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 Oggetto del messaggio: ARMAMENTI
MessaggioInviato: 05/06/2018, 11:39 
Ho voluto dedicare una "sezione" agli armamenti, di qualsiasi genere (tanto comunque vengono ... costruiti).



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La Us Navy ha scelto il nuovo missile “ship killer” che andrà a sostituire i vecchi missili antinave Harpoon. Il compito di difendere le coste degli Stati Uniti, e quello di difendere le stesse unità per la difesa costiera, verrà affidato a partire dal 2030 al missile antinave norvegese Nsm : Norwegian Naval Strike Missile, sviluppato dalla Kongsberg e implementato da Raytheon.

La piattaforma norvegese scelta da Washington è stata selezionata infatti nella versione “personalizzata”, sviluppata insieme alla Raytheon Company – colosso statunitense del settore difesa – che si è dimostrata di gran lunga migliore rispetto alle proposte della Boeing (già produttrice dell’Harpoon) e del missile anti-nave a lunga gittata proposto della Lockheed Martin.

Il Naval Strike Missile romperà così l’esclusiva decennale mantenuta dalla Boeing nella difesa antinave; iniziata negli anni ’70, quando venne sviluppata la prima versione del missile antinave Harpoon. Il sistema selezionato (anti-ship / land attack cruise missile) sviluppato originariamente per la Royal Norwegian Navy (RNoN) offre un range d’azione di oltre 100 miglia nautiche, capacità stealth e di riconoscimento “autonomo” del bersaglio che limita la necessità che un’altra nave o aeromobile debba tracciare il bersaglio prescelto.

Con una lunghezza di 3,96 metri, può trasportare una testata di frammentazione He da 125 kg per una portata massima di oltre 185 km. Compatibile con una vasta gamma di piattaforme di lancio, una volta settato in modalità “sea skimming” può effettuare manovre avanzate nella fase finale di volo sull’obiettivo per ingannare la difesa aerea nemica. È spinto da un motore turbojet Microturbo TRI-40 che garantisce una spinta ottimale per il suo compito.

Questo appalto rappresenta una grande vittoria per l’industria europea della difesa, che sta notando un interesse crescente da parte della forze armate statunitensi, che sembrerebbero orientate a colmare alcune lacune tecnologie nella concorrenza con Russia e Cina – oppure di mantenere rapporti di buon vicinato con gli alleati del blocco europeo in un mercato che vede sempre più “possibilità” di fare affari con i vecchi nemici, che hanno migliorato nettamente la propria tecnologia nel settore della difesa ora che “i muri sono caduti”. Secondo quanto viene riportato da Defense News, in una conference call tra vertici delle due compagnie entrambe le parti si sono rivelate ansiose di iniziare i processi, testare ulteriormente, sviluppare e armare le piattaforme americane con il nuovo missile antinave; questo potrebbe interessare anche le nuove navi Lcs (Littoral Combat Ship) classe Indipendence come la Uss Coronado, e la futura classe di fregate future 20 fregate lanciamissili Ffg.

http://www.occhidellaguerra.it/la-us-na ... norvegese/



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMANENTI
MessaggioInviato: 05/06/2018, 22:13 
Voglio vedere anche le armi palestinesi....gli israeliani dicono ne abbiano da vendere....e sono temibilissime:credo abbiano usato anche aquiloni incendiari....mamma mia che potenza aerea.


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 Oggetto del messaggio: Re: ARMANENTI
MessaggioInviato: 06/06/2018, 13:26 
(Anche una tegola in testa ti può uccidere)
Io parlo di armanenti sofisticati ... Ma se volete parlare anche di fionde, allora parliamo di Davide e Golia!



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMANENTI
MessaggioInviato: 06/06/2018, 16:15 
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Le forze armate Usa presto avranno in dotazione un sistema missilistico mobile in grado di intercettare missili da crociera, droni ma anche razzi campali, proiettili di artiglieria e di mortaio.

Si chiama Integrated Fire Protection Capability Increment 2 (Ifpc Inc. 2) e rappresenta il primo sistema mobile di questo tipo al mondo.

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L’Ifpc si basa sul nuovo veicolo ruotato MML (Multi Mission Launcher) che con la sua versatilità sarà in grado di montare diverse tipologie di missili in grado di coprire lo spettro di quasi tutte le differenti minacce aeree dei teatri di guerra moderni a differenza dei già esistenti “Avenger” e “National Advanced Surface-to-air Missile System” che non erano efficaci, ad esempio, contro i droni.

