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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 14/01/2018, 16:50 
casini si candida col pd..
ahe cco,
mò si capisce..
presidenza commissione banche,
boschi, ecc,
e pretendeva di essere imparziale..
la commissione tutta una farsa ovvio..

repsonsabile elettorale del pd..

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https://twitter.com/catirafaella

https://twitter.com/catirafaella/status ... 5879258112
In questi cinque anni sono state fatte tante cose importanti, alcune anche da rivedere, ma non saremmo obiettivi se non dicessimo che l’Italia è ripartita. Al prossimo governo affidiamo un Paese pieno di potenzialità.

Per questo, anche per questo, il nostro è #ObiettivoGoverno.
15:24 - 14 gen 2018

cristo..
ma chi fa il casting?
bellomo??

ma chi se la skopa a questa?
vorrei tanto saperlo..


Ultima modifica di mik.300 il 14/01/2018, 17:09, modificato 1 volta in totale.


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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 14/01/2018, 17:05 
Pensa c'è chi come te indirettamente li sosterrà. Di cosa ti lamenti?



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la prima religione nasce quando la prima scimmia, guardando il sole, dice all'altra scimmia: "LUI mi ha detto che TU devi dare A ME la tua banana. (cit.)
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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 14/01/2018, 17:32 
MaxpoweR ha scritto:
Pensa c'è chi come te indirettamente li sosterrà. Di cosa ti lamenti?


cioè?
io voto salvini al senato, i 5S alla camera..
tanto x rompere i koglioni..
nessuno dei 2 è perfetto..

comunque renzine=berluschine..
zoccole le une, zoccole le altre..
tutte arriviste ovviamente..
chissà chi si fanno
per essere lì..

comunque i dem si sciacquano la bocca
con la parità dei diritti, no discriminazioni..
ecc.
ma vedo che sono tutte di molto trombabili..
(lasciando perdere il cervello..)
di cesse, ma intelligenti, non ne vedo proprio..
non le vogliono?



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Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 14/01/2018, 17:35 
Voti salvini quindi voti per Berlusconi alleato del PD.



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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 14/01/2018, 19:29 
Ci hai provato Max [:D]
Io mi aspetto ancora sorprese.



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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 14/01/2018, 19:41 
MaxpoweR ha scritto:
Voti salvini quindi voti per Berlusconi alleato del PD.


eh lo so
hanno fatto la legge apposta..
ladri si, scemi no..

(hanno pure impedito il voto disgiunto..
se vuoi votare lega, ti devi sorbire il candidato della coalizione..)
comunque tolto il 30% di maggioritario,
resta un buon 70% di proporzionale..
se salvini sopravvanza di molto berlusca,
il leghista il cavaliere se lo mette in saccoccia..

dipende dal voto..
viceversa se sono appaiati
se lo deve sorbire..



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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 14/01/2018, 19:58 
mik.300 ha scritto:
il leghista il cavaliere se lo mette in saccoccia..[/size][/b]
dipende dal voto..
viceversa se sono appaiati
se lo deve sorbire..[/i]


Non conta assolutamente nulla chi prende più voti di chi. comanda Silvio e si fa quello che dice l'europa. Idem col PD. E' inutile farsi i film :)



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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 15/01/2018, 11:54 
MaxpoweR ha scritto:
mik.300 ha scritto:
il leghista il cavaliere se lo mette in saccoccia..[/size][/b]
dipende dal voto..
viceversa se sono appaiati
se lo deve sorbire..[/i]


Non conta assolutamente nulla chi prende più voti di chi. comanda Silvio e si fa quello che dice l'europa. Idem col PD. E' inutile farsi i film :)



Quoto.


Immagine <--- zakmck per favore dammi una mano. Riesci a capire perchè non riesco a riportare le immagini delle vignette di Marione? O sono solo me che non le vede postate?




