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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 09/07/2015, 22:46 
zakmck ha scritto:
Questa la notizia ufficiale:

Arrivato in Bolivia Papa Francesco ha incontrato il presidente Evo Morales che in due momenti diversi lo ha omaggiato con alcuni regali particolari, tra cui un Crocifisso scolpito che incorpora la falce e il martello. Una piccola scultura che ha "origine" in un simbolo, forse un disegno, di padre Luis Espinal, il gesuita assassinato dai paramilitari nel 1980 cui ieri il Papa ha reso onore subito dopo essere arrivato in Bolivia. Padre Federico Lombardi ha spiegato che il Papa non era a conoscenza che l'oggetto si richiamasse a padre Espinal. "Non so cosa padre Espinal volesse esprimere, né se pensasse, cosa comunque plausibile, a una immagine di incontro tra culture".

Fonte


Beh...c'è da dire che una volpe come il portavoce del Papa (che è un gesuita anche lui!) ci metterebbe ben poco a mettere insieme una storiella per dare una spiegazione plausibile a un "dono" cosi assurdo...non dico che lo abbia fatto però sarebbe possibile... [:246]



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 10/07/2015, 00:33 
OT premetto che ai miei occhi falce e martello fa orrore quanto la swastika nazista. Ma bisogna considerare cosa il comunismo ha rappresentato come sogno di riscatto per le popolazioni diseredate e sfruttate del Sud America. C'è tutta una cultura socialista lì che ha lottato e ancora lotta in modo impari e spesso perdendo contro poteri implacabili e spietati. Insomma odio il Comunismo sovietico o nord coreano con tutto me stesso ma ho amato Che Guevara. Il dono lo capisco preso nel suo contesto culturale. Fine OT



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 10/07/2015, 12:43 
Bah, penso anch'io ... [:305]



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 10/07/2015, 19:24 
Comunque ........




Gli scenari geopolitici
Grecia, i pericoli per la Nato con una Grexit: dalla crisi nei Balcani alla sicurezza nel Mediterraneo

Immagine

Il pericolo più temuto dagli analisti internazionali su una possibile Grexit, cioè un'uscita della Grecia dall'euro e dall'Unione europea, non è tanto il terremoto economico che minerebbe la timida ripresa delle economie continentali, quanto quello geopolitico. Su quel che deciderà di fare Atene ci sono gli occhi puntati di Stati Uniti e Russia, come un revival da Guerra fredda che si gioca stavolta sugli equilibri precarissimi della polveriera mediterranea. Riporta il Messaggero che non è tanto il risicato Pil greco a interessare le potenze internazionali - parliamo del 2% dell'Ue - quel che fa gola per il controllo degli equilibri regionali è la sua posizione geopolitica delicata tra Balcani e Turchia.

Tra due fuochi - Solo in apparenza l'atteggiamento di Barack Obama è stato distaccato nei confronti della crisi greca. Sopratutto negli ultimi giorni, gli Stati uniti sono intervenuti sempre più spesso per dire la propria e invitare l'Ue a ritrovare un accordo con Alexis Tsipras. Dall'altra parte ci sono pezzi importanti di Syriza a sentirsi più vicini a Vladimir Putin. Non è solo una sintonia tra comunisti ed ex sovietici che lega Mosca e Atene. Di mezzo c'è anche la tradizione della Chiesa cristiano-ortodossa che proprio sui magmatici scenari dei Balcani ha da sempre giocato un ruolo importante e potrebbe farlo anche nell'immediato futuro.

Balcani - Una questione quasi del tutto assente dalle pagine dei giornali italiani riguarda l'irrisolto nome che in campo internazionale deve essere riconosciuto alla Macedonia. Formalmente il Paese di Skopje si chiama Fyrom, proprio per non urtare la suscettibilità dei greci che ritengono l'unica Macedonia la propria. E poi c'è quel progetto della Grande Albania mai accantonato dall'etnia prevalente della regione che sogna un'unica realtà dal Kosovo a Skopje. Una Grecia fuori dall'Ue potrebbe riaprire situazioni turbolente, finora tenute a bollire a fuoco lento.

