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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 02/02/2018, 19:39 
[:296] .. è sempre lì! E ci costa un sacco anche da fermo (per mantenerlo efficiente) [xx(]



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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 03/02/2018, 15:44 
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Renzi: “No a promesse”. Programma Pd: crollo debito, un milione di posti di lavoro e treni gratis ai disoccupati per 6 mesi


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I cento punti del Pd presentato a Bologna: taglio dei contributi in busta paga, 240 euro al mese per figlio, canone Rai azzerato per i meno abbienti, abbattimento della disoccupazione giovanile di oltre 10 punti...
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“Non partecipiamo alla competizione a chi la spara più grossa, a chi lancia la proposta più dispendiosa, a chi si inventa l’idea più mirabolante. La nostra promessa è una: non fare promesse“. Matteo Renzi scrive su facebook. Poco dopo il Pd presenta il programma all’Opificio Golinelli, a Bologna e fissa come obiettivi, tra le altre cose, un assegno universale per le famiglie, un salario minimo, 400 euro al mese per ogni figlio fino ai 3 anni, una crescita del Pil del 2 per cento, l’abbattimento del tasso di disoccupazione giovanile sotto al 20 per cento (dal 32 circa) e quello del rapporto debito/Pil sotto al 100 (dal 133 circa). Probabilmente solo una questione di vocaboli utilizzati. “Abbiamo tre versioni del programma politico del Pd – spiega Renzi – Una versione malloppo,una versione bignami e infine una proposta che susciterà qualche polemica: quelli propongono reddito di cittadinanza, noi invece proponiamo 100 piccoli impegni concreti, 100 piccole cose realizzabili ma lo facciamo a partire dai risultati raggiunti. Per ciascuno dei 100 passi in avanti ci saranno 100 risultati raggiunti“. Cento piccoli impegni per cento risultati raggiunti. Per esempio, spiega il segretario del Pd, la lotta all’evasione fiscale: “Sono dati incredibili: siamo passati da qualcosa come 10 miliardi di euro nel 2010 di recupero a oltre 20 lo scorso anno. Perché? Perché abbiamo incrociato le banche dati. Qui sta la differenza tra chi fa e chi soltanto parla”. Una ricostruzione un po’ generosa, come dicono anche esperti del settore.


Per presentare il programma del Pd, Renzi ha scelto l’Opificio Golinelli di Bologna, un edificio recentemente ristrutturato dove l’industriale Marino Golinelli, 97 anni, ha creato una Cittadella della scienza in cui si organizzano iniziative culturali, didattiche e divulgative. “E’ una delle personalità più giovani che ho conosciuto negli ultimi anni”, ha detto Renzi. In platea una buona parte dello stato maggiore del partito, a cominciare da Lorenzo Guerini e Piero Fassino, il ministro Dario Franceschini e quasi tutti i candidati del Pd dei collegi dell’Emilia-Romagna, fra cui Lucia Annibali e Carla Cantone. “Gli altri promettono il paese dei balocchi, noi abbiamo un altro programma”, è lo slogan scelto per l’iniziativa. L’illustrazione del programma è stata affidata a Tommaso Nannicini, che in passato è stato consulente economico di Palazzo Chigi e ora è candidato a un seggio in Parlamento.

Il grosso del programma Pd è sui temi economici e fiscali. Tra le proposte c’è una “patente fiscale a punti” con una serie di “vantaggi, tributari e non” per chi paga correttamente le tasse. Il piano del Pd prevede di arrivare a 30 miliardi nella lotta all’evasione e a introdurre “un modello fiscale che valorizzi il contrasto d’interesse, nella logica veicolata dal messaggio ‘scaricare tutto, scaricare tutti'”. Tra le misure fiscali ipotizzate anche l’estensione degli 80 euro a partite Iva e autonomi e un nuovo calo di Ires e Iri (rinviata di un anno con l’ultima manovra) al 22 per cento. Ma non solo: “Abbiamo restituito 80 euro a chi guadagna meno di 1500 euro – ha detto Nannicini – L’obiettivo è estendere questo provvedimento per ogni figlio fino ai 18 anni. Nessuna legge di bilancio che faremo dovrà costare di più delle precedenti”.

Sul lavoro Renzi promette “un altro” milione di posti di lavoro: “Quando abbiamo iniziato a governare c’erano 22mln occupati, ora siamo a quota 23 mln. Vogliamo arrivare a 24 mln, non è un progetto campato in aria”. Le misure previste sono la riduzione del costo del lavoro attraverso un taglio strutturale di 4 punti dei contributi (dal 33 per cento al 29), ma anche una “buonuscita compensatoria” per i contratti a tempo determinato che non vengono stabilizzati. “Il lavoro a tempo indeterminato – si legge – vale di più, deve costare di meno”. Prevista anche “una tessera gratuita di sei mesi per viaggiare sui treni per chi perde il posto di lavoro”.

Poi il welfare e le famiglie: “Un assegno universale per le famiglie e un sistema di welfare per chi deve prendersi cura dei figli. Una misura fiscale unica (in grado di raggiungere anche gli incapienti sotto forma di assegno) che preveda 240 euro di detrazione Irpef mensile per i figli a carico fino a 18 anni e 80 euro per i figli fino a 26 anni”. La misura costa 9 miliardi e varrà “per tutti, da zero fino a 100 mila euro l’anno”. C’è poi la sfida del salario minimo universale perché chi la sera porta le pizze non può guadagnare 5 euro”. E ancora: “Uno strumento triennale di 400 euro al mese per ogni figlio fino ai 3 anni”, per nido o baby sitter: in questo caso l’investimento pesa poco più di un miliardo.

