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MessaggioInviato: 21/03/2014, 11:32 
Certo che siamo buffi (a dir poco ...): prendiamo aerei per difenderci poi lasciamo in India due "fucilieri di marina" a marcire nel disinteresse più totale, nostro e del mondo!
Invece con le navi (che altri come la Spagna e l'Australia) usano per respingere clandestini, noi le usiamo per andargli addirittura ... INCONTRO!
Ma che diavolo di Paese siamo diventati ...?
Ma allora lasciamoli perdere 'sti aerei e tutta la Difesa (Esercito, Marina ed Aviazione)! [^]


Ultima modifica di Ufologo 555 il 21/03/2014, 11:40, modificato 1 volta in totale.


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U.F.O. "Astronavi da altri Mondi?" - (Opinioni personali e avvenimenti accaduti nel passato): viewtopic.php?p=363955#p363955
Nient'altro che una CONSTATAZIONE di fatti e Cose che sembrano avvenire nei nostri cieli; IRRIPRODUCIBILI, per ora, dalla nostra attuale civiltà.
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MessaggioInviato: 21/03/2014, 14:06 
Cita:
Spending review, l'Ad di Fs Moretti: "Se tagliano le paghe, i manager italiani vanno all'estero"

"Lo Stato può fare quello che desidera: sconterà che una buona parte di manager vada via, lo deve mettere in conto". Così a margine di un convegno a Bologna l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, ha replicato a chi gli chiedeva un commento sull'ipotesi di riduzione dei compensi per i super-manager. A chi gli chiedeva se in caso di un taglio della sua retribuzione potesse considerare l'ipotesi di andarsene Moretti si è limitato a replicare: "Ma non c'è dubbio".
Fonte:http://notizie.tiscali.it/articoli/politica/14/03/21/moretti_paghe_manager.html?ultimora


Io a questo e a quelli come lui gli darei 1000 euro al mese e sarebbero sempre troppi per quello che fanno...
Poi vorrei proprio vedere chi se lo piglierebbe all'estero... [}:)]



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MessaggioInviato: 21/03/2014, 17:30 
L'allarme lanciato dal commissario straordinario Vittorio Conti.
Allarme lanciato dal commissario straordinario Vittorio Conti: L'Inps è ad una "situazione limite".
.
ROMA (WSI) - L'Inps è ad una "situazione limite" nella quale non ci sono "ulteriori margini" per tagli alla spesa e al personale "senza incidere sui livelli di servizio per la cittadinanza".

E' quanto si legge nel documento consegnato dal commissario straordinario Vittorio Conti alla commissione parlamentare di controllo sugli enti previdenziali.

E' necessario "portare a compimento la riforma della governance dell'Istituto che, attraverso la chiara definizione dei ruoli di indirizzo, gestione e controllo, possa assicurare corretta rappresentanza degli stakeholder, rapidità nelle scelte gestionali ed efficaci meccanismi di trasparenza e controllo". Afferma il commissario straordinario.

"Il raggiungimento degli ambiziosi risultati attesi nel contesto delineato, nonostante l'attuazione delle azioni di sviluppo, porta, tuttavia, l'Istituto", che da gennaio 2012 ha incorporato Inpdap ed Enpals, "ad una situazione limite nella quale non sarebbe più possibile sfruttare ulteriori margini di efficientamento senza incidere sui livelli di servizio per la cittadinanza", si legge nel testo.

L'attuazione delle norme sulla spending review, previste a partire dal 2012, "e quindi il conseguimento di obiettivi di riduzione delle spese di funzionamento pari a 515,7 milioni di euro strutturali da riversare annualmente in entrata al bilancio dello Stato, unita alle norme sulla contrazione del personale dell'Inps, che prevedono la riduzione del 20% degli uffici dirigenziali, di livello generale e non, e del 10% della spesa complessiva relativa al numero dei posti in organico del personale non dirigenziale, configurano uno scenario gestionale nel prossimo triennio, dove", elenca Conti nel documento, "è sostanzialmente raggiunto il limite massimo di produttività pro-capite media mensile del personale, calcolato come rapporto tra i livelli di produzione attesi (come rappresentativa della domanda di servizi) e il personale in forza; esiste una oggettiva difficoltà a tendere nel mantenimento della qualità dei servizi erogati ai cittadini connessa soprattutto all'aumento delle giacenze e al prolungamento dei tempi di risposta; si avverte l'esigenza di monitorare costantemente il rischio reputazionale derivante dalla crescita costante delle attività in funzione dei crescenti bisogni e la consapevolezza che si dovrà, in funzione di quest'ultimo, agire secondo precise priorità gestionali".

