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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 30/03/2018, 21:30 
TheApologist ha scritto:
I russi stanno meglio con Putin che con Eltsin. Per questo lo votano, punto.
Tutte le altre "analisi" trite e ritrite lasciano il tempo che trovano.

Più o meno è come dire che la Democrazia Cristiana è meglio di Mussolini
Dopo il disastro tolale qualunque cosa sembra meglio ma col tempo siamo stati in grado di capire come funzionava la prima repubblica, abbiamo visto corruzione, mafia, gladio...
Non siamo riusciti a rimediare un granchè ma almeno certe cose sono emerse.
Quindi diamo a Putin quel che è di Putin e smettiamo di glorificarlo ... anzi smettete!!!!

TheApologist ha scritto:
Vabbè, neanche Di Maio non ha preso 60 milioni di voti... (qualcuno glielo spieghi però :D)

Glielo spiegherà Mattarella ...


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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 30/03/2018, 21:37 
Mah guarda io non lo glorifico, ne lo voto perché non ho diritto di voto in Russia. Per cui prenditela coi cittadini russi! :)



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 30/03/2018, 21:53 
Venite in Turchia Sottovento ed Ufologo....noi,la più grande democrazia del Bosforo(lo dice anche Trump)...ma attenti:se fate gli occidentali potrebbe....


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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 31/03/2018, 00:06 
sottovento ha scritto:
Diciamo anche che Putin è stato molto abile nell'evitare (con la repressione), che in Russia nascesse un'opposizione. Infatti Putin alla fine ha corso queste elezioni da solo senza antagonisti e non è un caso che alla fine dei conti in Russia abbiano votato per lui 56 milioni di elettori quando gli abitanti della Russia sono circa 150 milioni.


hai presente com'è la Russia si? è pure molto se 56 milioni hanno votato. n ogni caso sono affari interni loro, in altri paesi democratici non si vota proprio e quando si vota lo si fa ocn leggi che non permettono alla volontà popolare di avere seguito o si tenta di destituire chi è stato eletto se non iace all'establishment. In Russia quanto meno governa quello che ha preso più voti tra chi ha votato, dovrebbe essere di insegnamento al democraticissimo occidente. e poi se i russi stanno meglio e vogliono Putin saranno cavoli loro o devi andare tu, sottovento, politologo e storico a spiegargli come si fa a stare meglio? Magari portandogli l'esempio del paese democratico ed occidentale in cui vivi?

Prima di fare le pulci agli altri bisognerebbe almeno rendersi conto di dove ci si trova e quali sistemi SI LEGITTIMANO con le proprie azioni.



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 31/03/2018, 00:13 
Chissà come mai io non sento mai discorsoni, analisi e supercazzole varie sulla politica interna di Israele...



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 31/03/2018, 00:51 
TheApologist ha scritto:
Chissà come mai io non sento mai discorsoni, analisi e supercazzole varie sulla politica interna di Israele...


A nessuno va di sentirsi dare dell'antisemita e farsi rompere le pale per mesi :)



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 31/03/2018, 01:18 
sottovento ha scritto:
Diciamo anche che Putin è stato molto abile nell'evitare (con la repressione), che in Russia nascesse un'opposizione. Infatti Putin alla fine ha corso queste elezioni da solo senza antagonisti e non è un caso che alla fine dei conti in Russia abbiano votato per lui 56 milioni di elettori quando gli abitanti della Russia sono circa 150 milioni.


Nonostante i tuoi sforzi non riesci a fare un ragionamento che stia in piedi nemmeno a pagarlo.

Tanto per cominciare alle elezioni votano solo gli elettori e non tutti gli abitanti.

Alle ultime elezioni russe ha votato il 67,49% degli aventi diritto, e tra questi 56'000'000 hanno votato per Putin (cioe' il 76,6% dei votanti).

Compito per casa: quanti sono gli elettori russi?