Capitolo conti pubblici. “Il nostro obiettivo – dice Renzi – è scendere sotto il 9 per cento di disoccupazione nella prossima legislatura”, ma in particolare “scendere sotto il 20 per cento di disoccupati giovanili nella prossima legislatura”. E nel frattempo “raggiungere il 100 per cento del rapporto debito-Pil nei prossimi 10 anni”. C’è anche un passaggio sul canone Rai da “azzerare alle categorie meno abbienti“.

Per contro il segretario tiene a precisare che “non spareremo cifre a caso come 100 miliardi per il reddito di cittadinanza. Noi diamo incentivi per assumere. Il reddito di cittadinanza è un incentivo per licenziare”. Quanto alla Flat tax – cavallo di battaglia del centrodestra – Renzi ha detto: che senso ha “abbassare le tasse ai miliardari? Perché abbassare le tasse a chi guadagna tanti soldi e non a chi fatica ad arrivare alla fine del mese?”.
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Cita:
... un milione di posti di lavoro e treni gratis ai disoccupati per 6 mesi



... un milione di posti di lavoro e treni gratis ai disoccupati per 6 mesi???

Ma un'automobile nuova con bollo e assicurazione pagati, no?
E una zuppa di rape e fagioli di Lucca al dì (fatta dai trolls) e panino doppio (pane sciapo) con la mortazza (a chi piace) da Gigi er porchettaro... ovviamente tutto free, no?

Si si babbeo, “No a promesse”...basta prese per il c@#o.


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Un milione di posti di lavoro.
Castroneria già detta nel 1994.
Ci ricorda qualcuno. Vero?

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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 03/02/2018, 16:27 
Fose stato un anno di mezzi pubblici i avrei fatto un pensierino [:246] [:246] [:246]

e pensare che la metà degli italiani si bevono ste idiozie :°



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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 04/02/2018, 08:41 
Elezioni, nel Pd già si pensa al “dopo Renzi”. Vox tra i militanti: “Se andiamo sotto il 25%? Gentiloni o Zingaretti alla segreteria”

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Nel tardo pomeriggio di ieri, allo ‘Spazio Altraeconomia’ a Roma, il Pd ha apertura la campagna elettorale con il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni e il presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti. Un incontro riservato a volontari, militanti ed iscritti del partito di Roma e del Lazio. Gentiloni, candidato al collegio Lazio-1 e Zingaretti, in corsa per il secondo mandato da Presidente delle Regione, tra i pochi a guidare una coalizione di centrosinistra che vede anche la partecipazione di ‘Liberi e Uguali’, forte di sondaggi che lo danno intorno al 40%. I due nei loro discorsi hanno tenuto a ricordare il ruolo del Partito Democratico come forza credibile di governo, ma entrambi non hanno mai pronunciato il nome dell’attuale segretario Matteo Renzi. E proprio i retroscena raccontano, che dopo il caos liste, gli ‘orlandiani’ guardino proprio a Nicola Zingaretti quale possibile nuova guida per la segreteria nazionale del partito, se alle politiche i dem a guida renziana, dovessero affermarsi al di sotto della ‘soglia Bersani’, ovvero sotto il 25% che il partito conquistò nel 2013. Fantapolitica? Chissà. Intanto in molti tra i militanti dem intervistati apprezzano questa ipotesi: “Gentiloni e Zingaretti sono due risorse per il partito e in potrebbero guidare il Pd a livello nazionale”
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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 04/02/2018, 10:20 
(Salvini sarà da Giletti 'sta sera ...) [:305]



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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 06/02/2018, 15:49 
PD, tra volti nuovi e fedelissimi di Renzi: “Un governo con B? Vediamo i numeri”. Ma Siani: “Se serve al paese…”

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C’è chi si affida alla retorica del “puntiamo a vincere”, nonostante i sondaggi tutt’altro che esaltanti per il Pd. O chi, più realista, allontana lo scenario al post-voto. Ma nessuno o quasi, tra fedelissimi di Renzi e volti nuovi, esclude un governo con Silvio Berlusconi, se sarà necessario per formare una maggioranza in grado di governare. “Larghe intese con Forza Italia? Su questo dobbiamo ragionare. L’interesse è per il Paese. Se per il bene del Paese bisogna farlo, si farà anche questo“, spiega il candidato del Pd a Napoli Paolo Siani (fratello del giornalista Giancarlo, ucciso dalla camorra nel 1985), voluto da Matteo Renzi in persona come simbolo di legalità.

