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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 26/11/2017, 21:55 
Eh si,davvero micidiali i missili palestinesi....ricordo ad Ufologo che credo non abbiano nemmeno più pallottole,gli ultimi attacchi sono avvenuti all'arma bianca....Circondati,certo....premunirsi,certo....Da sempre violano lo spazio aereo e terrestre dei paesi circostanti,ma lo fanno per garantire la loro sicurezza....sono armati fino ai denti,ed usano sempre tutto il loro potenziale anche contro fuochi artificiali....scusate,micidiali ed infallibili missili da crociera....Ufologo e dai....


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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 07/12/2017, 15:07 
Cita:
Cina: pubblicate istruzioni dettagliate per sopravvivere alla guerra nucleare


Il giornale Zanmin Zhibao del partito comunista cinese ha pubblicato le istruzioni per sopravvivere alla guerra nucleare.

Il giornale descrive la guerra nucleare e le sue cinque principali conseguenze: luce, onda d'urto, radiazioni nucleari, impulso elettromagnetico e inquinamento radioattivo. Gli autori dell'articolo consigliano di sdraiarsi durante l'onda d'urto o rannicchiarsi. Se c'è una fonte d'acqua, bisogna immergersi.

Chi è per strada durante l'esplosione nucleare, deve trovare velocemente una struttura di protezione e preoccuparsi di proteggere il proprio corpo, soprattutto la testa, dai detriti volanti. Dopo l'onda d'urto, è necessario proteggersi dalla polvere radioattiva e dalla cenere evitando il contatto con la pelle. Si può entrare negli edifici non crollati per l'onda d'urto, e chiudere porte e finestre per evitare l'ingresso di polvere radioattiva in casa" scrive il giornale.

Nelle aree contaminate bisogna indossare una maschera protettiva, impermeabile, stivali di gomma, guanti. Non bisogna toccare oggetti contaminati, sedersi o sdraiarsi, mangiare, fumare o bere, si legge nell'articolo. Ci si deve muovere lentamente per non alzare la polvere, per essere evacuati in zona sicura, è necessario eliminare le particelle radioattive da corpo e vestiti. Bisogna pulirsi le orecchie, strofinare il corpo, lo sfregamento deve essere fatto dall'alto verso il basso, in una direzione. Per l'uso di cibo contaminato può verificarsi vomito, quindi bisogna bere molta acqua per pulire lo stomaco. È consigliabile utilizzare diuretici, lassativi per accelerare il rilascio di sostanze radioattive.



https://it.sputniknews.com/mondo/201712 ... re-guerra/


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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 07/12/2017, 15:45 
vimana131 ha scritto:
Cita:
Cina: pubblicate istruzioni dettagliate per sopravvivere alla guerra nucleare


Il giornale Zanmin Zhibao del partito comunista cinese ha pubblicato le istruzioni per sopravvivere alla guerra nucleare.

Il giornale descrive la guerra nucleare e le sue cinque principali conseguenze: luce, onda d'urto, radiazioni nucleari, impulso elettromagnetico e inquinamento radioattivo. Gli autori dell'articolo consigliano di sdraiarsi durante l'onda d'urto o rannicchiarsi. Se c'è una fonte d'acqua, bisogna immergersi.

Chi è per strada durante l'esplosione nucleare, deve trovare velocemente una struttura di protezione e preoccuparsi di proteggere il proprio corpo, soprattutto la testa, dai detriti volanti. Dopo l'onda d'urto, è necessario proteggersi dalla polvere radioattiva e dalla cenere evitando il contatto con la pelle. Si può entrare negli edifici non crollati per l'onda d'urto, e chiudere porte e finestre per evitare l'ingresso di polvere radioattiva in casa" scrive il giornale.

