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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 11/03/2018, 12:43 
Cita:
SvendItalia: arabi e cinesi fanno spezzatino di Piaggio Aerospace

http://www.ilprimatonazionale.it/econom ... ace-81103/



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 11/03/2018, 12:55 
sottovento ha scritto:
Cita:
SvendItalia: arabi e cinesi fanno spezzatino di Piaggio Aerospace

http://www.ilprimatonazionale.it/econom ... ace-81103/



Non ci vuole nessuno; meglio farci ... a PEZZI! [:287]



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 12/03/2018, 19:52 
[:107] [:103]


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Se ci va, vediamo chi ce la mette .... (Ha lavorato così "bene"!) [xx(]



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 13/03/2018, 13:10 
Cita:

Record storico italiani a rischio povertà


Nel 2016 la quota di italiani residenti (quindi nati sia in Italia che all'estero) a rischio di povertà è salita al 23%: si tratta del massimo storico da quando la Banca d'Italia ha iniziato questo tipo di rilevazioni. Il livello di povertà è quello di persone che dispongono di un reddito equivalente inferiore al 60% di quello mediano.

L'analisi fornita da Via Nazionale mostra come rispetto al 2006 la quota di rischio - valutata in base alle caratteristiche del capofamiglia - sia cresciuta (spesso in maniera notevole) per quasi tutte le fasce di età, geografiche e condizione professionale. Unica eccezione i pensionati, la cui percentuale di individui a rischio è scesa dal 19,0% del 2006 al 16,6% del 2016.

In netta salita invece le 'difficoltà' per i nuclei con capofamiglia di età inferiore a 35 anni (quota salita dal 22,6 al 29,7%), per chi vive al Nord (dall'8,3 al 15%) e soprattutto per gli immigrati, dove il rischio povertà è balzato dal 33,9 al 55%. Stabile, invece, pur se a livelli molto elevati, la percentuale di rischio povertà al Sud, che rimane al 39,4% (valore pressoché identico a dieci anni prima).

RICCHEZZA - Si confermano le forti disparità di distribuzione della ricchezza delle famiglie italiane. L'indagine di Bankitalia sui loro bilanci mostra infatti come il 30% di famiglie più povere detiene l'1% della ricchezza netta mentre il 5% più ricco ne controlla il 30%.

Alla fine del 2016 la ricchezza netta media delle famiglie italiane era pari a 206mila euro, in calo di 12mila euro rispetto al valore di fine 2014. La Banca d'Italia nell'indagine sottolinea come sull'andamento della ricchezza pesa anche notevolmente il calo dei valori immobiliari registrato dallo scoppio della crisi globale.

Infatti il 70% delle famiglie possiede l'abitazione in cui vive (una quota piuttosto stabile, anche se in calo significativo per le fasce più giovani) e le attività 'reali' - che includono appunto immobili, ma anche aziende e oggetti di valore - pesano per ben l'87% del patrimonio lordo delle famiglie italiane.

Peraltro le attività finanziarie rappresentano una quota vicina allo zero (in totale l'1,1%) per ben il 20% delle famiglie mentre più della metà - ovvero il 52,5% - è nella disponibilità del 10 per cento più ricco.

REDDITO MEDIO - Nel 2016 il reddito equivalente medio delle famiglie italiane è cresciuto del 3,5% rispetto al 2014, interrompendo la caduta, pressoché continua, avviatasi nel 2006. Via Nazionale tuttavia sottolinea come il reddito equivalente resti ancora inferiore di 11 punti percentuali a quello di dieci anni prima.

INDEBITAMENTO - Si conferma il calo dell'indebitamento delle famiglie italiane: infatti - rivela Bankitalia - nel 2016 la percentuale di nuclei indebitati era scesa al 21% dal 23% di due anni prima (era il 29% nel 2008). Tuttavia questo fenomeno ha interessato soprattutto quelle famiglie con un capofamiglia 'senior', ovvero oltre i 45 anni: in questa fascia la quota è scesa dal 38 al 29%.

