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MessaggioInviato: 24/01/2014, 16:02 
Roma sotto choc, 2 morti di fame. Vivevano di stenti da mesi

24 genn – Morire di stenti, a Roma si può come nei paesi dell’Africa più affamata. E’ successo in due punti diversi punti della zona Est della Capitale, due uomini, presumibilmente senza fissa dimora, sono stati trovati senza vita. Il primo, un sessantenne ancora non identificato, all’interno della roulotte in cui viveva. A chiamare la Polizia, è stato un operaio in zona Prenestino, dopo aver visto l’uomo steso nel letto.

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Il secondo, un cinquantenne, anche lui ancora non identificato, è stato trovato morto nella sua auto, parcheggiata di fronte ad un supermercato in zona San Giovanni (via Alesia). Sul corpo di entrambi gli uomini non è stato ritrovato alcun segno di violenza.

A quando si apprende, i due uomini sarebbero deceduti per cause naturali.

L’uomo ritrovato in zona Prenestina, era morto probabilmente da alcuni giorni ed era conosciuto dai residenti del quartiere e dai dipendenti del Mercatone Uno, centro commerciale nei pressi del quale è stato ritrovato morto. Alcuni residenti, che conoscevano l’uomo e lo aiutavano offrendogli cibo, non avendolo visto per alcuni giorni, preoccupati, hanno chiamato la Polizia. Entrambi i cadaveri sono stati messi a disposizione per l’eventuale autopsia.

http://www.imolaoggi.it/2014/01/24/roma ... i-da-mesi/

Ieri mentre facevo 10€ di benzina si è avvicinato un tizio italiano, un po' anziano, visibilmente povero con una tanichetta chiedendomi se potevo buttargli dentro 1€ di benzina perché non aveva più soldi per poterselo permettere. Non voleva 1€... voleva proprio la benzina.

Non ho pensato al fatto che... Spero non l'abbia usata contro se stesso...

[B)] [B)] [B)]

Mio dio... che miserabile fine sta facendo questo paese...

[B)] [B)] [B)]



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MessaggioInviato: 24/01/2014, 16:39 
Poi vediamo "certa gente" sorridere e scherzare in dibattiti politici in TV! [:(!]



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MessaggioInviato: 26/01/2014, 02:15 
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[B)]

Anche chi difende lo status quo dovrebbe sentirsi in parte responsabile...

[V]



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MessaggioInviato: 28/01/2014, 16:26 
Rendiamo grazie alla globalizzazione e a chi l'ha voluta.

Zanonato, Electrolux a Porcia non chiude - Il ministro ha contestato il taglio del 40% degli stipendi: 'Siamo il terzo paese produttore di elettrodomestici al mondo e il terzo esportatore'

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Circa 500 lavoratori della Electrolux di Solaro (Milano) sono in presidio con bandiere e striscioni davanti ai cancelli dell'azienda, in corso Europa. E' stato infatti indetto dai sindacati uno sciopero per tutto il giorno. Il ministro dello Sviluppo economico, FlavioZanonato, assicura che esiste una via d'uscita e che lo stabilimento Electrolux di "Porcia non chiude, è un'informazione falsa, anche Porcia rimarrà aperta".

Zanonato ha vivacemente protestato per le notizie circolate ieri, che parlavano di una decurtazione degli stipendi di circa il 40% per i dipendenti di Electrolux e ha sollecitato una informazione "corretta, in modo che la gente possa rasserenarsi: parlare di stipendi polacchi non vuol dire fare un servizio positivo". Tornando alla vertenza, il ministro ha invitato a tenere "presente che siamo il terzo paese produttore di elettrodomestici al mondo e il terzo esportatore, non è quindi il mercato interno che garantisce l'industria del bianco, è il mercato mondiale: adesso - ha aggiunto - sono un po' tutti in difficoltà perché in questi anni si sono affacciati nuovi produttori con prodotti di buona qualità e costi decisamente inferiori". Pertanto ci si sta muovendo nella direzione di "trovare una soluzione che consenta alle grandi aziende presenti in Italia di rimanere e di continuare a produrre e ad esportare". Nell'incontro di domani al ministero dello Sviluppo, in programma alle 15, il ministro vedrà anche i presidenti delle regioni coinvolte con cui "vediamo di fotografare la situazione, poi il ministero eserciterà la propria funzione di mediatore. Non sono io - ha tenuto a precisare Zanonato - che convoco il tavolo, sono loro che mi chiedono di convocarlo per farmi svolgere la funzione di negoziatore. Noi non siamo la controparte, non possiamo decidere. Possiamo negoziare in modo tale che il risultato sia tutelare i lavoratori, i loro redditi e le unità produttive".