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Elezioni, Verdini e Renzi verso l’accordo. In cambio del sostegno, seggi sicuri per Ala. Barani: “Ho arretrati da incassare”


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Lo schema prevede che Ala presenti le liste nel proporzionale con il Pd portando alla coalizione un pacchetto di voti soprattutto in Campania, Puglia e Toscana, dove i verdiniani sperano di raccogliere un po’ di preferenze. La "contropartita" dell'accordo sarebbe un seggio nell'uninominale a Prato e alcuni nei collegi esteri. Il senatore al Fatto.it: "La storia dirà che hanno fatto le riforme grazie a noi. Io un giocatore protagonista, da Pallone d'Oro". Critici i promotori della Lista Insieme
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Dopo aver sostenuto il governo Renzi tradendo il proprio padrino politico, Denis Verdini sta lavorando per costruire un’alleanza con il Pd in vista delle elezioni del prossimo 4 marzo. La notizia è stata anticipata sabato al Corriere Fiorentino e a quanto risulta al ilfattoquotidiano.it la prossima settimana sarà decisiva per stabilire modi e tempi dell’intesa. I dem non parlano, gli uomini di Beatrice Lorenzin aprono, mentre sono critici i promotori della Lista Insieme. Gli uomini di Ala, questo è certo, sembrano crederci davvero.


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“Arretrati da incassare”
Lucio Barani, uno dei più vicini a Verdini, lancia un messaggio chiaro: “La storia dirà che i governi Renzi e Gentiloni e le loro riforme sono esistite solo grazie a noi e io ne sono stato un giocatore protagonista, sono stato da Pallone d’Oro – dice il senatore a Ilfatto.it – La storia dirà che abbiamo avuto ragione noi e non i nostri avversari Bersani, Grasso, Salvini e i comici. Io sono socialista e riformista dal 1970, i comunisti Bersani e D’Alema se ne sono andati finalmente e Renzi è venuto nella mia casa. Adesso ho degli arretrati da incassare come affitto”.

Liste nel proporzionale e seggi sicuri
La strategia sarebbe questa: il gruppo parlamentare, fondato da Denis Verdini nell’estate 2015, vorrebbe presentare delle liste in quota proporzionale con il Pd così da portare alla coalizione di centrosinistra un cospicuo pacchetto di voti soprattutto in alcune regioni – come la Campania, la Puglia e la Toscana – dove gli esponenti di Ala sperano di raccogliere un po’ di preferenze. Secondo quanto previsto dal Rosatellum, infatti, anche in caso di mancato superamento della soglia di sbarramento fissata al 3% i voti delle liste che hanno raggiunto l’un per cento non andrebbero persi ma verrebbero travasati nella lista maggiore della coalizione. In cambio Ala chiederebbe al Pd alcuni seggi sicuri nelle regioni rosse come la Toscana e l’Emilia Romagna sul modello che vedrebbe Pier Ferdinando Casini candidato a Bologna, o addirittura con una candidatura all’estero. Barani racchiude le discussioni di questi giorni in una metafora: “Sono un radiologo ho fatto la radiografia al partito cambiandone il nome (in riferimento all’accordo Ala-Pri, nda), ora tocca al medico leggere la lastra e decidere cosa farne. Se questo matrimonio s’ha da fare o no va chiesto a Manzoni o a Don Abbondio”.


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La contropartita: Mazzoni a Prato
L’alleanza riguarderebbe soprattutto la Toscana, terra di origine degli esponenti più in vista di Ala, in primis lo stesso Verdini. Poi Barani, originario di Aulla, il fiorentino Massimo Parisi e l’ex direttore del Giornale della Toscana Riccardo Mazzoni. E secondo il Corriere Fiorentino il più indicato per ottenere un seggio nel collegio della sua Prato è proprio Mazzoni che però ha preferito non commentare. Durante il week end, sono stati intensi gli scambi telefonici tra gli esponenti dei due gruppi e una fonte vicina ad entrambe le parti in causa conferma al ilfattoquotidiano.it che il “dialogo continuerà anche nei prossimi giorni”. Lunedì intanto si riunirà la direzione Pd e in settimana anche quella di Ala. Solo allora tutto sarà più chiaro.