Complessivamente le passività finanziarie rappresentano meno del 5% del patrimonio lordo delle famiglie italiane, con un livello medio - per i nuclei indebitati - di circa 50mila euro, valore che scende a 12mila euro per il 20% di quelli meno abbienti e sale a 171mila euro per il 5% più benestante.


http://www.adnkronos.com/soldi/economia ... xDjyH.html


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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 13/03/2018, 13:26 
Ufologo 555 ha scritto:
[:107] [:103]


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Se ci va, vediamo chi ce la mette .... (Ha lavorato così "bene"!) [xx(]


E' ciò che mi aspetterei da un governo fato da Cd e PD.



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 13/03/2018, 13:30 
(Applaudirono, alla sua elezione, anche i 109 grilloidi presenti ...) [^]



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 13/03/2018, 15:20 
Cita:
La cambiale di Padoan: ​in arrivo aumenti Iva per mille euro all'anno

http://www.ilgiornale.it/news/economia/ ... 04433.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 14/03/2018, 10:24 
ragazzi,
la moglie di un giudice costituzionale
usava l'auto di servizio (con chaffeur)
a mò di taxi, shopping, messa in piega e meshes,
tutto documentato e registrato,
nessun problema!!
e questi dovrebbero difendere e rappresentare
la costituzione..


http://roma.corriere.it/notizie/cronaca ... fbef.shtml

Consulta, no alle dimissioni di Zanon: la moglie chiamava l’autista con sms
Roma, la Corte costituzionale: «Fiducia nel giudice». E lei si difende: una montatura

Immagine

montatura??
è tutto certificato!!
sentite qua..

Shopping e vacanze

È una decisione che appare clamorosa e non mancherà di suscitare polemiche anche perché il giudice continuerà a percepire lo stipendio, manterrà i benefit e potrà scrivere le sentenze di cui si stava già occupando. L’indagine avviata perché Zanon aveva ceduto l’uso dell’auto con autista alla moglie Marilisa D’Amico - che ne usufruiva per andare a fare shopping e farsi accompagnare in vacanza - non viene evidentemente ritenuta sufficiente per accettare il «passo indietro» che lo stesso Zanon aveva comunicato due giorni fa, quando la notizia dell’inchiesta a suo carico era diventata pubblica.

Proprio in quell’appunto erano ricostruiti gli spostamenti effettuati con l’autovettura di servizio e soprattutto il fatto che la dottoressa D’Amico - docente di diritto costituzionale, ex consigliere comunale del Pd a Milano e presidente nel capoluogo lombardo dei comitati per il Si al referendum promosso da Matteo Renzi - comunicava direttamente con l’autista, spesso convocandolo via sms.

ah ecco..

«L’auto era in uso esclusivo a me e quindi potevo disporre senza limitazioni», si è difeso il giudice di fronte ai magistrati quando una settimana fa è stato convocato per l’interrogatorio. Nulla è stato chiesto alla dottoressa D’Amico che però si sarebbe sfogata con gli amici parlando di «una montatura, perché non c’è stato alcun abuso».

questi cialtroni traffichini pensano che tutto a loro è dovuto..
il giudice fatica a capire la differenza tra sè medesimo
e i propri familiari..
o è scemo o è cretino..
o è semplicemente un manigoldo..


In realtà Zanon non sarebbe l’unico giudice ad utilizzare in questo modo la vettura di servizio. Altri suoi colleghi consentirebbero ai familiari di essere accompagnati dall’autista e dunque di poter utilizzare la macchina come fosse di proprietà. E forse proprio questo ha giocato sulla volontà di difendere il collega.

in galera !!



_________________
https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 14/03/2018, 13:58 
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Lo studio di Bankitalia non lascia spazio a dubbi: gli italiani sono sempre più poveri. Nel 2016, infatti, le persone a rischio povertà sono aumentate al 23%, in pratica quasi una persona su quattro. Per “rischio povertà”, Bankitalia intende coloro che dispongono di un reddito equivalente inferiore al 60 per cento di quello mediano (soglia fissata a 830 euro al mese circa nel 2016). L’incidenza di questa condizione interessa soprattutto le famiglie giovani, del Mezzogiorno, o degli immigrati. Per quest’ultimi il dato è più alto: sono a rischio povertà ben il 55 per cento degli individui (contro il 33,9 per cento nel 2006). Ma anche al Nord il trend è più o meno lo stesso, con una crescita consistente del rischio passato dall’8,3 al 15 per cento degli individui.

