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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 11/02/2019, 16:58 
Considera che rispetto alle scorse regionali ha perso circa l'1% in meno direi che ormai ha un elettorato consolidato. Poi se vogliamo fare come i beoti del Pd che confrontano regionali e politiche allora ok haa perso il 20% ^_^



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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 12/02/2019, 00:59 
Acqua pubblica, in Parlamento la volontà degli italiani sta per diventare realtà


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di Federica Daga e Ilaria Fontana
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L’affermazione secondo la quale l’acqua pubblica è sinonimo di democrazia non è mai stata più appropriata. Nelle prossime settimane abbiamo l’opportunità di realizzare a pieno questa equivalenza, tagliando il traguardo di una lunga marcia partita davvero da lontano.
Gli attivisti del Movimento 5 Stelle sanno bene di cosa parliamo quando diciamo che l’acqua pubblica è la nostra prima stella. In realtà prima ancora è stata scintilla, lo sprazzo di luce nel buio che ci ha fatto intravedere la via da percorrere, in quelle lunghe riunioni davanti a una pizza o a un caffè che sarebbero poi diventate i primi meet-up. Cittadine e cittadini qualunque si ritrovavano attorno a un’idea: quella di non farsi scippare la risorsa più importante, un bene comune di cui tutti hanno diritto a fruire.

Poi sono arrivati i banchetti per la raccolta delle firme, prima occasione per parlare con altri cittadini dell’urgenza di non aspettare che fosse qualcun altro a difendere i nostri diritti. E di lì a poco l’entusiasmante fatica della campagna referendaria culminata nel plebiscito dell’12 e 13 giugno 2011: 27 milioni di sì all’acqua pubblica. La scintilla diventava stella, un manipolo di cittadini attivi cambiava il corso delle cose.

Certo, non avevamo fatto i conti con gli altri interessi in gioco, con i tentativi immediati di vanificare quell’enorme sforzo e cancellare quella limpida e meravigliosa pagina di democrazia scritta dal popolo sovrano. I governanti e i potenti hanno provato a strappare, occultare, sabotare quella pagina. Decreti legge che facevano marcia indietro, obblighi di accorpamento che spianavano la strada alle multinazionali, la garanzia di un guadagno assicurato ai gestori privati che il voto aveva cacciato dalla porta e che le lobby hanno reintrodotto dalla finestra.
Hanno fatto di tutto in questi lunghi otto anni per vanificare l’esito del referendum: hanno calpestato senza scrupolo alcuno la volontà di 27 milioni di persone, hanno mentito affermando che la gestione è già pubblica mentre le società di gestione erano (e sono) controllate da finanza, multinazionali e capitali esteri. Questi soggetti, la cui finalità ultima è ovviamente il profitto e non certo la garanzia di un diritto universale, possono vendere quote e, se immaginiamo le estreme conseguenze, anche farsi intestare una fonte idrica.

Ma i movimenti per l’acqua, moltissimi comitati locali e altrettanti attivisti del MoVimento 5 Stelle hanno lottato strenuamente. Abbiamo portato in Parlamento, appena eletti nel 2013, una proposta di legge di iniziativa popolare (boicottata e ignorata da chi allora era al governo) che è alla base del testo che in queste ore è all’esame della commissione Ambiente alla Camera. Abbiamo presentato alcun emendamenti frutto della necessità di aggiornare un testo nato 12 anni fa: le nostre proposte di modifica arricchiscono e rendono più efficace la portata della riforma anche alla luce delle tante voci ascoltate durante le audizioni e sui territori. L’obiettivo è quello che ci siamo dati fin dall’inizio: riconoscere il diritto universale all’acqua sottraendola al controllo dei privati e affidare la gestione esclusivamente al pubblico.

Attueremo questo passaggio, che prevede lo stop alla redistribuzione di dividendi e la destinazione di tutti gli utili al potenziamento del servizio, con la necessaria gradualità, mantenendo i livelli occupazionali, garantendo un approccio industriale in tutte le fasi della gestione e accompagnando questo processo con le coperture finanziarie necessarie.