Nelle aree contaminate bisogna indossare una maschera protettiva, impermeabile, stivali di gomma, guanti. Non bisogna toccare oggetti contaminati, sedersi o sdraiarsi, mangiare, fumare o bere, si legge nell'articolo. Ci si deve muovere lentamente per non alzare la polvere, per essere evacuati in zona sicura, è necessario eliminare le particelle radioattive da corpo e vestiti. Bisogna pulirsi le orecchie, strofinare il corpo, lo sfregamento deve essere fatto dall'alto verso il basso, in una direzione. Per l'uso di cibo contaminato può verificarsi vomito, quindi bisogna bere molta acqua per pulire lo stomaco. È consigliabile utilizzare diuretici, lassativi per accelerare il rilascio di sostanze radioattive.



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 13/12/2017, 11:34 
Taiwan, adesso la Cina minaccia: ‘Se arrivano gli Usa invadiamo l’isola’



“Il giorno in cui una nave della US Navy arriverà a Kaohsiung, sarà il giorno in cui il nostro Esercito di Liberazione Popolare annetterà Taiwan con la forza”. Non ha usato troppi giri di parole il potente diplomatico cinese Li Kexin durante un evento all’ambasciata cinese a Washington rivolgendosi agli oltre 200 ragazzi connazionali che studiano negli Stati Uniti e ai giornalisti presenti in sala. Il ministro dell’ambasciata cinese si riferiva ad un recente provvedimento del Congresso con cui è stato autorizzato alla flotta e ai funzionari militari di Usa e Taiwan di recarsi in visita nei reciproci Paesi. Secondo il diplomatico cinese, qualora la US Navy dovesse visitare Taiwan, questo gesto sarebbe una palese violazione, da parte del governo taiwanese, della legge anti-secessione cinese. La legge anti-secessione è una legge della Repubblica popolare cinese approvata durante la terza conferenza del decimo Congresso nazionale del popolo. Il provvedimento è stato ratificato il 14 marzo 2005 ed è entrato in vigore immediatamente. Il presidente Hu Jintao, promulgando la legge, formalizzò quella che da sempre era stata la politica di Pechino riguardo all’isola, ovvero quella di considerarla come parte integrante del territorio cinese. E in questa legge, si fa riferimento proprio alla possibilità da parte del governo cinese di utilizzare “mezzi non pacifici” contro il “movimento indipendentista di Taiwan” in caso di dichiarazione d’indipendenza (che, in un’interpretazione elastica, si declina in ogni atto che possa configurare un atto ostile verso la Cina).

Fino ad ora non ci sono state prese di posizioni ufficiali da parte degli Stati Uniti e in molti si domandano quali potrebbero essere le reazioni da parte del Pentagono e della nuova amministrazione americana. Le uniche reazioni sono arrivate dal mondo politico, ma non dal governo. La questione di Taiwan è stata anche recentemente al centro delle discussioni fra Pechino e Washington con la famigerata telefonata tra The Donald e Tsai Ing-wen, presidente di Taiwan, dopo l’elezione del nuovo presidente Usa. In quell’occasione Pechino protestò vivamente per il gesto del nuovo presidente, che contrastava non solo con il principio “una sola Cina” che è da sempre il mantra della Repubblica popolare, ma anche con gli stessi accordi fra Cina e Stati Uniti, che dai tempi di Nixon hanno abbracciato questa politica cinese. La visita di Trump a Pechino sembrava aver dissipato alcune nubi nere all’orizzonte nei rapporti bilaterali, ma le frizioni su Corea del Nord, sul commercio, sul Mar Cinese Meridionale e ora su Taiwan, dimostrano come siano ancora molte le problematiche che separano Pechino e Washington.