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 31/03/2018, 16:37 
Questa è veramente grossa... [:0]

Cita:
Perquisito aeroflot a Londra, ira Mosca
Scotland Yard nega


Redazione ANSA ROMA
30 marzo 201820:22

(ANSA) - ROMA, 30 MAR - La polizia britannica ha fatto irruzione su un aereo della compagnia russa Aeroflot proveniente da Mosca e atterrato all'aeroporto londinese di Heathrow per una "perquisizione" su cui non ha voluto dare spiegazioni e che il ministero degli Esteri russo denuncia come "una provocazione".
Personale dell'ambasciata russa a Londra si è recato sul posto.
Mosca protesta perché la polizia britannica ha fatto scendere gli assistenti di volo durante la perquisizione e ha cercato di allontanare anche i piloti, che si sono rifiutati. Lo riferiscono le agenzie russe Interfax e Tass.
Scotland Yard nega in un tweet di essere coinvolta in alcuna operazione di perquisizione di un Airbus dell'Aeroflot. "Siamo al corrente di storie circolate sui social media al riguardo, ma siate informati che la Metropolitan Police non sta conducendo alcuna perquisizione su un Airbus proveniente da Mosca e atterrato a Heathrow", si legge nel perentorio messaggio.
Fonte



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 02/04/2018, 11:07 
Io le conosco a memoria, voi ......? [:291]



Immagine
Negli ultimi mesi è tornato l’incubo di un conflitto atomico: i progressi nel campo della missilistica e delle testate nucleari della Corea del Nord, l’escalation militare nella zona della penisola coreana, la nuova corsa agli armamenti di Usa, Cina e Russia stanno rigettando le ombre di un possibile conflitto atomico, tanto che il prestigioso Bulletin of the Atomic Scientists ha spostato le lancette del “Doomsday Clock” – l’orologio dell’apocalisse – 30 secondi più vicine alla mezzanotte segnando 2 minuti e 30 secondi all’ora zero, momento in cui si scatenerà “l’inimmaginabile”.

Un “inimmaginabile” che per 38 lunghissimi minuti è sembrato diventare realtà il 13 gennaio scorso nelle Hawaii, dove è stato dato l’allarme di un attacco missilistico rivelatosi poi, fortunatamente, un errore.

La domanda che nasce spontanea pensando ad uno scenario come questo è una sola: si può sopravvivere ad una esplosione atomica?

Per rispondere occorre prima fare una piccola digressione sulle armi nucleari, la loro potenza, e la loro metodologia di impiego.

Le armi atomiche non sono tutte uguali. Ne esistono di 4 tipi che possono raggiungere al massimo determinate potenze a seconda della tipologia di esplosivo che usano e della sua combinazione, anche in considerazione che non si può aumentare la potenza di un ordigno al plutonio o all’uranio semplicemente aumentandone la quantità in quanto se si raggiunge una certa massa, detta massa critica, si innesca spontaneamente la reazione nucleare.

Esistono quindi dispositivi a fissione al plutonio 239 con potenze sino a 20 kton (tipo la bomba di Nagasaki), a fissione all’uranio 235 con potenze tra i 20 e i 200 kton (tipo Hiroshima), dispositivi a fissione-fusione dove la reazione di fissione dell’uranio innesca la reazione di fusione degli isotopi dell’idrogeno (deuterio e trizio sottoforma di litio 6) con potenze comprese tra i 40 kton ed i 20 Mton (Megaton, ovvero 1000 kton o un milione di tonnellate di tritolo equivalente), infine dispositivi a tre stadi – fissione fusione fissione – che hanno potenze che superano il megatone e possono arrivare anche a 100 Mton (come la “Tsar Bomba” sovietica che però è stata testata con una potenza di 58 Mton) che però risultano molto “sporche” ovvero provocano un notevole “fallout” radioattivo.

