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MessaggioInviato: 02/03/2014, 18:05 
Il quadro esatto di come sta il paese. Una "pagina della memoria economica", che fa da contraltare alla propaganda dei "poteri forti".
ROMA (WSI) - In questa pagina Wall Street Italia pubblica in sintesi il quadro oggettivo dell'economia italiana, aggiornato con i piu' recenti dati statistici, macro-economici e di politica monetaria. L'obiettivo: avere qui una "pagina della memoria economica" che faccia da contraltare alla massiccia propaganda mediatica delle lobby, ovvero stato, partiti, banche e "poteri forti". Costoro nascondono la verita' agli italiani manipolando il consenso con strategie che beneficiano l'oligarchia mentre milioni di cittadini e piccole imprese sono ridotti alla sopravivenza. Bisogna opporsi a questo mediocre surrogato di democrazia e mercato.

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- Ammortizzatori: 80 miliardi erogati dall’Inps dall’inizio della crisi tra cassa integrazione e indennità di disoccupazione; a giugno, richiesta Cig in aumento + 1,7% rispetto a maggio e in calo -4,9% su giugno 2012 (fonte: Inps);

- Benzina: da gennaio a luglio 2013 i consumi di benzina sono calati -6,3%, per cui il gettito fiscale (accise e imposte) e' sceso -2,9%. Considerando i primi sette mesi del 2013, i consumi petroliferi sono complessivamente scesi del 7,3% rispetto allo stesso periodo del 2012 (fonte: Unione Petrolifera);

- Cassa integrazione: nel complesso sono state autorizzate 704 milioni di ore nel periodo gennaio-agosto 2013 (fonte Inps); ad agosto Cig +12,4%. Salgono straordinaria e in deroga;

- Chiusura aziende: per la crisi, tra il 2008 e il 2012 hanno chiuso circa 9mila imprese storiche, con più di 50 anni di attività. Si tratta di 1 impresa storica su 4 (fonte: Ufficio Studi della Camera di commercio di Monza e Brianza);

- Competitività: Italia al 49° posto nel mondo, battuta anche da Lituania e Barbados (fonte: World Economic Forum);

- Consumi: nel periodo 2012-13 contrazione record dei consumi di -7,8% (fonte: Federconsumatori). Cio' equivale ad una caduta complessiva della spesa delle famiglie (vedi sotto "Spesa famiglie") di circa 56 miliardi di euro; il biennio 2012-2013 e' stato consumi "senza dubbio il peggiore sul fronte dei consumi, tornati indietro ai livelli del dopoguerra" (fonte: Codacons);

- Credito alle imprese: secondo la Bce nel luglio 2013 contrazione di -3,7%, superiore a quella registrata a giugno (-3,2%) e maggio (-3,1%). Prestiti bancari fino a 12 mesi, quelli piu' adatti a finanziare il capitale circolante delle imprese: -4,0%. In fumo 60 miliardi di prestiti solo nel 2012;

- Debito aggregato di Stato, famiglie, imprese e banche: 400% del Pil, circa 6.000 miliardi;

- Debito pubblico: nuovo record a ottobre, a quota 2.085 miliardi di euro. Lo rende noto la Banca d'Italia nel supplemento al bollettino statistico di finanza pubblica. A settembre il debito delle pubbliche amministrazioni era stato pari a 2.068 miliardi. Gli interessi pagati dal Tesoro sono stati 86,7 miliardi nel 2012. Secondo le previsioni il debito pubblico salirà al 130,8% del Pil nel primo trimestre 2014, rispetto al 123,8% del primo trimestre 2012;

- Deficit/Pil: 2,9% nel 2013. Peggioramento ciclo economico Imu, Iva, Tares, Cassa integrazione in deroga lo portano ben oltre la soglia del 3%. Per la Bce ci sono rischi crescenti su obiettivi deficit 2013, peggiora disavanzo, con sostegni a banche e rimborso debiti PA;

- Depositi: nelle banche italiane in totale sono scesi nel luglio 2013 a 1.110 miliardi di euro contro i 1.116 miliardi di giugno. I depositi delle famiglie sono stabili a 918,5 miliardi, quelli delle società sono scesi da 198,4 a 191,6 miliardi (fonte: Bce);

- Disoccupazione: Il tasso di disoccupazione a gennaio 2014 è balzato al 12,9%. I disoccupati sfiorano i 3,3 milioni (fonte: Istat). E' il tasso più alto sia dall'inizio delle serie mensili, gennaio 2004. Disoccupazione giovanile: e' record anche il tasso di disoccupazione dei 15-24enni: a gennaio 2014 è pari al 42,4%. Nell'Eurozona per il 2013 le stime confermano una disoccupazione al 12,3%, e per il 2014 al 12,4% (fonte Bce);

- Entrate tributarie: Le entrate tributarie nei primi 10 mesi dell'anno si sono attestate a 307,859 miliardi di euro, in calo di circa 1,4 miliardi rispetto ai 309,301 miliardi di euro dello stesso periodo del 2012. A ottobre sono state pari a 29,266 miliardi di euro, in lieve ribasso rispetto ai 29,601 miliardi dello stesso mese del 2012.