E aumentando i poveri, crescono anche le disuguaglianze nella distribuzione dei redditi: nel 2016 il 5% dei cosiddetti Paperoni deteneva il 30% della ricchezza complessiva. Il 30% più ricco delle famiglie ha circa il 75% del patrimonio netto rilevato nel complesso, con una ricchezza netta media di 510.000 euro.

A fronte di questo quadro a dir poco preoccupante, si scopre però che il reddito medio è cresciuto del 3,5 per cento rispetto a quello dell’indagine precedente del 2014, dopo essere pressoché ininterrottamente caduto dal 2006. Inoltre, la quota di famiglie indebitate si è ridotta dal 23 al 21 per cento tra il 2014 e il 2016. Dati importanti che mostrano come, al netto della totale indifferenza dei governi Pd nei confronti di provvedimenti a sostegno della famiglia, quest’ultima resta la vera ancora di salvezza, riuscendo, ove possibile, a risparmiare e a non indebitarsi. Questo significa che con politiche “family friendly” degne di questo nome, il trend relativo al rischio povertà potrebbe iniziare ad invertire la sua rotta.

Peccato però che, in questi ultimi anni, il governo è riuscito nell’impresa di ridurre all’osso anche l’unica misura pro-famiglia varata dal governo Renzi, ovvero il bonus bebè che solo per il rotto della cuffia ha trovato posto, con fondi risicatissimi, nell’ultima legge di bilancio varata dal governo Gentiloni. Il che la dice lunga sulla volontà di dare un sostegno pieno alle famiglie. D’altronde per governi come quelli piddini che hanno sposato appieno la cultura dell’antifamiglia, dando spazio a divorzi brevi, utero e in affitto e unioni civili, non ci si poteva aspettare di meglio.

Per non parlare del famigerato reddito di inclusione, varato da Gentiloni: al cospetto dei dati forniti da Bankitalia, se si pensa che i nuclei familiari coinvolti nel ReI sarebbero quasi 400mila famiglie (circa 1,8 milioni di persone) e se si pensa che, secondo l’Istat, poco più di una famiglia su dieci in Italia è in condizioni economiche difficili (circa 7,2 milioni di persone), allora è evidente che l’impatto della misura è piuttosto circoscritto.

Insomma, mentre al Nazareno si scervellano per comprendere le ragioni della batosta elettorale, basterebbe leggere questi dati per capire come mai la sinistra abbia ormai toccato il fondo.

https://www.loccidentale.it/articoli/14 ... governi-pd



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 15/03/2018, 19:50 
[:246]


Roma, se grillina cade nella buca e chiede i danni al Comune

La grillina Paola Giannone, mancata assessora ai lavori pubblici, fa causa al Comune di Roma per essere caduta in una buca e chiede 40mila euro di risarcimento danni

Ora, come racconta Repubblica Roma, l'architetto è caduta in una buca presente nell’atrio della scuola di via Fabiola sulla Gianicolense dove insegna e si è fratturata il setto nasale. Ha così deciso di citare per danni il Comune, responsabile dell’inesistente manutenzione dell’area esterna all’Istituto.

