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Re: MATTEO

07/03/2019, 14:42

questo pagliaccio a servizio dei crucchi e francesi
scommetto che fa di tutto dietro le quinte, e non,
x mandare tutto a putt.ane..

che gaglioffo..

Re: MATTEO

08/03/2019, 00:34

Renzi: “I 5 stelle esplosi, ne rivendico il merito. Reddito di cittadinanza è diseducativo e tiene in vita il voto di scambio”


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In due interviste, una al Corriere l'altra a Rtl 102.5, l'ex premier parla del governo, dei progetti. E rivela che il Pd stava per spaccarsi quando una parte rilevante del partito voleva fare l'accordo con il Movimento. Sulla mancata sparizione post referendum replica. "Avrei dovuto farlo" e sui genitori: "Se mio padre ha sbagliato pagherà"
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Re: MATTEO

18/03/2019, 13:59

Comincia il tempo dello Zingarenzi…

http://contropiano.org/news/politica-ne ... zi-0113540

Re: MATTEO

20/03/2019, 01:59

Il sondaggio di Mentana dice che il Pd ha superato il M5S


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Solo con gli immènsi poteri del mago Oronzo il PD può illudersi di aver superato il M5S.
Mentana e i suoi sondaggisti poi, cambiassero pusher, che rifila loro o roba troppo forte, o roba scaduta, o roba troppo forte che poi è scaduta. [:263]

E tutti insieme si fanno un bel viaggio. [:D] [:o)]
Guarda su youtube.com

Re: MATTEO

20/03/2019, 13:37

boicotta la7a !

Re: MATTEO

21/03/2019, 03:03

Per me Zingaretti è un mito.
Porca la pupazza, questo tizio da poco segretario del PiDdì, si mostra già per come è ('na chia#i#@).
Renzi può rosicare....... Zingaretti lo ha praticamente battuto. [:263]


Zingaretti è indagato per finanziamento illecito


Il presidente della Regione Lazio nonché nuovo segretario del Pd, avrebbe beneficiato di erogazioni per la sua attività politica dall'imprenditore Fabrizio Centofanti, arrestato nel febbraio del 2018. L'indagine della procura di Roma



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Nicola Zingaretti è indagato dalla procura di Roma per finanziamento illecito nell'ambito di un procedimento stralcio maturato dal filone riconducibile al giro di presunte tangenti pagate da legali di importanti aziende per ottenere sentenze favorevoli al Consiglio di Stato. Stando a quanto riferito dall'Espresso, e confermato in ambienti di piazzale Clodio, il presidente della Regione Lazio nonché nuovo segretario del Pd, avrebbe beneficiato di erogazioni per la sua attività politica dall'imprenditore Fabrizio Centofanti, arrestato nel febbraio del 2018, in passato capo delle relazioni istituzionali dell'imprenditore Francesco Bellavista Caltagirone. Erogazioni, però, di cui i magistrati non hanno trovato traccia al punto che per Zingaretti potrebbe profilarsi presto una richiesta di archiviazione.

A fare il nome del Governatore, riferendo confidenze di Centofanti, è stato l'avvocato Giuseppe Calafiore che con l'avvocato Piero Amara sta da tempo collaborando con la magistratura spiegando come funzionava il meccanismo corruttivo al Consiglio di Stato. Amara e Calafiore, anche loro finiti in carcere lo scorso anno, hanno già patteggiato la pena davanti al gup di Roma: 3 anni il primo e 2 anni e 9 mesi il secondo per concorso in corruzione in atti giudiziari.

"In merito all'articolo dell'Espresso sulla mia iscrizione nel registro degli indagati della Procura di Roma per un presunto finanziamento illecito, voglio affermare di essere estremamente tranquillo perché forte della certezza della mia totale estraneità ai fatti che, peraltro, sono stati riferiti come meri pettegolezzi de relato e senza alcun riscontro, come affermato dallo stesso articolo del settimanale". Lo dichiara il segretario del Pd, Nicola Zingaretti.

"Mai nella mia vita ho ricevuto finanziamenti in forma illecita e attendo quindi con grande serenità che la giustizia faccia tutte le opportune verifiche per accertare la verità. Quanto al Movimento 5stelle e alle loro scomposte dichiarazioni: comprendo la loro disperazione per il disastro politico che stanno combinando, per essere da mesi succubi del loro alleato di governo, per essere in caduta libera nel gradimento dei citttadini e per le batoste elettorali avute in Abruzzo e Sardegna. Ma se pensano di aggraparsi alle fantasie di qualcuno sbagliano di grosso. Non mi faccio intimidire da chi utilizza queste bassezze. Se ne facciano una ragione", conclude Zingaretti.

