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 Oggetto del messaggio: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 08/09/2016, 12:42 
Robot e computer prenderanno il nostro posto praticamente in tutti i settori professionali.
A PresaDiretta un'attenta riflessione sulle contromisure necessarie per non fermare il progresso
e trovare soluzioni praticabili per il futuro di tutti.

VIDEO>>> http://www.rai.tv/dl/RaiTV/programmi/me ... 66f4c.html

La cosa sconvolgente è che, nei prossimi 10 anni, i posti di lavoro in occidente, potrebbero essere
quasi dimezzati, con un tracollo per le casse previdenziali dello Stato (visto che non verrebbero pagati contributi
per le persone che verranno sostituite). Un aspetto da tenere in considerazione... per chi svolge determinati lavori... [8)]

Assolutamente da VEDERE...



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 08/09/2016, 13:15 
Visto che i robot sostituiranno i lavoratori che li sostituiscano anche come contribuenti, propongo che il reddito dei robot sia tassato e saranno tenuti a versare pure i contributi per la disoccupazione + oneri sociali.
Problema egregiamente risolto :-)

Ma ne arriva un altro, al sistema non piacerà che la gente abbia del tempo libero per ragionare ed impicciarsi di esso.
Quindi propongo alcool-sesso-droga e rock and roll, per tutti ed a carico dei robot.

Stupendo no? :-)



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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 08/09/2016, 14:02 
A dire il vero, le multinazionali (cioè quelle società che oggi utilizzano il maggior numero di robot)
NON pagano neanche le tasse comuni come sarebbe giusto.

Perchè dovrebbero pagare domani , oltre alle tasse comuni, anche quelle per i robot (cioè quelle legate
alla previdenza degli "umani" non utilizzati)?



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Grigio
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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 09/09/2016, 16:07 
allora devono dare un redito minimo a tutti . se no facciamo tutti i criminali


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 09/09/2016, 17:17 
xfabiox ha scritto:
allora devono dare un redito minimo a tutti . se no facciamo tutti i criminali

Già ma se danno un reddito minimo a tutti ci mettiamo a fare figli come conigli ...


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 21/09/2016, 13:40 
Cita:
Verso un mondo senza lavoro: utopia o incubo?
19 settembre 2016, di Daniele Chicca

NEW YORK (WSI) – Non viene più messo in discussione il concetto secondo i robot sostituiranno gli esseri umani nella gran parte dei lavori più comuni. Anche perché sta già accadendo sotto i nostri occhi. Cassieri, camerieri, operai, dipendenti delle catene di produzione, call-center e altri dipendenti nei servizi alla clientela, come nei trasporti: sono tanti gli impieghi destinati a scomparire.

Nonostante il progresso compiuto nella robotica e nell’intelligenza artificiale, chi vive oggi, anche chi non ha ancora fatto il suo ingresso nel mondo del lavoro, dovrà rassegnarsi a lavorare fino al raggiungimento dell’età pensionabile. Replicanti in stile Blade Runner o Star Trek rimangono ancora lontani generazioni. Tuttavia è innegabile come la rivoluzione digitale sia già in atto e in un futuro non troppo lontano l’offerta di lavoro rimarrà ristretta a pochi lavori di alto livello.

Nuove tecnologie e macchinari rivoluzionari ruberanno il 6% della forza lavoro entro il 2021 negli Stati Uniti, stando a un rapporto della società di ricerche di mercato Forrester. Economisti e politici stanno cercando di trovare una soluzione a un dilemma: come migliorare la qualità della vita senza aumentare ulteriormente le disuguaglianze e senza che la disoccupazione si concentri in alcune aree specifiche.

