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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 09/08/2018, 23:10 
Di cosa ti stupisci Apologist:i sauditi(storica alleata Usa)hanno deliberatamente colpito uno scuolabus ed un mercato ieri....lo hanno definito un target militare legittimo....nomenclatura tipica americana quando si commette una strage.Nessuna novita,come vedi:aggiungo che Trump ha definito Arabia e Turchia esempio di democrazia....bisogna aggiungere altro?


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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 11/08/2018, 12:47 
L'amico, con l'asciugamano in testa, cerca di imitare Kim Yong-un ! [:246]

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Per il Jerusalem Post, che cita un funzionario americano, potrebbe trattarsi di un messaggio agli Stati Uniti. Durante le esercitazioni militari nello Stretto di Hormuz, infatti, l’Iran avrebbe lanciato un missile antinave. Un missile che – secondo l’opinione del funzionario – va letto alla luce del rinnovo delle sanzioni contro Teheran. Secondo quanto riporta Al Masdar, che cita Fox News, si tratterebbe del missile Fateh-110 Mod 3. Il vettore sarebbe stato lanciato da una provincia del sudest dell’Iran e sarebbe volato sullo Stretto prima di atterrare nel deserto.

Per i Pasdaran, le esercitazioni militari della scorsa settimana erano finalizzate ad “affrontare possibili minacce” da parte dei nemici (leggi Usa e Israele, in particolare). Per il generale dell’esercito americano Joseph Votel è la tempistica delle esercitazioni a colpire: “Per noi è abbastanza chiaro che hanno cercato di usare quelle esercitazioni per mandarci un messaggio”. Ovvero: potrete pure colpirci con le sanzioni, ma noi siamo in grado di colpirvi con più forza.

Qualche settimana fa, Teheran aveva minacciato di voler chiudere lo Stretto. Un’ipotesi, questa, che piegherebbe i traffici di mezzo mondo. Come riportava la Us Energy Information Administration, infatti, da qui passa il 35% del commercio via mare di petrolio, ovvero il 20% del traffico totale. Chiudere Hormuz, con tutto ciò che ne consegue, significherebbe una cosa sola: la guerra. E l’Iran non sta seguendo questa via. Almeno per il momento.

Per Votel, dietro le esercitazioni militari organizzate da Teheran ci sarebbe Qasem Soleimani, comandante della Forza Quds: “È un individuo che persevera con queste attività destabilizzanti. Ovunque ci sia un’attività iraniana là c’è Soleimani”.
L’Iran sceglie la via diplomatica (per ora)

Dopo l’archiviazione dell’accordo sul nucleare da parte dell’amministrazione Trump, l’Iran ha cercato sponde in Europa e trovandole. Solamente pochi giorni fa, il ministro degli Esteri tedesco Heiko Maas ha detto: “Consideriamo un errore uscire dall’accordo sul nucleare con l’Iran, nessuno dice che era perfetto ma è certamente meglio rispetto a non aver alcun accordo. Ci batteremo per salvaguardare l’accordo perché è nel nostro interesse in termini di sicurezza che ci siano sicurezza e trasparenza nel Medio Oriente”.

Anche il presidente del Consiglio Giuseppe Conte, che ha dimostrato un’ottima intesa con Washington, ha fatto sapere che “il governo si impegnerà per limitare al massimo l’impatto negativo sulle aziende italiane delle sanzioni americane. Se queste dovessero avere un impatto negativo, come è presumibile, cercheremo di limitarlo al massimo”.

http://www.occhidellaguerra.it/iran-mis ... to-hormuz/



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 11/08/2018, 13:37 
Ufologo 555 ha scritto:
L'amico, con l'asciugamano in testa, cerca di imitare Kim Yong-un ! [:246]

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Esattamente!!! Ma almeno da ciò che penso io il nostro Trump ha in mente una strategia molto chiara: lasciare la Turchia a Putin e prendersi l'Iran. Più passano i giorni più non riesco a togliermi dalla testa che Trump non vede l'ora di liberarsi di Erdogan dalla Nato e nel contempo "bonificare" l'Iran dagli ayatollah, poi magari mi sbaglio di grosso.

