(... se ne saranno accorti i pecoroni del forum ...?Non credo ...)
Il trasformismo di Luigi Di Maio è ormai sotto gli occhi di tutti, soprattutto dei suoi elettori.
Da ultimo il capo politico dei Cinquestelle, pur di saldare una parte del Pd al suo gioco di potere, ha anche ritirato fuori il tema del conflitto di interessi da risolvere. Un ghiotto boccone offerto alla sinistra antiberlusconiana. Ma da dove provengono le sue continue giravolte? Può essere utile analizzare la questione dal punto di vista psicanalitico piuttosto che da quello politico. Magari rileggendo una frase di Massimo Recalcati. Si tratta di considerazioni che risalgono alla fine di febbraio e con le quali lo psicanalista commentava la scelta di Di Maio di accettare la candidatura a premier del M5S. Sintomo di un’ “onnipotenza maniacale”, appunto, che trova conferma nell’ostinazione di cui ha dato prova nelle ultime settimane: “Il mio mestiere di psicoanalista – affermava Recalcati – mi impone una domanda. Non quella consueta che da più parti viene rivolta a Di Maio, ovvero:
come può un soggetto che non ha maturato nella sua vita competenze specifiche su nulla, che non ha mai lavorato in una istituzione, che non ha mai avuto incarichi di governo (di una azienda, di una città, di una qualunque cosa pubblica) essere candidato alla guida di un Paese di sessanta milioni di abitanti? La mia domanda è un’altra e tocca un piano più pulsionale. Quale assenza di giudizio critico su se stessi comporta l’aver accettato questa candidatura? Lo sgomento di fronte all’ipotesi di Di Maio premier non è per me tanto relativo alla sua incompetenza tecnica, quanto al gesto personalissimo dell’aver accettato questa investitura. Quanti accetterebbero un incarico di questa rilevanza senza avere la più pallida idea di cosa significhi governare la cosa pubblica? È questa assenza di consapevolezza dei propri limiti che fa davvero tremare i polsi. È il polo chiaramente maniacale o, se si preferisce, puramente adolescenziale del M5S. Un fantasma di onnipotenza e di purezza totalmente sganciato dalla realtà. Mi chiedo: ma avrà avuto o avrà almeno una crisi di panico, un momento di vertigine o di angoscia? Glielo auguro perché sarebbe il segno che quell’onnipotenza maniacale che egli, così diverso nel sembiante, sembra aver ereditato dal suo fondatore, in realtà, non lo assorbe integralmente“.