http://www.wallstreetitalia.com/article ... imite.aspx


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MessaggioInviato: 21/03/2014, 18:59 
Prbabilmente l'INPS è l'unica amministazione ad aver tagliato già il 10% del personale,


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MessaggioInviato: 21/03/2014, 19:07 
Cita:
jean ha scritto:

Prbabilmente l'INPS è l'unica amministazione ad aver tagliato già il 10% del personale,


Ormai, le uniche categorie che non perdono il posto di lavoro sono quella militare e quella ecclesiastica! [:o)]



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MessaggioInviato: 22/03/2014, 10:15 
Cita:
Angel_ ha scritto:

Cita:
Spending review, l'Ad di Fs Moretti: "Se tagliano le paghe, i manager italiani vanno all'estero"

"Lo Stato può fare quello che desidera: sconterà che una buona parte di manager vada via, lo deve mettere in conto". Così a margine di un convegno a Bologna l'amministratore delegato di Ferrovie dello Stato, Mauro Moretti, ha replicato a chi gli chiedeva un commento sull'ipotesi di riduzione dei compensi per i super-manager. A chi gli chiedeva se in caso di un taglio della sua retribuzione potesse considerare l'ipotesi di andarsene Moretti si è limitato a replicare: "Ma non c'è dubbio".
Fonte:http://notizie.tiscali.it/articoli/politica/14/03/21/moretti_paghe_manager.html?ultimora


Io a questo e a quelli come lui gli darei 1000 euro al mese e sarebbero sempre troppi per quello che fanno...
Poi vorrei proprio vedere chi se lo piglierebbe all'estero... [}:)]

Senza contare che i "Professoroni" I cosidetti GRANDI MANAGERS hanno sistematicamente mandato in rovina tutte le aziende in cui lo stato era presente con quote di maggioranza (Vedi ALITALIA) prendendo compensi e buone uscite faraoniche.


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MessaggioInviato: 22/03/2014, 20:02 
Undici tecnocrati Ue progettano una maxi-tassa di mille euro all'anno per persona per vent'anni


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È in arrivo la maxi-tassa per l'Europa: mille euro all'anno per persona per vent'anni
L'ultimo mostro targato UE: il Debt Redemption Fund (Fondo di Redenzione del Debito)

Altro che le buffonate del berluschino fiorentino! Altro che l'altra Europa dei sinistrati dalla vista corta! È in arrivo sul binario n° 20 (anni) un trenino carico di tasse targate Europa. Ma come!? E le riduzioni dell'Irpef dell'emulo del Berluska? Roba per le urne, che le cose serie verranno subito dopo.

Di cosa si tratta è presto detto. Tutti avranno notato lo strano silenzio della politica italiana sul Fiscal Compact, quasi che se lo fossero scordato, magari con la nascosta speranza di un abbuono dell'ultimo minuto, un po' come avvenne al momento dell'ingresso nell'eurozona per i famosi parametri di Maastricht.

Ma mentre i politicanti italiani fingono che le priorità siano altre, a Bruxelles c'è chi lavora alacremente per dare al Fiscal Compact una forma attuativa precisa quanto atroce. Anche in questo caso, come in quello dell'italica Spending Review, sono all'opera gli “esperti”: undici tecnocrati di provata fede liberista, guidati dall'ex governatrice della banca centrale austriaca, la signora Gertrude Trumpel-Gugerell. Entro marzo, costoro dovranno presentare al presidente della Commissione UE, Barroso, le proprie proposte operative. Poi arriverà la decisione politica, presumibilmente dopo il voto degli europei che di quel che si sta preparando niente devono sapere, specie se sono cittadini degli stati dell'Europa mediterranea.