Negli ultimi tempi, la Cina ha più volte manifestato l’intento di assicurare sotto la sua sovranità i mari contesi. Taiwan non fa eccezione, aggiungendosi a una diatriba che da decenni incendia la regione. La posizione di Taiwan, fra il Mar Cinese orientale e il Mar Cinese Meridionale, è emblematica dell’importanza strategica, oltreché politica, dell’isola. E Pechino non rinuncerà mai alla sovranità su quell’isola nonostante i tentativi del governo di Taipei di sganciarsi dalla Cina. La mossa del Congresso Usa di autorizzare l’approdo di navi americane nell’isola e di accogliere funzionari di Taiwan negli Usa, che in realtà risale a settembre, sembrava essere una mossa di facciata. Ma le parole di Li Kexin hanno dimostrato come da parte del governo di Xi Jinping non ci sia assolutamente intenzione di sottovalutare il problema. A conferma di questa preoccupazione di Pechino, nelle ultime ore le forze aeree cinesi hanno condotto una serie di ricognizioni nei cieli intorno Taiwan. Bombardieri H-6K, aerei da caccia Su-30 e J-11 e altri aerei di sorveglianza e rifornimento hanno sorvolato lo stretto di Miyako nel sud del Giappone e lo stretto di Luzon tra Taiwan e Filippine per “testare le reali capacità di combattimento”, ha detto Shen Jinke, portavoce dell’aeronautica militare cinese. Un segnale inequivocabile delle idee di Pechino.

http://www.occhidellaguerra.it/tqiwan-a ... mo-lisola/



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 23/12/2017, 14:31 
Cita:
Lo strano blackout all’aeroporto di Atlanta. E cosa portava il solo cargo (israeliano) fatto decollare?

 Maurizio Blondet  20 dicembre 2017  3

Domenica 17  all’aeroporto di Atlanta –  il più trafficato del pianeta – è mancata la luce, totalmente e per molte ore.  Un incendio ha messo fuori uso  i generatori di riserva nello stesso tempo. L’oscuramento è durato dalle 1:06 di notte fino a  mezzanotte e 56 del giorno dopo. Telecamere di sorveglianza spente, blocco di tutti i servizi, nessuna luce sulle piste, quindi migliaia di voli sono stati cancellati. Per ordine della FAA (Federal Aviation Administration) e  le autorità cittadine, nessun aereo ha potuto prendere il volo o atterrare.

Correggiamo: tutti tranne  uno. Un grosso aereo da carico, 4X-ICB, arrivato da Mexico City e atterrato ad Atlanta alle 1  di notte, proprio giusto giusto  pochi minuti prima che si producesse il blackout.  Poi l’aereo è stato fatto  decollare  alle 6:27, prima dell’alba, letteralmente a metà dell’oscuramento. Unico:  il primo volo regolare cui è stato permesso il decollo dopo le riparazioni e  il ritorno della corrente, ha preso il volo alle 12:56.

L’aereo  solitario  lasciato decollare al buio,  prima dell’alba, nonostante i guasti,  un aereo da carico appartenente alla  Cal Cargo Airlines. Una compagnia ebraica con sede all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv.

 

 

Specializzata in trasporti di carichi insoliti, dagli “animali vivi” ai “beni pericolosi”.  Con dirigenti che vengono dagli alti gradi dello stato israeliano: come il vicepresidente Muli Ravini,  che è stato assistente al direttore generale del Ministero Finanze di Israele. Ravini, oltre che della CAL, è presidente  di una ditta  collegata alla prima, LACHS, che opera nell’aeroporto di Atlanta al carico e scarico degli aerei. Fatto singolare, la compagnia vanta nel suo sito di   mettere le merci sugli aerei “senza la presenza di un doganiere”, di “stampare i documenti di viaggio localmente anziché andare fino all’ufficio doganale”,  e far rilasciare documenti doganali “in modo più semplice e rapido che mai prima”.  Una specialità non da poco. Significa che quella notte di blackout, nessun agente e guardia di frontiera o funzionario pubblico sa cosa l’aereo abbia scaricato o caricato a bordo.

Ciò ha scatenato le ipotesi e le indagini dei frequentatori di 4Chan, il sito web di discussioni  sul quale – ricordiamolo – un “John”,  il 10 settembre scorso, “pre-narrò” la sparatoria di Las Vegas che poi avvenne il 1° ottobre. Che tipo di merci ha caricato  il cargo israeliano, da richiedere un così elaborato  stratagemma come un (improbabile) disastro elettrico nel maggior aeroporto del mondo?  Si è avviata una gara: le ipotesi che hanno vinto sono :  o bio-armi vietate, o testate nucleari, per la precisione W80, bombe termonucleari di piccole dimensioni, concepite per stare nei missili da crociera, di potenza variabile da 5 a 150 kiloton.