Toccafondi: “Se son rose, fioriranno”
La notizia ha creato qualche malumore tra i dirigenti del Partito Democratico. Per adesso, però, la linea condivisa è quella di non commentare: “Non ne so niente”, dicono i dirigenti dem. Critici, invece, i promotori della Lista Insieme: “Quando ci verrà chiesta un’opinione declineremo l’invito ad allearci con liste che si presenterebbero alle elezioni attraverso l’uso mascherato di simboli di partito. C’è bisogno invece di una visione comune sul futuro dell’Italia – dicono Angelo Bonelli, Riccardo Nencini e Giulio Santagata – Solo così la coalizione di centrosinistra potrà fondare un’intesa politica seria e rassicurante. Siamo in campo per tenere aperta una prospettiva di riorganizzazione del centrosinistra che certamente non contempla apparentamenti innaturali esclusivamente elettorali”. Più possibilista è il sottosegretario all’Istruzione Gabriele Toccafondi che ha aderito a Civica Popolare di Beatrice Lorenzin: “Ricordo a tutti che i governi Letta e Renzi sono stati sostenuti da forze politiche molto distanti tra loro – spiega al Ilfatto.it – adesso bisogna capire se queste forze vogliono continuare a correre insieme per continuare le riforme che abbiamo fatto negli cinque anni. Apriamo un tavolo fra tutte le forze della coalizione, compresa Ala, e discutiamone”. Poi conclude: “La gente in campagna elettorale non ti chiede con chi stai, ma cosa vuoi fare. E tra il Pd e Ala, se son rose fioriranno”.


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Dal Nazaremo al referendum
Verdini e Matteo Renzi hanno un rapporto decennale. Fu proprio l’ex sherpa berlusconiano a presentare il giovanissimo presidente della Provincia all’ex cavaliere nel marzo 2005. Verdini nel gennaio 2014 è stato anche il garante del Patto del Nazareno, rotto solo un anno dopo con l’elezione al Quirinale di Sergio Mattarella. Dopo pochi mesi proprio l’ex macellaio di Fivizzano, coinvolto in diversi processi e recentemente condannato a 9 anni per bancarotta e truffa nell’ambito del crac del Credito fiorentino, decise di rompere con il proprio padrino politico e formare un gruppo parlamentare che facesse da stampella al governo e sostenesse il “Sì” al referendum costituzionale del 4 dicembre 2016. Si sa com’è andata a finire, ma Verdini non molla e continua a vedere in Renzi la figura che può risollevare le sorti dell’Italia. Il sostegno però arriverà ad una sola condizione: una comoda poltrona in Parlamento.
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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 15/01/2018, 15:21 
Fanno proprio schifo, pensano a sistemarsi il culo altro che programmi e menate viarie. Degna rappresentanza del popolo italiano perchè l'italiano è così.


p.s.: Comunque io le vignette le vedo



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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 15/01/2018, 16:12 
MaxpoweR ha scritto:
p.s.: Comunque io le vignette le vedo



Grazie dell'info MaxpoweR.
Ora è tutto ok. Un mio problema con Firefox. Ho risolto. [;)]

Per zakmck: come non detto. [:)]



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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 15/01/2018, 16:18 
Il processo sull'amianto che fa tremare l'Ingegnere

De Benedetti è nervoso: il 7 febbraio a Torino inizia l'Appello per i morti all'Olivetti di Ivrea

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Andrebbero riletti gli straordinari articoli che su Repubblica il suo (allora) direttore Ezio Mauro dedicò al rogo dell'acciaieria Thyssen a Torino, scavando a fondo nel rapporto perverso tra impresa e profitto, tra lavoro manuale e tragedia: tra spregiudicatezza imprenditoriale e crimine.

Andrebbero riletti per capire a fondo lo psicodramma che agita oggi Repubblica, caso senza precedenti di un quotidiano che scarica brutalmente il suo editore: Carlo De Benedetti, l'uomo che ventisette anni fa salvò il quotidiano di Scalfari dalle grinfie di Silvio Berlusconi, e da cui oggi la direzione prende platealmente le distanze.

Cosa c'entra la Thyssen? C'entra. Perché se la strage degli operai dello stabilimento torinese - nella notte tra il 6 e 7 dicembre 2007 - dell'azienda tedesca fu un capitolo terribile del dispregio delle norme di sicurezza, ancora più terribile e catastrofica fu la strage silenziosa che si consumò in un'altra azienda: l'Olivetti di Ivrea. E per cui tra una manciata di giorni affronterà il giudizio d'appello proprio il «presidente onorario» di Repubblica: Carlo De Benedetti.