In un periodo di crisi in un mondo ormai globalizzato la crescita dei salari non riesce a tenere il passo di quella dell’inflazione. Forse bisognerebbe ripensare la struttura della società e il sistema stesso dei salari. La rivoluzione digitale sta cancellando alcuni lavori di routine e faticosi e permette ormai ai lavoratori più qualificati di eseguire con pochi sforzi compiti che prima richiedevano l’impiego di un personale numeroso.
Via i salari e reddito di base per tutti

Il problema principale riguarda la prospettiva di una offerta di lavoro sempre più scarsa per il personale meno qualificato. Le economie fanno fatica ad adattarsi al cambiamento tecnologico e a stare al passo con i tempi. Il mercato del lavoro ha reagito nell’unico modo possibile all’arrivo delle nuove tecnologie: chi è alla ricerca disperata di un impiego non ha molte opzioni se non quella di accettare buste paga ridotte.

I datori di lavoro usano questo fenomeno – quello dell’alta domanda di dipendenti “disperati” – per far fare loro lavori che potrebbero, se necessario e con le dovute risorse, essere portati a termine dalle macchine. Finché ci sono tante persone disposte a fare lavori di difficoltà limitata a un costo moderato per l’azienda, è chiaro che le società come i gruppi operanti nel settore dei servizi, per esempio, non avranno alcuna fretta di investire in nuove tecnologie.

Un altro esempio: gli uffici legali non investono negli scanner di documenti sofisticati e nelle tecnologie di analisi del testo perché possono permettersi di pagare una miseria gli stagisti e gli altri assistenti aspiranti avvocati per farlo. Lavori a bassa produttività e pagati male sono ancora in abbondanza.

Tutto questo ci dice quanto difficile e complicata sia la creazione di un mondo senza lavoro. “La sfida più grande rappresentata da una rivoluzione economica non è quella di scoprire e sviluppare nuove tecnologie, bensì trovare come ridefinire e ridisegnare la società in modo tale da rendere le tecnologie utili e non dannose” per il mondo del lavoro, scrive Ryan Avent sul Guardian.

La società e le autorità non ci sono ancora riuscite e i ricchi stanno diventando sempre più ricchi e i poveri sempre più poveri. Un mondo senza lavoro può funzionare solo se non è più attraverso il lavoro che si distribuisce il potere di acquisto ai cittadini.

In un futuro in stile Star Trek dovremmo liberarci dei soldi e dei prezzi, perché una produttività in aumento consentirà alla società di offrire alla gente quello che vuole e di cui ha bisogno a costo zero. Per liberare il popolo dal lavoro, evitando un collasso della società, bisognerà però trovare un modo per canalizzare i soldi e distribuirli a chi non ha un impiego.

I salari continuano a restare la principale fonte di reddito dei cittadini. In futuro potrebbe essere lo stato a distribuire un reddito fisso, magari anche fin dalla nascita, e a fornire i servizi principali come istruzione, sanità e bene immobiliare. Il rischio è che si crei un mondo distopico orwelliano in cui lo stato controlla tutto, anche le nostre libertà individuali.

Serve un’azione politica concertata perché il passaggio alla “robotizzazione” della società e del mondo del lavoro sia fluido e indolore. Il primo problema è che ci vorrà del tempo. Il secondo è che “dispensare soldi a tutti e in cambio di nulla non è necessariamente quello in cui sono interessate le masse” oggigiorno. La pressione e il lavoro eccessivo sono diventati status symbol, un modo per dare un senso alla nostra vita e per affermarsi, salendo la scala del successo in società.
Lavorare 15 ore a settimana è possibile

Il dibattito politico è già aperto da tempo, ma già sul semplice reddito di base i pareri sono discordanti e le correnti di pensiero numerose e completamente differenti. Mentre per certuni, avere tempo libero è quasi considerato come essere disoccupati, secondo altri, come il giornalista Rutger Bregman del Guardian, è economicamente e socialmente dimostrabile (VEDI VIDEO) il fatto che esiste possibilità di “lavorare 15 ore la settimana e non avere problemi”.

Sembra un’utopia ma, secondo Bregman, “se smettessimo di svolgere lavori inutili e concedessimo a tutti un reddito di base potremmo recuperare molte ore e cambiare il modo in cui viviamo”.