Attualmente il MML è infatti abilitato per poter lanciare missili Aim-9X “Sidewinder”, Miniature Hit-to-kill (Mhtk), i “Longbow Hellfire”, gli “Stinger” ed infine gli israeliani “Tamir”. Si sta anche testando la capacità di utilizzare armi ad energia diretta (laser) contro Uas e non è escluso che il futuro mezzo veda comprendere questa particolare capacità.

L’esercito americano ha già stabilito quale sarà l’arma principale del lanciatore MML – l’Aim-9X – ma, date le specifiche del sistema e soprattutto le esigenze operative dettate dalla diversificazione della minaccia, vuole abilitare una varietà di missili nel corso del tempo, e, ad esempio, ha scelto l’EMAM (Expanded Mission Area Missile) come secondo intercettore qualificato.

Si prevede che il costo complessivo del programma di sviluppo per i prossimi 5 anni ammonterà a 519,7 milioni di dollari con un’acquisizione in “blocchi” (block) e una low-rate initial production (Lrip) che comincerà nel 2023, anno in cui è anche previsto il raggiungimento della iniziale capacità operativa (per il “block 2”).

Il “block 1” vedrà una limitata serie di test nei primi quattro mesi del 2019 – a fronte di quelli già condotti fin’ora in particolare nel 2016 in cui il MML ha lanciato diversi tipi di missili – successivamente i passaggi per avviare la produzione in serie saranno a metà del 2020 con i test di valutazione iniziale fissati a metà del 2021. In particolare questa versione, ovvero quella antimissili da crociera e Uav, raggiungerà l’iniziale capacità operativa nella seconda metà del 2021.

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L’Ifpc Inc. 2 è sicuramente uno dei maggiori programmi relativi alla difesa aerea degli Stati Uniti negli ultimi 30 anni. Il suo lanciatore a 15 celle, che potremmo definire “multiruolo”, è stato concepito appositamente per poter utilizzare ed integrarsi con i missili, sensori e sistemi di ingaggio esistenti e garantisce una difesa a 360 gradi potendo ingaggiare bersagli multipli con azimut differenti grazie a una capacità di elevazione che varia da 0 a 90 gradi. Ogni lanciatore è in grado di ospitare un singolo grande intercettore o diversi più piccoli ed opera in congiunzione con un Integrated Air and Missile Defense Battle Command System come unità di comando e controllo insieme ad un sistema radar Sentinel.

La minaccia dei droni, soprattutto se di piccole dimensioni e autoprodotti come nel recente tentato attacco alla base russa in Siria, assume sempre maggior rilievo presso i vari ministeri della Difesa soprattutto in considerazione della spendibilità e relativa facilità di impiego.

Non solo i russi hanno ben presente questa oggettiva pericolosità, anche in occidente si sono resi conto che nei campi di battaglia presenti e futuri la minaccia degli Uav/Ucav sarà sempre più contingente e stanno – lentamente – correndo ai ripari.

Come abbiamo già avuto modo di dire nei mesi scorsi le difese antiaeree dovranno intraprendere una evoluzione che riguarda la capacità di intercettazione dei droni (piccoli o grandi) non solo tramite armi cinetiche o con missili tradizionali, ma anche tramite armi ad energia diretta (laser) e con armi elettroniche: un piccolo UCAV, volando a bassa quota e a bassa velocità si comporta in modo del tutto diverso rispetto ad uno più grande o a un caccia ed è quindi difficile da inseguire ed intercettare; se poi si tratta di centinaia di piccoli droni è necessario che le difese siano molto flessibili ed in grado di compensare l’effetto di saturazione (laser e armi EM sono le più indicate in questo senso). Si parla anche di UAV anti UAV, ma le difficoltà date dal dover avere un sufficiente preavviso e dal sistema di dispiegamento di centinaia di piccoli droni anti drone richiedono uno studio molto approfondito.

Fonte: http://www.occhidellaguerra.it

http://www.ansuitalia.it/Portale/artico ... ciera.html



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMANENTI
MessaggioInviato: 06/06/2018, 16:20 
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Recentemente nei media occidentali è stata discussa attivamente una notizia allarmante per il Pentagono: la Russia per prima al mondo ha testato con successo il missile ipersonico navale 3M22 "Tsirkon", che nel breve periodo sarà a disposizione degli armamenti delle forze navali russe.