Sul lavoro di questi undici taglieggiatori erano già uscite delle indiscrezioni. Ma ora che la scadenza si avvicina i rumors si fanno più precisi. Ed anche la stampa italiana, dopo le balle a iosa sui “successi” di Renzi a Berlino, comincia a scrivere qualcosa. Ha iniziato ieri l'altro Il Foglio, con il titolo «Dare soldi, vedere cammello. L'Ue fruga nelle nostre tasche». Ha proseguito ieri il Corriere della Sera che, quasi a voler bilanciare il trionfalismo filo-governativo, ha titolato: «I nuovi vincoli e quelle illusioni sul “fiscal compact"».

E bravo, per una volta, il titolista del Corriere: sul Fiscal Compact sembra proprio che sia arrivato il momento di abbandonare le illusioni. Naturalmente, per chi ce le aveva. Che non è il nostro caso.

Ma quale sarà la proposta degli undici, una strana squadra di calcio dove l'Italia, quasi fosse estranea al problema, non è neppure rappresentata? Stando a quanto scrivono i due giornali italiani la proposta sarà incentrata su tre punti: Debt Redemption Fund, Eurobond, Tassa per l'Europa (anche se loro, ovviamente, non la chiameranno così).

Partiamo dal nuovo Fondo che si vorrebbe istituire, Debt Redemption Fund (DRF) secondo i più, European Redemption Fund (ERF) secondo altri, ma il nome non cambia la sostanza. In questo Fondo verrebbero fatti confluire i debiti di ogni Stato che eccedono il 60% in rapporto al pil. Per l'Italia, ad oggi circa 1.100 miliardi di euro.

Oh bella! Che si sia finalmente trovato il modo di mutualizzare il debito, come sperano gli euro-entusiasti e gli euro-speranzosi di centro-sinistra-destra? A farlo credere ci sono pure gli Eurobond, che a quel punto verrebbero emessi per far fronte alla massa del debito cumulata nel nuovo Fondo. Dunque anche i tassi di interesse della quota del debito italiano andrebbero a scendere. Una vera pacchia, se non fosse per la clausola che dovrebbe garantire - in automatico - l'azzeramento del debito assorbito dal Fondo in un periodo di vent'anni.

Come funzionerebbe questa clausola? Secondo i due giornali citati, con un prelievo diretto da parte del Fondo su una quota delle entrate fiscali di ciascun stato debitore. Così, giusto per non rischiare. Leggere per credere.

Scrive ad esempio Antonio Pilati su Il Foglio: «In realtà l’idea degli esperti è a doppio taglio e la seconda lama fa molto male all’Italia: è infatti previsto che dal gettito fiscale degli stati partecipanti si attui ogni anno un prelievo automatico pari a 1/20 del debito apportato al Fondo. Nel progetto, le risorse raccolte dal fisco nazionale passano in via diretta, tagliando fuori le autorità degli stati debitori, alle casse del Fondo. Si tratta di un passaggio cruciale e drammatico tanto nella sostanza quanto – e ancora di più – nella forma».

E così pure Riccardo Puglisi sul Corriere della Sera: «L'aspetto gravoso per l'Italia è che la commissione sta anche pensando ad un prelievo automatico annuo dalle entrate fiscali di ciascuno stato per un importo pari ad un ventesimo del debito pubblico trasferito al fondo stesso. Il rientro verso il 60 percento avverrebbe in modo meccanico, forse con un eccesso di cessione di sovranità».

«Forse con un eccesso di cessione di sovranità», impagabile Corriere! Adesso non possiamo sapere con esattezza come andrà a finire, ed è probabile che la patata bollente verrà affrontata solo dopo le elezioni europee. Ma la direzione di marcia è chiara. La linea dell'austerity non solo non è cambiata, ma ci si appresta ad un suo drammatico rilancio, del resto in perfetta coerenza con i contenuti del Fiscal Compact, noti ormai da due anni.

Per l'Italia si tratterebbe di un prelievo forzoso - in automatico, appunto - di 55 miliardi di euro all'anno per vent'anni. Cioè, per parafrase lo spaccone di Palazzo Chigi, di mille euro a persona (compresi vecchi e bambini) all'anno, per vent'anni.Per una famiglia media di tre persone, 60mila euro di tasse da versare all'Europa.