- Evasione: Nel 2013 5mila evasori totali e 17,5 miliardi nascosti. Secondo le stime elaborate dall'Istat l'imponibile sottratto al fisco si aggira ogni anno attorno ai 275 miliardi di euro;

- Export: a ottobre 2013 si registra una diminuzione sia dell'export (-0,5%) sia, in misura più rilevante, dell'import (-2,6%). (fonte: Istat); a ottobre 2013, il saldo commerciale è pari a +4,1 miliardi, superiore a quello registrato a ottobre 2012 (+2,3 miliardi). Al netto dell'energia, l'attivo è di 8,9 miliardi. Nei primi dieci mesi dell'anno, l'avanzo commerciale raggiunge i 23,7 miliardi e, al netto dei prodotti energetici, è pari a quasi 70 miliardi.

- Fabbisogno dello stato: sulla base dei dati preliminari del mese di dicembre, il fabbisogno annuo del settore statale del 2013 si attesta a 79,7 miliardi, che si confrontano con i 49,5 del 2012.

- Fallimenti: nel primo semestre 2013 si sono registrate 6.500 nuove procedure fallimentari, in aumento +5,9% rispetto allo scorso anno;

- Felicità: Italia depressa, il 'fu-Belpaese' è 45° nella classifica mondiale, stando al secondo Rapporto sulla Felicità dell'Onu;

- Fiducia aziende: l'indice composito sale da 79,8 di luglio a 82,2 di agosto.

- Fiducia consumatori: torna ai livelli massimi da due anni. Il clima di fiducia dei consumatori aumenta, ad agosto, a 98,3 da 97,4 del mese di luglio.

- Gettito Iva: nel periodo gennaio/aprile 2013 tra le imposte indirette prosegue l'andamento negativo dell'IVA (-7,8%) per effetto della flessione registrata dalla componente relativa agli scambi interni (-4,7%) e di quella relativa alle importazioni da Paesi extra UE (-21,4%) che risentono fortemente del deterioramento del ciclo economico;

- Immobiliare: nel primo trimestre 2013 l'indice dei prezzi delle abitazioni ha registrato una diminuzione dell'1,2% rispetto al trimestre precedente e del 5,7% nei confronti dello stesso periodo del 2012 (fonte: Istat);

- Imprese: in 6 anni sparite in Italia 134 mila imprese (Cgia);

- Inflazione. Nel 2013 in Italia il tasso d'inflazione medio annuo è stato pari all'1,2%, in decisa diminuzione rispetto al 3% del 2012. Si tratta del dato più basso dal 2009.

- Insolvenze bancarie: quelle in capo alle imprese italiane hanno sfiorato a maggio 2012 gli 84 miliardi di euro (precisamente 83,691 miliardi);

- Lavoro: da 2005 Italia fanalino di coda classifica occupazione Ue15 (fonte Istat); Lavoro, 6 milioni in cerca e 7 su 10 temono di perderlo (fonti: Istat e Coldiretti);

- Manifattura: l'indice Pmi è salito a 51,3 punti ad agosto, dai 50,4 del mese precedente, segnando il livello massimo da 27 mesi a questa parte. Secondo Markit alla base dell'espansione della produzione c'è stato un incremento dei nuovi ordini, il più marcato in oltre due anni, in particolare dall'estero.

- Neet: 2,2 milioni nella fascia fino agli under 30, ragazzi che non studiano, non lavorano, non imparano un mestiere, i totalmente inattivi sono il 36%;

- partite Iva: crollate -400.000 (-6,7%) dal 2008 (fonte Cgia Mestre);

- poveri: per la crisi sono raddoppiati dal 2007 al 2012 a quasi 5 milioni (fonte Istat);

- Prezzi produzione: l'indice dei prezzi alla produzione dei prodotti industriali è aumentato a luglio dello 0,1% rispetto al mese precedente e diminuito dello 0,9% nei confronti di luglio 2012. Lo ha comunicato l'Istat.