L'Ingegnere è stato condannato in primo grado a cinque anni di carcere per omicidio colposo plurimo. Ora è stato fissato il processo d'appello: 7 febbraio, a Torino. È questa comunicazione, notificata nei giorni scorsi al suo difensore Giuliano Pisapia, a turbare davvero i sonni di De Benedetti. Perché è l'ultima chance di dimostrare nel merito la sua innocenza, convincere i giudici di non avere saputo nulla dell'amianto che giorno dopo giorno ammazzava operai e impiegati della gloriosa fabbrica di Ivrea. Poi, solo l'esile schermo della Cassazione lo salverà dalla condanna definitiva, dalla prospettiva di passare alla storia non come un maestro dell'etica politica, non come un grande editore né come un consigliere e facitore di ministri e di premier ma più banalmente come un assassino di operai. Un capitalista-squalo da caricatura di Grosz.

Anche per questo De Benedetti è nervoso, e anche questo forse ha spinto Mario Calabresi, direttore di Repubblica, a spiegare ai suoi lettori che il giornale non ha nulla a che fare con gli affari privati del suo presidente onorario: né quando si faceva passare dal presidente del Consiglio informazioni riservate su cui speculare in Borsa; ma neppure quando, in nome del profitto - così sta scritto nella requisitoria del processo di primo grado - lasciava che la polvere d'amianto, di cui conosceva perfettamente la presenza e gli effetti, ammazzava i dipendenti che avevano la sventura di lavorare per lui. Nella fabbrica che il suo fondatore Adriano Olivetti aveva immaginato come azienda simbolo di un capitalismo umano e responsabile, e che invece sotto la gestione di Carlo De Benedetti (e di suo fratello Franco, condannato insieme a lui) si trasformò in una specie di mattatoio.

La speranza dell'Ingegnere era forse che i tempi lunghi della giustizia diluissero il caso, lo spostassero verso il limbo della prescrizione. Invece la Corte d'appello di Torino, pur ingolfata di processi, ha deciso di fissare il processo. E sul giudizio che si apre il 7 febbraio incombono come magli le motivazioni della sentenza di primo grado e le perizie del tribunale, che dimostrano come davanti a concentrazioni di amianto cinquanta volte superiori ai limiti di legge, l'Olivetti di De Benedetti non fornisse agli operai nemmeno una mascherina di protezione. Nei diciott'anni passati alla guida dell'azienda di Ivrea, l'Ingegnere girò gli occhi dall'altra parte. La sentenza che affronta il giudizio di secondo grado attribuisce De Benedetti sette morti: ma il totale, nei fascicoli ancora aperti, raggiunge la cifra di ottantacinque. Un editore scomodo, per il giornale dei diritti civili.

http://www.ilgiornale.it/news/politica/ ... 83006.html

IN GALERA!



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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 18/01/2018, 07:20 
Il pizzino del Governo per le prossime elezioni


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di MoVimento 5 Stelle
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"Mangano è un eroe, Mangano è il mio eroe", queste le parole di Dell'Utri fondatore di Forza Italia, condannato per concorso esterno in associazione mafiosa, pronunciate poco prima delle elezioni del 2008. Lo stesso Berlusconi, amico fraterno di Dell'Utri, confermò quelle parole: "Mangano è un eroe". Parole di peso, pronunciate poco prima delle elezioni politiche. Un "pizzino".

Dopo dieci anni ecco, oggi, un nuovo “pizzino” da parte del Governo. Un messaggio chiaro agli “amici degli amici”: riforma del sistema carcerario con benefici per i criminali più pericolosi. Un decreto che arriva a Camere sciolte e che si cerca di far passare sotto silenzio.

Il decreto punta a smantellare il divieto di concessione di benefici penitenziari - quali permessi premio, lavoro all'esterno, misure alternative alla detenzione - a gente che si trova in carcere per reati di particolare gravità: sequestro di persona, pornografia minorile, prostituzione minorile, tratta di schiavi, favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, traffico di droga. Anche se non collaborano con la giustizia, con questo decreto, potranno vedersi concedere i benefici.

Ma il “pizzino” per le elezioni 2018 è ancora più pregno di offerte agli “amici degli amici”: il Governo ha eliminato il potere di veto del Procuratore Nazionale Antimafia su eventuali benefici concessi ai mafiosi che mantengono il collegamento con l’associazione. Infine, permessi premio anche ai plurirecidivi e altri benefici a chi è evaso, ha commesso reati durante la carcerazione o non ha rispettato le prescrizioni.