Ma se Siani non si nasconde, altri come Matteo Orfini e Matteo Richetti provano ad allontanare l’ombra berlusconiana: “Dobbiamo lavorare per evitarlo, non voglio prendere in considerazione altri scenari rispetto al lavoro che dobbiamo fare per vincere”, rivendica il presidente dem. “Se non avremo i numeri, la parola passerà a Mattarella. Sarà un’altra fase, un lavoro che non sarà soltanto in capo al Pd”, rilancia pure il portavoce Pd. “Noi puntiamo a vincere. Ma credo che nemmeno tra Salvini e Berlusconi possa esserci una vera alleanza”, taglia corto invece Francesca Barra. Più realista il fedelissimo renziano Michele Anzaldi: “Vedremo quanti voti prenderemo noi e i numeri degli altri partiti, poi ci penserà il presidente della Repubblica”. Di fatto, nessuno esclude a priori lo scenario delle larghe intese. Se non Cesare Damiano: “Non va fatto il governo con Berlusconi, non si può andare in quella direzione”. Ovvero, un esponente di quella minoranza ridotta ai minimi termini da Renzi nelle liste. E a rischio irrilevanza nel partito.
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Elezioni, Di Pietro: “Renzi non mi ha voluto, dice che sono giustizialista. Preferisce il pregiudicato Berlusconi”


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“Renzi? Quando gli hanno presentato il mio nome alla direzione nazionale del Pd, ha detto: ‘Non candiderò mai quel giustizialista di Di Pietro finché sarò segretario’. Io gli ho risposto che evidentemente preferisce accordarsi col pregiudicato Berlusconi che con il giustizialista Di Pietro”.

Così, ai microfoni di Ecg Regione (Radio Cusano Campus), l’ex magistrato Antonio Di Pietro racconta la sua esclusione dalle liste dei candidati del Pd. Ma precisa: “Io non ho chiesto al Pd di candidarmi. Nel mio Molise volevo candidarmi come indipendente nel centrosinistra. Il Pd regionale ha fatto una mozione specifica per candidarmi in una realtà indipendente di centrosinistra. Avevo messo una condizione alla mia candidatura, e cioè che non avrei mai votato per l’inciucio tra Renzi e Berlusconi. Per questa ragione Renzi non mi ha voluto candidare. Ma io, alla mia età, dopo tutto quello che ho fatto, non vado a vendermi l’anima”. Di Pietro cita l’odierna intervista del senatore Pd Ugo Sposetti a Il Fatto Quotidiano (“Renzi è un delinquente seriale”): “”Do per scontato l’inciucio tra Renzi e Berlusconi dopo le elezioni. La cartina di tornasole è la mia esclusione, io sarei stato un voto contro.

Tutti stanno rilevando che non si rispettano i territori e le minoranze. Il Pd regionale del Molise che è venuto a chiedermi il favore di candidarmi è un Pd renziano. Renzi ha umiliato i suoi stessi collaboratori, porta solo yes-men in Parlamento. Così viene a mancare la democrazia stessa”. E aggiunge: “Non è solo un problema di centrosinistra. Nel centrodestra mette i suoi personaggi, lo stesso M5s fa le primarie, ma poi le aggiusta. Allora sono secondarie, non primarie! Il Pd cancella dalle liste quelli che non la pensano come il segretario nazionale. In questo momento stiamo attraversando un pericoloso difetto della democrazia. Un partito che non dà spazio alle voci libere non è un partito, ma semplicemente un gruppo di yes-men che pur di andare in Parlamento sono disposti a vendere l’anima al diavolo”. L’ex leader Idv omaggia Pierluigi Bersani di Liberi e Uguali, accreditandogli la sua stima, ma dissente dalla scissione dem.

Poi si esprime su Berlusconi: “Lui alla fine è il più coerente di tutti, ha sempre fatto questo e continua a fare. Non è che si è messo a fare politica per farsi ricrescere i capelli. Quando c’è stata Mani Pulite, che riguardava la grande imprenditoria del nord, alcuni imprenditori hanno fatto la corsa a venire in tribunale da me e a confessare, altri hanno deciso di scappare all’estero col bottino. Lui invece si è inventato la terza via: è andato in Parlamento. Si è fatto le leggi che gli servivano e così ha risolto il problema. Ha trovato la via per fregare tutti quanti”.
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Di Pietro, penso che il babbeo non ti ha neanche capito (e comunque se ne frega). E probabilmente nemmeno tu hai capito. [:246]

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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 09/02/2018, 15:43 
Pd: bugie e incompetenza in diretta tv


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di MoVimento 5 Stelle
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Il Partito delle Bugie colpisce ancora: davanti al nostro candidato Dino Giarrusso e a milioni di italiani il sottosegretario alla presidenza del consiglio Sandro Gozi, del Pd, ha detto testualmente: "non è vero che sotto il centro-sinistra il debito pubblico è aumentato". Peccato che i dati dicano il contrario: 2.069 miliardi di debito nel 2013, prima dei governi Renzi e Gentiloni, e 2.218 miliardi nel 2016, cioè 149 miliardi di debito in più in soli 3 anni.

Gozi prova poi a buttarla sul rapporto debito/Pil, sostenendo che "il rapporto tra il debito e la crescita in Italia si è stabilizzato ed è cominciato a scendere". Altra frase altra bugia: 129% di debito/Pil prima del governo Renzi, 132% nel 2016. Alla faccia della stabilizzazione. Gozi ritenta, sarai più fortunato!
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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 09/02/2018, 19:18 
Si però se non risponde dicendo i numeri reali, con fermezza, è inutile che asseconda la caciara del beota PD perchè fa solo il suo gioco.