"Ironia della sorte — dice a Repubblica — l’attivista che voleva fare l’assessora è cascata nella buca. Una mia alunna era davanti a me, non ho visto la buca. Sono finita prima in ambulanza e poi in ospedale. Tutto a causa dell’inesistente manutenzione del manto di asfalto nel cortile della scuola". La Giannone ha presentato richiesta di risarcimento sia all'Inail sia al XII municipio e ad Assicurazioni di Roma per la scivolata “causata dall’importante disconessione nell’asfalto, dovuta da cattiva manutenzione”, allegando foto e regolare referto medico rilasciato dal pronto soccorso del San Camillo che ha certificato contusioni a una mano, alle ginocchia e una brutta frattura delle ossa del naso. "Si stanno defilando tutti — conclude la Giannone — e guarda un po’ anche le Assicurazioni di Roma che coprono il Comune. Il danno si aggira sui 40 mila euro. Se moltiplicato per tutti gli infortunati che cadono a causa delle voragini disseminate in giro per la città, altro che “buco” di bilancio".

http://www.ilgiornale.it/news/cronache/ ... 05500.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 15/03/2018, 20:01 
.. infatti .... (Roma .. "spelacchiata") [^]


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[:287]



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MessaggioInviato: 15/03/2018, 22:22 
ma negli States, non è che vadano meglio!

http://www.msn.com/it-it/notizie/mondo/ ... ar-BBKgUhp
da cui
Cita:
Il fatto è avvenuto nel giorno in cui cinque ministri si sono presentati a una commissione parlamentare americana denunciando che "le infrastrutture della nazione si stanno sbriciolando".

Il segretario al Commercio, Wilbur Ross, ha affermato: "Abbiamo un disperato bisogno di sistemare e realizzare nuove strade, ponti, superstrade e ferrovie".


ciao
mauro



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 16/03/2018, 12:05 
[:294] ... per non parlare di quest'altra ..."trovata"!



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Addio Italia [:287]



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 16/03/2018, 12:09 
Volevo aspettare lunedì, ma non voglio inquinare la FESTA DEL PAPA'.

Quanto segue è chiaramente dedicato alla festa dei BABBI, noi..

Copio e incollo:

Sicilia provincia da abolire…


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MA QUESTA OLIGARCHIA DI PARASSITI CALLOSI CE LA TENIAMO...

 Maurizio Blondet  13 marzo 2018


Da Repubblica: “Ha finanziato la latitanza di Messina Denaro”. Arrestato Vito Nicastri, il “re” dell’eolico”. La cosa comica nell’articolo, è che questo Nicastri, “ “il signore del vento” come lo definì alcuni anni fa il Financial Times: il re degli impianti eolici da Roma in giù”, sia stato arrestato per “concorso esterno in associazione mafiosa”. Concorso “esterno”? Ormai dovrebbe essere nozione automatica: chiunque eleva le pale eoliche, è un mafioso. La truffa delle “energie alternative” finanziate dallo Stato o dalle Regioni – e per cui ciascuno di noi contribuenti paga un sovrapprezzo della bolletta – è una greppia miliardaria fatta apposta a servizio della malavita organizzata. Questi “imprenditori dell’eolico” sono palazzinari nati già come mafiosi, ignoranti e incompetenti anche tecnicamente, non sanno far altro che tirar sù le ben note case abusive; alzare pale eoliche è un lavoro facile per questi figuri.ù

Ma quale concorso “esterno”. Interno, è.

Infatti, dall’ANSA:

“Arrestato Duccio Astaldi, presidente Condotte spa” . Assieme ad altri 5 nell’ambito dell’inchiesta del pm di Messina sulle tangenti per i lavori sulla Siracusa-Gela-

La “Condotte spa è l’ impresa italiana leader nel settore delle costruzioni”: i palazzinari mafiosi diventano “grandi imprenditori” e salgono la scala sociale – restando primitivi, rozzi e ignoranti nelle loro teste piccine – con cosa? Coi soldi pubblici, naturalmente. Infatti fra gli arrestati c’è “l’ex capo della segretaria tecnica dell’ex governatore siciliano Rosario Crocetta, Stefano Polizzotto”.


Polizzotto

Qui, la cosa comica è che l’arresto non sia stato esteso a “Rosario Crocetta, ex governatore della Regione Sicilia”. E’ infatti Crocetta che immediatamente arrivato alla poltrona nomina l’avvocato Polizzotto (mica ingegnere: avvocato, e dello Studio Pitruzzella, “già in auge durante la presidenza Cuffaro”), Capo della Segreteria Tecnica del Presidente della Regione siciliana, facente parte dell’Ufficio di Gabinetto del Presidente, posto alle dipendenze del Capo di Gabinetto e con le funzioni “di istruzione degli atti amministrativi di competenza del Presidente, nonché di predisposizione delle risposte agli atti parlamentati di controllo e di indirizzo”.