Non tutte le esplosioni atomiche hanno gli stessi effetti che dipendono dalla quota a cui avviene l’esplosione, a sua volta dipendente dall’obiettivo strategico che si vuole colpire. Se l’obiettivo è un silo di missili balistici o bersagli induriti – cioè fortemente protetti – di piccole dimensioni la quota ottimale di esplosione è al suolo, se invece si tratta di aree urbane, complessi industriali, portuali o aeroporti, l’esplosione sarà ad una quota prestabilita che dipende dalla potenza dell’arma. Anche per colpire gli apparati elettronici l’esplosione sarà in quota ma molto più elevata rispetto al caso precedente.
Gli effetti

Nonostante quello che si potrebbe pensare le conseguenze di un’esplosione nucleare non sono proporzionali alla loro energia, e quindi alla potenza nominale della testata e inoltre si registrano una serie di effetti collaterali che sposso sono controproducenti rispetto alle finalità strategiche. Per semplicità li indicheremo senza scendere troppo in dettagli che richiederebbero delle nozioni di fisica per comprenderli.

Un’esplosione atomica genera quindi calore e irraggiamento, che sono gli effetti principali a causa delle temperature raggiunte, un’onda d’urto data dalla sovrappressione dell’aria che può viaggiare per kilometri ma che raggiunge una distanza minore rispetto ai due effetti precedenti, le radiazioni che al momento dell’esplosione irraggiano un’area molto vicina al punto zero, l’impulso elettromagnetico (Emp), ed infine il “fallout” o ricaduta radioattiva, che subendo il capriccio dei venti e dipendendo dalla quota dell’esplosione può viaggiare per centinaia di kilometri.

Facciamo qualche esempio per chiarire meglio certi concetti: un’esplosione ad altissima quota di un ordigno molto potente avrebbe come effetto principale l’Emp, bruciando qualsiasi strumento dotato di un circuito elettronico non protetto da una gabbia di Faraday in un raggio di centinaia e centinaia di kilometri ma non provocandone altri; un’esplosione ad una quota modesta sopra una città – come avvenuto per Hiroshima – distruggerebbe con l’onda d’urto tutte le costruzioni che si trovassero entro un certo raggio (dipendente dalla potenza) e provocherebbe incendi – e orribili ustioni sulla pelle esposta – in un raggio ancora più ampio, oltre che contaminare un’area più o meno vasta con la ricaduta radioattiva data dalle polveri e dai detriti risucchiati al centro della palla di fuoco e scagliati nell’alta atmosfera; un’esplosione al suolo, ad esempio di un ordigno con una potenza di 1 Mton, provocherebbe un cratere profondo 70 metri e largo 290 ma il raggio efficace dell’onda d’urto e di calore sarebbe inferiore rispetto ad una esplosione in quota, mentre invece il “fallout” radioattivo sarebbe massimo. Qualche altro dato utile per chiarire meglio la questione: per un’esplosione delle stessa potenza indicata il raggio letale dei venti sarebbe di 10,9 km per detonazione in quota e di 6,7 al suolo, mentre il raggio di bruciature di secondo grado sulla pelle esposta sarebbe rispettivamente di 18,4 km e 15,7; forbice che si allunga ulteriormente se si considera il raggio massimo di danni leggeri a strutture non protette: 21,7 km contro 12.

Contrariamente a quanto si crede non sono le radiazioni emesse al momento dell’esplosione ad uccidere – ammesso che si sopravviva agli effetti dell’onda termica e d’urto – ma il fallout radioattivo: la radiazione diretta emessa ha un raggio limitato, sempre dipendente dalla potenza dell’ordigno. Ad esempio per una bomba della potenza di 20 kton il rapporto dosaggio/distanza dal punto zero è di 1000 metri per 1000 roentgen e di 1300 metri per 200 roentgen. Tanto per chiarire di cosa si stia parlando un dosaggio compreso tra i 50 ed i 200 roentgen provoca nausea e vomito entro le prime 24 ore e meno del 5% di decessi in 60 giorni, mentre una dose superiore a 600 roentgen provoca nausea e vomito immediati e fortissimi, gravi emorragie interne, scompensi neurologici ed il 100% delle vittime entro 7 giorni dall’esposizione, ma se ci si trova ad un kilometro dal punto di esplosione le radiazioni sono l’ultimo problema a cui pensare, come abbiamo visto.
Come si può sopravvivere?

