I primi 100 giorni al Ministero della Salute: la strada giusta verso il Cambiamentodi Giulia Grillo
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Sono passati già 100 giorni da quando ho accettato l'incarico di ministro della Salute. Un grande onore, ma anche una grande responsabilità. Oggi credo che sia giusto fare un primo bilancio INSIEME.
Diciamolo subito, abbiamo ereditato una situazione molto complessa. Tante criticità non sono state affrontate dai precedenti Governi e ora tocca a noi rimediare.
Come primo atto ho chiesto alle Regioni i dati sulle liste d'attesa. Dopo non poche settimane per ottenere tutte le risposte, il quadro emerso è risultato alquanto allarmante. A riguardo ho preso immediati provvedimenti, come nel caso del nuovo Piano per la gestione delle liste d'attesa (fermo da 8 anni), per il quale ho chiesto interventi più incisivi a favore dei cittadini.
Altro tema critico è quello del personale. Il nostro sistema sanitario soffre di una carenza di personale diventata ormai drammatica, a cui noi vogliamo rispondere con le competenze dei nostri giovani. Il tavolo di confronto con i rappresentanti di categoria era in stallo da circa due anni. Siamo già riusciti a portare a casa un primo importante risultato: abbiamo convinto le Regioni a riaprire i bandi della medicina generale e aumentato le borse di 860 unità, consentendo a 2.000 giovani camici bianchi di partecipare al bando per l'assegnazione delle borse di studio per la formazione dei futuri medici di medicina generale. Un numero record, mai raggiunto prima.
L'impegno per la trasparenza nelle nomine ci ha portato poi a utilizzare un metodo di scelta finora inedito, ma che va nella direzione del merito. In questo modo, ho scelto di affidare l'incarico di Direttore Generale Aifa a Luca Li Bassi, un esperto di livello internazionale, per tanti anni costretto ad essere “cervello in fuga”, al quale chiederò di attuare politiche di governance del farmaco finalmente efficaci e sostenibili.
Stiamo intervenendo anche sulla spesa farmaceutica. Abbiamo subito attivato un tavolo di esperti di livello internazionale che sta delineando i temi della nuova governance, fin qui mai definita e indispensabile per garantire la sostenibilità della spesa dei medicinali che il sistema sanitario mette a disposizione di tutti i cittadini. Analoga situazione per i dispositivi medici, su cui non si applicano da anni norme che consentirebbero di recuperare ingenti risorse.
E per quanto riguarda la questione vaccini, in Parlamento è stato depositato un disegno di legge per superare l’insufficiente impostazione del decreto Lorenzin, che focalizzandosi unicamente sull'obbligo ha prodotto una guerra di religione sulle politiche vaccinali. Per noi è importante la salute di tutti i cittadini, a partire dai più fragili, per questo promuoveremo una legge quadro in materia di vaccini, moderna e in linea con i principi dettati dall'OMS. Una legge che supera la situazione emergenziale del decreto Lorenzin e si fonda sui principi di informazione ed educazione alle vaccinazioni, in tutte le età, non limitandosi alla coercizione. Abbiamo anche attivato un tavolo di esperti indipendenti (Nitag) che scriverà il nuovo Piano Nazionale di prevenzione vaccinale e già approvato il decreto per l'implementazione dell'Anagrafe vaccinale nazionale, che metterà insieme i dati sulle vaccinazioni, e che era atteso da oltre un anno.
Ci sarebbero ancora molte cose da dire, ma grazie a questa infografica potrete capire meglio come al ministero della Salute abbiamo lavorato in questa prima fase.
Tutto il mio impegno è stato e sarà sempre dalla parte dei cittadini. Sono solo i primi 100 giorni di Governo, ma continueremo a portare avanti un vero cambiamento
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FonteAl Senato i vitalizi hanno i giorni contatidi Paola Taverna
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Una promessa è una promessa. E adesso ci aspettiamo che quella fatta dalla presidente Maria Elisabetta Alberti Casellati al nostro capogruppo, Stefano Patuanelli, diventi realtà. Anche al Senato dobbiamo abolire i vitalizi. E dobbiamo farlo subito, senza perdere altro tempo.
Cosa è successo infatti in questi mesi? Mentre l'Ufficio di Presidenza della Camera si riuniva chiudendo in brevissimo tempo l'annosa questione dei ricchi assegni degli ex deputati, molto spesso sproporzionati rispetto ai contributi realmente versati, Palazzo Madama prendeva - per non dire perdeva - tempo. Il Consiglio di Presidenza si è riunito una sola volta per parlare di vitalizi, scegliendo di dare vita ad una serie di approfondimenti e passaggi intermedi, a nostro modo di vedere superflui visto che la delibera presentata dal presidente Fico a Montecitorio può essere replicata anche al Senato. Hanno richiesto il parere del Consiglio di Stato? Ebbene, il 3 agosto questo è arrivato dando un messaggio chiaro: i vitalizi si possono tagliare. Altro che 'diritti acquisiti', come Lorsignori continuano ancora oggi a ripetere.
Adesso manca solo l'ultimo miglio: l'audizione del presidente dell'Inps, Boeri. Con lui si dovranno definire i coefficienti per tagliare le ricche prebende degli ex inquilini di Palazzo Madama, che diventeranno normali pensioni calcolate con il metodo contributivo. Come i comuni mortali.
Una volta sentito Boeri, non potremo fare altro che discutere e approvare la delibera che manderà in pensione i vitalizi. Finalmente, dopo anni di ammuina e giochi di Palazzo, come la messa in scena del Pd nella scorsa legislatura con la proposta di legge del renzianissimo Richetti, dalle parole si passa ai fatti. Se sei stato qualche giorno o qualche anno in Parlamento, ti spetta un trattamento proporzionato a quello che hai versato.
Ogni anno recuperiamo milioni di euro da destinare a chi in questi anni si è visto aumentare le tasse e ridurre le pensioni. Per noi questa è equità sociale.
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