- Pil: il Prodotto interno lordo dell'Italia, ovvero la ricchezza complessiva del paese, alla fine del 2012 era di 2.013,263 miliardi di dollari (dati Ocse) o 1.565,916 miliardi di euro (fonte: relazione del governo al Parlamento - 31 marzo 2013). Nel secondo trimestre il Pil Italia è stato confermato in contrazione -0,2% dopo il -0,6% nei primi tre mesi dell'anno. Comparando il secondo trimestre del 2013 con gli stessi mesi dell'anno precedente il calo è -2,0% (fonte: Eurostat). S&P ha abbassato la sua previsione di crescita 2013 per l'Italia, a -1,9% rispetto al -1,4% previsto a marzo 2013 e al +0,5% stimato a dicembre 2011. L'ultima previsione dell'Istat per il 2013 e' -2,1%. Il Fmi ha tagliato le stime del pil Italia 2013 a -1,8%. Anche l'Ocse prevede una contrazione di -1,8%, unico paese in recessione del G7. Nel 2012 il Pil ha subito una contrazione di -2,4%. E un crollo senza precedenti di -8,8% dall'inizio della crisi nel secondo trimestre del 2007 (fonte Eurostat);

- Potere d'acquisto delle famiglie: -2,4% su base annua, -94 miliardi dall’inizio della crisi, circa 4mila euro in meno per nucleo;

- Povertà. Nel 2012 la povertà assoluta ha colpito il 6,8% delle famiglie e l'8% degli individui. I poveri in senso assoluto sono raddoppiati dal 2005 e triplicati nelle regioni del Nord (dal 2,5% al 6,4%). E' quanto emerge dal quarto Rapporto sulla Coesione sociale presentato da Inps, Istat e ministero del Lavoro.

- Precariato: contratti atipici per il 53% dei giovani (dato Ocse);

- Produzione industriale: crollata -17,8% negli ultimi dieci anni. La produzione industriale e' calata -1,1% a luglio 2013 e -4,3% rispetto a luglio 2012 (fonte Istat);

- Reddito famiglie: nel 2013 e' tornato ai livelli di 25 anni fa, oggi 1.032 miliardi di euro, rispetto ai 1.033 del 1988 (fonte: Confcommercio);

- Ricchezza: dall'inizio della crisi nel secondo trimestre del 2007 il pil e' crollato -8,8% (fonte: Eurostat), pari a una perdita di oltre 150 miliardi di euro. L'Italia comunque e' il paese piu' ricco in Europa per via del patrimonio immobiliare dei cittadini ma tra quelli a minor reddito e con il piu' alto tasso di poverta': la ricchezza netta pro-capite, pari a 108.700 euro, supera di poco quella dei francesi (104.100 euro) e dei tedeschi (95.500 euro) (Fonte Bce-Bankitalia);

- Servizi: il fatturato delle aziende che operano nel settore servizi (80% del Pil Italia) nel secondo trimestre 2013 risulta in calo -2,5% rispetto allo stesso periodo dell'anno precedente; l'indice Pmi relativo alle imprese dei servizi in Italia resta sotto i 50 punti (che indica contrazione): 48,8 ad agosto (fonte: Markit);

- Sofferenze bancarie: a dicembre 2013 ammontavano a 155,8 miliardi, nuovo record, e ben 30,9 in più rispetto ai 124,9 miliardi di fine 2012 (fonte: Bankitalia).

- Spesa famiglie:: prosegue il calo della spesa delle famiglie italiane, nel secondo trimestre del 2013 si contrae -3,2%, e per i beni durevoli -7,1% (fonte: Istat);

- Tasse: 262 scadenze per i cittadini italiani dall'Irpef, all'Iva, all'Irap, etc. Il livello eccessivo di tassazione provoca un effetto negativo, noto come curva Laffer e non e' compatibile con la crescita;

- Spesa pubblica: in 15 anni e' salita +69% a 727 miliardi. Rispetto a una ricchezza di 1.565 miliardi di euro, lo stato spende il 48% del pil. E con gli interessi sul debito pubblico supera il 52%;

- Vendite al dettaglio: in calo a giugno 2013 -3% su base annua, -0,2%. Nel trimestre aprile-giugno 2013 l'indice è calato -0,3%.

http://www.wallstreetitalia.com/article ... apere.aspx

magari era gia'postato,ma meglio rinfrescare la memoria,x non restare ingannati dalle propaganda incessante dei poteri forti..............[;)]


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MessaggioInviato: 02/03/2014, 22:25 
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Canton Sardegna, Svizzera

La proposta parte dal web: il rigore elvetico ne farebbe decollare l'economia


MILANO - Canton Sardegna, Svizzera. Questo, in tre parole, il succo della provocazione/proposta partita sul web in occasione delle recenti elezioni regionali sarde e galoppata via Facebook, dove ha raccolto un gruppo di quasi 4000 membri. In pratica, per l'Italia, si tratterebbe di vendere la Sardegna alla Svizzera, che la trasformerebbe nel 27. cantone della Confederazione e che ne farebbe pure - grazie al proprio rigore e al proprio know-how civico, politico ed economico - decollare l'economia.

La proposta - lanciata da un gruppo di cittadini sardi con il sito cantonmarittimo.org - è stata ripresa persino dalla BBC, oltre che da parecchi giornali. Fino ad oggi, infatti, si è ciacolato di possibili annessioni svizzere di territori più che altro lombardi, ma mai di isole.