La cosa più importante di questa situazione: la presenza di tali missili rende senza senso l'esistenza dei sistemi di protezione delle navi, come postazioni d'artiglieria, sistemi di difesa aerea e missilistica, riducendo notevolmente l'efficienza dei gruppi d'attacco guidati dalle portaerei, che rappresentano ancora oggi l'unità di combattimento principale e sono il segno distintivo della potenza della Marina degli Stati Uniti nel mondo.

Secondo il Washington Times, il nuovo armamento russo è un salto di qualità nella creazione di un'arma asimmetrica, in grado di difendersi da un attacco nucleare. In questo contesto, secondo il giornale, il sistema di difesa missilistica degli Stati Uniti diventa obsoleto.

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All'orizzonte ci sarà la sostituzione dei "Kalibr" e "Onyx" con il nuovo missile ipersonico 3M22 "Tsirkon". Con l'arrivo di questa arma nell'arsenale delle forze navali russe, la situazione e gli equilibri di forza nei mari cambieranno radicalmente.

L'esistenza dei classici sistemi d'artiglieria marini e sistemi di difesa aerea navali generalmente non avrà più senso, dal momento che la nuova velocità missile è tale che, come dicono gli esperti, è al di fuori delle capacità operative.

La cosa peggiore per i potenziali avversari è che "Tsirkon" sarà a disposizione secondo le previsioni non solo in grandi navi come incrociatori e portaerei, ma anche di mezzi più piccoli. Questo significa che la presenza di "Tsirkon" tra le armi della Marina russa ridurrà drasticamente l'efficacia dei gruppi navali americani guidati dalle portaerei.

Questo discorso riguarda anche le portaerei più moderne come la "Gerald Ford" e le sue navi d'accompagnamento.

Anche i loro sistemi di difesa, a lungo considerati impenetrabili, non saranno in grado di resistere ai nuovi missili ipersonici russi.

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http://www.ansuitalia.it/Portale/artico ... ceani.html



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMANENTI
MessaggioInviato: 06/06/2018, 16:23 
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I ministri della Difesa dell”Alleanza Atlantica, riuniti il 14 e 15 febbraio a Bruxelles, hanno dato il via libera alla creazione di due nuovi comandi Nato il cui senso è diretto a far fronte a un conflitto con la Russia.

Il nuovo comando congiunto per l’Atlantico (Joint Force Command for the Atlantic) si occuperà della protezione delle linee di comunicazione marittima tra il Nord America e l’Europa, oltre che sulla protezione delle infrastrutture critiche. Di fatto proteggerà i convogli che trasporteranno truppe e mezzi da Usa e Canada in Europa, per fronteggiare una guerra con Mosca e i porti utilizzati da questi flussi logistici.

l secondo comando avrà invece un compito di sostegno per migliorare il movimento rapido delle truppe e dell’equipaggiamento dall’Europa Occidentale a quella Orientale: di fatto per favorire il transito di truppe e mezzi verso la “prima linea”.

Si conferma quindi il clima di rinnovata guerra fredda in cui la NATO continua a evidenziare, sulla scia delle pressioni anglo-americane, il timore per la “minaccia russa” nonostante l’Alleanza Atlantica disponga di forze militari numericamente sovrastanti rispetto alla Russia e spenda annualmente per la Difesa circa mille miliardi di dollari contro i 50 di Mosca.

Secondo quanto riferito dal segretario generale, Jens Stoltenberg, ancora non è stato deciso quali paesi ospiteranno i due comandi. Verrà deciso alla ministeriale di giugno ma “Germania e Usa si sono offerte” di ospitarli.



Fonte: http://www.analisidifesa.it



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMANENTI
MessaggioInviato: 06/06/2018, 16:33 
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Sono passati gli anni delle Guerre Stellari proposte da Ronald Reagan per mettere gli USA al riparo da qualsiasi attacco nucleare proveniente dall’Unione sovietica, ma la passione tutta americana per le armi da fantascienza non è affatto tramontata. Del resto, essere una superpotenza mondiale – l’unica attualmente in circolazione – impone di stare un gradino più in alto delle altre potenze innanzitutto sul piano militare. E gli USA, dalla bomba atomica ai “missili intelligenti”, fino ai droni automatici, hanno dimostrato di saper sempre innovare il loro arsenale. Ecco allora, secondo l’autorevolissimo Foreign Affairs, le armi del futuro in corso di sviluppo alla DARPA, l’agenzia del Pentagono per la ricerca avanzata nel settore degli armamenti.