Una testata atomica W80

Non si tratta di complottiamo gratuito,  purtroppo. Molti hanno ricordato il Boeing 747 della El Al, precipitato il 4 ottobre 1992 presso Amsterdam  in fase d’atterraggio  (43 morti): si disse che l’aereo portava frutta e profumi, invece  solo nel 1998 gli israeliani ammisero che portava anche 190 litri di dimetil-metilfosfonato, una sostanza soggetta a limitazioni severissime perché è il componente per sintetizzare il gas nervino Sarin.

Altri hanno ricordato  l’ancor più allarmante e   mai spiegato evento chiamato “Bent Spear”: nell’agosto del 2007  un B-52, bombardiere strategico, decollò dalla base Minot dell’Air Force  in Nord Dakota, per fare scalo,  tre ore dopo,  nella base di Barksdale in Louisiana.  Solo dopo altre ore un  ufficiale della base si accorse che il bombardiere strategico aveva sotto le ali sei missili da crociera, con testate atomiche (appunto W80) sulle punte; mentre  le testate dovrebbero essere rimosse dai  missili prima che questi vengano tirati fuori dai loro bunker-magazzini,  o se rimangono montate, attorno all’aereo deve formarsi un cerchio di vigilanza severissimo, e tutte le precauzioni obbligatorie del caso. Inoltre nessuno alla base di partenza, Minot,  aveva segnalato o registrato lo spostamento delle testate atomiche dal magazzino.  Domande senza risposta: chi aveva alterato la catena di comando da poter ordinar, scavalcandola, l’armo di sei missili da crociera  atomici? E dove era destinato il B-52 con le sei testate, se gli ufficiali di Barksdale non l’avessero fermato?

 

Il NewsWeek  riportò allora un fatto che ha relazione con l’incidente: David Wurmser (J), il consigliere per il Medio Oriente vicepresidente Dick Cheney, aveva raccontato ad un gruppo ristretto di intimi del governo Bush jr., che Cheney “aveva pensato di chiedere ad  Israele di lanciare un attacco missilistico alla  centrale atomica iraniana di Natanz, in modo che  la  rappresaglia iraniana avrebbe dato agli USA ampi  motivi per lanciare il suo attacco, scatenando la guerra all’Iran.  Di  fatto resta il fondato sospetto che le sei testate fossero state “deviate” da Cheney per cominciare ad attuare il piano – andato a monte perché gli ufficiale di Barksdale non stettero  al gioco.

Stavolta l’aereo israeliano della ditta specializzata in carichi pericolosi, non è stato fermato. Anzi sembra proprio che l’incidente del guasto alla corrente sia stato pensato apposta per  portare sotto l’apparecchio un carico che nessuno  doveva vedere. Secondo gli investigatori spontanei  di 4Chan, l’incredibile durata dell’oscuramento si può spiegare col fatto che  bisognava aspettare si scaricassero  le batterie degli apparecchi i sorveglianza del personale di sicurezza; per esempio i rilevatori di radioattività  ( raggi gamma), la quale è evidentemente una caratteristica  che non viene trascurata negli aeroporti.

Qualunque merce abbia portato l’apparecchio, l’ha portata a Liegi sulla Mosa: a poca distanza dalle frontiere di Germania, Olanda e Lussemburgo,  dotata del terzo porto fluviale d’Europa, oltre che collegata al grande porto di Anversa dal canale Alberto. Le  “cose” esportate in segreto possono essere finite dovunque. Un possibile false flag nei prossimi giorni o settimane ce lo dirà?
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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 30/12/2017, 20:10 
2018: anno della terza guerra mondiale


“Il mondo è riuscito a sopravvivere al 2017 senza lo scoppio di un conflitto tra superpotenze. In alcune parti del mondo, in Siria ad esempio, la tensione è sensibilmente diminuita. In altre regioni al contrario la situazione si fa sempre più tesa”. A dichiararlo è Robert Farley, professore ed esperto di difesa e sicurezza nazionale americana, che se guarda con un certo sollievo ai dodici mesi appena trascorsi, non esclude però che i prossimi possano portare all’emergere di nuove guerre. Farley ha infatti pubblicato sulla pagine del The National Interest un elenco delle cinque zone calde dove nel 2018 potrebbe scoppiare la terza guerra mondiale.