"Crediamo - scrivono i promotori - che con l'Italia non ci sia un futuro, né per noi adulti né per i nostri figli. Vorremmo vivere in un paese normale, che offra ai propri cittadini opportunità di lavoro e di impresa, che abbia leggi chiare uguali per tutti, con una economia stabile e tasse equilibrate. Vorremmo andarci a vivere portandoci dietro la nostra casa, la nostra terra e i nostri cari. Vorremmo portare la Sardegna via dall'Italia e unirci alla Confederazione".

"La Sardegna - si legge poi nella nella pagina delle "riflessioni", a firma di Andrea Caruso - continua ha un potenziale economico quasi del tutto inespresso che non attende altro che una leadership esperta e illuminata che le consenta di metterlo in marcia".

E l'efficienza elvetica potrebbe liberarlo. Poco popolata, inoltre, la bellissima isola mediterranea potrebbe accogliere molti svizzeri in fuga dalla neve della Alpi, che eleggerebbero le coste isolane a loro seconda se non prima residenza.

2.03.2014 - 18:26

[align=right]Source: CdT.ch - Mondo - Canton Sardegna, Svizzera [/align]

http://www.cantonmarittimo.org/



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MessaggioInviato: 03/03/2014, 10:22 
Scandali all'italiana: De Benedetti salvato dalle banche. E dall'Eni

Sorgenia sull'orlo del crack. Inciucio col sistema creditizio ma anche con Berlusconi. Che avrebbe chiesto a Renzi un impegno a lasciare intoccati Scaroni (Eni) e Conti (Enel).

http://www.wallstreetitalia.com/article ... l-eni.aspx

dimostrazione,se corretta,della commistione esistene nel politicume italico,in cui tutto viene attuato,all'insaputa ed alle spalle degli italioti.....................[;)]


Ultima modifica di ubatuba il 03/03/2014, 10:23, modificato 1 volta in totale.

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MessaggioInviato: 03/03/2014, 11:37 
.. cresciuti a pane e sport! [;)] [:o)]



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MessaggioInviato: 04/03/2014, 10:08 
Non solo energia. Da quando la situazione a Kiev è precipitata il primo pensiero riguardo alle possibili conseguenze per l’Italia è, ovviamente, andato al gas. In effetti, nel 2013 la pipeline che, passando per l’Ucraina, porta il combustibile dalla Russia fino al rubinetto del Tarvisio ha trasportato il 43% dei consumi di gas del nostro Paese, pari a 29,5 miliardi di metri cubi. Malgrado i numeri imponenti, però, la minaccia che potrebbe arrivare dai tubi sembra allo stato assai modesta. Per ora i flussi sono regolari, ma anche nel caso dello scenario peggiore, un blocco totale delle forniture, l’ad dell’Eni, Paolo Scaroni ha spiegato che almeno fino all’estate non ci sarà alcun problema. Anche perché gli stoccaggi, causa crisi, sono ancora pieni al 45%.

Rischi più immediati, invece, sono quelli che potrebbero riguardare le nostre aziende, su cui non a caso ieri si è concentrata una valanga di vendite in Borsa (-3,3% il Ftse Mib). A partire dalle banche, che, dopo quelle austriache, sono tra le più esposte verso l’Ucraina, con circa 5 miliardi di dollari. In prima fila c’è Unicredit, ieri crollata in Borsa del 6,16%, che, attraverso le due controllate riunite in Pjsc Unicredit Bank (435 sportelli, 1 milione di clienti retail e 6.300 corporate), gestisce asset per circa 3,84 miliardi. L’istituto di credito ha chiuso le filiali a Sinferopoli e ha limitato i prelievi bancomat in tutto il paese a 1.500 grivnie (112 euro). Meno delicata la posizione di Intesa (scesa comunque del 4,01%), che a gennaio ha ceduto il 100% della banca Pravex Bank all’oligarca Dmytro Firtash, tra i principali finanziatori di Yanukovich.

Mai rapporti tra Italia e Ucraina non sono limitati al mondo del credito. L’interscambio tra i due Paesi, stando ai dati Istat aggiornati allo scorso ottobre, ammonta a 3,5 miliardi di euro, cifra un po’ inferiore a quella totalizzata con altri Paesi dell’area centro-orentale e balcanica (come Polonia, Romania, Turchia e Repubblica Ceca), ma in costante crescita. La bilancia commerciale, nel complesso, pende a favore di Kiev, con l’Italia che rappresenta per l’export il terzo mercato comunitario e il settimo al mondo. Ma la presenza delle nostre aziende in Ucraina non è trascurabile. La nostra ambasciata conta circa 300 imprese italiane iscritte nei registri delle autorità ucraine, di cui 140 insediate stabilmente. A cui si aggiungono circa 130 partecipazioni in aziende locali con fatturato superiore a 2,5 milioni di euro. Un bacino industriale che coinvolge circa 9mila persone e produce 680 milioni di fatturato. Moltissimi i nostri marchi presenti. Eni (-2,06% in Borsa), Iveco, Indesit (-4,44%), Pirelli (-3,89%) Alitalia e Ferrero hanno i principali uffici commerciali. Fiat (-2,31%), Maserati, Ducati e Ferrari vendono attraverso aziende locali importatrici. Mentre il gruppo Campari nel 2009 ha acquisito la cantina Odessa Cjsc, dove produce spumante con brand ucraino.