L'Electrolux ieri ha presentato, per i quattro stabilimenti italiani, secondo fonti sindacali, una proposta con un drastico taglio dei salari che porterebbe gli stipendi, oggi calcolati in 1.400 euro al mese a circa 700-800 euro. La proposta prevede un taglio dell'80% dei 2.700 euro di premio aziendali, la riduzione delle ore lavorate a 6, il blocco dei pagamenti delle festività, la riduzione di pause, permessi sindacali (-50%) e lo stop agli scatti di anzianità. Per far sopravvivere gli stabilimenti di Susegana, Porcia, Solaro e Forlì, secondo quanto si apprende dai sindacati impegnati nella riunione a Mestre, il gruppo svedese ha lavorato ad una proposta che punta a ridurre gli attuali 24 euro di costo orario di 3-5 euro medi, così da ridurre il gap con il costo del lavoro in Polonia, dove gli operai di Electrolux percepiscono 7 euro l'ora. Stando sempre a fonti sindacali, se il piano non dovesse essere accettato verrebbero bloccati gli investimenti che il gruppo avrebbe intenzione di fare in Italia. Per discutere la proposta sono state già convocate per domani assemblee dei lavoratori, ma contestualmente si profilerebbe anche uno sciopero delle maestranze.

Secondo l'azienda, però, la proposta avanzata ai sindacati "prevede una riduzione di tre euro all'ora. In termini di salario netto questo equivale a circa 8% di riduzione, ovvero a meno 130 euro mese". Nel corso dell'incontro di ieri a Mestre "è stata anche avanzata l'ipotesi - prosegue la nota di Electrolux - di raffreddare l'effetto inflattivo del costo del lavoro, responsabile del continuo accrescere del gap competitivo con i paesi dell'est Europa, attraverso il congelamento per un triennio degli incrementi del contratto collettivo nazionale di lavoro e degli scatti di anzianità. Ovviamente l'azienda ha dato piena e ovvia apertura a considerare altre forme di riduzione del costo del lavoro con minori o, se possibile, nulle conseguenze sui salari". Nella nota si ribadisce inoltre che "il regime di sei ore assunto come base per tutti i piani industriali è da considerarsi con applicazione della solidarietà, come da accordi sottoscritti e dei quali si auspica il prossimo rinnovo".

http://www.ansa.it/web/notizie/rubriche ... 73596.html

http://bastacasta.altervista.org/p9290/



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MessaggioInviato: 28/01/2014, 16:42 
Questo sta a dimostrare quanto vale il nostro Paese all'estero, anzi, chi ci rappresenta! [:(!]



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MessaggioInviato: 30/01/2014, 17:56 
Da inizio anno 119 suicidi per motivi economici, 45% imprenditori - Studio: crescono quelli tra i disoccupati, maglia nera ancora al Nord-Est

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Roma, 21 nov. (TMNews) - Nuovo allarme suicidi per crisi economica. Dall'inizio dell'anno si contano già 119 casi. A settembre e ad ottobre preoccupante escalation: un suicida su due è imprenditore e cresce significativamente il numero dei disoccupati suicidi. A sostenerlo sono i risultati dello studio condotto da Link Lab, il Centro studi e ricerche socio economiche dell'università Link Campus University. Dall'inizio dell'anno sono così 119 le persone che si sono tolte la vita perché schiacciate dal peso delle difficoltà che la crisi economica porta con sé. Il numero dei suicidi per ragioni economiche è tornato a salire vertiginosamente a settembre, con 13 episodi registrati, e nel mese di ottobre che conta 16 vittime.

"E per novembre - dice in una nota Nicola Ferrigni, docente di Sociologia della Link Campus University e direttore del centro studi Link Lab - l'allarme resta ancora molto alto. Salgono complessivamente a 208 i suicidi registrati in Italia per motivazioni economiche dall'inizio del 2012 ad oggi. Non è possibile che vi siano cittadini e imprenditori che sempre più spesso trasformano una richiesta di aiuto in soluzioni estreme, come il suicidio, perché oppressi da debiti o perché oramai privati della speranza di trovare un'occupazione".

Il numero più elevato dei suicidi si registra ancora una volta tra gli imprenditori: 54 nei primi dieci mesi, il 45,4% del totale dei suicidi per motivi economici registrati in Italia dall'inizio dell'anno. "Una situazione di indebitamento o di fallimento dell'azienda, i debiti verso l'erario ma anche la negazione di finanziamenti da parte degli istituti di credito - prosegue Ferrigni - hanno infatti condotto ad una situazione di disperazione soprattutto gli imprenditori. Si tratta di uno scenario davvero allarmante che rappresenta le drammatiche difficoltà legate alla crisi economica in cui versa il nostro Paese e che richiede un intervento immediato da parte delle Istituzioni".