Chi teme che questo ci renderebbe pigri e insoddisfatti e a chi ha paura che non lavorare equivarrebbe a sprecare il nostro tempo, dovrebbe riflettere su due elementi su tutti:

sono i cittadini maggiormente stakanovisti dei paesi in cui si lavora di più (Stati Uniti e Regno Unito), a passare il maggior numero di ore davanti alla televisione;
il 37% dei lavoratori britannici pensa di svolgere un lavoro inutile. E questi sono solo quelli che ne sono consapevoli.

“Se mantenessimo solo i lavori più utili e concedessimo a tutti un reddito di base potremmo recuperare moltissime ore del nostro tempo libero” e ripensare il modo in cui viviamo.

Fonte principale: The Guardian




http://www.wallstreetitalia.com/verso-u ... -o-incubo/


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 02/02/2017, 12:45 
Guarda su youtube.com



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"Se riesci a mantenere la calma quando tutti intorno a te hanno perso la testa, forse non hai afferrato bene la situazione" - Jean Kerr

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"Soltanto chi non ha approfondito nulla può avere delle convinzioni" - Emil Cioran

"Quanto piu' una persona e' intelligente, tanto meno diffida dell'assurdo" - Joseph Conrad

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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 02/02/2017, 12:59 
spettacolare!


L'immagine del robot con al seguito il suo fido cane robot mi ha un pò stranito ma i movimenti, soprattutto del quadrupede, sono davvero fluidi!



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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 02/02/2017, 13:01 
MaxpoweR ha scritto:
spettacolare!


L'immagine del robot con al seguito il suo fido cane robot mi ha un pò stranito ma i movimenti, soprattutto del quadrupede, sono davvero fluidi!


Il filmato mi ha fatto riflettere.

Creati a nostra immagine e somiglianza.

La storia si ripete?



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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 02/02/2017, 13:34 
Cita:
In un futuro in stile Star Trek dovremmo liberarci dei soldi e dei prezzi, perché una produttività in aumento consentirà alla società di offrire alla gente quello che vuole e di cui ha bisogno a costo zero. Per liberare il popolo dal lavoro, evitando un collasso della società, bisognerà però trovare un modo per canalizzare i soldi e distribuirli a chi non ha un impiego.


Solo una piccola quota di eletti potrà condividere un simile pensiero, per gli altri l'umanità continuerà a "progredire" basandosi sul Dio danaro e sulla supremazia/benessere ad appannaggio di pochi in sfavore di altri.

Ho lavorato in Fiat per un breve periodo dal 90 al 92 e già allora era impressionante vedere il lavoro dei robot (presse, saldature, verniciatura) ma gli uomini progettavano e assemblavano. quando a fine turno suonava la sirena quello stabilimento (che era una piccola città con pronto soccorso, banca, mensa, ferrovia interna etc.) si svuotava da una fiumana di gente impressionante. Una società robotica è inammissibile per una società dove il lavoro oltre che fonte di reddito è impegno, è sentirsi vivi, partecipare alla vita della società stessa. Personalmente non consentirei lo sviluppo di tecnologie così avanzate.



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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 02/02/2017, 19:34 
zakmck ha scritto:
MaxpoweR ha scritto:
spettacolare!


L'immagine del robot con al seguito il suo fido cane robot mi ha un pò stranito ma i movimenti, soprattutto del quadrupede, sono davvero fluidi!


Il filmato mi ha fatto riflettere.

Creati a nostra immagine e somiglianza.

La storia si ripete?


Si :) non so se saremo più o meno bravi dei nostri creatori. Loro hanno utilizzato la biologia per creare degli "automi" e quindi avevano un buon 90% del lavoro fatto. Noi per motivi prettamente etici abbiamo lasciato da parte la biologia (manipolare la nostra stessa specie avrebbe causato enormi dibattiti) più facilmente plasmabile per creare da 0 un uovo tipo di automa (in futuro un essere vivente?) non facendo altro che utilizzare soluzioni biologiche adattandole ad altri materiali. Il passo successivo per renderci superiori ai nostri creatori sarà dare il "SOFFIO VITALE" a queste macchine. A quel punto avremo CREATO nuova vita e non semplicemente riadattato modelli già esistenti.