In quanto “componente di ufficio di diretta collaborazione con il Presidente, Polizzotto è equiparato (e retribuito) come i dirigenti di seconda fascia”, diciamo, 100 mila euro? E dovrebbe per legge, come “ tutti i dirigenti cui è affidata la direzione di una struttura”, dimettersi da qualsiasi incarico esterno non inerente le specifiche funzioni assegnate”.

Come mai Crocetta è libero?

Invece Polizzotto continua a fare l’avvocato (iscritto all’albo di Termini Imerese) e ad “esercitare le funzioni forensi sia giudiziali che stragiudiziali”. Al punto che assume l’incarico, datogli dal comune di Licata, di querelare due assessorati della stessa Regione Sicilia di cui è dirigente, chiedendo “nel marzo 2013, la liquidazione dell’’acconto sui previsti 30 mila euro”. Non basta: diventa consigliere d’amministrazione della SAS (Servizi Ausiliari Sicilia: il nome è già un programma per i palazzinari mafiosi), incarico “remunerato 30 mila euro l’anno”, benché “incompatibile con la carica” di dirigente “in diretta collaborazione col Presidente”.

Ma non basta. Polizzotto, mentre consiglia direttamente il Presidente, fa’ l’avvocato per la “Fondazione San Raffaele-Ospedale Giglio di Cefalù”, soggetto sottoposto a controllo e vigilanza da parte della Regione stessa; per l’Azienda Policlinico di Palermo (idem); per il Comune di Licata “con più incarichi nonostante la presenza di ben due avvocati interni”, il Comune di Trapani.

Ha difeso la Provincia di Caltanissetta davanti al Tar, da un ricorso presentato da un’associazione ambientalista – perdendo la causa. Ciò che non ha impedito la Provincia di Caltanissetta di liquidare al suo “avvocato” e diretto consigliori del Presidente la somma di 46 mila 899,66 euro”.


E poi dicono che le Provincie non hanno fondi. Quelle del Nord, magari; quelle sicule ne hanno eccome, per pagare gli avvocati-segretari tecnici del presidente.

Lasciamo perdere le altro commistioni incestuose per cui il “Segretario tecnico” ha guadagnato parcelle del genere esercitando attività incompatibili con la carica per cui era retribuito. Potete leggere il resto su

http://palermo.meridionews.it/articolo/ ... ppa-tutto/

Spiace solo che l’articolo, puntuale e puntuto, sia vecchio: risale al 2013, ma il Segretario Tecnico ha fatto quel che ha voluto fino ad oggi. Diciamo che non è il solo a godere delle immense ricchezze che i contribuenti versano alla Regione.

Infatti, la Sicilia ha 19.730 dipendenti (Lombardia: 3.129), di cui 2.245 sono dirigenti (Lombardia: 245) . Naturalmente i lettori siculi rispondono, molto offesi, che essendo la Sicilia a “statuto speciale”, ha dovuto assumere personale che svolge funzioni che nelle altre regioni spetta agli statali. Ebbene: infatti, sono seimila dipendenti circa, Togliamoli dal computo, e restano 13.818 dipendenti. Il quadruplo dei 3.129 della Regione Lombardia.

Il quadruplo.

Ma è il sestuplo di quello che spende la Lombardia per il suo personale. Elargendo, ai suoi 2240 dirigenti (10 volte di più), stipendi che vanno, “ per un dirigente regionale di prima fascia, a capo si una struttura di massima dimensione, con anzianità massima” a oltre 190 mila euro. Stipendi a cui si aggiungono emolumenti vari, per cui sono superiori anche del 30 per cento a quelli vigenti nella Regione Lombardia.