Nei primi dieci mesi del 2013 sono cresciuti inoltre i casi di suicidio tra i disoccupati: si pensi che sono già 46 i suicidi tra i senza lavoro contro i 28 registrati nell'intero 2012.

Il Nord-Est si conferma l'area geografica con il numero più elevato di suicidi per ragioni economiche: se nel 2012 le regioni dell'Italia Nord orientale hanno fatto registrare 27 casi, contro i 23 dell'Italia centrale, nei primi dieci mesi del 2013, le persone che hanno deciso di porre fine alla propria vita sono state 28 nel Nord-Est, a fronte dei 26 casi registrati al Centro. Cresce sensibilmente però il numero dei suicidi nell'area Nord-Ovest del Paese: sono infatti 25 gli episodi contro i 12 dell'intero 2012.

"Anche al Sud - continua Ferrigni - la situazione è decisamente preoccupante. Se si considera infatti che nel Mezzogiorno il tasso dei suicidi per crisi economica è sempre stato storicamente più basso rispetto alla media nazionale, il dato sull'incremento dei suicidi per ragioni economiche nelle regioni meridionali rispetto a solo un anno fa delinea scenari allarmistici. I suicidi, infatti, risultano raddoppiati passando dai 13 casi dell'intero 2012 a ben 25 tragici episodi nei primi dieci mesi dell'anno 2013".

Sono 15 i casi di suicidio registrati nelle Isole. L'analisi del dettaglio per regione, inoltre, rileva il primato del Veneto con 18 suicidi nei primi dieci mesi dell'anno. A seguire la Campania con 12 casi, Piemonte e Lazio con 11, Sicilia con 10, l'Emilia Romagna con 8, Toscana, Lombardia, Liguria e Puglia con 7. Chiudono l'Abruzzo con 6 episodi, la Sardegna con 5, le Marche con 4, l'Umbria con 3, il Friuli Venezia Giulia con 2 e la Calabria con un solo caso.

L'età degli autori del tragico gesto: le fasce medie le più vulnerabili. Le classi di età 45-54 anni e 55-64 anni risultano le più esposte, con 38 casi di suicidio per ciascuna delle due fasce d'età. A seguire, il numero più elevato di suicidi si rileva tra i 35-44enni con 28 episodi.

Secondo il direttore Ferrigni "i dati sottolineano le gravi difficoltà di un segmento della popolazione, quello dai 45 ai 64 anni, che raccoglie soprattutto imprenditori e artigiani maggiormente esposti alle difficoltà e all'attuale andamento negativo del mercato. Non dimentichiamo che in questa fascia ritroviamo anche gli 'esodati', disoccupati over50 senza pensione".

Quanto alle modalità prevalenti, l'analisi dei dati relativi ai primi dieci mesi del 2013 ha evidenziato come tra le modalità scelte dai suicidi prevalga l'impiccagione: sono 50 infatti gli episodi segnalati. Sono 16 invece i casi registrati tra coloro che hanno utilizzato un'arma da fuoco e 11 tra quanti sono precipitati nel vuoto. Tra le altre modalità utilizzate, la combustione e l'investimento ferroviario, l'affogamento, l'accoltellamento e l'incidente d'auto, l'avvelenamento, l'intossicazione da gas inerte, il taglio delle vene e il soffocamento.

Le motivazioni del tragico gesto. La crisi economica, intesa come mancanza di denaro o come situazione debitoria insanabile, la motivazione principale del tragico gesto e all'origine del 66,4% dei suicidi nei primi dieci mesi del 2013. Nello specifico si tratta di 79 episodi di suicidio riconducibili a tale motivazione. La perdita del posto di lavoro rappresenta la seconda causa di suicidio: 26 i casi registrati da gennaio ad ottobre di quest'anno. Numerosi inoltre coloro i quali si tolgono la vita perché non riescono a saldare i debiti verso l'erario (12 i casi registrati), mentre sono 2 i casi rilevati tra chi aveva difficoltà a riscuotere i crediti dovuti.