Tutto ciò viene alla faccia di tutti i cittadini che chiedono più sicurezza. E oggi, dieci anni dopo la proclamazione del mafioso Mangano a “eroe”, le paroline magiche sono “riforma del sistema penitenziario”. Questo è un ‘pizzino’.

Ovviamente l’unica forza politica a opporsi è il Movimento 5 Stelle: la Lega non c’è e Forza Italia ringrazia il Pd, forse pensa di riscuotere a breve con il voto. Quando ci sarà da votare ricordiamocelo.
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Fonte



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Pd, Renzi: “Disegno contro di noi. La vicenda dei sacchetti è emblematica”. E propone deroga per Gentiloni e ministri


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Il segretario dem apre la direzione sulle liste con l’accusa “a un certo modo di vedere la realtà”. Il premier e i suoi ministri potranno ricandidarsi. Annunciati Paolo Siani e Carla Cantone tra i candidati. Spunta norma per ricandidare Fassino
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Un disegno contro il Partito democratico. La prova? La vicenda dei sacchetti biodegradabili a pagamento nei supermercati. È quello che sostiene Matteo Renzi alla direzione del partito. “C’è un disegno contro di noi, contro il Pd, è evidente. Non solo per chi apra un computer ma anche guardando un tg. La vicenda dei sacchetti è emblematica di un certo tipo di sguardo sulla realtà che va combattuto”, sono le parole del segretario all’assise dei dem, convocata in forma permanente per l’approvazione delle liste. Sacchetti a parte, infatti, l’ex premier ha proposto di concedere una deroga a Paolo Gentiloni e ai ministri attualmente in carica, visto che hanno tutti alle spalle 15 anni di mandato parlamentare, il massimo previsto dallo Statuto del partito, a parte Graziano Delrio.

“Da oggi stesso concediamo la deroga per il presidente del Consiglio e per i suoi ministri. È una valutazione politica. Il presidente del Consiglio farà il presidente del Consiglio, ma se lui e i ministri saranno in campo, come credo, sarà positivo per rafforzare non solo il lavoro di squadra ma anche un team più credibile degli altri”, ha detto Renzi. Che poi a Matrix ha spiegato come i membri dell’esecutivo “saranno in campo, candidandosi in un collegio e in più di una circoscrizione proporzionale. Metteremo in campo la squadra migliore e i candidati migliori.

Secondo l’Huffington Post, poi, il segretario proporrà una deroga anche per candidare gli ex segretari del Pd e dei partiti fondatori dei dem, e cioè i Ds e la Margherita. Si tratta in realtà di un escamotage per riportare in Parlamento Piero Fassino. Walter Veltroni e Francesco Rutelli, infatti, sono fuori dai giochi da tempo. L’ex segretario Pierluigi Bersani ha lasciato il partito è si candiderà con Liberi e Uguali, mentre Dario Franceschini potrà comunque ricandidarsi visto che è un ministro del governo Gentiloni. Per questo motivo la deroga per gli ex segretari è già stata ribattezzata norma “Salva Fassino“, con qualche polemica da parte dei dirigenti piemontesi che nel collegio Torino 1 vorrebbero candidare volti diversi da quello dell’ex sindaco.

Ed è per questo che il segretario ha messo le mani avanti: “Gli spazi si riducono, deputati e senatori uscenti non saranno tutti riportati nel Parlamento, anche perchè un partito non si può riproporre con gli stessi volti. La decisione sulle deroghe dei parlamentari la lascerei a margine, la possiamo prendere solo quando sarà chiaro il quadro sulle liste”. Consapevole delle polemiche in corso nei vari collegi – dai “figli e parenti di” fino al seggio di Bologna concesso a Pierferdinando Casini – Renzi ha quindi scelto di comunicare ai suoi il nome di un candidato proveniente dalla società civile: il fratello di Giancarlo Siani, giornalista ucciso dalla camorra a Napoli. “Ho scelto di iniziare con il primo nome per il Parlamento con un uomo che vive in una delle realtà in cui abbiamo fatto più fatica, in un’area culturale alla quale siamo orgogliosamente affini e che lavora in prima linea tutti i santi giorni: Paolo Siani è il nostro primo candidato. Già nelle prossime ore annunceremo altre personalità: abbiamo chiesto a una personalità della Cgil, Carla Cantone, e lei ha accettato”.

