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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 09/06/2017, 13:46 
sottovento ha scritto:
ORSOGRIGIO ha scritto:
E' caduta una "illusione". Anche M5S truscola ed intrallazza come tutti gli altri, a quanto pare.

Con alcune differenze non di poco conto.........

1. Il Movimento 5 Stelle non ha indagati per corruzione
2. Il Movimento 5 Stelle non ha comuni sciolti per infiltrazioni mafiose
3. Il Movimento 5 Stelle non è coinvolto in inchieste giudiziarie
4. Il Movimento 5 Stelle non ha legami con le banche
5. Il Movimento 5 Stelle si è opposto alla Legge Fornero e all'Articolo 18
6. Il Movimento 5 Stelle non ha appoggiato il referendum costituzionale
7. Il Movimento 5 Stelle non ha preso parte al Patto del Nazzareno
8. Il Movimento 5 Stelle è l'unico a battersi per il reddito di cittadinanza
9. Il Movimento 5 Stelle è contro l'euro

Mi sono "salvato" questo post.
Ne riparliamo fra qualche tempo, neanche tanto.
p.s. Già votavo nel 1968.



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 09/06/2017, 14:04 
Tra le righe leggo: mi salvo questo post perché così fra qualche tempo dimostrerò che i 5 Stelle non sono così perfetti come vogliono far credere, della serie prima o poi anche loro commetteranno alcuni sbagli di cui vengono accusati gli altri. se era questo che intendevi dire ti do ragione, i 5 Stelle sono persone come tutte le altre e come tali possono sbagliare ma fino ad ora non l'hanno ancora fatto segno che evidentemente la loro etica è ancora diversa. Se poi un domani ne pescheranno qualcuno con le mani nella marmellata vedremo ma per adesso (e sono in politica da diversi anni), la loro morale è notevolmente superiore e soprattutto sono diverse le loro idee di politica e di paese.

Ma al di la delle concezioni personali che uno ha resta comunque un punto fondamentale: tutti gli altri li abbiamo già visti all'opera per anni e con quali risultati? Dopo la Grecia siamo il paese più inguaiato e a rischio, non vale la pena sperimentare qualcosa di nuovo?



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 09/06/2017, 14:22 
sottovento ha scritto:
Tra le righe leggo: mi salvo questo post perché così fra qualche tempo dimostrerò che i 5 Stelle non sono così perfetti come vogliono far credere, della serie prima o poi anche loro commetteranno alcuni sbagli di cui vengono accusati gli altri. se era questo che intendevi dire ti do ragione, i 5 Stelle sono persone come tutte le altre e come tali possono sbagliare ma fino ad ora non l'hanno ancora fatto segno che evidentemente la loro etica è ancora diversa. Se poi un domani ne pescheranno qualcuno con le mani nella marmellata vedremo ma per adesso (e sono in politica da diversi anni), la loro morale è notevolmente superiore e soprattutto sono diverse le loro idee di politica e di paese.

Ma al di la delle concezioni personali che uno ha resta comunque un punto fondamentale: tutti gli altri li abbiamo già visti all'opera per anni e con quali risultati? Dopo la Grecia siamo il paese più inguaiato e a rischio, non vale la penasperimentare qualcosa di nuovo?

D'accordissimo con te, come già detto spero proprio di sbagliarmi.
Ma, sapendo che farina "circola" in itaGlia, neanche i più bravi panettieri possono ricavarne un pane decente, ed intanto il tempo corre ed i Tigre e gli stukas sono sempre più vicini.
Non potremo "difendere" tutto.
Bisognerà decidersi.



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 09/06/2017, 14:55 
Ti dirò, io sono molto pessimista. Anche se vinceranno i 5 Stelle gli altri gli renderanno la vita difficile, ergo non è detto che durino una legislatura intera e non è detto che riescano a risolvere i problemi di questo paese che sono troppi e con radici profonde, il tutto (essendo noi nella Ue), col rischio che ci bacchettino e ci impongano la Troika se non rispettiamo i conti. Ora con un governo 5 Stelle (magari insieme alla Lega), io ce li vedo che si mettono di traverso alla Ue e non sappiamo le conseguenze ma come torno a ripetere abbiamo sperimentato già tutti gli altri quindi anche se con loro andasse peggio varrebbe la pena almeno provarci, magari invece ci va bene e impariamo qualcosa di nuovo oltre che uscire dal pantano e recuperare un po di orgoglio italiano dimostrando agli altri paesi che siamo ancora capaci di farci valere.