Cipro - Non meno importante è la situazione sull'isola di Cipro. Una crisi già aggravata dal mancato appoggio di Atene all'accordo tra le due Cipro, in contrapposizione ai ciprioti filoturchi. Nella Nato poi il clima si è fatto più teso da quando il presidente turco Erdogan ha abbracciato posizioni più islamiste. La Grecia funzionava da contrappeso nella regione, ma ora secondo Stefano Silvestri, consigliere scientifico dell'Istituto affari internazionali, con una Grecia fuori dall'Ue: "vi sarebbe un oggettivo indebolimento della Nato nel Mediterraneo orientale, in un momento di confronto politico piuttosto dura con la Russia sulla questione ucraina".

Gli effetti - La Grecia difficilmente deciderà di uscire dalla Nato, ma di sicuro secondo gli esperti potrebbe rinegoziare la sua posizione nell'Alleanza atlantica. E non mancherebbero argomenti per minacciare gli alleati. A cominciare dal controllo sui traffici marittimi di immigrati clandestini e merci, che i greci potrebbero decidere di svolgere in modo più superficiale, con immediato riflesso negativo sul controllo dei flussi migratori e sulla sicurezza dell'intero Mediterraneo.


http://www.liberoquotidiano.it/news/est ... er-la.html



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 12/07/2015, 13:56 
E dopo l' Ucraina, il prossimo golpe americano sarà in Georgia...:

http://journal-neo.org/2015/03/04/victoria-nuland-s-secret-coup-d-etat-in-georgia/

Victoria Nuland’s “Secret” Coup d’etat in Georgia

Former Georgian president Mikheil Saakashvili has been saying for six months that he will be back in six months! No elections are due to be held and he can’t run for president again. Now, unfortunately, we might know what he meant.

On February 17 Victoria Nuland, a US Assistant Secretary of State, visited Tbilisi. She is best known for being an outspoken supporter of the coup d’etat in Kiev a year ago, which led to the violent overthrow of then-president Viktor Yanukovich and the ongoing fighting over this now nearly failed state. She appeared in Tbilisi at the same time Saakashvili officially became an “advisor” to Ukraine’s new incumbent, Petro Poroshenko.

Nuland’s notoriety as a field-tested battleaxe precedes her. Both she and her husband, Robert Kagan, are products of the Bush-Cheney neo-con regime and are closely linked with its “1984” mindset of conducting continuous war, which was the basis of the defence strategy outlined by the Cheney Defense Department in the waning days of the Bush Administration, the now-notorious “Project for a New American Century”.

Nuland and Kagan both subscribe to the old doctrine of “manifest destiny” which this document was based on. According to this, America must remain the undisputed leader of the world, because that is the reason for America’s existence. As a diplomat she has been employed to serve America’s interests, but, like many official US representatives, she has taken the view that the US interest is the only one, there is no such thing as a general or even broader interest, as her famous “**** the EU” remark last year testifies.

In late February Germany’s Der Spiegel described her as “America’s Riot Diplomat”— a sobriquet which can mean both that Nuland acts disruptively, and that she creates actual riots (as on the Maidan in Ukraine). Its “Politics” column stated that Nuland poses a threat to America’s allies (including Georgia and Azerbaijan, the countries she has just visited), and that while her current remit is to solve the crisis of Ukraine and its relations with Russia, “In the crisis, Nuland herself has become the problem.”

So why was such a person visiting Georgia and Azerbaijan at the same time former US favourite Saakashvili was taking up a new appointment in Ukraine to prevent him being extradited to face criminal charges in Georgia? As always, there is no coincidence about these things occurring at the same time.

Too many connections

Victoria Nuland is well aware of both Georgian and Ukrainian history, and knows the players or “patsies” now engaged in them. Indeed, she was in Kiev during the Orange Revolution when she was US Ambassador to NATO, banging the drum for regime change. Georgia had already had a similar US-inspired regime change, led by Saakashvili. Now another violent regime change has occurred, but has not gone to plan, Saakashvili is being brought in to advise these new “patsies”.

Nuland’s position on Ukraine is clear. Der Spiegel described a closed-door meeting she held at the Munich Security Conference a week before, involving “perhaps two dozen U.S. diplomats and Senators.” She told them to “fight against the Europeans” on the issue of arming Ukraine to fight Russia, referred to the meeting between the leaders of Germany, France and Russia as“Merkel’s Moscow junk,” and “Moscow bullshit,” and welcomed a Senator calling German Defence Minister Ursula von der Leyen the “Defeatism Minister.”