Il classico esempio di allievo che supera il maestro.

MA già a guardare quel "cane" ed i suoi movimenti c'è da rimanere davvero senza fiato.


sottovento ha scritto:
Una società robotica è inammissibile per una società dove il lavoro oltre che fonte di reddito è impegno, è sentirsi vivi, partecipare alla vita della società stessa. Personalmente non consentirei lo sviluppo di tecnologie così avanzate.


E' inammissibile se la nostra condizione di SCHIAVI (nobilitati unicamente dal lavoro) permarrà tale e quale a come ci è stata imposta (codificata) dall'addomesticamento subito.

Nel momento in cui "IL LAVORO" cesserà di avere il potere di rendere l'uomo "DEGNO DI ESISTERE" (dopotutto siamo stati progettati e prodotti ad hoc) ma verrà ricollocato al rango che merita, cioè mero "svolgimento di una attività per raggiungere un fine" potremo delegarlo senza problemi alle macchine e slegarlo dal concetto di sostentamento di chi lo produce (il lavoro).

A quel punto saremo davvero liberi.


Ultima modifica di MaxpoweR il 02/02/2017, 19:56, modificato 1 volta in totale.


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 02/02/2017, 19:40 
Non centra niente, lo so.
Bello; bello davvero; però sulla Luna sono quasi 50 anni che non sappiamo ritornarci ... [:291]



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 08/03/2017, 13:24 
Cita:
Non solo i Robot ci levano il lavoro, ma renderanno i ricchi sempre più ricchi


Robotica e intelligenza artificiale continueranno a progredire – ma senza un vero cambiamento politico, come una tassa, quello che succederà potrà oscillare tra “male e male apocalittico”
I robot devono pagare le tasse?

Può sembrare strano, ma parecchia gente importante recentemente si è fatta questa domanda, per timore, forse, che l’impatto di una crescente automazione, possa richiedere che si introduca una “robot-tax” a tempi brevi. All’inizio di questo mese, il Parlamento europeo ha preso in considerazione una proposta di Benoît Hamon, del partito socialista francese, candidato presidenziale – spesso assimilato nel suo paese a Bernie Sanders – che ha inserito una robot-tax nel suo programma. Anche Bill Gates recentemente ha appoggiato l’idea.

Le proposte variano, ma condividono una premessa comune. Dato che macchine e algoritmi diventano sempre più intelligenti, presto sostituiranno una fetta sempre più ampia della forza lavoro. Una tassa sui robot potrebbe far aumentare le entrate per riqualificare i lavoratori licenziati, o per fornire loro un reddito di base.
Negli USA i Robot elimineranno il 6% di tutto il lavoro entro il 2021
La buona notizia è che quest apocalisse robotica non è ancora arrivata. Nonostante un flusso costante di titoli allarmanti che parlano di computer intelligenti che inghiottiranno tutto il nostro lavoro, i dati economici dicono che l’automazione non avviene su larga scala. La cattiva notizia è che quando comincerà, si creerà il livello di disuguaglianza che si creerà, farà sembrare al confronto, che l’America di oggi sia una utopia di eguaglianza sociale.
La vera minaccia che rappresentano i robot non è che diventeranno il male che ci ucciderà tutti, ma il problema è quello che non fa dormire Elon Musk – e cioè che i robot faranno aumentare a dismisura le disparità economiche fino ad un punto tale che, letteralmente, la stragrande maggioranza delle persone non potrà più vivere. Una tassa sui robot può o non può essere uno strumento politico che serve per scongiurare questo scenario, ma è un buon punto di partenza per parlarne seriamente. L’automazione di massa presenta un grave problema politico, un problema che richiede una soluzione politica seria.

L’automazione non è cosa nuova. Alla fine del 16 ° secolo, un inventore inglese sviluppò una macchina per la maglieria nota come stocking frame. A poco a poco, i lavoratori passarono da una media di 100 punti al minuto al telaio ad una media di 1.000 punti al minuto. Questo era il modello di base, ripetuto poi per secoli: quando la tecnologia migliora, si riduce la quantità di lavoro necessario per produrre un certo numero di prodotti.

