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VIAGGIO NELL'ITALIA CHE NON CI STA
di Andrea Indini


22 settembre 2013, Berlino. Angela Merkel calca il palco della Konrad-Adenauer-Haus. Gli altoparlanti risuonano Tag wie diese dei Die Toten Hosen. Herman Gröhe sventola, tronfio, la bandiera tedesca. Un orgoglio troppo nazionalista per i gusti della cancelliera che si affretta a strappare di mano al suo segretario generale la bandierina. I flash dei fotografi, però, l'hanno immortalata così spingendo i principali quotidiani del Vecchio Continente a condannare quella che è poi passata per una sfrenata manifestazione di orgoglio nazionale. "Merkel, Merkel über alles" titolò – non senza una nota polemica – El Mundo.

È la fine di un'era che vedeva nell'Unione europea una sorta di totem sacro intoccabile e indiscutibile. La crisi economico-finanziaria, l'immobilismo della Bce, il colonialismo tedesco, le briglie euroburocratiche e il giogo del super euro hanno avuto l'effetto benefico della rottura. Il sogno europeo si è trasformato in incubo. D'altra parte il processo di unificazione fu un progetto di élite che mai coinvolse il popolo. Se per alcuni la crisi può essere usata come una minaccia politica per obbligare a cedere la sovranità nazionale a una sovrastruttura europea, per altri diventa l'opportunità per rompere col passato.

Solo in quest'ottica si spiega l'exploit di consensi per tutte quelle formazioni euroscettiche e antieuro che, in tutti i Paesi del Vecchio Continente, stanno prendendo piede e che, alle prossime elezioni, potrebbero portare a Strasburgo un esercito di deputati da far impallidire il Ppe e il Pse.

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CRESCE L'ONDATA DEGLI EUROSCETTICI

Incassato il bottino alle municipali francesi, Marine Le Pen punta a fare il botto alle Europee. Sul voto del 25 maggio ha scommesso tutto. E i sondaggi sembrano essere dalla sua parte. Tanto che sembra esser già stata nominata come leader di riferimento per tutti i partiti euroscettici. Formazioni politiche che andranno a imporsi pesantemente nella composizione del nuovo parlamento. Con un sogno in testa: l'abolizione della moneta unica. "L'euro è uno strumento che è stato messo in atto per forzare l'unione politica e per forzare l'indebolimento della sovranità popolare a favore dell'oligarchia europea – spiega la Le Pen al Giornale.it – questa esperienza disastrosa si fermerà o a causa del caos, dello sconvolgimento e del dramma sociale o perché il popolo avrà deciso di unirsi per poter organizzare, tranquillamente e serenamente, il ritorno della moneta nazionale".

L'ondata euroscettica fa sempre più paura ai tecnocrati di Bruxelles e ai poteri forti del Vecchio Continente. Perché su Strasburgo potrebbe abbattersi un terremoto che supererà la classica demarcazione tra destra e sinistra formano una nuova linea di separazione: pro e anti euro. E ogni Paese dell'Eurozona ha il suo movimento anti euro. In tutto sono una trentina, tanto eterogenei da riflettere ciascuno le differenti specificità nazionali. Anche in Germania dove la cancelliera Angela Merkel ha usato l'Ue e la moneta unica per ingrassare i tedeschi e mettere in ginocchio gli altri Stati membri. Oltre ai nazisti della Npd, che puntano di ottenere l'1,8% e mandare un paio di rappresentanti a Strasburgo, l'Alternative für Deutschland di Bernd Lucke potrebbe addirittura puntare al 7,5%. "Non avremmo chiamato così il nostro partito se non ci fossero alternative all'euro – spiega Alexander Gauland, uno dei fondatori – non pretendiamo di abolirlo domani, ma vogliamo tornare a valute nazionali". La proposta è di spaccare l'Europa in due, con un a sorta di euro-Nord e più valute per i Paesi periferici. "È inaccettabile imporre una valuta comune a Paesi con economie incompatibili – continua – dentro l'Eurozona la Grecia non risolverà mai la crisi. E in Spagna, Italia o Grecia dalla crisi si uscirà meglio tornando a svalutare monete nazionali".