Corea del Nord

Può sembrare banale, ma il primo Paese della lista di Farley è la Corea del Nord. Da mesi le relazioni tra Pyongyang e il resto del mondo si stanno facendo sempre più tese. Le numerose prove di forza del leader Kim Jong-un sono culminate a inizio settembre nell’esplosione della bomba a idrogeno, stimata cinque volte più potente rispetto a quella che ha colpito Nagasaki nell’agosto del 1945. “I successi nello sviluppo di razzi vettori per testate nucleari della Corea uniti all’inesperienza dell’amministrazione Trump hanno creato una situazione insolitamente pericolosa”, ha dichiarato il professor Farley.

Gli Stati Uniti insistono per la denuclearizzazione del Paese e vogliono che il regime nordcoreano blocchi i test missilistici e nucleari. Da Pyongyang replicano invece che la rinuncia all’arsenale non verrà mai presa in considerazione in quanto si tratta di una “questione di vita o di morte”. Nonostante le sanzioni che stanno colpendo e isolando la Corea del Nord, Kim Jong-un ha dichiarato di “andare avanti” con l’obiettivo di allestire un deposito con un centinaio di missili capaci di raggiungere il territorio americano, condurre un ultimo test con un ICBM (Intercontinental Ballistic Missile) e costruire un sottomarino lanciamissili. Questa situazione sempre più preoccupante potrebbe portare, secondo Farley, a una guerra che coinvolgerebbe anche Giappone e Cina. Una svolta potrebbe arrivare in concomitanza con le Olimpiadi invernali in Corea del Sud.

Taiwan

Secondo il professor Farley, il secondo Paese a rischio terzo guerra mondiale sarebbe Taiwan. Di recente il diplomatico cinese Li Keksin ha dichiarato che Pechino invaderà militarmente Taiwan nel momento in cui si avvicineranno all’isola le navi militari americane. Per Farley l’ipotesi di un conflitto è prematura, ma rimane in ogni caso possibile e pericolosa. La Cina ha intensificato l’attività militare nella regione, mentre gli Stati Uniti, che condannano la mossa cinese, stanno intensificando le consegne di armamenti a Taiwan. Pechino ha accusato Washington di interferire nei suoi affari interni dopo che Trump ha ratificato il disegno di legge per consolidare i legami con l’isola. Infatti, con il National Defense Authorization Act 2018, l’amministrazione americana mira a rafforzare la cooperazione con l’isola, attraverso visite reciproche ed esercitazioni militari congiunte.

Ucraina

La lista del professore americano continua con l’Ucraina dova la situazione rimane tesa da anni. Come dichiara l’Onu, la tregua nell’est del Paese viene costantemente violata mentre le continue proteste a Kiev mettono in discussione la stabilità dell’attuale governo ucraino. Pochi giorni fa, circa cinquemila sostenitori del leader dell’opposizione ucraina, Mikheil Saakashvili, hanno manifestato nella capitale, chiedendo la rimozione del presidente Petro Poroshenko e cercando di fare irruzione in un edificio pubblico. Tra i feriti negli scontri anche diversi agenti della polizia. Secondo Farley, la caduta del governo ucraino porterebbe a una serie di gravi conseguenze: potrebbero salire al potere le forze di estrema destra con un’escalation del conflitto in Donbass. Il professore ha preso in considerazione anche uno scenario nel quale Mosca rafforza la propria presenza in Ucraina andando a innescare in questo modo un vero e proprio scontro militare tra Russia e Occidente.