Infine preoccupante e significativo anche il numero dei tentati suicidi: sono infatti 59 le persone che dall'inizio del 2013 hanno provato a togliersi la vita per motivazioni riconducibili alla crisi economica, tra cui 48 uomini e 11 donne, contro i 48 casi registrati nell'intero 2012. Complessivamente dall'inizio del 2012 sale quindi a 107 il numero dei tentativi di suicidio registrati in Italia per motivazioni economiche.

http://www.tmnews.it/web/sezioni/top10/ ... 4721.shtml



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MessaggioInviato: 02/02/2014, 19:50 
QUESTA LETTERA E’ STATA PUBBLICATA DAL GIORNALE ONLINE L’INTRAPRENDENTE.IT

RIPUBBLICHIAMO IL TUTTO INTEGRALMENTE, LE RIFLESSIONI LE LASCIAMO A VOI

—————————————————————

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Così parla un perseguitato. Un imprenditore

Riceviamo una lettera anonima, è un pugno nello stomaco, la pubblichiamo. Non chiede aiuto, va oltre. Racconta tutto: la banca muta nonostante le garanzie, la miopia dei sindacati, l’assenza della politica e il dramma di guardare negli occhi i famigliari. Leggete, e vergognatevi di questo Stato.

Riceviamo e pubblichiamo la lettera anonima di un imprenditore, che ha usato un indirizzo mail irrintracciabile. Non chiede aiuto, va oltre. Racconta la sua storia, che è anche quella di quaranta dipendenti che dovrà licenziare e di una famiglia da cui dovrà tornare a mani vuote. È uno di quegli imprenditori cui è stato negato un prestito, che saluta un fatturato da 1.5 ml di euro. Uno che lo Stato ha divorato. Per cui abbiamo paura, perché quando tra le righe leggi l’assenza di speranza sai che al posto di quest’ultima probabilmente s’è accomodato il buio. E quest’imprenditore i suoi contatti non ce li ha fatti avere forse anche per non sentirsi dire che non deve e non può mollare. Ma noi glielo diciamo qui, speranzosi ci legga: non molli, scriva, chiami o ci ignori ma non molli. Perché lei è il nostro quotidiano eroe italiano. Non molli perché, come vede, a dare forza al suo grido ci pensiamo noi. Come possiamo, con tutta la nostra voce. Siamo e saremo al suo fianco, se ci vorrà. Lei, intanto, non molli. Per i suoi dipendenti, per un Paese malato ma ancora vivo e per chi le è accanto nella vita. E se vuole per noi, piccoli ma Intraprendenti che credono e vivono per quelli come lei. La stima è la nostra.


Caro Direttore, ti scrive un imprenditore 35 anni che si trova con ospite in arrivo il fallimento che busserà da qua a qualche giorno alla porta del mio ufficio. Fallimento che arriva grazie ad un prestito, che nonostante sia stato garantito 100% da Confidi, la banca non ha voluto concedere. Avrei voluto andare a piangere da qualcuno, ma non ho più lacrime e cuore. Devo tornare a casa e dire che non ho i soldi per fare la spesa, o per pagare l’affitto. Io non ho case, non ho fatto vacanze all’estero e non ho conti correnti segreti. Ho messo tutto quello che avevo guadagnato, ho chiesto supporto alla mia famiglia. Non ho piu’ i soldi per potermi sposare o pensare di mettere al mondo un figlio. Per lo Stato non ho diritto a nulla e non voglio andare in mano agli strozzini (che peraltro sono gli unici che si premurano a farmi sapere che quello che si dice in giro sono menzogne e che invece loro svolgono davvero un servizio sociale). Fallisce un’azienda che è rimasta in Italia quando tutti andavano all’estero, con un fatturato di 1,5 ml di euro, 40 dipendenti che consideravo ( erroneamente per il 90% dei casi ) una famiglia.

Amaramente constato che :

1. in Italia vi è una cultura ben definita che separa nettamente chi fa impresa da chi è impiegato. Se paghiamo siamo dei bastardi schiavisti se falliamo dei bastardi schiavisti puniti da Dio con il giusto compenso.

2. gli appalti seri girano sempre per i soliti canali, ai quali non partecipi se non elargendo regalie, e soprattutto conoscendo bene a chi elargirle

3. lo Stato non perdona il fallimento altrui.

4. le banche sono la mano armata di chi deve gestire il business

5. devi rimanere piccolo e pagare, se provi a fare il salto devi morire.

Direttore,

non ci credere che qualcosa possa evolversi in meglio, non illudere chi ha ancora energie e forze mentali che qualcosa possa cambiare. Spingi tutti ad andare fuori da questo paese . Mi rimangono 2 strade una tutelare i miei dipendenti fino alla fine e un’altra, che sarà la via d’obbligo per salvaguardare il buon nome della mia famiglia e il mio Onore: le scrivo questo perché voglio che qualcuno sappia che io ho resistito fino alla fine e che non mi sono mai tirato indietro, che ho aspettato le carte del tribunale e percorso ogni strada e che la vicinanza delle istituzioni, della legge, della politica dei sindacati, sono tutte pistolinate.