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=uTwLWqXObOM[/BBvideo]

Un focus particolare va, poi, dedicato all'Ukip di Nigel Farage che, stando alle ultime rilevazioni, sarebbe lì lì con i laburisti. Tanto da aspirare a far meglio dell'ultima tornata elettorale quando portò a casa tredici seggi. Costola del partito conservatore dal 1999, quando se ne andò sbattendo la porta per protestare contro l'adesione del Regno Unito al Trattato di Maastricht, Farage ha raccolto sempre più consensi portando avanti una politica contro l'invasione degli immigrati. In Olanda, invece, la campagna anti euro è affidata al Pvv di Geert Wilders che lo scorso novembre ha sottoscritto un patto d'intenti con il Front National.

Patto già allargato agli austriaci del Fpo (il partito di estrema destra fondato da Jörg Haider), ai fiamminghi del Vlaam Belang e alla Lega Nord di Matteo Salvini ed esteso a tutte quelle forze politiche che vorranno unirsi nella lotta antieuropeista. Per riuscire a far sentire la propria voce dovranno costituire un nuovo gruppo politico che, da regolamento, verrà accettato solo se ci saranno minimo 25 eurodeputati e sette Stati rappresentati. Secondo gli ultimi sondaggi alla pattuglia degli euroscettici potrebbero andare circa 140 seggi. Non moltissimi se si considera che nel nuovo emiciclo i parlamentari saranno in tutto 751. Ma abbastanza se su temi specifici sapranno trovare accordi con gli altri gruppi minori, per influenzare i lavori di un'eurocamera dove né i popolari del Ppe né i socialisti del Pse potranno contare su ampie maggioranze

LE SPINTE ANTI EURO IN ITALIA

"Lasciate perdere parole come 'populismo' che non significano nulla e sono solo la spia della pigrizia mentale di chi le usa – spiegava giorni fa Angelo Panebianco sul Corriere della Sera – lasciate perdere persino il termine anti europeismo: essere contro l'Unione così com'è non significa necessariamente essere anche contro l'Europa in quanto tale". Perché, finalmente, si può dire (senza essere azzannati al collo) che l'Unione europea così com'è non va affatto bene. Va rivoltata come un calzino.

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In Italia le spinte sono variegate e vanno in ordine sparso. A farla da padroni sono sicuramente i Cinque Stelle che alle Europee puntano a superare ampiamente la soglia del 20% e a piazzare una settantina di eurodeputati. Da qualche giorno Beppe Grillo sta portando in giro per l'Italia il tour "Te la do io l'Europa", una sorta di comizio elettorale a pagamento per tirare la volata a candidati inesperti. "Dobbiamo riprenderci la lira, con un referendum. Poi svalutare la lira per far diventare i nostri prodotti concorrenziali all'estero", tuona il comico avvolto, come un fantasma, nella bandiera della Ue. Quello che propone è un referendum sulla moneta unica: "L'Italia ha perso la sua sovranità monetaria senza che i cittadini fossero interpellati". Peccato che solo fino a qualche mese fa la pensasse diversamente. Anche Gianroberto Casaleggio, nel 2013, se ne andava in giro a dire: "Se usciamo dall'euro, non risolviamo i nostri problemi".

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=gCkazA_sE8s[/BBvideo]

L'addio all'euro è sicuramente il punto cardine della campagna elettorale del Carroccio. Che, in vista delle europee, ha ritoccato il proprio logo inserendo la dicitura "No euro". "L'euro è una moneta criminale che ha portato vantaggi solo ai tedeschi – spiega Salvini al Giornale.it – in questi anni ha massacrato l'economia italiana". Per il segretario della Lega Nord questa è la battaglia con la "b" maiuscola: "Prima usciamo da questa gabbia di matti, prima torniamo a competere".