Naturalmente si può dubitare che si possa arrivare a tanto. Ma sta di fatto che questa è l'ipotesi sulla quale l'Unione Europea - quella vera, non quella immaginata a forza di Spinelli - sta lavorando. Magari questa ipotesi estrema verrà limata ed abbellita, ma il punto di partenza è questo. E sinceramente non ci sembra neppure così strano, considerata sia la natura oligarchica dell'UE, che il dominio incontrastato della Germania al suo interno.

È la logica del sistema dell'euro e della distruzione di ogni sovranità degli stati che in questo sistema sono destinati a soccombere. Tra questi il più importante è l'Italia. E forse sarà proprio nel nostro paese che si svolgerà la battaglia decisiva.

Ma ora, per favore, che nessuno venga a dire che non si conoscono i termini del problema. Il sistema dell'euro, tanto antidemocratico quanto antipopolare, procede imperterrito per la sua strada. Le classi popolari hanno davanti 20 anni (venti) di stenti, miseria e disoccupazione. O ci si batte per il recupero della sovranità nazionale, inclusa quella monetaria, o sarà inutile - peggio, ipocrita - venire a lamentarsi della catastrofe sociale che ci attende.

Lo diciamo ormai da anni, ma il poco encomiabile lavoro degli undici esperti (vedi la scheda in fondo all'articolo per capire chi sono davvero questi taglieggiatori), ha almeno il merito di togliere ogni ragionevole dubbio. Gli eurocrati non si fidano proprio dei singoli stati, dunque basta con i vincoli da rispettare e/o sanzionare. Meglio, molto meglio, mettere direttamente le mani nel gettito fiscale di ogni stato da “redimere”. Questa è la novità. Ed è una novità che si commenta da sola.

PS - Che di recente, in questo quadro, il presidente del consiglio abbia definito anacronistico il parametro del 3% nel rapporto debito/pil può solo far sorridere. Anacronistico? Probabilmente sì, ma per l'UE esattamente nel senso opposto a quel che Renzi vorrebbe. Per lorsignori il vincolo del 3% è acqua fresca, ben presto il Fiscal Compact esigerà vincoli ben più stringenti: questa volta non semplici percentuali, sulle quali magari discutere, bensì denaro sonante attinto direttamente con una ben definita Tassa per l'Europa.

**************************

SCHEDA

Chi sono gli undici taglieggiatori:

Gertrude Tumpel-Gugerell - Ex banchiera centrale austriaca, famosa per le operazioni speculative che misero in difficoltà la banca, è ora nel CdA di Commerzbank.

Agnés Bénassy-Quéré - Economista e docente presso diverse università francesi, ha lavorato al ministero delle finanze di Parigi.

Vitor Bento - Ex banchiere centrale del Portogallo, vicino al Partito Socialdemocratico di quel paese (centrodestra).

Graham Bishop - Consulente finanziario di altissimo livello, ultraliberista della prima ora, è stato membro influente della commissione che, negli anni '90, preparò il passaggio all'euro.

Claudia Buch - Tedesca su posizioni liberiste. Esperta di mercati finanziari.

Leonardus Lex Hoogduin - Economista olandese, è stato advisor della Banca dei Regolamenti Internazionali.

Jan Mazak - Giudice slovacco. È stato avvocato generale presso la Corte europea di giustizia di Lussemburgo.

Belén Romana
- Ex direttore del Tesoro spagnolo, attualmente amministratore delegato della Sareb, la “bad bank" cui sono stati conferiti gli asset tossici del settore immobiliare iberico.

Ingrida Simonyte
- Ex ministro delle finanze della Lituania

Vesa Vihriala - Membro dell'Associazione degli industriali finlandesi (poteva mancare la Finlandia?), ex advisor di Olli Rehn.

Beatrice Weder di Mauro - Questa economista, che ha lavorato in passato per il Fondo Monetario Internazionale, è oggi nel board della ThyssenKrupp ed in quello di Hoffman-La Roche.

Autore: Leonardo Mazzei / Fonte: antimperialista.it


http://www.ecplanet.com/node/4187


Ultima modifica di Wolframio il 22/03/2014, 20:04, modificato 1 volta in totale.