Nel settore delle infrastrutture e delle costruzioni una presenza massiccia è quella di Buzzi Unicem, ieri precipitata a Piazza Affari dell’8,08%, che ha due cementerie a ciclo completo a Rivne e Nikolajev ed è attiva anche nel calcestruzzo preconfezionato. Il gruppo nel 2013 ha registrato in Ucraina 124 milioni di fatturato. Tra le società che hanno commesse in corso si segnalano Saipem, Selex e Salini-Impregilo (-2,24%), che è impegnata nell’ampliamento della autostrada Kiev-Kharkiv-Dovzhanskyy per 216 milioni di euro e della Kiev-Chop per 340 milioni euro.

Nel comparto finanziario l’insediamento più rilevante, dopo Unicredit, è quello delle Generali (-3,31), che operano con Garant Auto, seconda compagnia del Paese, e Garant Life (terza nel ramo vita). Ma la bufera in Borsa, che ha coinvolto tutte le piazze europee, ha travolto l’intero settore: da Ubi (-5,01%) a Bper (-4,50%) e Bpm (-3,74%) fino a Mps (-3,32%) e Mediobanca (-2,91%). Colpite pure Saras (-7,03%), Enel (-3,6%) e, per la questione Sorgenia, Cir (-3,51%).

http://www.liberoquotidiano.it/news/115 ... hiano.html

anzike' twittare sarebbe opportuno che renzie cominiciasse ad affrontare questa problematica in anticipo,x non trovarsi inbraghe di tela----------------- [;)]


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MessaggioInviato: 04/03/2014, 19:17 
Stavo facendo una riflessione: in Italia ci sono ben 600 scorte! Un nome a caso: D'Alema! Ma che cacchio ci fanno ....
Poi vi arrabbiate quando faccio il paragone con gli USA: dopo 4 anni TUTTI A CASA (e senza scorta). [:(!]
Uno schifo madornale! Uno "status quo" per quei deficenti di politici ruba gallline ...E noi ... PAGHIAMO! [:142]



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MessaggioInviato: 06/03/2014, 15:23 
Italia, non c’è bisogno di pifferai magici

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L’Italia avrebbe bisogno di tante cose, ma non dell’ennesimo pifferaio magico che disegni mondi fantastici. Eppure, il neo premier Matteo Renzi preferisce vestire questi panni in ogni sua uscita pubblica: promette mirabolanti e salatissime rivoluzioni che hanno solo una piccola insormontabile criticità, la copertura finanziaria. Dove ha fallito Enrico Letta, perché dovrebbe riuscire Renzi?

Scorrendo i suoi lunghi monologhi, recitati ai due rami del Parlamento per ottenere la fiducia, è desolante calcolare quanto possa costare la nuova Italia annunciata entro l’anno dal sindaco di Firenze: più di 100 miliardi di euro. Un vero sproposito, visto che il precedente Governo, che contava gli stessi uomini di quello attuale e numeri più ampli, non è neppure riuscito a trovare la piena copertura per l’abolizione dell’Imu sulla prima casa. È lì il costo era di appena 4 miliardi. Ma alimentare false speranze non costa nulla e quindi…

Così, mentre il nuovo presidente del Consiglio vaneggia su improbabili riduzioni immediate del 10% del cuneo fiscale (più di 10 miliardi di euro), di un punto percentuale delle aliquote più basse di Irpef (35 miliardi di euro), sull’introduzione di una sorta di reddito da cittadinanza – tema tanto caro al M5S (40 miliardi di euro), sull’abolizione di un terzo dell’Irap (13 miliardi di euro), intanto gli italiani incassano zitti e buoni il primo aumento. Dal 1° marzo, infatti, scatterà l’ennesimo rincaro sulla benzina. Si tratta di un ritocco piuttosto contenuto: 0,24 centesimi al litro dell’accisa sulla benzina e sul gasolio. Tuttavia, è bene ricordare che una famiglia che possiede un’auto con percorrenza annua di 15mila km sborserà quest’anno 257 euro in più rispetto al 2010. Nel caso di automobile diesel, invece, l’incremento rispetto a quattro anni fa sarà addirittura di 388 euro.