Battaglie aeree a suon di laser

Hellads è l’acronimo di “High Energy Liquid Laser Area Defense System”, e nonostante il nome un po’ complesso, l’idea è molto semplice: dotare i caccia di armi laser. Avete presente i phaser delle astronavi di Star Trek? Allora avete capito il concetto. Oggi le armi laser sono una realtà ma sono estremamente ingombranti. La DARPA punta invece a sviluppare un’arma laser con energia intorno ai 150 kilowatt da installare a bordo dei caccia. Con il sistema ABC (Aero-adaptative Aero-optic Beam Control), poi, gli aerei da guerra del futuro saranno attrezzati per avere armi laser in grado di colpire l’obiettivo in volo – come un missile lanciato dal nemico – proveniente da una direzione cieca, come la poppa del caccia.

Velocità ipersonica e decollo verticale

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HTV2_darpa

A questo punto non è nemmeno più necessario che questi caccia siano pilotati da esseri umani, visto che con l’avanzare delle tecnologie sarà sempre più difficile addestrare persone capaci di maneggiarle. Ecco allora arrivare il Falcon HTV-2, gioiello della tecnologia aerospaziale: un velivolo completamente automatico, capace di volare nell’alta atmosfera all’incredibile velocità di Mach 20, ossia venti volte la velocità del suono. In appena 12 minuti il velivolo è capace di coprire la distanza tra Los Angeles e New York: o almeno potrebbe, se funzionasse. In effetti il primo test è stato un flop e il Pentagono ne ha perso le tracce dopo appena mezz’ora.

Un altro problema del Falcon HTV-2 è che necessita di essere lanciato da un razzo. Il decollo è sempre una brutta gatta da pelare: se si vuole un decollo verticale ma un’elevata velocità di crociera, bisogna letteralmente partire a razzo, altrimenti ci si deve accontentare delle eliche degli elicotteri, che sono molto più lenti degli aerei. Ma il decollo orizzontale, d’altro canto, è molto seccante perché richiede grandi spazi sia per decollare che per atterrare. Una soluzione potrebbe essere il Discrotor, un ibrido aereo/elicottero: decolla verticalmente grazie ai rotori, come un elicottero, poi una volta a quota di crociera li ritira ed estrae le ali, volando come un aereo. Un’ottima soluzione soprattutto per le portaerei, che richiedono ponti lunghissimi per permettere il decollo e l’atterraggio degli aerei, e che invece potrebbero ora farne a meno.
La frontiera della guerra sottomarina

Entro il 2029 dovrebbero essere pronti i nuovi sottomarini nucleari della marina americana. Non proprio economici, considerando che ciascuno costerebbe intorno ai 5 miliardi di dollari. Ma per gli USA si tratta di costi inevitabili, per ammodernare la vecchia flotta di sottomarini nucleari, strategici in caso di guerra atomica, perché capaci di ospitare nella loro pancia fino a 12 missili balistici armabili con testate nucleari. Certo, ora che la Guerra fredda è finita tutto questo non è proprio indispensabile, ma togliere semplicemente da mezzo la flotta di sottomarini non è una soluzione giudicata accettabile. Anzi, poiché il controllo dei mari è un’esigenza per una superpotenza come gli Stati Uniti, oltre ai nuovi sottomarini nucleari la DARPA punta a realizzare dei veri e propri “droni sottomarini”, mezzi capaci di viaggiare a grandi profondità senza dover mai emergere in superficie.
sottomarino_nucleare