Il segretario del Pd si riferisce alla nota diffusa dal Movimento, in cui si diceva che "Nemmeno pochi giorni da segretario del Partito democratico e già viene indagato per finanziamento illecito, secondo l'Espresso. Un bel battesimo che non sorprende, visto che era già stato indagato per Mafia Capitale. Perdi il pelo ma non il vizio: bentornato Pd, ci eri mancato". A rincarare la dose Manlio Di Stefano: "Questo sarebbe il nuovo che avanza? Il neo segretario del Pd, Nicola Zingaretti - se venisse confermato quanto riportato da L'Espresso - sarebbe indagato per finanziamento illecito. Cambiano i segretari ma gli affari oscuri sembrano rimanere di casa nel Pd. Zingaretti abbia il pudore di mollare la nuova poltrona".
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Lingue e linguaggi froufrou: Er zeppola


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di CSB – Ieri sera il Centro Studi Blog ha lavorato su un’occasione unica per sondare Er Zeppola, nuovo segretario del PD nonché presidente della Regione Lazio, nonché ex commissario ad acta del semidistrutto sistema sanitario di quella stessa regione.

L’ occasione è stata una lunga ed oleosa intervista rilasciata a Fabio Fazio (il futuro “Chi Striscia non Inciampa”) durante la quale, pur in discesa, e senza alcun ostacolo e nessuna traccia di contraddittorio, come è abitudine della casa, il nuovo segretario del PD ha mostrato un linguaggio che il nostro Centro Studi ha temporaneamente definito “Linguaggio Frankenstein”.

Si tratta dell’assemblaggio di una quantità e varietà di automatismi lessicali (forma estrema dei luoghi comuni) tenuti insieme, sacrificando congiuntivi, distinzioni di genere, da smarrimenti del soggetto e complementi oggetto trasformati in saponette inafferrabili, insomma agrammatismi vari che ci pongono difronte ad una fenomenologia nuova.

Probabilmente Zingaretti ci mette di fronte ad una categoria retorica originale e dinamica, perfettamente al passo con i tempi della comunicazione social-mediatica cui bisogna ancora dare un inquadramento nosografico degno. Eppure viene da chiedersi: si tratta di una capacità oppure di un’incapacità?

Lo storpiamento formale del linguaggio è funzionale alla ripetizione di frasi spot (che vedono la nostra lingua ridotta alla stregua di un muro affissorio) oppure è una questione di formazione, scolastica, scadente?

Immaginando il numero enorme di congressi e riunioni di partito a cui ha partecipato/sopravvissuto un politico navigato del calibro di Zingaretti, è difficile pensare che non ci sia un qualche vantaggio evolutivo personale in un’espressione formalmente così scialba, se si sta attenti, e rassicurante quando non lo si ascolta; e naufragar ci sarà dolce in questa nuova inclusione globale esercitata da uno dei più anziani politicanti del PD che, soltanto qualche anno fa, avremmo considerato un attivo cimelio comunicativo: qualunque forma di interazione è destinata a trasformarsi in un comizio dove tutto e nulla trovano, proprio nel PD, la loro sintesi perfetta.
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Re: MATTEO

21/03/2019, 13:17

Tutto ok a la 7 hanno detto che è solo gossip [:246]

Re: MATTEO

21/03/2019, 15:40

Ah ecco..
Ha voluto proteggere il suo pupazzo
Sotto tutela ( serracchia e gentiloni)

Re: MATTEO

21/03/2019, 17:05

MaxpoweR ha scritto:Tutto ok a la 7 hanno detto che è solo gossip [:246]



[:246] 'talli loro. Immagine

Re: MATTEO

22/03/2019, 02:26

MaxpoweR ha scritto:Tutto ok a la 7 hanno detto che è solo gossip [:246]


Ecco appunto.


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[:D]

Re: MATTEO

22/03/2019, 02:33

Gruber: ti tolgo l'audio!
<--- ma è na vignetta

buahahahhhahahhaahha

Re: MATTEO

23/03/2019, 01:39

Pd, Lotti: “Renzi si ricandiderà a Palazzo Chigi. È stato un errore demonizzare Verdini che ha votato le Unioni civili”