Proprio perché siamo consapevoli dell’importanza dell’acqua per le nostre vite, dobbiamo dire basta alle inefficienze e alla speculazione. Anche nella gestione del servizio idrico integrato è il momento di fare esclusivamente gli interessi dei cittadini. Che il passaggio alla gestione completamente pubblica porti con sé enormi benefici per la collettività, lo dimostrano numerose e importanti esperienze internazionali. Attualmente chi gestisce il servizio idrico può decidere di distribuire dividendi e ridurre al minimo gli investimenti; noi invece, con la gestione pubblica, facciamo in modo che ogni centesimo pagato in tariffa venga investito nella cura del servizio. Questo significa meno soldi ai privati, più soldi per eliminare le reti colabrodo e innovare e, come accaduto ad esempio a Parigi e Berlino, anche bollette più basse. Secondo il Forum Italiano dei Movimenti per l’Acqua basata sui Piani economici e finanziari dei gestori italiani, eliminando gli utili e i “costi non quantificati correttamente”, la tariffa idrica potrebbe coprire tutti i costi della gestione e degli investimenti e portare a una riduzione delle tariffe, vale a dire del costo della bolletta, del 25-30%.

Inoltre riportiamo tutte le competenze relative alla vigilanza e al controllo sulla gestione dell’acqua in capo al ministero dell’Ambiente, restituendo un ruolo importante alle istituzioni a garanzia di tutti i cittadini. Che senso ha, infatti, lasciare all’autorità garante del mercato, l’Arera, la regolazione di un servizio essenziale che vogliamo escludere dalla concorrenza perché monopolio naturale? Il servizio, idrico, per fare un esempio, non è organizzato in modo che se non ci piace il nostro gestore passiamo a un altro, non c’è modo di “spuntare” condizioni più vantaggiose: perché allora tenerlo in capo a chi dovrebbe garantire concorrenza e libero mercato?

Per giunta, va considerato che riguardo alla gestione dell’acqua Arera ha già tradito il proprio mandato quando ha deciso di reinserire la remunerazione del capitale investito, il famoso 7% di guadagno garantito ai gestori che con il referendum del 2011 27 milioni di cittadini chiesero di abrogare.

Siamo a pochi passi da un cambiamento epocale, stiamo rimettendo l’acqua nelle mani dei cittadini, stiamo portando a compimento la scrittura di questa nuova pagina di democrazia. trasformando finalmente in realtà tangibile e concreta la volontà espressa in maniera inequivocabile dagli italiani. Il percorso è ancora accidentato e dobbiamo aspettarci colpi di coda da parte di chi non vuole rinunciare a privilegi e rendite di posizione. Ci troveranno pronti e determinati a raggiungere l’obiettivo: abbiamo dalla nostra la forza dei 27 milioni di italiani che vogliono inaugurare la nuova stagione dell’acqua pubblica e di una democrazia finalmente piena ed effettiva.
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La blockchain e il futuro del lavoro


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di MoVimento 5 Stelle
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Quello sul futuro del lavoro è un dibattito fondamentale per il nostro Paese. In che modo una tecnologia come la blockchain può fare da volano all’occupazione? Lo abbiamo chiesto a Marco Scialdone, docente di diritto e mercati dei contenuti e servizi online presso l’Università Europea di Roma e componente del Gruppo di Lavoro sull’Intelligenza Artificiale istituito al MiSE.





In un mondo del lavoro che cambia, che ruolo può avere la blockchain per migliorare le cosiddette politiche attive e aumentare il numero di occupati?

Se si prendono in considerazione le caratteristiche salienti della blockchain (utilizzando tale espressione in senso ampio e, dunque, comprensiva sia delle blockchain permissionless che quelle permissioned) è facilmente intuibile perché essa possa assumere un ruolo importante anche nel settore delle politiche attive del lavoro. Siamo in presenza, infatti, di una struttura dati decentralizzata, condivisa e immutabile che consente di registrare in modo sicuro, attendibile, temporalmente definito frammenti di informazioni e che può essere gestita in sicurezza da una pluralità di soggetti in ambienti caratterizzati da bassa fiducia o interessi non necessariamente convergenti.



Facciamo un esempio concreto, anche in relazione a un altro importante tema: quello della cittadinanza digitale.