Da qui l'assonanza con la Le Pen con cui Salvini ha già sottoscritto un accordo pre-elettorale che, oltre all'abolizione della moneta unica, mira a bloccare l'immigrazione incontrollata tornando a difendere i confini, a contrastare l'estremismo islamico e a difendere la famiglia tradizionale fondata sulla mamma e sul papà. Se su molti punti il Front National e la Lega Nord combaciano perfettamente, su altri sono diametralmente opposti. In primis, sulla centralità della sovranità nazionale di cui la figlia del combattente bretone Jean-Marie Le Pen si fa portavoce. Il Carroccio chiede, invece, l'indipendenza dei popoli. Un'istanza che il referendum in Veneto ha rimesso al centro del dibattito politico e che trova ampi consensi sia in Scozia, che il 18 settembre voterà la secessione dall'Inghilterra, sia in Catalogna, dove da anni la battaglia è accesissima. "Noi siamo autonomisti e indipendentisti – spiega Salvini – andiamo a Bruxelles per smontare questa Europa centralista e restituire potere ai territori e ai popoli, alle patrie e ai cittadini".

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=jJR0yF8qyjM[/BBvideo]

Con la Le Pen trova, invece, più assonanza sulla sovranità nazionale Fratelli d'Italia. "Serve un'Europa che sia capace di recuperare la sovranità e i diritti dei popoli – spiega Giorgia Meloni al Giornale.it – e non un'Europa totalmente asservita alla tecnocrazia, alla burocrazia e agli interessi della grande finanza". Proprio per questo l'ex ministro della Gioventù introduce un nuovo bipolarismo: non più tra destra e sinistra, ma tra alto e basso. "Stando alle condizioni date – continua la Meloni – per l'Italia non ha molto senso rimanere all'interno di una moneta troppo forte e con vincoli e costrizioni che ci costringeranno a fare macelleria sociale, di fatto per fare gli interessi dei tedeschi". Sul banco degli imputati proprio quei patti che i governi italiani sono stati obbligati a sottoscrivere attraverso la minaccia dello spread tra i Btp decennali e i Bund tedeschi.

Lo spauracchio del default usato come arma di distrazione di massa per piegare l'interesse nazionale ai diktat europeisti. "Grazie ai patti sottoscritti dagli ultimi governi, quelli che l'Europa ci mandava – conclude la Meloni ai microfoni – nei prossimi anni dovremmo spendere per la Ue, oltre ai soldi che già diamo (l'Italia è il primo contribuente dell'Eurozona, ndr), circa 65 miliardi di euro l'anno tra fiscal compact e Fondo salva stati".

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=nrA6QpEJmX0[/BBvideo]


ATTRATTIVA LE PEN

Come già la Lega Nord, anche Fratelli d'Italia ha "subito" il fascino del Front National. Meloni e Le Pen hanno già avuto un faccia a faccia per mettere sul tavolo le problematiche da affrontare dopo il voto. Il punto è se riusciranno a smussare le differenze per dar vita a una nuova formazione che tenga testa ai due principali partiti, il Ppe e il Pse, che i sondaggi danno alla pari. Il vincitore potrà nominare il presidente della Commissione europea. In lizza ci sono il lussemburghese Jean-Claude Juncker e il tedesco Martin Schulz, entrambi graditissimi alla Merkel e sgraditissimi agli anti euro. Qui inizia la battaglia.

Perché la trasformazione dell'Unione europea in un Soviet burocratico lontano dai bisogni della gente e la crisi economica hanno spento il progetto europeo. Perché, così com'è, l'Europa non vale una lira. "Bruxelles è diventata, nel corso degli anni, un concentrato di nefandezze e assurdità, il simbolo dell'inefficienza e delle richieste folli, della lontananza dai cittadini e delle leggi da manicomio – spiega Mario Giordano nel suo ultimo libro - dall'euro alla neuro, il passo è stato breve".

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Mentre i popoli tiravano la cinghia gli euroburocrati cosa facevano? Stanziavano 4 milioni di euro per studiare una dinastia islamica e studiavano le lezioni di danza in Burkina Faso, finanziavano con 3 milioni l'uso degli insetti in cucina e promuovevano il tango finlandese. L'exploit della Le Pen ha il merito di sdoganare il pensiero antieuropeista. Per anni il culturame imperante non ammetteva critiche. Oggi anche la sinistra si permette di criticare, con i dovuti distinguo, la Ue. Lo fa anche Maurizio Crozza che, da ottimo comico qual è, ha il polso del sentimento popolare.