Certamente, a prescindere dalla Turchia, se l'Iran la farà fuori dal vaso, riceverà una lezione memorabile e non credo che, come nel caso della Nordcorea, la Russia (o finanche la Cina), decidano di scendere in guerra con gli Usa per difendere gli iraniani.



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 11/08/2018, 13:52 
Da quando quelli con l'asciugamano in testa governano la Persia hanno cercato di far regredire la sua popolazione (quasi occidentalizzata)!



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 11/08/2018, 13:55 
In caso di guerra ci ritroveremo letteralmente invasi da profughi iraniani, in più Erdogan, a causa della bastardata che gli ha fatto Trump, aprirà le porte e ci spedirà i milioni che già stanno nei campi in Turchia.

Ma vedo che voi siete belli entusiasti a sventolare il bandierone a stelle e striscie, non vedete l'ora che comincino i fuochi d'artificio!
Però poi quando cominceranno ad arrivare le carovane... VIETATO LAMENTARSI!!



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 11/08/2018, 15:31 
Ragazzo mio, una volta non "facevano carovane"; nessuno. Come mai?
Poi bisogna vedere se anche Trump ha le SUE ragioni. [:305]



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 11/08/2018, 16:30 
TheApologist ha scritto:
Ma vedo che voi siete belli entusiasti a sventolare il bandierone a stelle e striscie, non vedete l'ora che comincino i fuochi d'artificio! Però poi quando cominceranno ad arrivare le carovane... VIETATO LAMENTARSI!!

Qualora arrivassero a vagonate anche dalla Turchia cercheremo di mettere in atto le stesse strategie messe in atto con la Libia e che stanno funzionando. Ergo, non è detto che se Erdogan apre le porte noi dobbiamo fare altrettanto.

Tengo inoltre a precisare che la mia voleva essere una analisi e non una presa di posizione! Come sai sono contro le guerre specie se inevitabili e spero vivamente che gli iraniani rinuncino al nucleare e altresì non facciano pistolinate nello stretto di Hormuz ma ho la netta impressione che gli ayatollah stiano facendo la stessa di Kim quando tirò la corda finchè poteva, dopo tirò i remi in barca come pare abbia fatto.

Quindi speriamo che i "signori con l'asciugamano" [:297] si ravvedano anche perché non credo che il gioco valga la candela. Purtroppo, e concludo, loro sono animati da un odio viscerale antiamericano e antisionista e ciò li fa evidentemente sragionare.

Per quanto mi concerne spero vivamente che non siano le bombe a mandarli a casa ma il voto popolare sperando che la maggioranza degli iraniani votino un governo laico.



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 11/08/2018, 17:16 
Trump fa la politica estera DI Israele, e PER Israele, non so se è ancora chiaro.
A voi stanno simpatici, peccato che siate italiani, e che le politiche che decide di fare Israele siano positive per loro, di certo non per noi.

Guarda caso la stanno facendo pagare a Russia, Cina, Turchia e Iran, rei di non essere "allineati".
Il fatto è che non siamo nell'800, se tu sanzioni una nazione per un capriccio politico, poi le conseguenze le pagano anche gli altri. Per esempio, le banche spagnole e francesi, in parte anche Unicredit, hanno prestato un sacco di soldi alla Turchia, se quest'ultima va a ramengo, i soldi prestati non li rivedono più.
Queste banche dovranno essere per forza "salvate" dalla UE! Con i NOSTRI soldi!
E se i turchi vanno a gambe all'aria per colpa di Trump avremo 80 milioni di musulmani incazzati alle porte dall'Europa con Erdogan sul cammello con la sciabola in mano!