Lo dica questo, la gente deve sapere. Ho 35 anni e grazie alla mia incapacità di leggere la realtà di questo paese non ho più un futuro.

Con sincera stima la saluto

Un imprenditore

http://bastacasta.altervista.org/p9497/

Questo lo aggiungo io (se posso)

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MessaggioInviato: 02/02/2014, 21:04 
[:264]



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60enne si uccide per la crisi: “Per favore pensate al mio gatto”

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CHIARAVALLE – L’ha ucciso forse la sensibilità, prima ancora della solitudine e dei problemi economici. Cosa pensare di un uomo di sessant’anni che, prima di uccidersi, si preoccupa di tutti, dal socio di lavoro ai soccorritori e perfino di lasciar scritto “Per favore occupatevi del mio gatto”, unico, fidato coinquilino di una casa divenuta all’improvviso troppo grande, vuota e triste. A.S., queste le iniziali del suicida, si è ucciso lì, abbandonandosi al monossido di carbonio, in quella casa al piano terra di uno stabile di viale Rinascita. Il racconto dei dettagli della sua morte volontaria mette i brividi e testimonia della determinazione lucida dell’uomo di togliersi la vita.

L’uomo aveva preparato tutto nei minimi particolari. Ha vergato due messaggi su fogli formato A4, uno per far avvertire il socio con cui era titolare di una piccola ditta di mobili a Montemarciano che deve fronteggiare la crisi finanziaria che ha colpito molti ed uno per sollecitare a prendersi cura del suo adorato micio, ne ha attaccato con lo scotch un altro all’esterno della porta del bagno su cui ha scritto, con un pennarello, “Attenzione monossido di carbonio” e ne ha lasciato un quarto in una busta di plastica, con 300 euro, con scritto “i soldi sono per il mio socio”.

Inoltre, ha lasciato una busta chiusa con su scritto “lettera testamentaria da consegnare al notaio Montali” e poi ha fatto il resto, preparando minuziosamente il suicidio.

Ha acceso un barbecue nel piccolo bagno, ha sigillato con il nastro adesivo ed ha atteso che, finalmente, giungesse la morte cercata con feroce determinazione. Il socio gli telefonava da due giorni ma ne sabato né domenica il sessantenne aveva risposto alle chiamate. Molto allarmato, il compagno di lavoro dopo averlo richiamato al telefono anche ieri mattina, intorno alle 10 si è presentato in viale Rinascita sapendo che il socio era solito lasciare la chiave di casa sotto lo zerbino. E’ entrato ed ha subito capito ciò che era accaduto. Ha chiamato le forze dell’ordine poi è giunto sul posto il medico che ha potuto solo prendere atto della morte del sessantenne dichiarando che, presumibilmente, il decesso era avvenuto da almeno 12 ore e quindi tutto lascia pensare che l’artigiano si sia lasciato morire nella serata di domenica. Una domenica come tante, cupa e uggiosa, piena di solitudine e di amarezza.

Una domenica che all’imprenditore, preoccupato per la non buona situazione economica della sua ditta, deve essere sembrata ancor più nera e triste. Ed allora ha accarezzato quel micio, unico compagno di una casa vuota e, in un modo che lascia esterrefatti e sgomenti, ha deciso di dire addio a tutti.

http://www.imolaoggi.it/2014/02/04/60en ... mio-gatto/

E qualcuno si indigna per le parole degli esponenti del Movimento 5 Stelle?!??!

MA CHE SI SDEGNASSERO DI QUESTA VERGOGNA INFINITA!

[:(!]

Fino a quando, FINO A QUANDO saremo disposti ad accettare queste situazioni restando inermi?!

[B)]



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Cita:
Si butta dal decimo piano dell'ospedale: benzinaio si uccide per la crisi

Tragedia al monoblocco di Padova, si è lanciato dal decimo piano, dalla parte di Pontecorvo. Ha lasciato un ultimo biglietto: "La crisi mi ha tolto il sorriso"

http://mattinopadova.gelocal.it/cronaca ... -1.8608553


Questa notizia mi fa riflettere in questo senso... Nessuno è stato in grado di aiutare lui, così come tutti gli altri suicidi.

La conclusione è una sola... abbiamo perso il valore della 'comunità'... ognuno cammina da solo in questo mondo assassino.

Anche per questo siamo deboli davanti al potere del "Sistema" che NON E' solo rappresentato da banche e finanza... ma da forze oscure, persino più in alto di loro...

