capacità predittiva della fantascienza
Inviato: 20/02/2014, 13:32
cari amici,
prendendo spunto da un pdf di un amico
http://www.edizionidellavigna.it/Storie ... _rev01.pdf
da cui:
Sulla capacità predittiva della fantascienza
In una certa visione “popolare”, l’obiettivo principale della fantascienza è quello di “predire il
futuro”. È vero che la storia di questo genere è colma di esempi di predizione del futuro: Clarke
(scrittore e astronomo) si lamentò di aver perso l’occasione di diventare miliardario perché ha
sostanzialmente inventato le telecomunicazioni tramite satelliti artificiali, in un racconto di Murray
Leinster (A logic named Joe, 1946) troviamo qualcosa che somiglia vagamente a Internet (anzi, a
una Internet impazzita), R. A. Heinlein si inventa i COBAS (beh, più o meno) in The Roads must
roll (1940), Edmond Hamilton un mantello dell’invisibilità simile a quello in sperimentazione da
alcuni anni (Dweller in the Darkness, 1939), il romanzo Ralph 124C41+ di Hugo Gernsback è
colmo di riferimenti a invenzioni moderne, per non parlare dei molti richiami presenti nella
fantascienza sociologica. E tanti altri.
Ma forse l’esempio più clamoroso è quello che coinvolse Cleve Cartmill e la rivista Astounding,
nel pieno della seconda guerra mondiale. Per gusto aneddotico lo riportiamo nella versione
raccontata da Mike Resnick 5 .
[...] Spostiamoci avanti di cinque anni, nel marzo 1944, quando Astounding, allora diretta da John Campbell, pubblicò un
raccontino poco memorabile intitolato Deadline (Termine ultimo), di Cleve Cartmill.
Divenne una delle opere più celebri nella storia delle riviste professionali... non per la sua qualità, che era minima, ma
perché le portò all’attenzione ufficiale del governo per la seconda volta.
Eravamo coinvolti nella seconda guerra mondiale, e all’inizio del 1944 il Progetto Manhattan (quello che condusse alla
bomba atomica) era ancora il nostro segreto maggiormente custodito.
E il racconto di Cartmill, che sfruttava la conoscenza e i dati disponibili a chiunque, riguardava la costruzione di una
bomba atomica che impiegava uranio 235.
La settimana in cui uscì il racconto, l’FBI e altre agenzie governative fecero visita a Cartmill; tutte chiedevano come
avesse fatto a rubare i segreti della bomba. Lui fece rilevare che i suoi “segreti” erano di pubblico dominio. Ciononostante fu
ammonito di non mettere più a repentaglio la sicurezza nazionale, sotto pena di conseguenze davvero terribili.
I rappresentanti del governo poi si recarono nell’ufficio di Campbell, il quale spiegò loro, come solo Campbell era in
grado di fare, che se non fossero stati degli zucconi ignoranti avrebbero saputo esattamente dove aveva preso le sue
informazioni Cartmill, e che Astounding dava spazio a storie sull’energia atomica da anni. Cercarono di minacciarlo per fare in
modo che promettesse di non pubblicare più storie sull’energia atomica fino alla conclusione della guerra. Campbell non
prese bene le minacce, e permise loro di andarsene solo dopo avergli dato una bella strigliata ed essersi rifiutato
categoricamente di censurare i suoi autori.
ciao
mauro
segue
prendendo spunto da un pdf di un amico
http://www.edizionidellavigna.it/Storie ... _rev01.pdf
da cui:
Sulla capacità predittiva della fantascienza
In una certa visione “popolare”, l’obiettivo principale della fantascienza è quello di “predire il
futuro”. È vero che la storia di questo genere è colma di esempi di predizione del futuro: Clarke
(scrittore e astronomo) si lamentò di aver perso l’occasione di diventare miliardario perché ha
sostanzialmente inventato le telecomunicazioni tramite satelliti artificiali, in un racconto di Murray
Leinster (A logic named Joe, 1946) troviamo qualcosa che somiglia vagamente a Internet (anzi, a
una Internet impazzita), R. A. Heinlein si inventa i COBAS (beh, più o meno) in The Roads must
roll (1940), Edmond Hamilton un mantello dell’invisibilità simile a quello in sperimentazione da
alcuni anni (Dweller in the Darkness, 1939), il romanzo Ralph 124C41+ di Hugo Gernsback è
colmo di riferimenti a invenzioni moderne, per non parlare dei molti richiami presenti nella
fantascienza sociologica. E tanti altri.
Ma forse l’esempio più clamoroso è quello che coinvolse Cleve Cartmill e la rivista Astounding,
nel pieno della seconda guerra mondiale. Per gusto aneddotico lo riportiamo nella versione
raccontata da Mike Resnick 5 .
[...] Spostiamoci avanti di cinque anni, nel marzo 1944, quando Astounding, allora diretta da John Campbell, pubblicò un
raccontino poco memorabile intitolato Deadline (Termine ultimo), di Cleve Cartmill.
Divenne una delle opere più celebri nella storia delle riviste professionali... non per la sua qualità, che era minima, ma
perché le portò all’attenzione ufficiale del governo per la seconda volta.
Eravamo coinvolti nella seconda guerra mondiale, e all’inizio del 1944 il Progetto Manhattan (quello che condusse alla
bomba atomica) era ancora il nostro segreto maggiormente custodito.
E il racconto di Cartmill, che sfruttava la conoscenza e i dati disponibili a chiunque, riguardava la costruzione di una
bomba atomica che impiegava uranio 235.
La settimana in cui uscì il racconto, l’FBI e altre agenzie governative fecero visita a Cartmill; tutte chiedevano come
avesse fatto a rubare i segreti della bomba. Lui fece rilevare che i suoi “segreti” erano di pubblico dominio. Ciononostante fu
ammonito di non mettere più a repentaglio la sicurezza nazionale, sotto pena di conseguenze davvero terribili.
I rappresentanti del governo poi si recarono nell’ufficio di Campbell, il quale spiegò loro, come solo Campbell era in
grado di fare, che se non fossero stati degli zucconi ignoranti avrebbero saputo esattamente dove aveva preso le sue
informazioni Cartmill, e che Astounding dava spazio a storie sull’energia atomica da anni. Cercarono di minacciarlo per fare in
modo che promettesse di non pubblicare più storie sull’energia atomica fino alla conclusione della guerra. Campbell non
prese bene le minacce, e permise loro di andarsene solo dopo avergli dato una bella strigliata ed essersi rifiutato
categoricamente di censurare i suoi autori.
ciao
mauro
segue