Ora, l’unità e identificazione profonda di questa dirigenza regionale con la mafia, la mafiosità come mentalità, l’edilizia abusiva e mafiosa che rovina paesaggi e spreca risorse (risorse che l Sicilia non ha, ma riceve dagli altri contribuenti) è dimostrata dagli altri arresti. Oltre al segretario tecnico Polizzotto, oltre al presidente di Condotte, “azienda leader nel settore costruzioni”, ecco a voi il presidente del consiglio di amministrazione della COSIGE Scarl Antonio D’Andrea. La COSIGE, “Società Consortile a responsabilità limitata”, di cosa volete che si occupi? Di cemento, asfalto, mattoni, scassi. Giusto nell’agosto scorso, a Modica, s’era costituito il benemerito e lodevole “ Comitato fornitori e subappaltatori del Cosige, il consorzio di imprese impegnato nella costruzione del tratto autostradale Rosolini–Modica della Siracusa-Gela. Il Comitato si è dato il compito di rappresentare e tutelare in tutte le sedi gli interessi delle aziende impegnate nei lavori di realizzazione dei lotti 6, 7 ed 8 dell’autostrada”. Guarda che disdetta, gli arresti sono proprio dovuti a mazzette pagate per quell’autostrada.

Sicilia, regione da abolire.

Ora, domando umilmente: cosa occorre alla polticia per capire che la Sicilia non ha pochi, bensì troppi soldi? Che la patologia principale del Sud è l’autonomia della Sicilia, autonomia che la classe dirigente usa per ammanicarsi con la malavita onde rubare insieme il denaro pubblico? Cosa ci vuole a porre all’ordine di giorno la necessità – assoluta moralmente, ed economicamente urgente – di togliere alla Sicilia quella autonomia? Di mettere anche sotto commissariamento (magari estero: ci vedrei bene degli amministratori tedeschi, se la UE servisse a qualcosa di utile) la Regione Sicilia, come anche la Regione Calabria e la Regione Campania divorate dalla stessa patologia delinquenziale?

E magari pensare a sopprimere semplicemente queste regioni, evidentemente incapaci, per cultura, di darsi una classe dirigente? Cosa ci vuole a capire se i poveri sono poverissimi al Sud, e per giunta ignoranti, senza istruzione, servili verso il potere, arretrati, è colpa delle sue classi dirigenti egoiste, odiosamente disumane e accaparratrici, che si arricchiscono sulla miseria dei loro concittadini?

A chi dovremmo dirlo? Voi lettori meridionali vi aspettate che invochi il Nord morale ed efficiente. Invece finisco con il magistrato della Corte Costituzionale, nato a Torino e nominato da Napolitano nel 2014: Nicolò Zanon. Il quale dava l’auto blu con l’autista alla moglie, che la usava per shopping, e anche per andare in vacanza al Forte. Il lato comico della cosa è che il giudice dice “sono sereno”, e spiega: siccome mi era stato concesso l’”uso esclusivo” del mezzo, non sapevo che non si potesse usare anche per la moglie.


Zanon, giudice costituzionale. Non sapeva del peculato.

Risposta di un maestro del diritto. Quanto alla moglie profittatrice del peculato d’uso, è Marilisa D’Amico: anche lei un luminare del giure italiota. E’ infatti docente di Diritto Costituzionale all’Università di Milano. Nonché membro della commissione di esperti per l’esame delle candidature per la nomina o designazione dei rappresentanti della Città metropolitana in organismi partecipati da parte del Consiglio metropolitano di Milano, Componente del comitato di indirizzo scientifico del Centro di Ricerca Coordinato “Garanzie difensive e processo penale in Europa”, istituito presso l’Università degli Studi di Milano (di cui ha promosso l’istituzione).

La grande giurista piddina

Una dozzina di altre cariche, fra cui, spassosa, quella di ” Reggente presso la sede di Milano della Banca d’Italia”. Si sappia infine che la Docente abita in via Serbelloni, ossia a San Babila dove hanno le magioni i miliardari – che di solito non hanno bisogno di un’auto di Stato per andare al Forte, avendone parecchie di private e con autista. Ma quella è la zona che cha votato PD e schifato la “rozza” ed “egoista, xenofoba” Lega. E infatti, come stupirsi che l’a-vvocata e docente e giurista D’Amico sia stata consigliera comunale a Milano i quota PD? E inoltre membro del Comitato scientifico di Gender? Paladina giuridica della lotta “contro le discriminazioni” di cui soffrono “le donne” e gli LGBT? Nonché altamente europeista?