Così definita, la Blockchain può rappresentare un valido ausilio per costruire e alimentare il fascicolo elettronico del lavoratore, facendovi confluire i dati in possesso dei diversi nodi della rete (gli attori pubblici e privati del mercato del lavoro) e tracciando pertanto, in modo sicuro e affidabile, la formazione fruita dal lavoratore, i sussidi percepiti, i periodi lavorativi ecc. Una sorta di “macchina della verità” (per citare il titolo del bel libro di Micheal J. Casey e Paul Vigna, dall’efficace sottotitolo “la Blockchain e il futuro di ogni cosa”) che nessuna singola persona o istituzione può manomettere e che viene alimentata da una pluralità di fonti le quali concorrono alla costruzione della catena, inserendo ciascuno, per la parte di propria competenza, i dati e le registrazioni riguardanti il singolo lavoratore nel singolo blocco.



Che impatto può avere tutto ciò sulla realizzazione del reddito di cittadinanza?

Si può comprendere come un simile traguardo sia fondamentale per il successo di una misura come quella del reddito di cittadinanza, recentemente varata dal Governo, perché la completezza delle informazioni sul destinatario della misura e la possibilità di accedervi in modo unitario da tutti i soggetti coinvolti nel processo di erogazione del sussidio/ricollocazione lavorativa sono la precondizione per garantire la sostenibilità economica nel lungo periodo dell’operazione. L’utilizzo di una blockchain c.d. permissioned (cioè, autorizzata) potrebbe, in sintesi, consentire di superare quelle resistenze che finora hanno rallentato la messa in atto del fascicolo elettronico del lavoratore e offrire adeguate garanzie sotto il profilo della tutela della riservatezza dei dati trattati.

La discussione sulla tecnologia e sul futuro del lavoro è troppo spesso dominata dall’idea dell’automazione e distruzione del lavoro…

Sia ben chiaro è un fenomeno che esiste e che porterà a radicali cambiamenti, tanto da imporre sin da oggi, a mio avviso, l’obbligo di ragionare su misure come il reddito universale di base. Tuttavia, ci possono essere angoli di visuale differenti: la blockchain, nell’immediato, se correttamente inserita nel panorama delle politiche attive è in grado di responsabilizzare i lavoratori e rendere tali politiche più trasparenti, più eque e più efficaci.
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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 21/02/2019, 01:13 
L’eurofakenews di Stampa e Repubblica


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di MoVimento 5 Stelle
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Il MoVimento 5 Stelle nel prossimo Parlamento Europeo farà parte di un nuovo gruppo fondato sui valori della democrazia diretta. Le prime quattro forze politiche che lo comporranno sono state presentate la settimana scorsa a Roma da Luigi Di Maio.

Siamo in contatto con altre forze politiche di altri Paesi per allargare ulteriormente il gruppo. Non esiste e non è mai stata presa in considerazione l’idea di entrare nel gruppo della Lega e Le Pen o in altri gruppi che propongono da decenni la stessa vecchia ricetta.

Noi infatti non abbiamo alcuna intenzione di uscire dall’Europa, ma di dare nuova vita al sogno europeo occupandoci dei bisogni dei cittadini e abbandonando definitivamente l’era dell’austerità. Quanto riportato oggi da La Stampa e da La Repubblica è completamente falso e privo di qualsiasi fondamento.
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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 23/02/2019, 00:22 
Salvare le paludi mesopotamiche. Fermare le guerre dell’acqua


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di MoVimento 5 Stelle
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Le paludi mesopotamiche dell’Iraq meridionale alla confluenza dei fiumi Tigri ed Eufrate si stanno per prosciugare. Questa particolarissima regione umida, cuore della Mezzaluna Fertile, culla della agricoltura e della civiltà, luogo dell’Eden biblico secondo la tradizione – patrimonio dell’Unesco insieme alle città sumere di Ur, Eridu e Uruk – sta per scomparire. Quindicimila chilometri quadrati di fertili terreni paludosi ridottisi a un terzo nel giro di pochi decenni. Un cataclisma ambientale e sociale che ha messo in crisi l’intero ecosistema dell’Iraq meridionale e ha costretto all’esodo i Maadan, la popolazione locale degli ‘arabi delle paludi’ che da millenni vive di agricoltura e pesca in simbiosi con questo ambiente. A causare questo disastro – di cui si parlerà nel Forum dell’Acqua di Sulaymaniyah del 6/8 aprile – non è stato tanto il cambiamento climatico, quanto lo sconsiderato uso politico e militare dell’acqua.
Ne parliamo con il coordinatore iracheno della campagna ‘Save the Tigris’ (savethetigris.org), Ismaeel Dawood.