Per tali motivi dico: non hanno mai governato, mettiamoli alla prova.



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 09/06/2017, 14:58 
MaxpoweR ha scritto:
Mah secondo me la cosa assurda è che ci fosse una legge elettorale diversa solo per il trentino che garantisce 15 parlamentari. Non vedo perchè bisognasse portarsi dietro questa anomalia. Bene hanno fatto a votare l'emendamento.

cosa cambia nella legge elettorale precedentemente concordata se viene estesa anche al trentino? NULLA.

E poi chi dice che i patti non fossero chiari già da prima il PD? Ah beh...



In sostanza non si capisce un beata minch........ Tutto è possibile, niente è certo.



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 09/06/2017, 15:11 
#LeggeElettorale, ecco come sono andate veramente le cose


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di Luigi Di Maio
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Sono profondamente rammaricato per come sia andata a finire la storia di questa legge elettorale. Avevamo accolto l’appello del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, ovvero di approvare al più presto una legge elettorale. Ci abbiamo lavorato un mese e mezzo e il MoVimento 5 Stelle è stato disponibile a sedersi al tavolo con forze politiche che ha sempre combattuto.

Quello che è successo ieri alla Camera è vergognoso e guai a chi osa incolpare il MoVimento 5 Stelle di quanto accaduto. Il Partito Democratico accusa noi di aver votato un emendamento che già sapevano avremmo votato. Il punto è un altro: loro alla Camera contano 282 deputati e per fermare la proposta che abbiamo votato sarebbero bastati 264 voti. Quindi il problema sono i franchi tiratori di un partito allo sbando, che per nascondersi dà a noi degli irresponsabili.

In realtà loro temevano di andare sotto alla Camera sulle preferenze, altro nodo da sciogliere e sul quale già avevamo espresso la nostra intenzione di voto. Far saltare una legge elettorale sulla decisione se estenderla o no al Trentino Alto Adige è solo una scusa.
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Fonte



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 09/06/2017, 20:02 
Cita:
L’Italia non è una repubblica – Roberto Pecchioli


L’Italia non è una repubblica. Lo affermiamo senz’altro, a ridosso della ricorrenza del 2 giugno, pomposamente detta Festa della Repubblica. Non intendiamo riferirci a polemiche storiche fuori tempo massimo per l’esito del referendum istituzionale, che pure gettano ombre sulla scelta del 1946. Schede ritrovate a sacchi dopo anni, il voto negato in province intere, brogli tanto clamorosi che i tribunali dell’epoca rifiutarono di proclamare i risultati. Non intendiamo neppure riferirci al ridicolo patriottismo costituzionale, parto della mente di Jurgen Habermas e di altri intellettuali neo illuministi, per i quali l’unico amor di patria ammesso è quello, algido e politico, per le “buone“ istituzioni democratiche e rappresentative.

In Italia, banditore della patria “light” politicamente corretta, con i quattro codici in mano e la carta costituzionale, fu Carlo Azeglio Ciampi, uno che l’Italia la vendette a pezzi (privatizzazioni decise sul panfilo Britannia, il divorzio Tesoro-Banca d’Italia, distruzione della lira) e che ha quindi avuto un posto tra i Venerati (o venerabili…) maestri. Non vogliamo neppure infierire – se non altro per non alimentare sofferenze personali – commentando alcune ultime vicende del Bel Paese (peraltro, ha lo stesso nome un gustoso formaggio). Gettiamole lì alla rinfusa, esempi senza pretese di una fine annunciata e non evitabile: il presidente dell’INPS, l’economista alla moda Tito Boeri si felicita per l’emigrazione di molti connazionali. Collaborano alla diminuzione delle spese sociali, sostiene Boeri.