E forse è questo uno dei crimini peggiori del "Sistema"... averci portato via il senso della 'comunità', della 'solidarietà', della 'collaborazione' e dello 'stare insieme'.

Sempre presi tra mille affanni, mille problemi insormontabili in un mondo la cui velocità, da tempo, non è più a misura di uomo

[B)] [B)] [B)]


Ultima modifica di Atlanticus81 il 05/02/2014, 17:32, modificato 1 volta in totale.


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Cita:
ABITAVA AL QUARTIERE ZEN: SVENUTA IN CASA è ARRIVATA IN ospedale in CONDIZIONI critiche
Trascura ascesso dentale perché senza soldi,
ragazza di 18 anni muore a Palermo
Avrebbe avuto uno «shock settico polmonare»
La Procura ha aperto un'indagine per omicidio colposo

PALERMO - All'inizio era un semplice mal di denti. Sembrava un dolore da sopportare senza drammatizzare troppo. Eppure in seguito si è trasformato in un ascesso poi degenerato in infezione. Una patologia trascurata, forse anche per motivi economici, che ha provocato la morte di una ragazza di 18 anni, Gaetana Priolo. La giovane, che abitava a Palermo nel quartiere Brancaccio, non si era curata; qualcuno dice che non aveva i soldi per pagare il dentista. Un comportamento che le è stato fatale: è spirata tra giovedì e venerdì scorso nell'ospedale Civico per uno «shock settico polmonare».

CONDIZIONI DISAGIATE - Le condizioni economiche della famiglia della ragazza sono disagiate ma decorose. Gaetana era la seconda di quattro figli di una coppia separata: il padre, barista, era andato via un paio di anni fa. Nella casa di via Azolino Hazon erano rimasti la moglie, la sorella maggiore di Gaetana, il fratello e una bambina di quasi cinque anni. Per sopravvivere e mantenere la famiglia la madre lavorava come donna delle pulizie. «È stata sempre presente, attenta, una donna con gli attributi», dice Mariangela D'Aleo, responsabile delle attività del Centro Padre Nostro, la struttura creato da don Pino Puglisi, il parroco uccisa dalla mafia nel '93, per aiutare le famiglie del quartiere in difficoltà. L'inizio del calvario per Gaetana comincia il 19 gennaio scorso: il dolore è insopportabile tanto da far perdere i sensi alla diciottenne. La ragazza in prima battuta viene trasportata al Buccheri La Ferla e visitata al pronto soccorso per sospetto ascesso dentario. «Dopo due ore circa, in seguito alla terapia, essendo diminuito il dolore, - afferma una nota della direzione del nosocomio - è stata dimessa per essere inviata per competenza presso l'Odontoiatria del Policlinico di Palermo».

RICOVERATA SOLO IL 30 GENNAIO - Dove però Gaetana non è mai andata. Si è invece fatta ricoverare il 30 gennaio al Civico dove le sue condizioni sono apparse subito gravi: in seconda rianimazione le viene diagnosticata una fascite, un'infezione grave che partendo dalla bocca si è già diffusa fino ai polmoni - dicono all'ospedale -. I medici fanno di tutto per salvarla, ma le condizioni critiche si aggravano ulteriormente fino al decesso avvenuto la settimana scorsa. Al momento non c'è nessuna denuncia della famiglia e nessuna inchiesta è stata aperta. «È un caso rarissimo - spiega una dentista - ma certo non si può escludere che possa accadere». Soprattutto quando si trascura la cura dei denti. Ed è questo un fenomeno in crescita. «L'11% degli italiani rinuncia alle cure perchè non ha le possibilità economiche, e nel caso delle visite odontoiatriche la percentuale sale al 23% - denuncia il segretario nazionale Codacons, Francesco Tanasi - In Sicilia la situazione è addirittura peggiore. Chi non può permettersi un medico privato, si rivolge alla sanità pubblica, settore dove però le liste d'attesa sono spesso lunghissime, al punto da spingere un numero crescente di utenti a rinunciare alle cure».