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L'ex sottosegretario: "Il giglio magico? Era semplicemente un gruppo di persone che ha lavorato insieme e bene. È stato un periodo bellissimo. Spero che Zingaretti apra il Pd. Il ritorno degli scissionisti? "Se si esce, brindando per la sconfitta al referendum, non si rientra"
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Matteo Renzi proverà a tornare a Palazzo Chigi. Non è un retroscena o un rumor politico ma un’opinione autorevole. A credere nel ritorno dell’ex segretario del Pd come presidente del consiglio è infatti il suo braccio destro: Luca Lotti. “Renzi è un leader e lo sarà ancora. Penso che un giorno si giocherà le sue carte per tornare a Palazzo Chigi“, dice l’ex sottosegretario in un’intervista a Repubblica in cui rivendica a difende gli anni trascorsi a Palazzo Chigi. A cominciare dal Giglio magico che – sostiene Lotti – “era semplicemente un gruppo di persone che ha lavorato insieme e bene. È stato un periodo bellissimo. Non c’è una sola organizzazione in cui un capo, un leader non si circonda di persone preparate e di fiducia. Di Maio avrà le ‘5Stelle magiche‘ e Zingaretti la ‘Lupa magica“, come è naturale. Il Giglio ci ha fatto perdere le elezioni? Ma dai, non esageriamo. Dieci persone non hanno questo potere. E anche la storia della conventicola dei toscani non regge. C’erano Delrio, Padoan, Guerini; tutti hanno contribuito alla formazione del governo Renzi e alle sue azioni”. Per Lotti le correnti sono talmente importanti che andrebbero preservate: “Non ho paura né dei leader né delle correnti”.

Il governo Renzi viene in qualche modo coinvolto nell’inchiesta Consip, in cui Lotti è indagato : su di lui pende una richiesta di rinvio a giudizio per favoreggiamento per aver rivelato l’inchiesta a Luigi Marroni, ex amministratore delegato dell’azienda che gestisce gli appalti pubblici. “Forse ci ha penalizzato. A me ha fatto male. Mi ha ferito che le richieste di un passo indietro venissero più da casa mia che da fuori. Ma la verità con il tempo verrà fuori tutta. Non ho commesso quello di cui sono accusato”, dice Lotti riferendosi alle indagini. Sul nuovo segretario, l’ex ministro dice: “Non salgo sul carro di Zingaretti. Lo spingerò, come facevo prima. Adesso tutti, renziani o non renziani, dobbiamo cercare di cogliere il segnale di unità che arriva dalle primarie. Ma io rivendico con orgoglio tutto quello che abbiamo fatto quando nel Pd guidavamo noi”.

Per Lotti “la grande scommessa di Zingaretti è capire che il Pd ha bisogno di tante leadership. Ha più frecce e le deve usare tutte. Per non ripetere il tragico errore del vecchio centrosinistra soffocato dai personalismi. Anche per questo noi siamo e resteremo nel Pd”. Quindi il renziano ha auspicato che il neosegretario “apra il Pd così come ha detto in Assemblea. Aprirsi al mondo esterno, che non vuol dire portare la sede nazionale in periferia. Significa dialogare con le associazioni, con i comitati, con tutto quello che è fuori dal Pd. Noi – sottolinea – vorremmo lavorare a un’area di pensiero che dovrà essere in tutta Italia, con un gruppo dirigente che si impegnerà sull’idea riformista che abbiamo portato avanti in questi anni”.

Eppure l’unica apertura dell’ era renziana fu quella verso Denis Verdini, fa notare l’intervistatore. “È stato un errore demonizzare ‘il mostro Verdini’. Ha votato le unioni civili, il Jobs act, gli 80 euro, ha votato il reddito di inclusione, il più grosso strumento di lotta alla povertà mai messo in campo. Verdini lo ha votato e la De Petris no. La scommessa non era su Verdini ma sull’ allargamento dell’ area moderata per tentare di frenare la deriva di destra e populista che stava arrivando. Detto questo però mettiamo un punto: il voto di Verdini non è mai stato determinante. Se così fosse stato sarebbe caduto l’esecutivo. E poi ci criticavano quelli che avevano fatto il governo con Berlusconi“, dice Lotti. E se l’apertura tanto auspicata del Pd dai renziani si risolvesse con un ritorno degli scissionisti? “Dobbiamo parlare con tutti gli interlocutori a sinistra e al centro. Ma la comunità si rispetta e se si esce, brindando per la sconfitta al referendum, non si rientra. Lo ha escluso il segretario. Mi fido”.
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Bene (si fa per dire), ora che Lotti ha aperto bocca per dare fiato al C_-@, può ritornare nel dimenticatoio. [:D]

Che SIEMO. Immagine

Re: MATTEO

28/03/2019, 00:26

Ecco il “nuovo” Pd di Zingaretti: no al salario minimo per i lavoratori, sì al salario massimo per i parlamentari


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di MoVimento 5 Stelle
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Mentre il MoVimento 5 Stelle approva il Reddito di Cittadinanza, riduce la pressione fiscale sulle imprese e porta avanti il salario minimo orario per i lavoratori, il “nuovo” Partito Democratico di Zingaretti ha altre priorità: ripristinare il finanziamento pubblico ai partiti e aumentare ancora gli stipendi dei parlamentari.