Torna alla mente il romanzo Sostiene Pereira, ed il lavoro di autore di “coccodrilli”, i necrologi giornalistici in morte di personaggi famosi, offerto al giovane ribelle italo lusitano Francesco Monteiro Rossi. Di questo si tratta, di un coccodrillo anticipato, un necrologio o un testamento un po’ abusivo e un po’ no, scritto per conto di un De Cuius, l’Italia, che defunta non è ancora, ma non se la passa certo bene. Boeri ci preferisce espatriati, a noi italiani, e si unisce ad un coro iniziato da un ministro di Stato, Poletti, il rubicondo romagnolo delle cooperative rosse. In contemporanea, un altro ministro, il cattolico Delrio, insiste perché venga approvato lo ius soli, ovvero che sia dichiarato italiano chiunque nasca sotto questo cielo. Bersani, un altro dell’Emilia Romagna, afferma addirittura che si vergognerebbe se tale norma non passasse: apologia del suicidio.

La signora Fedeli, ministro dell’istruzione pubblica dalla scarsa istruzione privata lotta invece affinché sia consentito dare ai figli il nome della madre. Abbattere la patrilinearità senza neppure sostituirla con la linea femminile: a piacere, tanto per distruggere prima il poco che ci resta. Futile battaglia, poi, per un popolo che ha interrotto da tempo la catena generazionale e di figli non ne fa più. L’infezione della denatalità è così potente che anche gli immigrati- anzi i nuovi italiani – cessano di essere prolifici appena messo piede sull’ex sacro suolo. Individualismo dei “diritti”, femminismo, smantellamento delle tradizioni, abrogazione dei diritti sociali, vite precarie: è il mercato misura di tutte le cose. I figli sono un peso, anche per gli ultimi arrivati.

Un concorso pubblico al Ministero di Giustizia è stato sospeso per il ricorso di una cittadina albanese decisa a parteciparvi. Essere italiani non sembra più un requisito per l’accesso a pubbliche funzioni. Il 2 giugno, comunque, si è tenuta la consueta parata militare ai Fori Imperiali. Già qualche giorno prima, in visita ad una delle tante comunità terremotate, Mattarella aveva visto la bandiera nazionale brandita un po’ maldestramente da una simpatica signora di colore, evidentemente una nuova italiana.

Alla sfilata romana, sguardo corrucciato ed espressione schifata della presidenta Boldrini al passaggio dei militari della Folgore. Poi se l’è cavata – pezo el tacòn del buso – esaltando il servizio civile. Eppure, persino il mite patriottismo repubblicano & costituzionale prevede che la difesa della patria sia “sacro dovere del cittadino”. Tre vocaboli, tre significanti destituiti di significato. Il sacro è ormai bandito anche dalle chiese, tanto che il capo dei gesuiti nega l’esistenza del Diavolo. Chi tentò Gesù nel deserto, forse un bieco reazionario dell’epoca? Le fedi postmoderne sembrano più attente a garantirsi – a colpi di messaggi pubblicitari – l’Otto per mille delle nostre tasse. Il dovere è stato chiuso in cantina, sbaragliato dai più comodi “diritti”, individuali, tanto simili a capricci del signorino viziato, poiché quelli sociali e comunitari sono caduti in disgrazia presso i Mercati. Il cittadino, poi, si presume italiano, perché mai dovrebbe difendere a rischio della pelle la Patria o la Repubblica, o in qualunque altro modo scegliamo di chiamare l’Italia, se ha l’obbligo quotidiano di essere cosmopolita, globale, multiculturale, costruttore di ponti, severo distruttore di muri? Essere italiano non vale neppure per diventare assistente giudiziario al ministero, meglio, molto meglio che la repubblica (loro) la difendano i mercenari, pardon i volontari. Tra i capitani di ventura del XXI secolo, c’è la famigerata Blackwater che arruola soldataglia chiamata pudicamente contractors (in inglese viene tutto meglio), aspettiamo fiduciosi la brigata di Mohammed dalle Bande Nere.

Se sono italiano casualmente, giusto perché mia madre si trovava qui al momento del parto, voglio solo i diritti connessi alla cittadinanza, o resterò l’ultimo sciocco che crede alle parole false dei pifferai di Hamelin della repubblica! Le sue leggi, a partire dalla Costituzione posta nell’empireo dell’estetica (la più bella del mondo, forse della galassia) sono pezzi di carta. Prevalgono, nell’ordine, i voleri dei mercati, i diktat delle oligarchie finanziarie, la volontà del grande alleato Usa che ci occupa militarmente da settant’anni, ma solo per il nostro bene e con il nostro consenso, tanto paghiamo noi a piè di lista, le norme dell’Unione Europea, infine le amicizie e le appartenenze “giuste”.