Come già detto e considerati i dati riportati sin qui è possibile sopravvivere a patto di mettere in pratica alcune semplici mosse. Innanzitutto, come suggerirebbe il buon senso, quando le sirene di allarme risuonano – ammesso che risuonino – è opportuno trovare un riparo all’interno di un edificio, ma non tutti offrono lo stesso livello di protezione come vedremo. Vale però in ogni caso la regola aurea di sistemarsi in un sotterraneo o, qualora non ci fosse, nella parte più interna dell’edificio lontano da finestre e muri perimetrali che potrebbero essere sventrati dalla forza dell’esplosione. Per chi si dovesse trovare in campo aperto – e a debita distanza – l’indicazione fornita dai vecchi manuali di difesa civile degli anni ‘50 è sempre valida: quando si nota il flash dell’esplosione gettarsi a terra, possibilmente in una buca o avvallamento o comunque dietro ad un ostacolo naturale che possa offrire riparo dall’imminente onda d’urto che sarebbe carica di detriti, anche infiammati.

Subito dopo l’esplosione occorre evitare gli effetti del fallout radioattivo, ed uno studio scientifico del 2014 ad opera del Lawrence Livermore National Laboratory ci spiega la migliore strategia. Va precisato che il fallout è soggetto al capriccio dei venti, quindi una zona che si trovi sottovento ne sarà colpita rispetto ad una zona sopravento, magari anche più vicina al punto di esplosione. Secondariamente bisogna ricordare che gli effetti delle radiazioni ionizzanti sui tessuti biologici tendono a sommarsi ma non è possibile stabilire con precisione quali siano le conseguenze: due dosi separate di radiazioni assorbite nell’arco di 24 ore sono cumulative mentre le stesse ripartite in un tempo più lungo (una settimana) non ottengono lo stesso risultato.

Come dicevamo non tutte le strutture offrono il rifugio migliore: più sono “dense” più danno garanzia di protezione. I rifugi migliori sono costruiti da strutture in mattoni, cemento armato e dotati di sotterraneo: nascondersi in un parcheggio sotterraneo di un edificio a 5 piani costruito in mattoni e cemento riduce le radiazioni assorbite ad 1/200 rispetto al valore esterno mentre trovarsi al pian terreno di una costruzione ad un solo livello costruita con materiale leggero, come il legno, le riduce solo della metà.

Quindi che fare se non ci sono rifugi adeguati nelle vicinanze? Meglio restare in un rifugio provvisorio o mettersi subito a cercarne uno migliore? A queste domande è stata data una risposta sempre dallo studio americano tramite modelli matematici. Se non si ha a disposizione un rifugio ottimale ma se ne conosce uno tale a 5 minuti di distanza dalla propria posizione i calcoli suggeriscono di raggiungerlo e restarci, mentre se tale rifugio si trova a più di 15 minuti di distanza è meglio trovare un riparo provvisorio e restarci per un’ora onde evitare la prima importante ricaduta radioattiva. Successivamente meglio cercarne uno più sicuro considerando che le radiazioni decadono abbastanza rapidamente: dopo 7 giorni i valori scendono al 10% di quelli iniziali e nell’arco di 49 giorni arrivano all’1%.

Ovviamente per sopravvivere occorre anche avere una adeguata scorta di acqua e viveri non deperibili a disposizione oltre che una radio AM/FM e batterie di riserva per restare in contatto con gli organismi di protezione civile e seguirne le indicazioni: il fallout può essere previsto conoscendo punto di impatto, potenza dell’ordigno e direzione dei venti. Per fornire ulteriore protezione alla propria abitazione si consiglia di sigillare le finestre e le porte esterne con del nastro adesivo in modo da eliminare “gli spifferi” d’aria e qualora si venisse contaminati si può ricorrere ad una procedura – immediata – per cercare di ridurre gli effetti delle radiazioni: levarsi i vestiti e le scarpe e allontanarli dal proprio rifugio, se possibile lavarsi accuratamente con acqua e sapone soffermandosi particolarmente sui capelli e sul viso altrimenti usare asciugamani umidi, soffiarsi il naso per eliminare le polveri inalate.