Quando, come e perché nasce questo problema?
Tutto nasce con la guerra Iran-Iraq, che è stata anch’essa una guerra dell’acqua per il controllo dello Shatt al-Arab, il fiume formato dalla confluenza del Tigri e dell’Eufrate. Negli anni ’80 la Turchia approfittò della debolezza dell’Iraq, impegnato in guerra, per sottrargli risorse idriche con la costruzione di diverse dighe sul Tigri nell’Anatolia sud-orientale. Dopo che negli anni ’90 lo stesso dittatore iracheno Saddam Hussain prosciugò le paludi per soggiogare le ribelli popolazioni sciite locali, il disegno turco verrà rilanciato dal presidente turco Recep Tayyip Erdogan in funzione anti-curda: i bacini delle dighe per allagare e isolare i territori dei ribelli del Pkk e per assetare i curdi del nord dell’Iraq e della Siria.

La mega-diga di Ilisu rientra in questo disegno?
Questa gigantesca diga rappresenta l’apice del sogno di Erdogan di imporre con l’acqua la sua egemonia su tutta la regione, senza curarsi dei danni provocati. La diga di Ilisu lascerà a secco il Tigri decretando la sparizione definitiva delle nostre paludi e generando una grave crisi idrica in tutto l’Iraq. E il suo gigantesco invaso non solo sommergerà città antichissime come Hesenkeyf, vecchia di 12mila anni, ma provocherà una gigantesca perdita di acqua a causa dell’evaporazione e un fortissimo aumento della salinità dell’acqua. La situazione idrica nel mio Paese è già drammatica, ma se la Turchia attiverà la diga di Ilisu si scatenerà un vero e proprio disastro ambientale. Ora che la guerra all’Isis è finita, il governo iracheno deve concentrarsi su questa priorità nazionale.

Anche l’Isis, a proposito, puntava al controllo dell’acqua…
Altroché! In una regione desertica come l’Iraq e la Siria, il controllo del territorio e della popolazione che ci vive non può prescindere dal controllo dell’acqua. La battaglia del 2017 per la mega-diga di Tabqa sull’Eufrate è stata centrale per le sorti del conflitto. Il Califfato, che la controllava da anni la diga, avrebbe potuto inondare e distruggere la sottostante città di Raqqa. Lo stesso rischio si è corso in Iraq, con la diga di Mosul che voi italiani avete aiutato a proteggere dai ripetuti tentativi dell’Isis di conquistarla. La stessa Coalizione, nel corso del conflitto, ha ripetutamente preso di mira le infrastrutture idriche controllate dal Califfato.

Dopo le guerre per il petrolio, ci aspettano le guerre per l’acqua?
Se vogliamo evitare catastrofi ecologiche come quella che incombe sulle paludi irachene e su tutto l’Iraq – crisi che possono diventare economiche, sociali e politiche – e un futuro di guerre per il controllo di questa risorsa vitale, non solo in Medio Oriente ma in tutto il mondo, bisogna considerare l’acqua non più risorsa di cui appropriarsi per sfruttarla economicamente e politicamente ma come bene comune da gestire a livello regionale e transnazionale. L’acqua non deve più essere strumento di guerra e di ricatto, ma di pace e cooperazione tra popoli e nazioni.
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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 24/02/2019, 00:22 
Il riscaldamento globale si mangia il futuro. L’appello di Luca Mercalli ai giovani


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di MoVimento 5 Stelle
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Di seguito l’appello del climatologo Luca Mercalli sull’emergenza riguardante il riscaldamento globale