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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 18/02/2018, 19:48 
Agrigento: Protestano contro Renzi i giovani del Partito Democratico della provincia e si autosospendono



Abbiamo chiesto, nel rispetto del nostro statuto e dei valori di pluralità che ne stanno alla base, un legittimo coinvolgimento dei territori, dei loro militanti e dirigenti. Lo abbiamo fatto nelle sedi opportune e di tutti i livelli, perché è così che in un partito “democratico” dovrebbero essere affrontate e decise le vicende di una comunità. Fino alla fine abbiamo sperato che la segreteria nazionale potesse prendere in considerazione le nostre legittime richieste. Oggi, invece, ci ritroviamo costretti dal Partito Democratico a sostenere nella nostra provincia, candidati che nulla hanno in comune con la nostra storia politica, con i nostri ideali, con la nostra militanza. Il metodo messo in campo dal nostro segretario Matteo Renzi è inammissibile ed inaccettabile. In questi mesi abbiamo assistito ad una predominanza dei “fedelissimi”, su una comunità che ha come principi cardine l’unità e la condivisione. Come si può ignorare tutto questo? In una notte, ciò per cui il PD esiste, per cui il PD è nato, è stato spazzato via, calpestato da una logica figlia di un modo di intendere la politica che non ci appartiene. Non possiamo accettare tutto questo. Non lo accettiamo perché è una enorme mancanza di rispetto verso tutti quei militanti che da anni sacrificano il loro tempo per questo partito. Piuttosto che scrivere a malincuore queste righe, avremmo voluto partecipare ad una campagna elettorale che tramite la celebrazione delle primarie, come da statuto, ci avesse resi partecipi nella scelta dei nostri rappresentanti. Cosa è rimasto di quel Partito Democratico che ha acceso la nostra passione verso la politica? Il segretario nazionale, da sempre, si candida ad essere il riferimento delle nuove generazioni ma ad oggi, l’unico dato che emerge è la scarsa fiducia dei giovani verso questo partito anche e soprattutto nella provincia con il più alto tasso di emigrazione giovanile. Non possiamo e non vogliamo fare campagna elettorale per il “PARTITO DI RENZI”.
Per queste ragioni, i Giovani Democratici della federazione di Agrigento, si autosospendono.
Voteremo Partito Democratico perché, nonostante tutto, siamo convinti che rimanga l’unica proposta seria per il Paese, ma non parteciperemo attivamente alla campagna elettorale. Questa è la posizione dei Giovani Democratici della provincia di Agrigento, consapevoli di dare voce a tanti simpatizzanti, militanti e dirigenti. Questo documento è rivolto a chi ha compiuto queste scelte ingiuste verso la nostra comunità ma soprattutto a tutti i militanti e dirigenti di ogni provincia che non le condividono.
A questi ultimi chiediamo di unirsi a noi per far rispettare la nostra storia, fatta di valori non negoziabili. Questa scelta è inevitabile. E d’altronde, l’unica che può riuscire a far capire quanto sia lontana la base da questo Partito Democratico.
FEDERAZIONE GD AGRIGENTO CIRCOLI PD :
Cianciana Canicattì Joppolo Giancaxio Alessandria della Rocca Lampedusa Bivona Cattolica Eraclea Montevago Campobello di Licata Casteltermini San Biagio Platani .
ripost.it/2018/01/30/agrigento-protestano-contro-renzi-i-giovani-del-partito-democratico-della-provincia-e-si-autosospendono/
SONO FUORI DAL MONDO. [:246]


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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 19/02/2018, 06:26 
Boschi, campagna elettorale col banchiere renziano. Azionisti Sparkasse: “Anche qui una piccola Etruria”


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Collegio che vai, risparmiatore che trovi. Quasi un destino per Maria Elena Boschi. Candidata a centinaia di chilometri dalla sua Arezzo per evitare la rappresaglia elettorale dei truffati di Banca Etruria, in Alto Adige ha più di un motivo per sentirsi a casa. Così, quando sale a Bolzanoper un incontro elettorale, capita che ad accoglierla ci sia anche Carlo Costa, il vicepresidente della Cassa di Risparmio di Bolzano. La stessa che negli anni passati ha registrato perdite per centinaia di milioni mentre le sue azioni crollavano danneggiando i piccoli azionisti. “Anche qui abbiamo avuto la nostra Etruria”, commento uno di loro, che considera inopportuna la candidatura della Boschi. Perché nonostante i nuovi vertici della banca, Costa compreso, siano protagonisti di una ristrutturazione che sta dando dei frutti, il potere che li ha espressi non sembra cambiato. “Il conflitto d’interessi rimane”, ragiona il giornalista Christoph Franceschini, che al caso Sparkasse ha dedicato un libro. “Il presidente Gerhard Brandstätter è un esponente della Südtiroler Volkspartei, il vice Carlo Costa è del Pd, ed è colui che ha maggiormente influito nella candidatura della Boschi”.