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E' meglio che anche 'sta volta non commenti, altrimenti o mi bannano o mi ... denunciano! [:(!]



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L'impero
Blackrock, chi sono i nuovi padroni d'Italia


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L’appetito vien mangiando e il boccone Mps, dopo IntesaSanpaolo e Unicredit, non ha saziato lafamedi Blackrockperi«prodotti » made in Italy. Il gigante d’inve - stimento americano - il più grande fondo finanziario del mondo - sta preparando l’assalto alle medie imprese italiane. Il colosso Usa venerdì è salito al 5,75% del Monte dei paschi di Siena e ora è il secondo socio della banca presieduta da Alessandro Profumo dopo la Fondazione di palazzo Sansedoni, scesa al 15%.

Un’operazione che conferma il vivo interesse per le banche della Penisola (secondo azionista sia di Unicredit col 5,2% sia di Intesa col 5%, è poco sotto il 5% in Ubibanca) e, in generale, per il listino di piazza Affari: Blackrock ha infatti una posizione di primo piano in Telecom (attorno al 5%), Generali (3%), Fiat Industrial (4%), Mediaset (2%) e ha circa il 5% di Atlantia, Azimut e Prysmian. Lo shopping sul listino milanese non si è certamente esaurito venerdì con l’ingresso nel capitale di Rocca Salimbeni. Del resto, le scelte vengono dettate da un algoritmo e per ora l’Italia è tra le mete preferite, tenuto conto che Brasile e Russia sono da poco finite nella lista nera di Blackrock.

Sta di fatto il colosso guidato da Larry Fink - ebreo della California che in 20 anni ha creato un colosso da 4.300 miliardi di dollari di investimenti su scala globale - potrebbe far scattare l’operazione «pmi». Il progetto, per ora a livelli embrionali, è allo studio con i vertici della Cassa depositi e prestiti. Pochi giorni fa, secondo indiscrezioni, emissari di Blackrock arrivati dalla sede di Londra hanno incontrato a Roma Bernardo Bini Smaghi, responsabile progetti speciali di Cdp. Sul tavolo, la creazione di un «fondo dei fondi» volto a incentivare il mercato dei mini bond. Si tratta di strumenti di indebitamento, sostenuti,ma senza successo, dal decreto «Destinazione Italia» varato a febbraio dal governo di Enrico Letta.

La Cdp sta passando al setaccio varie soluzioni volte ad aiutare le aziende per utilizzare queste speciali obbligazioni che hanno l’obiettivo di aggirare il credit crunch. I prestiti bancari ormai vengono sistematicamente negati e servono alternative per finanziare lo sviluppo delle imprese. La Cassa vuole sfruttare l’enorme liquidità inutilizzata di Blackrock e dare così un nuovo sostegno alle medie aziende del Belpaese. Il piano sembra trovare ilgradimentodel colossoUsache, proprio per studiare a fondo l’eco - nomia italiana, ha intensificato le visite dentro i nostri confini: dal quartier generale londinese, i «pellegrinaggi» di manager Blackrock in Italia si sarebbero intensificati da inizio anno. D’altra parte, per comprare un titolo sul listino di piazza Affari bastano grafici e slide, mentre per investire nella cosiddetta economia reale serve una conoscenza diretta del territorio. E forse non è un caso che quest’anno la convention dei 150 top manager Blackrock si terrà in Italia, a Milano.

Comunque, non sarebbero solo i soldi dello «zio Sam» ad alimentare il fondo disegnato dalla Cdp. I soldi americani potrebbero essere accompagnati da altre fonti di liquidità: laCassa intenderebbe coinvolgere nel progetto enti di previdenza e fondi pensione. Alcuni approfondimenti su questa opzione dovrebbero essere al centro di una riunione, in programma l’1 aprile, tra l’alta dirigenzadella Cdp e i rappresentanti della Covip, l’autorità di vigilanza sulla previdenza complementare. Il tutto sotto l’attenta regia del presidente della spa controllata dal Tesoro, Franco Bassanini. Che sta progressivamente mutando la natura della Cdp. Senza dimenticare, che lo stesso esecutivo di Matteo Renzi scommette sulla Cassa per sbloccare definitivamente il pagamento dello stock di debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle imprese. La crescita del pil italiano, insomma, passa da via Goito.