Proiettili sempre più intelligenti

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Per i soldati impegnati in terreni difficili come l’Afghanistan, dove venti forti e condizioni meteo non sempre ottimali frustrano le speranze di colpire un bersaglio al primo colpo, la soluzione del Pentagono si chiama Exacto, un proiettile calibro 50 che, una volta sparato, può essere direzionato superando gli ostacoli per arrivare dritto sul bersaglio. A questi proiettili si potranno aggiungere munizioni Mahem, a “idrodinamica magntica”, un concetto alquanto oscuro, che però sembra voler proporre una vera e propria rivoluzione nelle armi da fuoco, sostituendo i tradizionali propellenti chimici dei proiettili (impiegati con graduali evoluzioni fin dal XV secolo) con campi magnetici che permettono di risparmiare, sparare più proiettili e garantirne una maggiore velocità e precisione. E per liquidare qualsivoglia minaccia sul campo, i carri Crosshairs possono individuare in anticipo diversi tipi di minaccia, come soldati nemici appostati, missili anti-carro e granate grazie a sofisticati sensori a infrarossi e una serie di contromisure già predisposte che fanno di Crosshair un mezzo di trasporto praticamente invulnerabile, soprattutto agli attacchi a sorpresa tipici della guerriglia.
crosshair

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Mezzi come questi potranno essere dotati di un’armatura di tipo Adaptor, davvero rivoluzionaria: per evitare di essere individuati dai sensori a infrarossi, ci si potrà dotare di una corazza composta da fogli esagonali che si adattano alle temperature dell’ambiente. Telecamere termiche a bordo sono capaci di rilevare la temperatura del terreno e dell’ambiente circostante e proiettarla sulla corazza per ingannare l’avversario: un vero e proprio mantello dell’invisibilità a infrarossi.
Satelliti spia onniscienti

L’importante è che, a loro volta, gli avversari non posseggano le stesse capacità. Altrimenti i miliardi spesi per SBIRS, lo Space-Based Infrared System, saranno del tutto inutili. Si tratta infatti di una costellazione di satelliti, alcuni posti in orbita ellittica intorno alla Terra e altri in orbita geostazionaria, capaci di individuare grazie all’infrarosso qualsiasi esplosione nucleare e qualsiasi lancio missilistico sulla Terra. Il sistema renderà gli Stati Uniti praticamente onniscienti in questo campo, capaci di individuare qualsiasi mossa del nemico quali che siano gli accorgimenti impiegati per camuffare il test o il lancio. Il primo satellite sarà in orbita nel 2015.

Qualcuno potrebbe forse sostenere che, in tempi di crisi economica, le cifre strabilianti impegnate in questi programmi sono davvero inconcepibili. Purtroppo la verità è che gli investimenti nella ricerca e sviluppo nel settore militare rappresentano il principale motore dell’innovazione scientifica e tecnologica mondiale. Questa è una verità nota da tempo, almeno da quando i fisici nucleari americani capirono che l’unico modo per continuare a fare ricerca e saperne di più sul mondo subatomico era quello di realizzare una bomba atomica per l’esercito, che pagava assai meglio di qualsiasi università. Un prezzo altissimo che ancora oggi la scienza è costretta a pagare.

continua su: https://scienze.fanpage.it/ecco-le-armi ... pentagono/
http://scienze.fanpage.it/

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 Oggetto del messaggio: Re: ARMANENTI
MessaggioInviato: 06/06/2018, 16:36 
Difesa USA: svelato il disegno del caccia di sesta generazione secondo Northrop Grumman

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Northrop Grumman ha rilasciato i primi disegni progettuali per i futuri caccia di sesta generazione per l’Air Force e la US Navy. Il programma FX dell’Aeronautica americana mira a ricapitalizzare l’intera flotta da superiorità e dominio aereo, mentre il programma A-XX della Marina, dovrebbe produrre un sostituto del Super Hornet. Il Pentagono spera di mettere in linea il nuovo caccia entro il 2035, anche se il bilancio difficilmente consentirà lo sviluppo di due nuove piattaforme.

L’unica cosa certa è che il 2035 rappresenta il punto di non ritorno. Basti pensare che il Raptor, nel 2035 avrà più di trent’anni di servizio: da qui la necessità di iniziare fin da subito lo sviluppo del nuovo sistema d’arma.

Sappiamo che le industrie della Difesa USA sono al lavoro da tempo sul nuovo caccia di sesta generazione. Oltre alla maggiore velocità in supercrociera ed alla ormai scontata capacità di armamento portato internamente, il nuovo caccia potrebbe avere anche una certa capacità autorigenerante. Questa caratteristica consentirebbe la permanenza del velivolo sui teatri operativi, anche dopo aver subito forti danni. L’idea di un sistema autorigenerante non è nuova. Nel 2008, gli ingegneri aerospaziali dell’Università di Bristol, svilupparono questa tecnologia prendendo ispirazione da piante e animali. Il rivestimento, collocato in alcune parti vulnerabili del velivolo, è composto da due resine: una epossidica ed una indurente. Il concetto è semplice: colpendo l'area rivestita dal materiale, quest’ultimo fuoriesce dal foro di entrata del proiettile o della scheggia della testata esplosa. Le due resine, combinandosi tra di loro, sigillano la parte colpita, consentendo al velivolo di continuare la missione nonostante il danno subito.