Ecco che nasce spontanea la domanda: perché il premier Renzi, che pare nutrire questa grande sensibilità per le tasche degli italiani, non ha bloccato l’aumento delle accise? Questa sì che sarebbe stata una boccata d’ossigeno immediata. Anche perché è chiaro che questa lievitazione della pressione sui carburanti andrà a pesare in modo sistematico sui prezzi di alimenti e servizi. Se si pensa poi che il Decreto del Fare prevede ancora tre aumenti delle accise entro il 2017 (per un ammontare di oltre 1 miliardo di maggiore gettito) allora si comprende come i 500 euro di minori tasse che un italiano potrebbe risparmiare con lo sconto dell’Irpef promessa da Renzi sarà solo una partita di giro per saldare i maggiori costi del pieno dell’auto, della spesa e del pagamento delle utenze domestiche. Insomma il pifferaio non solo è bravo a rabbonire, ma sa anche fare bene i conti e i compiti a casa per l’Europa.

Intanto il Codacons e l’Istat scattano una fotografia sconcertante dell’Italia, che loro stessi definiscono quasi da Paese "del Terzo Mondo". I dati comunicati nel rapporto annuale 2013 che l'Istat ha consegnato alla Camera sono drammatici. Un Paese alla fame: con 8,6 milioni di italiani che non ha nemmeno 800 euro in banca per far fronte alle emergenze, 15 milioni che vivono in una situazione di grave disagio economico, un ceto medio demolito dalla crisi e dalla pressione fiscale, 3 milioni di disoccupati in cerca di lavoro in media da 21 mesi, un tasso di inattività altissimo soprattutto tra giovani e mamme e una riduzione dei consumi mai così alta dagli anni Novanta. Un quadro che supera l'allarme ormai comune negli ultimi mesi. Proprio sui consumi è allarme rosso. Il calo del potere d’acquisto delle famiglie, causato soprattutto dall'inasprimento del prelievo fiscale, come dichiara l’Istat, ha provocato la più forte riduzione dei consumi dagli anni Novanta: è diminuito del 4,8%, dopo un quadriennio caratterizzato da un continuo declino. Quasi due famiglie su tre, nel 2012, hanno ridotto la spesa di prodotti alimentari: il 62,3% stringe la cinghia, quasi il 9% in più del 2011.

Una situazione tragica, nella quale Renzi, nel cercare di difendersi durante il confronto con Grillo, ha ricordato "Tu hai visto ieri che è successo? Due ragazzi si sono uccisi per mancanza di posti di lavoro". Questo dimostra soltanto che le parole non sono più sufficienti ed è necessario passare ai fatti, non alle citazioni per luoghi comuni. Ormai il popolo italiano ha scelto la pillola rossa, quella che apre gli occhi dentro Matrix: il mondo della finzione e dei pifferai magici rischia di fare una brutta fine.

http://italian.ruvr.ru/2014_03_05/Itali ... gici-1614/



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L'ultima minchiata di Monti: la crisi internazionale? Colpa dall'Italia!


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La faccia tosta del massone bilderberghino-trilateralista è davvero sconfinata. Dopo aver impostotasse su tasse ai cittadini, scatenando un'ondata di suicidi, dopo aver smantellato lo stato sociale (basti pensare allo scandalo dei 380.000 esodati e ai farmaci salvavita disponibili solo a pagamento) devastando consapevolmente l'economia italiana, come ha ammesso alla CNN, per compiacere la Merkel e aver contestualmente dispensato regali di ogni tipo alle lobby, ora Monti scarica la colpa della crisi internazionale sugli italiani!

Proprio così: secondo Monti la crisi è stata provocata da chi ha "sforato il patto di stabilità", ovvero Italia, Germania e Francia. Peccato che dalla crisi dell'euro i tedeschi abbiano guadagnato, la Germania non ha mai esportato tanto come in questo periodo, con una bilancia commerciale in attivo di addirittura 200 miliardi di euro! In pratica si sono impadroniti delle quote di mercato perse dall'Italia. E anche la Francia, pur colpita dalla crisi, certamente se la passa meglio dell'Italia e degli altri Piigs.

Una colpa comunque gli italiani ce l'hanno: aver permesso ad una casta di traditori di governare il paese!!! Questa è l'unica colpa che possiamo attribuire agli italiani...


Staff nocensura.com

Di seguito l'articolo de ilgiornale.it:
- - - - -
ImmagineL'ultima teoria di Monti: la crisi economica causata dall'Italia
Secondo il senatore a vita, la crisi economica risalirebbe al 2003 quando la Germania e la Francia - con la complicità dell'Italia - sono stati lasciati in libertà di sfondare il patto di stabilità



Di Franco Grilli

L'ultima teoria di Mario Monti sulla crisi economica? L'ha sciorinata in una conferenza organizzata dal governo maltese in collaborazione con [i]The Economist. [/i]
Secondo il senatore a vita, gli artefici della crisi economica in Europa sono stati "la Germania e la Francia, con la complicità dell'Italia". L'ex premier ha poi spiegato che non si trattava di una questione del sud Europa, come la Grecia, ma che sono stati proprio questi paesi la causa di tutto. Infatti, secondo il bocconiano i problemi economici inEuropa risalirebbero al 2003 quando la Germania e la Francia sono stati lasciati in libertà di sfondare il patto di stabilità. Infine Monti ha criticato i governi europei che hanno protestato contro la fornitura di statistiche all’Eurostat per controllare i fondi pubblici.