Turchia

Nella lista anche un Paese della Nato, la Turchia. Per l’esperto di difesa e sicurezza nazionale americana, l’allontanamento di Ankara da Unione europea e Stati Uniti e l’avvicinamento con Mosca è un segno di un possibile cambiamento di forze nella regione. Turchia, Russia e America non considerano la guerra un modo ragionevole per risolvere una difficile situazione diplomatica. Ma Ankara è di fondamentale importanza per l’esito dei conflitti in Siria, Iraq, Iran, Balcani e Caucaso. Un cambiamento nell’orientamento diplomatico della Turchia potrebbe avere quindi effetti imprevedibili sui suoi confini.

Golfo persico

Chiude la lista delle zone calde dove, secondo il professore americano Farley, potrebbe scoppiare la terza guerra mondiale il Golfo persico. Se la guerra in Siria nelle ultime settimane sembra essersi affievolita, ad attirare l’attenzione è la tensione sempre più crescente tra Arabia Saudita e Iran. Il professore ha osservato che in questa regione ci sono sempre stati dei conflitti, ma non si sono mai evoluti in guerre mondiali. Negli ultimi anni, dalla Siria allo Yemen (dove Arabia Saudita e Iran stanno combattendo una guerra per procura) passando per gli eterni scontri arabo-israeliani, il Medio Oriente non ha vissuto in pace. Ora però le cose potrebbero degenerare. “Riad dichiarato di essere pronta a costruire una coalizione diplomatica e militare contro l’Iran e a includere possibilmente anche Israele in essa”. Con l’appoggio di Trump e “sullo sfondo di come la Russia difende ancora una volta le sue posizioni nella regione, è facile immaginare come tutto questo possa evolversi in un confronto tra superpotenze” ha dichiarato Farley.

“Il mondo rimane estremamente pericoloso. La confusione diplomatica dell’amministrazione Trump ha aumentato questo pericolo, creando incertezza in tutto il mondo e aumentando le possibilità di errori di calcolo in situazioni di crisi e non di crisi”, ha concluso l’esperto americano. Il 2018 è alle porte e per Robert Farley anche la terza guerra mondiale.

http://www.occhidellaguerra.it/2018-ann ... -mondiale/



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 30/12/2017, 20:16 
In tutti questi posti che hai citato c'è sempre lo zampino degli usa. [:306]


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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 30/12/2017, 20:35 
.. e la coda di qualcun altro .... [8D]



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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 30/12/2017, 22:05 
La coda è propaganda a stelle e strisce.Leggo che in Ucraina l'estrema destra sia reale,fatto che fino a poco tempo fa veniva etichettato come movimento democratico.Ma allora la destra esiste in Ucraina oppure no?


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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 31/12/2017, 00:30 
Cita:
2018: anno della terza guerra mondiale

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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 31/12/2017, 13:01 
Il gioco pericoloso di Putin Ora Mosca punta sul Pacifico

Tupolev russi al largo dell'Indonesia: allerta dell'Australia Così il Cremlino vuole estendere la propria influenza


Non c'è più angolo di pianeta, ormai, su cui non si stenda il braccio armato della Russia di Putin. Deciso a rivendicare quel ruolo strategico cui il Cremlino aveva a malincuore rinunciato dalla fine della Guerra Fredda, l'ultimo zar proietta la silhouette del Cremlino sugli angoli più remoti del globo.


L'ultima, allarmata segnalazione arriva dall'Australia. È lì, a Darwin, nell'estremo nord ovest del Paese, che nei giorni precedenti il Natale una base aerea è entrata in fase di preallarme dopo aver intercettato sugli schermi radar due Tupolev con la stella rossa. Nessuna violazione di spazio aereo, beninteso. I due bombardieri TU-95 Ms, capaci di trasportare ordigni nucleari, volavano al largo delle coste indonesiane nell'ambito di una esercitazione aeronavale. Ma è bastata, la loro presenza nell'area, per ribadire l'intenzione dell'ex compagno Putin di estendere e rafforzare l'influenza russa sull'oceano Pacifico.