Nonostante tra i potenziali elettori ci siano anche gli azionisti della Cassa di Risparmio di Bolzano, Maria Elena Boschi preferisce non parlare di banche. Più che comprensibile, si direbbe. Se solo non si facesse circondare da banchieri anche in Alto Adige. Non uno a caso, intendiamoci. Ma quello che a livello locale è considerato l’uomo forte del Pd: Carlo Costa. Che all’appuntamento elettorale arriva insieme all’altro candidato del Pd “blindato” dai voti della SVP, Gianclaudio Bressa. Ma al contrario della Boschi, Costa non ha problemi a parlare con la stampa: “La politica fuori dalle banche? Dipende, bisogna giudicare dai risultati”, dice a ilfattoquotidiano.it. Ed elenca quelli ottenuti dalla Sparkasse, che ha appena chiuso il bilancio 2017 in utile per 14,4 milioni di euro: “Abbiamo rimesso la cassa in ordine con tassi di copertura rilevanti, e abbiamo avviato un’azione di responsabilità sui vecchi amministratori”. Dietro alle perdite, che per il solo bilancio 2014 ammontavano a 231 milioni di euro, c’erano investimenti sbagliati, certo. Ma non solo: “Qui i conflitti d’interessi hanno causato più danni della crisi”, ha dichiarato il direttore della filiale bolzanina di Banca d’Italia Luigi Parisotto sugli istituti altoatesini. E se i conti della Cassa di Risparmio tornano finalmente in utile, a lasciare perplessi è la distribuzione delle cariche. “Presidenza all’Svp e vicepresidenza al Pd: si tratta sempre dello stesso sistema, il ‘sistema Alto Adige’”, spiega Christoph Franceschini di Salto.bz, una testata locale. Sulle “perdite milionarie della Sudtiroler Sparkasse” ha pubblicato un libro, “Bankomat”, che fino ad ora è costato due querele a lui e altrettante alla testata: “La procura ha chiesto l’archiviazione, ma la banca non demorde”. Oltre alle operazioni che avrebbero condotto a perdite per centinaia di milioni, Franceschini ricostruisce quello che definisce un “sistema di potere che controlla tutto, dalla politica all’economia”.

Ma non di sole banche si vive. Come ha evidenziato Ferruccio Sansa sul Fatto, Carlo Costa è un campione di poltrone. Sua anche quella di direttore tecnico generale di Autostrada del Brennero SpA, che gestisce la A22 con una concessione rinnovata di recente dal governo, senza gara e per altri 30 anni. Ma non è tutto, Costa è anche nel cda di Cedacri, gruppo leader nei servizi informatici per il mondo bancario, dove, tra le altre banche, la sua Sparkasse è azionista con il 6,5 per cento. Come fa a star dietro a tutto? “Usa le ferie”, è la risposta della presidenza del Consiglio provinciale di Bolzano a un’interrogazione del consigliere del M5s Paul Köllensperger sull’incarico di Costa in Autobrennero, partecipata della Provincia. “Il potere monolitico gestito da Svp e Pd non ammette sguardi indiscreti, per questo in Provincia hanno respinto la mia proposta di istituire una commissione d’inchiesta sulla Cassa di Risparmio”, racconta il consigliere. E la Boschi? “La sua candidatura è la ciliegina sulla torta”. Costa è approdato alla vicepresidenza nel 2014, dopo anni da vice nella Fondazione della banca, sempre in quota Pd e sempre in tandem con la presidenza targata Svp di Brandstätter, attuale presidente dell’istituto. “Rapporti stretti tra Svp, Pd e Sparkasse? Direi di no”, smentisce Costa, che Renzi ha voluto nella direzione nazionale del partito. Insomma, qualcosa non quadra. E i piccoli azionisti storcono il naso.

“Anche qui abbiamo avuto la nostra piccola Etruria”, spiega Lothar Burger, piccolo azionista della Sparkasse. “Come altri ho comprato le azioni perché mi fidavo e sembrava un modo per lasciare qualcosa alle figlie. Chi se lo aspettava che finisse così?”. Il Centro tutela consumatori e utenti di Bolzano ha offerto tutela legale a chi ha visto il valore dell’investimento scendere anche del 70 per cento. “Ma facciamo causa alla banca perché ha venduto le sue azioni a clienti che in un primo momento lei stessa aveva giudicato inadeguati”, spiega l’avvocato Massimo Cerniglia, che affianca il Centro tutela di Bolzano. Al netto delle cause legali, sono più di ventimila gli altoatesini che sperano di veder risalire il valore del loro investimento. Si tratta di capire se votare ancora per Svp o Pd ed eleggere Maria Elena Boschi porti fortuna
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Rifiuti, Renzi: “Dimissioni di De Luca sono un gesto serio. Patto del Nazareno? Fu per le riforme, lo rifarei domattina”


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A 'In 1/2 ora in più' il segretario Pd è tornato a parlare dell'inchiesta della Procura di Napoli sullo smaltimento dei rifiuti in Campania che vede indagato il figlio del presidente della Regione. E ha affrontato anche il capitolo alleanze: "Il centrodestra è a trazione leghista e la Lega e il M5S sono due estremismi e non faremo accordi con loro"
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Le dimissioni di Roberto De Luca “sono un gesto personale che lui ha fatto con grande serietà, grande rispetto perché dice di non aver fatto niente. Penso e spero che querelerà Di Maio che gli ha dato dell’assassino e spero che Di Maio rinunci all’immunità parlamentare, se è un uomo”. A In 1/2 ora in più Matteo Renzi torna a parlare dell’inchiesta della Procura di Napoli sullo smaltimento dei rifiuti in Campania che vede indagato il figlio del presidente della Regione. De Luca jr, che in seguito all’iscrizione nel registro degli indagati ha lasciato la carica di assessore al Bilancio del Comune di Salerno nelle cui vesti aveva incontrato l’ex boss dei rifiuti Nunzio Perrella, “è stato molto serio, si è dimesso perché abbiano un alibi in meno: Di Maio si è buttato sulla prima inchiesta…”, ha detto il segretario del Pd.