La vera minaccia … è che – questa volta – aumenteranno le disparità economiche fino ad un punto che la vita diventerà invivibile

Finora, tuttavia, questo fenomeno non è ancora arrivato a produrre una disoccupazione estrema. Questo perché l’automazione può creare posti di lavoro così come può distruggerli. Un esempio recente sono i cassieri delle banche: i primi sportelli automatici apparvero nel 1970, ma il numero totale degli sportelli è molto cresciuto da allora. Così i bancomat hanno reso più conveniente tenere aperta una filiale e le banche hanno aperto più filiali, portando ad un esubero generale dei cassieri, infatti la loro job description è cambiata e oggi passano più tempo a vendere i servizi finanziari che a distribuire denaro – ma i lavoratori sono ancora lì.

Quello che è diverso questa volta è la possibilità che la tecnologia diventi tanto sofisticata, da non lasciare più nulla che debbano fare degli esseri umani. Cosa succederà se lo sportello ATM potrà, non solo, darvi qualche centinaio di dollari, ma se potrà anche vendervi un mutuo a tasso variabile? Mentre si parla tanto di intelligenza artificiale, ci sono stati progressi importanti negli ultimi anni e non è escluso che siano all’orizzonte scoperte molto più grandi. Invece di limitarsi a trasformare il lavoro, la tecnologia potrebbe cominciare ad eliminarlo. Invece di rendere possibile creare più ricchezza con meno lavoro, l’automazione potrebbe rendere possibile la creazione di più ricchezza senza nessun lavoro.

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Un’economia completamente automatizzata renderebbe i lavoratori non solo ridondanti, ma impotenti. Foto: Lluis Gene/AFP/Getty Images

Che cosa c’è di male in una ricchezza prodotta senza lavoro? Dipende da chi entrerà in possesso di questa ricchezza. Sotto il capitalismo, i salari corrispondono ad una parte di quanto viene prodotto con il lavoro. La parte è sempre stata piccola, rispetto al quanto scivola in tasca ai proprietari del capitale. E nel corso degli ultimi decenni, questa parte è diventata ancora più piccola: la quota di reddito nazionale che va ai salari è in costante contrazione, mentre la quota che va al capitale è costante in crescita. La tecnologia ha reso i lavoratori più produttivi, ma i maggiori profitti vanno verso l’alto, non verso il basso. La produttività è aumentata dell’ + 80,4% tra il 1973 e il 2011, ma la vera retribuzione oraria del lavoratore medio è salita solo del + 10,7%.

Per quanto siano preoccupanti questi dati, l’automazione di massa rischia di essere molto peggio. Se si pensa che la disuguaglianza è già un problema, provate ad immaginare un mondo dove i ricchi possono diventare ancora più ricchi da soli. Una volta che il Capitale che si libera dal lavoro (che serve per produrlo) sarà la fine non solo per il lavoro, ma sarà la fine anche del salario. E senza il salario, i lavoratori perdono il loro unico accesso alla ricchezza – o per meglio dire al loro unico mezzo di sopravvivenza – e perderebbero anche la loro fonte primaria di potere sociale. Finché saranno i lavoratori a controllare i luoghi di produzione, potranno bloccarli. Lo sciopero è ancora, per i lavoratori, l’arma più efficace di cui dispongono, anche se ormai la usano sempre più raramente. Una economia completamente automatizzata li renderebbe non solo ridondanti – esuberi – ma impotenti.

Se si pensa che la disuguaglianza sia un problema ora, immaginiamoci un mondo dove i ricchi possono diventare più ricchi da soli

Nel frattempo, un capitale-robotico permetterebbe ad una élite dei ricchi di staccarsi completamente dal resto della società. I ricchi che vivono tra jet privati e isole private, già dedicano una gran parte del loro tempo ad isolarsi dalle altre persone. Ma anche il miglior bunker di lusso fortificato deve avere dei legami con il mondo esterno, per il fatto che il capitale ha ancora bisogno del lavoro (umano) per riprodursi. L’automazione di massa permetterebbe di recidere questo nodo. Appena i ricchi avranno a disposizione una infinita ricchezza prodotta senza lavoro umano, le élite potrebbero rinchiudersi in un paradiso dorato, lasciando le masse di disoccupati a marcire fuori.

