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 Oggetto del messaggio: Armi Chimiche a Gioia Tauro...
MessaggioInviato: 25/01/2014, 09:05 
I toni di Gianni Lannes, sono un pò apocalittici....
Ma è comunque bene SAPERE cosa stia succedendo a Gioia Tauro....




OBAMA DECRETA LA MORTE DEL MEDITERRANEO
CON L’AFFONDAMENTO DELLE ARMI CHIMICHE


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http://www.informarexresistere.fr/2014/ ... -chimiche/

- Di Gianni Lannes -

Finalmente una bella notizia. Le armi chimiche siriane saranno trattate con l’idrolisi e poi affondate tra Malta, Grecia e Italia. Prima però saranno stoccate in Calabria, l’area a maggior rischio sismico e idrogeologico d’Italia che trema quotidianamente sotto i colpi del bombardamento chimico (chemtrails) e delle iniezioni ionosferiche di onde Elf nella parte superficiale della crosta terrestre.

Tranquilli: l’approdo dell’arsenale bellico sarà a Gioia Tauro, area di pertinenza esclusiva della ‘Ndrangheta, la più pericolosa organizzazione criminale italiana al soldo spesso dello Stato tricolore per il lavoro sporco commissionato dai nostrani servizi segreti, come ha rivelato qualche anno fa un generale dei carabinieri (operativo nel servizio di intelligence), durante un’audizione sottoposta ovviamente a segreto di Stato.

Dunque, una miriade di ordigni tossici estremamente pericolosi per l’ambiente, minaccia la salute pubblica e l’economia delle nazioni mediterranee.
L’arsenale chimico della Siria inizialmente era destinato a essere neutralizzato in Albania ma, dopo le forti proteste pubbliche il governo di Tirana è stato costretto – suo malgrado rinunciando ad un cospicuo gruzzoletto in dollaroni dello zio Sam – a declinare l’offerta, e così questo arsenale proibito dalle convenzioni internazionali, delle normative nazionali nonché del buon senso biologico, sarà affondato nella zona di mare ad ovest di Creta, con la connivenza criminale delle autorità di Grecia, Italia e Malta. Tra l’altro in Europa è in vigore la Convenzione di Aarhus (ratificata in Italia con legge 108 nel 2001) che sulla carta – se fatta valere in punta di diritto – dovrebbe consentire alle popolazioniinteressate di arrestare questa pericolosa manovra degli Stati Uniti d’America.

Il primo allarme è stato lanciato dagli scienziati di Democritos (Centro Nazionale di Ricerca Scientifica) di Atene e del Politecnico di Creta che parlano di «completa distruzione dell’ecosistema e del turismo». Secondo il collaboratore scientifico di Democritos ed ex presidente dell’Unione dei Chimici Greci, Nikos Katsaros, «se una tale neutralizzazione delle armi chimiche verrà effettuata tramite il processo di idrolisi, si può parlare di uno scenario da incubo. Si tratta di un metodo estremamente pericoloso con conseguenze imprevedibili per l’ambiente mediterraneo e i popoli vicini». Questi effetti saranno la necrosi completa dell’ambiente interessato e l’inquinamento finale del Mediterraneo. Il pesce sarà avvelenato dalla contaminazione così come la popolazione che lo consumerà.

Solitamente le sostanze chimiche vengono distrutte mediante combustione in aree specifiche, dotate di opportune infrastrutture presenti in: Stati Uniti, Germania, Francia, Russia e Cina. In questo caso però, trattandosi di un problema politico, nessuno vuole assumersi la responsabilità. Così ricorrono al metodo di idrolisi in mare aperto nonostante, per ammissione indiretta dei nordamericani stessi, questo metodo sia particolarmente pericoloso: infatti, il mare Mediterraneo è stato scelto proprio perché chiuso. Di un grave rischio parla il professor Evangelos Gidarakos del Politecnico di Creta, che ha lanciato l’allarme alle indifferenti autorità elleniche:

«Queste sostanze chimiche sono miscele di sostanze pericolose e tossiche, che non sono in grado di essere inattivate in modo da non causare danni agli organismi viventi solo con questo metodo».

Secondo annunci ufficiali, le armi chimiche, dopo essere trasportate dalla Siria, saranno caricate in Italia nella nave battente bandiera U.S.A. Cape Ray e saranno inabissate tra Malta, Libia e Creta. La procedura per l’occultamento dell’arsenale chimico della Siria dovrebbe durare circa tre mesi. Non vengono forniti ulteriori dettagli.