Inoltre abbiamo perso miliardi per le sanzioni alla Russia, perderemo miliardi per le sanzioni all'Iran... E tutto questo per colpa di un cretino che si crede Napoleone sul cavallo bianco!
I neocon stanno dando di testa... E voi vi preoccupate per "quelli con l'asciugamano"! Che fino a prova contraria a noi non hanno mai dato problemi, a parte la copertura delle statue di nudo in epoca Renzi (pirla lui che le ha coperte)!
Se poi pensate che gli iraniani manderanno i turbanti a quel paese per fare un favore agli USA vi sbagliate, succederà l'esatto contrario: si compatteranno ancora di più a fianco delle frange più conservatrici, come è successo in Russia, dove Putin ha guadagnato consenso, e in Turchia dove dopo il "golpino" Erdogan ha fatto piazza pulita di tutti i rompiballe.

Pensavo che Trump avesse il timone ben saldo, ma ormai è chiaro che la barca la dirigono gli altri, soprattutto il genero e i suoi scagnozzi.
Ma a chi giova?
A noi no di certo, ma se è per quello neanche agli americani (intesi come popolo)...



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MessaggioInviato: 11/08/2018, 19:24 
Apologist,non dire queste cose a Sottovento per favore....La settimana scorsa ha scritto che l'economia turca va a gonfie vele:ricordi Sottovento?Inoltre,di cosa avete paura:dei turchi?Sapete che Trump ha definito Turchia ed Arabia due democrazie ed io mi fido di Trump e degli americani...


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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 11/08/2018, 19:28 
Mi sa che gli Usa stanno scaricando il turco...
Dopo che ha criticato Israele definendolo Stato criminale e razzista.

Non sia mai...



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 13/08/2018, 16:16 
Cita:
America pronta alla guerra alla Russia. Ma quale delle due?

https://www.maurizioblondet.it/america- ... delle-due/



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 13/08/2018, 16:19 
lox1 ha scritto:
Apologist,non dire queste cose a Sottovento per favore....La settimana scorsa ha scritto che l'economia turca va a gonfie vele:ricordi Sottovento?Inoltre,di cosa avete paura:dei turchi?Sapete che Trump ha definito Turchia ed Arabia due democrazie ed io mi fido di Trump e degli americani...

1) La settimana scorsa non c'era stato il crollo della Lira turca. 2) Quando ho scritto che l'economia turca va bene intendevo dire paragonata ad altri paesi mediorientali. Anche noi quando avevamo la Lira abbiamo subito attacchi speculativi ma la nostra economia andava bene e non ne risentì in modo eccessivo.

Ps: paura dei turchi? personalmente no, basta che non la Turchia non entra nella Ue!



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 13/08/2018, 22:17 
Cita:

Armi atomiche e reclutamento di stranieri: la Germania si prepara alla guerra?

Germania: c’è chi vorrebbe sviluppare armi atomiche tedesche – di Pietro Vinci

La Nato, forse, non garantisce più quella sensazione di protezione, ossia controllo assoluto, che ha imperniato la storia politica d’Europa per la quasi totalità degli anni successivi alla Seconda guerra mondiale.

Probabilmente la favoletta della buonanotte su “L’Europa unita che ci ha donato la pace per anni e anni”, sanno bene ai piani alti del potere tedesco essere un’idiozia, perciò in Germania c’è chi pensa di sviluppare un arsenale di armi atomiche in proprio.

Christian Hacke, esperto di scienze politiche e già professore all’Università delle Forze armate federali di Amburgo e all’Università di Bonn, non ha dubbi e esprime la sua proposta sul settimanale tedesco Welt am Sonntag:

le incertezze e la posizione trumpiana circa la Nato mettono a rischio la difesa dell’Europa e la politica di difesa, pertanto un’atomica germanica sarebbe la soluzione ovvia e immediata per garantirsi la sicurezza.

Hacke sintetizza così il suo pensiero: “Dal 1949 per la prima volta, la Germania (che continua a chiamare col nome “ufficiale” di Repubblica federale di Germania, che puzza incommensurabilmente di Guerra fredda se accostata a missili e atomiche) non è più sotto l’ombrello nucleare degli Stati Uniti”.