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Adesso non resta che aspettare: le elezioni del 25 maggio saranno un vero spartiacque. In Italia i partiti anti euro potrebbero totalizzare oltre il 30% delle preferenze: il M5S è dato intorno al 25%, la Lega Nord tra il 5 e il 6%, Fratelli d'Italia è appeso al 4% (soglia di sbarramento per entrare a Strasburgo). Sapranno far fronte comune? Chi guiderà la nuova formazione euroscettica, di per sé troppo variegata per portare avanti un progetto strutturato? E soprattutto: l'euro ha davvero i giorni contati?

[BBvideo]http://www.youtube.com/watch?v=92K747wlxlY[/BBvideo]

http://www.ilgiornale.it/static/reporta ... uropee.htm



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MessaggioInviato: 07/04/2014, 19:50 
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MaxpoweR ha scritto:

A sto giro O lega O Fratelli d'italia di lì non si scappa! Voglio vedere se si riesce davvero a fare qualcosa per spezzare lo status quo lì dove ormai si prendono le decisioni l'europa. Anche se non penso che il parlamento europeo conti davvero qualcosa...


l'importante e' che gli anti euro non si astengano,ci sono varie possibilita'politiche di votare contro la moneta unica......................quindi astenersi sarebbe un suicidio [;)]


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MessaggioInviato: 11/04/2014, 12:38 
Il prossimo 25 maggio gli italiani saranno chiamati a votare i propri rappresentanti al Parlamento europeo.

Voi, per chi voterete ?

http://ilmalpaese.wordpress.com/sondagg ... _a_7943933#pd_a_7943933

NOTA BENE: sondaggio, evidentemente, non scientifico. Chiunque puo’ postare questo sondaggio sul web e i voti riflettono la tendenza politica dei lettori dei siti in cui viene postato. Percio’, invitiamo tutti a diffondere il sondaggio in modo tale da ampliare il numero dei votanti, affinchè il sondaggio risulti piu’ veritiero possibile.



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MessaggioInviato: 11/04/2014, 12:58 
Palesemente non scientifico(purtroppo)..In questo sondaggio, al momento, il M5s ha l'82,61% dei voti.. [:p] [8D]



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MessaggioInviato: 11/04/2014, 13:24 
Magari è più realistico questo di quelli che ci propinano i media!

[:D] [:o)] [:D]



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MessaggioInviato: 14/04/2014, 13:33 
Sapere per cosa si vota è importante

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MessaggioInviato: 14/04/2014, 14:37 
Oggi ho sentito un servizio su rai news 24 si è passati dal "nuovo ordine mondiale" al "dobbiamo ridurre il debito non perchè ce lo dice l'europa ma per i nostri figli". Lo ha ripetuto napolitano con le stesse parole di renzi. Questi sono davvero dei burattini...



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MessaggioInviato: 14/04/2014, 16:13 
Cita:
MaxpoweR ha scritto:

Oggi ho sentito un servizio su rai news 24 si è passati dal "nuovo ordine mondiale" al "dobbiamo ridurre il debito non perchè ce lo dice l'europa ma per i nostri figli". Lo ha ripetuto napolitano con le stesse parole di renzi. Questi sono davvero dei burattini...


cmq napolitano che dovrebbe essere un super partes,partecipa ad una trasmissione tv schierandosi apertamente con il sistema euro,altroche imparzialita'..............[;)]


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MessaggioInviato: 14/04/2014, 16:28 
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ubatuba ha scritto:

Cita:
MaxpoweR ha scritto:

Oggi ho sentito un servizio su rai news 24 si è passati dal "nuovo ordine mondiale" al "dobbiamo ridurre il debito non perchè ce lo dice l'europa ma per i nostri figli". Lo ha ripetuto napolitano con le stesse parole di renzi. Questi sono davvero dei burattini...


cmq napolitano che dovrebbe essere un super partes,partecipa ad una trasmissione tv schierandosi apertamente con il sistema euro,altroche imparzialita'.............. [;)]


Se potessero userebbero pure DIO come testimonial pro-euro!

[:o)]

Così sarebbe più corretto...