http://www.liberoquotidiano.it/news/115 ... nuovi.html



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Ufologo 555 ha scritto:

E' meglio che anche 'sta volta non commenti, altrimenti o mi bannano o mi ... denunciano! [:(!]


bene,prima di commentare .....conta fino a mille............... [;)] [:I] [:o)]


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Ormai sono vecchio, e chi ci arriva a contare fino a ... mille! [^]



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MessaggioInviato: 25/03/2014, 16:16 
Pensavo di averle viste tutte nella vita. Mentre gli operai sono tutti in cassaintegrazione ,ecco lo spot fiat .

.

"Siamo tutti felici ".é successo nello stabilimento di Melfi, in Balisicata, dove le migliaia di dipendenti Fiat hanno seguito le note di "Happy", di Pharrell Williams. Veramente ormai non c'è piu dignità ,Operai ,creature rese ,ammaestrate come gli animali del circo ballano saltellano per compiacere il padrone , non è piu solo un datore di lavoro , a questo punto è un padrone del gregge .. Penso a questi fratelli di miniera come me e a tutti quelli che sono stati epurati e sono in mezzo alla strada, se si , mi domando: ma che cosa hanno da ballare e sorridere? forse è la legge della sopravvivenza come nei campi di concentramento, mi ricordano gli spot nazisti nei cinematografi , dove era meglio assecondare e collaborare con i carcerieri ....



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... non la dici mica sbagliata ...! [:(]



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La rilevazione
TORNIAMO SUBITO ALLA LIRA

Il sondaggio che boccia la moneta unica: tutti i numeri
Tremonti e il complotto sull'euro

Sondaggio Datamedia: "Gli italiani vogliono la lira"

Tremonti svela il complotto

L'euro? L'ha voluto la Germania per ammazzare l'Italia

Euro addio senza drammi: mutui, stipendi, inflazione. Che succede

Verità nascoste: ecco il piano segreto per uscire dall'euro



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Libero.it


Le verità di Tremonti: così l'arrivo dell'euro ci ha portati al disastro

Tremonti: "Furono gli industriali tedeschi a insistere. Temevano la nostra concorrenza se fossimo rimasti fuori dall'Ue"



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Tutto quello che avreste voluto sapere sull'euro e nessuno ha mai osato dire ora è nero su bianco nell'ultimo libro del redivivo Giulio Tremonti. Il «cuore artificiale dell'Europa contemporanea», una moneta «che toglie più di quello che dà» sentita «come un killer venuto da fuori».