APERTA INCHIESTA - La procura di Palermo ha aperto un'inchiesta sulla morte di Gaetana, che tutti chiamavano Tania, e indaga per omicidio colposo. Il corpo della ragazza si trova nell'istituto di medicina legale del Policlinico, e nelle prossime ore sarà conferito l'incarico ai medici legali per eseguire l'autopsia. Oggi, martedì, i carabinieri dei Nas di Palermo si sono recati all'ospedale «Civico» per sequestrare la cartella clinica della ragazza.



http://corrieredelmezzogiorno.corriere. ... 5046.shtml


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MessaggioInviato: 12/02/2014, 16:07 
PESCARA - Un altro suicidio, l'ennesimo, dovuto alla crisi. Un 70enne di Elice, nel Pescarese, preso dallo sconforto dopo che Equitalia aveva avviato la procedura di pignoramento della sua casa, si è ucciso sparandosi in faccia. Il corpo è stato trovato ieri sera, nella camera da letto dell'abitazione, ma la morte risale ad almeno 24 ore prima. L'uomo, pensionato e separato dalla moglie, si era allontanato dai figli e, in passato, ha avuto problemi di depressione. A detta di famigliari e conoscenti, però, a spingerlo al gesto estremo sarebbero stati problemi di natura economica. Il 70enne, infatti, aveva ricevuto delle cartelle esattoriali, con l'avvio della procedura di pignoramento della casa. L'uomo si è sparato con un fucile calibro 12 regolarmente detenuto. Sul posto i Carabinieri della Compagnia di Montesilvano (Pescara). Sequestrata l'arma.

http://www.leggo.it/NEWS/ITALIA/pescara ... 6030.shtml

tutti questi suicidi x crisi economica non dovrebbero passare in cavalleria,qualkuno ne dovrebbe dare conto,........cio' e' istigazione al suicidio...............[;)]


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Sfratti, a Milano è emergenza: 250 famiglie per strada. "Limitiamo l'uso dei poliziotti"

L'appello dei sindacati al prefetto. Chi perde il lavoro e non riesce a pagare l'affitto è costretto a lasciare la casa per morosità. Decine di famiglie in difficoltà. Si va verso l'apertura di un tavolo di confronto cittadino

Sfratti, a Milano è emergenza: 250 famiglie per strada. "Limitiamo l'uso dei poliziotti" I più fortunati si fanno ospitare da parenti e amici, ma c’è anche chi finisce a dormire in auto o a mettersi in coda fuori dai dormitori pubblici. I sindacati inquilini calcolano che a Milano 250 famiglie sfrattate siano «per strada», nella vasta gamma di sfumature che questo concetto può avere. Per questo Cgil, Cisl, Uil e Unione inquilini hanno incontrato il prefetto Francesco Tronca per chiedere un intervento per bloccare l’emergenza, scaglionando gli sfratti e cercando di garantire un alloggio popolare a chi viene sgomberato. Il prefetto ha ricevuto i sindacalisti e si è a lungo confrontato con loro su un problema che coinvolge 12mila famiglie in città. Al termine della riunione, ha subito messo in moto una macchina che porterà a un secondo incontro fra confederali e Comune.

«Abbiamo chiesto con forza un provvedimento immediato di graduazione della concessione della forza pubblica. Chiediamo cioè che ci sia una programmazione degli sfratti in modo da evitare che chi viene sgomberato finisca in strada. Se manca l’alloggio da assegnare, bisogna attendere a eseguire lo sfratto. Lo consente una normativa sulla “morosità incolpevole”, cioè quella causata dalla perdita del reddito da parte dell’inquilino — spiega Leo Spinelli, segretario regionale Cisl — Qui non stiamo parlando di gente che ne approfitta, ma di famiglie che hanno perso il lavoro per la crisi e che non sono in grado di far fronte al canone». Il sindacato ha fatto presente al prefetto che si è inceppato il meccanismo di assegnazione “in emergenza” agli sfrattati delle case Aler e comunali.

Fino all’anno scorso potevano passare pochi giorni o al massimo qualche settimana fra lo sfratto e la concessione di un alloggio popolare alle famiglie già in graduatoria per lo stato di necessità. Ma dalla fine del 2013 la situazione si è capovolta. «C’è gente che attende per mesi, famiglie intere che finiscono in strada. Occorre un tavolo istituzionale e tecnico con prefettura, Comune di Milano e con gli altri Comuni “ad alta tensione abitativa” per garantire il “passaggio da casa a casa” delle famiglie sfrattate — aggiunge Stefano Chiappelli, segretario del Sunia — Dobbiamo definire le migliori modalità di intervento per affrontare l’emergenza sfratti».

Delle 250 famiglie che a Milano sono già state messe in mezzo alla strada con la forza pubblica, senza alcuna soluzione alternativa, circa 150 hanno l’assegnazione di un alloggio popolare, ma solo sulla carta. Sono in graduatoria, ma nella realtà non hanno ricevuto alcuna offerta. E l’attesa si può prolungare per mesi perché di alloggi disponibili da assegnare non ce n’è. Nel frattempo continua lo stillicidio quotidiano degli sfratti nei confronti di persone in condizione di grave disagio. Ieri mattina il Sicet è andato in via Caccialepori 18 per impedire lo sfratto del signor Massimo, 64 anni, gravi problemi di salute e senza sistemazione alternativa. Da mesi la sua domanda per la casa popolare è stata accolta, ma solo sulla carta. Anche lui è sotto sfratto per morosità: non paga l’affitto da quando non lavora a causa della sua malattia.

