che addirittura oggi che vengono proprio dal web. E’ importante che oggi un’autorità di garanzia abbia la possibilità di avere qualcuno che rappresenti le istanze dei cittadini che vogliono una rete libera. Quindi chiediamo alla politica di scegliere bene chi metterà lì, perché sarà probabilmente colui che salverà il web.

http://www.byoblu.com/post/2013/10/16/i ... -vita.aspx


Ultima modifica di Atlanticus81 il 16/10/2013, 18:01, modificato 1 volta in totale.


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