Dopo aver annunciato i due nuovi acquisti, quindi, il numero uno del Nazareno è tornato a citare l’ex presidente della Francia, François Mitterrand. “Nel Paese c’è una parte rilevante e significativa che chiede una forza tranquilla, di riconoscere che il rancore, l’odio, il risentimento, la fabbricazione di prove false o fake news non è maggioritario nel Paese. C’è poi una fascia di mezzo di chi ha voglia di continuare a credere nel ruolo della politica e in un governo del Pd nel Paese, perché se un governo non lo facciamo noi, va nelle mani di realtà che hanno una relazione complicata con la verità e si stanno caratterizzando per essere gemelli diversi. Basta chiacchiere, al lavoro e alla lotta”, sono le parole di Renzi che sostiene di vedere una ripresa nei sondaggi: “Non si può vincere la campagna elettorale parlando solo alla testa degli elettori. I segnali ci sono di una ripresa dopo la costante caduta dei mesi scorsi”.

Secondo diversi rumors, nel frattempo, l’ex premier starebbe tentando di convincere Gianni Pittella, capogruppo dei Socialisti europei a Bruxelles, a candidarsi nella sua regione, la Basilicata, contro Roberto Speranza. In quel collegio, per il Pd, dovrebbe correre il fratello di Pittella, Marcello, governatore della regione lucana. E mentre cerca nomi forti, il segretario prova ad aprire alle minoranza assicurando che concederà maggiori spazi rispetto a quelli che furono garantiti ai suoi nel 2013, quando il segretario era Bersani. “Ci fu un comportamento diverso da quello che propongo oggi, non fu rispettato l’esito delle primarie. Noi invece dobbiamo rispettare le diverse sensibilità. Garantirò un riconoscimento non solo simbolico ma anche numerico”, dice il numero uno dei dem. Sui seggi sicuri in lista, però, l’ex premier ha comunque cercato di buttare acqua sul fuoco. “Ha un posto sicuro – ha detto – solo chi si prende il voto sul collegio, dobbiamo essere chiari. L’idea che esistono posti intoccabili non è vera, se c’è una squadra coesa molto, se non tutto, è contendibile. Un terzo dei seggi viene attribuito alla coalizione, che mette insieme tutto il contrario di tutto. E così nei collegi il centrodestra che non è competitivo su base nazionale, lo è”.

E a proposito di coalizione, Renzi ha annunciato di aver chiuso gli accordi con Svp e Patt, ringraziando espressamente l’ex sindaco di Torino, che sarà probabilmente riportato presto in Parlamento. “Il lavoro generoso di Fassino sta portando alla chiusura di una coalizione per la quale abbiamo aperto ad altri tre soggetti politici, la lista Civica e popolare di Lorenzin, la lista Insieme, che include i Verdi e chi aveva iniziato con Pisapia, e la lista +Europa con Emma Bonino”. Proprio l’alleanza con Svp fa spuntare un altro caso: per ricandidarsi al Senato, infatti, ha bisogno di una deroga anche Gianclaudio Bressa, l’uomo cerniera dell’accordo con Svp. In pratica l’unico motivo per cui il Pd è dato in vantaggio in Trentino Alto Adige.
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Il babbeo prima fa ca##@te e poi denuncia che c'è un disegno contro il Partito democratico.


Mattè, fumi troppa cicoria.
Comunque di che si lamenta?
Era stato avvisato:

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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 18/01/2018, 11:57 
Ah quindi sarebbe un GombloDDo conto il PD? Ma se controllano tutto loro chi glielo deve fare sto complotto bah



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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 18/01/2018, 12:02 
http://www.dagospia.com/rubrica-3/polit ... 165009.htm

IL PD SI CAGA SOTTO COL MAGGIORITARIO (VOLUTO DAL PD) - TUTTI I BIG DISERTANO I COLLEGI UNINOMINALI E SCELGONO IL PROPORZIONALE – SPAVENTANO I DUELLI CON GLI EX CONFLUITI IN “LIBERI E UGUALI” – RENZI SCAPPA DA AREZZO

Gentiloni sarà perciò capolista nel listino «bloccato», ma non è certo la stessa cosa. Con la scusa che è ministro dell' Interno, anche Minniti diserterà la sfida diretta nell' uninominale, nonostante gli appelli del governatore calabrese Oliverio a farlo nella sua Reggio. Persino Renzi ha lasciato di stucco i seguaci di Arezzo, non mantenendo la promessa di candidarsi al collegio del Senato.