Un vero e sincero italiano fu Giovanni Giolitti da Mondovì, solida terra di gente con i piedi ben piantati sulla terra: le leggi per gli amici si interpretano, per i nemici si applicano. Quanti dottori della legge, e scribi, e farisei ha la repubblica… Ma l’Italia non è una repubblica. Va scartata l’ipotesi balzana di definirla nazione o addirittura patria, orrore massimo, la terra dei padri, oggi indegni, quando esistono, di trasmettere il proprio cognome. E poi, via, sono parole antiquate degne di tromboni con il monocolo, tipo il babbo nel salotto di Nonna Speranza di Guido Gozzano, tra le vecchie cose di pessimo gusto. Del resto, non aveva torto Samuel Johnson a scrivere che il patriottismo è l’ultimo rifugio dei mascalzoni: basta guardarsi in giro, o accendere la TV.

Non è neanche un paese, l’Italia, con la p maiuscola o minuscola è lo stesso. Il proprio paese è una cosa molto seria. E’ la terra che calpestiamo – lo disse il vandeano Charette nemico dei cittadini della rivoluzione – è il campanile che vediamo dall’infanzia e scandisce le ore ed i giorni, è il dialetto, l’inflessione natia, è la gioia dolorosa del ritorno, quando rivedi risenti, annusi, un po’ cambiato, ciò che era tuo e ti è caro. Un paese, poi, è esclusivo: tu non sei di tutto il mondo, ma proprio di Roncobilaccio, di Strangolagalli, macché cittadino del mondo, il paese-che-non-c’è.

L’Italia è un sentimento, una voce, un luogo dell’anima perché ci sei – o ci vorresti essere – con i piedi, le scarpe ed il cervello. Veniamo allora alla promessa iniziale non mantenuta: nessuna nostalgia, ma un necrologio o un coccodrillo, come sui giornali locali: “ne danno il triste annuncio” e poi l’elenco dei parenti in lutto, con l’indicazione del funerale e, talora, l’invito a non portare fiori, ma compiere opere di bene. Anche i popoli muoiono. La data è incerta, liquida avrebbe detto Bauman, ma sicuramente un popolo cessa di esistere quando non si sente più tale. Oswald Spengler ci ha insegnato che anche le civiltà muoiono, solitamente di noia, stanchezza, inedia.

La scadenza dei popoli è più incerta e mobile rispetto a quella degli yogurt, ma che l’Italia “nostra” sia giunta a scadenza è un fatto. E’ come un matrimonio fallito, la data non è quella del certificato di divorzio, ma il giorno in cui è finito l’amore. Spesso, finisce da una parte sola, ed allora la ferita è più dolorosa, la sofferenza più grande. Poi, spesso ci si rifà una vita, come si usa dire. Dunque, l’Italia non morirà, ma diverrà qualcosa d’altro e diverso, nuova gente, nuovi colori, inevitabilmente nuove visioni della vita. Probabilmente, vorrà avere un nuovo nome. Alessandro Manzoni, nella lirica Marzo 1821, celebrava i primi moti nazionali, invocando l’Italia “una d’arme, di lingua, d’altare. Di memorie, di sangue e di cor.” Il ciclo è finito, meno di due secoli: game over. Sul trono – monarchico o repubblicano – ci sono poteri lontani ed estranei, e la repubblica è una e indivisibile solo nelle polverose scartoffie costituzionali. Di altari non ce ne sono più, o ce ne sono mille, come ci rivela la dichiarazione dei redditi, che ci permette di sostenere anche la Chiesa del Settimo Giorno.

La lingua, subito dopo essere divenuta patrimonio comune, attraverso la scuola e la televisione, si è imbastardita (si può usare ancora questo verbo sospetto?) per l’imposizione della neolingua anglo tecnocratica e per l’avanzata dei grugniti monosillabici dei messaggini. Anzi, la lingua di Dante non è neppure nominata in Costituzione come lingua ufficiale, in compenso a Bolzano domina il tedesco, ad Aosta il francese, anche se nessuno lo usa nella vita quotidiana ed in Venezia Giulia il Partito Democratico – perno della repubblica democratica progressista e multiculturale– si presenza alle elezioni in forma bilingue, Demokratska Stranka, se vi pare, per rastrellare il voto della piccola minoranza slovena. Ma almeno quelli sono cittadini italiani autoctoni, diversamente dalle masse straniere condotte senza vergogna in fila a votare alle elezioni primarie.