Il 2018 è stato in Italia l’anno più caldo di oltre 2 secoli e il riscaldamento globale continuerà la sua marcia inesorabile se non faremo nulla per ridurre le emissioni di gas serra. Le generazioni più giovani saranno quelle che subiranno i guai maggiori e irreversibili tra i venti estremi e aumento del livello marino. Quindi è estremamente importante che si facciano sentire, che chiedano al lento e contraddittorio mondo politico una svolta ecologica inequivocabile. Allora, tutti in marcia per il clima, seguendo le iniziative della ragazza svedese Greta Thunberg e dei gruppi Facebook e Instagram ‘Fridays for future Italy’, in vista dello sciopero mondiale della scuola per il clima previsto per il prossimo 15 Marzo. Se sarete pochi, vorrà dire che del clima di domani non vi importa granché ma se, come spero, sarete milioni forse riusciremo a cambiare il Mondo in meglio.
Intanto non sprecate e non sporcate!
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Non basta dire no alle trivelle. Defossilizziamo il Paese


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di MoVimento 5 Stelle
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Non basta dire no alle trivelle. Occorre costruire un percorso che porti alla defossilizzazione del Paese, come previsto dal Contratto di governo.

Quali e quanti rifiuti sono prodotti dalle trivelle? Come vengono smaltiti? E come vengono gestite le acque di strato? Quanto dura la vita di una piattaforma? Soprattutto: come si intende smantellarla per ripristinare lo stato dei luoghi una volta terminata?

Il Ministro dell’Ambiente Sergio Costa con una direttiva inviata alla commissione Via Vas fissa nuovi paletti di garanzie per l’esame tecnico delle concessioni. Adesso i commissari non potranno più derogare da queste richieste e dovranno pretendere queste informazioni precise dalle compagnie petrolifere. Una garanzia che tutela i cittadini e l’ambiente per le future generazioni, anche se il Ministro dell’Ambiente dovesse pensarla diversamente.
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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 26/02/2019, 11:21 
È "preoccupante" la NON tenuta del movimento.
Certamente qualche "cosa" andrà fatto, prima delle europee. [:291] [:291]



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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 26/02/2019, 11:45 
ArTisAll ha scritto:
L’eurofakenews di Stampa e Repubblica


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di MoVimento 5 Stelle
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Il MoVimento 5 Stelle nel prossimo Parlamento Europeo farà parte di un nuovo gruppo fondato sui valori della democrazia diretta. Le prime quattro forze politiche che lo comporranno sono state presentate la settimana scorsa a Roma da Luigi Di Maio.

Siamo in contatto con altre forze politiche di altri Paesi per allargare ulteriormente il gruppo. Non esiste e non è mai stata presa in considerazione l’idea di entrare nel gruppo della Lega e Le Pen o in altri gruppi che propongono da decenni la stessa vecchia ricetta.

Noi infatti non abbiamo alcuna intenzione di uscire dall’Europa, ma di dare nuova vita al sogno europeo occupandoci dei bisogni dei cittadini e abbandonando definitivamente l’era dell’austerità. Quanto riportato oggi da La Stampa e da La Repubblica è completamente falso e privo di qualsiasi fondamento.
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Ma,prima NON mi sembra che fosse questa la "linea".
O sbaglio??? [:291] [:291]



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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 26/02/2019, 11:57 
Detto fra noi, allo stato attuale NON SI PUO' uscire, perché NON TI LASCIANO USCIRE... Il caso GB è emblematico. Faranno di tutto per rifare il referendum e far vincere il "remain"!
E loro non hanno l'euro.
Figuriamoci come andrebbe a finire in Italia... Quindi tanto vale rinunciarci in partenza.



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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 26/02/2019, 12:10 
TheApologist ha scritto:
Detto fra noi, allo stato attuale NON SI PUO' uscire, perché NON TI LASCIANO USCIRE... Il caso GB è emblematico. Faranno di tutto per rifare il referendum e far vincere il "remain"!
E loro non hanno l'euro.
Figuriamoci come andrebbe a finire in Italia... Quindi tanto vale rinunciarci in partenza.

Ma allora cosa ci rimane, cosa conviene augurarci, magari dandoci da fare:

1 Europa delle regioni ?
2 Federalismo italico ?
3 Secessione ?
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P.S. Comunque vada saranno tempi lunghi e gli "invasori" aumenteranno, COMUNQUE. [B)] [B)]



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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 26/02/2019, 12:27 
Bisognerà vedere quanta voce avremo in capitolo nel prossimo futuro in Europa.

Comunque vada, la Germania rimarrà sempre la prima della classe perché più grossa, più popolosa e più influente, per cui ogni mossa in sede Europea sarà sempre a loro favore, con i francesi a seguire, dato che questi due fanno accordi e trattati tra di loro, in barba al mitico fogno europeo.