Allarme analogo era risuonato qualche giorno fa nel mare del Nord, quando all'orizzonte di quel che per l'Ammiragliato britannico è «zona di interesse nazionale» era spuntato il profilo grifagno della «Almirante Gorshkov». La Royal navy aveva immediatamente inviato in zona la fregata «St. Albans» per monitorare le attività della nave da guerra russa. Dopo di che la fregata russa era stata scortata da molto vicino fino a quando il pennacchio nero sparato dal suo fumaiolo non era diventato evanescente, il giorno di Natale, laggiù verso il mare aperto. Un «incontro ravvicinato» che ha innalzato le tensioni ultimamente crescenti tra il Regno Unito e la Russia.

Ora ci risiamo, anche se dall'altra parte del pianeta. Peter Jennings, esperto australiano di sicurezza nazionale citato dal «Guardian», ritiene che la Russia stia «apertamente allargando la sua influenza fino alle periferie del mondo, ribadendo il suo ruolo nell'area del Pacifico. E lo fa spiegando la sua forza militare».

Da Mosca stemperano gli allarmi, sostenendo (parola del Ministero della Difesa) che «i voli della nostra Aeronautica sulle acque internazionali dell'Artico, del mar Nero e del Caspio, nonché quelli condotti dalla flotta del Pacifico rispettano pienamente gli standard delle leggi internazionali».

I due «orsi» (così in gergo vengono chiamati i grandi bombardieri Tupolev, capaci di un'autonomia di 15 mila chilometri) erano partiti dall'Amur, vasta e gelida regione sud orientale della Russia. Ed erano stati riforniti in volo da un Ilyuscin 78.

L'anno scorso, hanno rivelato fonti della Difesa australiana, la Russia ha inviato segretamente un cargo carico di 20 containers pieni di armi al suo «nuovo partner regionale», la Repubblica di Figi, in Oceania. E con le armi, era arrivato un cospicuo manipolo di «istruttori».

Sono almeno sette anni, sostiene l'analista strategico ed esperto di cose militari russe Alexey Muraviev, che Mosca sta guardando al Pacifico e ai Paesi asiatici come motori della nuova economia globale. E se da un lato la crescita economica della Cina inquieta il Cremlino, dall'altro a Mosca non si può non vedere con favore la nascita di un mondo multipolare, dove gli Usa non la fanno più da padroni. Ci mancavano solo le tensioni crescenti, col rischio relativo di un incidente nucleare, tra gli Stati Uniti e la Corea del Nord, per indurre la Russia a raddoppiare la presenza russa nell'area, per affermare con le sue cannoniere e i suoi bombardieri il ruolo del Cremlino nel Big Game del Pacifico.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 79013.html


Cosa avevo scritto altrove ...?! [^]


Ultima modifica di Ufologo 555 il 31/12/2017, 13:10, modificato 1 volta in totale.


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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 31/12/2017, 13:09 
Sono acque internazionali.....gli Usa giustificano sempre cosi le loro esercitazioni.Niente di preoccupante direi.


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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 31/12/2017, 13:11 
Putin sta "sboricchiando" un po' dappertutto ... [;)]
Anche la nave in acque territoriali inglesi .... [8D]
Poi con i caccia ...


Fregata russa in acque britanniche, interviene la Royal Navy

http://tg24.sky.it/mondo/2017/12/26/nav ... niche.html


Una fregata inglese scorta una nave russa: roba da Guerra Fredda

Rischiato l'incidente diplomatico tra Russia e Regno Unito: una nave da guerra russa si è avvicinata troppo alle acque territoriali britanniche. Il ministero della difesa inglese segnala un'insolita attività di navi russe nel Mare del Nord proprio nel periodo di Natale.

http://it.euronews.com/2017/12/26/nave- ... williamson


Ultima modifica di Ufologo 555 il 31/12/2017, 13:15, modificato 2 volte in totale.