Se questo scenario non appare abbastanza desolante, allora pensiamo alla possibilità che l’automazione di massa potrebbe portare non solo all’impoverimento di chi lavora, ma anche al loro annientamento. Peter Frase, nel suo libro Four Futures, ipotizza che le orde di gente economicamente ridondante – gli esuberi – che stanno fuori dai cancelli, sarebbero tollerati solo per un certo tempo. Dopo tutto, potrebbero non stancarsi di restarsene lì (fuori dai cancelli) – e questo potrebbe provocare un sacco di fastidi. “Che cosa succederebbe se le masse diventassero pericolose ma, non essendo più classe operaia, non avessero anche perso qualsiasi valore per chi governa?” – Scrive Frase : ” A qualcuno potrebbe venire l’idea che forse sarebbe meglio sbarazzarsene – Frase dà a questa ipotesi-di-futuro un nome, appropriato e spaventoso: “exterminism” – un mondo caratterizzato da una “guerra genocida dei ricchi contro i poveri”.

Queste distopie possono sembrare fantascienza, ma sono perfettamente plausibili data la nostra attuale prospettiva. La tecnologia della robotica e dell’intelligenza artificiale continuerà a migliorare – ma senza un cambiamento politico sostanziale, il risultato potrà variare da negativo ad apocalittico per la maggior parte delle persone. Ecco perché vale la pena prendere sul serio i recenti rumors su una robot-tax, che oggi può rappresentare una opportunità per sviluppare una risposta politica all’automazione di massa, prima che sia troppo tardi.

Quando chiesi a Matt Bruenig, uno dei massimi pensatori della sinistra, qual era il suo pensiero, mi spiegò che qualsiasi cosa facciamo, non dovremmo cercare di scoraggiare l’automazione. “Il problema con i robot, non è la produzione ed il loro utilizzo per la produzione – cosa che effettivamente è un bene per la produttività.” mi ha detto. “Il problema è che i robot sono di proprietà dei ricchi, il che significa che il reddito che producono resta quasi completamente in mano alla gente ricca.”

I robot che ammazzano il lavoro sono una cosa buona, in altre parole, lo sono se la prosperità che producono viene distribuita a tutta la popolazione. Un report di Oxfam uscito all’inizio di quest’anno ha rivelato che gli otto uomini più ricchi del mondo possiedono più ricchezza di metà della razza umana. Immaginate a che livello potranno arrivare queste cifre se l’automazione accelererà ancora questa discrinimazione. Ad un certo punto, una piccola manciata di miliardari potrà controllare quasi al 100% di tutta la ricchezza della società.

Poi, forse, l’idea che la ricchezza deve essere proprietà di molti, e non monopolizzata da pochi, non sembrerà più così radicale, e quindi non sarebbe sbagliato, fin da adesso, assicurarci che si cominci con un po’ di dolorosamente necessaria redistribuzione – prima che il capitalismo-dei-robot ci uccida tutti noi.



http://comedonchisciotte.org/robots-non ... iu-ricchi/


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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 08/03/2017, 15:38 
In pratica se tutto va bene verremo mantenuti dai robot ma a nostra volta dovremo mantenere milioni di migranti quindi ci ritroveremo comunque con le pezze al culo.



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 Oggetto del messaggio: Re: Il Pianeta dei Robot
MessaggioInviato: 08/03/2017, 18:12 
cari amici,
Cita:
Appena i ricchi avranno a disposizione una infinita ricchezza prodotta senza lavoro umano,


secondo me, l'articolista non vede il punto essenziale, se quasi tutti saranno poveri, chi comprerà la superproduzione dei robot ? [;)]

NIENTE VENDITE , NIENTE RICCHEZZA !! [;)]

ciao
mauro



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