Fonte: ilgiornale.it


Ultima modifica di Wolframio il 09/03/2014, 10:26, modificato 1 volta in totale.


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Ecco in quali mani era (è) l'Italia! [xx(]



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Il governatore Crocetta (nella foto): legge storica. M5S: raggiunto uno dei tasselli del programma Movimento 5 Stelle.

ROMA (WSI) - L'abolizione delle Province siciliane è legge. L'Assemblea siciliana ieri sera ha approvato con voto finale (62 favorevoli, 14 contrari e 2 astenuti) la soppressione delle nove Province regionali che vengono sostituite da altrettanti Liberi consorzi dei comuni con la possibilità di crearne di nuovi entro sei mesi, purché i comuni raggruppino almeno una popolazione di 180 mila abitanti e quelli coincidenti con gli enti soppressi non abbiano una popolazione inferiore a 150 abitanti.

L'elemento cardine della legge è la soppressione del voto diretto, gli organismi dei Liberi consorzi, infatti, saranno di secondo livello, eletti non dal popolo ma dalle assemblee dei consorzi.

x tutto l'articolo
http://www.wallstreetitalia.com/article ... vince.aspx

ma siamo certi che le province siano state abolite,e non sia solo un modo x creare altri centri burocratici fuori dal controllo dei cittadini,e nuovo sperpero di denaro pubblico?????????? [;)]


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Sai cosa sono i Liberi Consorzi? [:D],questo tipo di organizzazione del territorio dovrebbe veramente risolvere tanti problemi legati alla burocrazia e al clientelismo provinciale,è un'organizzazione più diretta di territori che sono affini fra loro,per esempio dalle mie parti sta' nascendo con l'unione di decine di Cittadine e Paesini,il consorzio delle Terre SiKane. [^]


Ultima modifica di bleffort il 12/03/2014, 09:53, modificato 1 volta in totale.

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Cita:
bleffort ha scritto:

Sai cosa sono i Liberi Consorzi? [:D],questo tipo di organizzazione del territorio dovrebbe veramente risolvere tanti problemi legati alla burocrazia e al clientelismo provinciale,è un'organizzazione più diretta di territori che sono affini fra loro,per esempio dalle mie parti sta' nascendo con l'unione di decine di Cittadine e Paesini,il consorzio delle Terre SiKane. [^]



bleffort,in italia non si fa mai nulla a caso,sai benissimo che viene abolito un qualkosa,ma se ne crea un'altro x fare sedere i politici trombati che non hanno mai lavorato,se le province devono essere abolite,non si crei poi dei comitati surrettizi,con l'avvento delle regioni basta province o similari............................ [;)]


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Ne vogliamo parlare? [}:)]

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Ooohh! Meno male che ogni tanto ... qualcuno! [^]
E il bello che lo paghiamo ... NOI!!!! [:(!]
Però vanno a togliere i soldi alla povera gente ... SCHIFOSI!


Ultima modifica di Ufologo 555 il 12/03/2014, 14:04, modificato 1 volta in totale.


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Carte choc sul gruppo De Benedetti: "Truccati i dati della centrale di Vado"



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Il giudice accusa i vertici dell'impianto di avere manipolato: "Conoscevano le potenzialità lesive dell'attività svolta"



Il giudice smaschera le bugie dei De Benedetti e accusa i vertici dell'impianto Tirreno Power di Vado avere manipolato i valori degli inquinanti. "Scelta gestionale volontaria. Conoscevano le potenzialità lesive dell'attività svolta"

Un delitto compiuto consapevolmente, truccando i dati sulle emissioni pur di mantenere in funzione le centrali a carbone di Vado Ligure. Un delitto compiuto dai vertici di Tirreno Power grazie alla oggettiva complicità delle amministrazioni pubbliche che hanno per anni e anni omesso i controlli cui erano tenute, tenendo per buoni i dati fasulli forniti dalla stessa società.

Questo, per la procura di Savona e il giudice preliminare Fiorenza Giorgi, è il riassunto della cupa e indigesta storia della centrale di Vado Ligure, sequestrata due giorni fa. In quarantacinque pagine, il provvedimento del gip riassume per filo e per segno la storia di come la centrale abbia avvelenato una valle e ucciso centinaia di persone (343, nella meno grave delle ipotesi), sfociando in una tragedia ambientale e sanitaria di «dimensioni immani».