I caccia di sesta generazione, poi, potrebbero essere equipaggiati con armi laser. Anche in questo caso c’è un precedente. Il 29 settembre del 2008, la Northrop Grumman ha consegnato all’Usaf il primo modello del "Vesta II", laser ad alta energia in grado di abbattere i missili a guida infrarossa. Il Vesta II è stato già testato su un F-15. Determinante, per lo studio delle nuove armi laser avio trasportate, sarà l’esperienza maturata con il Boeing YAL-1.

Ma il ragionamento, oltre alle specifiche del caccia, va ben oltre. Bisogna considerare, per esempio, l’evoluzione (ed il ruolo) degli Unmanned Combat Air Vehicle o UCAV. C’è da chiedersi il grado evolutivo e di autocoscienza che da qui a quarant’anni raggiungeranno i droni e se resteranno relegati a “semplici” dispositivi sacrificabili radiocomandati a distanza. Se Air Force e Navy riuscissero ad ottenere il via libera alle Analysis of Alternatives (AOA) o Analisi della Alternative (strumento utilizzato dalle Forze Armate degli Stati Uniti per analizzare preliminarmente le alternative) per i due programmi F/A-XX (per la Marina) ed il Next Gen Air Dominance (per l’aviazione) già dal prossimo mese di gennaio, considerando lo sviluppo decennale, potrebbero portare in volo tra il 2025 ed il 2030 i primi prototipi con Capacità Operativa Iniziale stimata per il 2035. Ma questa, così come ribadito a più riprese, è solo la migliore delle ipotesi. Il problema è prettamente economico.

Gli Stati Uniti sono ancora (e lo saranno per anni) scioccati dai costi del programma F-35 ed i nuovi caccia non si baseranno esclusivamente sulla capacità di fornire la migliore tecnologia per i teatri del futuro, ma sulle possibili minacce esistenti e future. Per la Northrop, i due caccia dovrebbero essere diversi, pur condividendo la medesima tecnologia ed alcune caratteristiche.

Il concept per la Marina, ad esempio, prevede due motori a differenza del singolo sistema propulsivo avanzato per l’Air Force. Northrop sembra puntare su un’ala voltante a bassa osservabilità. Se così fosse, sarebbe opportuno capire la strada intrapresa dai progettisti della Northrop. I caccia, infatti, non hanno la stessa apertura alare di un bombardiere e l’assenza di impennaggi di coda verticali comportano seri problemi di instabilità alle basse velocità. Ad oggi la possibile soluzione per tale inconveniente resta classificata.

C’è poi, infine, una possibile alternativa basata sulla cellula dell’F-35 come base per il futuro caccia di sesta generazione. Ad oggi resta una proposta che non sembra essere stata accolta con entusiasmo dall’Air Force (l’F-22 è più veloce a performante ad una quota nettamente maggiore rispetto al più lento e meno agile F-35). Al di là dei futuri progetti, l’idea di modificare la cellula dell’F-35 ed utilizzarla come base per i futuri velivoli con e senza equipaggio, ha ottenuto qualche consenso anche se bisogna analizzare le diverse specifiche operative. I requisiti per le missioni svolte dall’Air Force e dalla US Navy richiedono soluzioni diverse, ma le esigenze dovranno confrontarsi con il budget a disposizione.

Appare evidente che le future disponibilità finanziarie costringeranno ad allineare tecnologia ed investimenti alle diverse capacità operative. In questo contesto, modificare una cellula come quella dell’F-35 potrebbe far risparmiare tempo e tanto denaro, considerando il ruolo di superiorità aerea demandato all’Air Force (dopo la fine del Navy Advanced Tactical Fighter).