Tutti i comportamenti pubblici vanno nella direzione di avvantaggiare – è la storia invertita – ciò che è estraneo e straniero, persone, idee, valori, modi di essere, rispetto a ciò che è (o meglio era) nostro. E’ tardi per lamentarsi: non abbiamo voluto figli, siamo stati favorevoli ad ogni forma di aborto, pratichiamo volentieri l’eutanasia sui nostri stessi genitori, deridiamo la civiltà in cui siamo nati, abbiamo rinunciato a qualsiasi identità comune, svenduto la nostra sovranità. In caso di attacchi terroristici, organizziamo infiorate ed accendiamo lumini. Di che pasta siamo fatti lo dimostra la fuga di massa dei tifosi da Piazza San Carlo a Torino, con millecinquecento feriti nella calca prodotta da qualche petardo degli immancabili imbecilli. Eutanasia, buona e pietosa morte, è la giusta fine dell’Italia ridotta a repubblica.

Paradossalmente, tuttavia, poiché gli esseri umani hanno istinti di vita, forse l’odio di sé e la preferenza per gli stranieri sono segnali di una tenace speranza, di un riflesso di sopravvivenza. Siamo giunti alla conclusione che gli italiani si sentano così male con se stessi da sperare ormai solo in un trapianto, o in una robusta trasfusione di sangue. Un innesto multiplo, polmoni, fegato, cuore occhi, e poi globuli bianchi, rossi e piastrine. Un‘ uscita da se stessi, una sorta di disperata reincarnazione nell’Altro affinché resti qualcosa di noi. Chissà. In altre occasioni, abbiamo definito la condizione attuale dei popoli europei sindrome della balena spiaggiata. E’ quel fenomeno inspiegabile che porta alcuni cetacei ad arenarsi e morire a terra, lontani dal loro elemento naturale.

James Lovelock e l’ecologia profonda hanno inventato la figura di Gaia, la terra madre, il pianeta visto come un organismo vivente e a suo modo senziente, afflitto dalla superbia e dalla violenza degli uomini. L’Italia, con lo pseudonimo di repubblica, è forse qualcosa di simile. Infastidita dal trattamento ricevuto dai suoi figli attraverso idee, comportamenti e disvalori, magari è decisa a liberarsi di noi. Infine, non l’abbiamo amata o almeno rispettata, abbiamo sfigurato il territorio (il Bel Paese!), l’abbiamo lasciata in mano a classi dirigenti corrotte ed incapaci, noi stessi siamo vissuti nella corruzione, nell’imbroglio, nel feroce perseguimento del tornaconto. Odiamo i doveri, abbiamo preteso tutto come un diritto, senza fatica, al diavolo il sudore, lo sforzo. Adesso, come delfini infelici stanchi del mare, fuggiamo da noi stessi, in un orrore inconscio, un drammatico cupio dissolvi, desiderio di autodisfacimento. Dio toglie il senno a coloro che vuol perdere, Gaia/Italia sembra la conferma dell’antico detto.

In effetti, lasciamo a chi ci sostituirà un sacco di problemi irrisolti. In ogni testamento, ci sono attivi e passivi. Sarà prudente che i nuovi italiani accettino l’eredità con beneficio d’inventario. Fatti i conti, accoglieranno o meno il lascito. Un quarto abbondante del territorio – il suolo di cui offriamo il diritto, lo ius, è in mano alla criminalità mafiosa, debiti ne abbiamo a iosa. Il lavoro manca, specie se qualificato, ed intanto esportiamo cervelli e professionalità ed importiamo braccia o bocche da sfamare. La delinquenza è fortissima, e l’assassino serbo Igor il Russo disse chiaro e tondo di stare in Italia perché qui si può fare il bello ed il cattivo tempo. Lo zingaro, no il rom, anzi il nomade che ha carbonizzato tre ragazzine aveva trascorso una vacanza di soli 20 giorni in carcere, arrestato per la vicenda della rapina mortale ad una povera giovane cinese. Insomma, l’Italia di cui lasciamo le consegne non è granché. Sarà la repubblica, l’eccesso di libertà, la democrazia o la cultura di massa, ma da poveri ed ignoranti le cose andavano meglio, o meno peggio, ma sembra che non si possa dire. Era un bel posto per nascere e vivere l’Italia, avevamo le toppe ai calzoni e non ci facevamo la doccia così spesso, le ingiustizie non mancavano. Epperò, arte, bellezza, fede, un senso della vita inimitabile e diverso in ognuno dei mille campanili. Ne farete minareti, o attrazioni turistiche, o quel che vorrete: sarà casa vostra, noi vi abbiamo chiamato, invocato, cari nuovi italiani concittadini nostri. Connazionali no, questo non lo sarete, ma sono brontolii di vecchi.