Sovranisti o meno, saremo sempre gli eterni inchiappettati se non ci diamo una svegliata.



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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 26/02/2019, 13:41 
TheApologist ha scritto:
Bisognerà vedere quanta voce avremo in capitolo nel prossimo futuro in Europa.

Comunque vada, la Germania rimarrà sempre la prima della classe perché più grossa, più popolosa e più influente, per cui ogni mossa in sede Europea sarà sempre a loro favore, con i francesi a seguire, dato che questi due fanno accordi e trattati tra di loro, in barba al mitico fogno europeo.

Sovranisti o meno, saremo sempre gli eterni inchiappettati se non ci diamo una svegliata.

E sopratutto smetterla di accettare/subire: MAL COMUNE MEZZO GAUDIO.



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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 26/02/2019, 15:49 
Cita:
Luigi Di Maio: “Regionali non contano, M5s deve cambiare. Sì a liste civiche e via doppio mandato”

https://www.fanpage.it/luigi-di-maio-re ... o-mandato/

Toh!!!



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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 26/02/2019, 15:58 
sottovento ha scritto:
Cita:
Luigi Di Maio: “Regionali non contano, M5s deve cambiare. Sì a liste civiche e via doppio mandato”

https://www.fanpage.it/luigi-di-maio-re ... o-mandato/

Toh!!!

Basta panini al bar o buffet in piedi.
Gambe sotto il tavolo e 5 portate come minimo.
Siamo o non siamo il paese del buon cibo??? [:303]



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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 27/02/2019, 13:22 
Chiunque abbia seguito e votato 5 stelle sa benissimo che è così. bisogna confrontare le politiche con le politiche le regionali con le regionali ecc. ecc. se si vuole fare una analisi oggetti. L'unica cosa oggettiva è che i 5 stelle non 'erano in sardegna ed ora ci sono. Per il resto organizzino il partito o il movimento come meglio credono a me interessano i temi e le soluzioni non la "politica".

La cosa fondamentale è essersi liberati del cancro PD, per sempre si spera.



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 Oggetto del messaggio: Re: Movimento 5 Stelle (seconda parte)
MessaggioInviato: 28/02/2019, 00:19 
Reddito di Cittadinanza approvato in Senato!


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di Paola Taverna
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Di seguito il mio intervento di oggi in Senato.

Presidente, colleghi,
Oggi si chiude un cerchio. Un cerchio che si è aperto circa sei anni fa, quando prendevo la parola in quest’Aula per raccontare la fine di un’impietosa storia italiana, che ha contribuito al declino morale ed economico del Paese. Stavolta invece intervengo a nome di tutto il MoVimento 5 Stelle, del quale mi onoro e sono fiera di far parte, per segnare l’inizio di una nuova storia. Una storia che affonda le proprie radici nella nostra Costituzione e che abbatte finalmente quegli ostacoli economici e sociali che, per colpa dell’ignavia e del menefreghismo di una vecchia politica, hanno fin qui impedito ai cittadini di essere uguali e liberi allo stesso modo.
Oggi la nostra Costituzione, quella che il Pd voleva ridurre a brandelli, riceve attuazione.
Oggi lo Stato guarda a chi è stato lasciato indietro, molto indietro, in un angolo, a chi è stato messo nelle condizioni di credere di essere un fallito, di smettere di sperare nel futuro.

Oggi quest’Aula approva il Reddito di cittadinanza.

Tutti verranno messi nella condizione di ripartire, di credere in se stessi e nel loro futuro.

È finito il tempo del “Le faremo sapere”, “Un lavoro? Un lavoro di questi tempi non lo trovi neanche a pagarlo oro” o, peggio, del “se vuoi trovare lavoro devi farti una partita di calcetto”.