Negli anni ’60 il presidente della Germania occidentale Konrad Adenauer, che è nel Pantheon ideale dei falsi “santi” dell’Europa, ritenendo non sufficiente la protezione statunitense per i tedeschi pensò a un partenariato con la Francia: il suo progetto bellicoso, sicuramente non rassicurante nel Mondo diviso in blocchi in una nazione a sua volta divisa, andò al macero con il suo ritiro e nel 1968 – guarda un po’ la combinazione – la Germania dell’ovest ratificò il Trattato di non proliferazione atomica.
Armi atomiche, possibile escalation?

Tutto fu poi ulteriormente sottoscritto nel 1990 a Mosca: si siglò il Trattato sullo stato finale della Germania; riunificando le due porzioni del territorio tedesco, si mise nero su bianco anche il rifiuto degli armamenti atomici.

Ricordiamo nuovamente il motto propagandistico “L’Unione Europea ci ha donato la pace”, perché a dimostrare quanto ciò sia falso ci ha pensato l’ex ambasciatore tedesco negli USA Wolfgang Ischinger:

“Se la Germania dovesse rinunciare al suo status di potenza non nucleare, cosa impedirebbe alla Turchia o alla Polonia, ad esempio, di seguire il suo esempio?”.

Si respira così tanta aria pacifica che c’è chi teme una corsa agli armamenti, nei fatti già in corso a causa della campagna militarista e aggressiva contro la Federazione russa.

In ogni caso lo stato dell’esercito tedesco rasenta il tragico: aerei in pessimo stato, una campagna di terrore su chi veste un’uniforme militare legata al passato della Germania e una cronica mancanza di volontari nell’esercito.

Per questo problema, lo ha citato il quotidiano americano Politico, si è valutata – udite udite – l’idea di reclutare stranieri.
La reazione di Washington

Il suono di queste voci dalla Germania, di voler iniziare a dotarsi indipendentemente di armi nucleari, avrà avuto a Washington una eco colossale: James Joy Townsend, il responsabile primario per la difesa Nato in Europa negli anni ’90 (ne permise anche l’allargamento) e esponente di spicco del think-tank americano Centro per la nuova sicurezza americana (CNAS; da qui Obama, durante il suo mandato, ha scelto numerosi esponenti), su Business Insider ecco cosa dice:

“Non è qualcosa che cambierà e ai tedeschi non capiterà di pensare immediatamente di voler sviluppare armi atomiche. Non succederà”.

Townsend ha aggiunto che la decisione del governo tedesco di abbandonare per gradi l’energia nucleare, mina alle fondamenta questa possibilità di riarmo.

L’Europa, con lo strapotere tedesco, l’isteria anti-russa e l’impossibilità di ricevere dagli USA con Trump alla guida lo stesso trattamento ricevuto in passato, sembra agitarsi in preda alle convulsioni:

in questo clima di provocazioni politiche ed economiche contro la Russia e nel bel mezzo di un’atroce crisi sociale ed economica della UE, non potevano mancarci le armi atomiche “fieramente” prodotte in Germania.



https://www.informarexresistere.fr/armi ... -germania/


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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 19/08/2018, 08:35 
[:291] [:296]

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Mentre si attende per il 23 agosto l' entrata in vigore dei nuovi dazi doganali statunitensi per arginare i prodotti cinesi, la minaccia del dragone si conferma crescente anche sotto il profilo militare. Il Dipartimento della Difesa, ossia il Pentagono, ha presentato ieri al Congresso di Washington un rapporto secondo cui la Cina è ormai in grado di colpire a grande distanza le basi americane nel Pacifico, oltre ai Paesi alleati. Entro 10 anni, inoltre, i cinesi avranno la piena efficienza in quella che strategicamente si dice «la triade nucleare», ossia la capacità di lanciare testate atomiche sia da rampe di terra, sia da unità navali, sia da aerei in volo.

L' allarme arriva poco dopo che il presidente Donald Trump ha firmato il nuovo bilancio della Difesa USA per il 2019, che supererà 716 miliardi di dollari, contro i 700 del 2018. Dice il rapporto curato dai generali del segretario alla Difesa James Mattis: «La Cina sta sviluppando capacità d' attacco per ingaggiare bersagli il più lontano possibile. Negli ultimi tre anni l' aviazione cinese ha esteso rapidamente le sue zone per le operazioni oltremare dei bombardieri, guadagnando esperienza in regioni marittime critiche e addestrandosi per attacchi contro obbiettivi americani e alleati».