Che ha affrontato anche l’argomento delle grandi intese. A due settimane dal voto, l’ex premier non perde occasione per dire che non andrà al governo con Silvio Berlusconi, ma qualche distinguo sul passato lo fa: “Il patto del Nazareno io lo rifarei domani mattina perché i patti sulle riforme si fanno con quelli che non la pensano come te”. “La grande coalizione in Italia – ha detto ancora – c’è stata in questa legislatura perché Berlusconi e Bersani si sono messi d’accordo per far nascere un governo”.

Quando Lucia Annunziata domanda se ha intenzione di dare vita a un’alleanza con il centrodestra, il segretario risponde: “Assolutamente no, la stabilità del Paese non vale l’accordo con gli estremisti. Io confermo non faremo accordi con gli estremisti. Il centrodestra è a trazione leghista e la Lega e il M5S sono due estremismi e vorrei fosse chiaro che chi vuole fermare gli estremismi in Italia non può che votare Pd, anche chi magari non apprezza qualche scelta. Il Pd è l’unico argine alla crescita dell’estremismo in camicia verde e dell’estremismo sul blog, che è truffaldino“.

Il secondo distinguo Renzi lo fa proprio a proposito della formazione politica guidata da Matteo Salvini. Quando la conduttrice gli domanda se non intraveda il rischio di un ritorno del fascismo, l’ex premier replica: “No, non credo che ci sia il pericolo. Penso che la nostra democrazia sia molto più forte. Non credo che la Lega sia fascista, penso sia pericolosa per il futuro della democrazia di questo Paese”.

Il segretario smentisce anche presunte polemiche con alcuni ministri del suo governo: “Gentiloni, Minniti, Delrio, Orlando, facevano parte del mio governo. Nessuna polemica con i ministri: anzi sono grato a Minniti perché se in questi anni siamo riusciti a fare tanti eventi senza un solo incidente, vuol dire che l’Italia è forte e la qualità della sicurezza è superiore a quella di altri Paesi”. A cosa si riferisce Renzi? Alle parole con cui il ministro dell’Interno, interpellato da Bruno Vespa, ha aperto alla possibilità di un governo di larghe intese: “Farei parte di un governo di unità nazionale? Assolutamente sì, purché ci fosse anche il mio partito”.
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Il Babbeo ha svalvolato di brutto. Immagine



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MessaggioInviato: 20/02/2018, 15:14 
2012

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2018

Casini con Renzi alla Casa del Popolo a Bologna. Senza imbarazzi: “Pienamente coerente, qui mi vogliono bene”


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A pranzo con Matteo Renzi alla Casa del popolo Corazza di Bologna, fortino della sinistra storica, Pier Ferdinando Casini la butta sulla “bolognesità”: “Qui ci sono sempre entrato, sono bolognese, il mio sangue è rossoblu, non cambia niente, per me è la continuità.

Tifiamo tutti per il Bologna e non c’è problema”.
Così l’ex leader Udc, oggi in corsa nel collegio di Bologna con il centrosinistra, prima di mettere la sciarpa coi colori della sua città attorno al collo del segretario del Pd.

“Non sono diventato comunista perché non faccio la plastica facciale e credo che la maggiorate della gente che è qui, per come intendete voi la parola comunista, non lo sia.
Oggi mi sento un moderato che fa l’accordo con il Pd perché abbiamo un interesse comune: salvare l’Italia”.

Poi tra un ritratto di Berlinguer e il “Quarto Stato” di Pellizza da Volpedo, attacca Lega e Cinque Stelle, “i nuovi barbari da fermare.
L’unica coalizione che può farlo è la nostra, l’unione delle forze democratiche e progressiste”.

E sull’antica amicizia politica con Bossi: “Ero alleato con una Lega molto diversa, federalista, che non era iscritta al gruppo neofascista della Le Pen al Parlamento Europeo come quella di Salvini. Credo che assistiamo un mutamento genetico nella Lega molto importante: un tempo la coalizione di centrodestra aveva un Carroccio al 4%, oggi è un partito trainante”. E ancora:
“E’ tutto cambiato ma io, in tutto il mio cammino politico, sono sempre rimasto coerente”
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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 22/02/2018, 15:10 
Le balle di Renzi e del Pd sul Reddito di Cittadinanza


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fonte: LaVoce.info
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A meno di due settimane dal voto, i leader dei partiti dedicano una parte consistente della campagna elettorale a commentare le proposte degli avversari politici. È quello che ha fatto Matteo Renzi nella puntata del 15 febbraio di Quinta Colonna, quando, interrogato da Paolo Del Debbio sulle priorità degli italiani, ha risposto:

Matteo Renzi: "Il lavoro è l’argomento fondamentale italiano e invece purtroppo si continua a discutere del Reddito di Cittadinanza, che vuol dire dare i soldi alla gente perché non lavori".

Paolo Del Debbio: "Però a qualcuno che involontariamente non ha lavoro e non riesce a trovarlo, […] a questi qui che gli si dice?".