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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 31/12/2017, 13:13 
Al limite delle acque territoriali inglesi.C'è una bella differenza.


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 Oggetto del messaggio: Re: I passi che condurranno alla terza guerra mondiale
MessaggioInviato: 31/12/2017, 13:23 
Peggio della Guerra Fredda

Perché dopo la fine dell’Urss, americani e russi non sono riusciti a riavvicinarsi, anzi


Il mondo ricorda gli anni della Guerra Fredda come un periodo di forti contrasti. Senz’altro è stato così. Ma quando cadde la Cortina di ferro, i due schieramenti avevano prospettive ottimistiche per il futuro. Gli americani soddisfatti di aver liberato il popolo russo dall’oppressione comunista, i russi desiderosi di scoprire il sogno americano, entrambi i popoli erano finalmente liberi dalle rispettive propagande. Dopo venticinque anni di isolamento da parte americana e di crescente nazionalismo e autocrazia russa, non è la propaganda a rovinare le relazioni, ma un sentimento che nasce spontaneo nelle due civiltà.

Molto è stato detto sull’attuale ritorno alla Guerra Fredda, ma, in un certo senso, Russia e Stati Uniti sono messi peggio ora di quanto lo fossero allora, in quel periodo di confronto globale. Ci sono stati numerosi conflitti nelle relazioni Usa-Russia nelle passate sette decadi; alcuni di questi (la crisi di Berlino nel 1961 e la crisi dei missili a Cuba nel1962) portarono il mondo sull’orlo di un confronto militare testa a testa che avrebbe potuto possibilmente finire in una guerra nucleare globale. Fortunatamente, ora come ora, nella crisi ucraina non c’è stata un’escalation di questa portata.

Ma c’è un altro motivo di preoccupazione: la crescente ostilità tra la società russa e quella americana che accompagna le tensioni nelle relazioni bilaterali tra gli Stati. Sia i russi che gli americani erano inizialmente euforici dopo la fine dell’era della Guerra Fredda. Gli americani erano pronti a riabbracciare i loro compagni russi che si erano liberati dal “giogo comunista”, aspettandosi che loro si sarebbero ricongiunti alla grande “Famiglia euro-atlantica. Da parte loro, i russi idealizzavano gli americani, diffidando dell’immagine creata dalla macchina di propaganda sovietica e visualizzando gli Usa come una sorta di “Terra Promessa”.


Questi miti sono gradualmente evaporati, e per i primi anni duemila russi e americani avevano assunto una visione più sobria l’uno dell’altro. Qualche russo iniziava a viaggiare negli Stati Uniti. Visitavano il Paese, parlavano con la gente, e scoprivano un sacco di cose che non apprezzavano (incidentalmente, veniva fuori che si sentivano più vicini allo spirito, ai costumi e allo stile di vita europeo). L’iniziale gioia americana per la caduta della Cortina di ferro fece strada al disappunto verso coloro che venivano da lì dietro: gli stereotipi del nouveau riche russo, gangsters e altre figure losche.

Ora siamo entrati nel terzo stadio, caratterizzato da crescente alienazione, mutuo risentimento e persino astio. I russi si sentono offesi nell’orgoglio dagli americani e cercano di avere la rivincita dopo venticinque anni di concessioni e umiliazioni. Inoltre, tendono ad addossare la colpa ai diabolici disegni americani per quelli che sono i loro fallimenti in patria e all’estero. I russi speravano in relazioni eque e rispettose; invece, vedevano gli americani sfruttare arrogantemente la debolezza russa e riluttanti nell’accettare la Russia come un partner eguale. Come da stereotipo, considerano gli americani persone superficiali che non rispettano nessuno, abusano del loro potere in tutto il mondo, bombardano chi gli pare e non riconoscono altre opinioni o interessi se non i loro.

http://www.linkiesta.it/it/article/2014 ... dda/22876/

Bèh, in Siria i russi hanno fatto tutto da soli ... Ora trattano con la Turchia, etcc, etccc ....



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