Secondo il professor Gidarakos «L’armamento chimico della Siria consiste di due parti. Esistono 1.250 tonnellate di armamenti ‘principali’ come i gas sarin e i gas mostarda ed altre 1.230 tonnellate di sostanze precursori che sono utilizzate per la fabbricazione delle armi vere e proprie. Queste sostanze, principalmente composti chimici di cloro e fluoro, sono di per sé altamente velenose e tossiche. E poi esiste una gamma di altre sostanze acquistate dalla Siria dopo l’embargo per cui sono sia di provenienza sia di natura ignota. Anche prendendo per buone le 1.500 tonnellate ufficialmente dichiarate, non credo che tutto possa essere concluso in soli tre mesi. Ci vorrà probabilmente il triplo di questo tempo, sempre che non succedano degli spiacevoli imprevisti Tutta questa storia ricorda molto un’operazione militare ed ha poco di scientifico».

Il professor Gidarakos sostiene che l’idrolisi di tutto questo quantitativo pericoloso produrrà una terza componente tossica che sarà formata direttamente nelle acque marine. Perché l’idrolisi non è un processo sicuro in quanto produce anche degli scarti in forma liquida.

Per la cronaca, i sedicenti “Alleati” al termine della seconda guerra mondiale, in palese violazione della Convenzione di Ginevra, hanno affondato nel Mare Adriatico, nelle acque territoriali della Puglia, su bassi fondali, e nel golfo di Napoli, nonché nei pressi dell’isola di Ischia, migliaia di bombe caricate con aggressivi chimici (iprite e fosforo).

http://sulatestagiannilannes.blogspot.i ... MBE+IPRITE

Un decennio fa uno studio dell’Icram (oggi Ispra) ha documentato l’inquinamento dell’ecosistema marino e la penetrazione dei veleni nel ciclo biologico. Inoltre, durante la guerra per disintegrare la Jugoslavia, la Nato – compresa l’Italia che ha partecipato ai bombardamenti con propri velivoli dell’Aeronautica militare - ha scaricato centinaia di ordigni caricati con uranio impoverito nell’Adriatico in 24 aree, dal Golfo di Trieste al Canale di Otranto. Il Mar Adriatico nonostante le promesse della Nato e del governo italiano (parola di Massimo D’Alema, all’epoca primo ministro) a guida di centro sinistra, non è mai stato bonificato.

I popoli del Mediterraneo, in primis quello italiano (se ancora si può definire tale) hanno il diritto e il dovere di impedire al governo terroristico degli Stati Uniti d’America di portare a compimento questo crimine contro l’umanità, altrimenti sarà la morte certa per il Mare Nostrum.
Riferimenti:
Lannes, Gianni, IL GRANDE FRATELLO. STRATEGIE DEL DOMINIO, Draco Edizioni, Modena, 2012
http://sulatestagiannilannes.blogspot.i ... -mari.html
http://sulatestagiannilannes.blogspot.i ... AVI+VELENI
http://sulatestagiannilannes.blogspot.i ... LARIA+ALPI
l’intervista in esclusiva concessa da Gianni Lannes al canale televisivo internazionale RussiaToday:
http://rt.com/news/features/italy-nato-toxic-waste/

Fonte: sulatestagiannilannes.blogspot.it



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"…stanno uscendo allo scoperto ora, amano annunciare cosa stanno per fare, adorano la paura che esso può creare. E’ come la bassa modulazione nel ruggito di una tigre che paralizza la vittima prima del colpo. Inoltre, la paura nei cuori delle masse risuona come un dolce inno per il loro signore". (Capire la propaganda, R. Winfield)

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MessaggioInviato: 27/01/2014, 00:38 
Gioia Tauro, militarizzazione ed evacuazioni di massa.
La Calabria in rivolta: no al transito delle armi chimiche


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- Di Gabriele Bonafede -

Si invierebbero circa 600 soldati e l’area del porto di Gioia Tauro sarebbe delimitata con una zona off-limits per un raggio di un km. È quanto emerge, non ancora confermato da fonti competenti, dalla riunione dei Sindaci calabresi a San Ferdinando per discutere dell’emergenza-armi chimiche siriane.

Ciò comporterebbe, se vero, che l’intero centro di San Ferdinando (4.000 abitanti) sia evacuato e ciò senza alcuna informazione preventiva alla popolazione finora. Si profilerebbe anche, vista la cartina geografica, un’evacuazione di gran parte di Gioia Tauro (20.000 abitanti) e forse anche di una parte di Rosarno, così come di altri Comuni e frazioni entro un raggio di un chilometro dall’area portuale che è particolarmente grande e molto vicina alle aree abitate.
Un nuovo elemento, dunque, che fuga ogni dubbio a chi ne avesse sulla straordinarietà dell’operazione. Si tratta di una vera e propria imposizione, secondo cittadini e amministratori calabresi, da parte del governo: indicare Gioia Tauro, senza consultazione, quale porto per il trasferimento dei materiali tossici da una nave all’altra è di per se inammissibile in democrazia e anche nel campo del buon senso. L’assemblea ha riunito, oltre ai Sindaci della Piana di Gioia Tauro, rappresentanti di Provincia, associazioni, cittadini comuni, Confindustria, e qualche parlamentare calabrese. Ed ha mostrato quella compattezza, relativa calma e lucida determinazione degne dei momenti gravi.

