Cita:
Non si trova. Scomparso nel nulla. L’aereo di linea QZ 8501 dell’AirAsia con 162 persone a bordo, decollato domenica all’alba da Surabaya e diretto a Singapore risulta ancora disperso. A bordo c’erano anche 16 bambini e un neonato. Le ricerche sono ricominciate e proseguono ininterrottamente con decine di aerei e imbarcazioni, ma per ora senza risultato. E le parole del capo dell’agenzia nazionale indonesiana di ricerca e soccorso Bambang Sulistyo lasciano poche speranze: «Tenendo conto delle informazione in nostro possesso e della stima secondo la quale il luogo dello schianto sarebbe in mare, l’ipotesi è che l’aereo si trovi proprio in fondo al mare». L’aereo si sarebbe quindi inabissato portando con sé un carico di vite umane. E su stessa affermazione della protezione civile indonesiana «localizzarlo sarà molto difficile perché non disponiamo dell’equipaggiamento adeguato» aggiungendo che l’Indonesia potrebbe chiedere aiuto a paesi come Francia, Gran Bretagna o Stati Uniti.
Ricerche estese, trovate macchie d’olio
Le ricerche sono state estese a sette settori di mare dai quattro iniziali e si susseguono avvistamenti di oggetti sospetti. Un aereo australiano aveva individuato oggetti in mare a circa 1.120 chilometri dal punto in cui l’aereo ha perso il contatto, ma è stato poi chiarito che non si tratta dei resti del volo disperso. Un altro aereo indonesiano ha invece individuato due macchie oleose nell’area delle ricerche, ma anche in questo caso è troppo presto per sapere se sono connesse all’aereo disperso. Le due macchie in mare a circa 195 chilometri a est di Tanjung Pandan, sono molto vicino al punto dell’ultimo contatto. Campioni della sostanza oleosa verranno raccolti e analizzati per capire se sia collegata all’aereo scomparso
L’ultimo contatto con il pilota
L’Airbus A320-200 è scomparso domenica mentre volava tra Surabaya, nell’est dell’Indonesia a Singapore, dopo che il pilota aveva richiesto un cambio del piano di volo a causa del maltempo. Il volo ha interrotto i contatti con il centro di controllo del traffico aereo dell’area circa 50 minuti dopo il decollo, alle 6.24 ora di Surabaya (le 0.24 in Italia), mentre volava sul mare di Giava, tra Kalimantan e le isole di Giava. Il pilota, che ha all’attivo 61 mila ore a bordo degli aerei, aveva chiesto di salire di quota per evitare un grosso banco di nubi, permesso che però gli era stato negato perché ad una quota più alta stava volando un altro aereo. Sembra però che il pilota non avesse specificato subito il motivo per cui chiedeva di salire di quota, motivo per cui gli sarebbe stata negata l’autorizzazione (in caso di emergenza l’autorizzazione viene rilasciata subito). Ad ogni modo il comandante molto probabilmente ha disobbedito agli ordini e pochi minuti dopo si sono persi i contatti in modo definitivo. Si sa che l’aereo non ha inviato richieste di soccorso. «Deve aver finito il carburante se ha continuato a volare», ha osservato Djoko Murjatmodjo, direttore generale del trasporto aereo del ministero dei Trasporti dell’Indonesia.
Fonte:http://www.corriere.it/esteri/14_dicembre_29/indonesia-nessuna-traccia-dell-aereo-scomparso-si-inabissato-f3602af4-8f3f-11e4-b2e8-757fd60bcfb4.shtml
Cita:
«Sono abbastanza ottimista, quello della AirAsia non sarà l’ennesimo mistero dei cieli». Umberto Solimeno, presidente Ibar (Italian Board Airline Representatives) non vuole sentir parlare di anno nero dell’aviazione. Nonostante i tre incidenti che hanno sconvolto la Malesia e il mondo intero «le probabilità di morire in volo - dice - sono molto più basse di quelle di vincere alla lotteria».
E allora com’è possibile che un aereo sparisca dai radar?
«In realtà gli aerei spariscono spesso dai radar. Non tutto il volo è tracciato sui display. Esistono zone buie, come in mezzo all’Oceano, in cui non è possibile conoscere con esattezza la posizione dei velivoli. Le comunicazioni avvengono via radio».
Ma le strumentazioni di bordo non inviano messaggi?
«Certo, ma si tratta di messaggi a cadenza regolare. La perfezione che hanno raggiunto gli strumenti montati sugli aerei è altissima. I sistemi sono avanzati e sofisticati. Senza contare che vengono sottoposti a ispezioni continue. La maggior parte degli incidenti sono legati a errori umani».