E il sindaco Ghinelli ha tuonato: «Renzi si è preso gioco degli aretini; il cuor di leone di Rignano, il bullo di campagna, è scappato alla chetichella». Caso ancor più eclatante è quello della Boschi, «blindata» nei listini proporzionali (Toscana, Trentino, Palermo), dopo esser stata sconsigliata a candidarsi in collegi di tutta Italia. Proprio lei, la «madrina» di tutte le riforme. In fuga precipitosa e con paracadute ultimo modello, pur di non mollare il seggio dorato.

la boschi c'ha il kulo(ne) parato..
si sa..
avvinghiata alla seggiola come una super-cozza..
capito?
al maggioritario mandano le vittime sacrificali a immolarsi,
"le pedine sacrificabili" mi verrebbe da dire..
e loro si beccano il pasto sicuro nelle retrovie..

VIGLIACCHI..BAMBOCCIONI E PARASSITI



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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 21/01/2018, 14:28 
Ecco la stangata del governo Gentiloni sulle famiglie


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di MoVimento 5 Stelle
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Il 2018 ha debuttato nel segno dell’educatissimo e moderatissimo Gentiloni al governo del Pd. Ma mentre la grande stampa strombazza i dati di una crescita che nessuno ha percepito, ecco che invece qualcuno si preoccupa di ricordare agli italiani quale mazzata, tutt’altro che moderata, arriverà sui bilanci delle famiglie.

L’Adusbef, un’affidabile associazione dei consumatori, ha stimato una stangata da 952 euro a nucleo. Ecco, poi, perché avanzano povertà ed esclusione sociale.

Saliranno Rc Auto, tanto per cambiare, e spese per trasporti. Ma anche Tari ed esborsi per la scuola o i servizi professionali e bancari. Nel dettaglio, si parla, in media, di +40 euro sui pedaggi autostradali, +97 per il trasporto, +49 per la Tari, +45 per l’acqua, +55 per i ticket sanitari, +25 per le assicurazioni auto, +18 per le tariffe postali, +156 per la tariffe professionali e più 38 euro per i costi dei conti correnti bancari.

Questi dati ci spiegano bene perché poi 18 milioni di italiani siano a rischio povertà. Con una percentuale, secondo Istat, passata dal 28,7 al 30% solo dal 2015 al 2017, negli anni dei governi di Renzi e del moderato Gentiloni.

Loro sono quelli bravi e capaci? Sì, bravissimi a farsi i fatti loro a scapito degli italiani.
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Pd chiede ai bolognesi di votare Casini. Ecco come risponde la città, tra rabbia, rassegnazione e realpolitik


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“Com’è stato tradito Gesù Cristo, così siamo stati traditi dal nostro partito”, “In fin dei conti la politica è fatta per trovare momenti di convergenza in certe fasi particolari. Casini con il Pd? Nulla di scandaloso o disdicevole”. Gli elettori di sinistra di Bologna commentano la scelta del Partito democratico di candidare Pier Ferdinando Casini nel collegio uninominale dell’area metropolitana bolognese. C’è chi ne fa una questione di realpolitik e “puro calcolo elettorale, come quando Berlusconi nel 2013 fu candidato in Molise”, e chi, invece, trova conferma di un partito che “da quando c’é Renzi non è più di sinistra”. E sulla possibile sfida al Senato tra Casini e l’ex dem Bersani, che si presenterà con Liberi e Uguali: “Trovo che sia stato sbagliato mettere in campo un uomo di destra contro Bersani che comunque ha una sua leadership qui a Bologna”, “Sarebbe stato più sensato candidare qualcuno al di fuori dei precedenti politici”, “meglio perfino un giovane sconosciuto”
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