Renzi: "Gli si dice che non gli si dà un reddito a tutti per stare a casa. Gli si dà il reddito d’inclusione, che è una misura che abbiamo finanziato […] e che è quello strumento che serve a chi in un determinato momento è senza lavoro, per dire io ti do una mano, ma te ti metti a seguire tutti i corsi di formazione, ti metti in gioco, per poi poter ripartire. Cioè, dare uno stipendio per stare a casa e non far nulla è il reddito di cittadinanza".

Secondo il segretario del Pd, quindi, il reddito di cittadinanza garantirebbe un assegno senza richiedere nulla in cambio ai beneficiari in termini di frequenza di corsi di formazione o di disponibilità al lavoro. Al contrario, il reddito d’inclusione (Rei) avrebbe obblighi stringenti e non darebbe “uno stipendio per stare a casa e non far nulla”.

In realtà, il disegno di legge del M5s impone diversi vincoli, e quindi la dichiarazione di Renzi necessita di qualche precisazione.

Tutti gli obblighi del reddito di cittadinanza

Come spiegato in altri articoli, il disegno di legge M5s (n. 1148/2013) prevede un trasferimento dello Stato a tutte le famiglie che vivono in povertà relativa: una somma, di un reddito equivalente alla differenza tra la soglia di povertà e il reddito famigliare percepito. La platea di famiglie interessate sarebbe circa il 19 per cento del totale per una cifra mensile media di 480 euro.

Tuttavia, al contrario di quanto sostenuto da Renzi, per poter godere dell’assegno mensile il beneficiario deve rispettare diversi obblighi. Ad esempio, l’articolo 9 del disegno di legge prevede che, oltre a fornire immediata disponibilità al lavoro presso i centri per l’impiego, intraprenda un “percorso di accompagnamento all’inserimento lavorativo”, sia tramite gli stessi centri sia tramite le agenzie di lavoro, già previste dal decreto legislativo numero 276 del 2003. Questo significa anche che il beneficiario è obbligato a partecipare a corsi di formazione e a colloqui individuali, oltre che ad altre iniziative finalizzate al miglioramento delle sue competenze lavorative.

Come specificato dal comma 4, il beneficiario ha poi l’obbligo di offrire la propria disponibilità a lavorare per progetti comunali utili alla collettività. In questa categoria sono incluse iniziative che hanno a che fare con la tutela dei beni comuni, la cura dell’ambiente e la promozione di attività culturali. Durante l’intero periodo di fruizione del reddito, quindi, chi lo riceve deve mettere a disposizione otto ore settimanali per lavorare, in coerenza con il proprio profilo professionale, a progetti di pubblica utilità.

Il numero degli obblighi previsti è completato dall’articolo 11, che elenca tutte le attività che il beneficiario deve intraprendere per ottenere una proposta di lavoro. Includono sia i progetti di riqualificazione professionale e reinserimento, sia un’attività di ricerca individuale. Quest’ultima deve avvenire sia dal vivo (presso i centri per l’impiego, le agenzie di lavoro e i centri di formazione) sia attraverso le piattaforme online.

Nel caso in cui anche solo uno di questi obblighi non fosse rispettato, il beneficiario perderebbe il diritto al reddito. L’articolo 12 specifica infatti tutte le cause di decadenza. Oltre ai più noti motivi, come il rifiuto di più di tre proposte di lavoro ritenute congrue, l’assegno decade anche in caso di mancata partecipazione ai progetti comunali, ai corsi di formazione o ai percorsi individuali di reinserimento.

Qual è la differenza con il Rei?

La differenza tra il reddito di cittadinanza e il Rei, quindi, non sembra riguardare gli obblighi previsti per il beneficiario, quanto i criteri per usufruire dei trasferimenti e le modalità di gestione del reinserimento. Come è stato sottolineato da Massimo Baldini e Francesco Daveri, ciò che più distingue la proposta M5s dal Rei è il numero di potenziali beneficiari: mentre il programma del governo dovrebbe raggiungere nel 2018 circa 700 mila famiglie, si stima che il reddito di cittadinanza ne coinvolgerebbe circa 5 milioni. Infatti, se il Rei si pone l’obiettivo di aiutare una buona parte dei poveri assoluti, il reddito di cittadinanza ha come platea tutte le famiglie che vivono nella povertà relativa, un numero ovviamente maggiore.

La notevole differenza porta a due considerazioni. La prima riguarda le coperture: mentre il Rei necessita nel 2018 di circa 2 miliardi di euro, il reddito di cittadinanza costerebbe molto di più. La seconda riguarda invece la capacità dei centri per l’impiego di offrire, nel caso il reddito di cittadinanza diventasse legge, un numero così elevato di progetti di reinserimento. Il Rei delega infatti ai servizi sociali comunali l’elaborazione di percorsi di uscita dalla povertà, mentre il reddito di cittadinanza fa affidamento solamente ai centri per l’impiego, con il probabile rischio di creare un ingolfamento interno. Anche per questo motivo, secondo il programma M5s, il reddito di cittadinanza sarebbe accompagnato da una riforma dei centri per l’impiego, la cui efficacia in termini di numero di offerte lavorative proposte è però difficile da stimare.
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Cita:
Le balle di Renzi e del Pd sul Reddito di Cittadinanza


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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 27/02/2018, 11:33 
x la serie "io so' io e voi nun siete un kaz.zo.."

dove diamine stanno sti motivi di sicurezza??