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Ultima modifica di Atlanticus81 il 14/04/2014, 16:29, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 14/04/2014, 16:30 
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Atlanticus81 ha scritto:

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ubatuba ha scritto:

Cita:
MaxpoweR ha scritto:

Oggi ho sentito un servizio su rai news 24 si è passati dal "nuovo ordine mondiale" al "dobbiamo ridurre il debito non perchè ce lo dice l'europa ma per i nostri figli". Lo ha ripetuto napolitano con le stesse parole di renzi. Questi sono davvero dei burattini...


cmq napolitano che dovrebbe essere un super partes,partecipa ad una trasmissione tv schierandosi apertamente con il sistema euro,altroche imparzialita'.............. [;)]


Se potessero userebbero pure DIO come testimonial pro-euro!

[:o)]

Così sarebbe più corretto...

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..sono disposti a tutto x di intortare i votanti......................... [;)]


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MessaggioInviato: 14/04/2014, 17:18 
Il piano segreto per uscire dall’euro

Per gentile concessione, pubblichiamo stralci di «Non vale una lira. Euro, sprechi, follie: così l’Europa ci affama»(Mondadori, 166 pagine, 17 euro), il libro di Mario Giordano in vendita da oggi. Il testo è diviso in tre parti: «Perché bisogna uscire dall’euro», «Perché il sogno europeo è già finito» e «Perché questa Europa non ci piace». Lo stralcio che offriamo ai lettori di «Libero» è tratto dalla prima parte: al capitolo «E intanto le banche si preparano al “collasso”» il nostro editorialista rivela alcuni report redatti dai più importanti istituti finanziari italiani e non che teorizzano apertamente uno scenario di break-up dell’eurozona. Perché, si chiede l’autore, queste ipotesi non informano anche il dibattito politico e l’opinione pubblica, chiusa in dogmi e reciproci estremismi?

di Mario Giordano



La situazione, se non fosse tragica, sarebbe persino ridicola. Infatti, mentre pubblicamente è quasi vietato parlare di uscita dall’euro perché appena uno la nomina viene sommerso dai fischi e dai pomodori, in privato, nei sotterranei dei grandi istituti e nei caveau delle banche, si preparano tutti i piani dettagliati per far fronte all’ipotesi che viene ritenuta qualcosa di più di un’ipotesi.
Almeno una probabilità. Vietato dirlo, però: il popolo bue, come al solito, viene mandato al macello nella più totale ignoranza. «Non bisogna diffondere il panico» è la parola d’ordine. Per carità, il panico non va mai bene. Ma davvero esso nasce dalla conoscenza dei fenomeni? O piuttosto dall’ignoranza? Oggi, per dirne una, sappiamo come si formano i fulmini, e per questo essi ci fanno meno paura di quanta ne facevano agli antichi, che al contrario non ne conoscevano la natura. E allora: perché, in materia economica, c’è qualcuno che ci vuol riportare all’oscurantismo di Giove Pluvio?
il report
Nell’ottobre 2013, per esempio, Mediobanca ha preparato un rapporto di 122 pagine che è rimasto finora completamente riservato. Mai stato pubblicato. In Italia non ne ha parlato nessuno. L’unico a farne un accenno è stato il quotidiano inglese «Telegraph» in un articolo del 30 ottobre. Eppure si tratta di un documento esplosivo perché sostiene, in pratica, che l’Italia è vicina al capolinea, che il sistema sta per esplodere e che il nostro Paese sarà costretto a uscire dall’euro.

Si badi bene: Mediobanca non lo auspica, non chiede un ritorno alla lira, continua stoicamente a considerare la disciplina monetaria europea come l’unica possibile. Però non può fare a meno di prendere atto che staremmo assai meglio se fossimo fuori dall’euro. E che saremo costretti a uscirne se gli Stati del Nord Europa continueranno con la loro politica economica aggressiva nei confronti degli Stati del Sud.