Lockheed Martin ha da tempo riconosciuto che sono in corso programmi sperimentali sulle cellule F-35.

http://www.difesaonline.it/mondo-milita ... o-northrop



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMANENTI
MessaggioInviato: 06/06/2018, 16:41 
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Le vicende siriane ed il confronto russo-turco, con l’abbattimento del Su24m russo da parte del F 16 turco ed il successivo ridispiegamento dei Su34 in funzione supremazia aerea, hanno riportato in luce le capacità tattiche degli aerei da caccia moderni.

Vediamo quali sono i migliori caccia moderni secondo ALL TOP TENS



10° POSTO F 18 (USA)

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https://scenarieconomici.it/i-10-miglio ... vizio-ora/



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMANENTI
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 Oggetto del messaggio: Re: ARMANENTI
MessaggioInviato: 06/06/2018, 19:55 
In anteprima l'arsenale palestinese per il 2018/19

Un equipaggiamento leggero...

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Mentre quello pesante sarà:


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con relativo manuale tecnico di istruzioni:

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 Oggetto del messaggio: Re: ARMANENTI
MessaggioInviato: 06/06/2018, 19:57 
.. ognuno usa quello che ha ... [^] (Hai mai provato una pietra in fronte? Stecchito.)
Comunque, con i missili "Kassam" sono morti più di 300 israeliani ...
Facessero a meno di "rompere" e non avrebbero guai. [^]


Ultima modifica di Ufologo 555 il 06/06/2018, 20:05, modificato 1 volta in totale.


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 Oggetto del messaggio: Re: ARMANENTI
MessaggioInviato: 06/06/2018, 20:04 
Si infatti niente a che vedere con un bel missile diritto in testa o con una bella smitragliata :)



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMANENTI
MessaggioInviato: 06/06/2018, 20:08 
Comunque, ogni pretesto è buono per attaccare israeliani e americani ... Nessuno è santo, ma l'intento del topic è di evidenziare gli armamenti delle grandi Potenze ...
(Ma vedo che ci sono ... tare mentali) [:291] [:306]



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 Oggetto del messaggio: Re: ARMANENTI
MessaggioInviato: 06/06/2018, 20:29 
I nuovi sistemi Leonardo della Legge Navale

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04/06/18 -


Il rinnovo della flotta navale italiana, che passa per il programma denominato Legge Navale, presenta delle nuove ed avanzate soluzioni nell’ambito dei sistemi elettronici per la difesa che Leonardo sta realizzando. Abbiamo avuto l’opportunità di conoscere da vicino i sistemi in fase di produzione e validazione nei siti di Bacoli e Arco Felice e Roma Tiburtina di Leonardo.

Uno dei sistemi tecnologicamente più innovativi che andranno ad equipaggiare le Unità Polivalenti di Altura della Marina Militare italiana è rappresentato dal KRONOS Dual Band radar, un nuovo radar multifunzionale Active Electronically Scanned Array con quattro facce fisse in banda C e quattro in banda X che lavorano in maniera integrata bi-banda (Dual Band Radar DBR). Il DBR garantisce una ineguagliata copertura radar alle unità navali. Il primo di questi sistemi equipaggerà il primo pattugliatore polivalente d’altura in modalità full, previsto per il 2024. Nella nuova configurazione della tuga delle nuove unità navali troverà posto il DBR. Oltre al KRONOS DBR, al momento in produzione presso il sito del Fusaro e in prova presso Roma Tiburtina, i Pattugliatori Polivalenti d’Altura ospiteranno anche il nuovo radar di controllo del tiro multi sensore NA30S MK2, sensori quali l’IFF (Identification Friend & Foe) di nuova generazione con antenna circolare conforme e l’innovativo IRST (InfraRed Search and Track) statico, un sensore all’infrarosso per la ricerca e il tracciamento di bersagli, basato su molteplici teste ottiche non rotanti, distribuite sui quattro lati della nave per una visione a 360 gradi senza soluzione di continuità, ed un apparato di Guerra Elettronica (Electronic Warfare EW), infine dei sistemi di comunicazioni integrate di ultima generazione. È stato infatti sviluppato un nuovo sistema di comunicazione integrato che include anche le innovative Software Defined Radio, oltre ai sistemi satellitari multibanda.