Ma la cosa principale da ricordarsi è quella di trovare rifugio immediatamente, e di restarci il maggior tempo possibile: ad Hiroshima ci sono stati sopravvissuti che si trovavano a 300 metri dall’esplosione ma all’interno di edifici.

http://www.occhidellaguerra.it/e-possib ... ci-regole/



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 02/04/2018, 11:13 
Bene,allora.Le armi atomiche vengano subito usate.


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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 02/04/2018, 11:22 
Le armi sono usate per le guerre e sempre lo saranno...dato il periodo pasquale meglio riflettere su ben altro, quindi vi segnalo uno dei più bei e illuminanti passaggi della Bhagavad Gita... [V]

Cita:
La distinzione fra il Sé e il Corpo:
non dobbiamo affliggerci per ciò che non può perire

Il Signore Beato disse:

(11) Per coloro ai quali non si addice il tuo pianto, ti affliggi, eppure sai dire parole assennate. (Ma) i saggi non si affliggono né per i morti né per quelli che morti non sono.

(12) Né mai c'è stato tempo in cui io non esistessi, né tu (esistessi) né questi signori di uomini, né di poi, in appresso, ci sarà tempo in cui noi tutti non saremo (non esisteremo più, avremo cessato di essere).

(13) L'anima dopo che in questo corpo è stata, (per) la fanciullezza, la gioventù, la vecchiaia, allora appunto realizza l'assunzione di un altro corpo. L'uomo, fermo di spirito, non trae da ciò motivo di smarrimento.

(14) I contatti con le cose materiali, o figlio di Kuntì, fanno sentire caldo e freddo, piacere e dolore; vanno e vengono e sono impermanenti. Apprendi a sopportarli, o Bharata.

(15) L'uomo che questi (contatti) non turbano, o capo di uomini, l'uomo fermo, che rimane lo stesso nel piacere e nel dolore, questo si rende adatto all'immortalità.

(16) Di ciò che non esiste non si dà venire all'essere; di ciò che esiste non c'è cessazione dell'essere. La conseguenza ultima dell'uno e dell'altro punto è stata scorta da quelli che vedono l'essenza della verità.

(17) Sappi dunque che ciò da cui tutto questo (mondo della molteplicità) si è diffuso, è indistruttibile. Di questo immutabile essere non c'è alcuno che possa causare la distruzione.

(18) Questi corpi dell'anima eterna (che vi si diffonde), indistruttibile e incomprensibile, son detti esser tali da avere una fine. Per questo, combatti, o bharata (Arjuna).

(19) Colui che pensa che sia esso ad uccidere e colui che pensa sia esso ad essere ucciso, sono tutti e due in errore, (perché) esso non uccide né è ucciso.

(20) Esso non nasce mai, né mai muore, né, essendo ciò che è venuto ad essere, (di nuovo) cesserà di essere; è non-nato, eterno, permanente, originario; non è ucciso, quando il corpo è ucciso.

(21) Colui che sa che esso (il Sé) è indistruttibile ed eterno, non-generato e immutabile, come può quella persona, o Partha, uccidere o far uccidere qualcuno?

(22) Come un uomo smettendo i vestiti usati, ne prende altri nuovi, così proprio l'anima incarnata, smettendo i corpi logori, viene ad assumerne altri nuovi.

(23) Le armi non fendono il Sé, il fuoco non lo brucia; né lo bagnano le acque, né lo dissecca il vento.

(24) Esso è tale che non lo si può fendere, tale da non poter essere arso, da non poter essere né bagnato né disseccato. Eterno è, onnipervadente, immoto ed immobile; esso è sempre identico a sé.