Quindi qualcuno ha sbagliato?
«È ancora presto per dire che cosa sia successo, ma credo che l’aereo dell’Air Asia verrà ritrovato. Il pilota aveva chiesto di cambiare rotta per il maltempo e l’ultimo contatto è avvenuto a poca distanza dalla costa. L’unica certezza sono i 162 dispersi».
E il Boeing della Malaysia Airlines scomparso a marzo?
«Quella è tutta un’altra storia, un fatto irripetibile. È possibile che si sia trattato di un dirottamento».
Fonte:http://www.lastampa.it/2014/12/29/esteri/laereo-scomparso-in-indonesia-i-radar-non-monitorano-tutto-il-viaggio-gHZOrEdqhzFtM7gRSZeNhP/pagina.html
Cita:
Poi è nato il transponder, una scatoletta che, sollecitata da un impulso da terra (proveniente da un'antenna posta sopra quelle a "rete di pollaio" tipiche dei radar), risponde fornendo una serie di informazioni al controllore a terra. Il controllore, vedendo accanto al blip verdolino una serie di dati, identifica l'aereo.
L'evoluzione della tecnica ha fatto si che i radar del controllo civile mostrassero soltanto le informazioni testuali del transponder, e non più il blip "grezzo". La scelta fu fatta per consentire una visione più chiara da parte del controllore: non più schermi pieni di puntini e macchie bianche, ma soltanto una pulitissima rappresentazione sintetica con numeretti e letterine.
Il blip si chiama primario, mentre la rappresentazione sintetica è nota come secondario. Se un controllore vuole vedere il blip relativo ad un simbolo sintetico, agisce sui controlli della propria console, escludendo tutta una serie di filtri e facendo riemergere la rappresentazione grezza. In questo modo ha a disposizione sia il primario, sia il secondario, oltre ad una serie di schifezze (disturbi, falsi echi, eccetera) che inevitabilmente emergono escludendo i filtri.
Ma in condizioni normali questo non si fa mai. Il traffico civile viene seguito attraverso i segnali dei transponder, al punto che se un aereo decolla e gli va in avaria il transponder, al pilota può essere ordinato di effettuare deviazioni mostruose o gli può essere vietato l'ingresso in certi spazi aerei, perché i controllori non lo vedrebbero più, a meno di modificare le rappresentazioni sulle loro console, cosa che incasinerebbe di molto il loro lavoro.
I militari operano con radar diversi, perché devono vedere bersagli "non cooperanti", ossia velivoli nemici che ovviamente non andrebbero in giro dicendo per esempio ad alta voce elettronica "sono un bombardiere sovietico, quota e velocità X!". I radar militari sono però in grado di leggere i transponder, allo scopo di scremare il più possibile i bersagli amici da quelli sospetti.
Il problema sta nella integrazione dei due servizi, quello civile e quello militare. Se il civile perde il contatto col transponder di un dato aereo, non vede più nulla di quell'aereo. Il controllore potrebbe allora cercare la traccia primaria escludendo i filtri, ma non sempre ciò è possibile. Negli USA, molte console erano soltanto dei ripetitori di segnali secondari, e non erano fisicamente collegate ad antenne radar "tradizionali".
Anche ammettendo che sia possibile cercare il primario, la cosa richiede tempo e deve essere una procedura approvata (per cercarne uno ne perdi cento); inoltre fa comparire tutte le tracce che legittimamente possono viaggiare senza transponder, come per esempio i piccoli aerei. Di conseguenza, il controllore deve mettersi a fare la caccia al blip, andando a logica e procedendo per esclusione ("quello è diretto di là e non va bene, quell'altro va troppo piano e forse non è lui..."). Ci vuole tempo!
Il radar della difesa aerea è esattamente nelle stesse condizioni, anzi peggio, perché non ha nemmeno la situazione fresca di dove l'aereo in questione era l'ultima volta che è stato visto. Allora iniziano le telefonate, gli scambi di deduzioni, guarda qui, guarda lì... Ci vuole tempo. Il sistema non è congegnato per acchiappare aerei suicidi.
In Italia i controllori civili siedono a fianco dei colleghi militari, ed il coordinamento è strettissimo, in confronto a quello che c'era negli USA prima dell'11 settembre. Ma comunque tracciare un aereo che spegne il transponder non è cosa istantanea.
Fonte:http://undicisettembre.blogspot.it/2008/04/radar-e-transponder-spiegati-da-un.html