Non è uno scherzo, abbiamo le prove: il nuovo tesoriere del Pd di Zingaretti, Luigi Zanda, ha presentato di recente due proposte di legge, una l’11 luglio 2018 e l’altra il 27 febbraio 2019.

Con la prima si vorrebbe reintrodurre quel finanziamento pubblico ai partiti che i cittadini italiani hanno gia’ bocciato con un referendum e che dopo tanta fatica è stato abolito definitivamente nel 2017. In particolare il Pd propone di istituire un fondo da 90 milioni di euro presso il Ministero dell’Economia e delle Finanze per coprire le spese dei partiti, comprese quelle per pagare gli affitti degli immobili che lo stesso Partito Democratico possiede in tantissime città italiane. Come noto, il MoVimento non ha sedi ufficiali e non ha affitti da pagare, ma anche se li avesse non si sognerebbe mai di chiedere i soldi ai contribuenti. Nella legislatura 2013-2018 abbiamo rinunciato a 47 milioni di euro di finanziamento pubblico a cui avevamo diritto se solo ci fossimo dotati di uno Statuto. La nostra storia dimostra che una politica senza soldi è possibile, e chi diceva il contrario ha dovuto chiudere la bocca di fronte alla nostra coerenza. E ora il Pd che fa? Rivuole il malloppo con gli interessi, e propone di sottrarre tempo ed energie ad un Ministero decisivo come quello dell’Economia per gestire un fondo che gli italiani non vogliono. I soldi per i partiti il Pd vorrebbe trovarli tagliando ancora sanità, scuola e servizi pubblici fondamentali. Dopo il massacro sociale dei governi Letta, Renzi e Gentiloni, questa proposta sembra quasi una presa in giro.

Basterebbe questo per capire che il nuovo Pd di Zingaretti è tutto fumo e niente arrosto, ma Zanda è andato oltre, proponendo di riempire ancora un po’ le tasche dei parlamentari. Non bastano i ricchi stipendi di cui già ora godono senatori e deputati, il Pd vorrebbe “adeguarli” agli stipendi dei parlamentari europei, ancora più alti. La proposta prevede di aggiungere alle quote mensili già previste, comprensive del rimborso spese per segreteria e rappresentanza, altre componenti: un’indennità transitoria a carattere temporaneo, il cui diritto matura allo scadere del mandato parlamentare, in sostituzione dell’attuale assegno di fine mandato; un trattamento differito di natura assicurativa, il cui diritto matura a condizione che sia scaduto il mandato parlamentare e che il beneficiario abbia compiuto il sessantatreesimo anno di età, in sostituzione del vitalizio; e infine, in caso di invalidità insorta nel corso del mandato, una pensione di invalidità, il cui diritto matura al momento della cessazione delle funzioni.

Insomma, si chiamano con altro nome il Tfr e i vitalizi e si aggiunge anche una pensione di invalidità, per non farsi mancare nulla.

E in tutto questo Zingaretti che fa? Silenzio/assenso.

A poche settimane dalla sua vittoria nelle primarie meno partecipate della storia del partito, ha già preso posizione a favore della Tav, rigettato un confronto con Di Maio sul salario minimo orario e criticato il Reddito di Cittadinanza. Ci mancava solo quest’ultimo affronto nei confronti di chi non ce la fa più. Un ritorno al passato sul finanziamento pubblico ai partiti e sugli stipendi dei parlamentari per completare il quadro…
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#Zingaretti, va' a ciapà i ratt!

Re: MATTEO

28/03/2019, 13:48

hanno veramente la faccia come il culo

Re: MATTEO

29/03/2019, 01:42

MaxpoweR ha scritto:hanno veramente la faccia come il culo



Ce l'hanno, lo sanno ed insistono. Immagine


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Indennità parlamentari, ora il Pd prova a sconfessare la linea del tesoriere (appena nominato) Zanda: “Iniziativa personale”


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La proposta di adeguare il trattamento economico di deputati e senatori a quello degli europarlamentari porterebbe un aumento tra i 3mila e i 5mila euro al mese. La nota dell'ufficio stampa dem prende le distanze anche dal tesoretto di 90 milioni a legislatura per i partiti: "Finanziamento alla politica è tema complesso che andrà discussa nei tempi che il Parlamento si vorrà dare"
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