Perché il reddito è molto di più che un sostegno economico.
Ce l’hanno messa tutta per far credere che non fosse così. Si è parlato di sussidio, di assistenzialismo. Ho sentito anche parlare di elemosina, da chi l’elemosina l’ha fatta davvero in trance di 80 euro e poi a molti l’ha pure richiesta indietro.
Ormai lo sanno tutti che il reddito è molto di più. Sanno che è uno strumento di politica attiva.
Se guardo indietro, se ripenso a tutto ciò che di straordinario un movimento di cittadini ha fatto in questi anni per i cittadini, le prime immagini che mi vengono in mente sono quelle delle due marce che da Perugia ad Assisi ci hanno visti al fianco di migliaia di persone che chiedevano un’opportunità per rimettersi in gioco, diritti, giustizia sociale. Chiedevano che nessuno restasse più indietro. È stato lì, ascoltando le tante voci di chi, costretto a vivere ai margini o a veder emigrare i suoi figli all’estero mentre i soliti noti ingrassavano sempre di più, che ho capito che è la storia di ognuno di noi a scrivere quella di un intero Paese. D’altra parte, è proprio dalle storie di tanti cittadini comuni che è nato il MoVimento.

Ma non posso dimenticare quanta fatica ci è costata. No, non è stato facile.
Il Movimento 5 stelle ne ha fatto la sua battaglia più importante. Era il primo punto del programma già alle elezioni del 2013. Da allora non abbiamo mai smesso di combattere in Parlamento perchè divenisse realtà. E ci tengo a ringraziare in particolar modo la collega e amica Nunzia Catalfo, oggi presidente della Commissione Lavoro, per l’instancabile impegno con cui si è dedicata alla stesura e alla promozione del ddl.
Era l’ottobre del 2013 quando lo depositavamo qui in Senato, come dimenticarlo. In quel periodo ero capogruppo. Era il tempo in cui il Senato si esprimeva sulla decadenza di Berlusconi. Perché vede collega Saccone, io vado fiera di avere come capo politico un giovane ragazzo di 32 anni, incensurato, che prima di essere Ministro ha fatto lavori umili come tutti i ragazzi italiani alle loro prime esperienze. Le devo ricordare io la storia del suo capo politico?
L’Italia solo 5 anni fa si ritrovava un condannato che sedeva ancora in Parlamento, dopo essere stato per 20 anni al Governo a suon di leggi ad personam; era appena finito un Governo tecnico che scriveva le leggi solo per l’Europa e ne stava per iniziare un altro che le leggi le faceva per amici e banche, banche degli amici e amici delle banche.
E poi, e poi siamo arrivati noi che dall’opposizione abbiamo iniziato subito dando battaglia in Parlamento per una misura di lotta alla povertà.
Ora i ruoli sono invertiti noi siamo il governo e voi opposizione. Pd e Fi sempre uniti, anche contro il reddito di cittadinanza.
Come si fa a sedere in Parlamento e a contrastare l’unica misura che può abbattere le disuguaglianze sociali nel nostro Paese???
Per tanti, troppi anni questo grande Paese è stato svilito, umiliato, mangiato pezzo per pezzo da quella destra e da quella sinistra che, senza un briciolo di vergogna, oggi vanno sbandierando l’intenzione di raccogliere le firme per un referendum contro il Reddito di Cittadinanza. Non gli è bastato distruggere lo Stato sociale creando un abisso tra ricchi e poveri. No, adesso a quegli stessi poveri, figli delle loro folli politiche, questi “signori” hanno addirittura deciso di dichiarare guerra.
La sinistra, la sinistra… Dov’è la sinistra? Il Pd rinnega pure la sua storia per andare contro il reddito di cittadinanza?
Ci avete provato in tutte i modi.