Nuland doesn’t want an agreement between the warring parties in Ukraine, or to prevent further loss of life. The more Ukraine is in crisis, the more the US, or rather she as its representative, can do what it likes in the name of “regulating” that crisis. That, apparently, includes rehabilitating Saakashvili by making him an “adviser”, and therefore a statesman, rather than the wanted criminal he is in the country he was president of.

It is hardly surprising therefore that this open support for a man forced out of Georgia for his many crimes aroused considerable disquiet in Tbilisi during her visit. When pressed about the alleged crimes of the former president she would only answer that Ukraine was in need of expertise and was seeking advice from those who have a proven track record in such situations. It was exactly that track record which got him kicked out of Tbilisi, so such a statement cannot be considered friendly.

The U.S. Department of State claimed her visit was dedicated to discussing “cooperation and regional issues” and “Georgia’s path toward European integration and Georgia’s efforts to defend its territorial integrity and sovereignty.” In English, this means ensuring that Georgia cooperates with the US on Ukraine by threatening it with being barred from entering the EU and losing Abkhazia and South Ossetia forever if it doesn’t. Open support for Saakashvili is all part of the same threat.

Devil in the detail

After visiting Tbilisi Nuland travelled to Baku, to “strengthen bilateral relations in trade and investment, energy diversification, security and counter-terrorism and democracy and civil society, and advancing a just and lasting settlement of the Nagorno-Karabakh conflict.” Note the similarity of language. The US will help Azerbaijan, and ignore its own misdemeanours, if it supports it over Ukraine. If not, it will sign Karabakh over to Armenia, without consulting Azerbaijan.

It was reported that Nuland held meetings with the NGOs allowed to operate in both countries. The vast majority of these are funded by the Soros Foundation and the National Endowment for Democracy, NED, which have long been CIA fronts for toppling regimes which fail to toe-the American-foreign-policy-line. See where they operate, and where the funds go, and an undeniable picture emerges.

While this was going on Saakashvili was holding meetings with his supporters via a big screen link at his Presidential Library in Tbilisi, the only such institution in Georgia. A number of youth orientated NGOs regularly attend these meetings, including the Innovations and Development Foundation, The Movement for Independence and European Integration, Free Zone and the newly created Azat Zone (a Georgian-Azerbaijani venture) and the League of Young Diplomats,. These are all standard bearers for keystone Saakashvili policies.

Unfortunately, there are a number of governments around the world who would wish to benefit from Saakashvili’s experience of running criminal networks which robbed, terrorised, tortured and murdered Georgians for so long. However Saakashvili and several prominent members of his regime are being protected by the latest US project, and walking into jobs in its government, despite not being Ukrainian or elected.

It is also interesting that the US is saying that the present Georgian government is deviating from the country’s Pro-Western course by trying to prosecute the Saakashvili gang. This is exactly what the protestors in Ukraine were alleged to be complaining about, when they were doing nothing of the sort. The implication is that Saakashvili, rather than the new government, represents the aspirations of the people. So what, are we left to imply, should be done by a caring global policeman?

Too many rumours

All the ducks are in a row for another attempt at “pro-Western” regime change by “popular uprising”, like the failed Orange Revolution and the faltering Chocolate War. All Saakashvili’s many attempts to hold demonstrations in his favour since he left office have shown the Georgian people do not want him. But if the present Georgian government will not do what America wants in Ukraine, that is what it is going to get.

Indeed, there have been persistent rumours in Georgia over the last few weeks that some regime change may be in the works. These have been openly reported in the Georgian media, as if trying to prepare the public for what others say is good for them. Another of the usual telltale signs, the sudden increase in the number of overseas military advisors entering the country, has been observed by sources at the Tbilisi airport.

The former Georgian government people now in Ukraine have strong connections with the National Endowment for Democracy and Soros Foundation-funded NGOs. These are the people Nuland met and briefed in Georgia and Azerbaijan. She could have met other people, like the electors or independent media, but she was interested in these individuals and their network. As the State Department unwittingly acknowledged, she wasn’t there to hear but to tell.