Gli americani si riferiscono ai sempre più lunghi voli con cui si impratichiscono gli equipaggi dei grossi bombardieri Xian H-6K, che spesso superano la cintura delle isole giapponesi Ryukyu e le Filippine, effettuando anche prove di atterraggio e decollo dalle nuove piste sugli isolotti dell' arcipelago delle Spratly, nel Mar Cinese Meridionale.

Per approfondire leggi anche: Usa, Cina e Russia: il mondo si arma, c'è aria di Terza guerra mondiale

L'armamento

- I piloti cinesi, insomma, si allenano giorno per giorno, usando un aereo non all' avanguardia, ma ancora buono. L' H-6K è una versione riprogettata di un vecchio aereo sovietico, il Tupolev Tu-16. I cinesi lo hanno ammodernato.
L' armamento dell' H-6K, ora costituito da missili, è stato spostato sotto le ali, mentre l' elettronica di bordo è stata aggiornata. Il bombardiere cinese, spinto da due turbogetti, ha velocità massima di 1.000 km/h ed è stato portato da 4.800 a ben 7.000 km di autonomia, il che significa 3.500 km di raggio d' azione, contando il ritorno alla base. Ogni bombardiere porta fino a 6 missili da crociera, di vari tipi, con gittata da 800 a 2.000 km e testata anche nucleare.

Gli obiettivi

- Tali aerei, decollando dalle isole Spratly minaccerebbero il traffico navale negli stretti della Malacca e di Lombok, specie le petroliere, oltre che basi americane come Guam. Il rapporto inoltre afferma che «la competizione strategica a lungo termine con la Cina è una delle principali sfide militari degli Usa. Caccia non intercettabili, a lungo raggio con capacità nucleare potranno essere operativi entro i prossimi 10 anni».

Si tratta del Chengdu J-20, più grosso dell' F-35 americano, con un maggior raggio d' azione e capace di portare missili da attacco contro obbiettivi terrestri o navali. Il Pentagono ricorda anche che la Cina sta rafforzando la sua fanteria da sbarco, e che a fine 2018 o inizio 2019, dovrebbe entrare in servizio la sua seconda portaerei, in completamento nei cantieri di Dalian.
Non ancora battezzata, la nuova unità da 70.000 tonnellate è lunga 300 metri e potrà portare sul ponte di volo 32 caccia Shenyang J-15. Si aggiungerà alla Liaoning, per ora l' unica portaerei cinese operativa, nella lotta per la supremazia nei mari asiatici.

https://www.liberoquotidiano.it/news/es ... diale.html



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 23/08/2018, 15:39 
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El Salvador rompe con Taiwan e riconosce che esiste una sola Cina, quella di Pechino. Fino a qui una notizia che potrebbe apparire tutto sommato secondario. Ma se definita all’interno delle difficili relazioni fra Cina e Stati Uniti, l’evento assume un significato totalmente diverso. Perché rappresenta un ulteriore tassello all’interno del mosaico di Pechino per inserirsi nel “cortile di casa” di Washington,. e cioè l’America centrale e meridionale.

Gli Stati Uniti sono preoccupati. La rottura dei rapporti fra El Salvador e Taiwan arriva infatti nel momento più delicato della sfida economica e politica con il gigante cinese. I dazi di Donald Trump sono solo uno dei grandi temi su cui si scontrano le due superpotenze. E la sfida diventa anche strategica, per strappare (o mantenere) il controllo su determinati Stati.

La preoccupazione americana è racchiusa nelle recenti dichiarazioni dell’ambasciatrice Usa presso lo Stato centroamericano, Jean Manes, che su Twitter ha più volte denunciato il rischio di queste nuove relazioni fra El Salvador e la Cina. Una preoccupazione che dimostra come Washington consideri assolutamente prioritario che Pechino e Americano restino distanti, allontanando ogni possibile tentativo di penetrazione cinese nell’area.