Giorgio Gori, il sindaco di Bergamo democratico, dirigente televisivo berlusconiano, fa un po’ di conti. Servono, dice, otto milioni di nuovi immigrati in pochi anni. Temiamo che abbia ragione, in termini contabili: la natura – ed i bilanci – hanno orrore del vuoto. Nell’immediato, chi pagherà le nostre smagrite pensioni, chi cambierà i nostri pannoloni, chi zapperà una terra tanto bassa, specie per signorine e signorini viziati in carriera? Dopo, che ci importa, la classe dirigente di oggi sarà morta, come le generazioni del boom economico e demografico. Nei testamenti, giustamente si può disporre dei propri beni, ma non indicarne l’uso. Fatene quel che volete dell’Italia, ve la consegniamo usata, e, come certe compravendite di beni di seconda mano, la formula è “vista e piaciuta nello stato in cui si trova”.

Saranno fatti vostri, ed è lo scherzo peggiore che potessimo farvi, noi, le uniche generazioni della storia disinteressate a ciò che verrà dopo. Ovvio, senza figli, cade la prospettiva, si interrompe la trasmissione, après moi le déluge, dopo di me il diluvio, come disse Luigi XV di Francia alla sua favorita, la marchesa di Pompadour. Siamo cittadini del nulla, e i posteri, che cosa hanno fatto per noi i posteri (Groucho Marx, il più credibile con quel cognome). Si arrangino, l’Italia” nostra”, munita dei conforti religiosi, sta morendo e, per prudenza, ha ricevuto i sacramenti. Dio non esiste, ma non si sa mai.

Intanto, ne sorge una nuova, l’ibridazione è in corso, l’esperimento è interessante. Eppure, lasciateci dire che era tanto bella quella di prima, sono tutte belle le mamme del mondo! Nessun figlio ha mai chiamato repubblica sua madre, e questa è una spiegazione. Dicono con sussiego che l’Italia sono la repubblica, le sue leggi, le istituzioni. Se così è, nessun dolore, nessuna lacrima o rimpianto, che l’agonia sia composta e soprattutto breve. Il timore è che gli italiani di domani ci malediranno, probabilmente in un’altra lingua, ma lo faranno, quando scopriranno che abbiamo lasciato loro solo una repubblica.

In un’altra vita, era l’Italia, e, poiché non siamo britannici, non potremo neppure lasciare un epitaffio con scritto “right or wrong, my country”: giusta o sbagliata, la mia patria.

ROBERTO PECCHIOLI



http://www.ereticamente.net/2017/06/lit ... hioli.html


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MessaggioInviato: 09/06/2017, 21:04 
L'itaGlia non è una repubblica ????
E' una RES privata.
E nemmeno una nazione.
Azzz e si oono "rovinati" i miei nonni nella I guerra e pure mio padre nella II.
Perché???
Per chi??



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MessaggioInviato: 09/06/2017, 22:21 



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 09/06/2017, 23:10 
sottovento ha scritto:

ItaGlia.



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 12/06/2017, 19:26 
Cita:
Napoli choc: paziente a letto in ospedale tra le formiche

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/c ... 99338.html



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 12/06/2017, 20:43 
sottovento ha scritto:
Cita:
Napoli choc: paziente a letto in ospedale tra le formiche

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/c ... 99338.html

ItaGlia. [B)] [B)]



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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 13/06/2017, 16:49 
sottovento ha scritto:
Cita:
Napoli choc: paziente a letto in ospedale tra le formiche

http://www.ilmessaggero.it/primopiano/c ... 99338.html





È un vero schifo.
Negl'ospedali poi, ancor di più cose di questo genere non devono esistere.