(25) Esso è detto non-manifesto, impensabile, immutabile. Per tale sapendolo, non deve affliggerti.

(26) Anche se pensi che esso (il sé) nasca eternamente ed eternamente muoia, anche allora, o uomo dal braccio possente, non devi tu trarne motivo d'angoscia.

(27) Dell'uomo che è nato in verità certa è la morte; e certa è la rinascita per quello che è morto. Di conseguenza, da ciò che è inevitabile non devi tu trarre motivo d'angoscia.

(28) Gli esseri non sono manifesti nel principio del loro esistere, sono manifesti nel loro esistere di mezzo e di bel nuovo non manifesti alla fine del loro esistere, o Bharata. Quale (motivo di) pianto può essere, quindi, in ciò?

(29) L'uno guarda ad esso come a qualcosa di meraviglioso; un altro parla di esso come di qualcosa di meraviglioso; un altro ancora ne sente (parlare) come di qualcosa di meraviglioso; ma anche dopo averne udito, non c'è alcuno che l'abbia conosciuto.

(30) L'Anima (il Sé) (che ha preso sede) nel corpo di ciascuno, o Bharata è eterna e non può mai essere uccisa. Perciò non devi tu trarre motivo di ansia per alcuna creatura.
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MessaggioInviato: 02/04/2018, 13:43 
Nessuno mette in dubbio che ci si può salvare da un attacco nucleare, il problema è il -dopo- perché anche chi riesce a salvarsi dovrà fare i conti con un mondo cambiato cioè inquinato dalle radiazioni. Domandatevi a titolo di esempio come mai oggi si può vivere a Hiroshima e Nagasaky e non a Chernobyl nonostante quel disastro sia accaduto nel 1986 cioè oltre 30 anni fa. Ora pensate solo a Russia e America (o Cina) come reagirebbero in termini di armi nucleari se attaccate, ergo il punto non è tanto salvarsi da un attacco nucleare ma sopravvivere dopo.



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MessaggioInviato: 02/04/2018, 13:53 
sottovento ha scritto:
Domandatevi a titolo di esempio come mai oggi si può vivere a Hiroshima e Nagasaky e non a Chernobyl nonostante quel disastro sia accaduto nel 1986 cioè oltre 30 anni fa.

Beh...come spesso accade, la differenza la fa la quantità...
Cita:
1) Quantità. Little Boy aveva circa 64 kg di uranio, Fat Man conteneva circa 6 kg di plutonio, mentre il reattore numero quattro disponeva di circa 160 tonnellate di combustibile nucleare.

2) Efficienza della reazione. Solo un chilo dell’uranio di Little Boy reagì effettivamente. Allo stesso modo, solo un chilo del plutonio di Fat Man andò incontro a fissione nucleare. Viceversa, a Chernobyl, almeno sette tonnellate di materiale radioattivo furono rilasciate nell’atmosfera; in più, a causa della fusione del nocciolo, furono rilasciati radioisotopi volatili, tra cui il 100% dello xeno e kripton contenuto, il 50% dello iodio, e tra il 20 e il 40% del cesio.
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Io resto convinto che salvo casi particolari chi avrà la supremazia in futuro non sarà chi userà meglio le armi atomiche ma chi avrà più risorse energetiche ed economiche, ergo il mondo manterrà i propri equilibri fino a quando ci sarà il petrolio. Sarà quello il vero catalizzatore dello stravolgimento planetario e degli asset economici del pianeta e a quel punto tutti dovranno rimboccarsi le maniche per cercare energie alternative e ciò cambierà radicalmente la nostra mentalità portandoci a ragionare in termini di energie pulite e rinnovabili, quindi anche molto più evolute rispetto all'inquinamento del nucleare.



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MessaggioInviato: 02/04/2018, 14:40 
... e comunque sia, ci sarà "l'Inverno Nucleare" ....!) [8)]



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