Cosa ci vuole ancora a capire che il problema politico moralmente urgente e è questo: togliere il potere a quella categorie dei parassiti pubblici inadempienti, che anche al Nord usano le cose e i denari dello Stato come cosa loro, e “on sanno” nemmeno che è eticamente ripugnante, moralmente sorda e callosa, tanto sono incistati nelle loro abitudini oligarchiche? Quelli che i soldi pubblici li prendono, e li rubano a quelli che i soldi allo Stato li danno, per essere governati poi da questi oligarchi col callo morale sull’anima. Il primo problema italiano è questo.


E piddina.


(Dalla radio mi giunge la notizia che a Giugliano, un uomo di 45 anni ha abusato regolarmente delle due figlie, una sedicenne l’altra di pochi anni. Allora basta, rinuncio).

https://www.maurizioblondet.it/questa-o ... a-teniamo/



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 16/03/2018, 19:58 
[8)] [:287]


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Roma, 16 mar – Trattato di Caen. Segnate questo nome, perché il 25 marzo sarà una data importante per la sovranità italiana. No, non ci sarà (ancora) alcun governo pronto a tutelare il nostro interesse nazionale. Tutt’altro. Quel giorno, infatti, la Francia annetterà al suo territorio importanti specchi di acque oggi all’interno dei nostri confini.

In condizioni normali sarebbe un atto di guerra. E Parigi usa sì la forza, unilateralmente, ma in virtù proprio del Trattato di Caen. Sottoscritto il 21 marzo del 2015 e presentato come una necessaria “esigenza di regolamentazione anche alla luce delle sopravvenute norme della convezione delle Nazioni Unite sul diritto del mare”, spiegava all’epoca il ministero degli Esteri, rappresenta in realtà una vera e propria cessione di acque territoriali sarde, liguri e toscane senza alcuna contropartita.

Il trattato prevederebbe la ratifica da parte del nostro parlamento, il quale ha però traccheggiato e si trova attualmente nella condizione di non poter procedere con l’iter. Da qui la decisione francese: per non attendere le lungaggini di Camera e Senato, in settembre da oltralpe hanno avviato una procedura che in virtù dei regolamenti europei porterà, in assenza di un intervento da parte del nostro governo, al decreto di annessione appunto il prossimo 25 marzo.

Difficile che l’esecutivo Gentiloni, attualmente in carica per l’ordinaria amministrazione in attesa delle nuove nomine a Palazzo Chigi, possa far sentire la propria voce su una materia che richiede una forte “copertura” politica alle spalle. Tanto più che l’attuale premier quell’accordo lo firmò di proprio pugno in quanto all’epoca ricopriva la carica di ministro degli Esteri.

Al di là della questione “temporale”, il problema è che il Trattato di Caen non riguarda solo i diritti di pesca. Già ciò sarebbe sufficiente per denunciarlo, visto che amplissime porzioni di acque oggi sfruttate dai nostri pescatori (specialmente sardi) passeranno da internazionali alla giurisdizione francese. Ma non c’è solo questo. Stando a quanto riportato dal quotidiano Italia Oggi, un cavillo dell’accordo estenderebbe infatti le competenze di Parigi anche allo sfruttamento degli idrocarburi sotto il fondale marino. Parliamo di giacimenti molto promettenti, capaci di fornire nel giro di pochi anni decine di miliardi di metri cubi di gas e centinaia di milioni di barili di petrolio. Per una nazione che consuma circa 70 miliardi di oro blu e 500 milioni di barili di oro nero ogni anno sono numeri che potrebbero aiutare non di poco la nostra bilancia commerciale sui prodotti energetici. Ma l’unica bolletta a calare rischia di essere solo quella francese.

http://www.ilprimatonazionale.it/esteri ... lio-81406/



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