Il passaggio chiave di questo documento riservato, che ho modo di consultare mentre scrivo, è a pagina 35-36 quando gli analisti di Mediobanca citano il cosiddetto «ciclo di Frenkel», cioè i sette passaggi chiave attraverso i quali un sistema a cambi fissi che non funziona si avvia alla distruzione. È uno degli argomenti principi di tutti i teorici del no-euro, perché il calvario di un’unione monetaria in difficoltà si manifesta sempre allo stesso modo, in tutte le crisi mondiali, dal Cile all’Argentina, e si conclude con l’ultima delle sette fasi, cioè quella del «collasso», in cui tutto salta per aria. Ecco, secondo Mediobanca, uno degli istituti finanziari più autorevoli del nostro Paese, il «ciclo di Frenkel si applica perfettamente» all’Europa del Sud (pagina 35) e dunque quello che ci aspetta è inevitabilmente il settimo punto del «ciclo» (pagina 36): «Il collasso: un attacco speculativo costringe i Paesi a lasciare il sistema a tassi fissi e a svalutare la moneta».
Ma perché dobbiamo aspettare il giorno del giudizio universale senza sapere nulla? Perché dobbiamo restare nell’ignoranza? Il «Telegraph», nel riferire del documento Mediobanca, sottolinea che per l’Italia il crash non sarebbe così disastroso: abbiamo un debito estero inferiore agli altri Stati del Sud, ancora molti risparmi privati, un avanzo primario in bilancio. «L’Italia può lasciare l’euro quando vuole, ed è abbastanza grande da superare lo shock.» Ma perché di tutto ciò non si può parlare apertamente? Perché si tengono i loro studi nei cassetti? «C’è paura ad affrontare questi temi, soprattutto ad affrontarli apertamente, ma sono all’ordine del giorno sulle piazze finanziarie» ci confessa una voce raccolta nel fondo di un caveau. E ci dà qualche indicazione per raccogliere la prova di quel che dice.
I report di questo genere, in effetti, abbondano. E tutti prendono in considerazione il crollo della moneta unica. «Uscita dall’euro e break-up» è il documento pubblicato dalla banca d’affari Nomura nel novembre 2012, «Risposta a 10 domande sull’Euro break-up» è il documento pubblicato da J.P.Morgan nel dicembre 2011, «Piano per un ordinato break-up dell’Unione monetaria europea» è lo studio realizzato da Jens Nordvig e Nick Firoozye sempre per Nomura nel gennaio 2012. Nel luglio del medesimo anno è la volta della Merrill Lynch: secondo il report della banca d’affari, l’Italia avrebbe «tutto l’interesse» a uscire ordinatamente dall’euro, a patto che lo faccia prima degli altri (Grecia e Spagna). A perderci sarebbe soltanto la Germania.
uscire o morire
Della stessa opinione anche un centro studi molto quotato nella City londinese, il Lombard Street Research, che nell’elaborare un report dedicato all’Olanda e all’euro (marzo 2012), a pagina 18 ipotizza, fra le altre, anche la possibilità che esca dalla moneta unica solo l’Italia, aggiungendo che di tutte le uscite questa sarebbe una delle meno costose. «L’Italia potrebbe tornare rapidamente a crescere» sostengono gli analisti. Anzi: il ritorno alla vecchia moneta sarebbe per il nostro Paese quasi una passeggiata, soprattutto se paragonato a ciò che ha passato negli ultimi dieci undici anni. Ma il report prende in considerazione anche altre possibilità: che lascino la moneta unica solo la Grecia e il Portogallo, oppure la Spagna, oppure l’Olanda con la Germania, oppure anche l’Olanda da sola. Sembra quasi una partita a poker: chi farà la prima mossa? E soprattutto: chi rimarrà fregato con le carte (inutili) dell’euro in mano?
Comunque, al di là delle singole e molto tecniche questioni affrontate da questi studi, quello che a noi interessa è sottolineare che il tema dell’uscita dall’euro, negli uffici dell’alta finanza, è all’ordine del giorno. Se ne parla nei corridoi, nei sottoscala, nei bunker riservati dei grandi centri direzionali. Lo conferma l’economista Eugenio Benetazzo, definito il Roubini italiano, uno dei pochi che aveva previsto in anticipo la crisi del 2008 con un best seller (Duri e puri) assai controcorrente. Nel suo Neurolandia Benetazzo parla degli «eurokiller», e cioè di quei «grandi operatori istituzionali, banche d’affari, amministratori di risparmio gestito, fondi pensione, che ritengono che l’euro abbia gli anni contati per ragioni strutturali e socioeconomiche». E perciò «stanno attivando politiche per trarre beneficio dal previsto default».
silenzio, si crepa
Ma perché nulla di questo dibattito trapela? Perché non viene alla luce del sole? Perché devono prepararsi a trarne beneficio solo i grandi operatori istituzionali e le banche d’affari? Se davvero l’Italia ha la possibilità di salvarsi uscendo dall’euro prima degli altri (come dice Merrill Lynch), perché questo non viene spiegato anche agli italiani? Perché, al contrario, ogni volta che si pone la questione dell’euro si viene liquidati con un’alzata di spalle e un’occhiata di disprezzo?
La Greenwich Treasury Advisors, società di consulenza che ha fra i suoi clienti le più grandi multinazionali, dalla Ibm alla Siemens, dalla Monsanto alla General Motors, segue con attenzione lo sviluppo della situazione anche perché, scrive nel suo report, «in democrazia non possono essere sostenuti piani di austerità per molti anni consecutivi» e dunque la rottura del patto dell’euro da parte di qualche Paese che non ce la fa più a reggere la situazione è da mettere in conto. Anche questa relazione, ovviamente, è rimasta sconosciuta agli europei (non certo alle multinazionali). L’unico documento di questo genere di cui si è avuta notizia è quello realizzato nel settembre 2011 dall’Ubs, l’Unione delle banche svizzere, perché è piuttosto catastrofico nelle sue stime e prevede costi altissimi per i cittadini europei in caso di uscita dall’euro. Eppure anche questo rapporto, tanto caro agli europeisti, comincia così: «L’euro ha creato più costi economici che benefici ai suoi membri. E per questo potrebbe non esistere più»…