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In particolare il DBR rappresenta la sintesi tra le capacità radar offerte dalla banda C, in grado di intercettare minacce aeree, di effettuare la sorveglianza di medio e lungo raggio e il tracciamento di eventuali bersagli e le capacità della banda X, in grado di tracciare minacce di superficie e a corto raggio. Il sensore radar in banda C è un sistema multifunzionale derivato della nuova famiglia dei KRONOS di Leonardo, rispetto al quale fornisce un potenziamento dei moduli attivi di antenna e un insieme esteso di funzioni, soprattutto in ambito ATBM (Anti Tactical Ballistic Missile), in modalità di ricerca autonoma e su designazione esterna. Come per la versione rotante, è dotato dell’up-link per i missili ASTER15/30/30 B1 NT. Il sistema, a differenza delle versioni rotanti a singola faccia, con la distribuzione delle attività radar su quattro facce fisse determina un incremento delle prestazioni di scoperta quantificabili in un fattore quasi pari a tre. Il sensore in banda X è un radar multifunzionale (per la versione delle PPA light rappresenta l’unico sensore radar primario) per la sorveglianza aerea e di superficie, composto da 4 pannelli fissi che consentono la scansione elettronica del fascio sia in azimuth, per ottenere i 360° di copertura azimutale, sia in elevazione fino allo zenith. Il sistema è capace di scoprire sia minacce veloci in avvicinamento (subsonic and supersonic sea skimmer missiles) fin dall’orizzonte ottico che minacce tradizionali come velivoli, elicotteri e piattaforme navali di varie dimensioni. Il radar può anche essere utilizzato per il controllo del cannone come back-up in caso d’indisponibilità del radar di controllo del tiro dedicato grazie all’elevata accuratezza tipica della banda X. Il radar IFF a scansione elettronica, pienamente compatibile con il modo S ed il modo 5, è derivato dall’analogo radar phased array installato sulla portaerei Cavour e sulle fregate FREMM, sostituendo le attuali sei facce con un’antenna cilindrica. L’IRST, il nuovo sistema elettro-ottico, che fornisce la visualizzazione TV e infrarossa, disporrà di tracking automatico, di una notevole copertura in elevazione, potrà effettuare i video panoramici e la registrazione automatica. Il sistema di comunicazione data-link e satellitare costituisce inoltre una soluzione integrata di radio VHF/UHF, link 16, comunicazioni telefoniche e satellitari.

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I sistemi di guerra elettronica consentono di analizzare le emissioni elettromagnetiche di apparati nemici mediante l’uso dell’ESM (Electronic Support Measures) con lo scopo, non solo di avere un’altra modalità di scoperta, ma anche di creare intenzionalmente i più appropriati disturbi.

Un system manager realizzato da Leonardo integrerà tutti i sensori radar a facce fisse e gli apparati per la guerra elettronica (EW), offrendo rilevanti vantaggi operativi rispetto all’approccio convenzionale, riducendo i conflitti tra le attività radar e quelle di guerra elettronica che si presentano nelle soluzioni più tradizionali. Grazie a questa nuova soluzione sarà possibile difendere in modo più efficace una forza navale contro velivoli con sezione radar sempre più ridotta (stealth), individuare missili e contribuire alla scoperta/tracciamento/neutralizzazione di missili balistici (TBM, Tactical Ballistic Missile), colpire bersagli sulla costa, fornendo fuoco d’appoggio alle truppe di terra e gestire in modo efficace le minacce asimmetriche (di superficie e aeree).

Le capacità a tutto tondo garantite da tutti questi nuovi sistemi, che verranno integrate sulle unità navali, saranno infine gestite attraverso ATHENA, il Combat Management System, un evoluto sistema di comando e controllo di nuova generazione, ad architettura aperta in grado di garantire le migliori capacità di acquisizione, fusione e gestione dei dati per un’efficace valutazione degli scenari operativi e per la gestione delle risorse a disposizione, assicurando così rapidi ed efficaci processi decisionali.

Il CMS verrà installato nel nuovo cockpit navale sviluppato da Leonardo insieme a Fincantieri. Si tratta di un avanzato sistema di controllo dell’intera nave, alla stregua di un cockpit aeronautico, una sorta “Postazione Integrata Condotta Nave”, che consentirà, per la prima volta, di gestire in modo integrato le operazioni relative sia alla conduzione della nave sia al sistema di combattimento, con un numero ridotto di operatori grazie anche all’impiego di nuove tecnologie di realtà aumentata.

(foto: Marina Militare / Leonardo)

http://www.difesaonline.it/evidenza/app ... gge-navale



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