Jeffrey Silverman, Veterans Today Bureau Chief in Tbilisi, recently said the following in an interview in a Georgian language newspaper, Georgian and the World:

“A representative of a foreign intelligence service, who also represents a NATO country, at least I suspect so, suggested that Vakhtang Maisaia, one of Saakashvili’s former political prisoners and a high profile human rights defender, should disappear for a while, as he had information that he was on some sort of hit list, and was among those to be killed as part of a plot to overthrow the current government.

“Based on ‘strong rumors’ going around which, based on previous experience, are very credible, some diehard members of the former ruling United National Movement and high ranking members of the current government have been plotting together to stage a coup d’etat. There will be some “nice ceremonies and private parties” for a selection of participants, and as my contact sees it, Vakhtang Maisaia will be one of the guests to be terminated.

“My source added, ‘I am sorry for being so enigmatic, but this is something scalding and it’s easy to get burnt with it. I wish you the best of luck and I kindly ask you not to mention the topic via email anymore. If you find documents but need clarifications, download software called Jitsi from a clean computer and let’s have a chat through it.

“The world has gone nuts, there is an investigation going on within Georgia. I am sure you know what I am talking about, but plz do not add anything via email – it is encrypted, but not bulletproof. If you find the right door to knock on in Tbilisi, I think you will get all the evidence you need. Whether that information can be published or not depends on the politicians in power and how fearless is the Georgian press,” he concluded.

This is what the Guardian democracy does when its friends elect their own government. Time will tell whether that government caves in, or whether a popular uprising by 20 Georgians and 50 diplomats installs one which will.


Henry Kamens, columnist, expert on Central Asia and Caucasus, exclusively for the online magazine “New Eastern Outlook”.



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Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 13/07/2015, 01:40 
Cita:
Xi Jinping informa Putin: siamo in “Stato di Guerra” con Obama

Immagine

Il Ministero degli Esteri (MoFA) riporta oggi che la Federazione è stata informata dal Consiglio di Stato della Repubblica Popolare della Cina (PRC) dello stato “di Guerra” de facto esistente tra la nazione asiatica e gli Stati Uniti d’America.

Secondo questo rapporto, a seguito di “disposizioni e protocolli” dell’Accordo russo-cinese sulla cyber-sicurezza dell’8 maggio 2015, che dichiara che un firmatario del patto che prevede le ostilità deve informare immediatamente la controparte in modo che provveda “ai preparativi di guerra” necessari per proteggere le infrastrutture critiche, quindi la PRC ha informato la Federazione che “ora esistono tali condizioni”.

A portare a tale grave avvertimento della Repubblica popolare cinese, spiega la relazione, è stata la perdita catastrofica di oltre 3700 miliardi di dollari sui mercati azionari cinesi in due settimane, che hanno visto un crollo di oltre il 30% e portato il panico tra investitori finanziari e semplici cittadini. Sulle cause di tale devastante crollo, continua la relazione, gli esperti della RPC hanno dichiarato che “malvagie” forze di mercato erano vicine a rovinare l’economia cinese, sospettando “predatori” di investimenti occidentali in agguato dietro a disordini, citando anche il gigante bancario degli Stati Uniti Morgan Stanley.

Inoltre, questa relazione rileva che cinque importanti professori universitari della Cina hanno ampiamente diffuso una lettera pubblica, il 2 luglio, sulle sinistre forze di mercato che sfruttano le debolezze del sistema finanziario cinese per profitto, paragonando la situazione in cui il “burattinaio” del presidente Obama, il finanziere George Soros, e altri, scommisero contro le valute asiatiche orientali durante la crisi finanziaria asiatica del 1997-1998.

Ciò che ha precipitato tale devastante attacco finanziario alla PRC da parte del regime Obama, secondo gli esperti del MOFA per la presente relazione, fu specificato il mese scorso dal Washington Post News Service che diceva: “Gli hacker che lavorano per lo Stato cinese hanno violato il sistema informatico della direzione del personale a dicembre, hanno detto funzionari statunitensi (il 4 giugno), e l’agenzia informava circa 4 milioni di attuali ed ex dipendenti federali che i loro dati personali erano compromessi.