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Parole non troppo diverse da quelle pronunciate da uno dei portavoce del Dipartimento di Stato americano, dopo la decisione del governo centroamericano di riconoscere la Cina. “Sebbene riconosciamo il diritto sovrano di ogni Paese a determinare le sue relazioni diplomatiche, siamo profondamente delusi da questa decisione“. “Stiamo rivedendo i nostri rapporti con El Salvador in seguito a questa decisione”.
Il nodo del porto di La Union

Come riporta il South China Morning Post, già il mese scorso l’ambasciatrice Manes aveva avvertito delle intenzioni della Cina di trasformare il porto commerciale di La Union, nella parte orientale del Salvador in una “base militare”. Una possibilità più volte negata dallo stesso governo centroamericano, che ha anzi confermato il fatto che quel porto non abbia alcuna destinazione bellica.

Il porto de La Union è uno dei grandi nodi infrastrutturali del piccolo Paese americano. Costato circa 200 milioni di dollari, il porto continua a essere offerto dal governo salvadoregno ma senza trovare compagnie disposte a pagare per il suo affitto, come avviene in molte aree portuali del mondo. Per anni, le aste sono andate deserte e il Paese, non certo economicamente florido, vede le possibilità di guadagno ridursi drasticamente.

Il porto è rimasto in gran parte deserto da quando è stato completato nel 2008, e in larga misura è dovuto alla mancanza di traffico marittimo, che ha reso difficile trovare investitori. Il problema è che l’economia dello Stato si fonda sull’export di caffè, zucchero, tessuti e abbigliamento e dall’assemblaggio di beni intermedi. E con un terzo della popolazione sotto la soglia di povertà, avere un’area portuale completamente non sfruttata è un handicap molto grave che va risolto al più presto.

Nelson Vanegas, presidente della Commissione portuale, ha dichiarato a luglio che c’erano almeno tre compagnie interessate a gestire il porto. Una di queste era cinese. E il fatto che questa notizia sia giunta proprio in concomitanza con la rottura tra il Paese e Taiwan, ha fatto sì che si alimentassero i sospetti sui desideri di Pechino.
La proposta cinese a El Salvador

Il ministro dell’Economia del Salvador, Luz Estrella Rodriguez, ha confermato l’interesse cinese nel porto, aggiungendo anche che l’interesse è rivolto a tutta la rete infrastrutturale del Paese. La cinese Citic Group, in particolare, è pronta a investire non solo nel porto, ma anche nell’aeroporto internazionale e nella rete ferroviaria.

I deputati filo-americani e gli Stati Uniti stessi temono però che l’interesse nel porto non sia soltanto a livello economico, ma anche militare. Secondo Washington, Xi Jinping è alla ricerca di basi militari anche in America, e sfrutta l’acquisizione dei porti in chiave commerciale per tramutare i legami economici in strategici. Una possibilità che però non sembra, nell’immediato, possibile. Difficile che Pechino si inserisce a livello militare in una regione già ricolma di basi statunitensi.

Come spiegato da Collin Koh, esperto della S Rajaratnam School of International Studies di Singapore, sarebbe inverosimile dire che Pechino consideri i porti come “potenziali basi”. “Costruire una base in questa regione può correre il rischio di provocare una risposta americana più forte, anche se possiamo ancora nutrire l’idea dell’accesso occasionale alle strutture portuali da parte della Marina dell’esercito popolare di liberazione”.

Ecco, più possibile che questi porti vengano comunque predisposti, all’occorrenza, come in grado di gestire l’arrivo di imbarcazioni militari o che siano l’inizio di visite ufficiali di navi della flotta cinese a El Salvador. Ma già questa possibilità, per gli Stati Uniti, è non è affatto un problema secondario. La penetrazione di Pechino in America centrale e meridionale è un fatto ormai evidente, come scrivemmo su questa testata a seguito della notizia della base radar cinese in Argentina. E l’impressione è che la Cina abbia le capacità, soprattutto economiche e finanziarie, per strappare lentamente questa regione dal controllo di Washington

http://www.occhidellaguerra.it/cina-el-salvador/



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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