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MessaggioInviato: 14/04/2014, 17:32 
Un esercizio carino per sondare il vostro sentimento nei confronti dell'Unione Europea...

http://www.lasteurope.it/

Attenzione... i dati forniti potrebbero essere usati contro di voi!

[:D]

Io, consapevole del rischio di tracking ho voluto cimentarmi lo stesso (lo so... sono un incosciente).

Il risultato è stato ovviamente "Antieuropeista".

La cosa interessante è che

Cita:
Come te, migliaia di cittadini di tutti i paesi membri hanno espresso un giudizio sui risultati finora ottenuti dall'Unione Europea. Nell'infografica qui sotto puoi visualizzare chi ha espresso i tuoi stessi orientamenti. A sinistra sono riportate le tre nazioni in cui il tuo parere sull'Europa è più diffuso, a destra le nazioni in cui meno cittadini condividono la tua opinione. In basso, puoi vedere quanto è diffusa la tua opinione in Italia e nell'intera Unione Europea.

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Ergo... ANDIAMO A VOTARE!!!!!

[8D]


Ultima modifica di Atlanticus81 il 14/04/2014, 17:33, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 14/04/2014, 17:38 
Ho voluto falsare il risultato.. per vedere quanti invece fossero euroentusiasti... ecco i numeri

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Il 30% degli italiani. Quelli che votano PD

[:o)]

Il 25% dei cittadini europei... ergo la UE è fallita! Se ne prenda atto democraticamente...

[8D]



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MessaggioInviato: 15/04/2014, 00:45 
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MaxpoweR ha scritto:

Oggi ho sentito un servizio su rai news 24 si è passati dal "nuovo ordine mondiale" al "dobbiamo ridurre il debito non perchè ce lo dice l'europa ma per i nostri figli". Lo ha ripetuto napolitano con le stesse parole di renzi. Questi sono davvero dei burattini...

Per i nostri figli? I nostri figli, qualora dovessimo decidere di rimanere nell'Euro,
ci prenderanno a calci sulle gengive (a due a due finchè non diventano dispari)
per non aver fatto nulla.

A parte questo, devo dire che le manovre di distrazione di massa
relativamente al DISASTRO (suffragato dal nulla esistenziale) di cui blaterano
gli euroentusiati nel caso in cui dovessimo decidere di rifarci una vita SENZA
l'Euro, sta toccando davvero l'apice della follia.

Tra Gruber, Rai News24 e Rai tre, non si sa chi fa più vomitare....... [xx(]



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

"Onesto è colui che cambia il proprio pensiero per accordarlo alla verità. Disonesto è colui che cambia la verità per accordarla al proprio pensiero". Proverbio Arabo

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Meno male!!!!

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