L’hackeraggio è stato la più grande violazione dei dati dei dipendenti federali negli ultimi anni. La seconda grande intrusione nella stessa agenzia da parte della Cina in meno di un anno, e la seconda significativa violazione estera delle reti governative statunitensi negli ultimi mesi“. Sulla saggezza del regime Obama di attaccare i mercati finanziari della RPC in rappresaglia per il presunto hackeraggio dei server del governo degli Stati Uniti, la relazione continua, sembra essere “infantile” ed “affrettata” avendo la Cina una partecipazione di oltre 4000 miliardi di dollari in riserve estere, in confronto ai 121 miliardi di dollari degli Stati Uniti… mentre i cittadini cinesi hanno un sconcertante risparmio di 21000 miliardi di dollari rispetto ai soli 614 miliardi di dollari delle controparti statunitensi… molto più con cui preparare una risposta.

Rendendo la situazione ancora più pericolosa, gli esperti del MoFA in questo rapporto avvertono che come ulteriore risposta agli attacchi del regime Obama, due alti ufficiali cinesi hanno invitato l’Esercito di Liberazione del Popolo a rafforzare la propria capacità navale e la prontezza al combattimento davanti a maggiori rischi di “una guerra alle porte”.

In un articolo di 5000 parole pubblicato sul Quotidiano del Popolo, giornale di punta del Partito comunista, il Generale Cai Yingting, comandante della regione militare di Nanjing, e il suo commissario politico Generale Zheng Weiping, avvertivano che l’EPL doveva apprendere le lezioni della guerra con il Giappone, conclusa 70 anni fa.

I generali cinesi inoltre dichiaravano: “Ci sono profonde dispute territoriali alla periferia del nostro Paese, competizione geopolitica tra grandi potenze e attriti etnico-religiosi. Le tensioni nei circostanti punti caldi aumentano, e il rischio di caos e guerra alle nostre porte è aumentato. Dovremmo essere più vigili… e prepararci mentalmente al combattimento“.

Su come il regime di Obama “risponde/prepara” la guerra con la Cina, tuttavia questa relazione nota che la Terza Guerra Mondiale è la prima notizia calda al Pentagono mentre il Wall Street Journal ha appena recensito “The Ghost Fleet” di Peter Singer e August Cole. Singer, “preminente futurologo degli Stati Uniti” ora è “nelle sale del Pentagono a presentare un sinistro avvertimento ai capi militari statunitensi: la terza guerra mondiale con la Cina è imminente“. In realtà, Singer avvertiva anche che i nuovi avanzati jet da combattimento F-35 possono essere “spazzati via dai cieli avendo microchip di fabbricazione cinese, che gli hacker cinesi possono facilmente infiltrarsi nei servizi d’intelligence militari… e l’esercito cinese un giorno potrebbe occupare le Hawaii “. Speculazione? No, Dion Nissenbaum del Wall Street Journal ha ricordato ai lettori che gli hacker cinesi hanno già preso i “computer della Casa Bianca, i piani dell’industria della difesa e milioni di file segreti governativi degli Stati Uniti“.

Inoltre è importante notare, la relazione continua, che la Cina ha superato gli Stati Uniti quale prima economia del mondo e come, forse meglio ne scrive Vanity Fair News Service: “Quando la storia del 2014 sarà scritta, si dovrà notare che grandi fatti hanno ricevuto poca attenzione: il 2014 è stato l’ultimo anno in cui gli Stati Uniti potevano pretendersi la più grande potenza economica del mondo. La Cina entra nel 2015 al vertice, dove probabilmente rimarrà per molto tempo se non per sempre. Così ritorna nella posizione che ha avuto per la maggior parte della storia umana“.

E su chi vincerà una guerra tra Repubblica popolare cinese e Stati Uniti, questa relazione conclude che Market Watch News Service nell’articolo intitolato “Fuochi del 4 luglio: la terza guerra mondiale con la Cina si avvicina“, riassume meglio scrivendo: “Quando la Rand pubblicò un rapporto nel 2000 descrivendo il potenziale esito di un conflitto sino-statunitense su Taiwan, gli Stati Uniti vincevano facilmente. Nove anni dopo, il think tank nonpartisan rivide l’analisi, assegnando a Pechino l’aggiornamento della forza aerea, l’attenzione sulla guerra cibernetica e la capacità di usare missili balistici per eliminare i satelliti statunitensi. La conclusione della Rand nel 2009 fu: “Gli Stati Uniti finirebbero per perdere la guerra aerea, e il conflitto generale sarebbe più duro e costoso di quanto molti avevano immaginato“.