E fu il tempo delle coperture…
Ce le avranno chieste 5 milioni di volte, tante quante sono le persone che potranno riconquistare la loro dignità.
A volte mi sveglio di notte e vado a controllare nella legge di stabilità che ho nel comodino… sia mai mi chiama Giannini.
Poi fu quello del divano. Ne avete dette di tutti i colori per far passare l’idea che aiutiamo chi non vuol lavorare, mentendo sapendo di mentire.
Ed invece tutti sanno che per ottenere il reddito bisogna attivarsi in un percorso di reinserimento sociale e lavorativo.
Oggi, se guardo indietro, ciò che mi suscita più rabbia è che così facendo avete fatto solo in modo che trascorressero invano altri 5 anni.
5 anni – è impossibile negarlo – nel quali le condizioni del Paese sono peggiorate, in cui i poveri sono aumentati e milioni di italiani sono stati costretti a rinunciare a curarsi e spesso anche a fare il 2° pasto.
5 anni in cui milioni di giovani hanno continuato a scappare dall’Italia e tanti imprenditori sul lastrico hanno scelto di togliersi la vita piuttosto che vedersi, e vedere le proprie famiglie, affogare nei debiti.
Per noi c’è sempre stato un solo faro: nessuno deve rimanere indietro.
Nessuno deve rimanere indietro, proprio come sognavano i nostri padri costituenti.
Ora quel sogno sta diventando realtà.
Perché finalmente nel nostro Paese ci sarà una reale ed efficace misura di lotta alla povertà. Perché finalmente viene riconosciuto per legge il diritto di tutti ad una vita dignitosa.
Perché allo stesso tempo si dà respiro all’economia: molti di voi intuiranno infatti come, dare un reddito a chi ne è privo, comporterà un incremento dei consumi, da cui deriveranno a loro volta maggiori profitti delle aziende e maggior occupazione.
Il reddito di cittadinanza rilancia anche la piena occupazione: milioni di persone avranno l’opportunità di scoprire le proprie propensioni e i propri talenti e di metterli al servizio del progresso della società.
Un sistema che trarrà linfa dalla formazione, quella seria e di qualità però… non quella che è servita soltanto ad arricchire pochi dirigenti regionali.
Perché c’è una cosa importante che forse voi dell’opposizione avete sottovalutato.
Il M5S sta avviando un processo che porterà a trasformare i più deboli – i più vulnerabili in termini economici e sociali – in linfa vitale, in nuova forza per il nostro Paese.
Meno intuitivo è forse il nesso reddito di cittadinanza-mafia.
Si perché se si è liberi e non costretti dal bisogno non si è ricattabili!
Questo vuol dire una cosa molto semplice: quei soggetti che hanno costruito le loro carriere politiche su biechi scambi elettorali dovranno farsene una ragione. È finita!
Libertà dal bisogno, e spesso dalla disperazione.
Ai sindacati che sono scesi in piazza contro il reddito di cittadinanza, peraltro insieme a Confindustria, voglio dire: mi spiace per voi! Vedo già scolpita sul fondo la scritta “The end”.
Vi siete arroccati sulle vostre prerogative, dimenticando che dovevate rappresentare i più deboli e non i più forti.
Ho sentito dire anche che dare un reddito di cittadinanza così elevato fa sì che non si è più invogliati ad accettare più lavori a basso salario.
Siamo impazziti?
Sono i salari medi ad essere troppo bassi, non il reddito di cittadinanza ad essere troppo elevato.
Avete consentito che milioni di vostri concittadini venissero sfruttati, sviliti, umiliati.
Per il m5s questo tutto questo deve finire e deve finire ora.
Mentre vi sentivo parlare non ho potuto fare a meno di domandarmi. Ma questi che criticano il RdC ma che ne sanno della povertà.
Madre Teresa di Calcutta invitata ad un convegno sulla fame del mondo rispose che avrebbe partecipato se gli altri invitati avessero rispettato almeno 3 gg di digiuno. Perché per parlare di fame bisogna avere fame.
Ecco questo l’invito che faccio ai miei colleghi. Prima di parlare di povertà provate a vivere un anno con 400 euro al mese come avete preteso facessero i nostri pensionati, mentre voi mantenevate intatti i vostri vitalizi.
Oppure campate una famiglia con 800 euro al mese come pretendete che facciano i cittadini italiani, mentre continuavate a mantenere i vostri stipendi ben oltre i 14mila euro mensili.

I vitalizi li abbiamo già tagliati, per gli stipendi ci stiamo attrezzando.

Perché noi del Movimento abbiamo tanti difetti, ma due cose nessuno ce le può negare: abbiamo un cuore grande e la testa dura. Perché a noi hanno insegnato che bisogna cominciare a fare ciò che è necessario, poi ciò che è possibile. E all’improvviso ci siamo sorpresi a fare l’impossibile!
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Fonte



Mitica Paola Taverna (Movimento 5⭐⭐⭐⭐⭐).
Come sempre.



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Appunto.......Gajarda...............Come sempre.




Cita:
I vitalizi li abbiamo già tagliati, per gli stipendi ci stiamo attrezzando.


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