È un riassunto che sembra lasciare poco spazio alla difesa dei cinque manager della Tirreno Power finiti nel registro degli indagati. E che mette in una posizione imbarazzante i soci di Tirreno Power, ovvero i francesi di Gdf-Suez (che però sono arrivati pochi anni fa) e soprattutto la Cir, la holding della famiglia De Benedetti: che ora si ritrova a dover scegliere se prendere su di sé la responsabilità delle clamorose omissioni compiute dai manager della centrale, con tutte le conseguenze del caso: o se invece scaricare le colpe su di loro, col rischio che reagiscano chiamando in causa altri.

Se la gravità degli addebiti era in parte nota, a colpire è la decisione con cui il gip affronta il tema delle coperture di cui Tirreno Power ha goduto: «il gestore, certamente agevolato da una quasi assoluta carenza di controlli, ha di fatto violato la quasi totalità delle prescrizioni imposte (...) non può tacersi la circostanza che tutti i dati sono stati registrati e monitorati dal gestore in assoluta autonomia e nella totale carenza di controlli da parte delle autorità preposte; ed invero non vi è traccia del protocollo condiviso con le autorità di controllo locali (provincia di Savona) e/o Arpa Liguria, né di ispezioni effettuate da quest'ultime all'impianto ai fini di controllo di tale aspetto, previsto dai provvedimenti autorizzativi della centrale».

Insomma, alla centrale è stato permesso per anni di inquinare e causare morti sulla scorta di dati forniti dalla stessa Tirreno Power, e che al primo controllo si sono rivelati falsi: «i dati forniti dallo stesso gestore sono ritenuti inattendibili da tutti i consulenti del pm (...) i valori di concentrazione misurati manualmente risultano mediamente assai più alti di quelli contemporaneamente forniti dal sistema di monitoraggio».

Per valutare l'impatto delle emissioni di fumi, ma anche della polvere del carbone trasportato e stoccato a cielo aperto, i periti della procura hanno interrogato testimoni che non mentono: i licheni, i primi a soffrire per l'inquinamento, e che intorno alla centrale si sono diradati sino a sparire (la perizia parla di «deserto lichenico») e le cartelle cliniche dei malati e dei morti. Che le conseguenze siano stati devastanti non c'è dubbio: «Non può che concludersi nel senso che l'evidenziato incremento dell morbilità e della mortalità nelle aree di media e alta ricaduta delle emissioni della centrale rispetto alle aree di bassa ricaduta è certamente attribuibile all'esercizio della medesima centrale». Ancora: «deve ritenersi raggiunta la certezza processuale del nesso di causalità tra l'evidenziato aumento di morbilità mortalità e l'esercizio della centrale».

E la centrale di Vado continuava ancora fino al sequestro ad avvelenare l'intera zona, anche se mancano dati epidemiologici successivi dal 2011, dice il giudice: «Deve ritenersi provato, a fronte di valori emissivi sovrapponibili agli anni considerati, un danno alla salute (intendendosi per tale un aumento della mortalità e della morbilità) costante anche negli anni successivi a quelli oggetti di specifico esame». «Quanto sin qui evidenziato - dice il gip - induce a ritenere verificato un danno alla salute nelle aree di ricaduta della centrale di entità tale da integrare senza dubbio la nozione di disastro nonché un pericolo per la pubblica incolumità da individuarsi nel rischio di incremento di morbilità e mortalità correlato alla protrazione dell attività della centrale termoelettrica ai medesimi livelli emissivi mantenuti sino ad oggi».

Per questo, per fermare la strage, è stato necessario intervenire con la forza, e spegnere per legge i forni della centrale dei De Benedetti: «I dati riportati inducono a concludere che per ogni anno di funzionamento della centrale, a parità di emissioni, si avrà un aumento del numero di casi di ricoveri e di decessi sostanzialmente costante», scrive il giudice, parlando di «pericolo attuale per la pubblica incolumità».

Superficialità, caso? Niente di tutto questo, scrive il giudice, che parla esplicitamente di «precise scelte gestionali» della società: «La gestione dell'impianto a livelli nettamente superiori a quelli imposti dalle Bat (le migliori tecniche possibili, ndr) è certamente attribuibile ad una precisa scelta gestionale della società. Tale scelta volontaria è stata adottata e tenuta nonostante la consapevolezza del danno arrecato all'ambiente e alle rilevanti dimensioni dello stesso», si legge a pagina 37 dell'ordinanza. Ed invero il gestore era certamente a conoscenza delle potenzialità lesive della attività svolta».

http://www.ilgiornale.it/news/interni/b ... 01375.html


Ma vaaaa! Il pregiudicato è solo BERLUSCONI!!!!
(Chi AMMAZZA è un "benefattore" ...!) [^]



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