Corrado B., un lettore del portale aurorasito.wordpress.com ha scritto:

Presumo che gli USA attueranno il piano di guerra contro la Cina come è stato discusso e pianificato nella “City of London" - se non riuscite ad aprire il filmato, visitate questo sito:


http://www.ecplanet.com/node/4701


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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 13/07/2015, 10:01 
Comunque, ragazzi, siamo sempre nel campo delle supposizioni, delle dichiarazioni personali, etc ... Ricordate chequando scoppia una guerra non lo sa MAI nessuno (altrimenti sarebbe persa fin dall'inizio). Le dichiarazioni, più o meno personali, sono come quelle che facciamo qui da noi, tra di noi ... Chiacchiere.



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 13/07/2015, 10:38 
Mi sembra riduttivo parlare di chiacchiere...

Saranno pure "chiacchiere" come dici tu, ma intanto va constatato che molte delle "chiacchiere" che si son fatte qui e che solo alcuni anni fa venivano derise e ritenute dai più alla stregua di deliranti follie (vedi la questione Euro ed Europa) si sono poi rivelate esatte.



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 13/07/2015, 10:57 
Certo; anche le chiacchiere sui "Dischi Volanti" (ma quelli li aspettiamo ancora ...); non tutto si avvera. Diciamo che a volte ci s'indovina .. [;)]



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 13/07/2015, 11:06 
Ufologo 555 ha scritto:
Certo; anche le chiacchiere sui "Dischi Volanti" (ma quelli li aspettiamo ancora ...); non tutto si avvera. Diciamo che a volte ci s'indovina .. [;)]


Ci si indovina se si spara nel mucchio. Fortunatamente mi sembra che molte delle discussioni che portiamo avanti qui siano fatte su analisi e indagini portate avanti in modo serio e analitico.

Quindi ribadiso che il definire questo sforzo di ricerca al rango di "chiacchiere" mi sembra oltremodo riduttivo.



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MessaggioInviato: 13/07/2015, 11:24 
Bèh, saremmo dei geni (io davvero no), oppure ci avrebbero ... zittito! [:303]



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non ci vuole un genio per rendersi conto di certe cose bastano persone col il cervello normale e non mandato in pappa dalla propaganda



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 13/07/2015, 14:54 
E ci hanno già zittito,


con la derisione ci hanno costretto al silenzio,

non parliamo con chi non la pensa già così perchè è inutile,

siamo qui in un ambiente virtuale in cui non usiamo nemmeno i nostri veri nomi come fossimo criminali.


Là fuori c'è un deserto, infestato da zombie.



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Per quanto possa essere buia la notte sulla Terra, il sole sorgerà quando è l' ora, e c' è sempre la luce delle stelle per illuminarci nel cammino.

Non spaventiamoci per quando le tenebre caleranno, perchè il momento più buio è sempre prima dell' alba.

Noi siamo al tramonto, la notte è ancora tutta davanti, ma alla fine il sole sorgerà anche stavolta. Quello che cambia, è quello che i suoi raggi illumineranno. Facciamo che domani sotto il Sole ci sia un mondo migliore.
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Rivoluzioni democratiche, governi del cambiamento... Sta già albeggiando!
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Stellare
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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 13/07/2015, 14:58 
Aztlan ha scritto:
siamo qui in un ambiente virtuale in cui non usiamo nemmeno i nostri veri nomi come fossimo criminali.



Non siamo criminali... siamo "germi di libero pensiero"...

[;)]



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Nessuno è così schiavo come chi crede falsamente di essere libero. (Goethe)
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Rettiloide
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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 16/07/2015, 04:16 
Finalmente un passo che conduce alla pace mondiale
Sono davvero felice per l'accordo USA-Iran sul nucleare, soprattutto per l'intervento di Putin che sembra un buon segno di riavvicinamento fra USA e Russia


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