In particolare, anche la Confindustria calabrese si schiera con il no secco, spiegando ciò che è ovvio: un’operazione del genere, aldilà della sicurezza tutta da dimostrare e per la quale esiste il problema dell’errore umano comunque, nuoce all’ambiente imprenditoriale segnalando problemi ambientali gravi ai turisti che pensano di venire nell’area.
Il Dott. Romeo, coordinatore del tavolo tecnico di tutela ambientale, ribadisce che, aldilà della violazione delle convenzioni internazionali che stabiliscono l’intransitabilità di armi chimiche in qualsiasi territorio, esiste un problema nel metodo dello smaltimento delle armi chimiche: l’elettrolisi anche in mare porterebbe a disastri ambientali di grandi proporzioni, soprattutto nel Mediterraneo.

Dalla riunione emerge, secondo alcuni intervenuti, che l’operazione armi chimiche in Calabria è una vera e propria violazione delle più elementari regole di rispetto della democrazia e di informazione sui pericoli che si possono correre. Una gaffe del governo nazionale che esplode in Calabria, in un territorio completamente dimenticato dallo Stato e ricordato solo per il dumping, violando anche regole internazionali.
La Calabria fa, almeno a parole, fronte compatto: è una vera e propria rivolta istituzionale e di popolo.

Cape Ray
Altri nuovi elementi emergono dalla riunione di oggi.
Il primo è che la stragrande maggioranza degli intervenuti dichiara di essere contro il transito delle armi chimiche a Gioia Tauro a prescindere da qualsiasi considerazione d’ordine economico, politico o tecnico.
Il secondo è che il fronte del no alle armi chimiche è più compatto e trans-partitico di quanto si pensasse alla viglia: include tutti i colori politici e anche la Confindustria regionale.

Il terzo è che la spinta al no da parte di comuni cittadini e associazioni è più sostanziosa di quanto si pensasse e sostenuta da Comuni e realtà che vanno ben oltre la piana di Gioia Tauro, e che includono i Comuni dello stretto di Messina, la Locride, la Provincia di Reggio e altre zone della Calabria.
Il documento dell’assemblea conclude con un mandato ai Sindaci che parteciperanno alla riunione di Roma domani, così come al presidente della Regione Calabria, a dire un fermo no al passaggio delle armi chimiche nell’area, anche se con solo trasbordo in mare. Per il video integrale della riunione: http://new.livestream.com/francocufari/sanferdinando. L’accenno alla linea rossa entro un raggio di un chilometro e l’uso dei militari è a partire dal minuto 01.37.00 del video.


Fonte: linksicilia.it



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 Oggetto del messaggio:
MessaggioInviato: 27/01/2014, 01:10 
Cita:
Thethirdeye ha scritto:


OBAMA DECRETA LA MORTE DEL MEDITERRANEO
CON L’AFFONDAMENTO DELLE ARMI CHIMICHE





Hmmmm..... Obama, no buono.
Quando si tratta di armi chimiche, si esalta con le sue “genialate”:

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MessaggioInviato: 28/02/2014, 08:56 
ARMI CHIMICHE a Gioia Tauro:piccola perdita di IPRITE da uno dei container.Contaminati i topi di bordo.

Secondo quanto si apprende da fonti estere curde che hanno dato l’allarme, la nave Ark Futura che ha trasportato le armi chimiche siriane verso il Porto di Gioia Tauro, a causa delle mareggiate che imperversavano nel Mediterraneo Orientale, registro’ una piccola perdita di sostanze velenose(Iprite) da uno dei container. Sempre secondo quanto riferiscono le suddette fonti, l’imbarcazione, con a bordo 1500 tonnellate di concentrati chimici altamente mortali, la perdita è stata prontamente bloccata ed evitato il suo propagarsi grazie all’addestratissimo equipaggio di bordo indiano, che ha saldato con materiale isolante il container. Al momento non si hanno notizie alcune del sversamento di intrugli chimici in acqua, ma i topi a bordo(come si evince dalla foto inviata dal nostromo di coperta Radawaka Singh direttamente dalla nave che ritrae un eterocefalo glabro) risultano gravemente contaminati.

http://locchiodihorus.altervista.org/ar ... -di-bordo/



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