L'ex ministro abbandona i silenzi diplomatici in Bugie e verità, che Mondadori ha appena mandato in libreria (286 pagine, 18 euro), togliendo le ultime ipocrisie sugli anni recenti di storia italiana dominati dall'«internazionale della bugia».
Non è mai tardi per un'operazione-verità, e quello del braccio economico del Berlusconi premier (mal sopportato da colleghi di governo in Italia e in Europa) è il racconto di un protagonista, da sempre critico con la moneta unica, la fretta di introdurla, i parametri «stupidi», la blindatura che di fatto impedisce ripensamenti. Ma adesso dirsi euroscettici non è più una bestemmia contro la patria.
Il primo vero peccato mortale fu come l'Italia entrò nell'euro, una storia «che si intreccia con alcuni #147;codici misterici#148;». Quell'operazione, condotta da Prodi e Ciampi, fu venduta come un merito dell'illuminata classe dirigente tricolore. In realtà, svela Tremonti, furono le industrie tedesche a premere sull'acceleratore: temevano la concorrenza della manifattura italiana, seconda in Europa e quinta nel mondo, resa più pericolosa dalle svalutazioni competitive della lira rispetto al marco. «Nel corso di una riunione #147;ad hoc#148; sul lago Lemano», scrive Tremonti, gli industriali teutonici convinsero i loro banchieri a favorire a ogni costo l'ingresso dell'Italia, «intrappolata e spiazzata dalla nuova moneta che si sarebbe dimostrata troppo forte per un'economia debole». Ma i conti dello Stato non erano in ordine, l'eurotassa o la diversa contabilizzazione dei contributi Inps non bastavano, servivano «manovre di estetica contabile» più efficaci: così si fece ricorso ai «tuttora segretissimi #147;derivati per l'Europa#148;» cui accenna un allegato dell'ultima legge di Stabilità, in modo da contabilizzare subito le entrate e occultare le uscite. «Delle particolari straordinarie operazioni finanziarie, e della connessa debolezza della posizione del governo italiano, gli altri governi europei erano perfettamente al corrente» al punto da imporci un cambio lira/euro molto penalizzante. «L'Italia non aveva tutti i numeri per entrare nell'euro fin da principio, ci è entrata alterando il suo bilancio», accusa l'ex ministro.
Anche la lettera della Bce del 5 agosto 2011 nasconde retroscena mai rivelati. Tremonti fa risalire l'operazione alla cocciutaggine con cui il governo italiano si opponeva al nuovo Fondo salva-stati, «contrario al nostro interesse nazionale». Le nostre banche possedevano il 5 per cento dei debiti dei Paesi a rischio (Portogallo, Irlanda, Grecia, Spagna) ma dovevano contribuire con il 18 per cento del fondo. L'Italia avrebbe accettato soltanto in cambio degli euro-bond, mezzi finanziari per ridurre i rischi della speculazione internazionale. «Il colpo di manovella fu dato con #147;l'illuminata#148; costruzione di una falsa catastrofe»: rimangiandosi i complimenti al governo Berlusconi di pochi giorni prima, l'improvvisa lettera scatenò la valanga finanziaria dello spread.
L'arma della speculazione fu usata anche dopo il G20 di Cannes, il cui clima ostile all'Italia è già stato raccontato dall'ex premier spagnolo Zapatero. Subito dopo il vertice, ricorda Tremonti, «la principale piattaforma elettronica per la negoziazione dei titoli pubblici italiani Lch-Clearnet senza ragione e improvvisamente ha alzato i richiesti margini di garanzia sui titoli italiani»: il costo dei Btp cresceva ancora e ne favoriva la vendita.
«Una mossa troppo repentina al punto da risultare sospetta». Ed ecco il «dolce colpo di stato». Naturalmente, una delle prime decisioni del governo Monti fu di piegarsi ai voleri franco-tedeschi: «A partire dal 2015, e, per ironia, proprio per espressa volontà nostra, ci troviamo obbligati non solo a pagare il conto delle perdite bancarie degli altri, ma anche a rispettare il fiscal compact: per vent'anni tagli di spesa pubblica più o meno per 50 miliardi di euro ogni anno».
Tra luci e ombre dell'azione economica dei governi di centrodestra, Tremonti solleva il velo sugli errori degli esecutivi di centrosinistra, soprattutto quelli del quinquennio 1996-2001 spesso sottaciuti: da quelle «riforme devastanti» (soprattutto il decentramento sbilanciato, le forzature per l'ingresso nell'euro e la «costituzionalizzazione dell'Europa») «hanno avuto origine e sviluppo le principali dinamiche negative che oggi stanno portando l'Italia allo sprofondo della sua crisi».
È tutto questo che ha prodotto il vituperato antieuropeismo: «Non sta scritto da nessuna parte che il #147;populismo#148; in arrivo in Europa e su vasta scala sia un male politico», un movimento che «per dinamica e dimensione è già europeo» e che «per la sua parte maggiore, è pacifico e civile e, per ora, ancora muto. Ma forte perché popolarmente diffuso». Uscire dall'euro non si può: Tremonti ne specifica i pochi benefici e gli altissimi costi. Si può però fare dell'altro, una ricetta già proposta dall'ex ministro: «Interrompere l'orgia legislativa in atto e di nuovo garantire la libertà: tutto è libero, nel campo economico, tranne ciò che è espressamente vietato».

http://www.ilgiornale.it/news/interni/v ... 04921.html


Ultima modifica di Ufologo 555 il 26/03/2014, 11:51, modificato 1 volta in totale.


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MessaggioInviato: 26/03/2014, 11:50 
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Ufologo 555 ha scritto:



Tremonti svela il complotto...



Per la verità noi ci sgoliamo da anni per cercare di svelare il complotto!

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