«Sono mesi che denunciano la gravità della situazione — dice Spinelli (Sicet) — Adesso prefettura e Comune devono assumersi ognuno le proprie responsabilità, senza rimpalli di competenze, per fronteggiare una situazione sempre più drammatica e pericolosa dal punto di vista sociale».

http://milano.repubblica.it/cronaca/201 ... f=HREC1-25

Forse è il caso che qualcuno si dia una svegliata?



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MessaggioInviato: 15/02/2014, 19:36 
Una corda, una sedia e l’elenco dei morti di disoccupazione
Trapani: Giuseppe Burgarella, operaio edile senza lavoro si impicca
Come biglietto d’addio l’articolo 1 della Costituzione

Trapani - Giuseppe Burgarella ha deciso di porre fine alla sua vita dopo tre anni senza lavoro. Prima di decidere di compiere il gesto estremo, Burgarella aveva scritto al presidente della Repubblica e a Susanna Camusso esprimendo tutto il suo disagio per una vita senza più significato. Per due anni l’operaio edile aveva ricevuto un assegno di indennità di disoccupazione di 700 euro al mese ma voleva lavorare perchè stare a casa gli creava ‘un senso di oppressione’.

Immagine

Tre anni di richieste di aiuto, di messaggi disperati che nessuno ha saputo cogliere fino in fondo poi sabato scorso la decisione di farla finita. Una sedia, una corda e un biglietto nel quale al posto di lasciare un messaggio ai suoi cari ha trascritto il lunghissimo elenco delle persone che prima di lui si sono tolte la vita in preda alla disperazione oltre la trascrizione dell’articolo 1 della Costituzione.
Nelle tasche del corpo senza vita di Burgarella i carabinieri hanno trovato le copie delle lettere scritte a Giorgio Napolitano e a Susanna Camusso. Sul bigliettino trovato di fianco al corpo invece c’era scritto: “La lista di quelli come me. Mi tolgo io dalla condizione“.

E l’ultimo nome del lungo elenco era proprio il suo.

http://bastacasta.altervista.org/p9932/

Pensateci ... quando sarete chiamati alle urne. Pensate a chi sono stati i responsabili di questo sfacelo e a chi li ha appoggiati (e continua a farlo...)

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MessaggioInviato: 15/02/2014, 20:25 
Cita:
Atlanticus81 ha scritto:

Una corda, una sedia e l’elenco dei morti di disoccupazione
Trapani: Giuseppe Burgarella, operaio edile senza lavoro si impicca
Come biglietto d’addio l’articolo 1 della Costituzione

Trapani - Giuseppe Burgarella ha deciso di porre fine alla sua vita dopo tre anni senza lavoro. Prima di decidere di compiere il gesto estremo, Burgarella aveva scritto al presidente della Repubblica e a Susanna Camusso esprimendo tutto il suo disagio per una vita senza più significato. Per due anni l’operaio edile aveva ricevuto un assegno di indennità di disoccupazione di 700 euro al mese ma voleva lavorare perchè stare a casa gli creava ‘un senso di oppressione’.

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Tre anni di richieste di aiuto, di messaggi disperati che nessuno ha saputo cogliere fino in fondo poi sabato scorso la decisione di farla finita. Una sedia, una corda e un biglietto nel quale al posto di lasciare un messaggio ai suoi cari ha trascritto il lunghissimo elenco delle persone che prima di lui si sono tolte la vita in preda alla disperazione oltre la trascrizione dell’articolo 1 della Costituzione.
Nelle tasche del corpo senza vita di Burgarella i carabinieri hanno trovato le copie delle lettere scritte a Giorgio Napolitano e a Susanna Camusso. Sul bigliettino trovato di fianco al corpo invece c’era scritto: “La lista di quelli come me. Mi tolgo io dalla condizione“.

E l’ultimo nome del lungo elenco era proprio il suo.

http://bastacasta.altervista.org/p9932/

Pensateci ... quando sarete chiamati alle urne. Pensate a chi sono stati i responsabili di questo sfacelo e a chi li ha appoggiati (e continua a farlo...)

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Il problema è proprio quello... quando... ma quando saremo chiamati alle urne???
Qui continuano a fare governi su governi per conto loro fregandosene del popolo e rigirando la frittata per continuare a spremerci come limoni...


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