https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/0 ... a/4188794/

Firenze, pass auto alla moglie di Renzi. La giunta Nardella: “Abbiamo avanzato noi la richiesta per motivi di sicurezza”

L'amministrazione comunale di Firenze tace sull'esistenza di un'istanza arrivata dalla prefettura alla base del lasciapassare ad Agnese Landini. Fratelli d'Italia accusa: "Il Comune ha voluto concedere questo privilegio ad Agnese Landini. Nessuna fake news. Nessuna richiesta arrivata da Tizio o da Caio. Adesso l'ex premier chieda scusa e riconsegni quel pass, pagandone uno uguale a quello di tutti gli altri cittadini"

Il pass auto con cui la moglie di Matteo Renzi può circolare e parcheggiare ovunque nel territorio di Firenze è un diritto oppure un privilegio? La Giunta di Dario Nardella ha deciso di non chiarire. O, meglio, di fornire una risposta in cui si evita accuratamente di far sapere se alla base della concessione ci sia stata o meno una richiesta specifica di misure di protezione arrivata dalla prefettura. Una ricostruzione, quest’ultima, fornita dallo staff di Nardella nel pomeriggio del 20 febbraio scorso e successivamente smentita dalla prefettura. Nella sua replica al question time presentato dal consigliere di Fdi Torselli, però, l’assessore Federico Gianassi qualcosa ha spiegato. Nell’odierno consiglio comunale, il titolare – tra le altre cose – della Sicurezza urbana e Polizia municipale ha detto testualmente: “Il Comune di Firenze, sulla base di notizie e informazioni che ottiene da fonti attendibili, avanza una richiesta in relazione all’esigenza di sicurezza“. A meno che la prefettura non venga definita una semplice “fonte attendibile”, quindi, l’iniziativa di concedere un pass “istituzionale-sicurezza” al suv di Agnese Landini è partita direttamente da Palazzo Vecchio, come tra l’altro era già emerso dal documento ufficiale della società concessionaria del tagliando, in cui si leggeva che la richiesta era partita dalla segreteria del sindaco.

che figli di buona donna..
lui, lei, il clan e tutta la stirpe..

e poi craxi & compagnia
(che il bomba difende)
sono stati presi a monetine..
questi sono peggio..

ma la richiesta è partita dalla moglie o dal bomba?
nel primo caso, ma non si vergogna?
nel secondo caso, nulla da ridire?
ha intascato il pass e via..
tale una, tale altro..
d'altronde chi si somiglia, si piglia,
no?


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https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 02/03/2018, 15:49 
Pozzuoli, De Luca contestato con sacchetti di immondizia. Il governatore alla signora: “Cafona, si vergogni lei e i suoi antenati”


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Al governatore della Campania Vincenzo De Luca, “abbiamo lanciato sacchetti di rifiuti, gli stessi con i quali pensa di gestire prebende e clientele in Campania, come ha mostrato l’inchiesta giornalistica ‘Bloody Money’ di Fanpage.it“. Lo scrivono, in una nota, gli attivisti dei comitati “Stop Biocidio” e “Laboratorio Insurgencia” che poco fa, a Pozzuoli (Napoli), si sono resi protagonisti della contestazione, al grido di ‘”camorrista”, contro il presidente della Regione. Secondo quanto si è appreso dalla Questura di Napoli, gli attivisti erano organizzati per lanciare i rifiuti contro il presidente nel corso di una conferenza stampa organizzata nello Stir di Giugliano in Campania (Napoli). Non essendoci riusciti hanno messo in atto la protesta contro il governatore nel suo successivo appuntamento, cioè in quello di Pozzuoli. I manifestanti sono riusciti a entrare nell’atrio dell’ospedale, subito dopo l’inizio della cerimonia per l’inaugurazione del nuovo reparto di urologia, muniti di vari sacchetti di immondizia. Dal fondo della sala hanno inveito contro De Luca, lanciandogli contro due sacchetti: uno è stato deviato con un braccio dal sindaco di Pozzuoli Vincenzo Figliolia, che era accanto al governatore, l’altro è finito sotto il palco. “Non ci facciamo impressionare ed intimidire da queste imbecillità – ha replicato il governatore – Verranno querelati per diffamazione. Queste sono azioni di plebeismo e camorrismo. Tentativi di sabotaggio del nostro lavoro, messe in atto per fare provocazione. Coinvolti anche i miei familiari e mio figlio. Ho già detto a questi signori che se vogliono fermarmi devono spararmi alla testa“. Il governatore ha avuto anche un’animata discussione con una signora che lo contestava: “Lei è una cafona – ha detto dal palco – lasci il nome e cognome e avrò modo di querelarla. Si vergogni lei e tutti i suoi antenati”

Nella nota, gli attivisti annunciano anche una manifestazione in piazza a Napoli per il prossimo 24 marzo, “con i comitati che da anni si battono contro il biocidio e gli affari sulla gestione dei rifiuti in Campania, per dire che Vincenzo De Luca se ne deve andare a casa. Nelle prossime settimane manifesteremo in diversi punti della provincia ricordando al governatore che quello che si deve ringoiare sono le sue squallide frequentazioni e gli affari su cui ha messo le mani”.
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 Oggetto del messaggio: Re: MATTEO
MessaggioInviato: 02/03/2018, 16:05 
I DE Luca's fanno schifo. Pare che il figlio sia diventato professore grazie ad un libro COPIATO ^_^



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