Ora la metto un pò sul ridere (senza cattiveria e menefreghismo -ci mancherebbe-), visto che questo fatto mi ha ricordato una gag:

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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 20/06/2017, 12:03 
a volte seguire il manuale
come bravi soldatini,
poi finisci male..


http://www.corriere.it/video-articoli/2 ... 1893.shtml

Rogo Torre Grenfell di Londra: «L’ultimo sconvolgente messaggio di mio figlio Marco»
Il padre di Marco Gottardi, morto nell’incendio della torre Grenfell, ha raccontato in esclusiva a Porta a Porta le ultime conversazioni con suo figlio mentre tutto bruciava


Non so fino a che punto stesse minimizzando o fosse convinto che comunque ce l’avrebbero fatta. C’era scritto ‘in caso di incendio chiudere la porta e rimane in appartamento’ e lui si è attenuto scrupolosamente alle disposizioni”, racconta commosso il papà del ragazzo, che poi sottolinea: “Quando ho saputo che una persona al piano sotto di loro, il 22esimo, si è salvata andando su e giù dalle scale un paio di volte abbiamo pensato che forse quella era un’alternativa ma con i se non si fa nulla, non sappiamo se potevano farlo oppure no. E poi se il palazzo era rivestito di benzina, perché era materiale che prendeva fuoco…”.

capito?
questi 2 poveracci hanno aspettato buoni buoni
dentro l'appartamento
finchè non sono finiti arrostiti
perhè così era previsto..
altri invece che hanno pensato col proprio cervello
si sono salvati..

probabilmente la raccomandazione di restare chiusi nel proprio appartamento
è valida quando i rivestimenti sono ignifughi
e qualcuno da fuori arriva con la scala telescopica
e mette in salvo gli occupanti..
NON quando tutto il palazzo è una tanica di benzina
e non c sono i soccorsi fuori..
chi ha ragionato fuori dagli schemi si è salvato,
chi si è attenuto alle comande
è finito arrostito..

ad ogni modo
mi auguro che qualcuno là finisca al gabbio..



_________________
https://roma.corriere.it/notizie/politi ... 0b7e.shtml
Conte ripercorre le tappe della crisi: «Vorrei ricordare che con la parlamentarizzazione della crisi la Lega ha poi formalmente ritirato la mozione di sfiducia, ha dimostrato di voler proseguire, sono stato io che ho detto “assolutamente no”perché per me quell’esperienza politica era chiusa».


http://www.lefigaro.fr/international/mi ... e-20190923
il stipule que les États membres qui souscrivent à ce dispositif de relocalisation des personnes débarquées en Italie et à Malte s’engagent pour une durée limitée à six mois - éventuellement renouvelable. Le mécanisme de répartition serait ainsi révocable à tout moment au cas où l’afflux de migrants vers les ports d’Italie et de Malte devait s’emballer.
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 Oggetto del messaggio: Re: Povera Italia.. (seconda parte)
MessaggioInviato: 20/06/2017, 13:43 
mik.300 ha scritto:
...


Infatti. Le raccomandazioni sono "generiche"e cioè valgono se tutto è fatto ad opera d'arte e cioè se i rivestimenti sono ignifughi, se ci sono canali sfiato e condotti di aspirazione se ci sono porte tagliafuoco e se le pareti divisorie ed esterne hanno l'adeguata RESISTENZA AL FUOCO (che è una caratteristica tecnica dei materiali da costruzione, STANDARDIZZATA) che certifica per quanto tempo il suddetto muro mantiene integra la sua resistenza strutturale, non brucia ed isola. In quel caso se la tua stanza non è in fiamme stando all'interno sei al sicuro perchè isolato per un tot di tempo (a seconda dello standard anti incendio usato).

Ma se sei in un edificio incartato con benzina solida (ma come cavolo si fa ad autorizzare un rivestimento così, assurdo) e quindi COMPLETAMENTE avvolto dalle fiamme quelle raccomandazioni non servono a nulla perchè la situazione in cui ci si trova è ANOMALA rispetto alle eventuali crisi preveniate.

Chi ha la capacità di ragionare con la propria testa magari una soluzione la trova (non è detto che si possa scampare ma almeno ci s prova) chi invece si attiene a regole scritte acriticamente senza provare a metterci del proprio se le cose vanno male è morto.



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